Fiera, è arrivato il momento di unire le forze

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di Sandro Belli* – Fiera si, fiera no. Per anni il dibattito è proseguito, poi l’oblio. Pochi, fra i quali Bresciacittagrande ( per questo a volte sbeffeggiata) hanno continuato insistentemente a sostenere che una città operosa, artigianale e industriale come Brescia avesse bisogno di un punto espositivo idoneo, per mostrare la propria produzione e la propria creatività, per incontrare e confrontarsi con clientela di vario tipo, per svolgere un marketing serio, sul pezzo.

Per dar senso e forza ad un grande progetto di rilancio dell’intero comparto, si proponeva di considerare il palazzetto EIB e la Fiera come un tutt’uno. Si chiedeva,in altre parole, di pensare, attrezzare, organizzare e in seguito gestire le due realtà in modo sinergico, sotto un’unica regia. Si chiedeva,inoltre, di preoccuparsi delle adiacenze, dei parcheggi e dei servizi limitrofi; di non dimenticare la raggiungibilita’ da strade, autostrade, stazione ecc.Tutto ciò non solo per le migliori chance  possibili al comparto, ma anche per renderlo più comodo e più versatile rispetto a possibili aree concorrenti, vicine o lontane. Una realtà nuova, ben attrezzata, moderna, gestita in modo snello e a costi contenuti, nella quale tra eventi ed esposizioni dei due edifici non solo non vi fosse sovrapposizione e concorrenza, ma convergenza ed ampia possibilità di utilizzo comune degli spazi, dei servizi e della sede direzionale. Ma tutto ciò non ci pareva sufficiente.

L’ ambito cittadino sembrava essere troppo limitato. Una realtà che doveva poter aver una voce internazionale, andava accompagnata da energie non solo locali. La prospettiva poliprovinciale, inserita nel grande tema della Lombardia Orientale ci sembrò assolutamente consona e indispensabile.

Oggi, dopo che sembra tutto pronto per ripartire, vorremmo riproporre quanto tempo fa scrivevamo nella convinzione che sia ancora utile ed attuale, aggiungendo questa considerazione : non abbiamo alcun dubbio che Brescia possa gareggiare quantomeno con città di medie dimensioni, come Vicenza, Verona, Bergamo, Rimini, ecc, città nelle quali le attività  fieristica, espositiva e congressuale sono presenti e, a volte in sviluppo. Come sempre serve vera convinzione e condivisione della comunità di tutta la vasta area lombardoorientale delle forze politiche ed economiche, superando gelosie e campanilismi.

Oltre a ciò  è nostra convinzione che una città non può essere costituita da tante “isolette”, da attività scollegate quando non addirittura antitetiche, da associazioni e società che, ciascuna per se, senza alcun collegamento o rapporto, pur avendo l’obiettivo comune di vivacizzare o dar lustro alla città, impiegano singolarmente ingenti risorse della comunità. Spesso una singola  attività si organizza con strutture societarie o direttive che impegnano troppi componenti, consigli di amministrazione con una pletora di consiglieri, uno per partito o uno per corrente o per categoria, con comitati tecnici a latere o direttivi operativi esagerati, creando organismi costosi e non preoccupandosi di coordinare le proprie iniziative con altri organismi similari. Per dimenticare e superare questa abitudine tutta italiana allo spreco di risorse e al concetto ” nella mia parrocchia comando io” e sopratutto per riuscire a sorreggere e sviluppare con costi sopportabili attività importanti per la città, come un nuovo comparto fieristico-sportivo-congressuale ci si deve convincere che le sinergie sono indispensabili e che si deve “unire le forze”.

* Imprenditore

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