Indagine Api: il 2023 inizierà con il freno a mano per Brescia
Il finale d’anno è positivo per le PMI bresciane, ma crescono i timori e le incertezze per il 2023. A rilevarlo è l’Outlook 2023 realizzato dal Centro Studi Confapi Brescia interrogando un campione di 100 imprese associate, in prevalenza metalmeccaniche e la metà delle quali con meno di 15 dipendenti. Dal punto di vista metodologico, le previsioni sul 2023 riguardano solo i primi sei mesi, dal momento che tale è l’incertezza generale complessiva (prezzi, energia, geopolitica) che spingere l’analisi oltre la seconda metà dell’anno avrebbe avuto poco senso.
Secondo l’analisi fatta dal Centro Studi, il 2022 dovrebbe chiudersi con valori della produzione complessivamente positivi. Dopo una prima parte dell’anno ancora in forte crescita, il rallentamento del terzo trimestre non è stato confermato dal quarto che, anzi, sta mostrando segnali di vivacità positivi. Aspettative peggiori, invece, per i primi mesi del 2023, in particolare per quanto concerne il mercato domestico, il più significativo per le piccole e medie imprese bresciane. I dati riguardanti gli ordini evidenziano infatti una crescita del numero di imprese che osserva una contrazione più o meno marcata.
Leggermente più positivi i dati relativi al mercato Ue (che rappresenta il 66% dell’export bresciano), ma resta la previsione di un finale d’anno più positivo accompagnato da un deterioramento della situazione nei primi mesi del 2023. L’occupazione, che è stata positiva nei primi sei mesi del 2022, dal terzo trimestre si è evoluta in senso negativo, con calo di nuove assunzioni da un lato e aumento dei casi di riduzione di organico dall’altro. Per i prossimi mesi, stando alle aspettative, tale tendenza potrebbe accentuarsi. In peggioramento anche i saldi sulle frequenze degli investimenti, stabili o positivi nella prima parte dell’anno, ma più declinanti nel finale d’anno e, in prospettiva, anche nella prima parte del 2023. Pur in un contesto difficile, le note più positive riguardano i costi di produzione. I costi delle materie prime sono in via di stabilizzazione già a partire dalla seconda parte dell’anno. «Ben evidente è l’effetto trascinamento sul 2023 – si legge nell’outlook -: la proiezione sul nuovo anno porta a attendere stabilità nei costi per il 56% degli intervistati, e per poco meno di 1 su 10 si verificherà una cauta riduzione dei costi di fornitura». Anche i costi energetici registrano qualche timido miglioramento e le attese per il nuovo anno dovrebbero confermare questa direzione, aumentando sensibilmente il numero di realtà che stabilizza il costo della componente energia mentre diminuisce il numero delle imprese che continua a subire rincari, seppur meno invasivi rispetto al recente passato. «Il finale d’anno è positivo e ci conforta. Il quadro di incertezza complessivo ovviamente non aiuta e diversi indicatori suggeriscono la possibilità sempre più concreta di un potenziale calo dell’economia il prossimo anno – afferma il presidente di Confapi Brescia, Pierluigi Cordua -. I segnali di rallentamento dell’inflazione negli Stati Uniti, se confermati, potrebbero però portare a un allentamento delle politiche dei tassi d’interesse, con effetti positivi sugli investimenti ora un po’ sacrificati». Cordua ricorda anche i dati positivi sull’export bresciano: «Sono la conferma di un tessuto manifatturiero che continua a mostrare una straordinaria vocazione all’export e che è riuscito ad acquistare sempre maggiore credibilità e affidabilità sui mercati esteri».
Outlook 2023: i mercati delle materie prime industriali e degli energetici – Gianclaudio Torlizzi, consulente Confapi per le materie prime
«Il comparto delle commodities si appresta a chiudere il 2022 con il segno negativo. Tuttavia, sarebbe un errore pensare che il ciclo rialzista inaugurato nel marzo 2020 sia terminato. Il ritracciamento dei prezzi che ha investito il settore delle materie prime – dagli acciai ai metalli passando per i beni alimentari – è stato stimolato, da un lato, dall’effetto distruzione della domanda legata alla crisi energetica che ha investito l’Eurozona in maniera particolarmente violenta nella scorsa estate e, dall’altro, dal decongestionamento delle scorte di magazzino dopo la crisi da offerta che ha caratterizzato l’interno 2021. A gravare sui mercati sono, inoltre, giunti l’ondata di lockdown in Cina e l’adozione della politica monetaria in senso restrittivo da parte della Federal Reserve che ha spinto al rialzo il dollaro comprimendo in prezzi delle commodities. Tuttavia, già a partire dal mese di settembre, sono emersi i primi segnali di una ripresa del superciclo rialzista. L’allentamento della cosiddetta strategia Covid – Zero cinese unitamente ai recenti annunci della banca centrale Usa di arrestare il ciclo di rialzo dei tassi di interesse hanno contribuito a creare una fase di stabilizzazione che farà da base a nuovi rialzi dei prezzi nel corso del 2023. Si tratterà naturalmente di una dinamica caratterizzata da una buona dose di volatilità visto che le condizioni attuali dell’industria europea rimangono recessive. Ma, quando gradualmente entreranno in vigore i sussidi energetici varati dalla Germania, è lecito attendersi una stabilizzazione dell’economia del Vecchio Continente alimentata anche dalla accelerazione dell’economia cinese. In tale contesto si inserisce la condizione sul lato dell’offerta che rimane particolarmente tesa per il comparto delle commodities le cui scorte, sui minimi storici, appaiono anche sbilanciate verso Oriente (il 95% degli stock di rame oggi è detenuto nei magazzini cinesi). Non bisogna poi tralasciare gli effetti che le politiche climatiche hanno sulle dinamiche dei prezzi. L’adozione di target di emissione di CO2 particolarmente zelanti, infatti, rappresenta un driver fortemente rialzista per il comparto delle commodities. I metalli saranno tra i maggiori beneficiari in termini di prezzi, con il rame che potrebbe toccare i $12.000. Rialziste sono anche le prospettive del petrolio la cui offerta è destinata a rimanere tesa in ragione dell’embargo europeo sul greggio e i prodotti raffinati russi. In quest’ottica, la scadenza del 5 febbraio (quando scatterà il bando all’import di diesel russo) acquisisce un enorme valore per gli operatori di mercato».
Confapi Brescia: servizi erogati nel 2022
Sono state 280 le aziende associate a Confapi Brescia che hanno aderito, nel corso del 2022, ai protocolli energia e gas erogati da Apiservizi, con un consumo aggregato pari a 90.000.000 Kwh/anno energia elettrica e 15.000.000 m3/anno Gas metano. Confapi Brescia ha aggregato, inoltre, 98 imprese associate per accedere alla misura «Energy Release». Altre otto invece, per i maggiori consumi energetici annui, sono state accompagnate singolarmente nello svolgimento della procedura.
Buoni i risultati ottenuti dall’Ufficio formazione che ha organizzato 220 corsi, per un totale di 4320 ore e 1366 iscritti.
L’Ufficio Relazioni Industriali e Sindacali, a latere della quotidiana attività di consulenza in tema di diritto del lavoro, ha affiancato oltre 200 imprese nella redazione di piani welfare e di contratti aziendali. Va comunque segnalato che circa il 50% dei soci ha richiesto una consulenza o un confronto per approfondire il tema del welfare aziendale. Rispetto al 2021 si segnala che è diminuito il numero di imprese che hanno fatto ricorso, tra l’altro in modo molto moderato, alla cassa Integrazione (70 imprese nel 2022).
Nel corso del 2022, il valore potenziale complessivo di contributo delle pratiche gestite di finanza agevolata ha superato il milione di € e 1.500.000 € di finanziamenti.
Relativamente alla ricerca e selezione del personale nel 2022 sono state aperte 101 ricerche. Sono stati 760 i curriculum inviati, mentre quelli ricevuti circa 1.500. Dall’esito delle selezioni e dal confronto con le aziende è emersa la solita difficoltà generale nel reperire profili, soprattutto di operai specializzati.
I pochi curricula ricevuti per queste figure non soddisfano i requisiti perché troppo “generici” o comunque con poca esperienza. Per questo motivo molte selezioni di questo tipo sono tutt’oggi aperte.
Internazionalizzazione e innovazione
L’Ufficio Estero di Confapi Brescia si è interamente ristrutturato per offrire alle aziende associate un servizio ancora più efficiente. Nel corso dell’anno, il personale ha partecipato – per conto delle aziende associate – alla fiera MCE di Milano, GO INTERNATIONAL di Milano, all’evento Giornata Paese sia per il Messico che per gli Stati Uniti, e monitorato costantemente occasioni di finanza agevolata, mirata all’internazionalizzazione.
Confapi Brescia ha sottoscritto, inoltre,con la CCIAA di Brescia una convenzione per la realizzazione di attività di accompagnamento delle imprese del territorio verso il modello Impresa 4.0. Tale convenzione, sottoscritta lo scorso settembre, ha portato alla realizzazione di numerose comunicazioni, eventi ed iniziative nate dalla stretta collaborazione fra il PID – Punto Impresa Digitale e l’associazione e finalizzate alla promozione e divulgazione di una cultura dell’innovazione in ottica 4.0 nelle imprese bresciane.
La sicurezza informatica è stata, inoltre, al centro di un servizio di tutorial video, organizzato in collaborazione con Unimatica Confapi Brescia, imperniato sulle specifiche esigenze delle Pmi.