Michele Mezza è un giornalista, saggista e docente universitario italiano. Laureatosi in Giurisprudenza all’Università Statale di Milano, negli anni 1974-75 segue un corso biennale presso la Scuola Superiore di Economia Politica diretta da Claudio Napoleoni. È giornalista professionista dal 1978.
Michele Mezza è un giornalista, in pensione dalla RAI dal gennaio 2015. È stato inviato del GR in Unione sovietica, attività per la quale ha ricevuto il premio Calabria nel 1993. Sempre per Radio Rai è stato inviato sul teatro delle Guerre jugoslave degli anni novanta, attività per la quale ha ricevuto il Premio Oscar della Radio per il documentario radiofonico nel 1994. Nel 1997, insieme a Luciano Lanna e Antonio Satta, è stato uno degli autori dello speciale di RaiDue “1977: l’anno che non finì”. Nel 1998, ha curato e realizzato il progetto, da lui ideato, per la creazione di Rainews24, il primo canale televisivo all-news della televisione italiana, del quale è stato vice-direttore. È attualmente docente di Sociologia delle culture digitali, presso il dipartimento di Scienze Sociali dell’Università Federico II di Napoli.
Un’interessante prospettiva storica delle politiche sull’innovazione nel nostro paese è fornita dal suo libro “Avevamo la luna. L’Italia del miracolo sfiorato, vista cinquant’anni dopo” pubblicato da Donzelli Editore.
Furono gli anni tra il 1962 e il 1964 la vera stagione in cui le prospettive di un cambiamento di ruolo e di status del paese potevano realmente mutare. Sulla scena internazionale si affacciava Kennedy che spostava il confronto con il mondo comunista. Il sapere cominciava a diventare leva e motore del progresso economico. L’Occidente assisteva al primo sorgere di ceti metropolitani che davano corpo a fenomeni culturali eccentrici. Nel 1962 nascevano i Beatles e i Rolling Stones, destinati a cambiare il mondo della musica e le relazioni fra le generazioni. E in Italia? Mezza individua cinque scenari che videro in quell’anno aprirsi – e subito chiudersi – una prospettiva strategica per il nostro paese e li ricostruisce con una tecnica innovativa basata sull’uso del QR-code, che consente un rinvio immediato, tramite smart-phone o iPad, alle fonti visive e sonore sul Web.
In occasione del lancio del suo libro Michele Mezza ha intervistato Elserino Piol , dirigente storico di Olivetti e testimone della storia italiana e mondiale dell’informatica.