Bcc Agro Bresciano

Bcc Agro Bresciano, il credito anomalo scende al 13 per cento

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Il 2017 di Bcc Agro Bresciano si chiude “positivamente” grazie al perfezionamento di “due operazioni straordinarie che hanno alleggerito la Banca di gran parte delle sofferenze accumulate in questi anni di crisi economica”. A dirlo è una nota dell’istituto di credito.

“In rapida successione – si legge nel comunicato – abbiamo proceduto con una cartolarizzazione pari a 34 mln di euro e ad una cessione di sofferenze per 96 mln di euro. Questo ci ha permesso di abbassare drasticamente la soglia del credito anomalo, che oggi si attesta tra il 13% ed il 14%, e soprattutto di riportare i nostri principali indicatori patrimoniali in una fascia di stabilità e sicurezza, al pari dei migliori istituti di credito”.

“Come siamo arrivati a tutto questo? – si domanda nello stesso comunicato il Presidente Osvaldo Scalvenzi – Abbiamo accolto con determinazione le indicazioni provenienti da Banca d’Italia e dal sistema del Credito Cooperativo per dare un futuro positivo alla nostra Banca. Le nostre radici nel territorio restano ben salde: ne risulterà infatti una Banca più forte, alleggerita dalla massa di credito anomalo e pronta ad affrontare da protagonista il percorso all’interno del nascente Gruppo bancario. Ci attende un percorso articolato, con la celebrazione dell’assemblea straordinaria, l’introduzione delle necessarie modifiche statutarie e l’adesione definitiva al Gruppo Iccrea. L’originario spirito cooperativo non verrà dunque sminuito e le nostre comunità locali continueranno a poter contare su una Banca che le sosterrà lungo la via della ripresa e dello sviluppo”.

Secondo il Direttore Generale Giuliano Pellegrini “tutto ciò comporterà una serie di significativi vantaggi: un consistente alleggerimento dei costi di gestione, un’adeguata patrimonialità in rapporto ai rischi e una rinnovata capacità di produrre reddito per continuare a sostenere l’economia locale”.

Il percorso intrapreso – che negli anni ha portato il credito anomalo a scendere dal 36 per cento al 13 per cento – comporterà una perdita nel bilancio dell’anno in corso, con la previsione del ritorno all’utile già dal 2018.

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