(a.tortelli) “Il sistema Brescia? Fino a oggi non si è fatto abbastanza: serve un’occasione concreta e l’industria 4.0 può esserlo”. A dirlo è stato oggi il presidente di Apindustria Douglas Sivieri, che – accompagnato dalla responsabile donne Emanuela Colosio e dalla giovane Chiara Pastore – ha colto l’opportunità della tradizionale conferenza stampa di fine anno per fare un primo bilancio del suo triennio da presidente. A maggio i vertici di Api andranno a rinnovo. E Sivieri non ha negato di essere in campo. “Una opzione è che io rimanga, ma al momento è l’ultima”, ha detto rispondendo – forse con troppa scaramanzia – ai giornalisti che gli chiedevano di una eventuale ricandidatura
Quanto al resto, il presidente di Api ha sottolineato le difficoltà di contesto dell’ultimo triennio, a partire da un mondo politico che non riesce a dare prospettiva alle aziende. “Da anni continuiamo a ripetere che le tasse sono sbagliate, che non si possono trattare piccole e grandi aziende allo stesso modo”, ha spiegato, “ma le risposte tardano ad arrivare. Nel frattempo il mercato bresciano non tira e la situazione delle infrastrutture è un freno allo sviluppo di molte aziende”.
In questo quadro, ha spiegato Sivieri, Api ha cercato di essere “vicina agli associati”. “Tre anni intensissimi, ma divertenti”, in cui il numero degli iscritti è cresciuto (erano un migliaio quando si è insediato), ma non solo per i servizi offerti. “Il nostro vero compito”, ha detto, “è quello di fare in modo che le aziende trovino nuovi sbocchi e crescano insieme”, ponendosi come interlocutore del mondo politico (“ringrazio in particolare Pd, M5s e Fi perché hanno sempre risposto con prontezza alle nostre sollecitazioni”). Di più. La prospettiva di fondo – “nel lunghissimo periodo” – deve essere quella di “unire gli sforzi, anche con gli artigiani, per dare un’unica rappresentanza alle piccole e medie imprese, distinta dalle grandi”.
Quindi, Sivieri ha sottolineato che “i sindacati mi hanno perfino stupito, perché mi sono sembrati molto più sensibili all’ascolto che in passato”. Ma sul fronte opposto ha evidenziato che sul fronte del cosiddetto sistema Brescia non sono stati fatti grandi passi in avanti. “Purtroppo”, ha spiegato, “hanno prevalso i particolarismi di tutte le associazioni, compresa la nostra. Il mio auspicio è che le realtà imprenditoriali e le istituzioni collaborino maggiormente”. E il luogo per concretizzarlo può essere la Camera di Commercio. “Il presidente Ambrosi è persona che conosco poco e stimo molto, perché è riuscito davvero a dare una voce comune alle diverse anime di Brescia”.
Proprio in camera di commercio, lunedì, Api ha promosso un tavolo sul tema dell’industria 4.0. Un’occasione che ha già trovato diverse adesioni (università Statale e Cattolica, Cmst, Provincia, Comune, diversi ordini professionali etc), anche se per il momento manca ancora Aib, che proprio ieri ha sottolineato per bocca di Marco Bonometti di voler essere la guida bresciana su questo fronte. “Sono assolutamente convinto che non mancheranno, li aspetto”, ha detto Sivieri, “e non ho problemi se il progetto lo vogliono guidare loro. L’importante è che riusciamo a fare sistema. A Brescia”, ha concluso, “serve un’occasione concreta per unirsi e questa potrebbe essere quella giusta”.