Gli operatori del mercato siderurgico nazionale si attendono, per fine mese, un lieve rialzo del prezzo di tre prodotti benchmark per l’acciaio: coils a caldo, rottame ferroso e tondo per cemento armato. Così – come comunica una nota – gli operatori si sono espressi nel corso del sondaggio di siderweb, nel corso del secondo webinar “Mercato & Dintorni”, dedicato alla congiuntura economica e del mercato dell’acciaio. Un evento organizzato in collaborazione con UBI Banca, sponsorizzato da Coface, Danieli Automation, Metallurgica Legnanese e RICREA, e con il patrocinio di Assofermet, Assofond e Federacciai.
LE OPINIONI DEGLI OPERATORI – «Nonostante il mese di fermo a causa del lockdown, a maggio abbiamo avuto una leggera ripresa e a giugno abbiamo iniziato a correre verso i numeri pre-Covid – ha detto Luigi Rapullino, ad del Gruppo Rapullino e Sideralba, produttore di tubi campano -. Il nostro ruolo di imprenditori ci impone di essere ottimisti, veniamo da anni buoni che ci danno comunque sicurezza. Il problema resta il mese di fatturato perso, che peserà per un 15% sul bilancio finale. Un calo che il nostro gruppo potrebbe vedere, a fine anno, compensato in toto o in parte dalla crescita produttiva dei nostri asset in Tunisia».
A preoccupare Luigi Cuzzolin ad di Pipex Italia, società attiva nei tubi senza saldatura, è il rinnovato sistema di Salvaguardia, il meccanismo di quote di importazione di prodotti siderurgici introdotto dall’Ue per scongiurare il rischio di dumping e di pratiche commerciali sleali, pubblicato ieri in Gazzetta ufficiale e in vigore da oggi. «La Commissione Ue ha fatto un errore a non modificare la Salvaguardia – ha dichiarato Cuzzolin -. Non puoi mantenere lo status quo con un mercato che cala del 50%. Come European Steel Tube Association (Esta), di cui sono presidente, proporremo di usare due strumenti per difendere le industrie europee: il primo è OLAF, un sistema anti contraffazione che permette di evitare le frodi sulla qualità del materiale importato. Con il secondo strumento, da implementare, vogliamo proporre una certificazione per i materiali in entrata che attesti che il produttore estero applica i medesimi standard ambientali europei».
LE ANALISI – Gli interventi degli analisti si sono concentrati sui prezzi dell’acciaio e sulla situazione macroeconomica italiana.
«I prezzi nazionali dei coils a caldo – ha detto Achille Fornasini, Partner & Chief Analyst di siderweb – hanno prima perso il 15,5% rispetto al top raggiunto nel primo trimestre dell’anno. Ora la curva sta girando verso l’alto, ma non ha ancora intercettato gli aumenti europei. Mi aspetto una crescita moderata». E si è comunque in un canale declinante iniziato a fine 2018. A tre cifre è stato, invece, l’aumento dei noli marittimi: +330% rispetto a maggio. «C’è una domanda straordinaria di trasporto per carichi secchi: cereali, ma soprattutto iron ore e coke metallurgico, trainata dalla rotta Australia-Cina – ha spiegato Fornasini -. Non c’è speculazione finanziaria in tutto questo, è un segnale positivo» di ripresa delle attività, seppure in un momento di crisi economica generalizzata.
Quanto al comparto energetico, è imperativo «ridurre sia il disavanzo della bilancia energetica nazionale, sia i rischi di lungo termine di potenziali shock sui prezzi delle materie prime energetiche. Nonostante la discesa corsi petroliferi – ha detto Giovanni Barone, responsabile del Servizio Studi di UBI Banca – l’Italia ha oltre 2 miliardi di euro al mese di deficit. Nelle situazioni peggiori siamo arrivati a un deficit di 6 miliardi. Si ripensi la politica energetica per non sottrarre punti di PIL e non far pagare alle aziende un conto troppo caro».