Magazine di informazione economica di Brescia e Provincia

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Economia - page 236

Notizie economico-finanziarie di Brescia e Provincia

Manifatturiero, dalla Regione un milione per la competitività

in Bandi/Economia/Evidenza/Istituzioni/Manifatturiero/Regione by

Con una delibera proposta dall’assessore allo Sviluppo economico di Regione Lombardia Mauro Parolini, approvata ieri dalla Giunta, sono stati definiti i criteri che riguardano il bando regionale ‘Manunet 2017 Lombardia’ che rientra nell’ambito dell’iniziativa transnazionale ‘Manunet Transnational Call 2017’.

BANDI CONGIUNTI – “‘Manunet Transnational Call 2017′- ha spiegato l’assessore Parolini -, co-finanziata dal Programma europeo per la ricerca e l’innovazione Horizon 2020, nasce con
l’obiettivo di stimolare la competitivita’ manifatturiera a livello globale europeo attraverso il coordinamento di attivita’ di ricerca, sviluppo, innovazione e competitivita’ e in particolare attraverso il cofinanziamento di bandi congiunti transnazionali per lo sviluppo delle industrie manifatturiere. Le risorse complessivamente stanziate da Regione Lombardia per i beneficiari ammontano a 1 milione di euro a cui si aggiunge un eventuale contributo della Commissione Europea”.

SOGGETTI BENEFICIARI – I soggetti beneficiari sono: le piccole e medie imprese; le grandi imprese; gli organismi di ricerca (pubblici e privati).

CONTRIBUTO – Il contributo erogabile ad un singolo soggetto lombardo partecipante al progetto transnazionale non potra’ superare l’ammontare di 150.000 euro (limite per partner). Inoltre, se i partecipanti lombardi coinvolti in uno stesso progetto sono piu’ d’uno, la somma dei contributi che potranno essere concessi cumulativamente ai partner lombardi nell’ambito dello stesso progetto non potra’ essere superiore a 300.000 euro (limite per progetto).

Brescia, sette famiglie su dieci chiudono il 2016 in pareggio

in Economia/Tendenze by

Chiudono il 2016 con il bilancio in pareggio 2 famiglie lombarde su 3 (sono il 66% contro il 57% del 2015) e il 22% è riuscito a risparmiare. Per far quadrare i conti, l’8% ha attinto dai propri risparmi, il 4% si è dovuto indebitare. Sul futuro le famiglie lombarde sono ottimiste: oltre l’80% prevede il proprio bilancio del prossimo anno in miglioramento o comunque stabile. Sono alcuni dei dati che emergono dalla indagine “Famiglie e fiducia. Monza e Brianza, Lombardia”, realizzata dalla Camera di commercio di Monza e Brianza in collaborazione con DigiCamere nel mese di novembre 2016.

Il bilancio nelle province lombarde. Sono le famiglie di Monza Brianza e Bergamo a considerarsi, nel complesso, le più soddisfatte dell’anno che sta per chiudersi: rispettivamente il 77% e il 72% crede che la situazione economica della propria famiglia sia invariata o migliorata nel 2016 (contro il 71% della media lombarda). Sulle percezioni del nuovo anno, sono i bergamaschi i più ottimisti: 9 famiglie su 10 circa credono che la situazione economica della propria famiglia resterà invariata o ci sarà qualche miglioramento. Sperano in una svolta positiva per il 2017 anche le famiglie di Varese (83%). I più “abili” a chiudere il bilancio in pareggio sono i milanesi (72%) e i bresciani (69%), mentre i bergamaschi sono i più morigerati: il 28% delle famiglie è riuscita a risparmiare contro la media lombarda del 22%. Emerge dalla indagine “Famiglie e fiducia. Monza e Brianza, Lombardia”, realizzata dalla Camera di commercio di Monza e Brianza in collaborazione con DigiCamere nel mese di novembre 2016.

Il bilancio per professione Guardando alle professioni, i lavoratori autonomi e i dipendenti sono i più “soddisfatti” della condizione economica della famiglia nell’ultimo anno: per circa 8 su 10 la situazione è migliorata o invariata. Sulle aspettative per il 2017 sono gli imprenditori i più fiduciosi: per 9 su 10 ci saranno miglioramenti o stabilità. Pensionati e casalinghe sono i più bravi a chiudere il bilancio in pareggio, rispettivamente il 75% e il 71%, e sono anche quelli che fanno meno debiti (1% e 3%). Emerge dalla indagine “Famiglie e fiducia. Monza e Brianza, Lombardia”, realizzata dalla Camera di commercio di Monza e Brianza in collaborazione con DigiCamere nel mese di novembre 2016.

I dati della Camera di commercio di Monza e Brianza (per vedere il file esteso salvare l'immagine con il tasto destro del mouse).
I dati della Camera di commercio di Monza e Brianza (per vedere il file esteso salvare l’immagine con il tasto destro del mouse).

Merigo (Confesercenti): l’Alta velocità deve passare sul Garda

in Alessio Merigo/Associazioni di categoria/Confesercenti/Economia/Evidenza/Infrastrutture/Personaggi by

A poche ore dalle dichiarazioni rilasciate dal Consorzio Lago di Garda Unico e i Consorzi degli Albergatori, in merito al passaggio dell’alta velocità sul Garda, Confesercenti della Lombardia Orientale prende posizione a sostegno di tutti gli interventi degli enti menzionati.

“Come da noi sostenuto nei mesi precedenti, ribadiamo pieno sostegno alle proposte dei rappresentanti degli albergatori gardesani – dichiara Alessio Merigo, Direttore Generale di Confesercenti, – e, visto il nostro ruolo di Confederazione degli esercenti, ci attiveremo su tutti i tavoli istituzionali affinché sia preso in seria considerazione il piano proposto”.

Camera di Commercio, Provincia e l’Assessorato Regionale allo Sviluppo Economico: questi gli attori che Confesercenti coinvolgerà affinché il bacino Gardesano non sia escluso da questa importante opera infrastrutturale.

“Sono i numeri che sostengono le nostre proposte – prosegue Marco Polettini, Presidente degli Albergatori Assohotel Confesercenti -, poiché la Riviera del Garda, dati 2015 alla mano, ha oltrepassato i 6 milioni e mezzo di presenze con un trend in crescita per il 2016”.

Partendo da questo presupposto, il passaggio dell’alta velocità sul Garda porterebbe risvolti positivi sia in termini di incremento dei passeggeri sia in termini di vivibilità del paese, limitando, di conseguenza, il numero dei veicoli sulle strade. Oltre a quest’aspetto, non trascurabile, se non venisse realizzato il passaggio di questa fondamentale infrastruttura nella zona gardesana, si correrebbe il rischio di perdere i collegamenti diretti con Venezia o Milano, trasformando Desenzano e Peschiera in stazioni adatte solo ad accogliere convogli locali e per brevi trasferte.

La fortissima vocazione turistica, unita alla linea di comunicazione moderna e funzionale come l’Alta Velocità, sono elementi imprescindibili che, secondo Confesercenti, “non dovranno essere messi in discussione”. L’Associazione, confida che tali richieste siano condivise e percepite dagli enti istituzionali coinvolti.

Capodanno, spesa da oltre mezzo miliardo per i lombardi

in Economia/Tendenze/Turismo by

Oltre mezzo miliardo di euro: è questa la spesa dei lombardi per il Capodanno 2016, tra festeggiamenti, regali, pranzi, vestiti, accessori e addobbi. Ma come festeggeranno i lombardi l’arrivo del 2017? In un caso su tre (35%) impegnati in una festa organizzata a casa propria o di amici e circa uno su venti visitando un’altra città. Il 6% accoglierà il nuovo anno sulla neve contro il 2% che brinderà al 2017 in una località calda o passerà la serata a teatro o al cinema. Festa in piazza per un lombardo su cento ma il 15% passerà una serata tranquilla a casa e l’1,8% andrà a letto prima di mezzanotte. E tra chi parte prima, durante o dopo Capodanno, sarà in vacanza in questi giorni oltre un lombardo su cinque. Emerge da un’indagine condotta dalla Camera di commercio di Milano in queste settimane su circa 800 lombardi.

Lombardia: 16 mila le imprese attive come ristoranti, discoteche e night club ,più legate al Capodanno.* Un settimo del totale italiano. Sono oltre 15 mila ristoranti e 400 sale da ballo e discoteche. Prime per imprese Milano con circa 5.800, Brescia con 2.352, Bergamo con 1.566, Varese con 1.227, Como e Pavia con circa mille. Tra 2015 e 2016 il settore cresce del 3,7% con punte del 6,6% a Milano e 5,7% a Como. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati registro imprese al terzo trimestre 2016.

Lugana Doc, il 2016 chiude con 150 milioni di euro di fatturato

in Alimentare/Economia/Garda/Zone by
150 milioni di euro di fatturato, 14 milioni di bottiglie nella vendemmia 2015, 1675 ettari coltivati, un lungo tour promozionale negli USA con 10 tappe e tanti progetti in cantiere, in Italia e all’estero, per festeggiare nel 2017 i 50 anni della DOC, la prima della Lombardia. Questi i numeri più che positivi del Consorzio Tutela Lugana DOC, che chiude il 2016 in forte crescita, confermando così il trend di crescita che dura dal 2006, con una produzione raddoppiata in dieci anni.
“Per noi è stato il miglior anno in assoluto – afferma il presidente Luca Formentini, riconfermato lo scorso febbraio alla guida del Consorzio per un altro triennio –. Mai avevamo raggiunto questi traguardi e mai prima d’ora il nostro vino aveva ottenuto riconoscimenti così unanimi e significativi, con un export al 70% in crescita sia in mercati consolidati, come la Germania, che in paesi fino a pochi anni fa preclusi, come gli USA o il sud est asiatico. Siamo soddisfatti non solo dei risultati commerciali del nostro vino ma anche di alcuni progetti da tempo coltivati che nel 2016 hanno finalmente visto la luce. Fra tutti l’istituzione ufficiale della Commissione tecnica, una sorta di laboratorio in cui i nostri associati potranno sperimentare un nuovo modo di lavorare insieme, e il protocollo siglato con i florovivaisti per il mantenimento del patrimonio arboreo della nostra area. Fra gli impegni che ci stanno più a cuore vi è infatti contribuire alla crescita della cultura della sostenibilità ambientale nel nostro territorio”.
Da anni il Consorzio è una delle voci più decise contro il passaggio della linea dell’alta velocità nel basso lago, linea che proprio pochi giorni fa è stata inaugurata nella tratta Milano-Brescia. “Non si tratta solo del danno economico diretto, che pure è ingente dato che la Turbiana oggi vale 200 euro al quintale e i terreni coltivati 300 mila euro l’ettaro – spiega Formentini -. Il rischio maggiore è la compromissione dell’intero distretto turistico del Garda, il terzo in assoluto in Italia. Un intervento così aggressivo in un’area dell’equilibrio fragile ci pare un vero suicidio, a maggior ragione in questo momento storico in cui, anche grazie al successo di filiere come la nostra, si è riusciti con fatica a porre un freno alla cementificazione ed al consumo di territorio. Non abbiamo ancora perso la speranza che si possa intervenire sul progetto e modificare il tracciato – conclude Formentini – e indirizzeremo una lettera aperta al confermato Ministro Delrio perché ascolti le nostre ragioni”.

Immobili non occupati, Brescia al quinto posto in Lombardia

in Economia/Edilizia by

La Lombardia è la regione italiana con la più bassa concentrazione di case vuote (15,16% per oltre 731 mila abitazioni non occupate), pur avendo al suo interno una delle province con più immobili non occupati: Sondrio. È quanto emerge da un’analisi di Solo Affitti, rete immobiliare specializzata nella locazione con 340 agenzie (40 in Spagna), che propone di sostenere con interventi legislativi, anche in materia fiscale, il mercato locativo valorizzando gli oltre 7 milioni di immobili vuoti nel nostro Paese.

Le provincie lombarde. Sondrio e provincia, anche in virtù della presenza di seconde case di villeggiatura, è terza in Italia per percentuale di case non occupate con quasi il 50% del totale (49,7%) e quasi 74 mila e 500 immobili inutilizzati. Lecco è al secondo posto con 1 immobile non occupato su 4 (25,8% e oltre 48 mila case non occupate) e Bergamo al terzo con il 22,7% e quasi 128 mila e 800 immobili vuoti. Entrambe sopra la media nazionale (22,5%). Leggermente sotto la media nazionale la concentrazione di case vuote a Como (4° posto regionale con il 21,4% e quasi 66 mila immobili non occupati) e Brescia (5° posto regionale con il 20,9% e poco più di 133 mila case non occupate). Le percentuali si abbassano notevolmente nelle restanti province lombarde. Pavia è sesta con oltre 43 mila immobili non occupati pari al 15,6% del totale. Seguono Varese (7° posto regionale con il 13,7% e circa 57 mila e
300 case vuote) e Mantova (8° posto regionale con il 13% e quasi 24mila e 500 case non inutilizzate). Il livello di occupazione è elevato a Cremona: 9° posto regionale con quasi 21 mila e 900 case vuote pari al 12,9. L’utilizzo delle case sale ancora man mano ci si avvicina al capoluogo lombardo. Nella provincia di Lodi gli immobili sfitti sono poco più del 10% del totale (circa 10.400 in tutto). A Monza-Brianza si scende sotto il 10% (9,5% e circa 36 mila e 400 case non utilizzate). Milano, infine, fa registrare la minor concentrazione di case vuote della Lombardia e di tutta l’Italia, con oltre 87 mila e 600 immobili vuoti pari al 6,1% e che rappresenta comunque un patrimonio cospicuo in una metropoli dove la domanda di abitazione è sempre elevata.

Nel resto d’Italia tra le province con più case sfitte, insieme a Sondrio (3° posto nazionale), spiccano Olbia-Tempio, dove se ne contano oltre la metà (1° posto nazionale con il 52,88%, più del doppio della media nazionale, e 71.614 abitazioni) e Aosta (2° posto nazionale con il 50% e 58.731 immobili non occupati). Oltre che nelle province di Milano e Monza Brianza ci si avvicina invece alla piena occupazione anche a Firenze (10,1% del totale immobili).

Grandi città. Se guardiamo i grandi comuni italiani Brescia risulta al 6° posto in Italia con circa 14 mila e 500 abitazioni non occupate pari al 14,7% del totale, mentre Milano spicca per l’alto livello di occupazione delle case con il 5,8% di immobili vuoti, cioè poco più di 37 mila immobili vuoti. Situazione analoga a Napoli (3,9% e 14.140 abitazioni non occupate) e Firenze (3% e 5.164 abitazioni). Ravenna è il primo comune d’Italia per case vuote (28,4% per 27.118 immobili). La seguono Reggio Calabria (2° posto nazionale; 27,3% e oltre 26 mila e 200 immobili) e
Catania (3° posto nazionale, 19,7% e circa 28 mila e 600 abitazioni vuote).

Le regioni. La maggiore parte degli oltre 7 milioni di case non occupate (22,5% del totale) si concentrano in regioni del Sud come Calabria (2° posto nazionale con il 38,7% e 481.741 case), Molise (3° con il 36,9% e 73.524 case) e Abruzzo (4° con il 32,7% e 250.038) anche per effetto dell’emigrazione. Tante le case inoccupate anche in Valle d’Aosta (1° posto in Italia con il 50% per 58.731 immobili) e Trentino Alto Adige (9° con il 27,2% e 156.771) dove abbondano le case di villeggiatura.

Valsabbina, Flocchini (Comunità montana): azionisti preoccupati, vigileremo

in Banche/Economia/Istituzioni/Valsabbina by

“La Comunità sta seguendo con grande attenzione le vicende collegate a una banca importante per il nostro territorio”. A dirlo –-intervistato da BsNews.it e Brescia2.it – è il presidente dell’ente comprensoriale che raccoglie i Comuni della Valsabbia, il leghista Giovanni Maria Flocchini, che commenta così il fermento nato attorno a Banca Valsabbina, i cui vertici sono oggetto di pesanti critiche da parte di un comitato di piccoli azionisti nato poche settimane fa.

“Registriamo una grande preoccupazione su questa vicenda”, ha dichiarato Flocchini, “l’auspicio è che gli azionisti possano ricevere le risposte che si aspettano, recuperando gli investimenti fatti. Altrimenti si tratterebbe di un danno importante”

Flocchini, quindi, sottolinea di non aver ricevuto richieste di incontro dal comitato degli azionisti “ribelli”, ma spiega di essere pronto a riceverne i vertici qualora lo dovessero chiedere. Inoltre afferma di condividere la richiesta di convocare un’assemblea dei soci il prima possibile perché “per gli azionisti si tratterebbe di un momento importante di chiarimento e di discussione delle strategie future”.

La Comunità montana della Valsabbia – evidenzia Flocchini – non ha competenze in materia, ma “si tratta di una realtà importante per il territorio e noi, come istituzione, siamo osservatori interessati”. Ricordiamo che la Comunià, fino al 2014 era anche tra gli azionisti dell’istituto. Ma le 898 azioni in portafoglio dell’ente sono state vendute nel 2014 – in virtù della legge che obbliga a dismettere le partecipazioni non strategiche – a un prezzo più che doppio dell’attuale.

Beretta acquista la bergamasca Victrix e si consolida nel manifatturiero

in Armi/Economia/Valtrompia e Lumezzane/Zone by

Nuova acquisizione per Fabbrica d’Armi Pietro Beretta che ha rilevato dalla bergamasca Rottigni Officina Meccanica il ramo d’azienda Victrix.  Victrix realizza per il settore difesa e law enforcement carabine con calibri particolari, mentre per il tiro a lunga distanza produce armi a canna rigata, che non andranno a sovrapporsi a quelle dei marchi finlandesi Sako e Tikka, già da diversi anni parte del gruppo di Gardone Val Trompia. Franco Gussalli Beretta, Presidente di Fabbrica d’Armi Pietro Beretta, ha commentato l’acquisizione ricordando come “con questa operazione sia io, che mio fratello Pietro, confermiamo il nostro impegno convinto nel manifatturiero: con l’acquisizione della tecnologia Victrix, che porteremo in Beretta, a Gardone arriveranno nuove competenze”.
L’acquisizione è stata annunciata da Andrea Candian, Marketing Manager di Beretta per il segmento Defense e Law Enforcement, e Giuseppe Valtorta, Amministratore Delegato della Rottigni, che grazie al nuovo accordo assumerà in Beretta l’incarico di senior product manager per il lungo rigato.  “Questa acquisizione ci offre l’opportunità di portare in azienda un know-how tecnologico nella caccia rigata, di potenziare le nostre competenze di Ricerca e Sviluppo anche sul tiro sniper e su quello a lunga distanza per il segmento sportivo – aggiunge il Presidente Franco Gussalli Beretta – ed anche di portare una nuova cultura di processo che deriva dalla produzione a canna rigata, aprendo nuove opportunità, professionali, industriali e commerciali. Beretta Due era nata come centro assistenza per l’alta gamma, prima per i fucili da caccia poi per quelli da tiro al piattello, ed ora lo sarà anche per le armi a canna rigata, lontane dalla tradizione armiera gardonese. Fabbrica d’Armi potrà ora vantare un’altra specializzazione, che porterà anche alcuni nuovi posti di lavoro”.

L’operazione Victrix segue l’acquisizione da parte di Beretta Holding del 40% di Zamberlan, azienda di Pievebelvicino in provincia di Vicenza che produce calzature da montagna da 87 anni. “Con Zamberlan andremo ad allargare la nostra gamma di accessori per l’outdoor – spiega Franco Gussalli Beretta – aggiungendo una collezione di calzature tecniche a marchio Beretta”. La strategia di ampliamento delle competenze da un lato e della gamma di prodotti e servizi offerti alla clientela dall’altro, ha visto proprio in queste settimane aggiungersi un ulteriore importante tassello nei reparti di Beretta Due. Dal 2017, infatti, al Gun Service Beretta sarà operativo anche un atelier per la produzione di valigette in pelle per la custodia delle armi, interamente realizzate a mano e personalizzabili con i migliori materiali.

“Chiudiamo il 2016 con due acquisizioni – conclude Franco Gussalli Beretta – ma soprattutto con i ricavi in leggera crescita”.

Valcamonica, quale sviluppo? Ecco le idee del Broletto

in Economia/Istituzioni/Provincia di Brescia/Valcamonica/Zone by

Si è svolto ieri mattina a Darfo il convegno “Segni di futuro: prospettive per uno sviluppo della Valle Camonica” al quale ha partecipato, tra le autorità, il Presidente della Provincia di Brescia, Pier Luigi Mottinelli. Sono stati affrontati vari temi legati all’occupazione, al mercato del lavoro, all’economia.

“Il Centro per l’Impiego di Breno – ha dichiarato il Presidente Mottinelli – che copre con i recapiti di Darfo e Edolo il territorio della Valle Camonica, nelle cui liste sono iscritte oltre 14mila persone, ha rilevato che i dati di quest’anno consentono di delineare una situazione di oggettiva difficoltà del mercato del lavoro in Valle Camonica, con oltre 4000 dichiarazioni di immediata disponibilità al lavoro e circa 3000 richieste di indennità di disoccupazione”.

Per quanto concerne l’attività professionale sul territorio, vanno menzionati il CFP Zanardelli con le sedi a Darfo, Edolo e Ponte di Legno, attive con corsi di formazione e inserimento lavorativo, che si inseriscono nel contesto territoriale di pertinenza attraverso forti relazione con il tessuto economico locale.

“La collaborazione con i Centri per l’impiego – ha proseguito Mottinelli – consente di tracciare non solo percorsi formativi qualificanti, ove prevalgono le ore di laboratorio e di alternanza scuola lavoro, ma anche percorsi di inserimenti lavorativi e in tirocinio. La recente creazione dell’Accademia di acconciatura nella sede di Darfo ha dato il via ad un importante centro di specializzazione in quest’ambito”. Particolare attenzione alla sede di Ponte di Legno, un’esperienza di scuola-impresa a 360 gradi per i giovani: l’albergo che ospita le attività consente di svolgere servizi di ospitalità vera e propria e di far esercitare i ragazzi su situazioni reali. I pasti vanno in effetti preparati e serviti a clienti reali. L’esperienza consente quindi un rapporto stretto con le associazioni di categoria presenti in valle, come l’associazione albergatori e l’associazione ristoratori dell’alta valle e con consorzi, come il consorzio della castagna, che valorizzano prodotti di eccellenza locale. La sede di Ponte di Legno costituisce quindi un punto di eccellenza nella formazione in ambito culinario.

Il Presidente Mottinelli si è concentrato poi sull’incubatore di imprese: “La realtà di Impresa e Territorio Scarl, pur essendo partecipata da soggetti pubblici, prevede una gestione con una forte impronta imprenditoriale e un forte collegamento con il privato, svolgendo diverse attività: dai centri servizi per le piccole imprese alla gestione di parchi tecnologici, centri di ricerca, assistenza e consulenza alle nuove imprese”.

I PRINCIPALI PROGETTI AVVIATI NEGLI ANNI CHE HANNO VISTO LA PARTECIPAZIONE ED IL COINVOLGIMENTO DELLA PROVINCIA DI BRESCIA

Focus di attenzione: GIOVANI STUDENTI FAMIGLIE ENTI PUBBLICI DISOCCUPATI AZIENDE SVILUPPO DEL TERRITORIO Alcuni casi concreti di progettualità

► SALONE DELL’ORIENTAMENTO Progetto avviato con la prima edizione nel 2013 (ultima nel 2015) che ha avuto negli anni l’obiettivo di aiutare i giovani nella difficile scelta della scelta del proprio futuro.

► SPORTELLO EUROPA: sportello di Finanza Agevolata Nel 2015 lo Sportello Europa è realizzato e sviluppato con la Provincia di Brescia per offre servizi ai 205 comuni del territorio bresciano.

► OSSERVATORIO DEL MERCATO DEL LAVORO E DELLE IMPRESE L’Osservatorio ha attivato un servizio di monitoraggio permanente delle principali dinamiche che animano il mercato del lavoro della Valle Camonica, tramite l’analisi e l’elaborazione di fonti di dati esistenti e la realizzazione di indagini ad hoc sul territorio.

► PROGETTI SPERIMENTALI PER SVILUPPO DI PROFESSIONALITÀ QUALIFICATE PER IL MERCATO LOCALE Dare risposte ai fabbisogni occupazionali del territorio, per garantire maggiori opportunità di inserimento lavorativo per i giovani, anche attraverso la valorizzazione di professioni ad oggi abbandonate o poco attrattive per i giovani stessi e per le famiglie.

► PROGETTI PER FAVORIRE L’INSERIMENTO LAVORATIVO DI PERSONE PIÙ IN DIFFICOLTÀ La Provincia ha contribuito con ATSP, Comunità Montana di Valle Camonica, Incubatore di Imprese e mondo delle cooperative alla creazione di un sistema di rete per le politiche del lavoro. Sono stati condivisi ed attivati specifici progetti per favorire processi di inserimento lavorativo come ad esempio il progetto DOTE OCCUPAZIONALE PER DISOCCUPATI E INOCCUPATI RESIDENTI NEL DISTRETTO DI VALLECAMONICA –SEBINO ed il progetto L.A.V.O.R.O. (a new Local labor market Arrangement Versus Old Rules and hOrizons) presentato a valere sul programma Europeo EaSI.

► PROGETTI PER IL TERRITORIO Cogliere attraverso il lavoro dell’Incubatore di Imprese i fabbisogni dei territorio oggetti ai finanziamenti (comuni diretti e comuni confinanti), individuando progettualità in grado di generare reali opportunità per l’area oggetto di finanziamento e non solo.

► PROGETTI PER LE IMPRESE AGENDA DIGITALE BRESCIANA all’interno della quale si collocano specifiche progettualità per le imprese.

Ricordiamo che Piano nazionale Industria 4.0 presentato a Milano lo scorso settembre prevede incentivi per investimenti in ambito di innovazione, e il territorio va accompagnato in questo percorso. Impresa e Territorio Scarl gestisce l’Incubatore della rete di Invitalia e quindi legato a MISE, sosterrà la provincia in questo percorso. Infine importante l’attività dell’Azienda Territoriale per i Servizi alla Persona, costituita da 42 Comuni della Valle Camonica, dalla Comunità Montana di Valle Camonica e dal Consorzio B.I.M. di Valle Camonica, orientata alla governance delle politiche sociali e all’erogazione di servizi alla persona. L’Azienda svolge servizi socio-assistenziali, socio sanitari integrati e, più in generale, servizi alla persona a prevalente carattere sociale, con precedenza per le attività di competenza istituzionale degli Enti consorziati, ivi compresi interventi di formazione e orientamento concernenti le attività dell’Azienda o aventi finalità di promozione sociale dei cittadini del proprio territorio. L’Azienda rappresenta uno strumento individuato dai Comuni per l’esercizio delle politiche sociali in forma associata, interpretando il pensiero espresso in sede assembleare. A riprova della vicinanza della Provincia di Brescia alle realtà più significative del territorio, si sottolinea, in particolare, la partecipazione della stessa a: attività propedeutiche alla stesura del Piano di Zona 2015/2017, con particolare attenzione all’ambito del LAVORO sostegno finanziario (€ 60.000) agli interventi programmati dall’ATSP nell’ambito delle politiche attive per il lavoro (V. bando per incentivi alle aziende per l’assunzione di disoccupati) adesione al progetto europeo nell’ambito del Programma Europeo EASI, finalizzato a promuovere un elevato livello di occupazione sostenibile e di qualità, garantire una protezione sociale adeguata e dignitosa, combattere l’emarginazione e la povertà e migliorare le condizioni di lavoro, con un’ attenzione particolare alle categorie vulnerabili come i giovani.

Carnevali non molla. Ecco tutti i numeri (milionari) per i rilancio

in Commercio/Economia by

L’insegna di Carnevali continuerà a brillare a Brescia, in via Cefalonia, ma anche nei punti vendita di Lonato (il Leone) e Erbusco (le Porte franche). E i 110 posti di lavoro, almeno per ora, sono salvi. I creditori, infatti, hanno dato il via libera al piano di rilancio di Carnevali, un passaggio previsto dal concordato preventivo avviato dalla società in primavera.

Quattro – secondo quanto riportato dal Giornale di Brescia – i pilastri del rilancio: la vendita di due immobili considerati non strategici ad Arcore e Brescia, in via della Volta, la cessione della partecipazione in Brixiatrade (commercio all’ingrosso di tessuti), il versamento – già effettuato – di un milione di euro in conto capitale da parte dei soci e l’incasso di crediti per 3,67 milioni.

Ma il quadro complessivo rimane complicato. Sui conti pesano ancora pendenze verso fornitori, Erario e banche per 46 milioni di euro, a fronte di un valore dell’attivo (tra immobilizzazioni e crediti) di circa 20.

Attraverso la procedura di concordato, la società dei Bani si è impegnata a rimborsare integralmente i creditori privilegiati (per circa 10 milioni di euro). Ma anche a saldare il 65% del debito nei confronti dell’Erario e dell’Inps (il totale è di 2,75 milioni), il 50% di quello verso i fornitori strategici (a bilancio per 4,35 milioni), il 25% delle pendenze con le banche, per un totale di 21,46 milioni e il 40% del debito verso gli altri creditori.

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