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Giugno 2022 - page 2

Bcc, nel 2021 a Brescia raccolta a 9,3 miliardi di euro

in Banche/Bcc/Economia by

Il 2021 si chiude con segno positivo per le 28 BCC della Lombardia con 202 mila soci, 5.500 dipendenti, 746 sportelli*(oltre il 16% di quelli presenti a livello regionale) e oltre un milione di clienti. Presenti in 534 comuni, in 132 dei quali operano come unico istituto di credito, le Banche di Credito Cooperativo costituiscono all’circa il 21% dell’ecosistema bancario lombardo.

·        BCC IN LOMBARDIA: RISULTATI AL 31-12-2021

Buoni risultati dall’analisi delle masse intermediate35,4 miliardi di depositi, per unacrescita annua pari a +10,9% (superiore all’incremento medio, del 7,6%, registrato dall’industria bancaria regionale), cui si aggiungono 9,1 miliardi di euro di raccolta indiretta24,7 miliardi di euro di impieghi a favore di imprese e famiglie, con un aumento di +2,2% su base d’anno (contro il +1,1% dell’industria bancaria complessiva).

Riguardo ai settori di destinazione del credito: a dicembre 2021 gli impieghi lordi erogati alle famiglie ammontano a circa 8,6 miliardi di euro, oltre 15 miliardi di euro sono stati destinati invece a microimprese e imprese del territorio lombardo.

In particolare, guardando alla classificazione delle attività economiche che maggiormente hanno beneficiato del supporto delle BCC lombarde: il 27% dei finanziamenti sono andati ad attività manifatturiere, il 17% ad attività di tipo commerciale e il 14% al comparto delle costruzioni. Gli impieghi destinati all’agricoltura (pari al 9,3% dei finanziamenti erogati dalle BCC lombarde) rappresentano quasi il 18,5% della quota di mercato regionale.

Nel corso del 2021, inoltre, è migliorata la qualità del credito, con la prosecuzione del processo di riduzione delle esposizioni deteriorate e di aumento dei tassi di copertura: in netta diminuzione, rispetto all’anno precedente, i crediti deteriorati (-28,1%);risultati ancora più significativi sul fronte delle sofferenze, con un’ulteriore diminuzione del 33,5%. Sul fronte reddituale si registra un utile netto complessivo superiore ai 120 milioni di euro in crescita del 13%.

Trend positivi che stanno avendo conferma anche nei primi mesi del 2022, nonostante l’attuale incertezza dovuta al quadro geopolitico internazionale e le relative ricadute economiche.

·        I risultati delle BCC IN PROVINCIA DI BRESCIA

Bene anche i risultati delle BCCpresentinella provincia di Brescia, che registrano a 31 dicembre del 2021 oltre 6 miliardi di euro di impieghi (+2,2%, contro il +1% dell’industria bancaria) e unaraccolta diretta superiore a 9,3 miliardi (+9,7% contro il +8,5% dell’industria bancaria). In diminuzione le sofferenze del 34,8% rispetto all’anno precedente.

Questi, in anteprima, i principali risultati** registrati al 31 dicembre 2021 dalle BCC lombarde; dati che verranno presentati sabato 18 giugno nel corso dell’assemblea annuale della Federazione Lombarda della Banche di Credito Cooperativo, che si terrà al Museo Diocesano di Milano e vedrà la partecipazione e l’intervento, tra gli altri, dell’Arcivescovo di Milano, Mons. Mario Delpini.

«In un’epoca di incertezza e crisi endemica come quella attuale le banche di comunità dimostrano di poter fare la differenza a beneficio di economia reale e welfare di prossimità. I numeri ci confermano, ancora una volta, la fiducia di soci e clienti verso le BCC», dichiara Alessandro Azzi, Presidente della Federazione Lombarda delle BCC. «Con il 2021 si è chiuso di fatto simbolicamente, per i Gruppi Bancari Cooperativi, il primo vero triennio di lavoro post riforma. È giusto riconoscere il valore dei risultati positivi ottenuti, sia sul fronte organizzativo interno delle Capogruppo Iccrea e Cassa Centrale, sia rispetto all’esito positivo degli “esami” imposti dalla Vigilanza BCE, con il superamento a pieno titolo delle verifiche di Asset Quality Review e Stress Test a dimostrazione della solidità del sistema. Con il 2021 si chiude, inoltre, il primo triennio di lavoro della “nuova” Federazione, conseguente all’avvio dei Gruppi ed alla ricerca di un nuovo equilibrio nelle relazioni tra Banche, Capogruppo e componenti associative, nel proposito di rappresentarne a pieno titolo la “casa” comune.

Per contribuire allo sviluppo ulteriore del ruolo sociale delle cooperative di credito,ad integrazione di quello eminentemente economico e bancario, principale sfida per il futuro – spiega Azzi – resta quella di veder riconosciute, anche a livello europeo, le caratteristiche peculiari dei Gruppi Bancari Cooperativi, in ottica di adeguata applicazione del quadro normativo in termini di proporzionalità e semplificazione. Da qui la recente missione a Bruxelles di oltre sessanta esponenti del Credito Cooperativo, organizzata dalla nostra Federazione in collaborazione con Federcasse, presso il Parlamento e le principali istituzioni comunitarie. In questo senso, è importante continuare l’opera di difesa e promozione, presso i decisori italiani ed europei, dell’originalità del nostro modello, che da oggi sarà – con nostro grande interesse e orgoglio – anche oggetto di studio scientifico da parte del Centro di Ricerca sul Credito Cooperativo dell’Università Cattolica di Milano».

Brescia, a maggio inflazione ancora in crescita

in Economia/Tendenze by

Nel mese di maggio, dopo il rallentamento verificatosi del mese di aprile, l’inflazione riprende la sua crescita attestandosi a +1,0% a livello congiunturale (rispetto al mese precedente) e a +7,3% a livello tendenziale (rispetto allo stesso mese dell’anno precedente). A darne notizia è l’ufficio Statistica del Comune di Brescia.

A livello di divisione, registrano incrementi congiunturali uguali o superiori alla variazione media generale le divisioni “Servizi ricettivi e di ristorazione” (+2,9%, con l’incremento delle classi Servizi di alloggio e Ristoranti, bar e simili), “Prodotti alimentari e bevande analcoliche” (+1,9%, in particolare con un forte aumento della Frutta), “Abitazione, acqua, elettricità e combustibili” (+1,2%, con l’aumento dell’Energia elettrica e del Gas) e “Trasporti” (+1,2%, con la crescita del Trasporto aereo passeggeri e della voce Carburanti e lubrificanti per mezzi di trasporto privati). Altri aumenti si presentano per le divisioni “Mobili, articoli e servizi per la casa” (+0,8%, con l’aumento della classe Mobili e arredi), “Abbigliamento e calzature” (+0,4%, con la crescita della classe Indumenti), “Bevande alcoliche e tabacchi” (+0,4%, con l’aumento dei Vini), “Altri beni e servizi” (+0,3%, con l’aumento della classe Servizi di parrucchiere e trattamenti di bellezza), “Ricreazione, spettacoli e cultura” (+0,2%, con un lieve aumento dei Pacchetti vacanza) e “Servizi sanitari e spese per la salute” (+0,2%, con l’incremento dei Servizi medici). Nulle le variazioni per l’”Istruzione”. In diminuzione solo le “Comunicazioni “ (-1,5%, con la diminuzione della classe Apparecchi telefonici e telefax).

In termini tendenziali, le divisioni che presentano decisi aumenti sono “Abitazione, acqua, elettricità e combustibili” (+27,5%, con alti tassi dell’Energia elettrica e del Gas) e “Trasporti” (+11,0%, con l’accelerazione dei Carburanti e lubrificanti per mezzi di trasporto privati), “Servizi ricettivi e di ristorazione” (+8,4% con l’aumento dei Ristoranti, bar e simili e Servizi di alloggio), “Prodotti alimentari e bevande analcoliche” (+7,5%, con elevati incrementi per quasi tutte le classi). Notevoli aumenti, seppure inferiori alla media generale (+7,3%) si registrano per i “Mobili, articoli e servizi per la casa” (+5,5%, con l’aumento dei Mobili e arredi), “Abbigliamento e calzature” (+2,9%, con l’aumento della classe Indumenti), “Altri beni e servizi” (+2,3%, con la voce Gioielleria ed orologeria), “Servizi sanitari e spese per la salute” (+1,5%, con l’incremento dei Servizi medici). In discesa, invece, le “Comunicazioni” (-4,5%, con la diminuzione degli Apparecchi telefonici e telefax) e l’“Istruzione” (-0,9%).

Analizzando per tipologia di prodotto, sia i “Beni” che i “Servizi” subiscono degli aumenti (rispettivamente il congiunturale +1,2% e +0,8% e il tendenziale +10,4% e 3,7%). All’interno della categoria dei Beni, aumentano le variazioni congiunturali e tendenziali sia dei beni alimentari (soprattutto quelli non lavorati) che quelli energetici (soprattutto la voce Altri energetici per il congiunturale e gli Energetici regolamentati per il tendenziale). Tra i “Servizi” presenta un sensibile aumento la categoria “Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona” (la variazione congiunturale +2,0% e quella tendenziale +5,6%).
Con riferimento alla frequenza di acquisto dei prodotti, presentano sensibili aumenti congiunturali e tendenziali le categorie alta e media frequenza (rispettivamente +1,5% e +0,9% per il congiunturale e +7,4% e 9,2% per il tendenziale), mentre quelli a bassa frequenza registrano incrementi minori (+0,2% il congiunturale e +3,4% il tendenziale).

Infine, per la “Core Inflation”1, si registrano una variazione congiunturale positiva (+0,7%) e una variazione tendenziale decisamente elevata (+3,6%).

Economia, dal 18 al 25 a Iseo torna la scuola dei Nobel

in Economia/Formazione by
I partecipanti a una delle precedenti edizioni della Iseo Summer School, foto da ufficio stampa

Il prestigioso corso estivo di Economia riservato a studenti postgraduate provenienti da tutto il mondo torna finalmente ad animare Iseo, dopo la sospensione nel 2020 e la versione digitale organizzata nel 2021.

E l’accoglienza da parte del mondo accademico internazionale non poteva essere più calorosa: alla 18º edizione del corso, in programma dal 18 al 25 giugno 2022 all’Iseolago hotel di Iseo, si sono iscritti all’incirca 140 dottorandi di ricerca, assistenti universitari, giovani accademici frequentanti i più prestigiosi atenei sparsi per il pianeta, facendo registrare un assoluto record di iscrizioni.

Grazie ad una valutazione accurata dei profili degli iscritti, l’Istituto I.S.E.O. ha quindi selezionato  70 partecipanti per il corso in presenza e – per accogliere un maggior numero di richieste, senza inficiare sulla qualità del corso – consentirà ad altri 30 partecipanti di seguire la lezioni da remoto, facendo dell’edizione 2022 la prima in assoluto a svolgersi con una modalità ibrida.

Il panel di relatori, ancora una volta, sarà di prim’ordine, per un corso dedicato alla stretta attualità: intitolata “The Post Pandemic Economic Recovery” la Summer School toccherà, oltre al tema della ripresa post-Covid, anche il nodo delle conseguenze, economiche, geopolitiche e sociali, dovute al recente conflitto in Ucraina.

A tenere lezione ci saranno infatti quattro premi Nobel e numerosi  relatori di chiara fama. Partendo dai Nobel, a fare lezione ci saranno Esther Duflo, premio Nobel per l’Economia 2019  (unica premio Nobel per l’Economia donna oggi vivente, la seconda ad aver ricevuto il titolo) e il marito Abhijit  Banerjee, premio Nobel per l’Economia 2019: la coppia illustrerà i loro esperimenti condotti sul campo per combattere la povertà  nel mondo, esperimenti che sono valsi ad entrambi l’ambizioso premio concesso dall’Accademia svedese. A proposito di lotta alla povertà, nel panel ci sarà anche Muhammad Yunus, premio Nobel per la Pace 2006, celebre per aver fondato la Grameen Bank (in lingua bengali “Banca di villaggio”) e dato slancio allo strumento del microcredito: l’economista del Bangladesh illustrerà il suo piano “a tre zero: zero emissioni, zero povertà, zero disoccupazione”. A Michael Spence, premio Nobel per l’Economia 2001, volto fisso della Summer School, toccherà invece parlare delle principali trasformazioni che stanno sconvolgendo l’economia globale.  Ai premi Nobel si aggiungeranno altri rinomati economisti:  Daron Acemoglu, dall’Mit di Boston (con una lezione intitolata “I danni dell’intelligenza artificiale e come evitarli”),  Gernot Wagner, dalla New York University (con un intervento tutto incentrato sul cambiamento climatico), Robert Wescott, già capo economista della Casa Bianca (il tema della sua lezione è l’inflazione globale), Daniele Bianchi, docente alla Queen Mary University of London (che parlerà diffusamente dell’argomento spinoso delle monete digitali, le criptovalute) e, infine,  Michela Nardo, economista della Commissione europea (con una lezione incentrata sugli strumenti a disposizione della Commissione per navigare in questo periodo di grande trasformazione).

Alcuni relatori sfrutteranno la possibilità di fare lezione da remoto, collegandosi online con Iseo.

Nelle precedenti edizioni, dal 2004 al 2021 hanno preso parte alla I.S.E.O. Summer School 1.097 studenti provenienti da 105 università e 374 Paesi.

Quest’anno invece i 70 partecipanti in presenza provengono da 30 Paesi (Arabia Saudita, Turchia, Filippine, Russia, Ucraina, Cina, Malesia, Vietnam, India, Kirghizistan, Israele, Canada, Stati Uniti, Brasile, Argentina, Colombia, Messico, Angola, Sud Africa, Kosovo, Italia, Germania, Portogallo, Ungheria, Spagna, Repubblica Ceca, Slovenia, Svezia, Svizzera, Finlandia) e 50 facoltà. Mentre i 30 partecipanti da remoto si collegheranno da 10 Paesi (Italia, Ucraina, Regno Unito, India, Cina, Iran, Israele, Vietnam, Perù e Stati Uniti) e 19 università.

Come da tradizione, durante la Summer School l’Istituto I.S.E.O. aprirà le porte a tutto il pubblico interessato: lunedì 20 giugno alle 9 l’Istituto e l’Università di Brescia(dipartimento di Economia e Management) organizzeranno il convegno dal titolo “Pandemia, guerra. I rischi economico-finanziari in scenari geopolitici sempre più incerti” con Michael Spence, Premio Nobel per l’Economia, e Simone Manganelli, economista

della Banca Centrale Europea. Il convegno avrà luogo all’università di Brescia con ingresso libero e prenotazione obbligatoria su www.istiseo.org.

Il programma della settimana include anche attività alla scoperta del territorio: oltre ad una visita guidata ad Iseo e un’escursione in kayak, mercoledì 22 giugno per i partecipanti della Summer School si spalancheranno le porte della prestigiosa cantina Guido Berlucchi, a Borgonato. Come da tradizione la famiglia Ziliani ospiterà partecipanti, relatori, istituzioni e sponsor per una serata che consentirà – ancora una volta – di far conoscere la Summer School al territorio.

L’edizione 2022 del corso è promossa con il sostegno di numerosi sponsor, che contribuiscono in maniera determinante alla riuscita dell’iniziativa grazie all’elargizione di borse di studio a favore dei partecipanti.

L’Istituto I.S.E.O. non può che ringraziare A2A, Banca Valsabbina, Confindustria Brescia, Fondazione Erminio Bonatti, Isocontrolli, Asonext, Made in Steel, Sabaf, Metalwork, Guido Berlucchi, Studio Rosini, Sias, Gruppo Brescia Mobilità, Simes, Fedabo, Centrale del Latte di Brescia, Zerneri Acciai, Gruppo Nulli, Vigilate, Villa Franciacorta, Cogeme e Gefran.

Riccardo Venchiarutti, vicepresidente Istituto I.S.E.O.”La straordinaria risposta del mondo accademico internazionale alla Summer School 2022 non fa che spronarci. Continueremo a portare ad Iseo e nelle province di Brescia e Bergamo alcune delle migliori menti del pianeta, per offrire alla comunità strumenti utili a capire e interpretare l’attualità, oltre che per garantire al territorio una notorietà sempre più internazionale. E stiamo lavorando per farlo, al meglio, anche nel 2023, anno delle Capitali della Cultura, contando sulla preziosa collaborazione con le università cittadine”.

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L’Istituto I.S.E.O. è un’associazione no-profit fondata nel 1998 dal professor Franco Modigliani (premio Nobel per l’Economia 1985) e attualmente presieduta dal professor Robert Solow, Premio Nobel per l’Economia 1987. Dalla sua fondazione l’Istituto ha organizzato oltre 50 conferenze aperte a tutto il pubblico, in Italia e all’estero, con grandi nomi dell’economia e non solo.

Promotica si allarga e compra Mercati Srl

in Economia/Innovazione by

Promotica S.p.A. (EGM: PMT) – agenzia loyalty specializzata nella realizzazione di soluzioni marketing atte ad aumentare le vendite, la fidelizzazione e la brand advocacy quotata su Euronext Growth Milan – ha sottoscritto, in data odierna, un accordo quadro con l’azionista venditore Di Silvio Guglielmo per l’acquisizione del 100% del capitale sociale di Mercati S.r.l., azienda italiana operante nel settore della produzione ed importazione di articoli per la casa, la persona ed il tempo libero. Il perfezionamento dell’operazione è previsto entro il 31 luglio 2022.

Diego Toscani, Amministratore Delegato di Promotica, ha così commentato: “L’acquisizione di Mercati S.r.l. rappresenta per noi la terza operazione straordinaria realizzata in pochi mesi, chiaro indicatore della nostra volontà di crescere velocemente. Dopo l’integrazione di Grani & Partners a novembre 2021 ed il consolidamento della nostra expertise in ambito digitale con l’acquisizione a marzo 2022 del Ramo Incentive e Loyalty di Giglio Group, questa nuova iniziativa ci permette di giocare un ruolo determinante anche a valle della progettazione vera e propria delle operazioni loyalty, internalizzando la produzione di prodotti e articoli che possono poi essere utilizzati come premi per le campagne e permettendoci di ampliare il nostro target di clienti di riferimento. Vorrei sottolineare come la nostra scelta di acquisire Mercati S.r.l. sia il risultato di una collaborazione proficua che si è consolidata negli anni, realizzata tramite l’acquisto degli articoli da loro commercializzati e distribuiti. Questo nuovo passo in avanti ci permette di rafforzare le sinergie già esistenti, avvalendoci delle relazioni consolidate di Mercati S.r.l. con siti produttivi in Italia e all’estero, con posizioni interessanti in Estremo Oriente. Inoltre, la specializzazione nei mercati del commercio al dettaglio qualificato e dello Special Make Up apre a Promotica nuovi canali commerciali per le proprie operazioni loyalty”.

Guglielmo Di Silvio, Amministratore Delegato e fondatore di Mercati, ha così commentato: “L’ingresso di Mercati nel gruppo Promotica rappresenta per noi un passo fondamentale per poter sfruttare al massimo la nostra esperienza nella creazione e nello sviluppo di prodotto che in questo modo può essere utilizzata su scala più vasta. Inoltre, potremo mettere a fattor comune clienti da noi forniti solo con prodotti al fine di poter offrire anche i servizi di Promotica. Infine, vorrei sottolineare come questa operazione societaria rappresenti il naturale punto di arrivo di un percorso che ha visto consolidare negli anni le relazioni fra le due società con ottimi risultati per entrambe”.

Brescia, nel primo trimestre export da 5,5 miliardi di euro

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Tendenze by

Nel 1° trimestre del 2022, l’export bresciano si attesta a 5.510 milioni di euro, il valore più alto di sempre, ed evidenzia una crescita del +28,0% sullo stesso periodo del 2021 e del +43,7% su quello del 2020. Anche per gli acquisti dall’estero si assiste a una cifra record (3.735 milioni) e a una crescita particolarmente significativa sul 1° trimestre dell’anno scorso (+54,2%) e quello del 2020 (+82,0%). Il saldo commerciale è pari a 1.774 milioni, valore che rimane comunque decisamente positivo, sebbene abbia in parte risentito dell’impennata delle importazioni.

A rilevarlo sono i dati ISTAT elaborati dal Centro Studi di Confindustria Brescia.

Nonostante i risultati positivi conseguiti nel 1° trimestre dell’anno, il sistema delle imprese risente del pesante clima d’incertezza globale, in un contesto in cui, all’endemica scarsità di materie prime e di componenti (che mette a rischio il corretto funzionamento delle catene globali di fornitura), si aggiunge il prolungarsi del conflitto bellico tra Russia e Ucraina. Le tensioni geopolitiche in atto hanno portato le quotazioni degli input energetici su livelli assolutamente impensabili fino a qualche tempo fa e, contemporaneamente, minacciano gli scambi da e verso le aree coinvolte nella guerra, oltre a zavorrare la fiducia di imprese e famiglie.  

La crescita delle esportazioni bresciane nei primi tre mesi risulta più intensa di quanto rilevato in Lombardia (+23,6%) e in Italia (+22,9%). Il saldo commerciale nazionale risulta dopo dieci anni negativo (-7.122 milioni), indicatore di una situazione complessa per l’economia italiana.

La dinamica positiva del commercio mondiale (+4,8% nel primo trimestre) e l’incremento del prezzo di vendita impattano sulla dinamica delle vendite all’estero nei primi tre mesi del 2022. Allo stesso tempo, l’indebolimento dell’euro sul dollaro e i forti rialzi dei prezzi delle principali materie prime industriali (es: le variazioni rispetto al primo trimestre dell’anno scorso del rottame ferroso +30,9%, rame +17,8%, alluminio +55,4%), in alcuni casi arrivate ai massimi storici, spiegano in parte la notevole impennata delle importazioni.

Tra i prodotti esportati, i più dinamici risultano: prodotti della metallurgia (+58,4%), prodotti alimentari e bevande (+33,1%), prodotti chimici e farmaceutici (+26,2%), prodotti in metallo (+20,7%).

Tra i mercati di sbocco, la crescita delle esportazioni è generalizzata: in particolare, verso Germania (+32,7%), Francia (+24,1%), Spagna (+29,2%), Belgio (+28,0%), Stati Uniti (+31,6%) e India (+43,2%). In termini di aree geografiche spiccano le dinamiche positive dell’Unione Europea (+32,8%) e dell’America centro-meridionale (+39,6%). In questo trimestre rispetto allo stesso periodo del 2021 Cina e Turchia registrano dinamiche con segno negativo (rispettivamente -7,6% e -12,0%).

Per quanto riguarda le importazioni, sono in forte crescita i prodotti della metallurgia (+81,9%), prodotti chimici e farmaceutici (+66,3%) e prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori (+51,4%).

Aumentano gli acquisti dall’estero per tutti i principali partner commerciali: Germania (+40,0%), Francia (+30,8%), Spagna (+52,8%), India (+101,5%), Cina (+82,8%) e Turchia (+87,1%).

Shopper in cotone personalizzate, sempre più richieste dalle attività commerciali

in Commercio/Economia by

Il classico sacchetto di plastica, quello che per decenni ha imperversato ovunque attorno a noi, ormai non esiste più. Quantomeno nel nostro Paese, la legge e un generale sentimento collettivo hanno fatto sì che si scegliesse una via differente rispetto a quella dello shopper usa e getta, un problema non di poco conto considerando quanto ciò finisca per impattare sull’ambiente.

Non si tratta, beninteso, di ecologismo a tutti i costi, ma di un’inversione di tendenza dettata dalla consapevolezza che un vero cambio di passo non fosse soltanto auspicabile, ma necessario.

Di fronte alla volontà di guardare altrove, ecco l’opportunità di rivolgersi a materiali riciclabili. La carta, ovviamente, è stato uno di questi; il materiale compostabile, pure. Tra le varie individuate, a prendere sempre più piede sono state le shopper cotone personalizzate, di cui GedShop è senza dubbio un vero punto di riferimento.

Le proposte da analizzare sono differenti per dimensioni, colori e modelli. C’è, insomma, di che sbizzarrirsi, con il rispetto dell’ambiente a faro e l’identificazione di una soluzione davvero congeniale a questo nobile scopo.

Dalla plastica a carta e cotone. L’ambiente irrompe nei sacchetti

Per decenni si è utilizzato il classico sacchetto di plastica. Lo si prendeva alla cassa, alla fine della spesa al supermercato. Lo davano nell’esercizio sotto casa, quando si acquistava quel qualcosa che mancava in dispensa. Era utilizzato al mercato, in mezzo alle bancarelle.

Il sacchetto di plastica, loggato e non, è stato impiegato in ogni esercizio commerciale, sostituendo quella che in precedenza era la classica borsa in tela tanto cara alle nonne di mezzo Paese.

A un certo punto, per fortuna, ci si è resi conto che qualcosa stava scappando di mano. Una vera e propria enorme isola di plastica, nel bel mezzo dell’Oceano, offrì agli occhi del mondo la dimostrazione reale di cosa potesse significare un uso indiscriminato di questo materiale per il futuro del nostro Pianeta.

Un pugno nello stomaco per molti, un monito a darsi una calmata sotto il profilo dell’impiego di certe materie prime che, quantomeno alle nostre latitudini, non ha fatto mancare un rigurgito d’attenzione da parte di molti.

Oggi, il classico sacchetto di plastica è stato sostituito da shopper cotone personalizzate, ovvero di carta. L’idea è quella di farne un uso non una tantum, ma di impiegarle più e più volte. L’intento, insomma, è di non aumentare lo spreco, bensì di contenerlo quanto più possibile, guardando a materiali rispettosi della natura sia in fase di produzione sia in quella di smaltimento.

Una borsa di cotone, la soluzione di ogni necessità

C’è una modalità ecologicamente compatibile e sicuramente anche di design che si sta sempre più facendo largo tra i commercianti. Si tratta delle shopper cotone personalizzate, soluzioni comode sotto il profilo del riutilizzo continuativo e assolutamente adatte a qualsivoglia personalizzazione pensate appositamente in sostituzione dei vecchi sacchetti ormai in disuso.

Regalarle ai clienti più fedeli è un must di molte attività; il successivo impiego da parte dei primi ancor più, con la praticità di una borsa da riporre ovunque e la capienza tipica delle spese nei negozi di vicinato, ma non solo.

Forme e colori sono gestibili alla bisogna. Si tratta di scegliere il modello, pensare all’immagine o allo slogan da apporre e, comodamente da casa, inviare l’ordine al fornitore di fiducia. Minima spesa, massima resa. Le shopper cotone personalizzate rappresentano uno strumento di comunicazione importante. Da una parte, inseriscono l’attività che le distribuisce nel novero di quelle attente all’ambiente; dall’altra, attraverso la clientela diffondono il nome del negozio, o del servizio, nell’area potenzialmente attrattiva in termini di raggio d’azione commerciale.

Una doppia finalità, quindi, con l’aspettativa che il messaggio intrinseco passi davvero e, di conseguenza, all’utilità dello strumento offerto si affianchi una percezione rafforzata dello sponsor.

Un supporto efficace per ogni genere di spesa

In termini di resistenza, in shopper personalizzate cotone ci si può mettere davvero di tutto, bottiglie di vino comprese. Le caratteristiche del cotone, infatti, consentono di trasportare anche pesi significativi, senza timore alcuno.

E’ sufficiente un po’ di perizia nell’uso, quella stessa che si utilizza per non rompere le classiche uova, e la ricetta è servita, con la sensazione di fare del bene all’ambiente senza particolari sforzi quotidiani.

Serrature di qualità: i fattori che non devono mancare

in Economia/Servizi/Uncategorized by

Le serrature di qualità possono essere riconosciute da diversi elementi. È opportuno conoscerli, al fine di evitare di dover chiamare un fabbro una seconda volta, perché magari una serratura inserita non è abbastanza resistente. Per far sì che ciò non accada e soprattutto per una maggiore sicurezza della propria casa o delle altre proprietà che si possiedono, è bene capire come debba essere un sistema di chiusure porte e finestre adeguato.

Serrature di qualità: quali sono le caratteristiche che devono avere per essere tali

Per ottenere serrature di qualità prima di tutto si deve puntare su aziende di alto livello qualitativo. Se si richiede ad esempio un pronto intervento fabbro a Milano, così come in qualsiasi altra località, il team di esperti dovrà essere disponibile a intervenire in modo tempestivo, ma non solo. Lo stesso infatti dovrà anche fornire una serratura sostitutiva perfetta, che sia a norma. Il professionista del settore saprà senza dubbio dare consigli al cliente circa il miglior modello da poter installare, così come uno più sicuro, se quello vecchio risulta troppo rischioso e pericoloso.

Oltre a questo, lo standard elevato di un cilindro europeo o di altro tipo di meccanismo di chiusura e apertura porte, finestre, box e cancelli, si nota dalla sua resistenza, dettata dai materiali eccellenti, ma anche dalla sua capacità di durare a lungo nel corso del tempo.

Ovviamente va sottolineato che la scelta della soluzione giusta dipenderà anche dalla tipologia di porta o di altro elemento su cui la stessa dovrà essere montata. Per questo, solo un professionista saprà indicare l’opzione più adatta a una determinata casistica.

Oggi è molto diffusa la tipologia con cilindro europeo e con defender. Quest’ultimo corrisponde a una sorta di protezione che blocca qualsiasi tentativo di scasso. In alternativa esiste anche il “contro defender”, sempre molto usato, che consente di evitare che il cilindro cada, qualora dovesse essere spinto da attrezzi utilizzati dai ladri.

Da aggiungere a tutto ciò anche alcuni consigli circa ulteriori fattori che non devono mancare per rendere la serratura sicura e soprattutto durevole.

Alcuni sistemi di sicurezza

 

Oggi sono tantissime le persone che richiedono di sostituire serrature perché quelle che possiedono le loro porte, box o finestre sono troppo vecchie. L’innovazione in questo campo infatti ha consentito di ottenere modelli sempre più sicuri, tanto che è possibile chiedere agli esperti di montare meccanismi che siano contro ogni forma di scassinamento. Esistono ad esempio le serrature con trappola, che prevedono nelle loro componenti un sistema anti-effrazione. Nel momento in cui i ladri tentano di forzare il tutto, vi è uno scatto che blocca la loro azione, impedendo loro di proseguire. Tra l’altro proprio riguardo la sicurezza va chiarito un concetto: non sempre la serratura più sicura è anche quella più costosa, quindi non è detto che un prezzo elevato sia sinonimo di convenienza. Per questo, al fine di scegliere il modello migliore è sempre opportuno puntare in primis su un fabbro che abbia una lunga esperienza nel settore e che sappia consigliare al meglio la soluzione più idonea da adottare.

Metalmeccanica, a Brescia 1° trimestre positivo, nonostante la guerra

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Tendenze by

L’attività produttiva delle imprese metalmeccaniche bresciane ha registrato nel 1° trimestre del 2022 una nuova crescita, nonostante le forti tensioni geopolitiche innescate dal conflitto tra Russia e Ucraina, che hanno portato a un’ulteriore risalita delle quotazioni delle materie prime industriali ed energetiche utilizzate nei processi produttivi. Nel dettaglio, l’attività ha evidenziato un +12,3% per il comparto meccanico rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno (tendenziale) e un +8,4% per quello metallurgico. La dinamica nei confronti del trimestre precedente (congiunturale) evidenzia, rispettivamente, un +3,4% e un +4,3%.

A evidenziarlo è la più recente edizione dell’indagine trimestrale condotta dal Centro Studi di Confindustria Brescia su un panel di aziende associate.

L’andamento della metalmeccanica bresciana è stato affrontato, nella giornata di ieri, anche durante il quarto appuntamento del progetto “Sette Ottavi”, che ha visto incontrarsi alla Cascina San Giovanni di Puegnago del Garda gli imprenditori del Settore Meccanica con i colleghi, associati e non, della Zona Valsabbia – Lago di Garda. All’appuntamento sono intervenuti Franco Gussalli Beretta (Presidente Confindustria Brescia), Francesco Franceschetti (Vice presidente Confindustria Brescia con delega a Zone e Settori), Gabriella Pasotti (Presidente Settore Meccanica Confindustria Brescia), Alessandro Ferrari (Coordinatore di zona Valsabbia-Lago di Garda Confindustria Brescia), Carlo Grazioli (Vice presidente Gruppo Giovani Imprenditori Confindustria Brescia), Alberto Albertini (Antares Vision), Alvise Mori (Mori 2A) e Filippo Schittone (Direttore Confindustria Brescia).

L’evoluzione positiva dell’attività produttiva continua a nascondere alcune serie problematiche per quanto riguarda gli approvvigionamenti delle materie prime e dei semilavorati utilizzati nei processi produttivi. Tra gennaio e marzo 2022 ben il 43% delle realtà meccaniche e il 14% di quelle metallurgiche ha indicato la “scarsità di materie prime e semilavorati” come il principale fattore che limita la produzione. Come già evidenziato in altre occasioni, si tratta di un radicale cambio di scenario rispetto a quanto rilevato nel 3° trimestre del 2020, quando tale problema non era indicata da nessuna azienda meccanica e solamente dal 6% di quelle metallurgiche, in un contesto, ancora viziato dal lockdown dei mesi precedenti, in cui la domanda insufficiente era trasversalmente riconosciuta come il più importante ostacolo allo sviluppo del business.

Tali problematiche stanno provocando serie conseguenze sui costi di acquisto dei materiali. Dal 3° trimestre del 2020 al 1° trimestre del 2022, le imprese bresciane attive nella meccanica hanno dichiarato incrementi nei costi di acquisto nell’ordine del 112%, quelle nella metallurgia rincari pari all’85%. Di fronte a tali dinamiche, le aziende hanno risposto con incrementi dei prezzi di vendita pari rispettivamente al 17% e al 63%. Ciò sta a significare che gli operatori della metalmeccanica bresciana hanno solo in parte trasferito sui prezzi applicati ai clienti gli extra-costi subiti nella fase di approvvigionamento. Ne consegue una riduzione della marginalità industriale, che rischia di muoversi in direzione opposta a quella dei fatturati, che invece hanno superato abbondantemente i livelli del 2019. 

“I risultati positivi segnati dalla metalmeccanica nei primi mesi dell’anno vanno necessariamente contestualizzati alla luce degli ormai noti rincari delle materie prime industriali ed energetiche – commenta Gabriella Pasotti, Presidente del Settore Meccanica di Confindustria Brescia –. A questo, per la meccanica bresciana si aggiunge il nodo sul futuro dell’automotive, che al momento appare ancora incerto, anche alla luce delle decisioni prese dall’Unione Europea sulle auto diesel e benzina. Nelle scorse settimane abbiamo proposto un’apposita tavola rotonda sul tema, consapevoli di come le scelte per i prossimi anni vadano necessariamente legate al concetto di neutralità tecnologica: c’è in ballo il futuro di un’intera filiera, che a Brescia dà lavoro a circa 18mila dipendenti.”

“Pur in una situazione di generali rincari, ormai conosciuta, le materie prime sono in una fase di riassestamento dei prezzi. L’alluminio, dopo i massimi di marzo 2022 con picchi intorno a 4000 $/t, si è riportato intorno ai 2.800 $/t. Il rame invece rimane sostenuto a un livello appena inferiore ai 10.000 $/t, seguito dal nickel che, dopo i picchi di marzo 2022, rimane comunque in tensione a livelli appena sotto i 30.000 $/T – aggiunge Giovanni Marinoni Martin, Presidente del Settore Siderurgia, Metallurgia e Mineraria di Confindustria Brescia –. Per quanto riguarda i prodotti siderurgici, stiamo vedendo da qualche settimana un calo delle quotazioni di rottame, ghisa e billette, che porta a una discesa delle quotazioni degli acciai comuni da costruzione e da carpenteria. Il rallentamento dei prezzi delle materie prime ha contribuito ad una parziale riduzione dei costi di produzione: solo parziale perché i costi energetici sino ad ora non danno segnali di calo. Intanto, i principali commercianti e utilizzatori di acciai stanno rallentando gli acquisti anche a fronte di una domanda finale che rimane sostenuta, in modo da ridurre lo stock di materie prime nei loro magazzini. Siamo comunque di fronte a problemi di natura macroeconomica. Ieri è stato approvato il pacchetto Fit for 55, che mette al bando le auto con propulsione endotermica: si tratta di un vero disastro dal punto di vista economico per il comparto sidermeccanico italiano e bresciano. Una quantità enorme di imprese nella fusione di alluminio, ghisa, acciaio e nelle lavorazioni meccaniche degli stessi, saranno toccate da questo regolamento. Il rischio è che centinaia di aziende paghino un prezzo altissimo, e che centinaia di migliaia di lavoratori perdano il lavoro per questa decisione.”

Persistono i segnali di sgonfiamento del ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni nei settori metalmeccanici. Le ore autorizzate nei primi quattro mesi del 2022 sono diminuite del 69% rispetto allo stesso periodo del 2021, passando da 10,3 a 3,2 milioni. In particolare, la componente ordinaria è calata del 79% (da 5,6 a 1,2 milioni di ore), mentre quella straordinaria ha subito una flessione del 56% (da 4,7 a 2,1 milioni di ore). Tuttavia, il confronto con il 2019 mostra una crescita del 215%, sintesi di un +632% della CIGO e di un +138% della CIGS. Sulla base delle ore effettivamente utilizzate è possibile stimare che le unità di lavoro annue (ULA) potenzialmente coinvolte dalla CIG siano circa 2.100, contro le oltre 13 mila del 2020 e le settecento del 2019.

In base alle opinioni fornite dagli operatori intervistati, le prospettive a breve termine del settore metalmeccanico bresciano sono tutto sommato positive, sebbene suggeriscano un ulteriore rallentamento rispetto agli scorsi trimestri. I maggiori elementi di incertezza riguardano, fra l’altro, l’evoluzione del conflitto nell’ex Unione Sovietica, la frenata della Cina (colpita da nuove restrizioni volte a contenere l’evoluzione della pandemia), l’inflazione galoppante, la capacità del sistema economico di reggere anche nel prossimo futuro il “caro-energia”, che verosimilmente è destinato a perdurare per tutto il 2022.

Dal punto di vista della struttura produttiva, Brescia è la seconda provincia italiana per rilevanza dell’industria metalmeccanica (dopo Torino). Con quasi 105 mila addetti attivi, è leader nazionale per quanto riguarda la metallurgia (17 mila addetti) e i prodotti in metallo (39 mila addetti), è al secondo posto nei macchinari e apparecchiature (31 mila addetti) e in sesta posizione relativamente ai mezzi di trasporto (poco meno di 9 mila addetti).

Indagine Confartigianato, imprese del settore legno in ripresa

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Arredamento

«L’Italia si conferma il Paese del bello, dove lo stile detta le sue tendenze e la Lombardia fa da traino con Milano capitale dell’Italian style e casa del Salone del mobile e delle frizzanti attività del FuoriSalone. Le Mpi e gli artigiani, in questo panorama, si confermano protagonisti assoluti con un caleidoscopio di attività che delineano la forma concreta dell’ingegno e della creatività della persona, con una compagine di dipendenti stabile, che ha imparato fianco a fianco al titolare e continua ogni giorno a implementare ed allineare competenze tecniche e conoscenze trasversali nel segno della sostenibilità».

È la dichiarazione di Eugenio Massetti, presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia in occasione del Salone del Mobile di Milano che ha preso il via ieri. «Il settore del Legno Arredo è, peraltro, uno di quei comparti nei quali la tradizione – che si tramanda di padre in figlio, con tante aziende familiari di più generazioni – si coniuga all’innovazione, con le nostre imprese che si sono dimostrate capaci di intercettare bandi e incentivi per innovare il proprio parco macchinari e, contestualmente, allineare le competenze e il saper fare per proporre prodotti funzionali e belli al mercato mondiale» conclude Massetti. Lo studio di Confartigianato realizzato in occasione del Salone del Mobile 2022 conferma per il settore “Legno-mobili – filiera del made in Italy” la migliore performance post-pandemia: produzione 2022 a +8,7% vs. 2019. Un settore, quello del legno e dei mobili che è stato il più resiliente nel corso della pandemia, grazie all’apporto di 37 mila micro e piccole imprese con meno di 50 addetti, nelle quali sono occupati 153 mila addetti. In questo cluster del made in Italy è alta la vocazione artigiana: le 28 mila imprese artigiane rappresentano i tre quarti (76,2%) delle imprese del settore e i loro 86 mila addetti sono il 40,4%% dell’occupazione del settore. Nella provincia di Brescia sono 877 le Mpi con meno di 50 dipendenti attive nella filiera legno e mobili, 740 le imprese artigiane, l’83,6% del totale che occupano 3.551 addetti, l’82% degli occupati totali in questo comparto (4.297 addetti).

L’analisi dai dati sulla produzione, manifatturiera, evidenzia che a marzo 2022 la produzione cumulata negli ultimi dodici mesi in Italia ha più che recuperato (+0,8%) i livelli del 2019, a fronte del ritardo del 5,3% della Francia e del 5,7% della Germania. Il settore che meglio ha recuperato i livelli di produzione pre-pandemia è proprio quello del Legno-Mobili con +8,7%, seguito da Apparecchiature elettriche con +7,6%, Gomma, plastica, vetro e cemento con +6,8%, Computer ed elettronica con +6,5%, Alimentari e bevande con +5,1%, Altre manifatturiere con 4,7%, Metallurgia e prodotti metallo con +3,0%. Recupero più contenuto per Macchinari con +0,4% e Chimica con +0,3%. Persiste un ritardo per Farmaceutica con -1,7%, Carta e stampa con -3,5%, Mezzi di trasporto con -6,6%, Raffinazione con -7,1%. Il ritardo più pesante per il comparto della Moda (-18,7%).

Per il sistema manifatturiero di legno e mobili le tensioni sui costi generati dal caro-commodities e dalla crisi energetica si associano alla scarsità di materie prime, che nel primo trimestre 2022 ostacola quasi una impresa manifatturiera su quattro (22,7%), per salire al 24,2% nei mobili, fino al 27,6% del legno. Sul mercato del lavoro, persiste una elevata la difficoltà di reperimento di operai specializzati, che nel settore del legno a maggio 2022 è del 59,4%, in aumento di 5,8 punti rispetto ad un anno prima. L’Italia è secondo paese produttore di mobili dell’Unione europea con un valore della produzione che nel 2020 è di 20,5 miliardi di euro, dietro a Germania con 21,3 miliardi e davanti a Polonia con 11,3 miliardi, Francia con 5,8 miliardi e Spagna con 5,5 miliardi.

Il made in Italy dei mobili – I mobili rappresentano un prodotto chiave del made in Italy nel mondo, con esportazioni che valgono 11,5 miliardi di euro (ultimi dodici mesi a febbraio 2022). Nei primi tre mesi del 2022 le vendite di mobili sui mercati esteri salgono del 20,7% rispetto allo stesso periodo del 2021.

Il confronto internazionale – Nel primo bimestre del 2022 l’Italia, con un aumento tendenziale dell’export del 19,9%, fa meglio degli altri maggiori paesi produttori, nel dettaglio di Polonia (+14,1%) e di Germania (+4,6%). Sempre nei primi due mesi del 2022, i dieci mercati che danno il maggiore contributo all’aumento dell’export sono Stati Uniti che, segnando un +32,2%, contribuiscono per il 18,7% dell’aumento dell’export, Regno Unito con +25,0% contribuisce per il 9,9%, Francia con +7,6% contribuisce per il 7,8%, Germania con +13,0% contribuisce per il 7,3%, Svizzera con +31,1% contribuisce per il 6,2%, Cina con +21,2% ed Emirati Arabi Uniti con +70,4%, entrambi contribuiscono per il 4,5% ciascuno, Spagna con +22,3% contribuisce per il 4,0%, Canada con +47,2% contribuisce per il 3,5% e infine Repubblica ceca con +73,0% contribuisce per il 2,2%

Tra le 12 province lungo l’‘asse dei mobili’ della pianura padana c’è Brescia, insieme a Udine, Pordenone, Venezia, Treviso, Padova, Vicenza, Verona, Bergamo, Milano, Monza e Brianza e Como. Nel complesso dei dodici territori in esame, nel 2021 l’export di mobili supera dell’8,5% quello del 2019, con un maggiore dinamismo a Pordenone con +32,9%, seguita da Vicenza con +15,3%, Monza e della Brianza con +14,3%, Padova con +12,5%, Brescia con +7,4%, con 258 milioni di euro di export superando i 240 milioni del 2019 e i 220 del 2020). Seguono Verona e Milano, entrambe con +6,4%; in recupero anche Venezia con +2,6%, Como con +2,4% e Treviso con +1,8%,e mentre segnano un ritardo Udine (-6,1%) e Bergamo (-12,7%).

Bollette energetiche più che raddoppiate in un anno

in Economia/Energia by

Le bollette di luce e gas hanno raggiunto picchi senza precedenti. I prezzi all’ingrosso delle materie prime energetiche sono alle stelle e i consumatori finali devono fare i conti con un costo sempre più alto per l’energia elettrica ed il gas naturale.

Gli interventi del Governo, con l’azzeramento degli oneri di sistema, il taglio dell’IVA al 5% per il gas e il potenziamento dei Bonus Luce e Gas, non sono stati in grado di eliminare i rincari. Gli aumenti sono stati solo attenuati e per le famiglie c’è da fare i conti con bollette salatissime.

Il nuovo Osservatorio di SOStariffe in collaborazione con Tariffe.Segugio  “fotografa” lo stato attuale del mercato energetico italiano. Lo studio ha analizzato l’evoluzione della spesa per le bollette per tre diversi profili di consumo (Single, Coppia e Famiglia di 4 persone), confrontando la spesa per le bollette del 2022 con quella registrata negli anni precedenti.

L’indagine in questione mette in evidenza due principali evidenze. La spesa per luce e gas è aumentata in modo significativo, fino a raggiungere una punta del +142% nel confronto tra 2021 e 2022. Contestualmente, si registra un notevole incremento del risparmio garantito dal Mercato Libero rispetto alla Maggior Tutela: la convenienza aumenta fino al +170%.     

Come sono cambiate le bollette di luce e gas per tre diversi profili di consumo

Lo studio è stato eseguito a maggio 2022 prendendo in considerazione tre profili di consumo. Il primo profilo, definito “Single”, riguarda un consumatore con consumi ridotti di energia (1.400 kWh di energia elettrica e 500 Smc di gas naturale in un anno). Il secondo profilo, definito “Coppia”, identifica una tipologia di consumatore con consumi intermedi (2.400 kWh di energia elettrica e 800 Smc di gas naturale).  Il terzo profilo, definito Famiglia di 4 persone, è rappresentato da un utente che registra consumi elevati (3.400 kWh di energia elettrica e 1.400 Smc di gas naturale).

Per ogni profilo di consumo è stata calcolata la spesa media per le bollette di luce e gas che si registra attivando le migliori tariffe luce e gas del Mercato Libero. Questi dati sono poi stati confrontati con quelli ricavati nel corso delle indagini degli anni precedenti. Una seconda parte dell’Osservatorio, invece, si concentra sull’evoluzione del risparmio ottenibile passando dalla Maggior Tutela alle migliori offerte del Mercato Libero.

Il confronto con il 2021: aumenti fino al +142%

Il primo dato che emerse dall’indagine è legato all’aumento della spesa per le bollette di luce e gas nel 2022. Rispetto ai dati dello scorso anno, infatti, la scelta delle migliori offerte luce e gas del Mercato Libero comporta una spesa complessiva maggiore. Per un Single, ad esempio, si registra una spesa annuale di 1.264 euro con un incremento del +114% rispetto ai dati del 2021.

La variazione è ancora più significativa per la Coppia. In questo caso, infatti, la spesa per le bollette di luce e gas nel 2022 risulta essere pari ad un totale di 2.120 euro con un rincaro del +130% rispetto ai dati dello scorso anno. Sono, però, i clienti che registrano consumi maggiori a dover fare i conti con gli aumenti più significativi. La Famiglia di 4 persone, infatti, registra oggi una spesa di 3.415 euro in un anno. Il rincaro, rispetto ai dati dello scorso anno, è del +142%.

Il confronto con il 2020: aumenti fino al +150%

Estendendo il confronto al 2020 (annualità fortemente segnata dalla pandemia), i dati raccolti dall’Osservatorio confermano come l’aumento della spesa per le bollette nel corso degli ultimi due anni sia ancora maggiore. Per un Single, ad esempio, il confronto tra i dati del 2020 e quelli del 2022 conferma un rincaro della spesa per le bollette del +122%. Notevole è anche l’aumento per la Coppia che registra un rincaro del +150%. Il confronto con i dati del 2020, invece, certifica un rincaro del +149% per la Famiglia di 4 persone.

Con il Mercato Libero si risparmia fino al +170% in più rispetto al passato

L’incremento delle spese per le bollette si accompagna, però, ad un netto incremento del risparmio garantito dal Mercato Libero rispetto alla Maggior Tutela. I consumatori che scelgono di restare nel Mercato Tutelato, infatti, devono fare i conti con rincari ancora maggiori, senza alcuna possibilità di scegliere la tariffa più vantaggiosa e dovendo accontentarsi dei prezzi fissati da ARERA, l’Autorità italiana per l’energia.

Per chi passa alle migliori offerte del Mercato Libero, invece, il risparmio rispetto alla Tutela cresce in modo significativo. Per il Single, ad esempio, è possibile sfruttare circa 315 euro di risparmio sulle bollette di luce e gas passando dalla Maggior Tutela alle migliori offerte del Mercato Libero. Il risparmio è, quindi, cresciuto del +139% rispetto a quanto registrato lo scorso anno.

Per la Coppia si rileva, invece, un risparmio di circa 384 euro con un incremento, rispetto ai dati del 2021, del +170%. Notevole anche il passo in avanti registrato dal risparmio a disposizione della Famiglia che sceglie il Mercato Libero e le migliori offerte. In questo caso, infatti, è possibile tagliare la spesa sulle bollette di 537 euro in un anno. Il confronto con lo scorso anno certifica, inoltre, un incremento del +147% del risparmio ottenibile abbandonando il Mercato Tutelato.

Il confronto tra il risparmio ottenibile nel 2020 e quello ottenibile nel 2022 con il passaggio alle migliori offerte del Mercato Libero segue lo stesso andamento del confronto precedente. Abbandonare la Tutela, in questo momento, è molto più vantaggiose e garantisce la possibilità di tagliare in modo significativo le bollette. Per il Single, infatti, il risparmio è cresciuto del +123%. Per la Coppia, invece, il risparmio è aumentato del 92% mentre per la Famiglia la crescita è stata del +133%.

Le tariffe a prezzo bloccato sono le più convenienti: risparmi fino a 670 euro

Il risparmio a disposizione di chi passa dalla Maggior Tutela al Mercato Libero è strettamente legato al tipo di offerta attivata. L’indagine, infatti, approfondisce la questione verificando quali sono le tipologie di tariffa più vantaggiose da attivare per i tre profili di consumo analizzati. Considerando le proposte dei fornitori di luce e gas a maggio 2022, le offerte a prezzo fisso si dimostrano quelle più convenienti, garantendo, in media, un risparmio maggiore rispetto alla Tutela.

Per il Single, infatti, si può toccare un risparmio massimo di 408 euro. La convenienza per una Coppia, invece, aumenta fino ad un massimo di 452 euro. Per la Famiglia, infine, si tocca una quota massima di risparmio di 670 euro nel passaggio dal Mercato Tutelato al Mercato Libero. Tutti e tre i dati sono stati registrati con l’attivazione di offerte a prezzo fisso per luce e gas con una tariffazione monoraria (quindi indipendente dall’orario di utilizzo).

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