Le necessità delle famiglie cambiano rapidamente. E in molti casi anche le aziende hanno dovuto rimodulare i loro servizi per andare incontro alle esigenze che si sono manifestate in questi mesi. Un caso è quello delle piattaforme che mettono in contatto baby sitter e famiglie. Sebbene non vi siano restrizioni per il lavoro da baby sitter, è evidente come le famiglie abbiano in molti casi ridotto la richiesta di baby sitter. Una prima proposta lanciata fin dall’inizio della quarantena da Sitly, una delle piattaforme che permettono alle famiglie di cercare una baby sitter vicino a casa, è stata quella di convertire il servizio a domicilio in un’assistenza virtuale, in remoto, con le baby sitter collegate coi i bambini dai loro pc per intrattenerli con giochi o aiutandoli nei compiti.
Altra svolta è stato l’inserimento del servizio di aiuto spesa. E’un’iniziativa basata sull’economia collaborativa, pensata per chi non ha possibilità di fare la spesa in maniera indipendente.
Le persone più vulnerabili non possono recarsi ai supermercati o in farmacia. Disporre di un contatto fidato a cui rivolgersi per gli acquisti, con cui organizzare gli orari e la tipologia di pagamento, che abiti nella stessa zona è il concetto da cui è nata l’idea di Sitly di strutturare questo servizio di ‘aiuto spesa’. Sono state così invitate le baby sitter registrate alla piattaforma a darsi disponibili per spesa a domicilio (offrendo loro quindi un’opportunità di lavoro in più). Dall’altra parte le persone interessate all’acquisto di prodotti di prima necessità (supermercati, negozi alimentari, farmacie) possono oggi contattarle tramite il sito direttamente dal pc: una rapida ricerca permette di individuare le persone disposte a fare da aiuto spesa nella zona limitrofa.
Il passo successivo è scrivere a questi candidati e organizzare una video chiamata in modo da conoscersi. Il richiedente può così specificare i dettagli, gli orari di consegna e le condizioni di pagamento.