Con 106 punti su 110, l’Università degli Studi di Brescia è prima in Italia tra gli atenei medi (da 10.000 a 20.000 iscritti) per occupabilità. A stabilirlo è l’edizione 2020/2021 della classifica Censis delle Università italiane, che conferma quanto già evidenziato dall’ultimo Rapporto AlmaLaurea secondo il quale, per i laureati triennali dell’Università degli Studi di Brescia, il tasso di occupazione a un anno dal titolo è pari all’89,9%, un dato ben al di sopra della media regionale e nazionale.
Con un punteggio complessivo di 89 punti, l’Università degli Studi di Brescia occupa la settima posizione nella graduatoria degli atenei medi su un totale di 17 università.
Tra gli indicatori presi in esame, l’Università degli Studi di Brescia si distingue in particolare nel campo della comunicazione e dei servizi digitali, dove conquista la quinta posizione con 99 punti, 10 punti in più rispetto allo scorso anno.
Per quanto riguarda gli altri indicatori, l’Università degli Studi di Brescia ottiene 93 punti per le strutture, 85 per i servizi, 79 per l’internazionalizzazione e 72 per le borse di studio.
«Il nostro Ateneo guida la classifica degli atenei medi sul fronte dell’occupabilità: un risultato che ci rende orgogliosi e che premia la qualità della nostra offerta didattica. Anche il Censis conferma che laurearsi all’Università degli Studi di Brescia apre le porte del mondo del lavoro» – dichiara il Rettore, prof. Maurizio Tira.
Per quanto riguarda l’impatto della ricerca scientifica, che non rientra tra gli indicatori della classifica Censis, l’Università degli Studi di Brescia si colloca, tra le università italiane, al sesto posto della classifica complessiva del QS World University Rankings 2021 e tra i 200 migliori atenei al mondo (196esimo posto) per produttività e qualità scientifica dei propri ricercatori.