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Aprile 2021 - page 2

Il Covid fa strage di professionisti: in Lombardia sono 10mila in meno

in Economia/Tendenze by
Professionista al lavoro, foto generica da Pixabay

Una Regione ferita, un territorio colpito dallo tsunami del Covid-19 che ancora non è riuscito a riemergere e tirare il fiato. La Lombardia con un Pil in costante crescita fino al 2019 e un tasso di occupazione di quasi dieci punti più elevato della media nazionale, con quasi 31 mila vittime è la regione italiana più colpita dall’emergenza sanitaria e dalla crisi economica, che si riflette in un crollo verticale dell’occupazione nei primi due trimestri del 2020. Pesantissimo il bilancio sulle attività professionali, con oltre 10 mila i liberi professionisti che, a causa della pandemia, hanno dovuto chiudere gli studi.

Questa la fotografia della Regione Lombardia scattata dal II Rapporto sulle libere professioni in Lombardia, lo studio realizzato dall’Osservatorio delle libere professioni di Confprofessioni, che verrà presentato mercoledì 21 aprile 2021, a partire dalle ore 15.00, in diretta streaming sulla pagina Facebook di Confprofessioni.


«La pandemia segna un profondo spartiacque nel mercato del lavoro autonomo e professionale, invertendo il trend positivo registrato fino a due anni fa. Se, infatti, fino al 2019 i liberi professionisti erano l’unico comparto a crescere tra i lavoratori indipendenti, l’emergenza Covid ha drasticamente ridotto le attività professionali in Lombardia», afferma Enrico Vannicola, presidente di Confprofessioni Lombardia. «I dati del Rapporto ci dicono che la crescita economica della Regione è strettamente correlata alla presenza di liberi professionisti e, quindi, è proprio da qui che bisogna ripartire. È indispensabile prevedere un piano di rilancio del nostro settore, sfruttando le risorse che arriveranno dalla prossima programmazione comunitaria e dal PNRR, con un attenzione particolare ai giovani professionisti».
 
I professionisti nel mercato del lavoro lombardo. Secondo il Rapporto regionale di Confprofessioni, il mercato del lavoro della Regione Lombardia registra tra il 2011 e il 2019 un aumento del 4,9% degli occupati, con la crescita dei lavoratori dipendenti (+8,6%) e dei liberi professionisti (+18,4%) che, con circa 293 mila unità, costituiscono al 2019 il 32,4% dei lavoratori indipendenti lombardi, dato di qualche punto superiore all’aggregato nazionale (27%). Non si arresta, invece, l’emorragia dei lavoratori indipendenti che calano complessivamente del 7,6%: i lavoratori autonomi (agricoltori, artigiani e commercianti) diminuiscono del 13,2%, e gli altri lavoratori indipendenti (coadiuvanti familiari, collaboratori e soci di cooperativa) si riducono del 32,4%.
Il registro cambia però con la pandemia. Se l’impatto del Covid ha fatto registrare un calo di oltre 21 mila liberi professionisti tra il secondo trimestre 2019 e lo stesso trimestre del 2020 in tutta Italia, circa la metà sono in  Lombardia, dove nel medesimo periodo si registra la perdita di oltre 10 mila liberi professionisti, che scendono da 296.914 a 286.497 nel giro di un anno.
 
Boom dell’area sanitaria. In diminuzione i professionisti datori di lavoro. Eppure i dati di lungo periodo hanno visto una progressione costante del lavoro libero professionale in Lombardia: tra il 2011 e il 2019 crescono tutti i settori, ad eccezione dell’area tecnica che cala del 18,5%. Sale del 15,9% l’area legale, del 9,1% quella amministrativa, del 21,5% il settore dei “Servizi alle imprese e tempo libero” e del 3,2% quello di “Commercio, finanza e immobiliare”. Boom per l’area sanitaria e dell’assistenza sociale, con un +89,8%, e di veterinari e altre attività scientifiche (+54,1%). Per quanto riguarda la distribuzione dei liberi professionisti nei settori di attività economica, il Rapporto evidenzia che quasi la metà (il 44%) dei professionisti lombardi è occupata in “Attività professionali, scientifiche e tecniche”, settore che racchiude principalmente attività legali (11%), di contabilità e di consulenza aziendale (13%), di architettura e ingegneria (12%) e i veterinari (8%). “Servizi alle imprese e tempo libero” risulta essere il settore in assoluto più numeroso (20%), seguito a breve distanza da quello di “Sanità e assistenza sociale” (19%). Si attestano invece al 17% i professionisti dell’area “Commercio, finanza e immobiliare”. Importante inoltre anche in Lombardia il ruolo dei liberi professionisti nella creazione di lavoro dipendente: al 2019 si contano nella Regione 37.894 liberi professionisti con dipendenti, il 12,5% del totale dei professionisti lombardi: un dato che rappresenta oltre la metà dei professionisti datori di lavoro della ripartizione Nordovest (che ne conta 60.328) ma inferiore al tasso italiano del 13,7%. La variazione dei liberi professionisti datori di lavoro dal 2009 al 2019 è stata in Lombardia del -3%, in controtendenza rispetto al trend nazionale (+5,8%) ma coerente con quello del Nord Ovest (-11,0%).
 
Aumentano gli over 55, ma calano i giovani. Tra il 2011 e il 2019 nella Regione diminuiscono del 2% i liberi professionisti tra i 15 e i 34 anni, che passano dal 20% nel 2011 al 18% nel 2019, e crescono invece del 9% i professionisti over 55, che raggiungono il 31% del totale. I professionisti più giovani calano nell’area legale (-3%), nell’“Area tecnica” (-4%), di “Commercio, finanza e immobiliare” (-3%) e nei “Servizi alle imprese e tempo libero” (-3%). Forte contrazione per i giovani veterinari, che passano dal 36% del 2011 al 20% del 2019, mentre aumentano del 4% i professionisti dell’area sanitaria. La quota di lavoratori con più di 55 anni presenta invece un forte aumento nel settore “Commercio, finanza e immobiliare” passando dal 22% del 2011 al 41% del 2019, ma cresce anche nell’area amministrativa (+10%), nell’area tecnica (+5%), nell’area sanitaria (+9%) e in quella dei servizi alle imprese (+8%). In aumento anche i veterinari over 55, che passano dal 14% del 2011 al 26% del 2019. L’unico settore che registra una riduzione è “Area legale” che passa dal 16% del 2011 al 13% del 2019.
 
Parità di genere ancora lontana. Anche in Lombardia si conferma, come in tutta la Penisola, un vasto gap di genere tra professionisti e professioniste: gli uomini rappresentano il 52% dei professionisti lombardi tra i 15 e i 34 anni, il 63% tra i 45 e i 54 anni, il 74% tra i 55 e i 64 e l’81% degli over 65. Unica eccezione la fascia d’età dei professionisti tra i 35 e i 44 anni, dove le donne sono il 56% del totale dei professionisti, contro il 44% dei colleghi maschi. Il gap di genere è invece nettamente a favore delle donne, sia a livello nazionale che regionale, dal punto di vista del livello d’istruzione: sono infatti le professioniste ad avere in percentuale un titolo di studio superiore a quello dei colleghi maschi. In Lombardia in particolare ha la laurea il 58% dei professionisti uomini, contro il 77% delle libere professioniste.

Isola d’Elba: non solo mare cristallino e spiagge dorate

in Economia/Turismo by

L’isola d’Elba è una perla italiana, meta scelta da un numero sempre maggiore di turisti e visitatori per le sue bellezze naturali, per le spiagge dorate, per il mare cristallino e, non da ultimo, per i monumenti che testimoniano una storia millenaria.

È un’isola situata tra il Canale di Piombino, il Mar Tirreno ed il Canale di Corsica. Oltre ad essere la più grande dell’Arcipelago Toscano di cui fa parte dal 1996, per estensione segue la Sicilia e la Sardegna a livello nazionale.

L’Arcipelago Toscano è composto da sette isole complessivamente. Oltre all’isola d’Elba, ne fanno parte Pianosa, Capraia, Gorgona, Montecristo, Giglio e Giannutri.

Dal 1991, invece, l’isola d’Elba è parte del Santuario dei Cetacei – Pelagos, ossia un’area marina protetta che interessa le acque comprese fra Italia, Francia e Principato di Monaco.

Come visitare l’isola d’Elba?

La particolarità del territorio, le coste frastagliate e sabbiose che consentono di immergersi in acque cristalline e dai fondali meravigliosi e particolari, comuni ricchi di storia, stradine di collegamento strette e tortuose sono alcuni degli elementi che spingono molti visitatori ad effettuare un tour dell’isola a bordo delle due ruote.

I centauri possono organizzare la propria vacanza ed ottenere informazioni su come visitare l’isola d’Elba in moto durante la fase di acquisto del biglietto del traghetto utilizzando le piattaforme digitali preposte.  

Molto spesso, infatti, si afferma che un’eccellente organizzazione sia l’aspetto a cui prestare attenzione per poter godere pienamente dei benefici derivanti da una vacanza.

Come raggiungere l’isola d’Elba?

Per poter raggiungere l’isola d’Elba e trascorrere qualche giorno di relax e divertimento immersi nella natura e godendo della vista di un panorama mozzafiato, è possibile imbracarsi dal porto di Piombino, da cui giornalmente partono i traghetti che collegano la terraferma con Porto di Cavo, Porto Rio Marina e Portoferraio.

Quando si pensa ad una vacanza, oltre a conoscere il porto di imbarco e di sbarco, sarebbe opportuno reperire informazioni in merito alla tariffa applicata dalle compagnie di navigazione.

Vi sono alcuni siti Internet, infatti, che oltre ad indicare i dati relativi alla tratta in oggetto, consentono di comparare velocemente e facilmente il costo del biglietto. Il futuro passeggero non dovrà far altro che inserire la data in cui vorrebbe partire, scegliere l’ora, comparare il prezzo richiesto da ciascuna compagnia di navigazione e concludere l’acquisto.

Non resterà, quindi, altro da fare se non preparare i bagagli e prepararsi per una vacanza all’insegna della bellezza.

Cosa vedere all’isola d’Elba?

L’isola d’Elba è una meta scelta prevalentemente per trascorrere le vacanze estive, in quanto caratterizzata da un mare cristallino e da spiagge accoglienti e dorate.

La spiaggia di Capo Bianco, ad esempio, è famosa per l’acqua particolarmente limpida e cristallina e, inoltre, per la presenza di rocce bianche che fanno da cornice al panorama naturale.

La spiaggia di Relitto è particolarmente indicata per gli amanti dello snorkeling e del windsurf, a causa della presenza di venti favorevoli allo svolgimento di tali attività.

La grande traversata elbana consente agli amanti del trekking di poter visitare l’isola percorrendo sentieri naturali immersi nel verde.

Insomma, l’isola d’Elba non è solo mare e spiagge. È un paradiso dalle mille sfaccettature a pochi chilometri dalla terraferma.

Brescia, inflazione in crescita dello 0,4% a marzo

in Economia/Tendenze by

Per il mese di marzo, l’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività registra una variazione congiunturale positiva (+0,3%)mentre il tasso tendenziale segna una crescita dello +0,4%, confermando la tendenza ad un trend leggermente inflazionistico.

Analizzando per tipologia di prodotto, rispetto al mese precedente si registra un aumento dei “Servizi”(+0,3%) dovuta principalmente alla forte crescita dei“Servizi relativi ai trasporti” (+1,3%). Anche i “Beni” presentano un aumento(0,4%), causata soprattutto da “Altribeni energetici”, che segnano un +2,8%. A livello di divisione, le unicheche registrano variazioni positive in termini congiunturali sono i “Trasporti” (+1,7%)con aumenti spiccati per “Trasporto aereo passeggeri” (+24,6%), “Biciclette”(+6,2%) e i “Carburanti e lubrificanti”(+3,6), e “Abbigliamento e calzature” (+1,3%) con incrementi della voce “Indumenti” (+1,7%) e “Altri articoli d’abbigliamento” (+1,1).In diminuzione,invece,sono “Comunicazioni” (-0,6%), conuna flessione di “Apparecchi telefonici e telefax” (-1,6). Altre diminuzioni, più lievi, sono presentate dalle seguentidivisioni: “Bevande alcoliche e tabacchi” (-0,3%) con una sostenuta contrazione delle Vini (-1,2%), “Altri beni e servizi” (-0,3%), “Servizi ricettivi e di ristorazione” e “Prodotti alimentari e bevande analcoliche” (-0,1%). Nulle le variazioni delle restanti divisioni: “Istruzione”, “Abitazione, acqua, elettricità, e combustibili” e “Servizi sanitari e spese per la salute”.

Con riferimentoalla frequenza di acquisto dei prodotti,questo mese le tre tipologie di prodottopresentano unaumento: Media (+0,4%) e Alta (+0,3%); variazione nulla per i prodottia Bassa frequenza di acquisto. In termini tendenziali, i prodotti a Media frequenza d’acquisto presentano tassi positivi (+0,6%), e le altre due tipologie registrano variazioni analoghea quelle del tasso congiunturale.

Infine, la “Core Inflation”, che indica l’andamento della componente di fondo della dinamica dei prezzi, cioè l’inflazione al netto della componente volatile (beni energetici e alimentari non lavorati), registra una variazione congiunturale positiva (0,2%), con un tasso tendenziale pari a +0,5%.

Btl si consolida anche con il Covid, utile a 10 milioni

in Banche/Btl/Economia by

Un anno segnato dalla pandemia che ha duramente colpito il territorio bresciano e lombardo ma che non ha fermato il percorso di crescita e radicamento di BTL Banca del Territorio Lombardo sul proprio territorio grazie alle numerose iniziative e partnership attivate nel corso dell’anno, oltre alle misure creditizie erogate a sostegno dell’economia locale in tempo di Covid.

Un percorso di radicamento nella comunità bresciana che nel corso degli ultimi mesi, alle convenzioni e partnership già attivate con Fondazione Poliambulanza e A2A Energia, ha aggiunto l’accordo con Fondazione Brescia Musei, di cui BTL è Educational Activity partner, e la sponsorizzazione con Pallacanestro Brescia per la stagione di Lega Basket 2020-2021. È invece recente la collaborazione attivata con FEduf, la fondazione per l’educazione finanziaria, che ha consentito nelle scorse settimane alla banca di incontrare oltre 1.300 studenti delle scuole superiori di Brescia nell’ambito del progetto di educazione finanziaria.

Per quanto attiene il sostegno all’economia nel contesto della pandemia Covid-19, attraverso i benefici previsti dai decreti “Cura Italia” – “Liquidità” e mediante la concessione di moratorie interne, i numeri parlano di n. 3.880 moratorie concesse, oltre 2.100 pratiche di finanziamento fino a 30 mila Euro garantite da MCC o ISMEA per circa 43 milioni di Euro; erogate infine linee per liquidità alle aziende con garanzia MCC per un controvalore complessivo pari a circa 100 milioni di Euro, a valere su circa 400 aziende. È proseguito inoltre nel corso del 2020 il tradizionale supporto a enti e istituzioni del territorio mediante elargizioni a titolo di liberalità, che quest’anno ha privilegiato le realtà associative più a diretto contatto con la gestione dell’emergenza COVID.

Un consolidamento del proprio ruolo sul territorio che si conferma, anche sul fronte commerciale, grazie alle iniziative avviate dal mese di settembre 2020 – ultima delle quali la campagna “Passa a BTL” – che hanno consentito in sei mesi l’apertura di oltre 4.000 nuovi conti correnti.

L’assemblea dei Soci di BTL Banca del Territorio Lombardo – 71 filiali, 386 collaboratori, oltre 76.000 clienti e 7.700 Soci Cooperatori, prevista in prima convocazione per il giorno 18 maggio 2021 e in seconda per il 21 maggio 2021, sarà chiamata, tra gli altri punti all’approvazione del bilancio al 31 dicembre 2020.

Al fine di ridurre al minimo i rischi connessi all’emergenza sanitaria in corso, anche per il 2021 la Banca si avvarrà della facoltà – stabilita dal Decreto ‘Cura Italia’ – di prevedere che l’intervento dei Soci in Assemblea avvenga esclusivamente tramite il Rappresentante Designato, senza partecipazione fisica da parte dei Soci.  Peraltro, attraverso appositi seggi organizzati presso tutte le 71 filiali della banca, i 7.700 soci BTL avranno la possibilità di partecipare all’assise delegando il rappresentante designato e dando allo stesso la propria indicazione di voto rispetto ai vari punti all’ordine del giorno.

Un bilancio positivo quello che la banca con sede a Brescia e appartenente al Gruppo Cassa Centrale Banca di Trento si appresta ad archiviare, che si chiude con un utile di 10,1 milioni di Euro, pur nel contesto di un anno eccezionale, causa la pandemia da Covid-19 che ha duramente colpito il territorio lombardo e bresciano.

Per quanto attiene i principali aggregati di bilancio, l’istituto di credito cooperativo, rappresentato dal Presidente Ubaldo Casalini e dal Direttore Generale Matteo De Maio, vede in crescita il dato delle masse amministrate per conto della clientela, – costituite dalla raccolta diretta, amministrata e dal risparmio gestito – che si attestano a 2,9 miliardi di euro con un aumento del 4 %: la raccolta diretta da clientela ammonta a 2041 milioni di Euro (in linea con il 2019), mentre la raccolta indiretta segna una crescita del 26 % rispetto a all’esercizio scorso attestandosi a 850 milioni di Euro.

In aumento anche il dato degli impieghi. I crediti verso clientela, al netto dei dubbi esiti e degli accantonamenti, ammontano a 1.712 milioni di Euro in aumento del 5% (pari a 88 milioni di Euro) rispetto alla fine del 2019.

Sul fronte della gestione dei crediti deteriorati, l’azione di BTL è stata indirizzata nell’ottica di accelerare la diminuzione degli NPL; l’incidenza dei crediti deteriorati lordi sul totale dei crediti si attesta all’8,71% in diminuzione rispetto al 15,82% di dicembre 2019 (meno 44%).

Per quanto attiene il risultato economico, a fronte di un contributo da margine di interesse in lieve diminuzione – Euro 38,7 milioni a fronte dei 39,6 del 2019 – il margine di intermediazione presenta un aumento significativo rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente attestandosi a 107,7 milioni di Euro. Crescono le commissioni nette a 27 milioni di Euro in aumento dell’8% rispetto al 2019 principalmente grazie all’apporto commissionale delle attività di collocamento, gestione, intermediazione e consulenza di prodotti finanziari di terzi.

Le rettifiche di valore nette per rischio di credito risultano in aumento del 4% attestandosi a 42,9 milioni di Euro; si riflette in tale aggregato l’impatto delle svalutazioni sulle nuove posizioni classificate a NPL e l’aggiornamento del modello di impairment IFRS9 al fine di incorporare negli scenari macroeconomici gli effetti dell’emergenza sanitaria Covid-19.

L’utile netto di esercizio, come detto, si attesta a 10,11 milioni di Euro.

Al 31 dicembre 2020 il patrimonio netto contabile ammonta a 132,79 milioni di Euro che, confrontato con il medesimo dato al 31 dicembre 2019, risulta in aumento del 9%. La Banca presenta un rapporto tra capitale primario di classe 1 e attività di rischio ponderate (CET1 capital ratio) pari al 12,87% (10,82% al 31/12/2019); un rapporto tra capitale di classe 1 e attività di rischio ponderate (T1 capital ratio) pari al 12,87% (10,82% al 31/12/2019); un rapporto tra fondi propri e attività di rischio ponderate (Total capital ratio) pari al 16,34% (14,40% al 31/12/20219).

L’esercizio 2020 ci ha visti impegnati fin dal mese di marzo a erogare le misure di sostegno creditizio conseguenti dalla situazione pandemica – sottolineano il Presidente Ubaldo Casalini e il Direttore Generale Matteo De Maio – e a continuare a garantire i servizi e l’assistenza delle nostre filiali anche nei mesi più duri della pandemia. È inoltre proseguito lo sforzo per costruire relazioni e collaborazioni sul nostro territorio a favore dei nostri soci e clienti. Riteniamo infatti che l’essere riconosciuti come banca di riferimento dai clienti bresciani derivi da uno stile – un impegno appunto – che mette al centro la fiducia e le relazioni che abbiamo saputo costruire fino ad oggi e che sapremo consolidare e sviluppare nel futuro prossimo. In altre parole, sono le nostre relazioni e iniziative a identificarci come banca del territorio”.  

Brescia, nelle imprese lo smartworking è passato dal 10 al 75%

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Tendenze by

Tra le realtà bresciane, il tasso di diffusione dello smart working (rapporto tra imprese che adottano il lavoro agile sul totale) è passato dal 10% nel 2019 al 75% nel 2020 e, sulla base di quanto prospettato dalle aziende, dovrebbe attestarsi al 38%, una volta superata l’attuale fase legata alla pandemia da Covid-19.

A evidenziarlo sono i dati definitivi della ricerca “Lo smart working nelle imprese bresciane: da fenomeno di nicchia al post emergenza”, a cura del Centro Studi di Confindustria Brescia, che ha completato la ricerca provvisoria già presentata lo scorso 11 febbraio in occasione dell’appuntamento online “Smart working – Il lavoro che cambia”, organizzato dalla Piccola Industria. In particolare, i dati sono stati ottenuto attraverso l’analisi a livello locale di quanto rilevato nell’edizione 2021 dall’Indagine sul Lavoro realizzata dal Sistema Confindustria, focalizzata sugli effetti della pandemia, che ha visto la partecipazione di 290 imprese bresciane, che producono un fatturato pari a 14,4 miliardi di euro, un valore aggiunto di 3,2 miliardi e danno lavoro a oltre 26 mila dipendenti

Il dato complessivo sulla diffusione dello smart working riassume al suo interno, già prima della pandemia, una forte dispersione per settore di attività. Da questa prospettiva, le realtà dei servizi possono essere considerate delle vere e proprie precorritrici nell’adozione del lavoro agile, con un tasso di diffusione del 24%, contro il 7% dell’industria. Tra le classi dimensionali vi è una convergenza maggiore, con una forchetta che va dall’8% delle aziende sotto i 25 dipendenti al 12% per quelle tra 25 e 100.

Con riferimento all’incidenza del fenomeno, ovvero al rapporto tra il numero di lavoratori in smart working sul totale dei dipendenti considerati, prima della pandemia Brescia si attestava complessivamente allo 0,7%, un valore molto basso che suggerisce come il lavoro agile fino al 2019 fosse un fenomeno di nicchia. Tale conclusione è particolarmente vera per l’industria (0,5%), mentre nelle realtà terziarie lo smart working si confermava uno strumento più utilizzato dai lavoratori (5,4%). Tra le classi dimensionali, le aziende sopra i 100 dipendenti emergevano come quelle più in ritardo (0,5%): ciò sarebbe dovuto al fatto che nel contesto bresciano tale cluster è formato quasi esclusivamente da aziende attive nella manifattura.

La situazione è cambiata radicalmente nel momento in cui, nel corso del 2020, l’emergenza causata dalla pandemia ha determinato una forte accelerazione nella diffusione dello smart working, divenuto vero e proprio lavoro da remoto con l’obiettivo principale di ridurre il rischio di contagio sui luoghi di lavoro e nei trasporti pubblici. L’utilizzo del cosiddetto “lavoro agile di emergenza (o semplificato)” è cresciuto in modo esponenziale, arrivando ad interessare a Brescia il 75% delle imprese intervistate. L’emergenza sanitaria ha fortemente diminuito le differenze tra classi dimensionali e settori, anche se grandi aziende e servizi hanno evidenziato una diffusione dello strumento quasi totale (90%).

In questo contesto, il dato lombardo appare fortemente sovrapponibile a quello bresciano (diffusione media al 74%), con picchi tra le imprese sopra i 100 dipendenti (96%) e in quelle del terziario (89%). La motivazione principale di tale convergenza sarebbe imputabile alla forte penetrazione del virus nei territori lombardi, specie, in quel periodo, tra Bergamo e Brescia, con le evidenti implicazioni dal punto di vista delle azioni a tutela della salute della popolazione.

L’indagine ha quindi esaminato la prospettiva che si potrà verosimilmente delineare una volta superata la fase emergenziale. I risultati ottenuti delineerebbero uno scenario in cui i cambiamenti obbligati da questo difficile periodo provocheranno un processo in qualche modo irreversibile, tale da determinare una profonda mutazione nell’organizzazione del lavoro. Più nel dettaglio, il 38% delle imprese bresciane intervistate ha dichiarato che lo smart working sarà adottato anche nel prossimo futuro. Ancora una volta, sarebbe confermato il differenziale tra terziario (68%) e industria (32%); l’estensione sarebbe poi legata alla dimensione aziendale, con le realtà più grandi (sopra i 100 dipendenti) che si caratterizzerebbero per una diffusione del 50%. Nelle PMI, spina dorsale del made in Brescia, la presenza del lavoro agile sarebbe invece più limitata (29% nelle realtà sotto i 25 dipendenti e 36% in quelle tra 25 e 100) e su livelli più bassi di quelli rilevati durante la fase emergenziale, ma comunque significativamente più elevati (in media tre volte maggiori) di quanto sperimentato prima del Coronavirus.

I nuovi comunicati della Camera di commercio di Brescia

in Associazioni di categoria/Camera di commercio/Economia by

Di seguito, come di consueto, pubblichiamo i nuovi comunicati stampa settimanali della Camera di commercio di Brescia.

45/21 – NUOVO SPORTELLO PER RILASCIO SPID

A partire da martedì 6 aprile è attivo un nuovo sportello camerale per il rilascio di SPID – Sistema Pubblico di Identità Digitale. Per le modalità di fruizione del servizio accedere al sito www.bs.camcom.it

46/21 – ECCELLENZE IN DIGITALE EDIZIONE 2021 – QUARTO APPUNTAMENTO

Quarto appuntamento di Eccellenze in digitale, il programma realizzato con Google.org, dal titolo “Vacanze romane ai tempi del web” – 16 aprile 2021 dalle ore 10,00 alle ore 12,30 – Consigli, dritte e strumenti per avere un efficace presidio digitale nel settore turistico.
Iscrizioni alla pagina alla pagina Punto Impresa Digitale sul sito www.bs.camcom.it

Informazioni: Ufficio competitività delle Imprese pni@bs.camcom.it

47/21 – NUOVO SERVIZIO VI.VI.FIR

Da marzo la vidimazione di formulari di identificazione dei rifiuti trasportati può essere effettuata anche digitalmente tramite la piattaforma Vi.Vi.FIR, nuovo portale di Ecocerved che consente ad imprese ed enti di generare, senza costi, il formulario e vidimarlo on-line.

Ulteriori informazioni sul sito www.bs.camcom.it

Ecco come l’AI può rendere migliori le relazioni fra le persone

in Economia/Evidenza/Innovazione/Web e digitale by

Le relazioni nel mondo del lavoro sono fondamentali ma oggi, complice anche una compressione delle opportunità di interazione, è sempre più difficile crearne di efficaci e soprattutto che permettano una crescita professionale e umana.

Questo perché, secondo l’intuizione di Massimiliano Baiocco, nessuno si è mai occupato in modo approfondito della fiducia e della sua importanza nelle relazioni.

Massimiliano, vuoi ricordarci prima di tutto qual è l’idea alla base di Hippo e come è nata?

Certamente. Hippo nasce come strumento per misurare la fiducia fra le persone e migliorarne le relazioni. Questo avviene in una rete che non è nata per misurare qualche semplice metrica, ma per permettere alle persone di aiutarsi a migliorare attraverso un lente positiva basata sulle spinte gentili, quelli che vengono chiamati Nudge.

L’idea è nata durante la mia esperienza personale precedente: durante la realizzazione di un video promozionale per la mia azienda mi sono reso conto che quasi tutti i ragazzi intervistati avevano come una patina di grigio, rispetto alla freschezza che li aveva caratterizzati in fase di colloquio iniziale: c’era qualcosa di non detto e non manifestato che aveva offuscato il loro entusiasmo. Così ho investito alcune settimane per intervistarli tutti personalmente ed è emerso un grande problema di fiducia, sia tra colleghi sia trasversalmente alla gerarchia aziendale.

Il passaggio successivo è stato il confronto con altre aziende. Da questo è emerso che il problema non esisteva solo nella mia azienda, ma era piuttosto diffuso e soprattutto non aveva una risposta efficace.

Da qui, la creazione di Hippo è stata quasi un passaggio naturale. A oggi infatti Hippo è l’unica soluzione a livello mondiale in grado di realizzare la misura della fiducia attraverso algoritmi.

Perché è così difficile misurare la fiducia?

Prima di tutto perché si tratta di un valore volatile, la cui tangibilità è piuttosto relativa, nonostante la sua estrema importanza, poi perché è un valore dipendente dal contesto, che tende a modificarsi nel tempo, in funzione della qualità delle nostre relazioni con il prossimo, all’interno e all’esterno della realtà aziendale.

Va detto che in commercio esistono già alcuni sistemi di misurazione. Tutti però si limitano al feedback, un parametro molto lontano dalla fiducia.

Inoltre, bisogna fare un’ulteriore distinzione: in molti casi, a una prima analisi superficiale, si tende a sovrapporre i concetti di fiducia e affidabilità. Ma è sufficiente andare leggermente più in profondità per rendersi conto di una differenza sostanziale: l’affidabilità è un parametro, tutto sommato semplice da misurare, mentre la fiducia è un valore. Possiamo fidarci o non fidarci di una persona a prescindere dalla sua affidabilità “misurata”, per così dire.

Infine, l’ultimo problema che Hippo prova a risolvere è quello dell’intensità: la fiducia, infatti, è un concetto ampio, che si basa sia su parametri oggettivi che sull’emotività e su altri parametri ampiamente sottovalutati. Nella visione di Hippo la fiducia in qualche modo contiene per definizione anche l’affidabilità. 

Inoltre, permettetemi di sottolineare anche un piccolo problema linguistico: il termine trust al quale spesso ci si riferisce negli studi accademici su cui è basata Hippo, non ha un vero e proprio equivalente italiano. Abbiamo scelto Fiducia perché fra tutti è quello che maggiormente si avvicina alla nostra idea.

In cosa Hippo si differisce dagli strumenti relazionali che conosciamo tutti?

Prima di tutto Hippo non è uno strumento di valutazione, nel senso che non permette di “dare voti” o di dare giudizi sulle persone. Al contrario, serve alle persone per determinare l’intensità della fiducia che generano negli altri migliorando al contempo la qualità delle nostre interazioni personali e, di conseguenza, la fiducia che ciascuno ha in sé stesso. Abbiamo realizzato una soluzione che si basa su pilastri quali la “trasparenza”, la “reciprocità” ed è una soluzione peer to peer esente da qualsiasi tipo di gerarchia.

La vera differenza è che il punto di osservazione è all’esterno, nella relazione verso gli altri. La Hippo è una specie di fotografia che attraverso la logica degli iNudge aiuta l’individuo a determinare una propria “immagine” vista dall’esterno.

In altre parole, ciascuno può vedere in modo chiaro, trasparente e onesto l’immagine che proietta all’interno del suo ecosistema, la sua rete di relazioni sociali.

Ricordiamo inoltre che il modello è concentrico e soprattutto che è pensato per aiutare le persone a migliorare e correggere i propri comportamenti, all’interno di un’architettura delle scelte che ogni utente può o non può decidere di attuare.

Inoltre, laddove i social network, anche quelli professionali, misurano la quantità delle relazioni, in un meccanismo di fatto autodichiarato (e tutto sommato anche piuttosto semplice da forzare), Hippo si concentra sulla qualità delle interazioni, quindi non si basa e non si baserà mai sulle quantità.

Sappiamo che Hippo, anche se non è ancora aperto al pubblico, è un progetto in fase avanzata. Vuoi raccontarci qualcuno degli ultimi sviluppi?

Al momento la versione beta è stata distribuita a 700 persone, soprattutto conoscenti e aziende amiche, con un organico variabile fra le 10 e le 200 persone, ed eterogenee fra di loro.
Si presenta in modo molto simile a una App di messaggistica, ma l’architettura su cui si basa, resa possibile dall’apporto tecnico di Myti è naturalmente molto più profonda.

L’algoritmo principale denominato H-shaped model si basa sul lavoro di Sthephen M.R. Covey e utilizza 18 dimensioni, gli iNudge, per determinare il nostro Dynamic Trust Index e creare un portafoglio emozionale.

Questo mio “conto corrente emotivo” varia nel tempo, in funzione degli iNudge che mi vengono forniti dalla Rete e delle azioni che io intraprendo per recepire i suggerimenti che mi vengono dati.

Oltre ad alcuni miglioramenti estetici e funzionali e una serie di aggiustamenti quasi quotidiani, durante il test che abbiamo concluso a gennaio abbiamo migliorato l’algoritmo. Prima di tutto per renderlo più resiliente a eventuali derive comportamentali verso dinamiche tossiche, poi per inserire un sistema di intelligenza artificiale in grado di riconoscere le emozioni principali dal volto di chi utilizza la App.

Infine, anche se non riguarda strettamente la App, la società Performance Mind proprietaria del brevetto di Hippo, ha avviato la transizione per diventare una B Corporation. In questo modo intendiamo confermare ancora maggiormente la nostra mission: contribuire a migliorare il pianeta che ci ospita.

Rendere migliori le relazioni fra le persone, insomma, è un tassello di un quadro molto più ampio, che ha come obiettivo quello di migliorare la realtà che ci circonda, a partire dal contesto in cui ognuno di noi passa una parte significativa del proprio tempo: il mondo del lavoro.

Crisi gruppo Alco, il caso arriva in parlamento

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Alco grande distribuzione - foto dal web

Il caso del gruppo L’Alco di Rovato arriva in parlamento con un’interrogazione depositata dalla Lega di Brescia. La catena gestisce i supermercati Despar, Interspar ed Eurospar, ma è alle prese da tempo con una pesante crisi finanziaria che ha portato a chiusure temporanee.

Nei 44 punti vendita sono circa 700 le persone occupate e proprio sulla loro sorte si è concentrata l’attenzione dei deputati bresciani Eva Lorenzoni (primo firmatario), Simona Bordonali, Giuseppe Donina, Paolo Formentini, Matteo Micheli e Raffaele Volpi.

“Visto il grave clima di incertezza che interessa i lavoratori del Gruppo L’Alco – spiega Eva Lorenzoni – ho ritenuto fondamentale coinvolgere il Ministero del Lavoro con questa interrogazione, per cercare di fornire delle risposte ai numerosi dipendenti interessati. Occorre ricordare come il gruppo controlli i marchi Despar e Altasfera, per un totale di 44 punti vendita che danno lavoro a circa 700 persone. La mancanza di liquidità da parte dell’azienda, la chiusura temporanea dei punti vendita, ma soprattutto la fine della cassa integrazione Covid, scaduta al 31 marzo, destano enorme preoccupazione tra i lavoratori. Regione Lombardia è già scesa in campo nelle scorse settimane in veste di mediatore istituzionale, assieme alla Prefettura di Brescia, con l’obiettivo di assicurare il pagamento dei tre mesi di stipendi arretrati, oltre alla tredicesima di dicembre. La fase odierna è dunque molto delicata ed è la ragione per cui ho voluto presentare questa interrogazione ai due ministeri coinvolti. Riteniamo che potrebbe essere utile creare di un tavolo istituzionale, coinvolgendo Regione Lombardia, per fornire – conclude Lorenzoni – risposte ai dipendenti”.

Aib, il nuovo presidente è Beretta

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Franco Gussalli Beretta, alla guida del noto gruppo armiero valtrumplino, è il nuovo presidente di Aib, incarico in cui segue a Giuseppe Pasini (che lo aveva sconfitto nella precedente tornata elettorale tra imprenditori).

A deciderlo sono stati ieri i “grandi elettori” del consiglio generale. L’investitura ufficiale avverrà nell’assemblea di maggio, che sarà presieduta da un consiglio per la ratifica dei nomi e delle deleghe della sua squadra di governo.

Vaccini in azienda, Bonometti: soddisfazione per la svolta

in Aib/Associazioni di categoria/Economia by

“Esprimiamo apprezzamento e soddisfazione per l’approvazione del Protocollo nazionale per i vaccini in azienda. Con grande senso di responsabilità a tutela della salute e sicurezza delle persone che lavorano, gli industriali lombardi per primi avevano aperto le fabbriche per vaccinare i propri collaboratori”. A dirlo è, in una nota, il presidente regionale di Confindustria Marco Bonometti.

“Il mondo industriale”, continua il comunicato stampa, “vuole dare il proprio contributo nella campagna di vaccinazione, mettendo a disposizione i propri spazi per vaccinare il maggior numero di persone nel minor tempo possibile. Solo il vaccino”, conclude, “potrà permetterci di ritornare ad una vita normale. Fondamentale sarà ricevere le dosi di vaccino necessarie e rilanciare così la collaborazione tra pubblico e private”.

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