«In occasione dei 70 anni di Confartigianato Brescia siamo stati su tutto il territorio provinciale con incontri propositivi rilanciando iniziative per imprese ed economie locali. A Lumezzane si è parlato di “distretto ritrovato” e, ancora una volta, del tema rilevante per la rinascita valgobbina: la realizzazione dell’autostrada della Valtrompia. Fondamentale infrastruttura per il trasporto veloce dei prodotti manifatturieri e la rinascita del distretto, sia per i comuni cittadini e che grazie anche a tutte le battaglie fatte anche da Confartigianato è pronta per avviare finalmente i lavori. Ora ci batteremo per il traforo del Mortirolo, opera impotante in vista delle Olimpiadi Milano-Cortina 2026, così come per anni abbiamo fatto per l’autostrada della Valtrompia. Opera realizzabile in tempi brevi quella del traforo, due, tre anni, che collegherà due province della stessa regione e di cui esiste il progetto sin dal 2003: basta rivederlo rapidamente e i lavori di realizzazione possono partire. Il Mortirolo consentirebbe di facilitare i collegamenti incrementando le opportunità per il turismo, divenendo un asset fondamentale per la mobilità, sia delle persone che delle imprese manifatturiere. Siamo e saremo alla testa del coro delle imprese, insieme ai molti sindaci che da decenni si battono per il sì a quest’opera, convinti che se se ne va un’impresa se ne vanno posti di lavoro e che proprio infrastrutture adeguate siano fondamentali per mantenere vivo il comparto economico delle zone valligiane e montane» commenta il presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia Eugenio Massetti.
Perché, se in provincia di Brescia si possono individuare 18 distretti artigianali ed industriali, quello di Lumezzane comprende 14 comuni più o meno limitrofi le cui attività economiche ruotano attorno al polo valgobbino, questi comuni vanno da Sarezzo a Collio, passando per Villa Carcina e Bione: dati sorprendenti quelli presentati recentemente da Confartigianato e che indicano che in distretto non è affatto morto. Ad esempio il tasso di occupazione al 2018 è del 50,3%, 0,6 punti percentuali in più rispetto al 49,7% del 2008, prima della crisi economica. Il settore manifatturiero mostra avere un’incidenza molto maggiore qui rispetto ad altri distretti, infatti il 25,1% delle imprese è concentrato in questo settore (contro il 13,1% in provincia), e di esse il 65,1% è artigiana (contro il 59% della provincia). Dati tengono anche conto della forte selezione che la crisi ha comunque operato tra le imprese di Lumezzane e dintorni infatti le realtà artigianali sono circa 262 in meno rispetto al 2009. Il distretto presenta una forte vocazione alla piccola impresa infatti il 97,3% delle realtà lavorative conta meno di 50 addetti.
«Un territorio, quello della Valtrompia, con capacità professionali e competenze uniche, una forte vocazione manifatturiera e una rete d’imprese ancora straordinariamente legate al territorio e un altrettanto straordinaria apertura ai mercati esteri, con la prevalenza di mercati Ue, in prima linea quelli tedeschi. Città-officina con la sua storia che ci parla di una costante capacità di rinnovarsi e di ripartire. La Germania è il primo paese acquirente per quanto riguarda il mercato del distretto di Lumezzane, infatti detiene Il 15,7% dell’export di macchinari e apparecchiature e il 28,1% per i prodotti di metallurgia, seguita da Stati Uniti, Francia e Cina. Merita attenzione, merita quest’opera, anche se con un ritardo assurdo» conclude Massetti.