Crisi

Brescia, da inizio 2018 sono sparite 334 imprese

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Nei mesi tra gennaio e marzo – tradizionalmente caratterizzato da un bilancio negativo tra iscrizioni e cessazioni d’imprese, a causa del concentrarsi di quest’ultime sul finire dell’anno e contabilizzate negli archivi camerali nelle prime settimane dell’anno successivo – sono nate 2.253 imprese e ne sono cessate 2.587, determinando un nuovo saldo negativo pari a 334 unità.

Rispetto allo stesso periodo dello scorso anno si è registrato un rallentamento delle iscrizioni di nuove imprese e contestualmente le un aumento delle cessazioni. Il risultato è una nuova riduzione del numero delle imprese che ha portato a 118.591 le sedi registrate a fine marzo, il valore più basso dal 2006.

Anche per il comparto artigiano il primo trimestre si conferma in rosso, con un saldo negativo pari a 234 unità. E’ questa la dinamica che emerge dall’analisi sulla natalità e mortalità delle imprese bresciane realizzata dal Servizio Studi della CCIAA di Brescia e dal centro Studi AIB sui dati Movimprese.

Dal confronto territoriale si evidenzia che tutte le province lombarde, a differenza di Milano, hanno chiuso il trimestre con saldi negativi; il risultato di Brescia è tra i meno peggiori. Brescia si colloca, infatti, in seconda posizione dopo Milano per valore del tasso di sviluppo.

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