Un secondo trimestre 2016 in positivo per l’artigianato manifatturiero lombardo: “Fatto non solo di molti segni più, ma anche di una crescita diffusa a tutti i dati congiunturali, e che vede l’artigianato cavarsela meglio dell’industria”, commenta il presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia Eugenio Massetti. Che sottolinea: “Cresciamo su tutti i mercati, interni e esteri, ma in particolare cresce sopra la media il settore metalmeccanico, che siamo soliti considerare la nostra “sentinella”, settore storicamente baricentrico per il comparto artigiano: un ulteriore elemento che ci fa ben sperare per i mesi a venire”.
I dati della congiuntura di Unioncamere Lombardia registrano infatti per le aziende artigiane manifatturiere una nuova svolta congiunturale positiva nella produzione (+0,8%) e un’accelerazione rispetto allo scorso anno con una variazione tendenziale dell’1,8%. L’indice della produzione sale a quota 71,2 (dato destagionalizzato, base anno 2005=100) recuperando 2,5 punti rispetto al minimo del 2013, ma rimanendo purtroppo ancora ben lontano da quota 100 e 5,5 punti sotto il massimo registrato nel 2011.
Da un punto di vista settoriale, il segno positivo che caratterizza circa metà dei comparti. I sei settori in espansione sono guidati dalla meccanica (+3,4%), seguita da gomma-plastica (+2,1%), legno-mobilio (+2,0%), alimentari (+1,9%) e manifatturiere varie (+1,6%). In leggera crescita l’abbigliamento (+0,8%). In contrazione i minerali non metalliferi (legati al mondo dell’Edilizia) (-4,4%), il resto del comparto moda (tessile -2,6% e pelli-calzature -2,2%), carta-stampa (-0,6%) e siderurgia (-0,4%). A livello dimensionale le micro imprese artigiane restano stazionarie, le imprese da 6 a 9 addetti sono in crescita dell’1,8% e quelle con oltre 10 addetti del +3,6%. “Ancora una volta le imprese artigiane che vanno meglio sono le più strutturate – commenta Massetti – a dimostrazione che la competitività, su mercati complessi come gli attuali, vada giocata su qualità e capacità di innovare, elementi che caratterizzano più facilmente le imprese più strutturate o capaci di lavorare in rete”.
Le imprese che dichiarano variazioni negative nei livelli della produzione scende di un punto (dal 33% al 32%) e, di conseguenza, aumenta la quota delle imprese che dichiarano variazioni positive (dal 43% al 44%). Il fatturato a prezzi correnti è in accelerazione sia dal punto di vista tendenziale (+2,3%) che congiunturale (+0,9%). Sul mercato interno, si registra un +0,8% rispetto al trimestre precedente e un +0,5% tendenziale. Sul versante estero, dal quale il comparto artigiano ricava una quota del fatturato del 7,3% sul totale, i risultati sono ancora più positivi crescendo dell’1,9% rispetto al trimestre precedente e del 5,3% su base annua. Per quanto riguarda l’occupazione, tasso d’ingresso e d’uscita si riducono di pari entità, mantenendo il saldo costante al +0,3% registrato anche lo scorso trimestre. Le aspettative delle imprese artigiane risultano invece in controtendenza in un quadro in miglioramento: produzione e occupazione rimangono in area negativa e peggiorano tornando ad allontanarsi dal punto di svolta. Anche sul versante della domanda le aspettative degli artigiani flettono per entrambi i mercati con la domanda estera che, dopo tre trimestri in area positiva, torna in negativo. “Viviamo un periodo di forte incertezza, con una turbolenza dei mercati ulteriormente alimentata da fenomeni come la Brexit: credo si possa spiegare così la diffusione, tra le nostre imprese, di un sentiment particolarmente negativo, a volte nonostante i risultati d’impresa positivi. – conclude il presidente Massetti – Eppure, oggi più che mai, non dobbiamo perdere una certa dose di fiducia e la voglia di reagire che sono due elementi indispensabili per continuare a scommettere sulle nostre imprese e a competere con successo”.