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Maggio 2019 - page 3

Open Innovation Weekend EY Sei Sfida 4.0: l’innovazione per tutti

in Economia/Eventi/Innovazione by
Ivan Losio
  • Il 17 e 18 maggio la Digital Factory di EY Sfida 4.0 ospita la seconda edizione dell’Open Innovation Weekend, l’evento dedicato a scuole, aziende e privati interessati ai temi dell’innovazione
  • Oltre 40 start up e operatori che sviluppano soluzioni altamente innovative nel mondo della Robotica, dell’Intelligenza Artificiale, del Manufacturing, dell’IoT, della Smart Energy oltre ad un fitto calendario di seminari e laboratori operativi.

Dopo il successo della prima edizione, EY Sei Sfida 4.0 ripropone l’evento dedicato a scuole, aziende e privati interessati ai temi dell’innovazione.  Due giorni, venerdì 17 da mattina a sera e sabato 18 al mattino, in cui si potrà partecipare a numerosi seminari e laboratori operativi e conoscere alcune delle migliori start up tecnologiche italiane.

L’idea è di un evento aperto, che si rivolga alla collettività. Un momento per riflettere sui nuovi orizzonti della tecnologia e sul futuro in uno spazio che favorisca lo scambio e la relazione tra chi sviluppa nuove idee, chi può finanziare l’innovazione e chi ne può beneficiare” spiega Ivan Losio, Partner EY Sei Sfida 4.0. Per le dichiarazioni complete di Ivan Losio vi rimandiamo all’articolo del quotidiano Brescia news.

L’Open Innovation Weekend, promosso da EY Sei Sfida 4.0 in partnership con il Gruppo Giovani di Confindustria Lombardia, InnexHub, CSMT, Como Next, Bergamo Sviluppo e Endeavor, sarà una due giorni ricca di iniziative.

Un weekend di workshop, conferenze e laboratori dedicati ai più attuali temi dell’innovazione ed all’insegna dell’esposizione di start up tecnologiche italiane, molte delle quali partecipanti al CES di Las Vegas 2019, e di operatori che innovano i settori della Robotica, dell’Intelligenza Artificiale, del Manufacturing, dell’IoT, della Smart Energy.

Gli spazi a Flero della Digital Factory di EY Sfida 4.0 saranno liberamente accessibili dalle ore 9.00 alle 18.00 (sabato fino alle 13.00).

Tra i numerosi ospiti sono attesi anche il vice capo di gabinetto del MISE (il bresciano Sorial), che parlerà delle opportunità per le aziende che vogliono innovare in Italia, e Microsoft, che terrà alle 15 di venerdì un talk sui nuovi modelli di business dettati dalle nuove soluzioni tecnologiche. Ulteriori focus anche su temi di strategia e crescita curati dal team di EY Wavespace e su strumenti per far crescere le imprese con Endeavor.

Durante tutto l’evento sarà possibile partecipare al Laboratorio “assemblaggio smart” offerto da Metal Work SpA, azienda leader nel settore dei componenti pneumatici già partner di Sfida, e al laboratorio di robotica offerto da Comau.

Per i giovani è previsto il focus della bresciana Digital Universitas, oltre agli appuntamenti del sabato mattina su robotica fai da te (Ultrafab) e sul binomio social network-informazione (Giornale di Brescia).

Giunto alla seconda edizione, quest’anno l’Open Innovation Weekend raddoppia gli espositori e le attività, anche grazie alla collaborazione con alcuni dei protagonisti privati e istituzionali del mondo dell’innovazione lombardi (InnexHub, CSMT, Bergamo Sviluppo, ComoNext, Endeavor).

Ad oggi hanno visitato la Digital Factory di EY più di 2.000 addetti ai lavori provenienti da oltre 300 realtà industriali, per lo più del nord Italia, oltre a studenti che hanno preso parte a percorsi formativi, workshop ed eventi.

Talent Garden si allarga ancora: al Pirellone il primo campus dedicato a foodtech e sostenibilità

in Economia/Innovazione by
Davide Dattoli di Talent Garden

Talent Garden, la più grande piattaforma in Europa di networking e formazione per l’innovazione digitale nata in Italia nel 2011, continua la sua espansione nel nostro Paese e annuncia l’apertura a Milano del primo Campus dedicato al Foodtech e alla Sostenibilità, settori trainanti dell’economia digitale globale e dell’innovazione, tra di loro sempre più legati, su cui Talent Garden lancia una sfida per l’Italia.

Il nuovo campus situato all’interno del Palazzo della Regione Lombardia all’interno del quartiere Isola, va ad aggiungersi ai 2 già attivi di Via Calabiana e di via Merano, che ospitano ad oggi oltre 500 professionisti e che rappresentano già due punti di riferimento per il mondo dell’economia digitale e dell’innovazione cittadina e nazionale.

Il Campus di Milano Isola offrirà postazioni di lavoro per circa 180 professionisti di startup, aziende, incubatori, venture capital, università e realtà del mondo food tech e sarà al contempo un luogo di condivisione e networking nel quale creare e sviluppare nuove opportunità e idee di business che aprirà ufficialmente i battenti a partire da settembre. Al suo interno saranno presenti anche 2 aule nelle quali si terranno i corsi della Innovation School, la scuola di formazione di Talent Garden dedicata al mondo dell’innovazione e del digitale.

Questa nuova apertura fa seguito alla recente importante raccolta da 44 milioni di euro ottenuta di recente da Talent Garden e si inserisce all’interno di un processo di sviluppo che vedrà protagonista Talent Garden da oggi ai prossimi anni con l’obiettivo di diventare la realtà di riferimento nel mondo dell’innovazione digitale a livello europeo.

Per ulteriori informazioni: https://talentgarden.org/it/

Talent Garden è la piattaforma leader in Europa per il networking e la formazione nell’ambito dell’innovazione digitale. Nata nel 2011 a Brescia, ha l’obiettivo di favorire la crescita di imprenditori, professionisti e aziende di tutte le dimensioni, dalle piccole e medie realtà alle grandi Corporate attraverso la condivisione di spazi, realizzazione di attività di formazione e programmi di networking. Un modello che si è rapidamente esteso in Europa e che oggi ha portato la società ad essere presente in 23 città e 8 Paesi europei diventando leader europeo del suo settore. Questo anche grazie all’entrata nel capitale sociale, anni fa, di TIP – Tamburi Investment Partners e di alcune importanti famiglie di imprenditori italiani.

WizKey – La piattaforma Blockchain per operazioni di finanza strutturata e di cessione del credito

in Economia/Innovation club/Innovazione/Partner/Rubriche by
Wizkey

La Blockchain è una tecnologia utile alla gestione di transazioni digitali che permette di rendere immodificabili le informazioni contenute in registri informatici distribuiti, di assegnare data certa a ogni transazione e di impedire azioni fraudolente come il double-spendingI nodi che partecipano alla rete blockchain gestiscono e validano le transazioni in base a determinati protocolli di consenso: maggiore sarà il numero di nodi che compongono la rete, maggiore sarà il grado di sicurezza delle informazioni contenute e della resilienza della rete stessa da attacchi esterni. È per questo motivo che le reti pubbliche, quali Bitcoin ed Ethereum, hanno di fatto dimostrato maggiore resilienza e sicurezza. Il meccanismo di consenso che sta alla base della blockchain (Proof of Work) prevede che ogni transazione sia inizialmente trasmessa a tutti i nodi partecipanti al network. Una volta ricevuta da tutti i nodi, i miner iniziano la validazione delle stesse, concorrendo nel calcolo di un complesso puzzle crittografico necessario alla formazione del nuovo blocco. In questo processo le informazioni relative alla transazione sono trasformate in una stringa di 64 caratteri univoci, chiamata hash, la quale a sua volta contiene informazioni relative ai blocchi precedenti e, pertanto, contribuisce a creare una connessione tra gli stessi. Una volta creato un nuovo blocco, tutti i nodi ne vengono informati e, di conseguenza, lo status della blockchain viene aggiornato. 

HASHING

L’algoritmo di hash è probabilmente uno dei più interessanti aspetti del protocollo di consenso blockchain. Grazie al fatto che i dati processati attraverso questo tipo di algoritmo diventano a) deterministici – quindi ad un input equivale un solo output- b) irreversibili -non è possibile ricavare l’input a partire dall’output- c) sensibili alle modifiche -per quanto piccolo, ogni cambiamento nell’input produrrà output differenti-, le informazioni diventano effettivamente sicure e immutabili, rendendo virtualmente impossibile corrompere dati all’interno di un network blockchain.

DISINTERMEDIAZIONE

Altra caratteristica fondamentale della tecnologia blockchain è la disintermediazione. Nel processo di validazione delle transazioni all’interno di reti blockchain non è previsto il coinvolgimento di terze parti per la garanzia della validazione. Questo perché la fiducia è riposta, anziché in una autorità terza, nelle regole previste dal meccanismo di consenso, che ci permettono di considerare sicura la rete indipendentemente dalle intenzioni (benevole o malevoli) degli altri partecipanti. È grazie a questo aspetto che è possibile strutturare le transazioni in modo diretto, peer-to-peer. Il meccanismo di registrazione delle transazioni permette di assegnare data certa a ogni scambio validato su blockchain. Il fatto che i dati registrati nei blocchi validati conservino evidenza cronologica delle transazioni risolve -ma non è l’unico fattore- il problema del double-spending, in quanto transazioni giudicate non valide non saranno aggiunte alla catena di blocchi. Proprio grazie a queste caratteristiche, la tecnologia blockchain è stata impiegata nella creazione di numerose applicazioni che dimostrano un elevato potenziale quali catalizzatori, sia per quanto riguarda l’evoluzione dei mercati e delle industrie esistenti, sia nella creazione di nuovi mercati per la gestione dei nuovi asset digitali.

BLOCKCHAIN PUBBLICA VS BLOCKCAHIN PRIVATA 

Diverso è il caso delle reti private (nonché delle reti permissioned o ibride), ossia reti che non prevedono una partecipazione aperta o reti non completamente decentralizzate. Questa tipologia di rete, sebbene garantisca una velocità di transazione quasi istantanea, gode di un grado di resilienza del sistema più contenuto rispetto a quello offerto da una rete pubblica. Rimane comunque il fatto che le peculiarità della blockchain si prestano a vantaggio di una digitalizzazione di tutto ciò che si desidera passare di proprietà, permettendo inoltre di automatizzare e disintermediare i processi attraverso l’utilizzo di smart contracts (sistema informatico che prevede l’esecuzione automatica di determinate operazioni al verificarsi di condizioni prestabilite, secondo il concetto del If This Then).

WizKey ha deciso di utilizzare la blockchain pubblica per rendere più sicuro il mercato del credito,  contribuendo alla sua digitalizzazione e ai conseguenti vantaggi che ne derivano. La tokenizzazione dei crediti (e debiti) permette una tracciabilità degli stessi pressoché infallibile, dove le parti coinvolte nella transazione avranno accesso immediato a tutta la storia, non contraffatta, di ogni singolo credito. Inoltre, grazie la tracciabilità del credito si pone come possibile soluzione del problema del double-pledging (si pensi, ad esempio, al fatto di non avere la stessa fattura scontata due volte da istituti di credito differenti). Per i motivi brevemente esposti sopra, riteniamo che Wizkey, con le sue scelte mirate e il suo orientamento sempre rivolto al futuro, si pone come apripista nell’innovazione del mercato del credito.

Per maggiori informazioni: www.wizkey.io

Artigianato artistico, a Brescia le imprese sono oltre 2.600

in Cultura/Economia/Partner 2/Tendenze by
Artigiano al lavoro, foto da Pixabay

Sono complessivamente 23.750 le imprese lombarde attive nei settori dell’artigianato artistico; a livello nazionale il comparto artigiano artistico della Lombardia è il primo in Italia, contando sul 16% del totale delle imprese (145.669). Dalla sartoria alla ceramica, dalla pietra preziosa alla riparazione di mobili; dal design alla lavorazione del vetro. Milano prima provincia in Italia sia per numero di imprese (7.409) sia a livello di fatturato con oltre 6,3 miliardi di euro. Emerge da una elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi su dati del Registro Imprese riferiti al IV trimestre 2018 e per il fatturato all’anno 2017 su dati AIDA – Bureau van Dijk.

L’artigianato artistico per numero di imprese. Le imprese lombarde attive nei settori dell’artigianato artistico sono 23.750, pari al 16% del totale nazionale. Il settore è stabile sia nel confronto con il 2017 (-0,7%) sia con il dato del 2013 (-1,4%); a livello nazionale si registra un -0,5% sul 2017 e -2,1% sul 2013. Per consistenza di imprese, al secondo posto la Toscana con 16.762 imprese (pari all’11,5% del totale), poi Veneto con 14.083 (pari al 9,8%), Campania con 12.295 imprese (pari all’8,4%), Piemonte e Lazio con circa 10.300 imprese (7%). In regione, dopo Milano in testa con 7.409 imprese (pari al 31% regionale) in crescita di quasi il 7% rispetto al 2013, si collocano Monza Brianza con 2.889 imprese (pari al 12% regionale), Brescia con 2.673 imprese (11%), Como con 2.379 imprese (10%), Bergamo con 2.311 imprese (9,7%).

L’artigianato artistico per fatturato. A livello di fatturato, Milano è la prima provincia in Italia e in Lombardia con oltre 6,3 miliardi di euro, seguita da Vicenza con 6 miliardi di euro, Firenze con quasi 4 miliardi di euro, Treviso con circa 3,3 miliardi di euro, Pisa, Cuneo e Como con 2,1 miliardi di euro. A livello regionale per fatturato la Lombardia (15,5 miliardi) precede il Veneto (11,8 miliardi), la Toscana (circa 10 miliardi) e il Piemonte (5,7 miliardi). In Lombardia Milano (6,3 miliardi di Euro), precede per fatturato Como (2,1 miliardi di euro), Monza Brianza (1,9 miliardi), Bergamo (1,3 miliardi), Varese (1,1 miliardi).

Lombardia – Imprese attive per settore di attività economica:

Sartoria e confezione su misura di abbigliamento esterno; Preparazione e concia del cuoio e preparazione e tintura di pellicce; Fabbricazione di articoli da viaggio, borse e simili, pelletteria e selleria; Fabbricazione di tappeti e moquette; Confezionamento di biancheria da letto, da tavola e per l’arredamento; Attività di riprese fotografiche; Attività dei disegnatori grafici; Fabbricazione di mobili; Fabbricazione di articoli di coltelleria e posateria;  Fabbricazione di prodotti fabbricati con fili metallici; Fabbricazione di stoviglie, pentolame, vasellame, attrezzi da cucina e accessori casalinghi non elettrici, articoli metallici per l’arredamento di stanze da bagno; Fabbricazione di oggetti in ferro, in rame ed altri metalli; Fabbricazione di gioielleria, bigiotteria e articoli connessi; lavorazione delle pietre preziose; Riparazione di mobili e di oggetti di arredamento; laboratori di tappezzeria; Fabbricazione di strumenti musicali; Tessitura; Fabbricazione di ricami; Fabbricazione di tulle, pizzi e merletti;  Lavorazione di vetro a mano e a soffio artistico; Fabbricazione di prodotti in ceramica per usi domestici e ornamentali; Lavorazione artistica del marmo e di altre pietre affini, lavori in mosaico; Produzione di pane, prodotti di pasticceria freschi; Produzione di cacao, cioccolato, caramelle e confetterie; Rappresentazioni artistiche; Creazioni artistiche e letterarie.

Ecobonus, il settore legno di Associazione Artigiani dice no: è impraticabile

in Associazione Artigiani/Associazioni di categoria/Economia/Zone by
La sede di Associazione Artigiani a Brescia

Sull’ecobonus scontato in fattura previsto dall’articolo 10 del DL Crescita interviene in maniera decisa l’Associazione Artigiani di Brescia condividendo il pensiero che viene espresso in questi giorni da tutto il mondo del serramento.  “Il provvedimento, quantomeno discutibile, si ritiene debba essere stralciato visto che al mercato servono detrazioni ecobonus praticabili per gli operatori e qualità per i consumatori, non precarietà demagogica”.

Ad affermare questo è Flavio Bocchio – Presidente della categoria legno ed arredo nonché componente della Giunta esecutiva dell’Associazione Artigiani – il quale evidenzia che Il Decreto Crescita in vigore dal 1° maggio (che dovrà comunque essere convertito in legge entro 60 giorni da entrambi i rami del Parlamento e dovrà essere regolamentato da un provvedimento ad hoc dell’Agenzia delle Entrate) contiene all’articolo 10 la possibilità da parte dell’operatore (nel nostro caso il costruttore di serramenti) di scontare direttamente in fattura il 50% (ovvero l’aliquota prevista per i serramenti dalle detrazioni fiscali per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici) al cliente. L’impresa operatrice però potrebbe recuperare il credito d’imposta in 5 anni! Da ciò si desume la sproporzione dell’impegno richiesto alle piccole imprese! Questa misura – di facciata per il consumatore – se confermata nella conversione in legge, manifesterà nei fatti il proprio limite, rischiando anche di alimentare una domanda che non potrà essere soddisfatta di fatto dal mercato.

Infatti – sottolinea Flavio Bocchio – la struttura portante del nostro settore è costituita da migliaia di PMI – le c.d. falegnamerie tradizionali – che normalmente hanno “una bassa capienza fiscale” ed esaurirebbero in pochi interventi la propria possibilità di “anticipare” al cliente lo sconto del 50%.  Sarebbe stato comprensibile se il provvedimento si fosse limitato, come in passato, ai soli clienti/fruitori incapienti fiscalmente”. L’Associazione Artigiani forte del sostegno di tutto il comparto legno e arredo, unitamente a tutto il sistema associativo nazionale, partecipa all’azione di sollecito al Governo ed al Parlamento perché questo provvedimento “azzardato” venga invalidato, lasciando al consumatore le possibilità già presenti nella legislazione, ovvero la detrazione in dieci annualità fiscali del 50% di quanto speso per l’acquisto e l’installazione di serramenti (magari riducendo le annualità se si crede utile) o la parziale cessione del credito a fornitori o ad altri soggetti privati con la facoltà di successiva cessione, e per i contribuenti no tax anche a banche e intermediari finanziari.  “Ricordiamo anche – afferma il Presidente dei serramentisti – che le detrazioni per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici in 11 anni hanno rappresentato l’unico elemento anticiclico che ha permesso di resistere agli operatori in presenza della più grave crisi che il comparto delle costruzioni italiano ha sopportato dal dopoguerra, costituendo oltre il 40% del proprio fatturato”. Conclude Flavio Bocchio: “sappiamo per certo che tutte le Associazioni italiane del settore hanno chiesto all’Esecutivo di arrivare ad una stabilizzazione delle Detrazioni, inserendo anche nuovi elementi di miglioramento della qualità dell’intervento, premiando elementi fondamentali quali la corretta posa in opera del serramento che è certamente un elemento decisivo per garantire prestazioni reali in tema di risparmio energetico degli edifici, in linea con gli obbiettivi generali del nostro Paese. Al mercato servono detrazioni praticabili per gli operatori e qualità per i consumatori, non provvedimenti di facciata!

Tecnoservice verso il fallimento? La Cisl: 94 posti di lavoro a rischio

in Cisl/Economia/Fallimenti/Partner 2/Sindacati by
Crisi

La Tecnoservice srl – azienda specializzata nella logistica di prodotti siderurgici che ha il centro direzionale e amministrativo a Ghedi, terminal operativi a Ospitaletto, Verona e Valdaro in provincia di Mantova, e una filiale a Marghera (Ve) – ha depositato giovedì scorso in Tribunale il ricorso per la dichiarazione di fallimento in proprio.

Grande la preoccupazione tra i lavoratori dell’impresa – 24 nel bresciano, 50 a Verona e 20 nel mantovano – ancora in attesa del pagamento dello stipendio del mese di marzo e che ora potrebbero essere oggetto di un provvedimento di licenziamento collettivo da parte del curatore fallimentare.

SVOLTA INATTESA

Venerdì scorso, quindici lavoratori del terminal bresciano di Tecnoservice si sono riuniti in assemblea qui nella nostra sede – spiegano Mario Bresciani, segretario generale della Fit Cisl, e Fabrizio Baresi, componente della Segreteria – e con loro abbiamo esaminato la situazione ricostruendo i passaggi che hanno portato alla richiesta di fallimento. Lavoreremo in sinergia con i colleghi delle altre due province per prospettare come alternativa al licenziamento collettivo il ricorso al Fondo di integrazione salariale istituito con la riforma del mercato del lavoro del 2015. Ne sapremo sicuramente di più il prossimo 9 maggio, data in cui il curatore fallimentare ha convocato tutte le parti in causa“.

DAI FRATELLI PROVEZZA AI FRATELLI COSULICH

Fondata dai fratelli Provezza, nel maggio 2018 la Tecnoservice ha ceduto il 50% della società alla genovese Fratelli Cosulich, un colosso dei servizi alle spedizioni (fatturato che sfiora 1 miliardo di euro, quasi 1.000 dipendenti in 45 società in Italia e all’estero). “Alla presidenza della ‘nuova Tecnoservice’ – scrive il sindacato – era arrivato un manager di fiducia dei Cosulich, mentre la gestione era rimasta in mano ai fratelli Provezza. Questi ultimi si sono però improvvisamente dimessi nel marzo scorso, lasciando in eredità ai soci una situazione finanziaria molto grave”.

MONITORAGGIO COSTANTE E ASSISTENZA AI LAVORATORI

Ai lavoratori abbiamo assicurato il monitoraggio costante della situazione – conclude Mario Bresciani – l’assistenza necessaria in tutti i passaggi che si andranno a determinare, l’azione di tutela e di garanzia dei loro interessi e dei loro diritti. Agiremo di concerto con i colleghi di Verona per chiedere che si faccia ogni sforzo nell’individuare soluzioni che salvaguardino l’attività e l’occupazione”.

(fonte comunicato stampa Cisl Trasporti)

Playable City: la città del futuro diventa “da giocare” | INNOVATION CLUB

in Economia/Evidenza/Innovation club/Innovazione/Rubriche by
Una veduta di Brescia, foto da Innovation Club

Entro il 2050 l’economia globale triplicherà il suo attuale valore, generando circa il doppio della quantità di spostamenti oggi osservati sulle strade. Per la maggior parte delle città, la creazione di Sistemi di Trasporto Intelligenti sarà la chiave per risolvere i problemi della mobilità urbana. Somos promuove SMART CITY BRAIN, una piattaforma modulare e intelligente in grado di ottimizzare la gestione delle infrastrutture esistenti e orientare la pianificazione dei trasporti verso la mobilità sostenibile, avvalendosi di sistemi IT all’avanguardia:

IOT – INTERNET OF THINGS

Grazie alla diffusione capillare delle infrastrutture di rete e la disponibilità di sensori a basso costo, è possibile utilizzare gli oggetti distribuiti sulla rete stradale per acquisire e trasmettere grandi quantità di dati spazio-temporali, utili a sviluppare modelli decisionali innovativi.

PLAYABLE CITY

Coinvolgendo gli utenti con un sistema di gamification che impieghi l’uso degli smartphone, è possibile ottenere dati sulla mobilità e feedback in tempo reale, migliorando l’accessibilità e promuovendo modelli sostenibili orientati alla guida sicura, alla cittadinanza attiva e al car sharing.

IA – INTELLIGENZA ARTIFICIALE

I dati raccolti da provider e utenti vengono aggregati, elaborati e analizzati per ottenere uno strumento di pianificazione strategica che sia in grado di prevenire le criticità e risolvere i problemi in modo affidabile e in tempo reale.

La struttura modulare di Smart City Brain consente il funzionamento indipendente delle sue componenti, che possono essere implementate anche singolarmente in qualsiasi contesto urbano:

> Il modulo Smart Traffic Control è dedicato al monitoraggio del traffico veicolare in tempo reale. Smart Traffic Control utilizza la piattaforma Smart City Brain per rilevare i dispositivi mobili presenti a bordo delle autovetture e degli altri mezzi di trasporto, opportunamente connessi alla piattaforma, al fine di stimare i livelli di traffico sulla rete stradale, prevederne le variazioni nel tempo e fornire notifiche agli utenti.
Il presupposto alla base del modulo Smart Traffic Control è che gli utenti connessi alla piattaforma Smart City Brain siano tracciabili, attraverso i loro device mobili, durante i loro spostamenti sulla rete stradale e che, grazie ad algoritmi, modelli predittivi e specifiche attività di benchmarking, sia possibile stimare, con un ottimo grado di approssimazione, i valori di portata veicolare, densità veicolare e di velocità media di deflusso sugli archi ricompresi nell’area soggetta a controllo.
L’estensione dell’approccio a particolari situazioni (archi congestionati, intersezioni, etc.) consente di determinare anche lo stato dei veicoli e valutare le performance della rete nel suo complesso oltre che in punti e strade ad elevata criticità.
Il modulo, grazie a un appropriato design della user experience e della user interface, consente anche di fornire informazioni sullo stato della rete in tempo reale agli utenti loggati alla piattaforma.

> Il modulo Smart ECO-Safety consente di monitorare e migliorare il comportamento alla guida. Una specifica app mobile attribuisce un valore oggettivo (punteggio) alla qualità di guida sulla base dei dati registrati tramite i sensori dello smartphone stesso. I guidatori, registrandosi sulla pagina web della piattaforma, possono monitorare i propri spostamenti ottenendo un’analisi puntuale della qualità di guida e una valutazione immediata delle performance tramite specifica interfaccia utente.
Il modulo offre due funzioni principali: il tracciamento della propria posizione e successiva analisi delle traiettorie, l’informazione sulla qualità della guida.
L’Amministrazione locale può utilizzare il modulo Smart Safety per “premiare” comportamenti virtuosi nell’ambito territoriale in cui viene utilizzato e assicurare, agli utenti più meritevoli, vantaggi e promozioni sui sistemi di mobilità esistenti (sconti sul trasporto pubblico, sconti sui parcheggi a pagamento, etc.).

> Il modulo Smart Traffic Light è un sistema evoluto di gestione degli impianti semaforici attraverso i dati provenienti da Floating Car Data. Attraverso la lettura delle informazioni acquisite tramite specifica app per smartphone, si è visto come sia possibile regolare in tempo reale le fasi di un generico ciclo semaforico. Questo sistema si propone di ridurre i tempi di attesa in coda ai semafori, i tempi totali di viaggio, la congestione delle reti stradali e l’inquinamento acustico e sonoro. Il sistema non crea disparità tra chi utilizza l’app e chi non la utilizza, ma permette di realizzare una regolazione del traffico ottimale di cui beneficiano tutti gli utenti della rete stradale.
L’applicazione è in grado di gestire i semafori in modo adattivo attraverso la comunicazione della posizione del veicolo al semaforo, i cui cicli vengono programmati in base alle code. Questo è possibile, sfruttando il sistema di localizzazione GPS, laddove il segnale risulti avere un’accuratezza sufficiente. In presenza di disturbi del segnale GPS creati da canyon urbani, vegetazione e altri fattori esogeni, è possibile sfruttare il segnale wi-fi per la localizzazione del veicolo.

> Smart Sharing è il modulo dedicato al car sharing. Fruibile via smartphone, consentirà la condivisione dinamica degli spostamenti su mezzo privato sotto il presupposto dell’integrazione modale e della sostenibilità (l’interazione con gli altri moduli della piattaforma consentirebbe di pianificare ed effettuare spostamenti multimodali su itinerari non coperti da una sola modalità di trasporto). Nell’ottica di incrementare il coefficiente di occupazione dei mezzi privati, la piattaforma premia le forme di mobilità condivisa, garantendo bonus agli utenti che sostengono la condivisione, sia in qualità di driver sia in qualità di passeggeri (ad esempio riservando aree di parcheggio gratuito agli utenti del sistema che, condividendo gli spostamenti in autovettura, garantiscono un coefficiente di utilizzo del mezzo almeno pari a 3).

> Il modulo Smart Pedestrian, utilizzando come interfaccia utente lo smartphone connesso alla piattaforma Smart City Brain, è in grado di tracciare gli spostamenti degli utenti anche quando vengono eseguiti a piedi. L’aspetto estremamente innovativo consiste nel fatto che il sistema consente di ricostruire gli spostamenti di accesso/egresso ai diversi sistemi di trasporto e non soltanto gli spostamenti compiuti sui mezzi motorizzati. Algoritmi di stima della velocità e algoritmi di map matching consentono al modulo di determinare se l’utente sta effettuando uno spostamento con o senza mezzo motorizzato, garantendo un ottimo grado di approssimazione nella valutazione della densità pedonale su “archi pedonali” e su “aree pedonali”.
Un sistema di questo tipo può anche essere un valido strumento per il supporto e la promozione della mobilità sostenibile, mediante una logica di premialità nei confronti dei cittadini che utilizzano il modo piedi (o bici) per effettuare i propri spostamenti all’interno delle aree urbane.

> Il modulo Smart Parking è un sistema di parcheggio intelligente che «facilita» l’utente nella scelta dello stallo disponibile più prossimo alla sua posizione e in funzione delle condizioni del traffico, mediante l’utilizzo di algoritmi ottimizzati basati su tecniche di apprendimento profondo (deep learning).
Smart Parking utilizza nello specifico un algoritmo basato su computer vision e deep learning che consente di determinare l’occupazione di uno stallo di parcheggio e la durata della sosta, con l’ausilio di immagini acquisite da telecamere fisse e di sensori wireless posizionati in prossimità del parcheggio e interconnessi tra loro.
I dati rilevati dalla telecamera e dai sensori vengono inviati ad un server di elaborazione centrale ad intervalli regolabili attraverso una rete dedicata (3G/4G/5G) per garantire la disponibilità delle informazioni in tempo reale. L’individuazione veicolare funziona anche in condizioni climatiche avverse oltre che con differente esposizione alla luce e consente un tasso di precisione che supera il 99% con una calibrazione specifica rispetto alla scena inquadrata.

> Nelle diverse modalità e finalità di utilizzo, la piattaforma, mediante dinamiche di Check-in & Win legate al modulo Smart Heritage, può consentire all’utente di accedere a contenuti multimediali di promozione turistica, commerciale e della mobilità sostenibile. Infatti, è possibile inviare agli utenti info e localizzazione di luoghi di interesse storico e culturale. Tutto ciò nella logica di promozione del territorio. È possibile, inviare all’utente anche informazioni di carattere commerciale, indicando strutture alberghiere, servizi di ristorazione, centri servizi nelle vicinanze della posizione dell’utente.
Inoltre, è possibile, mediante una logica di premialità, promuovere, da parte delle Pubbliche Amministrazioni, forme di mobilità sostenibile, quale il trasporto collettivo, ad esempio, facendo apparire alle fermate degli autobus dei coupon, che, se “catturati” virtualmente mediante lo smartphone dall’utente, consentono di accedere a sconti sull’acquisto dei titoli di viaggio.

Per approfondire: www.somos.srl

Lgh, approvato il bilancio: nel 2018 utile per 6,1 milioni di euro

in Bilanci/Economia/Tendenze by
GERARDO PALOSCHI (Direttore sviluppo territoriale) - ANTONIO VIVENZI (Presidente LGH)

L’Assemblea dei Soci di Linea Group Holding (LGH) ha approvato il bilancio consolidato per l’esercizio chiuso al 31 dicembre 2018. In evidenza risultati economici e finanziari in decisa crescita e il ritorno del gruppo all’utile per 6,1 milioni di euro.

Il secondo esercizio interamente concluso sotto il segno della partnership A2A/LGH conferma le tendenze già emerse nell’anno precedente, con risultati industriali, economici e finanziari fortemente positivi.

Il Gruppo LGH ha chiuso il 2018 con un fatturato consolidato di 556,5 milioni di euro, in aumento del 10,7% rispetto al 2017, mentre il margine operativo lordo si presenta in crescita del 8,8%. Il bilancio d’esercizio della capogruppo LGH S.p.A. al 31 dicembre 2018 presenta poi un utile pari a 13,119 milioni euro: distribuiti agli Azionisti 12 milioni.

Bilancio consolidato di Gruppo LGH 2018

Gruppo LGH
€ milioni
2018 2017 D vs 2017
Ricavi 556,5 502,9 + 10,7%
Ebitda 92,2 84,8 + 8,8%
Ebit 28,4 23,9 +18,6%
Risultato consolidato 6,1 -1,3 +562,3%
Utile capogruppo (LGH Spa) 13,1 10,5 + 24,8%

 

L’Assemblea dei Soci che ha approvato il bilancio ha visto la prima partecipazione del nuovo Amministratore Delegato di LGH, Claudio Sanna, in carica dal 1 aprile. Laureato in Ingegneria Aeronautica presso il Politecnico di Milano e specializzatosi in Economia e Finanza presso la Scuola di Direzione Aziendale Bocconi a Milano, Sanna ha ricoperto in precedenza la carica di Direttore Supply Chain Gruppo A2A.

“È una grande sfida – commenta Sanna – quella di essere alla guida di un Gruppo che contribuisce ad aumentare la qualità della vita, l’attrattività del territorio e il suo sviluppo sostenibile. Oggi LGH è impegnata a promuovere iniziative e progetti finalizzati a produrre energia pulita, migliorare la qualità dell’ambiente, creando reti e servizi all’avanguardia. Il servizio del territorio è la prima priorità ed oggi la gestione delle attività del Gruppo è solida, sana anche grazie alla partnership industriale, sempre più efficace, con A2A”.

Investimenti

Nel 2018 sono proseguiti gli investimenti sui territori, complessivamente per 45 milioni di euro con particolare riferimento all’ambiente (circa 17 milioni) e alle reti (circa 24 milioni). Nell’ambito delle reti sono incluse operazioni green di potenziamento del Teleriscaldamento di Cremona, Crema e Lodi e dei Sistemi Efficienti di Utenza (SEU), oltre che la sostituzione nei territori serviti dei contatori gas con i nuovi dispositivi smart metering. Significativo inoltre l’acquisto di spazi all’interno del futuro secondo lotto del Polo Tecnologico di Cremona.

ALCUNI INDICATORI DI PRODUZIONE

Il Gruppo LGH nel corso del 2018, ha:

  • Gestito 972 mila tonnellate di rifiuti (+3,6% Vs 2017), principalmente urbani e speciali non pericolosi, collocandosi tra i principali operatori del settore a livello nazionale, ed operando in oltre 100 Comuni nel servizio di igiene urbana
  • Prodotto elettricità per circa 447 Gigawattora (+21,1% Vs 2017), esclusivamente da fonti rinnovabili ed assimilate quali l’idroelettrico, la termovalorizzazione dei rifiuti, la cogenerazione ed alcuni impianti a biogas e biomasse
  • Distribuito 599 milioni di metri cubi di gas e 431 Gigawattora di Energia
  • Venduto 358 milioni di metri cubi di gas e 752 Gigawattora di Energia
  • Prodotto e distribuito calore per 258 Gigawattora

Linea Group Holding (Gruppo A2A) è la multiutility del Sud Lombardia. Sorta nel 2006 è oggi operativa nei settori ambiente, energia e distribuzione; da agosto 2016 è protagonista con A2A –che ne detiene il 51% del capitale sociale – di una partnership industriale ricca di sinergie. www.lgh.it

Export, il cibo italiano vale 41 miliardi… Ecco la mappa con le rotte

in Agricoltura e allevamento/Alimentare/Economia/Export/Tendenze by
Uva, foto generica da Pixabay

Vini, acque minerali e oli in USA, pesce fresco in Spagna, alimenti per animali nelle Filippine. UK primo per animali e secondo per frutta, ortaggi e gelati. In forte aumento Polonia e Australia per vini, Indonesia per alimenti per animali, Cina per cioccolato, caffè e spezie, Canada per formaggi, Russia per pasta, Spagna per frutta e granaglie, Croazia per oli, Slovenia e Vietnam per carni, Portogallo per pesce fresco e Ungheria per quello lavorato

 

L’agroalimentare “made in Italy” nel mondo vale 41 miliardi di euro all’anno e cresce del +1,4%. Ma per sapere dove va e da dove parte l’export, quali sono i maggiori mercati di sbocco e i prodotti più apprezzati arriva la mappa: “L’agroalimentare italiano nel mondo”, realizzata dalla Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi e Coldiretti Lombardia, con Promos Italia sui settori dell’agricoltura, della pesca, dell’allevamento, dell’industria alimentare e delle bevande, esclusi silvicoltura e tabacco. La mappa, disponibile in italiano e inglese, è scaricabile in internet (https://www.promos-milano.it/). Una mappa che arriva nei giorni di “Milano Food City”, la settimana dedicata al cibo e alla cultura della sana alimentazione, dal 3 al 9 maggio.

“Parlare e ragionare di cibo – spiega Giovanni Benedetti, Direttore della Coldiretti Lombardia e membro di giunta della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi – non è più solo un tema per addetti ai lavori, ma significa prendere in considerazione una leva strategica per lo sviluppo economico e occupazionale del nostro Paese. L’andamento sui mercati esteri potrebbe ulteriormente migliorare con una più efficace tutela nei confronti della “agropirateria” internazionale, che fattura oltre 100 miliardi di euro utilizzando impropriamente parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che si richiamano all’Italia per prodotti taroccati che non hanno nulla a che fare con la realtà nazionale”

Agroalimentare italiano nel mondo: Germania, Francia, Stati Uniti, Regno Unito i maggiori mercati per l’export. Prima la Germania (+1,6%) seguita da Francia (+4,3%), Stati Uniti (+4%) e Regno Unito (+1,6%). Tra le prime 20 in crescita anche Polonia (+6,3%), Svezia e Australia (+3,8%). Aumenti più contenuti per Giappone e Russia, rallenta la Cina. E se la Germania e la Francia sono i primi acquirenti per quasi tutti i prodotti, gli Stati Uniti eccellono per vini (+4%), acque minerali (+7,4%) e oli, la Spagna per pesce fresco, le Filippine (+36,4%) e la Grecia (+7,1%) per alimenti per animali, il Regno Unito per animali vivi e loro prodotti (+33,1%). Il Regno Unito al secondo posto per frutta e ortaggi lavorati e conservati e per gelati, l’Austria al terzo per cereali e riso. In forte crescita per vini la Polonia (+23,3%) e l’Australia (+18,5%) ma anche la Francia (+10,1%), l’Indonesia per alimenti per animali (+100,7%), la Cina per cioccolato, caffè e spezie (+21,7%), il Canada per formaggi (+27,2%), la Russia per la pasta (+43,5%), la Spagna per frutta (+22,5%) e granaglie (+13,6%), la Croazia per oli (+35,2%), la Slovenia e il Vietnam per carni (+17% circa), l’Ungheria per pesci lavorati e conservati (+44,1%) e il Portogallo per i prodotti di acquacultura (+209%). Emerge da elaborazioni della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi insieme a Coldiretti Lombardia e Promos Italia su dati Istat, anni 2018 e 2017.

I prodotti “made in Italy” più esportati. Cioccolato, tè, caffè, spezie e piatti pronti con 7 miliardi di euro (+3,6%), seguiti dai vini con 6,2 miliardi (+3,3%), vengono poi pane, pasta e farinacei con 3,9 miliardi di euro (+2,5%) ma anche 3,5 miliardi (+4,2%). Superano i 3 miliardi di euro anche frutta (+2,4%), prodotti lattiero-caseari (+3,2%), carni e prodotti non lavorati da colture permanenti (tra cui uva, agrumi). Gli aumenti più consistenti si registrano per pane e prodotti di pasticceria con 1,2 miliardi (+72%), prodotti per animali (+10,5%) e gelati (+7,4%).

I maggiori esportatori italiani? Cuneo e Verona con 3 miliardi di euro. Al terzo posto sale Milano con 1,6 miliardi, +4,4%. Vengono poi Parma 4°, Bolzano 5°, Salerno 6° e Modena 7°. Tra le prime venti posizioni la maggiore crescita a Cuneo (+11%), Ravenna (+8,1%) e Treviso (+6,2%).

Lombardia con 6,4 miliardi di export rappresenta circa un sesto del totale italiano. Oltre a Milano, 3° in Italia, tra le prime 20 ci sono anche Bergamo 12° con 880 milioni circa (+5,9%) e Mantova 19° con 661 milioni. A crescere di più sono però Lodi (+7,1%) e Como (+6,2%). Como leader italiana in pesci, crostacei lavorati e conservati (con 155 milioni, +8,9%), Brescia 8° e Milano 17°, Lodi prima per prodotti lattiero-caseari dove rappresenta un decimo del totale nazionale, +9,4% con Mantova 5°, Cremona 6°, Brescia 8°, Bergamo 9° e Milano 14°. Pavia eccelle invece per granaglie, amidi e prodotti amidacei (17% nazionale, +4,3%), Milano è prima per prodotti da forno e terza per cioccolata, caffè e spezie.

Brescia, per il settore terziario fiducia al minimo nel primo trimestre 2019

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Tendenze/Terziario by
Fiducia al minimo

Nel primo trimestre 2019, complice anche la preoccupazione relativa alla possibile evoluzione a breve dell’economia italiana, l’indice sul clima di fiducia nelle imprese bresciane operanti nel settore dei servizi è sceso a 102,3, aggiornando il nuovo minimo da quando è stata istituita la rilevazione (secondo trimestre 2016). Il suddetto indice mostra così una flessione sia nei confronti del periodo immediatamente precedente (105,0), sia su quanto sperimentato nell’analogo trimestre del 2018, quando il clima di fiducia si attestò a 143,3 (poco al di sotto del picco rilevato nel quarto trimestre 2017).

A evidenziarlo sono i risultati dell’indagine congiunturale condotta dall’Ufficio Studi e Ricerche dell’Associazione Industriale Bresciana che – nonostante la fase positiva vissuta a Brescia dal Terziario – conferma le perduranti difficoltà nel replicare le dinamiche registrate nel recente passato, in uno scenario tuttora caratterizzato da una diffusa prudenza fra gli operatori intervistati.

“I dati statistici rilevati esprimono, a mio parere, la difficoltà da parte delle imprese del Terziario a interpretare le prospettive del mercato – commenta Paolo Chiari, Presidente del Settore Terziario di AIB –. Certamente a questo hanno contribuito alcuni fattori tra i quali la poca chiarezza normativa in materia di incentivi fiscali e il rallentamento generale degli investimenti”.

L’evoluzione del comparto dei servizi riscontrata in ambito provinciale appare complessivamente coerente col quadro nazionale, dove l’Indice PMI riferito al settore si è mantenuto, nel periodo gennaio-marzo, intorno alla soglia che delimita l’espansione dalla contrazione, non lontano dai valori registrati nell’ultima parte del 2018, ma su livelli sistematicamente più bassi di quanto evidenziato per tutto il 2017 e nei primi nove mesi del 2018.

Nel dettaglio, per quanto riguarda i giudizi espressi dalle imprese sui tre mesi precedenti:

  • il fatturato è cresciuto per il 44% delle imprese, con un saldo positivo del 25% fra coloro che hanno dichiarato variazioni in aumento e in diminuzione;
  • gli ordini e l’occupazione evidenziano anch’essi incrementi (saldi netti pari rispettivamente a +23% e a +5%);
  • i prezzi dei servizi offerti continuano a caratterizzarsi per un’evoluzione tutto sommato piatta (saldo netto +4%), giustificata dalla persistente difficoltà di scaricare nelle tariffe applicate la salita dei costi operativi.

Le aspettative per i prossimi mesi risultano nel complesso piuttosto ottimistiche. Per il fatturato, il saldo fra risposte in aumento e in diminuzione è positivo (+33%); anche i saldi riferiti al portafoglio ordini (+20%) e all’occupazione (+16%) evidenziano risultati positivi. Le previsioni relative ai prezzi dei servizi offerti (-5%) certificherebbero la limitata possibilità da parte degli operatori contattati di incrementare le tariffe proposte alla clientela.

Le opinioni delle imprese intervistate in merito alle prospettive sulla tendenza generale dell’economia italiana rimangono fortemente negative e contribuiscono quindi a deprimere l’indice di fiducia complessivo: nessuno degli intervistati si è espresso infatti in modo favorevole, il 36% ha una visione pessimistica, mentre il rimanente 64% ha indicato stazionarietà.

 

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