Magazine di informazione economica di Brescia e Provincia

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Economia - page 182

Notizie economico-finanziarie di Brescia e Provincia

Confagricoltura, aperti due nuovi bandi per investire sull’ambiente

in Agricoltura e allevamento/Ambiente/Associazioni di categoria/Bandi/Economia by
Ambiente

La Direzione Generale Agricoltura della Regione Lombardia ha approvato le disposizioni attuative per la presentazione delle domande relative alla Sottomisura 4.4., Operazione 4.4.01 “Investimenti non produttivi finalizzati alla conservazione della biodiversità” e Operazione 4.4.02 “Investimenti non produttivi finalizzati alla miglior gestione delle risorse idriche” del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020.

“Si tratta di due misure molto importanti – commenta Gabriele Trebeschi, direttore di Confagricoltura Brescia -: con la prima vengono finanziati interventi per la costituzione di strutture vegetali lineari, come siepi e filari, composti da specie autoctone che aumentano la complessità dell’ecosistema, arricchiscono e diversificano il paesaggio rurale, potenziano le reti ecologiche e creano luoghi di rifugio e riproduzione della fauna selvatica. Con la seconda, invece, si sostiene la realizzazione di fasce tampone boscate, il ripristino della funzionalità dei fontanili, la realizzazione di zone umide e di pozze e altre strutture di abbeverata. In particolare – continua il direttore – la realizzazione di fasce tampone boscate contribuisce alla riduzione dell’inquinamento da nitrati nelle acque superficiali”.

La dotazione finanziaria dell’Operazione 4.4.01 è pari a 1,5 milioni mentre per la 4.4.02 la dotazione è di 4,5 milioni. Viene concesso un aiuto sotto forma di contributo in conto capitale pari al 100% della spesa ammessa (fissata in un importo massimo di 100.000 euro per tutti gli interventi e di 200.000 per l’intervento “Fontanile”).

“La domanda – conclude Trebeschi – deve essere presentata in via telematica entro il 16 aprile: gli uffici di Confagricoltura Brescia sono a disposizione per aiutare gli associati nello svolgimento della procedura burocratica necessaria”.

Moda, in Lombardia è soprattutto un affare da uomini

in Abbigliamento/Economia/Tendenze by
Moda a Brescia

Verso Milano Moda Uomo, dal 12 al 15 gennaio. Quanto pesa la moda al maschile nelle imprese? Su 34 mila in Lombardia tra produzione, commercio e design oltre 21 mila sono guidate da uomini, il 62% del totale, soprattutto nell’attività di design, tre su quattro (75%) e nella produzione, quasi due su tre (63,4%). Superano la media regionale Milano (66%), Varese e Como (65%). Nel design superano l’80% a Cremona e Pavia e nella produzione arrivano al 70% a Varese e Como. Più forte la presenza femminile nel commercio dove le donne rappresentano il 43% e gli uomini il 57% ma non a Milano dove le imprese al maschile sono comunque quasi due su tre (64%). Per numero complessivo di imprese Milano domina con 13 mila, seguita da Brescia con quasi 4 mila, Bergamo e Varese con oltre 3 mila. Superano le 2 mila anche Como e Monza e Brianza. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano, Monza Brianza e Lodi su dati del registro delle imprese al terzo trimestre 2017 e 2016.

Le imprese della moda in Italia: sono 224 mila, di cui 34 mila in Lombardia, prima regione, seguita da Campania con 32 mila e Toscana con 28 mila. Tra le province prima Napoli con quasi 21 mila, seguita da Roma con 15 mila e Milano con 13. Vengono poi Firenze, Prato, Bari e Torino. Milano eccelle però nel design con quasi 2 mila attività specializzate. In Italia le imprese maschili pesano nel settore moda per il 58%.

Export lombardo di moda nel mondo: 9,6 miliardi di euro nei primi nove mesi del 2017, +4,3% rispetto all’anno precedente, una crescita di poco superiore a quella italiana (+3,8%). Milano leader in Lombardia e in Italia per export: con un valore di quasi 5 miliardi nei primi nove mesi, +9% rispetto allo scorso anno. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano, Monza Brianza e Lodi su dati Istat. In Lombardia seguono Como con 1,1 miliardi, Bergamo con quasi 765 milioni (+6%), Varese con 683 milioni (+2,1%) e Mantova con 633 milioni. In crescita anche Brescia (+2,4%) e Cremona (+5,4%). Stabili Monza Brianza e Lodi. Principali clienti lombardi sono: Francia, Stati Uniti e Hong Kong. Tra i primi, crescita a due cifre per Stati Uniti (+10%), Cina (+21%), Corea (+18%) e Russia (+16%).

L’export italiano di moda supera i 38 miliardi di euro in nove mesi. Milano è prima con 4,9 miliardi e rappresenta il 13% del totale. Seguono Firenze (10,5%), Vicenza (8,6%), Treviso (4,9%) e Prato (4,2%). Sul 3% si attestano Reggio Emilia, Bologna, Verona, Como e Biella.

Auto, vendite in crescita: ai bresciani piacciono Panda, Clio e Ypsilon

in Automotive/Economia/Tendenze by

A Brescia e provincia sono 39.522 le immatricolazioni di vetture nel 2017, con un incremento del 7,14% sul 2016, quando erano state 36.886 (+16,56% guardando alle 31.641 del 2015). E’ quanto emerge, secondo quanto riportato in un articolo da Jacopo Manessi di Bresciaoggi, dalle elaborazioni Anfia su dati del ministero dei Trasporti,

Ma quali sono le marche preferite dai bresciani? Al primo posto si conferma  Fiat, anche se la casa scende da 5.653 immatricolazioni a 5.277. A seguire Wolkswagen (3.553), Renault (3.042) e Ford (2.593). Ma la sorpresa è che le giapponesi Nissan e Toyota salgono al nono e decimo posto scalzando  Audi e Bmw.

Per quanto riguarda le auto la Fiat Panda mantiene la leadership della più venduta, ma arretra nel numero delle vendite (da 1.955 a 1.766). A seguire la Renault Clio, la Nuova Ypsilon, la Polo e la Golf, tutte sopra quota mille. Ma a crescere in maniera significativa è soltanto il modello francese. La classifica, comunque, non presenta variazioni significative sull’anno precedente, se non per l’ingresso nella top ten della Nissan Qashqai.

Camera di commercio, due nuovi bandi per le imprese bresciane

in Associazioni di categoria/Camera di commercio/Economia/Istituzioni by

La Camera di Commercio comunica che sono stati  approvati, per l’anno 2017, due nuovi bandi di concorso a favore delle PMI bresciane per incentivare e promuovere l’innovazione nell’ambito del progetto PID – Punto Impresa Digitale e l’alternanza scuola lavoro.

I regolamenti sono disponibili sul sito camerale: www.bs.camcom.it, alla pagina Contributi alle imprese/Bandi di contributo camerali, dove è possibile visionare tutti i bandi per l’anno 2017 relativi a contributi per:

– partecipazione a fiere in Italia;
– formazione professionale;
– diffusione di tecnologie digitali , temi ambientali e sicurezza per imprese agricole;
– assunzione disoccupati prossimi alla pensione.

Per ulteriori informazioni rivolgersi all’Ufficio Promozione Imprese e Territorio della Camera di Commercio di Brescia – II piano – Via Einaudi, n. 23 – tel. 030.3725357/236/218/271 nei giorni:

lunedì, martedì e mercoledì dalle ore 14,30 alle ore 15,30, venerdì dalle ore 10,00 alle ore 12,00. E’ possibile chiedere chiarimenti anche via mail all’indirizzo promozione@bs.camcom.it.

Agricoltura, chiuso un anno nero su tutti i fronti: si spera nel 2018

in Agricoltura e allevamento/Economia/Evidenza/Tendenze by

Anche se l’ottimismo resta la parola d’ordine all’interno del mondo agricolo, gli imprenditori hanno chiuso da pochi giorni un 2017 molto complesso. L’agricoltura, secondo le prime stime del Centro Studi di Confagricoltura, sta vivendo una fase congiunturale difficile, in controtendenza rispetto all’andamento dell’economia generale del Paese.

Infatti, mentre il Prodotto interno lordo nazionale è cresciuto dell’1,5%, il valore aggiunto agricolo, su scala nazionale, è calato del 3,4%. Nel 2017 il valore del settore primario italiano è stato pari a 28,14 miliardi, in calo rispetto ai 29,12 dell’anno precedente. Negli ultimi dodici mesi, invece, l’industria è passata da 331,93 a 337,78 miliardi.

Anche il boom delle esportazioni di prodotti agricoli e alimentari, che nel 2017 dovrebbero superare i 40 miliardi di euro, in realtà evidenzia la conferma della dinamica positiva per i prodotti dell’industria alimentare (per lo scorso anno viene stimato un saldo positivo di 2,8 miliardi), ma anche il persistere del saldo negativo tra esportazioni e importazioni per quanto riguarda gli scambi di prodotti agricoli (-7,3 miliardi la stima per gli ultimi dodici mesi).

Notizie negative arrivano anche dal versante dell’occupazione: diminuiscono soprattutto gli indipendenti (-3,2%) e in particolare le donne (-7%). Segno negativo, sia pure più contenuto, per i dipendenti (-2,2%).

“Questi dati – commenta Francesco Martinoni, presidente di Confagricoltura Brescia – sono lo specchio di un settore agricolo che, al di là dell’entusiasmo enfatico di certi commentatori, ha archiviato un anno negativo: Brescia si è in parte salvata grazie alla tenuta dei prezzi di latte e suini, ma i livelli delle produzioni insoddisfacenti per vari motivi, tra cui l’andamento climatico, l’instabilità dei prezzi di vendita e gli alti costi di produzione hanno compromesso la redditività di coltivazioni e allevamenti e la fiducia delle imprese. Auspichiamo – conclude Martinoni – un’inversione di tendenza nel 2018 appena iniziato ed un sostegno concreto, non solo per finalità elettorali, da parte delle istituzioni e del mondo politico”.

Buste di plastica tra dubbi e polemiche, Confesercenti attiva un numero di telefono

in Associazioni di categoria/Commercio/Confesercenti/Economia by
Buste di plastica a Brescia

Com’è noto, dall’1 gennaio 2018 è entrata in vigore la legge 123/2017, la quale prevede che i sacchetti di plastica distribuiti dalle attività commerciali vengano pagati dai consumatori e abbiano specifiche caratteristiche eco-compatibili. L’applicazione, in questi giorni, della normativa sta suscitando non poche polemiche (è, tra l’altro, prevista una sostanziosa sanzione amministrativa pecuniaria per gli esercenti che vìolino le nuove regole).

Perciò Confesercenti della Lombardia Orientale ha deciso di istituire, presso i propri sportelli, un apposito servizio d’informazione e assistenza rivolto alle imprese, che è già attivo, per fornire tutte le informazioni in merito a “come” applicare correttamente le nuove regole per la commercializzazione dei nuovi shopper di plastica. Nel servizio è inclusa anche la consegna agli associati di materiale informativo dedicato e di una specifica cartellonistica da esporre negli esercizi commerciali.

Per maggiori informazioni, contattare gli uffici di Confesercenti Lombardia Orientale tel. 030-2421697;  e-mail: info@comservizi.it.

I dolci della Befana a Brescia danno lavoro a 3mila persone

in Economia/Tendenze by
Dolci della befana a Brescia

Epifania, si passerà tra dolci e viaggi. Per chi si muove, il 67% sceglie le città d’arte, anche per il week end, in crescita rispetto al 65% dello scorso anno. C’è poi un 25% ancora in montagna per la fine della settimana sulla neve o per un week end sugli sci. Quest’anno cresce chi sceglie l’estero, il 9% rispetto al 5% dello scorso anno. Lo dice l’indagine della Camera di commercio di Milano, Monza Brianza e Lodi con VOICES from the Blogs, spin-off dell’Università degli Studi di Milano specializzato in Big Data analytics (dal 1 novembre al 17 dicembre, su quasi 200 mila post).

Non manca la tradizionale calza con i dolci, business da 30 milioni in Lombardia. Sono circa 5.100 le imprese attive nel settore dolciario in Lombardia nel 2017 su 41 mila in Italia e danno lavoro a 24 mila addetti su 163 mila in Italia. Numeri che salgono considerando le localizzazioni come filiali e sedi secondarie, diventano 6.819 le attività in regione e 53 mila in Italia. Business per la settimana di vendite dolciarie da 30 milioni in Lombardia, di cui 20 per Milano e 100 milioni in Italia. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano, Monza Brianza e Lodi su dati registro imprese al terzo trimestre 2017 relativi alle imprese attive nel settore dolciario tra produzione, commercio all’ingrosso e dettaglio.

Settore dolciario. Pasticcerie e panetterie: sono oltre 41 mila le sedi di impresa in Italia coinvolte nella produzione e nel commercio di prodotti di pasticceria e panetteria, di cui 5.768 in Sicilia, quasi 5.100 in Lombardia, 4.714 in Campania. Milano, è terza in Italia con 1.847 imprese (+2,3% in un anno), dopo Napoli (2.454) e Roma (1.852). La seguono Torino (1.593) e Palermo (1.434). A livello regionale, dopo Milano, vengono Brescia (683 imprese), Bergamo (567), Varese (360) e Monza e Brianza (353). Lodi ha quasi 100 sedi di impresa specializzate.

Gli addetti. In Lombardia sono 24.000 gli addetti coinvolti nel settore (+3,1% in un anno) e oltre 163 mila in Italia. Milano, con 8.709 addetti, è prima in Italia seguita da Roma (7.121), Napoli (6.010), Torino (5.593) e Bari (5.272). In Lombardia Milano è, invece, seguita da Brescia (2.973), Bergamo (2.433), Varese (2.202) e Monza (1.316). Quasi 400 gli addetti a Lodi.

Le localizzazioni. Crescono i numeri delle attività del settore dolciario, considerando anche le sedi secondarie e le filiali di impresa: diventano 53 mila le attività in Italia, di cui quasi 7 mila in Lombardia. A Milano, tra sedi e punti vendita, si contano 2.400 attività, oltre a 900 a Brescia, 749 a Bergamo, quasi 500 a Varese e Monza e Brianza. 131 le attività a Lodi.

 

Imprese, Brescia seconda in Lombardia: sono 107mila

in Economia/Tendenze by

Con oltre 299 mila sedi d’impresa attive (5,8% del totale nazionale), Milano si colloca al secondo posto nella classifica delle province italiane per numero di imprese, dopo Roma che ne ha 355 mila (6,9%), ma è prima per numero di addetti con 2,1 milioni (12,4% nazionale) contro gli 1,5 milioni (9,1%) di Roma, che è seconda secondo i dati della Camera di commercio. Al terzo posto ci sono Napoli per imprese (238 mila, 4,6%) e Torino per addetti (733 mila, 4,4%). Il territorio di Monza e Brianza è 17° in Italia per numero di imprese (64 mila) e 23° per addetti (233 mila). Lodi ha 15 mila imprese e 42 mila addetti. E se sono stabili a 5,2 milioni le imprese nazionali, crescono le città maggiori, a Napoli +1,6% pari a 3.842 imprese attive in più, Roma +1,3% (4.423 imprese in più), e Milano +0,9%  (quasi 2.793 imprese in più). Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano, Monza Brianza e Lodi su dati del registro delle imprese al terzo trimestre 2017 e 2016.

Le imprese lombarde. La Lombardia chiude il 2017 con 818 mila imprese attive e 3,9 milioni di addetti. È la prima regione in Italia per concentrazione di imprese, il 16% del totale nazionale, e addetti, il 24% nazionale. La seguono per imprese Lazio e Campania con quasi mezzo milione di imprese l’una (9% italiano), Emilia Romagna e Piemonte con circa 400 mila l’una. Per numero di addetti dopo la Lombardia vengono Lazio (1,8 milioni), Veneto (1,6 milioni) ed Emilia Romagna (1,5 milioni). Tra le province dopo Milano che è prima con 299 mila imprese e 2 milioni di addetti, vengono Brescia (con 107 mila imprese e 402 mila addetti) e Bergamo (con 85 mila imprese e 376 mila addetti). Monza e Brianza è quarta con 64 mila imprese, viene poi Varese con 62 mila.  Il settore che pesa di più è il commercio con 197 mila imprese, seguito da costruzioni (134 mila) e manifatturiero (97 mila). Quindi il settore immobiliare (67 mila imprese) e l’agricoltura (46 mila). In un anno crescono soprattutto il settore della fornitura di energia (+4,1%), servizi di supporto alle imprese (+3,7%) e istruzione (+3,5%).

Come cambiano le imprese in un  anno. Crescono dello 0,9% le imprese a Milano tra 2016 e 2017, contro una sostanziale stabilità lombarda (+0%) e italiana (-0,1%).  Crescono gli addetti, +6% a Milano, +4,1% in Lombardia e +1,8% in Italia. In crescita anche Monza e Brianza, +0,4% le imprese e +2% gli addetti. Tra i settori che pesano di più, si trovano il commercio (75 mila imprese tra ingrosso e dettaglio a Milano, 16 mila a Monza e Brianza, 3.500 a Lodi), le costruzioni (41 mila a Milano, 12 mila a Monza, 3 mila a Lodi), le attività immobiliari (30 mila a Milano, 6 mila a Monza e mille a Lodi) e manifatturiere (29 mila a Milano, 9 mila a Monza e Brianza e 1.500 a Lodi).

 

Nel 2018 le imprese bresciane guardano ancora all’estero

in Economia/Export/Tendenze by

Positive le aspettative verso i mercati esteri per il 2018. Oltre la metà delle imprese attive sui mercati internazionali è pronta ad aumentare il proprio business internazionale, secondo un’indagine di Promos, azienda speciale della Camera di commercio di Milano, Monza Brianza e Lodi per l’internazionalizzazione, sulle imprese già presenti all’estero. La maggior parte (41,6%) ha già rapporti commerciali in più di dieci Paesi esteri e nel corso del 2018 il 29,7% vorrebbe ulteriormente espandere il proprio business in Europa, mentre il 21,8% in Medio Oriente e il 14,4% in Cina. Il 52% degli operatori che hanno risposto all’indagine ritiene che il 2018 sarà un anno più positivo del 2017 per il proprio business internazionale, per il 27,7% sarà costante mentre solo il 10,4% prevede un peggioramento della situazione.

L’indagine sugli operatori (risultati completi nella parte finale del comunicato): per le imprese milanesi e lombarde che operano a livello internazionale, il business estero è molto importante. Ciò è testimoniato dal fatto che il loro fatturato è influenzato per gran parte dall’attività sui mercati esteri. Per circa il 37% degli imprenditori coinvolti nella rilevazione infatti, il business internazionale pesa per oltre il 50% del fatturato. Bisogna però tener conto di alcune problematiche a cui le imprese sono soggette, le più diffuse sono: i costi di accesso al mercato (28,7%), la burocrazia (27,2%) seguiti dalla dimensione aziendale (25,7%) e dalla scarsa conoscenza dei mercati (23,8%). Il 55% sostiene che la ricerca di controparti estere è ancora la soluzione migliore per sviluppare processi di internazionalizzazione, seguita da incontri b2b con controparti estere (48,5%) e partecipazione a fiere internazionali (47%). La distribuzione diretta rimane il canale distributivo più utilizzato (57,4%), seguito dalla distribuzione indiretta, attraverso distributori, buyers e importatori (43,6%), più staccato l’e-commerce (17,8%) e i marketplace utilizzati solo dal 4% delle imprese coinvolte. Emerge da una indagine di Promos, azienda speciale della Camera di commercio di Milano, MonzaBrianza e Lodi a dicembre 2017 su circa cinquecento aziende lombarde che operano sui mercati internazionali o che stanno avviando il processo d’internazionalizzazione.

I dati: 89 miliardi di euro: è il valore dell’export lombardo nei primi nove mesi del 2017, 330 milioni di export al giorno, +7,3% rispetto allo stesso periodo del 2016. Circa un quarto di tutte le esportazioni italiane nella prima parte dell’anno sono partite dalla Lombardia. Milano con oltre 30 miliardi, Brescia e Bergamo con oltre 11, Monza e Brianza e Varese con oltre 7 miliardi sono i territori che esportano di più. Un anno positivo che vede una crescita dell’export a due cifre per Monza e Brianza (+15%), Cremona (+16%), Lodi (+14%). Bene anche le importazioni che crescono del 7,2% superando i 92 miliardi di euro, circa un terzo del totale italiano. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano, Monza Brianza e Lodi su dati Istat relativi al terzo trimestre 2017 e 2016.

Mercati in crescita. L’Europa si conferma il principale mercato per la Lombardia con il 70% circa dell’interscambio e una crescita del business coi Paesi dell’Unione Europea (+7,3% l’export a quota 50 miliardi e +8,2% l’import di 61 miliardi) e con i Paesi europei non UE (+3,6% l’import, +8,6% l’export). Bene gli scambi con Stati Uniti e America del nord (+14% l’export a quota 7,4 miliardi, +10% l’import, 2,7 miliardi). Anche col Sud America sale l’export del +8%. Cresce il business con l’Africa centro-meridionale (+10,5% l’import, +5% l’export). Si rafforzano gli scambi con Cina, Giappone e Asia Orientale (export di 9 miliardi, +9%).

Le specializzazioni dei territori lombardi per export. Si esportano principalmente, se guardiamo il peso dei settori sul totale dell’export provinciale, metalli da Sondrio, macchinari da Bergamo e Pavia, macchinari e mezzi di trasporto da Varese, macchinari e moda da Milano, moda da Como, prodotti in metallo da Brescia, Cremona, Mantova e Lecco, metalli e prodotti chimico farmaceutici da Monza e Brianza, apparecchi elettronici da Lodi.

Prestiti alle Pmi, Massetti (Confartigianato): Brescia tra le peggiori in Regione

in Associazioni di categoria/Banche/Confartigianato/Economia/Finanza/Partner by

Per le piccole e medie imprese bresciane resta difficile accedere al credito. La recente eleborazione flash dell’Ufficio Studi di Confartigianato (su base dati Banca d’Italia), secondo quanto riferito dal quotidiano on line BsNews.it, registra a livello nazionale un calo dei prestiti a giugno per l’artigianato del 5,8% rispetto allo stesso periodo del 2016 e a Brescia il dato è ancora più negativo: -6,9% per un valore dello stock complessivo erogato alle aziende pari a 1.760 milioni. Con il dato a livello regionale che si attesta a -5,8%, peggio di Brescia fanno solo Lodi (-8,8%) e Mantova (-7,2%), confermando una tendenza negativa in ogni analisi trimestrale ormai dal 2014 e con il picco negativo proprio del giugno di quest’anno.

«Il denaro per i piccoli imprenditori continua ad essere scarso e costoso. Si bloccano così sviluppo e investimenti, rallentando ulteriormente un sistema produttivo che fatica a recuperare il terreno perduto» commenta il presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia Eugenio Massetti che prosegue «la maggiore difficoltà di accedere a strumenti di finanziamento bancario non è da considerarsi certo conseguenza della minore qualità del credito delle piccole imprese che presentano una quota di crediti deteriorati del 25,5%, inferiore rispetto al 28,2% di una impresa medio-grande. Inoltre, una piccola impresa, paga un tasso di interesse effettivo superiore a quanto pagato da una impresa medio-grande e nonostante questo l’erogazione è ancora in calo».

Una flessione tuttavia generalizzata, quella che riguarda i prestiti alle imprese artigiane: a livello nazionale, l’analisi dei prestiti all’artigianato evidenzia a giugno 2017 uno stock, comprensivo delle sofferenze, di 41 miliardi di euro, in calo in un anno di 2,5 miliardi: in percentuale il 5,8 in meno e in flessione rispetto al 4,5% rispetto a marzo 2017. In cinque anni, ossia tra il giugno 2012 e il giugno 2017) i prestiti all’artigianato si sono ridotti complessivamente di circa un quarto (-23,1%), pari a 12,3 miliardi di euro in meno, calo oltre una volta e mezzo quello registrato dal totale imprese (-13,5%).

Lo studio di Confartigianato conferma proprio come il costo del credito, in tutte le regioni, sia pagato dalle piccole imprese con un tasso di interesse superiore a quello delle imprese medio-grandi: una piccola impresa, in media nazionale, paga un tasso di interesse effettivo pari al 7,07% superiore di 301 punti base rispetto al 4,06% pagato da una impresa medio-grande.

«Bisogna invertire la rotta e farlo con i fatti perché le imprese artigiane bresciane sono circa 35mila e costituiscono il vero tessuto produttivo del nostro territorio, le loro sofferenze sono calate e nel lungo periodo danno un ritorno superiore. Sappiamo che il credito è il carburante indispensabile per un’impresa e per questo motivo, anche grazie alla nostra Cooperativa Artigiana di Garanzia di Confartigianato Brescia ci poniamo come autorevoli mediatori fra gli imprenditori e le banche facilitando l’accesso al credito e ottenendo tassi e condizioni vantaggiose per i nostri associati. In particolare supportiamo le aziende in tutti i passaggi, a partire dalla messa a punto della ducumentazione, dei business plan, fino al controllo dei costi bancari. Abbiamo chiuso il 2017 con la consapevolezza che siano incrementate le richieste di finanziamento per l’acquisto di beni produttivi come i macchinari e per l’implemento dei capannoni e non più solo per ragioni di liquidità di cassa e questo è già un buon segnale» conclude il presidente Massetti.

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