Magazine di informazione economica di Brescia e Provincia

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Economia - page 59

Notizie economico-finanziarie di Brescia e Provincia

Vino, boom di vendite per il Lugana: +34%

in Agricoltura e allevamento/Alimentare/Commercio/Economia/Tendenze by

La spinta all’autosufficienza alimentare si allarga anche alle vigne e gli italiani riscoprono i vini autoctoni che occupano tutti i primi dieci posti delle bottiglie che hanno fatto registrare il maggior incremento dei consumi in volume, con il Lugana gardesano che – secondo quanto riferisce una nota pubblicata da Brescia news – guida la classifica con un aumento delle vendite del 34% nell’ultimo anno, davanti all’Amarone (+32%) e al Valpolicella Ripasso (+26%) entrambi veneti. E’ quanto afferma la Coldiretti Lombardia in base all’analisi Coldiretti su dati Infoscan Census relativi all’anno terminante a gennaio 2022, diffusa in occasione dell’apertura del Vinitaly a Verona, con le bottiglie che hanno messo a segno le migliori performance in mostra a Casa Coldiretti di fronte all’ingresso della struttura fieristica (Ingresso Cangrande).

La speciale top ten evidenzia risultati sorprendenti con un profondo cambiamento nelle abitudini di consumo degli italiani che in tempo di pandemia e tensioni internazionali – sottolinea la Coldiretti – premiano anche negli acquisti di vino le produzioni legate al territorio, da quelle più blasonate a quelle che negli ultimi anni hanno saputo conquistarsi un fiorente mercato. Nella classifica dei primi dieci vini che nel periodo considerato in Italia hanno fatto registrare il maggior incremento delle vendite, infatti, nessuno è internazionale: al quarto e quinto posto ci sono il Nebbiolo piemontese (+22%) e il Vermentino della Sardegna (+22%), davanti alla Ribolla del Friuli Venezia Giulia (+19%), al Sagrantino dell’Umbria (+16%), alla Passerina marchigiana (+14%), con Brunello di Montalcino della Toscana e Grillo di Sicilia a chiudere la top ten entrambi con una crescita del 13%.

Si tratta della conferma – sottolinea la Coldiretti – dell’alta qualità offerta lungo tutta la Penisola grazie alla biodiversità e alla tradizione millenaria della viticoltura tricolore. In Lombardia, in particolare, il 90% del vino prodotto è a Denominazione di qualità, grazie a 5 DOCG, 21 DOC e 15 IGT. Anche per questo – precisa la Coldiretti regionale – i vini lombardi hanno sempre più successo anche all’estero. Nel 2021, sotto la spinta delle riaperture della ristorazione a livello internazionale, le esportazioni hanno raggiunto il valore di 285 milioni di euro con un +11.8% sul 2020 in base agli ultimi dati Istat.

Confartigianato, sabato la conferenza organizzativa e il rinnovo dei vertici

in Associazioni di categoria/Confartigianato/Economia/Nomine by
Eugenio Massetti, Confartigianato Brescia

“Un’identità d’insieme. Per arrivare lontano” è questo il titolo dell’11esima Conferenza Organizzativa di Confartigianato Imprese Lombardia, che si svolgerà sabato 9 aprile alle 10 al Gran Visconti Palace a Milano. L’appuntamento offrirà l’occasione di illustrare il Documento di analisi e indirizzo e aprire un dibattito e un confronto sulle linee programmatiche e strategiche della Federazione per il quadriennio 2022-2026. Ma uno dei momenti più attesi – secondo quanto sottolinea Brescia news – dalle 16.30, sarà la riunione del Consiglio direttivo per il rinnovo del presidente (l’uscente è il bresciano Eugenio Massetti) e della giunta.

“La Conferenza – sottolinea una nota – offre l’occasione di una riflessione a tutto tondo sul cambiamento della Media e Piccola Impresa e, dunque, sull’evoluzione del compito e del concetto stesso della sua rappresentanza, per dar voce ai bisogni e alle richieste del mondo economico che la Federazione accompagna nelle sfide di oggi e di domani. In Lombardia sono 794 mila le MPI e imprese artigiane che dànno occupazione a 2 milioni e 150 mila addetti, il 51,3% del totale. L’artigianato, da solo, rappresenta un’impresa ogni quattro di quelle che creano opportunità di lavoro nella nostra regione. Il valore aggiunto prodotto dalle MPI, incluse le imprese a carattere artigiano, raggiunge i 119 miliardi di euro, pari al 55,4% di quello realizzato dall’intero sistema produttivo lombardo”.

“In questo momento storico drammatico, che porta ancora con sé gli strascichi della crisi 2008/2011 – conclude il comunicato – affrontando le conseguenze della pandemia e i tragici effetti della guerra in Ucraina, si sente la necessità di una Federazione coesa, forte, identitaria, europeista e affidabile per gli imprenditori. Principi che rappresentano valori irrinunciabili per l’intera società, nell’equilibrio degli interessi generali e per il conseguimento del bene comune”.

Export, Lombardia locomotiva d’Italia: vale il 26% del totale

in Economia/Export/Tendenze by

La Regione Lombardia è la locomotiva dell’export italiano con 135 miliardi di esportazioni pari al 26% del totale nazionale. Importanti anche le performance del 2020/21 che hanno fatto segnare un +6,6% rispetto al 2019/20 periodo precovid, simile al dato nazionale che ha raggiunto, a livello nazionale, 516 miliardi di euro un +7.5% rispetto al precovid.

Questi i dati emersi nel corso degli Stati generali dell’Export in Lombardia, organizzati da ICE, Italian Trade Agency e Ministero degli Esteri e della Cooperazione internazionale, in corso di svolgimento a Palazzo Lombardia, cui hanno partecipato il presidente Attilio Fontana e l’assessore alle Sviluppo economico, Guido Guidesi.

PRESIDENTE FONTANA: PREOCCUPANO PREZZI MEDI MATERIE PRIME – “La Cabina di regia nazionale per l’internazionalizzazione e il Patto per l’export – ha spiegato Fontana – sono le sedi in cui tracciare le direttrici per la ripresa di competitività e per far fronte alla crisi energetica. La straordinaria vitalità del tessuto imprenditoriale lombardo e i dati incoraggianti dell’export 2021 non possono da soli frenare gli impatti su energia, mercati finanziari, commercio internazionale e logistica”.

Il governatore ha quindi elencato gli effetti della crisi russo-ucraina: “Risultano pesantemente compromessi gli scambi commerciali con i Paesi interessati – ha detto – ma è ancor più preoccupante il nuovo shock sui prezzi medi delle materie prime energetiche e non, l’impatto sulle forniture, in termini di disponibilità e tempi di approvvigionamenti, le conseguenze finanziarie sul sistema internazionale dovute al crollo del rublo e alla crisi delle banche russe”.

“L’export totale annuo della Lombardia – ha proseguito – che si concentra in primis nei comparti meccanica, moda, chimica, vale l’1,6% verso la Russia e lo 0,4% verso l’Ucraina. Tuttavia, quando si parla di crisi energetica, è necessario considerare gli effetti che ne deriverebbero sull’intero sistema imprenditoriale e, purtroppo, anche sulla coesione sociale e politica delle nostre società”.

Concludendo il presidente Fontana ha sottolineato la necessità di “considerare tutti questi fattori per porsi di fronte a quella che potrebbe definirsi come una nuova geografia dei flussi commerciali e di investimenti che andrà affrontata in maniera compatta ed unita, a livello nazionale ed europeo”.

ASSESSORE GUIDESI: COINVOLGERE PIÙ IMPRESE –  “La Lombardia ha dimostrato anche nell’ultimo trimestre dello scorso anno – ha continuato Guidesi –  di essere la locomotiva d’Italia e tra le regioni leader in Europa; un dato particolarmente significativo è stato quello del fatturato record sulle esportazioni. Non vogliamo fermarci, sembra paradossale visti i numeri, ma la nostra intenzione, condivisa da tutto il sistema lombardo, è quella di mettere più imprese possibili nelle migliori condizioni per poter ulteriormente contribuire al valore delle esportazioni. Dobbiamo proseguire con il continuo confronto con le imprese lombarde e con le associazioni di categoria così da poter mettere in campo strumenti e misure flessibili e concrete nella piena collaborazione tra istituzioni pubbliche che si integrano e non si sovrappongono nella messa in campo di strumenti a supporto. il protocollo firmato con ICE va proprio in questa direzione”.

CARLO FERRO AGENZIA ICE: 15 MILIONI PER PROMUOVERE PRODOTTI CHE ERANO DESTINATI A RUSSIA – “Le Regioni – ha aggiunto Carlo Ferro, presidente dell’Ice – sono i nostri partner nell’ambito delle collaborazioni del sistema Paese più vicine al territorio, più vicini alle imprese interpreti delle necessità delle imprese. Da qualche tempo abbiamo avviato un dialogo che consente di facilitare i nostri interventi. E il nostro obiettivo con questi Stati Generali è quello di poter raggiungere il più numero più ampio possibile di imprese. E’ stata avviata una collaborazione con le Camere di Commercio e con le Regioni anche grazie al protocollo di intenti firmato proprio con Regione Lombardia lo scorso dicembre. La Lombardia per Ice ha rappresentato nel 2020/21 55 iniziative con 1227 partecipanti e 2101 di operatori esteri. Il 58% dei fondi in Lombardia sono andati a vantaggio di Fiera Milano”.

Ferro ha voluto sottolineare come siano stati messi a disposizione “15 milioni di euro per iniziative di promozione aggiuntive per quei prodotti che erano destinati ai mercati di Russia, Bielorussa e Ucraina che, nel brevissimo termine, devono trovare sbocco su altri mercati”.

Immobiliare: ecco i trend per Brescia e per la Lombardia

in Economia/Edilizia/Tendenze by

In questo inizio di 2022 il mattone in Lombardia registra un andamento positivo, con prezzi in aumento sia nel settore delle compravendite che in quello delle locazioni. Questo è quanto rilevato da Immobiliare.it, portale immobiliare, nell’Osservatorio trimestrale sul settore residenziale curato da Immobiliare Insights. In particolare, se i prezzi di vendita aumentano percentualmente di 2,4 punti percentuali e si attestano a una media di 2.320 euro al metro quadro, quelli di locazione nel confronto con il trimestre precedente crescono dell’1,4% e sono pari a 14,7 euro/mq.

I trend regionali

Nel comparto delle compravendite lo stock di abitazioni invendute nella regione è calato dell’1,7% rispetto al trimestre precedente, in conseguenza di una domanda in crescita di oltre il 14%. Anche il quadro delle locazioni è in ripresa: infatti lo stock di case disponibili in regione segna un -9,7% mentre la richiesta di immobili in affitto si attesta sul +7,3% nello stesso periodo, segno che molte abitazioni sono state locate con successo e il mercato si presenta in fermento.

I trend delle compravendite per città e province

Quando si analizza l’andamento dei prezzi medi richiesti da chi vende casa nei comuni e nelle province della Lombardia si nota come la maggioranza delle province e dei comuni si attestino su una sostanziale stabilità, con l’eccezione di Cremona che perde qualche punto percentuale sia nel comune che nella provincia. Il comune di Milano continua la sua crescita guadagnando un ulteriore 1,7% rispetto al trimestre precedente e fermandosi a poco meno di 5.000 euro/mq, il prezzo più alto in regione. La domanda è in forte crescita in tutti territori considerati, con picchi che superano il +24% nei comuni di Brescia, Lecco e Monza-Brianza, con uno stock di immobili in offerta in calo quasi ovunque. In particolare, sono uscite dal mercato diverse abitazioni situate nel comune di Lodi che segna un -14%.

I trend nel comparto della locazione

I trend rilevati raccontano di un mercato delle locazioni che apre il 2022 in positivo. Partendo dai prezzi, stabili o in aumento in tutta la regione, tranne che nelle città di Cremona e Pavia, che perdono attorno al 2%. La città di Milano sempre da record con una crescita del +4,4% e il canone di locazioni medio che si attesta sui 19,4 euro/mq. Lo stop inferto dal Covid al comparto sembra essere stato superato: lo stock si è infatti fortemente ridotto quasi ovunque (con l’eccezione di Cremona dove invece è aumentato di oltre il 9%), mentre nell’ultimo trimestre la domanda ha subito una forte accelerazione, con il picco registrato nella città di Como che segna un +42% circa. Diminuisce invece l’interesse dei potenziali locatari per il comune di Pavia e la provincia di Lodi, al -8,7% e 6,8% rispettivamente.

Di seguito le variazioni dei prezzi richiesti, dell’offerta e della domanda per la tipologia immobiliare residenziale in vendita in Lombardia:

Capoluoghi di provinciaMedia di €/mqDELTA PREZZO
3mesi6mesi9mesi12mesi
LOMBARDIABergamocomune2.243 €-0,1%0,9%2,4%3,7%
provincia senza capoluogo1.303 €0,1%-1,0%-1,9%-2,0%
Bresciacomune1.760 €0,5%0,2%1,1%0,2%
provincia senza capoluogo1.951 €0,1%0,7%3,0%4,4%
Comocomune2.662 €1,3%3,4%4,8%7,7%
provincia senza capoluogo1.827 €-0,7%-0,5%1,1%1,8%
Cremonacomune1.237 €-1,3%-1,1%-0,6%0,2%
provincia senza capoluogo1.197 €-0,1%-1,6%-1,3%0,6%
Leccocomune2.084 €1,3%3,6%5,6%5,8%
provincia senza capoluogo1.488 €0,1%0,8%1,0%0,5%
Lodicomune1.755 €1,4%1,8%3,2%4,5%
provincia senza capoluogo1.210 €0,7%0,8%1,3%2,3%
Mantovacomune1.431 €-0,1%2,6%2,5%2,9%
provincia senza capoluogo1.065 €-0,1%-0,2%0,2%-0,7%
Milanocomune4.985 €1,7%2,2%3,2%4,9%
provincia senza capoluogo1.949 €1,4%2,6%3,2%4,6%
Monza e della Brianzacomune2.432 €2,3%5,2%6,5%9,5%
provincia senza capoluogo1.806 €1,6%2,4%3,4%4,0%
Paviacomune2.170 €0,8%0,8%1,4%2,3%
provincia senza capoluogo1.087 €0,1%0,2%0,5%-0,3%
Sondriocomune1.338 €-1,1%-2,9%3,9%7,5%
provincia senza capoluogo2.138 €3,6%7,6%8,2%7,2%
Varesecomune1.566 €1,9%2,0%2,9%3,1%
provincia senza capoluogo1.449 €0,8%1,4%3,4%4,7%
REGIONE2.320 €2,4%2,6%3,0%4,8%
             
Capoluoghi di provinciaDELTA OFFERTA
3mesi6mesi9mesi12mesi
LOMBARDIABergamocomune-2,6%-5,8%-18,6%-15,5%
provincia senza capoluogo-0,5%-5,2%-8,2%-13,6%
Bresciacomune-1,9%-1,9%-11,0%-19,6%
provincia senza capoluogo-1,5%-10,3%-16,2%-17,6%
Comocomune-6,0%-2,5%-12,1%-19,9%
provincia senza capoluogo-1,9%-5,7%-15,3%-14,6%
Cremonacomune-2,6%-2,0%-13,1%-18,8%
provincia senza capoluogo5,6%-0,7%-6,2%-12,2%
Leccocomune-8,3%-6,3%-27,1%-24,2%
provincia senza capoluogo-11,3%-8,6%-16,2%-15,6%
Lodicomune-14,0%-15,6%-23,6%-25,8%
provincia senza capoluogo-1,5%3,0%-7,2%-14,1%
Mantovacomune2,7%6,6%-7,9%-12,4%
provincia senza capoluogo-9,2%-15,2%-22,3%-26,0%
Milanocomune-3,4%11,5%-16,6%-12,0%
provincia senza capoluogo-0,8%2,2%-13,8%-19,5%
Monza e della Brianzacomune-2,1%0,7%-14,7%-13,8%
provincia senza capoluogo-0,3%5,3%-12,4%-20,0%
Paviacomune-0,1%-2,8%-17,3%-22,4%
provincia senza capoluogo4,6%-5,0%-14,7%-14,0%
Sondriocomune1,2%0,3%-9,8%-20,6%
provincia senza capoluogo-9,8%-14,0%-15,8%-21,4%
Varesecomune-6,3%-6,1%-10,8%-18,9%
provincia senza capoluogo3,4%3,9%-6,8%-13,6%
REGIONE-1,7%-0,2%-13,7%-16,2%
Capoluoghi di provinciaDELTA DOMANDA
3mesi6mesi9mesi12mesi
LOMBARDIABergamocomune15,1%18,4%17,5%1,0%
provincia senza capoluogo12,7%14,9%1,7%-5,9%
Bresciacomune24,5%30,4%13,9%5,7%
provincia senza capoluogo19,9%17,0%5,1%-1,7%
Comocomune14,7%16,9%5,5%0,0%
provincia senza capoluogo11,8%11,4%-6,2%-10,2%
Cremonacomune-0,9%9,8%-3,8%-16,4%
provincia senza capoluogo8,4%-1,6%-5,8%-12,6%
Leccocomune24,2%32,5%10,0%1,6%
provincia senza capoluogo18,3%17,8%3,3%-9,0%
Lodicomune5,7%15,0%3,6%-2,3%
provincia senza capoluogo8,1%9,9%-2,4%-7,8%
Mantovacomune0,0%7,7%-5,5%-11,1%
provincia senza capoluogo12,7%16,8%3,1%6,5%
Milanocomune14,2%27,2%8,8%-10,3%
provincia senza capoluogo14,5%22,7%3,8%-5,5%
Monza e della Brianzacomune24,9%28,3%5,3%-9,1%
provincia senza capoluogo22,2%24,5%1,6%-6,5%
Paviacomune18,6%43,3%18,6%-2,8%
provincia senza capoluogo9,1%8,0%-2,4%-11,4%
Sondriocomune3,3%-3,1%-4,3%-20,8%
provincia senza capoluogo7,7%2,6%6,0%-19,4%
Varesecomune8,9%9,3%-2,5%-9,7%
provincia senza capoluogo12,3%15,6%0,0%-9,9%
REGIONE14,1%24,2%4,7%-7,5%

Di seguito le variazioni dei prezzi richiesti, dell’offerta e della domanda per la tipologia immobiliare residenziale in locazione in Lombardia:

Capoluoghi di provinciaMedia di €/mqDELTA PREZZO
3mesi6mesi9mesi12mesi
LOMBARDIABergamocomune10,4 €3,6%5,0%5,3%5,5%
provincia senza capoluogo7,8 €-0,3%1,4%2,3%3,9%
Bresciacomune9,3 €1,2%3,8%6,3%8,0%
provincia senza capoluogo9,4 €2,6%2,8%6,3%13,5%
Comocomune12,1 €0,0%1,9%2,7%2,1%
provincia senza capoluogo8,9 €-0,1%-0,9%-1,2%-0,6%
Cremonacomune6,7 €-2,0%-2,1%0,0%2,8%
provincia senza capoluogo7,1 €-1,2%-2,8%2,3%4,1%
Leccocomune8,7 €0,1%-1,5%-0,4%0,0%
provincia senza capoluogo8,0 €1,4%-3,7%-4,0%4,1%
Lodicomune9,1 €2,2%2,8%1,5%1,6%
provincia senza capoluogo7,0 €1,0%1,9%0,7%2,8%
Mantovacomune7,8 €1,2%0,8%2,5%4,6%
provincia senza capoluogo6,7 €2,4%4,9%5,5%6,2%
Milanocomune19,4 €4,4%7,3%8,1%6,8%
provincia senza capoluogo10,9 €2,5%3,0%4,1%4,9%
Monza e della Brianzacomune11,5 €2,9%3,0%3,6%5,0%
provincia senza capoluogo9,5 €0,9%0,5%1,5%1,7%
Paviacomune9,0 €-1,8%-0,7%-0,9%-0,1%
provincia senza capoluogo6,7 €1,1%2,3%2,4%0,1%
Sondriocomune7,5 €-0,5%2,2%2,1%6,0%
provincia senza capoluogo9,3 €0,4%-4,3%1,7%15,4%
Varesecomune9,3 €1,5%2,7%4,3%5,6%
provincia senza capoluogo8,5 €-0,1%0,7%2,1%3,4%
REGIONE14,7 €1,4%2,5%4,0%4,3%
Capoluoghi di provinciaDELTA OFFERTA
3mesi6mesi9mesi12mesi
LOMBARDIABergamocomune-8,2%-35,7%-51,2%-54,0%
provincia senza capoluogo-2,6%-23,2%-35,4%-33,8%
Bresciacomune-3,3%-34,8%-32,9%-27,4%
provincia senza capoluogo-12,8%-24,0%-21,2%-21,1%
Comocomune-19,7%-24,6%-45,6%-47,9%
provincia senza capoluogo-11,0%-18,9%-34,6%-43,7%
Cremonacomune9,1%-12,7%-30,6%-37,5%
provincia senza capoluogo-21,1%-29,1%-36,4%-44,0%
Leccocomune-13,3%-27,0%-39,9%-38,6%
provincia senza capoluogo-21,6%-31,9%-38,2%-39,1%
Lodicomune-14,5%-20,7%-37,8%-43,5%
provincia senza capoluogo-10,4%-14,7%-23,5%-23,8%
Mantovacomune0,7%-0,4%-3,2%-13,2%
provincia senza capoluogo-4,4%-16,4%-31,8%-36,0%
Milanocomune-11,5%-49,5%-59,0%-50,3%
provincia senza capoluogo0,7%-11,2%-26,3%-22,1%
Monza e della Brianzacomune-15,6%-31,3%-47,4%-47,2%
provincia senza capoluogo-14,3%-22,7%-35,0%-37,6%
Paviacomune-2,4%-64,9%-63,4%-67,0%
provincia senza capoluogo-6,5%-19,9%-43,7%-35,2%
Sondriocomune4,6%-17,3%-24,2%-7,1%
provincia senza capoluogo-14,2%-16,9%-11,2%-7,2%
Varesecomune-10,7%-27,7%-36,8%-39,3%
provincia senza capoluogo-8,9%-29,0%-39,6%-40,8%
REGIONE-9,7%-40,7%-50,9%-44,6%
           
Capoluoghi di provinciaDELTA DOMANDA
3mesi6mesi9mesi12mesi
LOMBARDIABergamocomune0,1%19,7%72,4%79,5% 
provincia senza capoluogo7,9%23,4%44,6%41,0% 
Bresciacomune15,9%54,4%67,6%48,1% 
provincia senza capoluogo22,5%24,2%14,5%11,8% 
Comocomune41,6%28,3%77,9%71,8% 
provincia senza capoluogo15,9%12,9%41,5%44,7% 
Cremonacomune17,1%5,3%52,4%24,6% 
provincia senza capoluogo21,2%34,0%53,9%22,3% 
Leccocomune15,7%2,3%34,1%17,2% 
provincia senza capoluogo30,0%21,3%22,9%36,9% 
Lodicomune11,2%30,8%77,9%76,7% 
provincia senza capoluogo-6,8%7,0%16,9%11,9% 
Mantovacomune-0,9%1,8%20,8%0,9% 
provincia senza capoluogo10,7%1,0%4,6%15,0% 
Milanocomune1,4%12,8%80,7%70,2% 
provincia senza capoluogo3,4%23,2%61,4%35,9% 
Monza e della Brianzacomune11,6%42,5%93,8%57,7% 
provincia senza capoluogo24,2%36,6%56,8%54,1% 
Paviacomune-8,7%55,1%183,1%188,6% 
provincia senza capoluogo1,7%14,1%57,6%26,2% 
Sondriocomune2,0%24,5%10,0%20,6% 
provincia senza capoluogo-1,0%1,5%10,0%-2,2% 
Varesecomune8,5%18,7%76,6%38,1% 
provincia senza capoluogo13,1%25,4%48,2%48,0% 
REGIONE7,3%21,1%64,7%52,9%
            

Camera di Commercio, ecco gli eventi settimanali

in Associazioni di categoria/Camera di commercio/Economia/Eventi by

Come di consueto pubblichiamo il calendario settimanale degli eventi diffuso dalla Camera di Commercio di Brescia.

34/22 – I SERVIZI DELLA CAMERA DI COMMERCIO A PORTATA DI CLICK: IL PORTALE REGISTROIMPRESE.IT

La Camera di commercio di Brescia ricorda che tramite il portale registroimprese.it è possibile accedere ai dati ufficiali delle imprese senza doversi recare presso gli uffici camerali.

Accedendo a tale sito è possibile estrarre in completa autonomia dati e documenti del Registro Imprese, del Registro Protesti e dei Registri Europei, quali: visure (ordinarie e storiche), anche in inglese; atti e bilanci; elenchi di imprese in base a criteri territoriali, economici e dimensionali; ricercare protesti ed estrarne visure; accedere al Registro Imprese Europeo.

Per maggiori informazioni accedere al seguente sito: registroimprese.it

35/22 – SEMINARIO FONDO IMPRESA DONNA: 8 APRILE

Seminario Fondo Impresa Donna – Opportunità e contributi per imprese al femminile, aspiranti imprenditrici e lavoratrici autonome:

8 aprile 2022 dalle ore 10:00 alle ore 12:30, presso la Camera di Commercio di Brescia.

Il seminario illustra le linee guida del PNNR Missione 5 e del Fondo Impresa Donna in fase di avvio, con approfondimenti sulle due linee di intervento per la costituzione e il rafforzamento delle imprese.

Durante il seminario verranno illustrate anche le altre iniziative di agevolazione come il Bando Nuove Imprese Tasso Zero, Microcredito, Smart & Start.

Saranno inoltre date indicazioni per la partecipazione al “Laboratorio di progettazione Fondo Impresa Donna: come presentare la scheda di candidatura”.

Iscrizioni online sul sito www.bs.camcom.it

Informazioni 030.3725298 / 264

36/22 – SEMINARIO MUD 2022: 11 APRILE

La Camera di Commercio di Brescia, insieme alle Camere di Commercio di Bergamo, Como-Lecco, Cremona, Mantova, Pavia e Varese, con il supporto tecnico di Ecocerved s.c.a.r.l. organizzano il corso MUD 2022- Modello Unico di Dichiarazione ambientale, volto a supportare imprese ed enti soggetti all’obbligo di presentazione del MUD.

Il seminario sarà tenuto in data 11 aprile 2022, dalle ore 9:30 alle ore 12:30, sotto forma di webinar gratuito tramite la piattaforma Zoom.

Iscrizioni online e informazioni sul sito www.bs.camcom.it

37/22 – WEBINAR DIRE – AMBIENTE UNICO DI COMPILAZIONE DELLE PRATICHE: 12 APRILE

Continua il percorso che porterà DIRE a diventare l’ambiente unico di compilazione di tutte le pratiche verso il Registro Imprese, per ogni tipologia di utente.

Nuovi adempimenti sono disponibili ogni mese, con la conseguente dismissione degli stessi in Comunica Starweb e Comunica Fedra.

Oltre alle demo di compilazione di alcune pratiche, durante i webinar saranno illustrati lo stato di avanzamento dei lavori e i futuri rilasci.

Il prossimo webinar, gratuito, si terrà il 12 aprile 2022, dalle ore 10:00 alle ore 12:00, tramite la piattaforma Zoom.

Informazioni sul sito www.bs.camcom.it

Antares Vision, ecco il primo Bilancio di sostenibilità

in Bilanci/Economia by

Antares Vision Group, partner tecnologico d’eccellenza nella digitalizzazione e nella gestione integrata dei dati, leader a livello internazionale nelle soluzioni hardware e software di tracciatura e tra i principali player nei sistemi di ispezione per il controllo qualità, pubblica il primo Bilancio di Sostenibilità (Dichiarazione consolidata Non Finanziaria ai sensi del D.Lgs. n. 254/2016), relativo all’anno 2021.

“Pubblichiamo oggi il primo Bilancio di Sostenibilità – ha dichiarato Emidio Zorzella, Presidente e AD di Antares Vision Group – con l’obiettivo di rendicontare le azioni e i relativi impatti del nostro modo di fare impresa, guidato da una visione strategica chiara e distintiva fin dalle origini: garantire la sicurezza e la salute delle persone, dei prodotti, del business e delle filiere attraverso un ecosistema di tecnologie unico e completo. Il tutto integrando, da sempre, principi di sostenibilità con una visione industriale a lungo termine, focalizzata sull’uso consapevole ed efficiente delle risorse in tutte le aree di business. L’attuazione di pratiche aziendali sostenibili diventa un comportamento virtuoso, ma anche un’opportunità competitiva imprescindibile per Antares Vision Group. Questi sono i capisaldi del nostro fare impresa, nell’ambito di una visione sostenibile che coinvolge la dimensione sociale, economica e di governance”.

Il modello di business di Antares Vision Group trova nei fattori ESG (Environmental, Social and Governance) un driver strutturale: il modello di business promosso, infatti, è in grado di generare un impatto positivo nella quantificazione, gestione e minimizzazione del c.d. carbon footprint di ciascuna unità di prodotto, potendone seguire tutto il percorso di vita. Tra i progetti realizzati da Antares Vision Group, in un’ottica di maggiore attenzione alla sostenibilità, ruolo primario è svolto dalle soluzioni software per la digital factory, che permette il monitoraggio e la conseguente riduzione del consumo energetico, dei rifiuti e delle emissioni, migliorando l’impatto ambientale del ciclo produttivo.

Antares Vision Group è impegnata, attraverso la realizzazione della propria strategia industriale e grazie al proprio ecosistema di valori e modello di business, nel perseguimento di un modello di business sostenibile. Tale approccio si riflette anche nell’impegno nei confronti dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e degli Obiettivi per lo sviluppo sostenibile (SDGs – Sustainable Development Goals).

L’identificazione e la prioritizzazione degli SDGs è stata effettuata su due distinti piani di analisi lungo il ciclo di creazione di valore condiviso di breve, medio e lungo termine:

  • Impatti di Business – Impegno e contributo guidato dagli impatti delle attività (prodotti e soluzioni): SDG 2/3/7/8/9/12/13;
  • Impegno / ambiti organizzativi e relazionali – Impegno per favorire ricadute sociali positive, ottenendo al tempo stesso maggiore efficacia delle attività e il raggiungimento degli obiettivi di business (precondizioni o fattori abilitanti): SDG 4/5/17.

In particolare, gli impatti positivi sociali e ambientali delle soluzioni AV Group riguardano due ambiti:

  • Qualità e sicurezza della vita delle persone – I sistemi e le soluzioni installati da Antares Vision Group presso le linee di produzione dei propri clienti consentono di controllare la qualità e la sicurezza di prodotti essenziali e della relativa catena di fornitura, che presentano un rischio potenzialmente molto alto per la salute e sicurezza delle persone.
  • Tracciabilità e uso responsabile delle risorse – Gli impatti ambientali positivi del modello di business e delle soluzioni sviluppate da AV Group riguardano, in particolare, l’utilizzo efficiente delle risorse naturali, l’adozione dei principi di economia circolare nell’impiego dei materiali e il monitoraggio delle filiere di fornitura e del ciclo di vita complessivo dei prodotti.

Performance finanziaria: creazione e distribuzione di valore

Nel 2021 è stato generato un valore economico totale pari ad Euro 178.9 milioni e distribuito per Euro 165.2 milioni. Di questi ultimi, il 56,6% è stato attribuito ai fornitori, a conferma del ruolo che ricoprono nella catena di creazione di valore di AV Group, mentre il 37,9% ai dipendenti.

Ricerca e Sviluppo

L’impegno per la ricerca e sviluppo da parte di AV Group si riflette anche nei costi ed investimenti effettuati. Il totale della spesa del triennio 2018-2019-2020, comprensiva di costi e investimenti, sostenuta da AV Group in attività di ricerca e sviluppo è stato, a livello consolidato, complessivamente di Euro 22.3 milioni. Nell’esercizio 2021, tale importo è stato di Euro 13.4 milioni.

La ricerca e sviluppo e la sua importanza strategica hanno interessato anche le acquisizioni societarie effettuate, in particolare per l’arricchimento tecnologico dei servizi offerti nell’ambito del software, Smart Data Management e dell’intelligenza artificiale.

Risorse umane

Il significativo trend di sviluppo di AV Group nel corso del triennio 19/20/21, intervenuto sia per linee interne (aumento del volume di attività) che attraverso le diverse operazioni di acquisizione, ha comportato un aumento del numero complessivo di dipendenti. Il numero totale di 1.004 dipendenti di AV Group al 31 dicembre 2021 è composto per oltre il 96% da lavoratori a tempo indeterminato e con contratti full-time. Relativamente alle classi di età, è rilevante la quota di dipendenti con un’età inferiore ai 30 anni (25,5% al 31 dicembre 2021), quali evidenza di un settore in espansione e relativamente giovane. La componente femminile alla stessa data è del 22%, in aumento rispetto al dato del 20% di inizio triennio. All’interno di questo dato, la percentuale di donne classificabili (in Italia e all’estero) in posizione assimilabile a quella di dirigenti (management) è del 20% (14% all’inizio del triennio) sul totale dei dirigenti. Tra gli impiegati e quadri (ruoli assimilabili a tali categorie) la percentuale di donne sul totale è del 24%.

Impatti ambientali

Antares Vision Group indirizza la propria strategia aziendale verso lo sviluppo sostenibile, nel rispetto di tutte le prescrizioni di legge riguardanti la tutela dell’ambiente, definendo periodicamente obiettivi di miglioramento ambientale:

  • Usare in maniera responsabile, efficiente ed efficace le materie prime e le risorse necessarie al funzionamento e all’attuazione dei processi produttivi.
  • Ottimizzare i processi produttivi per la progressiva riduzione degli sprechi.
  • Pensare e progettare il prodotto e i relativi imballaggi considerando il loro intero ciclo di vita.
  • Ridurre il consumo energetico.
  • Ridurre le emissioni di sostanze inquinanti in atmosfera sempre prestando attenzione all’organizzazione delle trasferte e spedizioni.
  • Ridurre l’uso di sostanza chimiche pericolose nei cicli produttivi, ovvero sostituirle con altre più sicure e di minor impatto sull’ambiente.
  • Sostituire, dove possibile. I materiali ad alto impatto ambientale con gli altri ecocompatibili.
  • Gestire in modo responsabile i rifiuti e applicare i principi dell’economia circolare.
  • Garantire il controllo continuo degli aspetti ambientali diretti ed indiretti attraverso un attento utilizzo degli impianti.

In tema di rifiuti, quelli generati da AV Group nel 2021 sono stati destinati per il 72% al recupero, con un aumento nel triennio 19/20/21 di 10 punti percentuali.

Il rispetto dell’ambiente da parte di Antares Vision Group si è concretizzato anche in alcuni progetti interni:

  • eliminazione della vendita di bottiglie di plastica da tutti i distributori e fontanelle installate;
  • campagna paperless comprensiva di tutti i manuali delle macchine da progettare per la consultazione digitale;
  • implementazione della Raccolta Differenziata.

Comunità e territorio

Antares Vision Group è strettamente connessa al territorio e alla comunità in cui opera, attraverso diverse attività:

  • Sponsorizzazione di progetti artistici, musicali e di artigianato tradizionale;
  • Attività di Solidarietà e Volontariato, rivolte sia ai dipendenti che alla comunità locale/nazionale;
  • Sostegno all’istruzione e all’innovazione.

Il Bilancio di Sostenibilità 2021 è stato redatto secondo le metodologie e i principi previsti dai “GRI Sustainability Reporting Standards” (opzione “In accordance – Core”), definiti dal Global Reporting Initiative (“GRI Standards”), ed è disponibile sul sito web www.antaresvision.com, all’interno della sezione Investor Relations.

CHI È ANTARES VISION GROUP

Antares Vision Group è un partner tecnologico d’eccellenza nella digitalizzazione e nell’innovazione per imprese e istituzioni, per garantire la sicurezza di prodotti e persone, la competitività dei business e la salvaguardia del pianeta. Antares Vision Group è abilitatore tecnologico della trasparenza delle filiere e della transizione sostenibile, per proteggere la competitività dei business e delle tipicità di ogni Paese. Offre un ecosistema di tecnologie, unico e completo, per garantire la qualità dei prodotti (sistemi e macchine di ispezione) e la tracciabilità dei prodotti lungo la filiera (dalle materie prime, alla produzione, dalla distribuzione fino al consumatore), con una gestione integrata di dati, di produzione e di filiera, anche tramite l’applicazione dell’intelligenza artificiale e l’utilizzo di blockchain. Antares Vision Group è attivo nel settore lifescience (farmaceutico, dispositivi biomedicali e ospedali), nel beverage e nell’alimentare, nel cosmetico e con un potenziale in altri settori. Leader mondiale per la tracciabilità dei farmaci, fornisce i principali produttori mondiali (oltre il 50% delle top 20 multinazionali) e diverse autorità governative, di soluzioni per monitorare la filiera e validare l’autenticità dei prodotti. Società quotata da aprile 2019 su AIM Italia e dal 14 maggio 2021 su MTA – segmento STAR, Antares Vision Group ha raggiunto un volume d’affari nel 2020 per 162 mio euro, è presente in 60 Paesi, impiega circa 1000 dipendenti e consolida una rete di oltre 40 Partners internazionali. Ulteriori informazioni sono reperibili sul sito www.antaresvision.com e su www.antaresvisiongroup.com

Latte, Confagricoltura: “Granarolo sostiene i produttori aumentando il prezzo d’acquisto”

in Agricoltura e allevamento/Economia by

“In un periodo di grande difficoltà per l’intero comparto agricolo, in particolare per i settori zootecnici, il positivo segnale assicurato da Granarolo contribuisce a dare un po’ più di fiducia e di prospettiva a molti agricoltori. Il gruppo italiano ha infatti riconosciuto agli allevatori un aumento sul prezzo del latte alla stalla, sostenendo in questo modo l’intera filiera lattiero-casearia nazionale. Si tratta di un prezzo minimo di 48 centesimi al litro di latte, più Iva e premio qualità”. A dirlo è una nota di Confagricoltura, che interviene sulla scelta dell’azienda di sostenere i produttori in un momento di forte difficoltà legate alla congiuntura internazionale.

“Un faro in mezzo a un mare di problematiche che si trascinano da diversi mesi, aggravate dallo scoppio della guerra in Ucraina: l’impatto congiunto di tre pericolosi fattori quali l’inflazione, l’aumento smisurato dei costi di produzione e l’impennata dei prezzi delle materie prime sta mettendo a rischio un comparto d’eccellenza del Made in Italy, che oggi si ritrova a lavorare in perdita”, si legge ancora.

“La notizia – continua il comunicato – è stata accolta con grande favore anche nel Bresciano, dove il settore lattiero caseario è predominante, con la presenza di oltre 400 mila bovini in totale, per una produzione di latte che, nel 2021, ha sfondato 1,6 milioni di tonnellate, con un trend di crescita costante negli ultimi anni” “Apprezziamo l’impegno di Granarolo nel riconoscere agli allevatori un aumento sul prezzo del latte alla stalla – dichiara il presidente di Confagricoltura Brescia Giovanni Garbelli -, soprattutto auspichiamo che questa scelta di venire incontro agli allevatori costituisca un esempio che verrà seguito da tutti gli altri gruppi industriali e cooperativi. È una decisione di grande responsabilità, che rafforza l’intera filiera e dà un minimo di respiro agli allevamenti”.

Il comparto, a livello nazionale, vale oltre 16 miliardi di euro e occupa più di 100 mila persone.

In lombardia 401 imprese individuali con titolare russo

in Economia/Tendenze by

In Lombardia, nel 2021, le ditte individuali con titolare russo risultate iscritte al registro delle imprese sono state 401, circa l’8% in più rispetto alle 371 del 2020, con una crescita del 76% negli ultimi 10 anni. Tra queste, 169 sono attive nell’area metropolitana di Milano, 47 in provincia di Brescia, 34 a Bergamo, 30 a Como e 23 a Monza-Brianza. L’aumento più esponenziale nell’ultimo decennio si registra nel lecchese (+325%, 17 totali), a Sondrio (+250%, 7 totali), Monza (+109%) e Milano (89%). Nelle altre province della regione le imprese con titolare russo sono 13 a Cremona, 4 a Lodi, 16 a Mantova, 19 a Pavia e 22 a Varese.

Delle 401 imprese attive in Lombardia, emerge dai dati del registro delle imprese visionati dalla ‘Dire’, 60 operano nel commercio al dettaglio, 53 nel commercio all’ingrosso, 42 per i servizi alla persona e 42 nel settore dei lavori di costruzione specializzati. Solo 11 invece sono riferite all’industria manifatturiera, 20 ai servizi di ristorazione e 10 all’abbigliamento. Le aziende agricole che producono prodotti animali sono soltanto 7.

Le ditte individuali in Lombardia con titolare ucraino sono invece 1.238, con una crescita negli ultimi 10 anni pari al 99%. TESTO DA AGENZIA DIRE.

Brescia, nel 2021 sale l’occupazione (+1,5%), ma il gap con il periodo pre-Covid non è ancora stato colmato

in Economia/Lavoro by
Professionista al lavoro, foto generica da Pixabay

Nel 2021 il mercato del lavoro bresciano ha mostrato generalizzati segnali di ripresa, dopo l’indebolimento riscontrato nel 2020 in occasione della pandemia da Covid-19. Gli occupati complessivi evidenziano una crescita dell’1,5% sul 2020, attestandosi a 542 mila. Tale dinamica vede il contributo positivo della componente femminile (+2,1%) e, in misura relativamente minore, di quella maschile (+1,1%). Questa evoluzione si spiega anche con il fatto che l’occupazione delle donne veniva da un anno 2020 particolarmente penalizzante (-5,1% sul 2019, a fronte di un -2,3% per quanto riguarda i maschi).

A evidenziarlo sono i dati ISTAT elaborati dal Centro Studi di Confindustria Brescia. L’evoluzione dell’occupazione nel territorio bresciano risulta più intensa di quanto rilevato in Lombardia (+0,4%) e in Italia (+0,8%), a certificazione di un sistema economico che nel 2021 ha saputo cogliere la spinta della ripresa dopo la recessione del 2020.

A seguito di tali dinamiche, il tasso di occupazione (15-64 anni) misurato a Brescia e provincia nel 2021 è pari al 65,7%, ancora al di sotto dei livelli pre-Covid (67,3% nel 2019).

“Questi dati evidenziano sempre più la grande richiesta delle nostre aziende di alcune figure e competenze che faticano ad emergere nell’attuale scenario – commenta Roberto Zini, Vice presidente di Confindustria Brescia con delega a Welfare e Relazioni Industriali –. Dovremo continuare a lavorare in questa direzione, ma non solo. Dall’altro lato, infatti, è sempre più centrale il tema della valorizzazione delle risorse umane nelle imprese, in particolare dopo la pandemia. Oggi i lavoratori cercano all’interno dell’azienda non solo una soddisfazione reddituale, ma anche una realizzazione personale e un corretto punto di equilibrio tra vita e lavoro. Non a caso, sempre più spesso si parla del fenomeno “big quit”, la crescita di dimissioni su base volontaria. Su questo, come Associazione, stiamo riflettendo da tempo, lavorando con l’area Risorse Umane per coniugare il rispetto del già citato equilibrio vita-lavoro e la valorizzazione delle risorse.”

Nel 2021 il numero di persone in cerca di occupazione a Brescia è salito a 28 mila, contro i 24 mila rilevati nel 2020, quando erano calati di circa 3 mila unità sul 2019. Tale movimento, apparentemente controintuitivo, trova spiegazione nella maggiore vivacità del mercato del lavoro nel 2021, in contrapposizione alla minore fiducia riscontrata nel 2020, che aveva determinato l’uscita di persone dal mercato del lavoro e la loro entrata nella categoria dei cosiddetti “inattivi”.

Il tasso di disoccupazione complessivo si è così attestato al 4,9%, in aumento rispetto al 4,4% del 2020 e al 4,7% nel 2019. Tale indice è pari al 3,9% per i maschi e al 6,3% per le femmine. Esso risulta più basso della Lombardia (5,9%) e dell’Italia (9,5%).

Come anticipato, il tasso di inattività – che misura la quota di coloro che non lavorano e non cercano attivamente lavoro rispetto al totale della popolazione – nel 2021 ha subito una contrazione, passando dal 31,9% del 2020 al 30,8%.

Sul versante dei profili maggiormente richiesti nel mercato del lavoro bresciano – secondo le elaborazioni del Centro Studi di Confindustria Brescia effettuate dalla piattaforma WollyBi che monitora gli annunci di lavoro online rilevati nel territorio –, nel 2021 le domande di lavoro formulate dalle imprese bresciane hanno riguardato prevalentemente le macro categorie dei tecnici (19,9% degli annunci complessivi), degli artigiani e operai specializzati (18,2%), delle professioni tecniche e scientifiche (15,5%) e delle professioni non qualificate (15,1%). Più nel dettaglio, la top 5 dei profili più ricercati vede al primo posto gli addetti allo spostamento e alla spedizione dei materiali o delle merci (5,6% della domanda complessiva), seguiti dagli addetti alle pulizie in uffici, esercizi alberghieri ed altri esercizi (4,2%), dai modellatori e tracciatori meccanici di macchine utensili (4,2%), dai disegnatori industriali (3,8%) e dal personale non qualificato non classificato altrove (3,7%).

Va infine segnalato lo sgonfiamento della Cassa Integrazione Guadagni, che tuttavia rimane su livelli più elevati rispetto a quanto riscontrato prima della pandemia. Le ore complessivamente autorizzate in provincia di Brescia nel 2021, rispetto al 2020, sono diminuite del 56% (da 92,7 a 40,8 milioni), con un calo della componente ordinaria del 71% (da 72,2 a 21,1 milioni), a cui si contrappone un aumento di quella straordinaria (+215%, da 3,0 e 9,4 milioni). Il confronto con il 2019 evidenzia ancora una salita (+485%, da 7,0 a 40,8 milioni). A livello settoriale, nell’industria, le ore complessivamente autorizzate sono scese del 59% (da 69,0 a 28,1 milioni), nell’edilizia sono diminuite dell’84% (da 6,0 milioni a 980 mila), nel commercio del 32% (da 17,2 a 11,7 milioni). Sulla base delle ore effettivamente utilizzate è possibile stimare che nel 2021 le unità di lavoro annue (ULA) potenzialmente coinvolte dalla CIG siano state poco meno di 9 mila, contro le oltre 20 mila del 2020 e le millecinquecento del 2019.

NOTA

La Rilevazione Istat sulle forze di lavoro ha subito nel corso del 2021 due cambiamenti importanti. La prima novità è dovuta all’entrata in vigore del Regolamento europeo (UE) 2019/1700, che ha comportato modifiche definitorie e di questionario al fine di migliorare il grado di armonizzazione delle statistiche prodotte dai diversi Paesi dell’Unione Europea. Il secondo cambiamento consiste nell’introduzione di nuove stime della popolazione di individui e famiglie con l’obiettivo di migliorare la qualità delle statistiche demografiche. Le nuove modifiche metodologiche cambiano notevolmente la lettura del mercato del lavoro. I dati appena usciti risultano non confrontabili con la vecchia serie storica e la nuova serie (elaborata con la nuova metodologia) sarà resa disponibile da Istat in un secondo momento

Edilizia residenziale, a Brescia crescita record nel 2021

in Economia/Edilizia/Tendenze by

Nel corso del 2021, il mercato residenziale bresciano ha proseguito la crescita iniziata nel 2016. L’intensità della domanda e la dinamica delle compravendite sono stati i fattori trainanti di una performance molto positiva” – è quanto emerge dall’analisi del 1° Osservatorio Immobiliare 2022 di Nomisma dedicato ai mercati intermedi, diffuso dal giornale di Brescia e provincia online BsNews.it.

Il mercato residenziale

In termini di compravendite di abitazioni il mercato bresciano registra una crescita sostenuta sia nel primo sia nel secondo semestre 2021, raggiungendo il numero più elevato di transazioni degli ultimi anni.  Complessivamente, il 2021 si è chiuso con 3.240 compravendite di abitazioni (2.400 nel 2020) con un tasso di crescita del +35% rispetto all’anno precedente.

Considerando il comparto residenziale la domanda di acquisto e di locazione registra uno slancio importante dopo il periodo pandemico, ma questa grande euforia potrebbe essere calmierata – per Nomisma – nel 2022 dagli eventi bellici e inflattivi che stanno portando ad una revisione al ribasso delle prospettive di crescita del PIL e del reddito reale delle famiglie. Passando ai prezzi, si notano variazioni annuali positive in tutte le zone cittadine: per le abitazioni nuove la crescita dei prezzi è stata pari all’1,1% nel complesso, con la zona del centro che fa segnare un aumento dell’1,9%. Per le abitazioni usate invece l’aumento dei prezzi medi è pari all’1,4%, e anche in questo caso nella zona centrale i prezzi crescono in modo più deciso con una percentuale pari al 2,5%. L’Istituto bolognese rileva una riduzione dei tempi medi di vendita e di locazione, ora pari rispettivamente a 5 mesi e 1,5 mesi, segnali questi di un mercato residenziale più brillante e in recupero rispetto al periodo pandemico, mentre gli sconti restano pressoché stabili e pari al 6,5% per le abitazioni nuove e al 10,5% per l’usato. Riguardo l’ambito della locazione Nomisma registra un miglioramento dei canoni, leggermente inferiore a quanto registrato a livello nazionale. In dettaglio, sia le zone del centro sia quelle della periferia crescono rispettivamente dell’1,9% e dell’1%.

In seguito all’introduzione degli incentivi del Superbonus e del Sismabonus 110%, la domanda di acquisto di abitazioni da ristrutturare come prima casa è cresciuta per la maggior parte degli operatori. Nell’ultimo anno risulta in aumento la domanda proveniente da nuclei familiari che mostrano un fabbisogno abitativo crescente.

Il comparto non residenziale

Nomisma rileva come anche il settore non residenziale registri un’inversione di tendenza, passando da 255 transazioni del 2020 a 355 nel 2021 con un tasso di crescita pari al 40%.

Nonostante la ripresa delle transazioni, però, per Nomisma permangono diversi elementi di debolezza legati agli andamenti dei prezzi e dei canoni. I dati più recenti mostrano una variazione annuale negativa dei prezzi medi sia per gli uffici (-1,5%) sia per i negozi (-0,7%), mentre i canoni diminuiscono soltanto per gli immobili direzionali (-0,9%).

Nomisma nota un calo piuttosto marcato per i prezzi degli uffici del business district (-3,1%), mentre nelle altre zone il calo risulta più contenuto e pari a -1,1% nel centro e -0,6% nella periferia. Per quanto riguarda i negozi si osserva una dinamica negativa più importante nella zona periferica (-1,3%), a cui si contrappone una variazione lievemente positiva nella zona del centro città (+0,5%).

Un ulteriore elemento di rilievo per Nomisma è rappresentato dalla dinamica positiva di tutte le zone per quanto riguarda i canoni di locazione dei negozi (+1% nel centro). I tempi medi di vendita (10 mesi, sia per gli uffici che per i negozi) e gli sconti (15,5%, sia per gli uffici che per i negozi) rimangono stabili rispetto alla precedente rilevazione, in entrambi i comparti.

Le previsioni sul mercato residenziale

Nomisma rileva un discreto ottimismo tra gli operatori: il 90% ritiene che nel corso del 2022 il mercato delle compravendite residenziali non si indebolirà.

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