Export, per le aziende bresciane è dura da tempo: -3,8% nel 2019

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Export by

Nel complesso del 2019, le esportazioni bresciane – pari a 16,3 miliardi – diminuiscono del 3,8% rispetto al 2018. Si arresta quindi la crescita dell’export provinciale, con il primo segno “meno” dal 2016, anno in cui si registrò un -1,2% sul 2015. A rilevarlo sono i dati ISTAT elaborati dall’Ufficio Studi e Ricerche di AIB e dal Servizio Studi della Camera di Commercio di Brescia.

Nel 2019, rispetto al 2018, la dinamica negativa delle esportazioni bresciane (-3,8%) è in controtendenza rispetto a quella rilevata in Lombardia (0,0%) e in Italia (+2,3%).

Le importazioni complessive (pari a 9,1 miliardi) cedono invece del 7,6%, ed evidenziano l’importo più basso dal 2016.

Nel 4° Trimestre 2019 la dinamica delle vendite all’estero, che ammontano a 4,01 miliardi di euro tra ottobre e dicembre 2019, è in calo del 6,6% rispetto allo stesso periodo del 2018. Si tratta della variazione più bassa dal quarto trimestre 2009 (-18,9%).

Le importazioni, pari a 2,12 miliardi di euro tra ottobre e dicembre 2019, diminuiscono del 14,3% rispetto allo stesso periodo del 2018, la frenata più intensa dal secondo trimestre 2012.

Il saldo commerciale si amplifica e raggiunge la cifra record di 7,16 miliardi di euro, in aumento dell’1,5% rispetto a quello del 2018 (7,05 mld).

La dinamica risente della frenata del commercio mondiale che, nel periodo ottobre-dicembre 2019, ha registrato un segno meno (-0,8%). Il 2019 si chiude con un calo complessivo degli scambi internazionali dello 0,4%, contro il +3,4% del 2018 e il +4,8% nel 2017. Ciò, in un contesto in cui pesano le note incognite internazionali (dalle tensioni geopolitiche, alla guerra dei dazi, alla Brexit e al rallentamento della Germania, mercato che da solo vale oltre il 20% delle esportazioni bresciane). L’indice PMI manifatturiero tedesco, che da mesi si trova in area negativa, nelle ultime rilevazioni del 2019 si è sistematicamente attestato su valori intorno a minimi pluriennali. I dati dei prossimi mesi incorporeranno gli effetti dello stop del mercato cinese sul commercio internazionale e l’impatto dell’emergenza sanitaria dovuta alla diffusione del Coronavirus (al momento di non facile quantificazione) sull’economia nazionale e internazionale.

La persistente caduta dei prezzi delle principali materie prime industriali (alluminio, rame, zinco, rottame ferroso) ha provocato lo sgonfiamento dei valori monetari dei beni scambiati. Qualche vantaggio nelle esportazioni extra UE è derivato invece dal deprezzamento dell’euro nei confronti del dollaro (-3,0% tendenziale).

Nel complesso del 2019, tra i settori, su base annua, i meno dinamici risultano: apparecchi elettrici (-6,8%), mezzi di trasporto (-6,1%), metalli di base e prodotti in metallo (-6,3%), prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-3,4%).

Un aumento delle esportazioni riguarda invece i comparti: legno e prodotti in legno, carta e stampa (+6,0%), prodotti alimentari, bevande e tabacco (+5,3%), articoli farmaceutici, chimico medicinali e botanici (+3,5%).

Tra i mercati di sbocco, diminuiscono le esportazioni verso Germania (-4,9%), Francia (-3,7%), Stati Uniti (-5,7%), Turchia (-7,3%), Brasile (-14,8%), Cina (-23,8%). Crescono le vendite verso l’Algeria (+23,9%) e la Russia (+7,1%). In termini di aree geografiche spiccano le dinamiche negative dell’Asia (-7,6%), dell’Unione Europea (-4,5%) e dell’America centro-meridionale (-4,0%). Positiva la dinamica dell’Africa (+6,6%).

Per quanto riguarda le importazioni, sono in diminuzione quelle di metalli di base e prodotti in metallo (-12,9%), apparecchi elettrici (-9,3%), prodotti alimentari, bevande e tabacco (-6,5%), legno e prodotti in legno, carta e stampa (-4,9%), articoli in gomma e materie plastiche (-4,7%).

Risultano, invece, in aumento gli acquisti nei comparti: articoli farmaceutici, chimico medicinali e botanici (+21,4%), computer, apparecchi elettronici e ottici (+6,5%), mezzi di trasporto (+2,0%).

Diminuiscono le importazioni da: Francia (-7,7%), Germania (-7,2%) e Spagna (-6,2%). In contro tendenza la Cina (+2,7%).

 

Lascia un commento

Your email address will not be published.

*