Magazine di informazione economica di Brescia e Provincia

Category archive

Economia - page 2

Notizie economico-finanziarie di Brescia e Provincia

Brescia, nuova flessione per il manifatturiero | I dati di Confindustria

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Tendenze by

Nel 2024, l’attività produttiva nel settore manifatturiero bresciano ha registrato, in media d’anno, una nuova flessione (-1,3%), che segue il modesto calo sperimentato nel 2023 (-0,2%). Il sistema industriale locale esce quindi da due anni consecutivi di contrazione dei livelli produttivi; è necessario ritornare al biennio 2008-2009 (in occasione della “Grande Recessione”) e al biennio 2012-2013 (gli anni della crisi dei debiti sovrani), per riscontrare una situazione analoga, anche se nelle precedenti occasioni le entità delle flessioni erano state ben più significative.

A evidenziarlo – secondo quanto riporta Brescia news – è l’indagine congiunturale del Centro Studi di Confindustria Brescia sui dati relativi al periodo ottobre-dicembre 2024.

Quanto rilevato nel 2024 è frutto di una componente propria debolmente positiva (+0,3%), a cui si contrappone la negativa crescita ereditata dal 2023 (-1,6%).

“Il Made in Brescia ha pagato, nel corso dell’anno da poco concluso, una serie di fattori – commenta Franco Gussalli Beretta, presidente di Confindustria Brescia –, tra cui spiccano le ormai croniche difficoltà del settore manifatturiero a livello mondiale, con l’indice PMI globale che a dicembre 2024 si è attestato in zona negativa per la quinta volta negli ultimi sei mesi e la conclamata debolezza della Germania, principale partner commerciale per l’industria bresciana, a cui si uniscono la forte preoccupazione per lo stato di salute del settore automotive europeo e le rinnovate tensioni sul prezzo del gas e dell’energia elettrica. In generale, cerchiamo comunque di essere positivi: a fronte di un primo semestre che si preannuncia complicato, la seconda parte del 2025 dovrebbe caratterizzarsi per un miglioramento generale dell’andamento del nostro sistema produttivo, anche se sul contesto complessivo incideranno inevitabilmente due tematiche, su cui ho avuto recentemente modo di esprimersi: l’effettiva realizzazione del Piano Industria 5.0 e gli interventi strutturali per arginare la crescita dei costi energetici, su tutti il disaccoppiamento del prezzo finale di gas ed energia elettrica”.

Con riferimento al solo 4° trimestre del 2024, la produzione mostra una sostanziale stabilità, segnando una variazione grezza nulla rispetto al trimestre precedente (congiunturale); la dinamica nei confronti dello stesso periodo del 2023 (tendenziale) evidenzia invece una nuova contrazione (-1,6%), con l’ultimo “segno più” che risale addirittura ai primi tre mesi del 2023. La variazione trasmessa al 2025 è negativa (-1,9%): ciò sta a indicare che la crescita nell’anno in corso sarà appesantita, dal punto di vista algebrico, dalla negativa performance rilevata nel 2024.

§  Nell’ultimo trimestre del 2024 il 36% degli operatori intervistati ha dichiarato una crescita dell’attività rispetto al periodo precedente, a fronte del 34% che si è espresso per il mantenimento dei volumi prodotti e del 30% che invece ha segnalato una flessione degli stessi.

§  La disaggregazione della variazione della produzione per classe dimensionale mostra andamenti particolarmente differenziati: -3,1% per le imprese micro, +2,4% per le piccole, -1,0% per le medie e 0,0% per le grandi.

§  Con riferimento alla dinamica congiunturale per settore, l’attività produttiva ha evidenziato una forte dispersione delle dinamiche. Consuntivi positivi provengono dalle realtà del chimico, gomma e plastica (+5,2%), del legno e minerali non metalliferi (+3,7%) e del sistema moda (+1,8%), a fronte delle difficoltà riscontrate fra le imprese della meccanica (-0,4%), della metallurgia (-3,1%) e dell’alimentare (-3,7%).

§  Il tasso di utilizzo della capacità produttiva si è attestato al 75%, invariato rispetto alla rilevazione precedente, e in diminuzione dell’1% nei confronti di quanto misurato nel quarto trimestre del 2023 (76%).

§  Le vendite sul mercato italiano sono aumentate per il 31% delle imprese, rimaste invariate per il 40% e diminuite per il 29%. Le vendite verso i Paesi comunitari sono cresciute per il 27% degli operatori, calate per il 31% e rimaste stabili per il 42%; quelle verso i Paesi extra UE sono aumentate per il 27%, diminuite per il 29% e rimaste invariate per il 44% del campione.

§  I costi di acquisto delle materie prime sono rilevati in crescita dal 29% delle imprese, con un incremento medio pari all’1,7%. I prezzi di vendita dei prodotti finiti sono stati rivisti al rialzo dal 20% degli operatori, per una variazione complessiva pari a +0,5%. Prosegue quindi la fase di assestamento dei prezzi dei beni industriali, dopo le forti tensioni rilevate negli ultimi anni. Va tuttavia rilevato che le attuali quotazioni delle materie prime e dei semilavorati tuttora continuano ad attestarsi su livelli significativamente superiori rispetto alla situazione pre-pandemica.

§  La scarsa domanda proveniente dai mercati domestici e internazionali continua a preoccupare le imprese manifatturiere bresciane, che denunciano tale aspetto come il principale fattore che limita la produzione: ciò ha riguardato il 49% delle realtà intervistate, in continuità con quanto riscontrato nel terzo trimestre del 2024 e in aumento nei confronti dell’analogo periodo del 2023 (40%), non distante dai livelli del 2020, quando il sistema economico locale stava affrontando l’emergenza Covid-19. Il secondo elemento maggiormente segnalato dalle aziende, molto distanziato, riguarda la scarsità di manodopera (5%), seguito dalle tensioni geopolitiche (2%), che alimentano la incertezza delle imprese e delle famiglie. Va altresì evidenziato che il 42% delle aziende non ha indicato alcun fattore di freno alla propria attività: ciò suggerirebbe una certa polarizzazione del made in Brescia, per quanto concerne la percezione dell’attuale quadro ciclico.

§  Le prospettive per i prossimi mesi sono debolmente positive, lasciando presagire un possibile timido rasserenamento del mercato: infatti, il 28% delle imprese propende per un incremento dell’attività, a fronte del 54% che esprime più cautela e del 18% che invece prevede una flessione dell’attività. Lo scenario in cui le imprese saranno chiamate a lavorare non si discosterebbe molto da quello vissuto lungo tutto il 2024, caratterizzato, fra l’altro, dalla persistente fiacchezza della domanda mondiale (specialmente quella proveniente dai mercati UE), dalle crescenti misure protezionistiche a livello globale, dalla crisi dell’automotive (che indebolisce l’industria metalmeccanica locale, particolarmente connessa con la Germania) e dalle ancora elevate quotazioni degli input energetici (per il mercato europeo).

§  In tale contesto, i settori con le prospettive più positive sarebbero chimico, gomma e plastica e sistema moda. Le imprese dei comparti meccanica e metallurgia esprimono un ottimismo relativamente più contenuto, mentre le realtà dell’alimentare e del legno e minerali non metalliferi non si attendono rilevanti movimenti rispetto all’attuale situazione.

§  La domanda continuerà a caratterizzarsi per la sua scarsa tonicità, specialmente per quanto riguarda i mercati italiano ed europeo. Gli ordini provenienti dal mercato domestico sono in crescita per il 24% delle aziende, stabili dal 55% e in calo dal 21%. Quelli da parte degli operatori comunitari, sono dichiarati in aumento dal 22% delle imprese, invariati per il 59% e in flessione per il 19%. Quelli in arrivo dai mercati extra UE sono in crescita per il 27%, stabili per il 56% e in contrazione per il 16%.

Vuoi rimanere aggiornato sulle principali notizie di Brescia e provincia?

  • Iscriviti alla nostra newsletter quotidiana con gli articoli cliccando qui.
  • Iscriviti al nostro canale Whatsapp cliccando qui (solo info utili in tempo reale).
  • Iscriviti al nostro canale Telegram cliccando qui (solo info utili in tempo reale).

Banca Valsabbina apre una nuova filiale a Novara

in Banche/Economia/Valsabbina by

Ulteriore rafforzamento per Banca Valsabbina, che apre una nuova filiale a Novara, portando così a 73 il numero complessivo delle filiali operative, quattro delle quali in Piemonte. A riferirlo è una nota dell’istituto rilanciata da BsNews.it.

La nuova apertura – la prima delle tre previste nel 2025 – rientra nell’ambito del piano strategico dell’istituto bresciano, che prevede il progressivo rafforzamento nei principali capoluoghi del Nord Italia. L’apertura della filiale piemontese di Novara segue quelle di Torino, Asti e Alessandria, attive rispettivamente dal 2019, dal 2022 e dal 2023.

Complessivamente, la rete territoriale di Banca Valsabbina conta oggi 73 filiali: 43 in provincia di Brescia, 8 in provincia di Verona, 3 a Milano e 18 tra le province di Alessandria, Asti, Bergamo, Bologna, Forlì-Cesena, Lodi, Mantova, Modena, Monza-Brianza, Padova, Parma, Pavia, Reggio Emilia, Torino, Trento, Treviso e Vicenza, a cui si aggiunge quella di Novara.

La nuova filiale di Novara – operativa dal giovedì 30 gennaio – è situata in centro, in Largo Don Giovanni Minzoni 8, ed è raggiungibile chiamando lo 0321 628237 o scrivendo all’indirizzo e-mail novara.91@bancavalsabbina.com.

Nel corso del 2024, le filiali piemontesi di Banca Valsabbina hanno supportato famiglie e imprese della regione con finanziamenti per oltre 25 milioni di euro, di cui circa 18 destinati alle imprese.

“Anche nel 2024 lo scenario bancario italiano ha assistito alla progressiva riduzione degli sportelli e, se guardiamo a un arco temporale più lungo, vediamo come in dieci anni l’Italia abbia perso più di 10mila filiali bancarie. Ad essere interessate da queste dinamiche sono soprattutto le reti di grandi dimensioni, ma anche le banche locali hanno registrato una contrazione, seppur minima. In questo scenario Banca Valsabbina continua ad operare controcorrente, proseguendo con il consolidamento della propria presenza e raggiungendo sempre nuovi territori, spiega Hermes Bianchetti, Vicedirettore Generale Vicario di Banca Valsabbina. Per una realtà come la nostra, fortemente legata al territorio in cui opera, la presenza fisica è fondamentale per essere un riferimento concreto per la clientela e per supportarla nella gestione di esigenze e complessità. Con la filiale di Novara rafforziamo ulteriormente il nostro presidio in Piemonte – dove siamo arrivati nel 2019 con l’apertura di Torino – con l’obiettivo di offrire i nostri servizi alle imprese ed alle famiglie di quel territorio, assicurando un contatto e un confronto diretto, in linea con il modello di business e la mission che ci caratterizzano. Con Novara raggiungiamo quota 73 filiali e, come previsto dal nostro piano di espansione, contiamo di portare la rete a 75 sportelli entro la fine del 2025”, conclude Bianchetti”.

BANCA VALSABBINA, LA SCHEDA

Banca Valsabbina è una Società Cooperativa per Azioni, fondata nel 1898. È la principale Banca popolare di Brescia e da oltre centoventicinque anni sostiene la crescita e lo sviluppo economico del territorio, ponendosi come interlocutore sia per le famiglie che per gli artigiani, le piccole attività economiche e le PMI. Opera attraverso una rete territoriale che conta 73 filiali, di cui 43 in provincia di Brescia, 8 in provincia di Verona e 3 a Milano. Impiega 870 dipendenti, gestisce masse per oltre 12 miliardi di euro e vanta un solido patrimonio, con il CET 1 Ratio al 15% ed il Tier Total al 17,5%. Nel Gruppo Banca Valsabbina rientrano inoltre Integrae Sim – società di intermediazione leader tra gli Advisor e Global Coordinator per numero di quotazioni sul mercato Euronext Growth Milan e primaria società di consulenza focalizzata sul segmento Mid-Market – e Prestiamoci (con l’istituto di pagamento Pitupay), che gestisce una piattaforma digitale per prestiti personali a privati e partite iva – posizionandosi come prima piattaforma Italiana nel comparto consumer e circa al decimo posto in Europa – con più di 8 mila clienti e un erogato che supera i 100 milioni.

Vuoi rimanere aggiornato sulle principali notizie di Brescia e provincia?

  • Iscriviti alla nostra newsletter quotidiana con gli articoli cliccando qui.
  • Iscriviti al nostro canale Whatsapp cliccando qui (solo info utili in tempo reale).
  • Iscriviti al nostro canale Telegram cliccando qui (solo info utili in tempo reale).

Transizione 5.0, Beretta (Confindustria): troppi ostacoli per le aziende

in Aib/Associazioni di categoria/Economia by

“Le aziende sono interessate, ma rinunciano di fronte ai tanti impedimenti; c’è il rischio che i 6,3 miliardi stanziati diventino un’occasione persa”. A dirlo – secondo quanto riporta Brescia news – è Franco Gussalli Beretta, presidente Confindustria Brescia, che commenta così in una nota gli ultimi sviluppi legati al piano Transizione 5.0.

“In questo momento stiamo rischiando seriamente che Transizione 5.0 non venga utilizzata dall’industria e che i 6,3 miliardi stanziati per questa misura diventino un’occasione persa – commenta il presidente di Confindustria Brescia –. Dal nostro osservatorio, registriamo l’interesse da parte delle aziende associate nei confronti della misura promossa dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, ma constatiamo che si fermano e rinunciano all’agevolazione di fronte ai tanti impedimenti, legati alla presenza di vincoli e limiti burocratici. Non può essere un caso che, ad oggi, si siano messe a terra risorse per soli 290 milioni.”

“Il momento economico poco favorevole centra poco – prosegue il leader degli industriali bresciani –: il problema è che la norma resta scritta in modo confuso. In tal senso, il collega Marco Nocivelli, vice presidente di Confindustria con delega per le Politiche Industriali e il Made in Italy, sta lavorando proprio con il Ministero per quelli che noi riteniamo essere degli opportuni chiarimenti. In generale, come sistema produttivo nel suo insieme, auspichiamo perciò che il Ministero possa quindi rivederne le regole, estendendo la possibilità di accesso a tutta la manifattura italiana che, aldilà dei vincoli previsti, promuove effettivamente economia circolare. Non solo: deve avere il coraggio di ridiscutere con la Commissione Europea alcuni principi alla base del PNRR per l’utilizzo dei fondi relativi: non per eludere gli obiettivi di sostenibilità che anche Transizione 5.0 prevede, ma per calibrarle al meglio su quella che è la realtà imprenditoriale italiana.”

“Nel dettaglio, ravvisiamo la necessità di alleggerire ulteriormente i criteri derivanti dal DNSH (Do No Significant Harm), principio europeo secondo cui gli interventi previsti dal PNRR non arrechino un danno significativo all’ambiente – aggiunge Gussalli Beretta –. È ovviamente corretto coniugare crescita economica e tutela dell’ecosistema, ma se si escludono già in partenza moltissime aziende che fanno della circolarità del loro processo produttivo un punto di forza, aldilà della produzione di rifiuti speciali pericolosi, si reca un danno irreparabile all’economia di un sistema imprenditoriale come quello bresciano e lombardo che, ricordo, ricicla mediamente l’85% dei propri scarti. Si pensi al mondo siderurgico, a quello metallurgico, a moltissima metalmeccanica: tutti campioni europei di sostenibilità.”

“Resta precluso, poi, l’accesso alla transizione energetica e digitale prospettata da Transizione 5.0 proprio alle imprese alle quali è chiesto di più per la decarbonizzazione dell’economia e che già sopportano i costi addizionali del meccanismo ETS. Come possiamo pensare di escludere dall’utilizzo di Transizione 5.0 – misura che supporta il passaggio dei processi produttivi a un modello energetico efficiente, sostenibile e basato su energie rinnovabili, con l’obiettivo di ottenere un risparmio energetico di 0,4 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio nel periodo 2024-2026 – proprio quei settori energivori che utilizzano due terzi dell’energia distribuita?”

“Confindustria – chiude il presidente degli industriali bresciani – lo chiede sin dalla pubblicazione del provvedimento. È necessario e urgente, adesso, che anche il Ministero riproponga questi temi alla Commissione Europea: Bruxelles deve prendere coscienza che la manifattura, per restare competitiva e proseguire la via della transizione green, ha necessità delle tecnologie 5.0, altrimenti, come giustamente affermato dal collega Giuseppe Pasini durante il suo recente discorso di insediamento alla guida di Confindustria Lombardia, l’Europa rischia di avviarsi verso un inesorabile processo di deindustrializzazione. Pochi giorni fa, proprio la Commissione ha annunciato la “Bussola per la competitività”, presentandola quale prima grande iniziativa del secondo mandato della Presidenza di Ursula von der Leyen per riconquistare competitività in Europa. Tra i vari obiettivi, indica la drastica riduzione degli oneri normativi e amministrativi, semplificando, accelerando e snellendo. Ebbene, in questo processo di semplificazione, è urgente rivedere anche i tanti vincoli che di fatto impediscono all’industria di accedere a Transizione 5.0, per di più se testimonial di processi di sostenibilità.”

Vuoi rimanere aggiornato sulle principali notizie di Brescia e provincia?

  • Iscriviti alla nostra newsletter quotidiana con gli articoli cliccando qui.
  • Iscriviti al nostro canale Whatsapp cliccando qui (solo info utili in tempo reale).
  • Iscriviti al nostro canale Telegram cliccando qui (solo info utili in tempo reale).

È stata inaugurata a Riva del Garda la 49ª edizione di Hospitality

in Economia/Eventi/Fiere/Turismo by

È stata inaugurata questa mattina, a Riva del Garda, la 49ª edizione di Hospitality – Il Salone dell’Accoglienza, la più completa fiera internazionale in Italia per il settore HoReCa, organizzata da Riva del Garda Fierecongressi, in programma al Quartiere Fieristico fino al 6 febbraio. Durante la quattro giorni, 9 padiglioni nei 45.000 mq raccolgono le ultime tendenze e una proposta completa del mondo dell’ospitalità e della ristorazione grazie alla presenza di oltre 750 espositori – con il 26% di nuove aziende – 160 speaker in più di 100 eventi, tra formazione e iniziative esperienziali, e un’importante partecipazione internazionale.

La manifestazione ha preso ufficialmente il via con l’Opening Talk “Hospitality, The People Industry”, un momento di confronto che ha visto coinvolti importanti esponenti del mondo istituzionale, associativo e imprenditoriale. Al centro del dibattito il valore delle persone nell’industria dell’ospitalità e dell’accoglienza, in un’epoca in cui l’innovazione tecnologica e l’intelligenza artificiale stanno trasformando il settore.

Nel suo saluto introduttivo, Roberto Pellegrini, Presidente di Riva del Garda Fierecongressi, ha sottolineato la portata globale della manifestazione, di come negli anni sia cresciuta ed evoluta fino ad ottenere, nel 2022, la certificazione di fiera internazionale. “Hospitality 2025 si presenta con numeri importanti: oltre 750 aziende espositrici, una rappresentanza completa di tutte le categorie del settore HoReCa e un focus sempre maggiore sull’internazionalizzazione – ha dichiarato. – Quest’anno accogliamo a Riva del Garda oltre 70 buyer selezionati da 20 diversi Paesi, grazie alla nostra intensa attività di scouting e alla collaborazione con l’Agenzia ICE (ITA – Italian Trade Agency). Un segnale concreto dell’attrattività della nostra fiera e delle opportunità di business che offre, un traguardo reso possibile anche grazie alle partnership strategiche che abbiamo stretto, sia a livello locale che nazionale.  Collaborare con le realtà del territorio e con i partner di eccellenza è fondamentale, crea valore aggiunto per tutti i partecipanti e contribuisce a consolidare il ruolo di Hospitality come manifestazione leader nel settore”.

Alessandra Priante, Presidente di ENIT, nel suo video-messaggio ha analizzato il ruolo strategico del turismo nell’economia italiana e ha sottolineato come Hospitality sia una delle fiere più importanti nel nostro Paese, che da qualche anno ha scelto di porre l’accento sulle persone, sul valore umano del settore più bello al mondo, quello del turismo, dell’ospitalità e dell’accoglienza. “Quest’industria rappresenta un pilastro fondamentale per la crescita del nostro Paese, non solo in termini economici ma anche sociali. È essenziale spostare l’attenzione dalla sola quantità dei flussi turistici alla qualità dei servizi offerti, valorizzando l’unicità e l’esperienza straordinaria che l’Italia può garantire ai visitatori. Tutto ciò che ruota attorno all’esperienza turistica è fondamentale, ma soprattutto lo sono le persone che rendono questo mondo assolutamente unico, irripetibile e profondamente italiano. Continuiamo a investire nelle persone, nella formazione e nell’ospitalità, perché è attraverso questi elementi che il nostro settore potrà rimanere competitivo e distintivo a livello internazionale.”

Il ruolo delle istituzioni nella crescita del settore

Centrale il tema dell’innovazione e l’influenza dell’intelligenza artificiale in tutto il segmento HoReCa. Come sottolinea Alessandro Massimo Nucara, Direttore Generale di Federalberghi, l’intelligenza artificiale rappresenta una risorsa potente per la ristorazione e l’ospitalità che può migliorare l’efficienza e la qualità del servizio, a patto che vi siano competenze adeguate per sfruttarla al meglio.

I pubblici esercizi giocano un ruolo fondamentale nell’accoglienza italiana. È importante sostenere queste attività attraverso strumenti concreti e un adeguato riconoscimento normativo affinchè possano essere valorizzate come parte integrante dell’offerta turistica nazionale. Lo evidenzia Marco Fontanari, del Comitato Direttivo di FIPE Confcommercio, e gli fa eco Giancarlo Banchieri, Presidente di FIEPET Confesercenti, che ricorda i numeri del comparto: oltre 300 mila aziende con più di un milione di addetti. Per affrontare le sfide future di tutta la filiera, è imprescindibile puntare su innovazione e formazione continua, non solo per i collaboratori, ma anche per gli imprenditori.

Per Marina Lalli, Presidente di Federturismo, l’evoluzione del mondo HoReCa passa anche dall’inclusività: non più spazi dedicati ma una parte integrante dell’esperienza turistica che permette a ogni viaggiatore di sentirsi accolto.

Secondo Alberto Granzotto, Presidente di FAITA Federcamping “il turismo Open Air assume un ruolo sempre più importante nel contesto nazionale, un trend che si conferma anche nel territorio trentino. Gli elementi del successo risiedono sicuramente nel maggior interesse degli ospiti per la nostra offerta, che diventa vincente quando l’attenzione alla qualità del servizio va di pari passo con accessibilità e sostenibilità effettiva oltre a una digitalizzazione sempre più avanzata”.

A guidare il pubblico nell’analisi delle tendenze e delle prospettive future di ospitalità e ristorazione è stato Alberto Mattiello, Business Futurist, che ha evidenziato come la combinazione tra tecnologia e valore umano rappresenti una leva strategica per il futuro dell’ospitalità.

Tra le novità di questa edizione, il debutto del format H EXPERIENCE, quattro iniziative esperienziali dedicate all’innovazione e all’accessibilità con la seconda edizione del progetto DI OGNUNO, e AI Playground, un’area interattiva in cui è possibile esplorare il ruolo dell’intelligenza artificiale nel miglioramento dei processi aziendali.

“Hospitality è la fiera che mette al centro le persone, The People Industry. L’HoReCa è un settore che vive di relazioni e innovazione,” ha dichiarato Alessandra Albarelli, Direttrice Generale di Riva del Garda Fierecongressi. “In questo segmento non è solo una questione di tecnologia, ma di rendere il lavoro delle persone più semplice, veloce ed efficace. Oggi, i professionisti dell’ospitalità affrontano sfide quotidiane legate alla gestione del tempo, alla qualità del servizio e alla soddisfazione dei clienti. L’adozione di soluzioni innovative, come sistemi di gestione intelligenti, piattaforme digitali per la prenotazione e il monitoraggio degli ordini, può davvero fare la differenza contribuendo anche a creare un ambiente di lavoro più dinamico, con maggiore agilità e competenza. Digitalizzazione e l’utilizzo di strumenti AI based permettono di ridurre gli errori, ottimizzare le risorse alleggerendo il carico di lavoro e offrire un’esperienza più fluida e gratificante sia per chi vi lavora che per il cliente.”

All’inaugurazione e al taglio del nastro hanno partecipato anche Cristina Santi, Sindaco del Comune di Riva del Garda, Roberto Failoni, Assessore all’artigianato, commercio, turismo, foreste, caccia e pesca della Provincia autonoma di Trento, Alessia Ambrosi e Sara Ferrari, Deputate della Repubblica Italiana.

Informazioni su Hospitality – Il Salone dell’Accoglienza

Organizzata da Riva del Garda Fierecongressi, Hospitality è la fiera internazionale, leader in Italia, dedicata agli operatori dell’Ho.Re.Ca.. Con una superficie espositiva di oltre 45.000 metri quadri, la manifestazione è la più completa in Italia, con un vasto programma formativo e un’ampia platea di aziende e professionisti nelle aree Contract&Wellness, Renovation&Tech, Food&Equipment e Beverage e nelle aree speciali Solobirra, RPM-Riva Pianeta Mixology e Spazio Vignaiolo. Ampia la proposta open-air nel padiglione Outdoor Boom e spazio ai concept esperienziali di design e progettazione inclusiva. La 49a edizione è in corso a Riva del Garda fino al 6 febbraio 2025.

Vuoi rimanere aggiornato sulle principali notizie di Brescia e provincia?

  • Iscriviti alla nostra newsletter quotidiana con gli articoli cliccando qui.
  • Iscriviti al nostro canale Whatsapp cliccando qui (solo info utili in tempo reale).
  • Iscriviti al nostro canale Telegram cliccando qui (solo info utili in tempo reale).

Imprese, in Lombardia sono cresciute del 19,7%

in Crisi/Economia/Indagini Inchieste Processi by

Le liquidazioni giudiziali registrate nel corso del 2024 sono 9.162 ,un valore in forte crescita (+19,7%) rispetto al 2023, e in progressivo allineamento con il periodo pre-pandemia, nel 2019 le liquidazioni giudiziali erano state 11.044. È quanto emerge dall’Analisi sulle Liquidazioni giudiziali[1] realizzata da CRIBIS, società del Gruppo CRIF specializzata nelle informazioni commerciali su aziende italiane ed estere e aggiornata a dicembre 2024.

Nel corso del quarto trimestre del 2024 lo stock di aziende in liquidazione giudiziale è stato 2.888 +32,3% rispetto allo stesso periodo del 2023 e +70% rispetto al medesimo periodo nel 2022. Anche in tal caso i dati mostrano allineamento nel numero di liquidazioni al periodo subito precedente alla pandemia: nel 2019 le liquidazioni nel quarto trimestre furono 3.002, -3,8% rispetto al Q4 del 2024.

I concordati preventivi nel corso del 2024 sono stati 327, di cui 76 nell’ultimo trimestre (in calo del 32,7% rispetto al Q4 2022 e del 39,7% rispetto al Q4 2019).

Le Regioni che hanno registrato il maggior numero di liquidazioni giudiziali nel 2024 sono la Lombardia (1.911, 620 nel Q4), Lazio (1.137, 396 nel Q4) e Campania (778, 240 nel Q4), mentre le aree geografiche con il minor numero sono Trentino-Alto Adige (72), Basilicata (43), Molise (49) e Valle d’Aosta (9).

Per quanto riguarda i settori con un maggior numero di società in liquidazione giudiziale, è il Commercio quello che risulta particolarmente in crisi con 2.956 liquidazioni giudiziali, seguito dai Servizi (2.084),  dall’Edilizia (1.722) dall’Industria (1.557).

“I dati del 2024 evidenziano  un incremento del tasso di crescita delle aziende in liquidazioni giudiziali, causato principalmente dalle sfide poste dall’attuale contesto macroeconomico. L’instabilità geopolitica, l’aumento dei costi energetici e dei materiali, e l’innalzamento dei tassi di interesse, che ha reso più oneroso l’accesso al credito, stanno aggravando le difficoltà finanziarie di molte imprese. Un trend che non sta colpendo solo l’Italia, ma anche altre economie europee. Per quanto riguarda il nostro Paese, i settori come l’edilizia, il commercio e l’industria sono stati particolarmente colpiti. In questo scenario, le aziende devono adeguarsi a governare l’incertezza macroeconomica in cui stiamo navigando. Nonostante le sfide del periodo, l’Italia  sta registrando segnali positivi in termini di crescita del PIL e occupazionale, un messaggio positivo per tutto l’ecosistema.” –  ha commentato Marco Preti, amministratore delegato di CRIBIS. 

Cambio nelle quote per la Eredi Gnutti Metalli S.p.A.

in Economia/Eredi Gnutti/Finanza by

Si è conclusa ieri mattina da parte di Holding Umberto Gnutti S.p.A. (di seguito anche “HUG”) l’operazione di acquisto di quote di minoranza di S.A. Eredi Gnutti Metalli S.p.A. (di seguito anche “EGM”) pari al 26,26%, detenute in precedenza dalla Franco Gnutti Holding S.p.A..

HUG, che era già detentrice del 2,1% del capitale sociale di EGM, è la controllante di Almag S.p.A. e pertanto raggiungerà così il 28,36% delle quote di EGM, pari al 29,89% dei diritti di voto.

Almag ed EGM prendono entrambe origine dalla “Fabbrica Italiana d’Armi”, fondata nel lontano 1860 a Lumezzane da Giacomo Gnutti: i rapporti e la collaborazione fra queste due realtà storiche del settore metallurgico bresciano non sono una novità ma sono consolidati da tempo, considerato che in passato Almag aveva già posseduto quote di EGM, pari sino al 25%.

Nulla cambia nella governance attuale di S.A. Eredi Gnutti Metalli S.p.A., in considerazione del fatto che Holind srl detiene rispettivamente il 54,62% delle quote azionarie e il 57,57% dei diritti di voto. EGM da un lato, e Almag dall’altro, si muoveranno in futuro come oggi, ovvero seguendo le loro strategie commerciali, economiche e produttive in modo assolutamente autonomo e in concorrenza. “Siamo confidenti che il passaggio di mano di questo pacchetto azionario sia molto positivo,” – si legge nella nota dell’azienda – “visto che i rapporti tra gli azionisti di HOLIND e quelli di HUG sono sempre stati improntati alla reciproca stima”.

L’accordo stretto ieri decide un passaggio desiderato da tempo da EGM per risolvere relazioni divenute negli anni, purtroppo, spiacevoli. Il traghettamento delle quote verso HUG porta verso una gestione più distesa e basata su valori quali rispetto e professionalità. La grande storia bresciana nel campo della metallurgia, contraddistinta dal nome Gnutti sin dal XIX secolo, compie un nuovo passo in avanti, nel solco della tradizione ma diretta verso un modus operandi sempre più tecnologico e d’avanguardia, basato sul driver della transizione energetica e della sostenibilità.

LE AZIENDE COINVOLTE

La Holding Umberto Gnutti S.p.A. è il frutto dell’importante percorso imprenditoriale della famiglia Gnutti, nello stampaggio a caldo di leghe di rame, ottone e alluminio in uno dei distretti industriali più famosi al mondo. Grazie alle numerose partecipazioni e acquisizioni, oggi HUG è un gruppo industriale e commerciale complesso e articolato. Essa controlla Almag, Brawo e Vetramet. Almag produce barre in ottone dal 1946, distinguendosi per le qualità che la rendono affidabili, ovvero i pilastri che guidano la ricerca della perfezione: elasticità, precisione e innovazione. La nascita industriale della famiglia risale addirittura al 1860, quando Giacomo Gnutti, trisavolo dell’attuale Presidente ed azionista di maggioranza di HUG Gabriele Gnutti, accese la propria fucina di armaiolo appunto a Lumezzane.

S.A. Eredi Gnutti Metalli produce barre di ottone seguendo un modello di sviluppo sostenibile fondato sull’economia circolare e sulle energie rinnovabili. Il nostro obiettivo non è produrre di più, ma farlo riducendo l’impatto sull’ambiente di ogni singola attività, garantendo ai nostri clienti italiani e internazionali gli standard qualitativi più elevati. Siamo un’industria innovativa che investe in tecnologia green e nella valorizzazione del capitale umano, per guidare con responsabilità il settore verso un cambiamento consapevole che metta al centro il pianeta e il benessere delle generazioni future. Siamo nati nel 1860 e da allora abbiamo cambiato più volte settore, produzione e stabilimento, adattandoci agli eventi, all’evoluzione del mercato e della società. Oggi produciamo recuperando il 97% da scarti di produzione industriale e investiamo ogni giorno per un “fare impresa” responsabile e sostenibile.

Vuoi rimanere aggiornato sulle principali notizie di Brescia e provincia?

  • Iscriviti alla nostra newsletter quotidiana con gli articoli cliccando qui.
  • Iscriviti al nostro canale Whatsapp cliccando qui (solo info utili in tempo reale).
  • Iscriviti al nostro canale Telegram cliccando qui (solo info utili in tempo reale).

Regione, 13 i progetti di economia circolare che riguardano il territorio di Brescia e che saranno finanziati con 1.867.000 euro

in Ambiente/Economia by

Sono 13 i progetti di economia circolare che riguardano il territorio di Brescia e che saranno finanziati con 1.867.000 euro. Le risorse provengono dal bando ‘Ricircolo’ di Regione Lombardia, rivolto a PMI delle filiere plastiche e tessile, attraverso il quale sono stati stanziati in totale 7.000.000 euro per lo sviluppo di iniziative legate alla prevenzione di produzione rifiuti, all’ecodesign, alla simbiosi industriale e alla raccolta e il riciclo dei rifiuti.

“Uno stanziamento importante – ha dichiarato l’assessore all’Ambiente e Clima della Regione Lombardia, Giorgio Maione – per aiutare le piccole e medie imprese a concretizzare azioni di economia circolare. La Regione e le aziende lombarde stanno andando di pari passo per far diventare realtà il concetto di transizione ecologica” . “Rendere più moderni e innovativi i processi produttivi – ha aggiunto – significa aumentare la capacità delle imprese riducendo le risorse utilizzate. La sostenibilità ambientale è legata alla sostenibilità economica delle aziende”. Il contributo, derivante da fondi Fesr, è erogato fino al 50% delle spese ammissibili e fino ad un importo massimo di 300.000 euro per ogni singola impresa. Sono finanziati progetti legati alla valorizzazione come materia dei residui di produzione, azioni di riutilizzo di imballaggi a fine vita, modifiche alle linee produttive per realizzare prodotti e imballaggi con un minor uso di materie prime e percorsi virtuosi legati al fine vita del prodotto. “Il bando – ha proseguito l’assessore – ha avuto un ottimo successo. Abbiamo ricevuto richieste di finanziamento ben superiori all’importo a disposizione e abbiamo deciso di incrementare il fondo con una delibera di giunta per esaurire la graduatoria” . “Gli investimenti in innovazione delle imprese – ha spiegato – sono fondamentali per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione della Lombardia che ha consolidato il suo ruolo di modello europeo nella gestione dei rifiuti. Questi interventi permetteranno di ridurre ulteriormente plastiche e microplastiche in questi due settori strategici”.

In particolare, gli stanziamenti sul territorio bresciano riguardano i seguenti progetti (beneficiario, Comune della sede operativa e titolo del progetto):

VEGEA SRL – Bassano Bresciano – EcoLayer

ISINNOVA SRL – Brescia – MICROPET

S.P.M. S.P.A. – Castenedolo – Progetto Sortin

SANITARS S.P.A. – Flero – Trasformazione Ecologica degli Scarti in materiali Assorbenti

POLIREM SRL – Borgosatollo – Servizio di triturazione, compattazione e magazzinaggio provvisorio di scarti di polistirolo – e altri materiali

AIR TECNOLOGY SERVICE S.R.L. – Ospitaletto – Riciclo del poliuretano espanso: un’opportunità ecologica

CANTIERE DEL SOLE – Brescia – TEC-TES TECnologie innovative per i rifiuti TESsili

BUENAVISTA COOPERATIVA SOCIALE – Calcinato – RiplasticaBuena

NUOVA PLASTILINE S.R.L. – Soiano del Lago – NUOVA PLASTILINE – Efficienza Sostenibile: Innovazione e Economia Circolare

PLASTEC S.R.L. – Gussago – Easy PET

TESSILE SAN GALLO SOCIETA’ A RESPONSABILITA’ LIMITATA – Lonato del Garda – PROGETTO “LASTING LIFE”

VMC SPA – Gottolengo – Valorizzare una licenza di produzione attraverso un minor uso di materie prime e una maggiore sostenibilità ambientale

STAGNOLI TG SRL Lonato del Garda – Stagnoli T.G. srl – Investimenti per la riduzione della produzione di rifiuti  

Sul sito di Regione è disponibile la graduatoria completa dei progetti finanziati nelle 8 province lombarde coinvolte (Bergamo, Brescia, Como, Lecco, Mantova, Milano, Monza Brianza, Varese) e le risorse stanziate su base territoriale alle 53 aziende beneficiarie.

Il Pastaio apre uno stabilimento negli Usa

in Alimentare/Economia by

Il Pastaio, azienda bresciana leader nella produzione di gnocchi e pasta di alta qualità fondata nel 1983, ha annunciato l’avvio della costruzione del suo primo stabilimento negli Stati Uniti. Il nuovo stabilimento, situato ad Allenwood, nello stato della Pennsylvania, si estenderà su una superficie di oltre 6.600 metri quadrati e impiegherà inizialmente 75 dipendenti. Lo riferisce Brescia news.

Il progetto prevede l’avvio di 5 linee di produzione per gnocchi, sia tradizionali che ripieni, di cui 2 gluten-free e con la possibilità di produrre anche gnocchi biologici, per soddisfare le esigenze del mercato statunitense, garantendo ai consumatori locali la massima qualità e freschezza.

Fondato a Brescia, Il Pastaio è un punto di riferimento per il settore alimentare, sia per la private label sia con i prodotti a marchio Patarò e Canuti Tradizione Italiana. Con 4 stabilimenti in Italia, di cui uno interamente dedicato alla produzione gluten-free, e una capacità produttiva annua di 100.000 tonnellate di gnocchi e pasta, l’azienda ha da sempre posto al centro qualità, innovazione e tradizione italiana. Grazie a un team di oltre 300 dipendenti e a una struttura in continua espansione, Il Pastaio è oggi sinonimo di eccellenza del Made in Italy a livello internazionale.

“La posa della prima pietra del nostro stabilimento in Pennsylvania rappresenta un passo cruciale per Il Pastaio, ma anche la volontà di ribadire il nostro desiderio di coniugare le migliori tradizioni italiane con l’energia e la cultura agroalimentare degli Stati Uniti,” ha dichiarato Pierluigi Colombi, CEO de Il Pastaio. “Siamo entusiasti di entrare in un mercato con un così grande potenziale, portando la nostra maestria artigianale e la passione per la cucina italiana a una nuova generazione di consumatori. Questo progetto è un investimento per il futuro e una celebrazione dell’autenticità del Made in Italy in una Paese ricco di opportunità.”

La nuova struttura – resa possibile anche grazie al sostegno del Dipartimento per lo Sviluppo Economico e Comunitario della Pennsylvania (DCED) – sorgerà all’interno del Great Stream Commons Business Park, un’area strategica che garantirà significativi vantaggi grazie alla sua inclusione in una Keystone Opportunity Zone. L’investimento permetterà inoltre di espandere la capacità produttiva di gnocchi, rispondendo alla crescente domanda del mercato statunitense.

IL PASTAIO

Il Pastaio, fondato nel 1983 e con sede a Brescia, è un’azienda leader nella produzione di gnocchi e pasta per il settore private label. Nel 2024 ha registrato un fatturato complessivo di gruppo di 90 milioni. Con una capacità produttiva di 100.000 tonnellate all’anno, quattro stabilimenti (di cui uno gluten-free) e una struttura di 45.000 mq, l’azienda impiega oltre 300 persone. Nel 2022, Il Pastaio è entrato a far parte del portafoglio di investimenti del fondo americano di private equity The Riverside Company e ha acquisito Canuti Tradizione Italiana, ampliando la propria offerta nel segmento food-service. Da oltre 40 anni, Il Pastaio si distingue per qualità, innovazione e flessibilità, promuovendo l’autenticità del Made in Italy in tutto il mondo.

Ave Spa cerca operatori di stampaggio iniezione plastica per lo stabilimento di Rezzato

in Economia/Lavoro by

Ave Spa, azienda bresciana leader nel settore del materiale elettrico con 120 anni di storia, cerca operatori di stampaggio iniezione plastica per lo stabilimento di Rezzato.

Ai candidati si richiede un minimo di due anni di esperienza del settore.

Si offre:

– Lavoro su tre turni dal lunedì al venerdì;
– Contratto a tempo indeterminato;
– Premio di produzione;

– Ambiente di lavoro sereno e stimolante, che valorizza le risorse interne.

Per candidarsi è possibile inviare il proprio curriculum a: personale@ave.it

Per ulteriori informazioni è possibile telefonare al numero: 030.24981.

La bresciana Motive apre una seconda filiale a Shangai

in Economia/Export by

L’azienda bresciana Motive, con Green Silence Group, il nuovo polo italiano che ha unito le competenze di Settima Meccanica, Motive e Spin nel campo delle applicazioni industriali e della mobilità, ha aperto la seconda filiale a Shanghai, e ottenuto la certificazione “CNEX” per la produzione e la commercializzazione in Cina di una gamma di prodotti destinati all’impiego in zone a rischio di esplosione come, per esempio, quelle dei settori del food processing, oil & gas, estrazione mineraria, chimico, farmaceutico, plastica, ed altri ancora.

La strategia di crescita del gruppo, creato grazie alla visione del fondo Xenon Private Equity che ha unito tre eccellenze italiane, si concretizza con un’operazione volta al rafforzamento della posizione competitiva in Asia, facendo leva sul know-how e le competenze specialistiche nell’ambito di apparecchiature a sicurezza elevata in ambienti esplosivi, con certificazioni specifiche, mercato incui Motive, componente del gruppo, vanta prodotti all’avanguardia rispetto ai produttori locali.

Green Silence Group che ha recentemente presentato anche una gamma di motori elettrici per veicoli industriali  ad altissimo rendimento ed efficienza energetica in grado di abbattere non solo l’inquinamento (acustico e ambientale) ma anche di eliminare definitivamente l’utilizzo dei magneti permanenti, conta oggi oltre 200 dipendenti e un fatturato di 50 milioni di euro che punta a raddoppiare entro il 2028. Attualmente realizza all’estero il 77% dei suoi ricavi e l’apertura della filiale a Shanghai permetterà una più rapida crescita nei mercati asiatici.

Go to Top
Vai alla barra degli strumenti