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Tendenze - page 2

Brescia, inflazione congiunturale +1,3%, tendenziale +0,1%

in Economia/Tendenze by

Nel mese di MAGGIO la variazione congiunturale dei prezzi al consumo NIC è in lieve aumento (+0,3%), mentre quella tendenziale è debolmente positiva (+0,1%). A dirlo – secondo quanto riporta BsNews.it – è una nota dell’Ufficio Statistica del Comune di Brescia.

Rispetto al mese precedente, presentano decisi aumenti dei prezzi le divisioni “Prodotti alimentari e bevande analcoliche” (+1,2%), “Servizi ricettivi e di ristorazione” (+1,2%) e “Ricreazione, spettacoli e cultura” (+1,1%). Principalmente, sono in calo le “Comunicazioni” (-1,3%), i “Trasporti” (-0,6%), “Mobili, articoli e servizi per la casa” (-0,3%) e le “Abitazione, acqua, elettricità e combustibili” (-0,3%). Le divisioni “Abbigliamento e calzature”, “Altri beni e servizi”, “Servizi sanitari e spese per la salute” e “Istruzione” registrano variazioni congiunturali nulle.

Rispetto a aprile 2023, i maggiori incrementi si registrano per le divisioni “Ricreazione, spettacoli e cultura” (+2,6%), “Istruzione” (+2,5%), “Bevande alcoliche e tabacchi” (+1,7%), “Trasporti” (+1,7%), “Prodotti alimentari e bevande analcoliche” (+1,6%), “Servizi ricettivi e di ristorazione” (+1,4%), “Abbigliamento e calzature” (+1,2%), “Altri beni e servizi” (+1,0%). In forte calo, la divisione “Abitazione, acqua, elettricità e combustibili” (-8,5%), seguita da “Comunicazioni” (-6,7%).

Analizzando per tipologia di prodotto, i “Beni” presentano un lieve aumento congiunturale (+0,1%), frutto di due andamenti opposti: la diminuzione dei Beni Energetici (-1,0%) e l’aumento dei Beni Alimentari (+1,1%). In particolare, tra i Beni Energetici, calano gli Altri Energetici (-1,3%), mentre aumentano gli Energetici regolamentati (+2,3%). Tra gli alimentari, invece, sono in aumento quelli non lavorati (+3,2%). Aumentano anche i tabacchi (+0,2% su base mensile e +3,3% su base annuale). In termini tendenziali, complessivamente i “Beni” calano (-1,0%). I “Servizi” presentano complessivamente un lieve incremento congiunturale (+0,4%), contribuendo a mantenere elevato l’aumento tendenziale (+1,0%). In particolare, all’interno della tipologia dei Servizi, la voce che presenta l’aumento congiunturale più elevato è quella dei “Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona” (+1,4%).

Complessivamente, i prezzi dei “Beni alimentari, per la cura della casa e della persona”, definiti come il Carrello della spesa delle famiglie, aumentano su base mensile (+0,9%) e annuale (+1,2%). Con riferimento alla frequenza di acquisto, rispetto al mese di aprile, salgono i prodotti a Alta e Media frequenza di acquisto (rispettivamente +0,3% e +0,5%), mentre quelli a Bassa frequenza sono in diminuzione (-0,4%). In termini tendenziali, i prodotti a Alta frequenza di acquisto presentano variazioni positive elevate (+2,2%), mentre quelli a Media e Bassa frequenza variazioni negative (rispettivamente -1,6% e -0,7%).

Infine, per la componente di fondo della dinamica dei prezzi “Core Inflation” (al netto della componente volatile dei Beni energetici e Alimentari non lavorati), la variazione congiunturale è lievemente positiva (+0,2%). Rimane elevata quella tendenziale (+0,9%). Confrontando l’andamento dei prezzi della città di Brescia con quello complessivo registrato a livello nazionale, si evidenzia che, anche in questo mese, le variazioni tendenziali della città di Brescia sono meno elevate di quelle presenti a livello nazionale, mentre quelle congiunturali sono le medesime. Le differenze sono presentate, in seguito, anche per divisione.

Imprese manifatturiero, saldo positivo (+0,5%) per le assunzioni

in Economia/Lavoro/Manifatturiero/Tendenze by

Nel primo trimestre 2024 l’occupazione in Lombardia non solo tiene ma cresce: per l’industria segna un aumento delle assunzioni che portano a un saldo positivo (+0,5%), mentre nell’artigianato l’incremento del flusso in ingresso è anche più marcato (3,1%) e, affiancandosi ad un rallentamento delle uscite (2,4%), porta a un saldo positivo del +0,7%.

È quanto emerge dai dati del primo trimestre 2024 relativi alla manifattura lombarda, presentati oggi a Milano dall’assessore allo Sviluppo economico di Regione Lombardia, dal presidente di Unioncamere Lombardia Gian Domenico Auricchio, dal presidente di Confindustria Lombardia Francesco Buzzella e dal presidente di Claai Stefano Fugazza.

Il buono stato di salute della manifattura lombarda è confermato anche dalle aspettative incoraggianti degli imprenditori per il prossimo trimestre, in cui il rafforzamento dell’attività industriale a livello globale insieme alla riduzione dell’inflazione e al possibile calo dei tassi d’interesse, rafforzano la fiducia delle aziende.

Andando nello specifico dei dati, in una situazione già positiva, la produzione industriale e artigiana lombarda fa registrare una lievissima variazione congiunturale: per l’industria pari a -0,3% mentre per l’artigianato la flessione è dello 0,6% con un fatturato che flette di conseguenza: -0,9% per l’industria e -1,3% per l’artigianato.

I motivi di questa leggerissima variazione sono da ricercare, anche in questo caso, nei ‘fattori esterni’, a cominciare dall’evoluzione della guerra in Ucraina con un possibile nuovo aumento dei costi dell’energia e il blocco del canale di Suez.

In ogni caso c’è da registrare la crescita, in alcuni casi anche importante, di settori specifici come mezzi di trasporto (+4,4% su base annua), chimica (+3,6%), alimentari (+3,5%) e carta-stampa (+1,6%). Quelli invece un po’ più in sofferenza sono il comparto moda (tessile -7,8%; abbigliamento -5,9%; Pelli-calzature -3,2%). In contrazione anche la siderurgia (-4,6%). Meno intensa la riduzione dei livelli produttivi per meccanica (-2,4%), minerali non metalliferi (-2,0%) e gomma-plastica (-1,5%). Stabile il legno-mobilio (+0,1%).

ASSESSORE SVILUPPO ECONOMICO: STRAORDINARIETÀ LOMBARDA – “Politica monetaria e situazione geopolitica non aiutano la nostra economia – ha affermato l’assessore regionale allo Sviluppo economico – ciò nonostante, i dati in crescita dell’occupazione e la stabilità della produzione ci consentono di essere estremamente ottimisti per i prossimi mesi. Il nostro è un ecosistema solido, maturo e che grazie alla flessibilità riesce a dare segnali positivi in contingenze negative come quelle che stiamo vivendo. La straordinarietá lombarda si conferma nonostante i ‘freni’ sovra territoriali”.

UNIONCAMERE LOMBARDIA: CONFIDIAMO NELLA RIDUZIONE DEI TASSI – “Le condizioni geopolitiche preoccupano ancora – ha specificato Gian Domenico Auricchio, presidente di Unioncamere Lombardia – ma per il secondo trimestre 2024 confidiamo nella riduzione dei tassi e nell’abbassamento dei prezzi. I mercati esteri per l’industria lombarda restano rilevanti e in considerazione della ripresa seppur lenta del commercio mondiale siamo fiduciosi che i numeri possano migliorare”.

CONFINDUSTRIA LOMBARDIA: CAUTO OTTIMISMO – “La produzione industriale lombarda – ha detto Francesco Buzzella, presidente di Confindustria Lombardia – a inizio anno sconta un andamento globale debole e l’instabilità in diverse aree del mondo cruciali per il commercio. Nonostante questa prevedibile fase di rallentamento, gli imprenditori sono cautamente ottimisti e vedono una ripresa nel secondo semestre di quest’anno spinta in particolare dall’atteso taglio dei tassi di interesse da parte della BCE, oltre che dal calo dei costi energetici e dell’inflazione, ma guardano con attenzione gli sviluppi del contesto geopolitico. Sono alte le aspettative delle imprese lombarde nei confronti di un’Europa che nei prossimi mesi dovrà dimostrarsi all’altezza delle sfide contemporanee, sostenendo e proteggendo il tessuto imprenditoriale con scelte forti, lungimiranti e condivise. Le imprese, in particolare le manifatturiere, sono l’unico asset in grado di evitare il declino economico del nostro continente”.

Inflazione a Brescia: ad aprile -0,3% sul mese precedente

in Economia/Tendenze by

Nel mese di APRILE la variazione congiunturale dei prezzi al consumo NIC è in lieve calo (-0,3%), mentre quella tendenziale è nulla. A darne notizia, secondo quanto riferito dal giornale online di Brescia BsNews.it, è l’ufficio Statistica del Comune di Brescia.

Rispetto al mese precedente, presentano lievi aumenti dei prezzi le divisioni “Bevande alcoliche e tabacchi” (+1,0%), “Trasporti” (+0,6%), “Altri beni e servizi” (+0,2%), “Ricreazioni, spettacoli e cultura” (+0,1%) e “Abbigliamento e calzature” (+0,1%). Sono, invece, in calo le divisioni “Abitazione, acqua, elettricità e combustibili” (-2,4%), “Prodotti alimentari e bevande analcoliche” (-0,5%), “Comunicazioni” (-0,4%) e “Servizi ricettivi e di ristorazione” (-0,4%). Le divisioni “Servizi sanitari e spese per la salute”, “Mobili, articoli e servizi per la casa” e “Istruzione” registrano variazioni congiunturali nulle.

Rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, la maggior parte delle divisioni presenta aumenti, anche se complessivamente di minore intensità rispetto ai mesi precedenti: “Servizi ricettivi e di ristorazione” (+2,6%), “Istruzione” (+2,5%), “Bevande alcoliche e tabacchi” (+2,0%), “Trasporti” (+1,6%), “Ricreazione, spettacoli e cultura” (+1,4%), “Prodotti alimentari e bevande analcoliche” (+1,1%), “Altri beni e servizi” (+0,9%) e “Abbigliamento e calzature” (+0,8%), “Mobili, articoli e servizi per la casa” (+0,5%), “Abbigliamento e calzature” (+0,4%). In forte calo, la divisione “Abitazione, acqua, elettricità e combustibili” (-9,0%), seguita da “Comunicazioni” (-6,6%). Analizzando per tipologia di prodotto, i “Beni” presentano una decisa diminuzione congiunturale complessiva (-0,5%). Scendendo a un dettaglio maggiore, si evidenzia una decisa diminuzione dei Beni Energetici (-2,1%) e una lieve diminuzione dei Beni Alimentari (-0,4%) e degli Altri Beni (-0,1%). In particolare, tra i Beni Energetici, calano gli energetici regolamentati (-8,3%). Tra gli alimentari, invece, sono in lieve aumento quelli lavorati (+0,1%), mentre quelli non lavorati presentano un deciso calo (-1,3%). Aumentano anche i tabacchi (+1,3% su base mensile e +3,3% su base annuale).

In termini tendenziali, complessivamente i “Beni” calano (-1,2%). I “Servizi” presentano complessivamente un lieve incremento congiunturale (+0,1%), contribuendo a mantenere elevato l’aumento tendenziale (+1,5%). In particolare, all’interno della tipologia dei Servizi, la voce che presenta l’aumento congiunturale più elevato è quella dei “Servizi relativi ai trasporti” (+0,7%). Complessivamente, i prezzi dei “Beni alimentari, per la cura della casa e della persona”, definiti come il Carrello della spesa delle famiglie, scendono su base mensile (-0,4%), mentre su base annuale aumentano (+0,8%).

Con riferimento alla frequenza di acquisto, rispetto al mese di marzo, i prodotti a Alta frequenza di acquisto non subiscono variazioni, mentre quelli a Media e Bassa frequenza sono in diminuzione (rispettivamente -0,6% e -0,1%). In termini tendenziali, i prodotti a Alta frequenza di acquisto presentano variazioni positive elevate (+1,8%), mentre quelli a Media e Bassa frequenza variazioni negative (rispettivamente -1,6% e -0,3%). Infine, per la componente di fondo della dinamica dei prezzi “Core Inflation” (al netto della componente volatile dei Beni energetici e Alimentari non lavorati), la variazione congiunturale è lievemente positiva (+0,1%). Rimane elevata quella tendenziale (+1,2%).

Confrontando l’andamento dei prezzi della città di Brescia con quello complessivo registrato a livello nazionale, si evidenzia che, in questo mese, le variazioni congiunturali e tendenziali della città di Brescia sono meno elevate di quelle presenti a livello nazionale.

Nel 2023 il settore metalmeccanico bresciano ha chiuso in negativo

in Economia/Manifatturiero/Meccanica/Tendenze by

L’attività produttiva delle imprese bresciane operanti nell’industria metalmeccanica chiude il 2023 in negativo: la dinamica media annua è nel complesso stagnante per le aziende meccaniche (-0,2%), mentre per quelle metallurgiche la flessione è stata più intensa (-1,8%).

A evidenziarlo è la più recente edizione dell’indagine trimestrale condotta dal Centro Studi di Confindustria Brescia su un panel di aziende associate.

L’analisi ha inoltre evidenziato, nel 4° trimestre del 2023, un andamento negativo di intensità più marcata rispetto a quanto rilevato nel periodo precedente: nel dettaglio, la meccanica ha segnato una flessione del 4,3% rispetto all’analogo periodo del 2022, mentre la metallurgia ha registrato una contrazione relativamente più contenuta (-4,1%).

Anche nel periodo ottobre-dicembre dell’anno scorso, la domanda insufficiente è stata indicata come il principale fattore che limita la produzione: tale elemento di criticità è stato denunciato dal 41% delle aziende meccaniche e dal 45% di quelle metallurgiche. Si tratta di numeri che non si rilevavano dal 2020, da quando il sistema economico locale stava affrontando le inedite criticità derivanti dal Covid-19.

Le difficoltà incontrate nel 2023 dal settore metalmeccanico hanno riguardato anche gli scambi con l’estero: le esportazioni, attestatesi a 15.784 milioni, hanno registrato una contrazione dell’8,2% sul 2022, una dinamica zavorrata, in particolare, dalla caduta del comparto della metallurgia (-20,8%). Tale performance, che segue il +16,9% sperimentato nel 2022, va interpretata alla luce del contesto macroeconomico globale tutt’altro che esaltante, caratterizzato dall’evoluzione dell’indice PMI manifatturiero (nel 2023 sistematicamente attestatosi al di sotto della soglia di neutralità) e dalla flessione degli scambi internazionali, diminuiti dell’1,9% nei confronti del 2022. Va tuttavia sottolineato che la principale motivazione alla base della discesa del valore delle merci vendute all’estero è da ricondurre al movimento di sgonfiamento delle quotazioni delle materie prime utilizzate nei processi produttivi delle imprese metalmeccaniche: a titolo di esempio, il prezzo dell’alluminio è diminuito del 16,6%, quello del rame del 3,8%, mentre il rottame ferroso ha registrato una contrazione del 12,0%. Le principali aree di destinazione dell’export si caratterizzano per “segni meno” (Unione Europea -10,2%, America settentrionale -11,7%): tali mercati rivestono un ruolo importante per le imprese del territorio, in quanto nel 2023 hanno assorbito ben il 72,5% delle esportazioni bresciane di prodotti metalmeccanici. In tale contesto, la Germania (di gran lunga la meta privilegiata per il made in BS) ha segnato un -13,3%, passando da 3.605 milioni di vendite all’estero a 3.126. Ancora più intensa è la caduta che ha caratterizzato la Francia, che ha sperimentato un -14,4% (da 1.911 milioni a 1.636). Segnali positivi sono invece giunti dall’Asia orientale (da 577 milioni a 603, + 4,4%) e dal Medio Oriente (da 466 milioni a 511, +9,6%).

“L’anno 2023, come si vede dai dati, chiude in rallentamento – commenta Gabriella Pasotti, presidente del settore Meccanica e Meccatronica di Confindustria Brescia –. Il nostro comparto, in particolare, ha segnato un calo di volumi importante, dovuto alle tensioni geopolitiche, a un generale calo della competitività e al rallentamento dell’export, con una conseguente e importante riduzione delle marginalità. Ci addentriamo ora in un 2024 segnato dall’incertezza, con una bassa visibilità dei portafogli e un contesto generalmente molto eterogeneo tra le varie aziende, con significative differenze tra le medio-piccole e le grandi. Quello che preoccupa è soprattutto la difficoltà nel pianificare investimenti senza un sistema di progettualità nazionale, non solo nel medio periodo ma anche nel breve. Ad oggi non sappiamo cosa sarà dei benefici fiscali e di Industry 5.0: serve perciò massima attenzione nella gestione dei magazzini e sul tema della gestione del costo del denaro, oltre a questioni ormai strutturali quali l’occupazione e la formazione, vista la sempre maggiore difficoltà che riscontriamo nel reperire manodopera specializzata.”

“La flessione dei fatturati di fine 2023 delle imprese bresciane della metallurgia è dovuta in parte al lento calo delle materie prime, ma soprattutto al rallentamento della locomotiva tedesca  – aggiunge Giovanni Marinoni Martin, presidente del settore Metallurgia, Siderurgia e Mineraria di Confindustria Brescia –. Il motore dell’export europeo sta trovando grandi difficoltà, causate dal rallentamento delle esportazioni verso il Far East, ma soprattutto dalle grandi esportazioni dalla Cina verso l’Europa soprattutto di automobili. Purtroppo, il commercio di componenti ed automobili con il paese del dragone, che prima era un’opportunità, ora si sta rilevando una terribile minaccia. È sempre più urgente che l’Europa prenda coscienza della disparità di costi di produzione tra l’Europa e l’Asia, a causa delle restrizioni ambientali e sociali imposte nel vecchio continente ed eregga delle barriere a difesa dell’industria europea. Diversamente ci troveremo in una situazione di desertificazione industriale nel nostro continente, e dall’altra parte paesi come Cina o India che producono e inquinano indiscriminatamente.”

La debole dinamica produttiva riscontrata nel 2023 ha contribuito all’incremento del ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni (CIG) da parte delle imprese metalmeccaniche bresciane: le ore autorizzate fra gennaio e dicembre del 2023 sono infatti cresciute del 47% rispetto al 2022, passando da 9,4 milioni a 13,9 milioni. In particolare, la componente ordinaria è aumentata del 73% (da 5,9 a 10,3 milioni di ore), mentre quella straordinaria ha evidenziato un aumento molto più contenuto (+2%, da 3,5 a 3,6 milioni di ore). Il confronto con il 2019 mostra una crescita del 159% (sintesi di un +278% della CIGO e di un +35% della CIGS). Sulla base delle ore effettivamente utilizzate è possibile stimare che nell’ultimo anno le unità di lavoro annue (ULA) potenzialmente coinvolte nella CIG siano circa 2.100, contro le 1.300 del 2022 e le 1.200 del 2019.

Dal punto di vista della struttura produttiva, Brescia è la seconda provincia italiana per rilevanza dell’industria metalmeccanica (dopo Torino). Con circa 104 mila addetti attivi, è leader nazionale per quanto riguarda la metallurgia (15 mila addetti) e i prodotti in metallo (42 mila addetti), è al secondo posto nei macchinari e apparecchiature (30 mila addetti) e in ottava posizione relativamente ai mezzi di trasporto (poco meno di 8 mila addetti).

Brescia, a gennaio inflazione in lieve ripresa

in Economia/Tendenze by

Nel mese di GENNAIO la variazione congiunturale dei prezzi al consumo NIC si porta a +0,2%, mentre quella tendenziale a +0,5%. A riferirlo è l’ufficio statistica del Comune di Brescia.

Rispetto al mese precedente, si registra un lieve discesa congiunturale dei prezzi nella divisione legate ai “Trasporti” (-1,2%). Variazioni congiunturali nulle si registrano invece per le divisioni “Mobili, articoli e servizi per la casa”, “Ricreazioni, spettacoli e cultura” e “Istruzione”. Le restanti divisioni presentano lievi aumenti dei prezzi: “Abitazione, acqua, elettricità e combustibili” (+1,6%), “Comunicazioni” (+0,7%), “Servizi ricettivi e di ristorazione” (+0,5%), “Bevande alcoliche e tabacchi” (+0,4%) e “Altri beni e servizi” (+0,3%).

Rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, la maggior parte delle divisioni presenta aumenti anche se, in alcuni casi, di entità inferiore rispetto ai valori registrati nei mesi precedenti: “Servizi ricettivi e di ristorazione” (+6,4%), “Prodotti alimentari e bevande analcoliche” (+3,6%), “Istruzione” (+2,5%), “Bevande alcoliche e tabacchi (+2,4%), “Altri beni e servizi” (+2,0%), “Abbigliamento e calzature” (+1,7%), “Mobili, articoli e servizi per la casa” (+1,6%), “Trasporti” (+1,0%), “Ricreazione, spettacoli e cultura” (+0,8%) e “Servizi sanitari e spese per la salute” (+0,8%). In forte calo, la divisione “Abitazione, acqua, elettricità e combustibili” (-13,9%), seguita da “Comunicazioni” (-3,2%).

Analizzando per tipologia di prodotto, i “Beni” presentano un leggero aumento congiunturale complessivo (+0,5%). Scendendo a un dettaglio maggiore, si evidenzia un aumento dei Beni Energetici (+1,5%), seguito da un leggero incremento dei Beni Alimentari (+0,2%) e degli Altri Beni (+0,2%). In particolare, tra i Beni Energetici, aumentano sia gli Altri energetici (+1,6%), sia gli Energetici regolamentati (+1,4%). Tra gli alimentari, invece, sono in lieve aumento sia quelli lavorati (+0,2%), sia quelli non lavorati (+0,2%). In termini tendenziali, i “Beni” decrescono (-1,4%).

All’opposto, l’andamento dei “Servizi” presenta complessivamente un leggero decremento congiunturale (-0,1%), pur mantenendo alto l’aumento tendenziale (+2,8%). In particolare, all’interno della tipologia dei Servizi, le voci che presentano maggiori incrementi congiunturali e tendenziali sono quelle dei “Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona” (rispettivamente +0,4% e +4,8).

Complessivamente, i “Beni alimentari, per la cura della casa e della persona”, definiti come il Carrello della spesa delle famiglie, aumentano del +0,3% su base mensile e del +3,1% su base annuale. Con riferimento alla frequenza di acquisto, rispetto al mese di dicembre, sono lievemente aumentati i
prodotti a Alta, Media e Bassa frequenza di acquisto (rispettivamente +0,1%, +0,2% e +0,3%). In termini tendenziali, i prodotti a Alta e Bassa frequenza di acquisto presentano variazioni positive (rispettivamente +2,7% e +1,2%, mentre quelli a Media sono in diminuzione (-2,1%).

Infine, per la componente di fondo della dinamica dei prezzi “Core Inflation” (al netto della componente
volatile dei Beni energetici e Alimentari non lavorati), la variazione congiunturale è nulla, mentre è in
aumento quella tendenziale (+2,4%).

In un confronto con l’andamento dei prezzi complessivo registrato a livello nazionale, si evidenzia che, in questo mese, le variazioni congiunturali della città di Brescia sono lievemente inferiore a quelle registrate a livello nazionale (rispettivamente +0,2% e +0,3%), come le variazioni tendenziali (rispettivamente +0,5% e +0,8%). Le differenze sono presentate, in seguito, anche per divisione.

Massetti: Artigianato lombardo cresce nonostante le difficoltà e più dell’industria

in Associazioni di categoria/Confartigianato/Economia/Tendenze by

«L’artigianato fa registrare performance positive, con segnali ancora incoraggianti soprattutto per il segmento 10-49 addetti. La flessibilità è senza dubbio un elemento che contribuisce a spiegare la differenza rispetto alle prestazioni dell’industria, con una maggior duttilità delle piccole imprese ad adattarsi alle evoluzioni di mercato e agli scossoni degli scenari internazionali – sottolinea il presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia Eugenio Massetti in occasione stamane della presentazione dei dati congiunturali di Unioncamere a Milano che prosegue – Tale incertezza porta alla contrazione degli investimenti, che è l’elemento che più ci preoccupa, guardando al futuro, soprattutto in un’ottica d’integrazione di nuove soluzioni tecnologicamente avanzate. Naturalmente, i due universi – quello dell’industria e dell’artigianato – non possono essere scissi, nella lunga catena delle forniture, pertanto il nostro primo auspicio è che si torni a crescere con un certo vigore, sostenuti da un ritrovato equilibrio internazionale, della Germania in primis».

Nell’ultimo trimestre 2023 il comparto manifatturiero lombardo segna una crescita grazie a un quadro economico generale meno negativo. I rischi geopolitici che minacciano il flusso degli scambi commerciali internazionali con i recenti problemi legati al Canale di Suez uniti al perdurare della crisi industriale tedesca e agli alti tassi d’interesse non intaccano il comparto manifatturiero che mostra una lieve crescita congiunturale della produzione industriale (+0,4%) ed artigiana (+0,7%).

Grazie ai risultati di fine anno, il 2023 può essere considerato un anno in positivo con una media annua in aumento rispetto al precedente, sia per l’industria (+0,2%) che per l’artigianato (+1,8%). Migliora anche il clima di fiducia caratterizzato però da incertezza, evidenziata dall’aumento delle quote di imprenditori che non si aspettano variazioni di rilievo per produzione, fatturato e ordini.

Tra i settori più performanti nel 2023 quello dell’abbigliamento (+5,5% la media annua) i mezzi di trasporto (+5,4%), l’alimentare (+2,2%), la meccanica (+1,3%) e il pelli-calzature (+0,7%). Praticamente stazionari il legno-mobilio (+0,1%) e i minerali non metalliferi (-0,1%) legati perlopiù all’edilizia. In difficoltà invece il settore tessile -7,1%, la siderurgia (-4,8%), la carta-stampa (-3,0%), la gomma-plastica (-2,6%) e, meno intensamente, la chimica (-1,3%).

Si attenua la dinamica rialzista dei prezzi, sia per le materie prime che per i prodotti finiti, ma ancora non cedono terreno. Grazie a flussi di ordini che non si sono interrotti, le giornate di produzione assicurata dal portafoglio restano ai massimi livelli.

“Il sistema lombardo si conferma più forte del contesto negativo internazionale. Le nostre imprese si stanno dimostrando ancora una volta capaci di resistere alle criticità dettate dagli scenari globali: come Regione siamo e saremo costantemente al loro fianco” ha commentato Attilio Fontana, Presidente Regione Lombardia.

“Influenze negative globali ci hanno rallentati ma non fermati. Grazie alle nostre imprese rimaniamo ottimisti – ha dichiarato Guido Guidesi, assessore allo Sviluppo Economico di Regione Lombardia – Noi facciamo tutto quello che dobbiamo fare; adesso la BCE abbassi i tassi di interesse e l’Europa torni a sostenere chi, come la Lombardia, produce”.

Terziario, nel 4° trimestre 2023 risale la fiducia delle imprese bresciane, ma pesano le incognite globali

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Tendenze/Terziario by

Nell’ultimo trimestre del 2023, risale il clima di fiducia delle imprese bresciane attive nel settore dei servizi, attestatosi sul valore di 121, in deciso aumento rispetto alla rilevazione precedente (106) e in linea con quanto sperimentato nella seconda metà del 2022. Nel 2023 il livello di fiducia medio dichiarato delle aziende operanti nel terziario locale è stato pari a 118, in crescita nei confronti del 2022 (111), ma in decisa flessione sul 2021 (138).

A evidenziarlo sono risultati dell’Indagine congiunturale del Centro Studi di Confindustria Brescia al 4° trimestre 2023.

La dinamica che ha caratterizzato il periodo ottobre-dicembre 2023 va di pari passo con la ripresa del settore industriale locale, dopo lo stagionale rallentamento nel periodo estivo, all’interno di un contesto non privo di elementi di preoccupazione, tra cui spiccano: le perduranti tensioni geopolitiche, gli alti tassi d’interesse e il ridimensionamento della domanda.

“Pur in un contesto caratterizzato da una serie di incognite, ancora una volta il settore terziario si dimostra al passo con l’evoluzione dell’economia italiana e bresciana. Le nostre aziende progrediscono, assumono personale e si ritagliano un ruolo di incontestabile rilevanza anche nel confronto con la grande manifattura – commenta Fabrizio Senici, Presidente del settore Terziario di Confindustria Brescia –. Il terziario conta, non tanto nella dimensione, ma nel ruolo che oggi ricopre nella catena del valore di qualsiasi impresa.”

Il quadro delineato, contraddistinto da luci e ombre, non ha impedito alle realtà bresciane attive nel terziario, di realizzare numeri nel complesso positivi. Nel dettaglio, per quanto riguarda i giudizi espressi dalle aziende sui tre mesi precedenti:

il fatturato è aumentato per il 52% delle imprese intervistate, con un saldo positivo del 43% tra coloro che hanno dichiarato variazioni in aumento e in diminuzione;
gli ordini e l’occupazione evidenziano incrementi (saldi netti pari rispettivamente a +45% e a +23%);
i prezzi dei servizi offerti si caratterizzano per un’evoluzione crescente (saldo netto pari a +19%); una tendenza che certifica come l’inedita salita delle quotazioni degli input energetici riscontrata nei mesi scorsi (ora in fase di ridimensionamento) non abbia terminato di propagarsi in altri ambiti dell’economia reale.
Anche le prospettive per i mesi a venire appaiano favorevoli:

il fatturato è atteso in crescita dal 41% degli intervistati, con un saldo positivo del 29% a favore degli ottimisti rispetto ai pessimisti;
i saldi riferiti al portafoglio ordini (+31%) e all’occupazione (+23%) descrivono uno scenario di possibile consolidamento dell’attività;
i prezzi dei servizi offerti manifestano un saldo positivo (+17%), a indicazione che la fase rialzista è verosimilmente destinata a confermarsi anche nel prossimo futuro.
Con riferimento alle prospettive generali dell’economia italiana, oltre tre imprese su quattro (78%) prevedono una dinamica stazionaria, il 17% si dichiara pessimista, mentre solo il 5% degli imprenditori esprime un orientamento ottimistico. Tali numeri riflettono quindi una percezione, da parte delle imprese, di una sostanziale stabilità per il sistema economico nazionale, all’interno di uno scenario in cui il comparto dei servizi è atteso guidare la ripresa, con l’industria che si appresterebbe a terminare la fase di calo che ha contraddistinto buona parte del 2023.

Consulenza alle imprese

Il clima di fiducia delle imprese attive nel comparto della consulenza alle imprese, nel 4° trimestre 2023, si attesta a 118, contro il valore di 114 del periodo precedente. I giudizi espressi rispetto ai tre mesi precedenti segnalano che: il fatturato è aumentato per il 58% delle imprese, con un saldo positivo del 54% tra risposte in crescita e in diminuzione; gli ordini e l’occupazione evidenziano incrementi (saldi netti pari rispettivamente a +42% e a +27%); i prezzi dei servizi offerti si caratterizzano per un’evoluzione in rafforzamento (saldo netto pari a +19%). Con riferimento alle prospettive a breve termine: il fatturato è atteso in crescita dal 38% degli intervistati, con un saldo positivo del 23%; i saldi riferiti al portafoglio ordini (+26%) e all’occupazione (+19%) indicano uno scenario di significativo rafforzamento dell’attività; i prezzi dei servizi offerti manifestano un saldo positivo (+19%). Le opinioni delle imprese in merito alla tendenza generale dell’economia italiana risultano non in linea con i positivi risultati aziendali consuntivi e previsionali: il 4% prevede un aumento, a fronte del 77% che propende per la stazionarietà e del rimanente 19% che ha una visione sfavorevole.

ICT & digitale

Il clima di fiducia delle imprese attive nel comparto ICT & digitale, nel 4° trimestre 2023, si attesta a 123, in netto aumento rispetto a quanto rilevato fra luglio e settembre (87). In merito ai giudizi espressi sui tre mesi precedenti: il fatturato è aumentato per il 40% delle imprese, con un saldo positivo del 30% tra variazioni in aumento e in diminuzione; gli ordini e l’occupazione evidenziano incrementi (saldi netti pari rispettivamente a +45% e a +20%); i prezzi dei servizi offerti si caratterizzano per un’evoluzione crescente (saldo netto pari a +15%). Riguardo alle prospettive a breve termine: il fatturato è atteso in crescita dal 45% degli intervistati, con un saldo positivo del 40%; i saldi riferiti al portafoglio ordini e all’occupazione risultano positivi (rispettivamente pari a +35% e a +30%); i prezzi dei servizi offerti registrano un saldo in aumento del 20%. Le opinioni delle imprese in merito alla tendenza generale dell’economia italiana risultano fredde: solo il 10% ha un orientamento positivo, il 70% prevede stazionarietà e il rimanente 20% si aspetta una contrazione.

Servizi alle imprese

Nel 4° trimestre 2023 il clima di fiducia delle imprese attive nel comparto servizi alle imprese si attesta a 126, in crescita rispetto al periodo precedente (114). Riguardo ai giudizi espressi a consuntivo: il fatturato è cresciuto per il 44% delle imprese, con un saldo positivo del 22%; gli ordini evidenzia un saldo positivo (+34%) l’occupazione invece registra numeri meno entusiasmanti (saldi pari allo 0% ma il 78% dichiara stazionarietà); i prezzi dei servizi offerti si caratterizzano per una trend positivo (33%). In merito alle prospettive a breve termine: il fatturato è atteso risulta in crescita per il 44% degli intervistati, con un saldo positivo del +33%; il saldo riferito al portafoglio ordini risulta pari al 44%, quello all’occupazione a +11%; i prezzi dei servizi offerti si contraddistinguono per un saldo positivo dell’11%. Le opinioni delle imprese in merito alle prospettive dell’economia italiana risultano esclusivamente stazionarie: il 100% degli imprenditori del settore prevede un andamento costante dell’economia italiana.

L’Indagine viene effettuata trimestralmente su un panel di imprese associate appartenenti al settore terziario

Confindustria: il valore aggiunto bresciano vale 45,5 miliardi di euro

in Economia/Tendenze by

Secondo le prime e ancora provvisorie stime, nel 2023 il valore aggiunto complessivo a Brescia (espresso a valori costanti) ha evidenziato una dinamica stagnante, sperimentando una crescita dello 0,1% sul 2022 e attestandosi a 45,5 miliardi di euro.

A evidenziarlo è un focus realizzato dal Centro Studi di Confindustria Brescia e contenuto nella 18esima edizione del Booklet Economia, disponibile in formato digitale e contenente informazioni su tutti i principali indicatori economici bresciani aggiornati al 24 gennaio, tra cui una specifica sezione sul valore aggiunto della provincia.

La ricchezza prodotta ha quindi registrato una significativa frenata rispetto al +2,1% che aveva caratterizzato l’anno precedente. La deludente performance bresciana, non rilevata a livello lombardo (+1,0%) e nazionale (+0,7%) sconterebbe una serie di fattori, in particolare la debolezza del settore industriale locale, alle prese con la frenata del commercio internazionale e con la recessione in Germania, principali mercato di sbocco per la manifattura bresciana.

“La dinamica stagnante del PIL nella nostra provincia è in linea con quelle che sono le nostre sensazioni sul momento vissuto dal Made in Brescia, anche se, cercando di essere ottimisti, possiamo comunque registrare di essere tornati dopo 15 anni, sul piano del valore aggiunto, ai livelli prima della grande recessione – commenta Franco Gussalli Beretta, presidente di Confindustria Brescia –. Nonostante ciò, l’Italia resta generalmente in una posizione di ritardo dei confronti delle principali nazioni europee di riferimento, su tutte Germania e Francia. In tale contesto, inoltre, la nostra provincia segna flessioni maggiori rispetto alle medie nazionali e regionali. Anche in questo caso, tuttavia, serve guardare il lato positivo: Brescia si conferma infatti come un territorio a forte vocazione industriale, in cui la quota di ricchezza proveniente dal manifatturiero, pur essendo strutturalmente sotto il 50% – in linea con il processo di terziarizzazione dell’economia in atto da alcuni decenni –, rimane ampiamente sopra la media lombarda e italiana: un elemento che certifica la natura del Made in Brescia e le sue peculiarità, da proteggere e valorizzare.”

La dinamica complessiva evidenziata l’anno scorso sarebbe la sintesi di andamenti particolarmente diversificati tra i vari settori, in cui spiccano le crescite particolarmente sostenute per l’agricoltura (+3,6%) e per i servizi (+2,1%), a fronte di una flessione per l’industria in senso stretto (-2,9%) e per le costruzioni (-3,7%). In tale contesto, va poi rilevato che il valore aggiunto generato dal sistema economico locale si è attestato, nel suo insieme, su livelli ampiamenti superiori alla situazione pre-Covid (+2,1%); tutto questo grazie, in particolare, al settore delle costruzioni (+29,2%) – che ha evidentemente beneficiato delle misure agevolative emanate dal Governo – e per i servizi (+4,6%), comparto che ha goduto della ripresa del turismo, dopo le limitazioni negli anni precedenti.

Nell’ambito della sola industria in senso stretto, come sopra accennato, le stime per il 2023 indicherebbero una contrazione del valore aggiunto in provincia di Brescia (-2,9% sul 2022), a fronte del -1,9% in Lombardia e del -2,0% in Italia. La nostra provincia avrebbe maggiormente risentito delle problematiche prima citate, a causa di un modello economico (primariamente orientato ai mercati esteri, specialmente verso quello tedesco) che nel 2023 sarebbe risultato particolarmente penalizzante.

Brescia si conferma comunque un territorio a forte vocazione industriale: anche nel 2023 la quota di valore aggiunto originato dal settore secondario, pari al 33,2%, si è attestata ampiamente al di sopra di quanto rilevato in Lombardia (23,8%) e in Italia (21,2%).

Inflazione a Brescia: +0,4% sul 2022, +0,3% su novembre

in Economia/Tendenze by
Inflazione, foto generica da Pixabay

Nel mese di DICEMBRE, l’inflazione risale lievemente: la variazione congiunturale dei prezzi al consumo NIC si porta a +0,3%, mentre quella tendenziale sale a +0,4% (da +0,3% di novembre). A renderlo noto è l’ufficio Statistica del Comune di Brescia.

Rispetto al mese precedente, si registra un lieve aumento congiunturale dei prezzi nelle divisioni legate a fattori stagionali come “Ricreazione, spettacoli e cultura” (+2,1%) e “Servizi ricettivi e di ristorazione” (+1,1%). Seguono, con aumenti minori, le divisioni “Mobili, articoli e servizi per la casa” (+0,3%), “Prodotti alimentari e bevande analcoliche” (+0,2%), “Comunicazioni” (+0,1%) e “Abbigliamento e calzature” (+0,1%). Variazioni congiunturali nulle si registrano invece per le divisioni “Istruzione”, “Altri beni e servizi” e “Servizi sanitari e spese per la salute”. Le restanti divisioni presentano lievi diminuzioni dei prezzi: “Bevande alcoliche e tabacchi” (-0,4%), “Trasporti” (-0,2%) e “Abitazione, acqua, elettricità e combustibili” (-0,1%).

Rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, la maggior parte delle divisioni presentano aumenti, anche se nella maggior parte dei casi sono di entità inferiore rispetto ai valori registrati nei mesi precedenti: “Servizi ricettivi e di ristorazione” (+7,3%), “Prodotti alimentari e bevande analcoliche” (+4,0%), “Trasporti” (+3,0%), “Mobili, articoli e servizi per la casa” (+2,9%), “Bevande alcoliche e tabacchi (+2,6%), “Istruzione” (+2,5%), “Altri beni e servizi” (+2,3%), “Abbigliamento e calzature” (+2,1%), “Ricreazione, spettacoli e cultura” (+1,4%) e “Servizi sanitari e spese per la salute” (+0,9%). In forte calo, la divisione “Abitazione, acqua, elettricità e combustibili” (-19,3%), seguita da “Comunicazioni” (-2,6%).

Analizzando per tipologia di prodotto, i “Beni” presentano un lievissimo decremento congiunturale complessivo (-0,2%). Scendendo a un dettaglio maggiore si evidenzia una consistente diminuzione dei Beni Energetici (-2,6%), parzialmente controbilanciata dall’incremento dei Beni Alimentari (+0,2%) e degli Altri Beni (+0,4%). In particolare, tra i Beni Energetici, calano sia gli Altri energetici (-2,4%), sia gli Energetici regolamentati (-3,9%). Tra gli alimentari, invece, sono in lieve diminuzione quelli lavorati (-0,2%) e in aumento quelli non lavorati (+0,9%).

In termini tendenziali, i “Beni” decrescono del -2,0%. All’opposto, l’andamento dei “Servizi” presenta complessivamente un deciso incremento congiunturale (+0,8%) e tendenziale (+3,3%). Nel dettaglio, le voci che presentano maggiori incrementi congiunturali e tendenziali sono quelle dei “Servizi relativi ai trasporti” (+1,4%, +3,0%) e dei “Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona” (+1,3%, +5,4%).

Complessivamente, i “Beni alimentari, per la cura della casa e della persona”, definiti come il Carrello della spesa delle famiglie, aumentano dell’0,2% su base mensile e del 3,5% su base annuale. Con riferimento alla frequenza di acquisto,rispetto al mese di novembre sono in aumento i prodotti a Media (+0,8%) e Bassa (+0,3%) frequenza di acquisto, mentre rimangono stabili quelli a Alta frequenza.

In termini tendenziali, i prodotti a Alta e Bassa frequenza di acquisto presentano variazioni positive (rispettivamente +3,9% e +1,6%); mentre i prodotti a Media frequenza presentano variazioni tendenziali negative (-3,4%). Infine, per la componente di fondo della dinamica dei prezzi “Core Inflation” (al netto della componente volatile dei Beni energetici e Alimentari non lavorati), si registrano sia un aumento della variazione congiunturale (+0,5%) sia un aumento di quella tendenziale (+2,9%).

In un confronto con l’andamento dei prezzi complessivo registrato a livello nazionale, si evidenzia che, in questo mese, le variazioni congiunturali della città di Brescia sono lievemente superiori a quelle registrate a livello nazionale (rispettivamente +0,3% e +0,2%), mentre quelle tendenziali sono lievemente inferiori (rispettivamente +0,4% e +0,6%). Le differenze sono presentate, in seguito, anche per divisione.

Indice Sintetico Manifatturiero: il Made in Brescia supera lo “stress test” dell’ultimo quadriennio

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Tendenze by

Nel 2022 l’industria bresciana ha proseguito nel suo percorso di crescita e rafforzamento, andando a migliorare quanto ottenuto nel 2021, anno in cui la manifattura locale aveva già oltrepassato i livelli del 2019 e aveva già lasciato alle spalle le criticità emerse nel 2020, anno della pandemia da Covid-19.

A confermarlo è l’ultimo aggiornamento di ISM – Indice Sintetico Manifatturiero, realizzato dal Centro Studi di Confindustria Brescia in collaborazione con l’Osservatorio per il territorio: Impresa, Formazione, Internazionalizzazione dell’Università Cattolica dal Sacro Cuore (OpTer). Tale sinergia ha analizzato, nel quadriennio 2019-2022, 3.059 società di capitali manifatturiere del territorio, che nel 2022 hanno realizzato un fatturato aggregato di quasi 47 miliardi di euro e dato lavoro a oltre 107 mila addetti. Si tratta di un panel particolarmente rappresentativo della “piattaforma industriale” bresciana, in cui le realtà metalmeccaniche incidono per il 71% delle imprese considerate. 

L’analisi condotta ha attribuito a ogni azienda del campione uno score che sintetizza, in un unico valore, lo stato di salute economica della stessa. Lo studio ha quindi evidenziato come nel 2022 la quota di aziende più virtuose (classe A) sia passata dal 27,9% del campione (anno 2019) al 32,3%, e la classe B abbia riscontrato un aumento, dal 34,9% del 2019 al 38,1% del 2022. Per contro, la classe C ha sperimentato una riduzione di quasi 7 punti percentuali tra il 2019 e il 2022 (da 33,3% a 26,7%), mentre la quota delle aziende più in difficoltà (classe D) nel 2022 è scesa per la prima volta sotto la soglia del 3% (2,8%), quando nel 2020 aveva toccato addirittura il 5,5%.

“Quest’anno il tradizionale appuntamento con l’aggiornamento di ISM – per cui ringrazio OpTer, con cui rinnoviamo la sinergia – si arricchisce di un importante lavoro di analisi concentrato sul quadriennio 2019-2022 – commenta Franco Gussalli Beretta, presidente di Confindustria Brescia –. Un approfondimento che ci ha consentito di avere una visione più ampia dello stato di salute del Made in Brescia prima e dopo la pandemia da Covid-19. I segnali che emergono sono certamente importanti, con un deciso aumento di aziende nelle classi più virtuose. Il dato certifica la robustezza finanziaria delle nostre imprese, nonostante le difficoltà della pandemia e le successive problematiche legate ai rincari di materie prime ed energia, a seguito delle numerose tensioni geopolitiche a livello globale. Affrontiamo quindi con fiducia l’anno in arrivo, pur nella consapevolezza delle numerose incognite che ci attengono, in particolare sul fronte del mercato tedesco, nostro principale riferimento. In questo senso, la presenza di aziende solide a livello economico e patrimoniale sarà certamente un fattore positivo nella ricerca di eventuali strategie alternative, sia per quanto riguarda i mercati che per quanto concerne strumenti di finanza alternativa, alla luce degli elevati livelli dei tassi di interesse che continua a caratterizzare la nostra quotidianità.”

“ISM deriva dalla ormai consolidata sinergia tra OpTer e il Centro Studi di Confindustria Brescia – aggiunge Giovanni Marseguerra, Pro-Rettore dell’Università Cattolica e Direttore di OpTer –. Si tratta di una metodologia di indagine che si sta rivelando di grande utilità per comprendere e monitorare lo stato di salute del nostro sistema produttivo. Aggiungo che la stiamo ora ulteriormente raffinando attraverso l’integrazione dell’originario modello con alcune variabili volte a rilevare la sensibilità delle imprese sulle tematiche della sostenibilità, in linea con l’evoluzione più recente delle modalità operative del sistema bancario, che sempre più è orientato a valutare la performance economica delle aziende assieme alla loro attenzione all’ambiente, alle persone e al territorio in cui esse operano. Questo ulteriore sviluppo di ISM è il segno del forte consolidamento della partnership tra due realtà appartenenti a mondi sempre più connessi: quello industriale e quello accademico”.

I brillanti risultati economici dell’industria bresciana certificati dallo strumento di ISM trovano conferma nelle dinamiche di alcuni fra i più importanti aggregati di bilancio. I ricavi aggregati rilevati nel 2022 hanno infatti evidenziato una crescita del 43% sul 2019 (+18% sul 2021), evoluzione in parte giustificata dal forte incremento dei prezzi dei materiali utilizzati nei processi produttivi, ma che, allo stesso tempo, trova spiegazione nella capacità del sistema economico bresciano di migliorare la propria competitività sui mercati e di superare, brillantemente e velocemente, le difficoltà vissute nel 2020. Nello stesso periodo, l’EBITDA, indicatore volto a misurare la redditività industriale e che fornisce una prima misura dell’autofinanziamento operativo, nel 2022 si posiziona a +61% rispetto al 2019, mostrando un incremento del 26% rispetto al 2021. 

La segmentazione al 2022 di ISM per classe dimensionale conferma alcune evidenze già emerse nei precedenti lavori, ovvero come lo stato di salute delle imprese vada a migliorare, a livello aggregato, col crescere della dimensione aziendale. Se si prende in considerazione la quota delle realtà che si posizionano nell’insieme che accorpa le imprese nelle classi A e B, essa è pari a circa l’89% nelle imprese di maggiori dimensioni (quelle con un fatturato superiore ai 100 milioni di euro). Tale quota si attesta all’87% nelle grandi, al 79% nelle medie, al 69% nelle piccole, al 68% nelle micro e si riduce al 65% nelle nano (quelle con ricavi al di sotto dei 2 milioni). La correlazione tra dimensione e stato di salute delle aziende è quindi piuttosto evidente, sebbene i numeri anche per le realtà meno strutturate appaiano nel complesso positivi.

ISM è stato poi implementato per attività merceologica. Emerge che i macrosettori con la quota più alta di imprese che si collocano nel blocco di merito più virtuoso (A+B) risultano essere il “Metallurgico” (circa 79%) e il “Chimico gomma plastica” (circa 76%). Tale quota risulta invece più bassa nei macrosettori del “Legno e metalli non metalliferi”, dell’“Alimentare” e del “Sistema Moda”. Tuttavia, anche tramite questa chiave di lettura i numeri forniscono un quadro generale del Sistema Brescia particolarmente rassicurante. 

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