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Novembre 2019 - page 5

Costruzioni, l’export italiano vale 22 miliardi di euro in sei mesi

in Economia/Edilizia/Evidenza/Tendenze by

Mobili e articoli in plastica per l’edilizia, tubi, mattoni, tegole e piastrelle per rivestimenti, vetro, porte e finestre, pietre tagliate, prodotti abrasivi e in calcestruzzo, cemento e gesso: sono questi i materiali da costruzione e d’arredamento più esportati dalle imprese italiane nel mondo. Il valore complessivo dell’export raggiunge quasi i 22 miliardi in sei mesi, +1,6%, con punte del +11% per calcestruzzo, cemento, gesso e per legno tagliato e piallato e +6,6% per tubi, condotti e profilati. Il business per la Lombardia, prima regione per esportazioni (30% del totale), è di 6,6 miliardi, +1,1%, seguita da Emilia Romagna e Veneto. Tra le province eccellono: Treviso, Modena, Milano, Bergamo, Reggio Emilia e Monza Brianza. Le principali destinazioni per l’export italiano sono: Francia, Germania e Stati Uniti. In forte crescita il Qatar (+140,9%). Aumentano anche Regno Unito (+7,4%), Romania (+5,5%) e Paesi Bassi (+4,9%). Ma per sapere tutte le destinazioni per i primi prodotti ecco la mappa dell’export dei materiali da costruzione e mobili in italiano e inglese, realizzata dalla Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi e da Promos Italia, la struttura delle Camere di commercio a supporto dell’internazionalizzazione, scaricabile dal link: https://www.promos-milano.it/informazione/note-settoriali/materiali-da-costruzione-e-mobili-italiani-nel-mondo.kl.

Edilizia e costruzioni: InBuyer con 90 incontri tra imprese. Mercoledì 6 novembre a Brescia al “Brixia Forum” (dalle ore 9.30 alle ore 14.00) e giovedì 7 novembre a Bergamo in Camera di commercio (a partire dalle ore 14.00, fino alle ore 18.00) si svolgeranno gli incontri B2B tra aziende lombarde del settore costruzioni e 9 buyer esteri provenienti da Macedonia, Albania, Serbia, Turchia e Romania. Le aziende lombarde partecipanti saranno 45. L’attività si inserisce nell’ambito del progetto “InBuyer” realizzato da Promos Italia, l’agenzia per l’internazionalizzazione del sistema delle Camere di commercio. Nel settore costruzioni sono stati realizzati finora 8 incontri che hanno coinvolto quasi 200 aziende in circa 2 mila incontri con operatori esteri. Tra i principali prodotti richiesti dai buyer: pavimenti e rivestimenti, attrezzi e strumenti per l’edilizia, tubazioni e impianti, mobili per bagno e cucina, porte e finestre.

Ha dichiarato Marco Dettori, membro di giunta della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi: – “I dati delle esportazioni di materiali edilizi e di arredamento dimostrano che l’eccellenza delle nostre imprese del settore è ben conosciuta e apprezzata nel mondo. Significativa è anche la presenza delle aziende di costruzione all’estero in termini di cantieri aperti, commesse e giro d’affari generato Occorre quindi aumentare gli investimenti e sostenere tutta la filiera dell’edilizia, puntando su una sua valorizzazione sia sul mercato internazionale che su quello interno”.

“La Lombardia, con quasi 7 miliardi di euro di export in un solo semestre, traina l’export italiano di settore – ha spiegato Alessandro Gelli, Direttore di Promos Italia – e ci sono le potenzialità per crescere ancora, perché sono molti i mercati nei quali i nostri prodotti non hanno ancora conquistato rilevanti fette di mercato. Grazie al progetto InBuyer diamo la possibilità ad aziende lombarde di settore di incontrare buyer selezionati di svariati paesi con l’obiettivo proprio di avviare nuovi e concreti processi di export”

22 miliardi circa di euro in sei mesi, è il valore dell’export italiano in materiali da costruzione e mobili. Dalla Lombardia 6,6 miliardi, prima regione italiana. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi e di Promos Italia, la struttura del sistema camerale a supporto dell’internazionalizzazione delle imprese su dati Istat 2019 al secondo trimestre. Dopo la Lombardia vengono l’Emilia Romagna con 4,5 miliardi e il Veneto con 3,9 miliardi. Tra le province in testa: Treviso con 1,5 miliardi, Modena con 1,4 miliardi e Milano con 1,3 miliardi. Seguono Bergamo e Reggio Emilia con un miliardo, Monza Brianza e Vicenza con 900 milioni circa. Intorno al mezzo miliardo anche Brescia, Pordenone, Como, Padova, Varese, Verona, Torino e Cremona.

Le maggiori destinazioni dell’export per prodotto. Le principali destinazioni sono: la Francia per i mobili, i materiali da costruzione, il vetro, gli elementi in metallo, i prodotti in legno, calcestruzzo e cemento. La Germania per articoli in materie plastiche, tubi e profilati, i prodotti abrasivi e refrattari, il Regno Unito per porcellana e ceramica e per legno tagliato. Gli Stati Uniti per pietre tagliate e modellate. In crescita Stati Uniti per articoli in materie plastica, Polonia e Canada per mobili, Qatar per tubi e profilati, Spagna per mattoni, tegole e piastrelle, Paesi Bassi per vetro, Russia per porte e finestre e serramenti in metallo, Algeria per prodotti in legno tra cui porte e finestre, Kuwait per pietre tagliate, modellate e finite, India per prodotti abrasivi, Norvegia per calcestruzzo, cemento e gesso, Belgio per altri prodotti in porcellana e ceramica, Libia per legno tagliato e piallato, Sud Africa per prodotti refrattari, Cile per cemento, calce e gesso.

21 miliardi di euro in sei mesi, è il valore dell’export italiano in materiali da costruzione e mobili. Dalla Lombardia 6,6 miliardi, prima regione italiana. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi e di Promos Italia, la struttura del sistema camerale a supporto dell’internazionalizzazione delle imprese su dati Istat 2019 al secondo trimestre. Dopo la Lombardia vengono l’Emilia Romagna con 4,5 miliardi e il Veneto con 3,9 miliardi. Tra le province in testa: Treviso con 1,5 miliardi, Modena con 1,4 miliardi e Milano con 1,3 miliardi. Seguono Bergamo e Reggio Emilia con un miliardo, Monza Brianza e Vicenza con 900 milioni circa. Intorno al mezzo miliardo anche Brescia, Pordenone, Como, Padova, Varese, Verona, Torino e Cremona.

Le maggiori destinazioni dell’export per prodotto. Le principali destinazioni sono: la Francia per i mobili, i materiali da costruzione, il vetro, gli elementi in metallo, i prodotti in legno, calcestruzzo e cemento. La Germania per articoli in materie plastiche, tubi e profilati, i prodotti abrasivi e refrattari, il Regno Unito per porcellana e ceramica e per legno tagliato. Gli Stati Uniti per pietre tagliate e modellate. In crescita Stati Uniti per articoli in materie plastica, Polonia e Canada per mobili, Qatar per tubi e profilati, Spagna per mattoni, tegole e piastrelle, Paesi Bassi per vetro, Russia per porte e finestre e serramenti in metallo, Algeria per prodotti in legno tra cui porte e finestre, Kuwait per pietre tagliate, modellate e finite, India per prodotti abrasivi, Norvegia per calcestruzzo, cemento e gesso, Belgio per altri prodotti in porcellana e ceramica, Libia per legno tagliato e piallato, Sud Africa per prodotti refrattari, Cile per cemento, calce e gesso.

Aib, sono 91 le aziende in campo per il prossimo Pmi Day Industriamoci

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Eventi by

È stato presentato questa mattina, nella sede dell’Associazione Industriale Bresciana, il PMI Day “Industriamoci” 2019, promosso dalla Piccola Industria di AIB in collaborazione con Confagricoltura Brescia. Alla conferenza sono intervenuti Elisa Torchiani (Presidente Piccola Industria AIB), Cristina Volpi (Vice presidente Piccola Industria AIB) e Giovanni Garbelli (Presidente Confagricoltura Brescia).

L’iniziativa, lanciata nel 2010, taglia quest’anno il traguardo della decima edizione: nelle giornate di giovedì 14, venerdì 15 e sabato 16 novembre saranno 91 le aziende che apriranno le loro porte alle 40 scuole partecipanti, per un totale di 120 visite prenotate e oltre 3.500 studenti.

“Grazie all’impegno e all’ospitalità delle nostre Aziende, il PMIDAY è diventato un appuntamento annuale di grande valore con un numero di partecipanti in continuo aumento – spiega Elisa Torchiani, Presidente Piccola Industria AIB –. Quest’anno non possiamo essere da meno: i nostri giovani studenti hanno bisogno di noi per conoscere il mondo delle imprese, integrando il loro studio teorico con la nostra concretezza del fare.”

Nel corso delle tre giornate, le imprese aderenti mostreranno a docenti e studenti i reparti e le attività, illustrando il lavoro che viene svolto quotidianamente all’interno delle aziende, raccontandone la storia, i progetti e i risultati raggiunti grazie al talento e all’impegno di tutti i collaboratori. Anche per questa edizione, per consentire visite più mirate, è stata elaborata una lista preventiva di tutte le aziende disponibili, che consente alle Scuole di scegliere quelle di proprio interesse, sia per prossimità geografica sia per settore di appartenenza.

“Un’importante novità, rispetto al passato, sarà quella di dedicare un percorso preferenziale riservato alle classi IV e V delle scuole superiori – aggiunge Cristina Volpi, Vicepresidente della Piccola Industria AIB –, utilizzando lo slogan: “Leonardo siamo noi”, per le aziende che intendono organizzare visite ad alto contenuto tecnologico.  Il 2019 è l’anno del cinquecentenario della morte di Leonardo da Vinci e non poteva mancare un tributo al nostro grande “genio tecnologico.”

“È un’occasione importante – chiude Giovanni Garbelli, Presidente di Confagricoltura Brescia – per far conoscere agli studenti le imprese agricole più dinamiche ed innovative. Il nostro settore è chiamato a sfide appassionanti sul fronte della sostenibilità e dell’innovazione tecnologica: l’agricoltura avrà quindi sempre più necessità di giovani entusiasti, capaci e competenti. Questa iniziativa, a cui Confagricoltura partecipa ormai da anni, rappresenta perciò un appuntamento di straordinario interesse per la crescita umana e professionale degli studenti”.

Come può aiutarti un’agenzia di esperti nella consulenza e-commerce?

in Economia/Web e digitale by

Chi si approccia per la prima volta al mondo dell’e-commerce, spesso nell’errore di pensare al commercio elettronico come una facile opportunità di guadagno, una scorciatoia alla portata di tutti che prevede risultati rapidi a fronte di investimenti ridotti o nulli.

In realtà gestire un e-commerce in modo proficuo è a tutti gli effetti un’attività imprenditoriale e in quanto tale, prevede impegno, perseveranza e un approccio professionale: in altri termini, non ci si improvvisa esperti di e-commerce dall’oggi al domani.

Cosa fare dunque se, pur non avendo né conoscenze né competenze, intendi aprire il tuo negozio online? Nel nostro articolo proveremo a dare risposta a questa domanda, per cui buona lettura!

Perché scegliere un’agenzia di esperti in e-commerce al posto di un freelance?

Se non hai dimestichezza con le dinamiche del commercio elettronico potresti avere bisogno di un supporto esterno, ovvero di una consulenza di esperti in e-commerce.

Ma a chi rivolgersi esattamente?

Sono numerosi i professionisti che offrono i propri servizi di consulenza in ambito e-commerce e si dividono solitamente in due distinte categorie: le agenzie e i freelance.

I cosiddetti freelance sono liberi professionisti che lavorano in autonomia per la gestione dei progetti. Un’agenzia che si occupa di e-commerce garantisce la professionalità di più persone, con conoscenze e competenze complementari. Un team di esperti in differenti settori specifici che sono in grado di fornire supporto in tutte le fasi della messa online del sito e della relativa promozione.

Di solito, quelli che si rivolgono ad un freelance sono professionisti con esigenze ridotte e che cercano prezzi più contenuti. Se il tuo è un progetto più modesto potrebbe bastarti la consulenza di un unico esperto.

Il forte rischio però nell’affidarsi ad un freelance è che i tempi di lavorazione tendono ad allungarsi; inoltre, un freelance per quanto bravo, non potrà essere esperto in tutti i campi: questo implicherebbe l’ausilio di altri liberi professionisti nella risoluzione di problemi imprevisti.

Le agenzie di consulenza nel mondo e-commerce lavorano con un team di esperti abituati ad affrontare anche progetti complessi che richiedono il lavoro congiunto di un team di professionisti.

Ovviamente tale lavoro d’equipe ha un costo maggiore rispetto a quello di un singolo professionista. Se il tuo progetto è ambizioso e il tuo desiderio è fare un lavoro completo in tutte le sue parti, solo affidandoti ad un’agenzia potrai avere in un luogo solo tutti gli esperti di cui necessiti.

In realtà il costo di questo servizio dev’essere considerato a tutti gli effetti un investimento a lungo termine, che rende a nostro parere la scelta di un’agenzia preferibile a quella di un freelance.

Perché è difficile gestire un sito e-commerce senza il supporto di un’agenzia?

La gestione di un e-commerce prevede spesso interventi di manutenzione e di aggiornamento: proprio per questo motivo solo un’agenzia specializzata può offrire questa assistenza continua.

Il grande valore aggiunto di un’agenzia sono le diverse professionalità che lavorano in sinergia: web designer, sviluppatore, grafico, esperto seo, keyword advertising specialist e altri professionisti specializzati garantiscono una visione progettuale completa e analitica.

Un professionista freelance, non può ovviamente garantire un supporto su ogni singolo aspetto, per il semplice motivo che ognuna delle competenze richieste richiede una conoscenza specifica.

Volendo racchiudere tutte le considerazioni fatte finora in una parola chiave che spieghi perché è difficile gestire un sito e-commerce senza il supporto di un’agenzia, tale parola sarebbe imprevisto.

Nella gestione dell’imprevisto un team di professionisti sarà sempre e comunque più preparato di un singolo freelance: hai ancora dubbi?

Esistono agenzie affidabili per lo sviluppo di un e-commerce?

La scelta della giusta agenzia di e-commerce è difficile. La scelta è davvero diversificata e, si sa, che molti promettono tanto ma rendono poco.

Come fare allora a districarsi tra le mille offerte del web?

Inizia ad informarti sul sito consulenzaecommerce.it riguardo ai servizi e alle risorse che deve mettere a disposizione un’agenzia.

Contatta i professionisti di consulenza e-commerce per chiarirti le idee e andare subito nella direzione giusta.

Sia che il tuo obiettivo sia quello di aprire un e-commerce ex novo piuttosto che ottimizzare un e-commerce già esistente aumentando le vendite, avrai a disposizione un team di esperti con competenze diverse, ma uniti da impegno, idee e passione.

I prodotti e-commerce offerti da questa agenzia risultano altamente performanti, perché frutto di un attento processo di analisi, strategia e realizzazione, capace di soddisfare anche i clienti più esigenti.

Perciò non rimanere con infiniti dubbi e nessuna risposta, cerca su consulenzaecommerce.it tutte le risposte.

Arcelor Mittal dà l’addio a Ilva, Aib: una sconfitta per l’intero Paese

in Acciaio/Economia/Giuseppe Pasini/Opinioni/Personaggi by

L’Associazione Industriale Bresciana esprime il suo forte disappunto per la notizia, diffusa oggi pomeriggio, della decisione di Arcelor Mittal – multinazionale dell’acciaio – di rescindere il contratto di acquisto dell’impianto Ilva di Taranto.

“Una certa politica voleva la chiusura dello stabilimento ed ha raggiunto il suo obiettivo. L’addio di Arcelor Mittal è un fallimento per l’intero Paese, la seconda manifattura d’Europa, che ha lasciato scappare un investitore mondiale, a testimonianza dell’assenza in Italia di una vera politica industriale – commenta Giuseppe Pasini, Presidente di AIB –. Quale altra realtà imprenditoriale, oggi, può pensare di rilevare l’impianto? Le ripercussioni saranno enormi. Aumenteranno le tonnellate di acciaio importato dall’estero, e tutta la filiera ne subirà le conseguenze, che saranno importanti anche per una realtà come Brescia. L’impatto occupazionale, poi, sarà tremendo: parliamo di quasi 11mila dipendenti, se consideriamo solo quelli diretti. Non è certamente ipotizzabile sostituire un’area industriale del genere con un parco giochi”.

Secondo stime elaborate da SVIMEZ, dal sequestro dello stabilimento (luglio 2012) a oggi sarebbero andati perduti 23 miliardi di euro (3-4 miliardi all’anno), circa due decimi di punto della ricchezza nazionale. Complessivamente si tratta dell’1,4% circa di PIL cumulato. Di tali 23 miliardi complessivamente erosi, 7,3 ricadrebbero sul cosiddetto “nord industriale” (Lombardia, Veneto, Piemonte ed Emila Romagna). La crisi dell’ILVA ha poi determinato, fra il 2013 e il 2019, minor export italiano per 10,4 miliardi e minori consumi delle famiglie per 3,5 miliardi.

Bilancio, da Regione Lombardia ok a manovra: “meno tasse e più investimenti”

in Bilanci/Economia/Istituzioni/Regione by

Regione Lombardia prosegue nella politica di riduzione della pressione fiscale e garantendo le agevolazioni esistenti e, in coerenza con le priorità del proprio programma di governo, garantisce continuità a provvedimenti strategici come le misure per il miglioramento della qualità dell’aria, gli investimenti per l’acquisto nuovi treni e il potenziamento infrastrutturale.

Grande attenzione anche per gli interventi di carattere sociale con il mantenimento di ‘Nidigratis’ (17,2 milioni nel 2020, 35 milioni annui sia per il 2021 che per il 2022), ‘DoteSport’ (19 milioni) e l’integrazione scolastica degli alunni disabili (12 milioni nel 2020, altrettanti nel 21 e ulteriori 12 nel 2022, per un totale di 36 milioni nel triennio).

Così, in estrema sintesi, può essere inquadrato il ‘Progetto di Legge di Bilancio’ approvato oggi dalla Giunta regionale della Lombardia su proposta dell’assessore al Bilancio, Finanza e Semplificazione, Davide Caparini.

Ora il documento passerà al vaglio delle Commissioni Consiliari per poi approdare in Aula, per il voto finale in Consiglio regionale, a metà dicembre.

Guardando più specificatamente agli investimenti previsti della manovra di bilancio 2020-2022 approvata in Giunta si segnalano investimenti aggiuntivi per un valore di circa 159 milioni nel 2020 e di circa 181 annui nel 2021 e 2022 destinati alle misure prioritarie già individuate nel programma di governo regionale.

“E’ l’inizio di un percorso – spiega l’assessore Caparini – che si arricchirà del contributo del Consiglio Regionale anche alla luce della manovra di bilancio statale. A tal fine, stiamo lavorando a nuovi incentivi fiscali su bollo auto e le altre entrate regionali per alleviare il carico fiscale dei lombardi. Sottolineo l’attenzione al sostegno alle famiglie e alle attività produttive (85 milioni nel triennio per incentivi alle imprese e 33 milioni nel triennio per il sostegno nel settore del commercio), oltre alle politiche per lo sviluppo sostenibile che guardino alla tutela dell’ambiente (24 milioni nel triennio)”.

Dal 2020 la Lombardia, grazie al proficuo lavoro fatto in sede di conferenza Stato-Regioni, potrà inoltre fare affidamento anche su nuove risorse, tra cui, 39,4 milioni di euro per il prossimo anno e 143 milioni sino al 2034 per le politiche ambientale.

Tra i temi centrali, anche la messa in sicurezza di territorio (47milioni nel 2020, 45 milioni nel 2021 e 33 milioni nel 2022), con particolare attenzione ai Piccoli Comuni e a quelli di montagna (21 mln nel triennio per interventi a favore della montagna), interventi in materia di ordine pubblico e sicurezza urbana (8,2 milioni nel triennio di risorse correnti); i Grandi eventi come il Gran Premio di Monza (15 milioni) e le Olimpiadi 2026 e le ratifiche delle intese interregionali delle ciclovie.

Un’attenzione specifica, infine, è rivolta al pieno utilizzo delle risorse comunitarie. “Nella recente missione a Bruxelles – aggiunge l’assessore Caparini – il presidente Fontana ha sottolineato la bontà dell’azione fin qui messa in campo da Regione Lombardia, ma allo stesso tempo, confrontandosi con gli Uffici e con gli europarlamentari italiani ha chiesto loro di rendere ancor più stretta la collaborazione e il dialogo per godere al massimo delle possibilità offerte dai contributi comunitari”.

Cortina, Val Gardena e Madonna di Campiglio: ecco le mese sciistiche più esclusive d’Italia

in Economia/Turismo by

Lo sci, come noto, non è certamente tra gli sport meno costosi. Ma ci sono località decisamente più accessibili di altre e luoghi in cui la frequentazione – complice il crescere dei costi per skipass e pernottamenti – è decisamente più altolocata. A fotografare la situazione ci ha pensato nelle scorse ore Holidu, motore di ricerca e comparatore di prezzi di case vacanza nato cinque anni fa da un’idea dei fratelli tedeschi fratelli Johannes e Michael Siebers e diventato nel tempo una delle realtà leader di questo settore on line.

Holidu ha diffuso infatti la graduatoria dei comprensori sciistici di tutta Europa sulla base dei costi per gli appassionati e dall’indagine è emerso un quadro piuttosto chiaro: le località più costose sono collocate soprattutto in Svizzera, mentre le più economiche si trovano in Francia. L’Italia? In questa classifica occupa entrambi gli estremi della classifica, con alcuni dei luoghi meno cari del Continente per gli amanti della neve e alcuni dei più costosi.

LE LOCALITA’ SCIISTICHE PIU’ ESCLUSIVE D’EUROPA

Il “podio” delle località sciistiche più esclusive d’Europa va a tre svizzere. A Zermatt in alta stagione si possono arrivare a pagare ben 182 euro a notte, oltre a 72 euro di skypass, a Corvatsch – Furtschellas 176 euro e  Eggli/La Videmanette 175. Cifre davvero considerevoli se si pensa che ad Aprica, in Valcamonica, contemperaneamente si rimarrebbe al di sotto dei 70 euro. A seguire, nella classifica dei luoghi più costosi, troviamo Corvatsch – Furtschellas e Zermatt. Ma al quarto posto c’è Cortina d’Ampezzo e dopo altre cinque località svizzere o austriache la Val Gardena

Ma quali sono le località sciistiche più esclusive d’Italia? Di seguito vediamo il podio nostrano…

LE LOCALITA’ SCIISTICHE PIU’ ESCLUSIVE D’ITALIA

Le località sciistiche più esclusive d’Italia hanno nomi noti al grande pubblico e la prima è senza dubbio Cortina d’Ampezzo, in Veneto, con i suoi 120 chilometri di piste. Qui una giornata di pernottamento e lo skipass possono arrivare a costare ben  167 euro. E il solo skipass ne costa dai 58 euro dell’alta stagione ai 52 della bassa. La differenza di prezzo fra la perla delle Dolomiti e la località meno costosa d’Italia, Riserva Bianca, supera i 100 euro.

A seguire, in classifica, troviamo la Val Gardena, uno dei comprensori più estesi della Penisola con ben 175 chilometri di ski area raccomandata davvero a tutti i livelli di sciatori,. Ma lo skipass nella valle dolomitica può costare anche 57 euro e il totale sale così a ben 151 euro: una cifra decisamente non alla portata di tutti.

Poco distante, per costi, si colloca Madonna di Campiglio, sempre sulle Dolomiti: 60 chilometri di piste in cui abbondano le rosse. Qui lo skipass costa ben 56 euro, ma tra alta e bassa stagione il risparmio può essere notevole, con variazioni di prezzo da 29 a 87 euro.

MA QUALI SONO I CRITERI DELL’INDAGINE?

I criteri sono ovviamente decisivi nel definire i risultati dell’indagine. E su questo l’azienda tedesca è trasparente nel dire come ha preso i dati dal proprio database. I dati, infatti, sono stati raccolti nel mese di ottobre comparando i valori degli alloggi in circa 250 comprensori sciistici di tutta europa con più di 50 chilometri di piste. Per calcolare il costo dello skipass e dell’alloggio in bassa e in alta stagione sono state considerate due domeniche a fine dicembre (29.12.2019) e a fine marzo (22.03.2020). I prezzi dello skipass si riferiscono invece al periodo 2019/2020 e sono stati estrapolati online dai siti ufficiali degli impianti sciistici o da siti di settore.
 

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