Le aziende bresciane hanno riaperto. Non proprio tutte. E alcune la saracinesca non la alzeranno più. Con le dovute precauzioni, artigiani e piccoli imprenditori che hanno premuto per la riapertura delle loro attività con la voglia di fare e di ripresa, hanno riaperto verso una fase che sarà comunque lunga e difficile. Nasce da qui “Dall’emergenza alla ripartenza”, il manifesto di Confartigianato Lombardia messo sul tavolo della politica. «Abbiamo lavorato per la sicurezza. Siamo sensibili all’ammodernamento delle modalità di fare impresa e abbiamo incentivato la riorganizzazione aziendale per tornare a lavorare e farlo in totale sicurezza per noi, i nostri collaboratori, dipendenti e fornitori, ma riprendere non basterà. La fase 2 ha bisogno di misure di sostegno per consentire alle imprese di riprendere le attività e guardare con fiducia al futuro. Ecco perché come Confartigianato abbiamo stilato richieste concrete, raccolte utilizzando la survey del nostro Osservatorio proposta a migliaia di nostri associati. Una serie di sollecitazioni che auspichiamo vengano accolte. A partire dallo stop ai tributi con l’azzeramento dell’Irap per tutto il 2020 e l’esenzione degli studi di settore per il 2020 e il 2021, l’estensione a tutte le imprese del credito d’imposta per la quota d’affitto e l’abbattimento dei tributi locali. Per il lavoro: fondamentale il rifinanziamento degli ammortizzatori sociali e degli incentivi per l’assunzione dei giovani. E poi la ripresa dei cantieri pubblici: servono procedure snelle e chiadiamo l’affidamento diretto alle imprese a chilometro zero» così il presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia Eugenio Massetti che prosegue: «il problema è che con la ripartenza nulla sarà più come prima e per recuperare il tempo perso ci vorranno anni. Chiediamo al Governo un intervento coraggioso in ambito fiscale che privilegi lavoro e impresa. Gli aiuti per dare liquidità – che poi sono soldi in prestito che comunque bisogna restituire – prestiti per coprire debito, possono non esser sufficienti, se non accompagnati da un globale ammodernamento fiscale e da un poderoso abbattimento della burocrazia. Chiediamo la compensazione diretta e universale tra debiti e crediti delle Pmi verso la pubblica amministrazione. Contributi per la ripartenza: a fondo perduto un’indennità per la perdita di fatturato, l’innalzamento del limite per la richiesta di liquidità con garanzia al 100% da 25 a 60mila euro e riconoscimenti per le imprese che hanno riconvertito la produzione a sostegno dell’economia di emergenza. Non c’è tempo da perdere: le nostre aziende si ritrovano in una situazione da dentro o fuori. Reagire e ricominciare, oppure chiudere per sempre. Facciamo i conti con una situazione congiunturale mai vista, ma che risente da tempo di un quadro negativo generale e la pandemia potrebbe davvero essere la mazzata finale per molti. Ci vuole responsabilità e attenzione. E serve che ognuno faccia la propria parte» conclude Massetti.
Brescia, nel 2023 aumentato il numero degli occupati (549mila)
Nel 2023 il mercato del lavoro bresciano ha mostrato segnali generalmente positivi, frutto