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Economia - page 126

Notizie economico-finanziarie di Brescia e Provincia

Vendite a domicilio, Lombardia leader in Italia: il fatturato vale 249 milioni

in Economia/Tendenze by
Bussare, foto generica

La Lombardia guida la classifica delle regioni italiane nella vendita a domicilio: nel 2018 le aziende associate Univendita hanno realizzato nella regione un fatturato di 249 milioni 318mila euro, in crescita del 5,1% rispetto al 2017. La rilevazione del Centro Studi Univendita certifica che la Lombardia vale a livello nazionale il 15% delle vendite, che nel 2018 hanno raggiunto la cifra di 1 miliardo 662 milioni di euro.

Il Nord Ovest vale complessivamente il 25,2% del fatturato nazionale. In quest’area, dopo la Lombardia, seguono il Piemonte/Valle d’Aosta, con il 7,9% del fatturato, e la Liguria (2,3%). Nella classifica nazionale, sul secondo gradino del podio, dopo la Lombardia, c’è la Campania (176 milioni di euro di fatturato); al terzo posto il Veneto (161 milioni di euro) e al quarto il Lazio (131 milioni di euro). Nel complesso, Sud e Isole realizzano il 35,1% del fatturato (583 milioni di euro); seguono Nord Ovest (419 milioni di euro), Nord Est (370 milioni di euro) e Centro (289 milioni).

La classifica cambia se guardiamo al numero degli addetti alla vendita: nel 2018 in Lombardia hanno operato quasi 18mila venditori a domicilio,pari all’11,2% degli oltre 159mila addetti complessivi. La Lombardia si piazza dunque al terzo posto per numero di venditori, dopo la Campania (24.800 addetti) e la Sicilia (con 22.700 addetti). L’area del Sud e Isole è infatti quella dove nel 2018 si è concentrato il 50,7% dei venditori, pari a 80.700 addetti. Seguono il Nord Ovest con 30.100 addetti (il 18,9% del totale), il Nord Est e il Centro, entrambe aree che contano circa 24.200 addetti (il 15,2% del totale).

«Anche quest’anno si conferma il primato della Lombardia per quanto riguarda il fatturato realizzato dalle aziende della vendita a domicilio – dichiara Ciro Sinatra, presidente Univendita –. Le regioni meridionali sono invece quelle che guidano la classifica per quanto riguarda il numero di venditori: oltre la metà degli addetti delle aziende di Univendita opera nel Sud e Isole. In quest’area la vendita a domicilio rappresenta un’opportunità soprattutto per le donne, che rappresentano il 92,5% degli incaricati delle aziende Univendita a livello nazionale. Nelle regioni del Sud Italia, dove l’indice di occupazione femminile è più basso, le donne trovano nella vendita a domicilio una possibilità interessante per realizzarsi professionalmente, conciliando al contempo il lavoro con gli impegni familiari».

 

Trovare clienti in tutto il mondo nei processi di vendita “Business to Business”

in Economia/Evidenza/Innovazione by
Digital mondo, foto da ufficio stampa Innovation Club

Ogni processo di vendita sia “business to business” ha bisogno di strumenti e metodologie per generare nuovi clienti e fornire alla propria rete vendita contatti utili e profilati. Oggi è possibile realizzare questo partendo dai social network e dal web creando dei meccanismi di ingaggio e di segnalazione di un cliente potenziale. In particolare modo:

– Social influence: attraverso un sistema di ricerca per tematismi, parole chiave e hashtag è possibile individuare gli opinion maker/influencer (es. gli architetti) rilevanti e in target con i prodotti e le attività della vostra azienda (es. progetti contract);
– Facebook: la dinamica che il customer generator implementa su questo social è legata all’inoltro di annunci profilati per categorie di utenti e per audience affini da cui scaturisce anche grazie a un retargeting sul web continuativo il contatto commerciale;
– LinkedIn: lavorando in questo social network è possibile integrare delle funzionalità messe a disposizione dai suoi strumenti nativi generando un numero massivo di visite call-back ad impresa in modo gratuito;
– Retargeting Web e Mobile: grazie alla collaborazione con il partner Criteo, leader di mercato a livello mondiale, è possibile impostare campagne web con “banner personalizzati” senza generare costi per impression (= branding gratuito), ma solo per clic, in modo da estendere nel tempo la “superficie di contatto” di chi ha mostrato interesse nei prodotti e servizi della vostra azienda;
– Inbound Marketing: l’inbound si concentra sulla creazione e distribuzione di contenuti educativi che possono essere d’interesse al potenziale cliente tanto da attirarlo nel proprio sito web ed identificarlo in modo preciso.

Tutte queste dinamiche possono essere governati attraverso ad un sistema di Customer Generator digitale che permette:

– Costruire il proprio Customer Journey sottoforma di workflow permettendo di destinare il messaggio corretto al proprio interlocutore a seconda della fase (ingaggio, considerazione, vendita, post vendita) della relazione;
– Importare i dati anagrafici e preferenziali e classificare il contatto con nella categoria (Buyer Personas) più corretta;
– Importare i contatti per avere una completa visione dei prospect e dei clienti della vostra azienda;
– Gestire l’opportunità attribuita ad ogni contatto con tutti i dati sullo stato dal primo contatto fino alla gestione di un’offerta;
– Realizzare un sistema collaborazione/ informazione per la forza vendita senza limitazioni di utenze;
– Integrare i più diffusi sistemi gestionali ERP e CRM.

Volete trasformare in modo automatico i contatti social della vostra azienda in prospect ?
Volete gestire i vostri contenuti commerciali in modo personalizzato e consequenziale in modo che il processo di vendita si incanalato prima del primo incontro ?
Volete popolare il vostro CRM di prospect rendendolo per questo uno strumento finalmente utilizzato dalla vostra forza vendita ?

Segui Innovation Club: www.innovationclub.it

Ritinteggiare casa, dai colori primari alla gamma dei colori Ral: cosa bisogna sapere

in Economia/Edilizia/Partner 2 by
La scelta dei colori nelle pareti di casa, foto da Antonio Liso

Quando si decide di ritinteggiare le pareti di casa la domanda d’obbligo da porsi e da porre al professionista che effettua i lavori è quella su quale colore da applicare. Ma la risposta può essere molto più articolata di quanto pensiamo. Ecco perché abbiamo deciso di mettere on line questa brevissima guida sui colori in collaborazione con l’amico Antonio Liso, specialista milanese in tinteggiature e stucco veneziano.

La prima questione da affrontare, nel parlare di colori, è quella relativa ai cosiddetti colori primari. Partiamo dunque dalle basi.

COLORI PRIMARI, QUALI SONO?

I colori primari sono quelli che non nascono dalla combinazione di altri colori, ma – mescolandosi tra loro in diverse proporzioni – concorrono alla formazione della gamma cromatica di tutti i colori. In questa definizione, va precisato, rientrano soltanto tre colori: il giallo, il rosso (nella tonalità magenta) e il blu (nella tonalità ciano). A questi tre, poi, qualcuno aggiunge il nero. Per trovare un’applicazione concreta di tale regola non è necessario iniziare lunghe ricerche sul web: basta guardare le cartucce della propria stampante a colori, che rispondono perfettamente a questa logica. In gergo tecnico la gamma dei colori primari viene indicata con la sigla CMY (ciano, magenta, yellow) a cui viene aggiunta una K, per il nero.

COLORI SECONDIARI, TERZIARI COMPLEMENTARI

Tutti gli altri colori che conosciamo vengono derivati dai primari. All’interno di questa categoria, però, possono essere distinti anche colori secondari e terziari. I primi sono quelli che nascono dalla miscelazione in parti identiche di due o più colori primari. Si tratta dunque dell’arancione (rosso + giallo), del viola (rosso + blu), del verde (blu + giallo) e del marrone (giallo + rosso + blu). Tutti gli altri colori che nascono da combinazioni dei primari in proporzioni diverse, sono invece definiti terziari e rappresentano sostanzialmente una variazione di tonalità dei colori principali. Mentre i colori complementari sono quelli ottenuti mescolando due colori primari con uno dei secondari: il viola è un colore complementare del giallo, il verde del rosso e l’arancio del blu.

La gamma dei colori, foto da Antonio Liso
La gamma dei colori, foto da Antonio Liso

L’APPLICAZIONE CONCRETA SULLE PARETI DI CASA

Questa teoria trova applicazione nella scelta dei colori di casa. I colori industriali vengono classificati secondo un metodo standard chiamato Ral, con un codice numerico identificativo per ogni tonalità. Ma si tratta di una misura teorica, che potrebbe subire variazioni di tonalità anche significative nell’applicazione concreta su una parete o su altri tipi di superficie.

“Per aiutare il cliente e il professionista nella scelta – spiega Antonio Liso – i colori vengono anche applicati su campioni cartacei, più rispondenti all’effetto finale. C’è poi la possibilità di scegliere tra diversi stili visivi: il classico, il design, l’effect e il plastics. La tecnologia, inoltre, permette oggi ai professionisti del settore di replicare esattamente la stessa tonalità di un colore a partire da qualsiasi campione (un pezzo di stoffa, un colore precedente etc): un’opportunità non da poco – conclude – nel caso si voglia intervenire su situazioni già esistenti per piccole sistemazioni o lavori di complemento”.

Infine, nell’applicazione concreta dei colori, sono da tenere in considerazione due elementi base: il buon senso e il gusto personale. Non esistono regole codificate al riguardo. Ma ovviamente i colori delle pareti vannoabbinati ai mobili, al materiale delle stessse, al tipo di stanza (alcuni colori vanno meglio per la camera o per il salotto), alle esigenze di chi la utilizza e via dicendo.

Servizi alla persona, un business che dà lavoro a 80mila bresciani

in Economia/Tendenze by
Parrucchiere, foto generica da Pixabay

Cresce il settore dei servizi alla persona in Italia e Lombardia, secondo un’elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi su dati del registro imprese 2019, 2018 e 2014, per un business che in regione supera i 27 miliardi di euro su oltre 100 a livello nazionale. Tra il 2018 e il 2019 le imprese attive passano da 794 mila a 804 mila a livello nazionale e da 125 mila a 126 mila in regione, +1%. In cinque anni crescono del 7% in Lombardia e dell’8% in Italia. Le imprese lombarde del settore sono quasi una su sei del totale italiano e hanno circa 660 mila addetti, +18% in cinque anni su 3,4 milioni in Italia, +16%, circa uno su cinque.

Nei servizi considerati ci sono i servizi estetici, i trasporti e le riparazioni nei servizi alla persona, ma c’è anche l’assistenza sociale e sanitaria, l’istruzione e l’intrattenimento.

I settori. Al primo posto in Lombardia la ristorazione, con 51 mila imprese su 336 mila in Italia, poi parrucchieri ed estetisti con oltre 20 mila attività su oltre 140 mila in Italia, trasporto passeggeri su strada con 8 mila imprese su circa 34 mila in Italia. Ci sono anche 5 mila attività che si occupano di riparazione su 30 mila in Italia e altrettante di istruzione.

Il settore dei servizi alla persona in Lombardia. Milano è prima con oltre 47 mila imprese, 295 mila addetti e un giro d’affari annuo da 17 miliardi. Crescono dell’11% le imprese in cinque anni e del 21% gli addetti. Vengono poi Brescia con circa 17 mila imprese e 80 mila addetti, Bergamo con quasi 13 mila imprese e 66 mila addetti. Varese è quarta con 10 mila imprese circa e 45 mila addetti. Monza e Brianza ha quasi 9 mila imprese che danno lavoro a 35 mila addetti per un business di oltre 1 miliardo di euro mentre sono 2.300 le imprese del settore a Lodi con circa 10 mila addetti e ricavi da circa 300 milioni.

In Italia per provincia. Prima Roma con oltre 73 mila imprese (+2% in un anno e +13% in cinque), poi Milano con 47 mila (+11% in cinque anni), Napoli con 37 mila (+12%), Torino con 30 mila (+4%) e Bari con 18 mila (+10%). Per addetti, prima Milano con Roma, con oltre 290 mila, Napoli con 125 mila, Torino con 118 mila, Salerno con 80 mila, +14% in cinque anni e Brescia con 77 mila.

Milano città ha 27 mila imprese, in crescita del 13% in cinque anni con una crescita media annuale del 2% negli ultimi cinque anni e un picco di crescita tra il 2015 e il 2016 con +3%. Sono 219 mila gli addetti.

 

Blockchain: quali ambiti applicativi si stanno affermando in Italia?

in Economia/Innovazione/Partner 2/Tendenze by
Blockchain

La blockchain oggi è una tecnologia di frontiera così come lo era Internet a metà degli anni ’90 ma il suo impatto sul business, sulla produzione industriale e sulla società potrebbe essere addirittura maggiore. Vediamo in questo articolo alcuni motivi.

La tecnologia

Una blockchain è un registro digitale aperto e distribuito, in grado di memorizzare record di dati (solitamente, denominati “transazioni”) in modo sicuro, verificabile e permanente. Una volta scritti, i dati in un blocco non possono essere retroattivamente alterati senza che vengano modificati tutti i blocchi successivi ad esso e ciò, per la natura del protocollo e dello schema di validazione, necessiterebbe del consenso della maggioranza della rete. La blockchain è quindi rappresentabile come una lista, in continua crescita, di blocchi collegati tra loro e resi sicuri mediante l’uso della crittografia. Ad un blocco possono essere associate una o più transazioni e ogni blocco, inoltre, contiene un puntatore hash al blocco precedente e una marca temporale.

La natura distribuita e il modello cooperativo rendono robusto e sicuro il processo di validazione, ma presentano tempi non trascurabili, dovuti in gran parte al processo di validazione dei blocchi e alla sincronizzazione delle rete. L’autenticazione avviene tramite collaborazione di massa ed è alimentata da interessi collettivi. L’utilizzo di questa tecnologia consente anche di superare il problema dell’infinita riproducibilità di un bene digitale e della doppia spesa, senza l’utilizzo di un server centrale o di un’autorità.

Smart Contract

Gli smart contract basati sulla blockchain sono contratti che possono essere stipulati e imposti senza la necessita di un’interazione umana. L’FMI crede che la blockchain potrebbe ridurre il rischio morale e ottimizzare l’uso dei contratti in generale ma, momentaneamente, a causa della mancanza d’uso, il loro status non è ancora chiaro. Alcune implementazioni della blockchain potrebbero consentire la codifica di contratti che verranno eseguiti quando sono soddisfatte determinate condizioni. Uno smart contract sarebbe attivato da istruzioni di programmazione estensibili che definiscono ed eseguono un accordo. 

Applicazioni

La tecnologia blockchain ha un grande potenziale per trasformare i modelli operativi aziendali nel lungo periodo. La blockchain è più una tecnologia di base, con la potenzialità di poter creare nuove tecnologie e nuove basi per l’economia globale e i sistemi sociali, piuttosto che una tecnologia distruttiva che attacca il tradizionale modello di business. L’uso della blockchain promette di portare significativi miglioramenti alle catene di fornitura globali, alle transazioni finanziarie, ai beni contabili e ai social network distribuiti. Questa nuova tecnologia può essere integrata in diverse aree e i suoi protocolli facilitano alle aziende l’uso di nuovi metodi per processare e gestire le transazioni digitali. La blockchain può essere utilizzata come strumento per certificare la data certa di un documento e il suo non aver subito alcuna variazione. Questa applicazione della catena a blocchi, ottenuta inserendo l’hash dei documenti che si vogliono certificare, è detta “notarizzazione”. Un esempio di tale utilizzo è la notarizzazione dei movimenti dei camion che trasportano la terra di un cantiere per garantire il rispetto dei vincoli e delle norme ambientali.

Esperienze 

Questi sono i principali trend di utilizzo della blockchain in Italia che impatteranno su moltissimi settori sia nell’ambito dei servizi che nella produzione manifatturiera:

1. E-Commerce: la realizzazione di dinamiche di e-commerce B2B attraverso un sistema certificato in grado di determinare l’autenticità delle fatture emesse attraverso la notarizzazione dei documenti;

2. Sviluppo di programmi di fedeltà basati sul “coin”:
invece che raccogliere punti è possibile generare un coin digitale che può essere utilizzato come strumento di pagamento in determinati circuiti;

3. Internet of Things: gli oggetti utilizzano la blockchain per gestire l’autenticazione e l’integrità della comunicazione tra loro al fine di rendere l’utilizzo di un network IoT sicuro e affidabile;

4. Sviluppo di servizi basati su smart contract: nel mondo assicurativo il trend è la realizzazione di polizze istantanee e temporanee per proteggere un’attività sportiva o un viaggio. Questo servizio si può basare sulla stipula di un contratto intelligente basato su blockchain;

5. Servizi Peer-2-Peer: le applicazioni blockchain facilitano l’interscambio peer-2-peer ad esempio di energia perché a basso costo ogni persona può fornire le garanzie necessarie di qualità;

6. Sviluppo di servizi dedicati alla persona: attraverso l’autenticazione dei dati personali via blockchain è possibile velocizzare lo sviluppo di servizi dedicati alla persona come ad esempio quelli legati al mondo healthcare o in quello della pubblica amministrazione;

7. Sviluppo di un nuovo prodotto:
si può costruire dei titoli di proprietà attraverso blockchain di una parte o una composizione di prodotti fisici garantiti da un titolo di proprietà sotto forma di Smart Contract. Questo può avvenire per un impianto che viene ripartito tra più proprietari privati, per un’opera d’arte o per il cartellino di uno sportivo.

Innovation Club ha raggruppato una serie di professionisti che hanno sviluppato in Italia ed all’Estero significative esperienze sia prototipali che applicative su tecnologia blockchain. Per maggiori informazioni: info@innovationclub.it

Ambiente, nel Bresciano le startup innovative sono 40

in Ambiente/Aziende/Economia/Startup by
Ecologia e ambiente, foto generica da Pixabay

Ambiente, i settori green puntano su tecnologia e innovazione. Sono quasi 2 mila in Italia e 333 in Lombardia le startup innovative nei settori green, una startup innovativa su sei è dedicata a temi ambientali. Emerge da una elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi sui dati del registro delle startup innovative, l’elenco nazionale a questo link http://startup.registroimprese.it/isin/search?2. Su un totale di 10 mila startup innovative in tutti i settori in Italia, +11% in un anno, di cui quasi 3 mila concentrate in Lombardia, +17%. Milano prima con 172 startup innovative nell’ambiente, seguita da Roma con 132, Napoli con 75, Torino, Bologna, Trento, Bergamo tutte con circa 50. Tra le lombarde circa 40 a  Brescia.

Startup. Innovatori nell’ambiente, uno su dieci è giovane sia in Italia che in Lombardia, il 35% in Italia  sono laureati (a Milano il 35%, a Bergamo quasi il 40%), le donne pesano l’11% e il 7,5% in Lombardia per il dato di Milano che si ferma al 6%, la metà ha una forte propensione alla ricerca e il 55% a Milano, il 6% ha un maggiore numero di addetti, diventa il 7% in Lombardia e l’11% a Milano.

Primo settore la ricerca nei settori del green e del risparmio energetico, con 1060 imprese in Italia, di cui 120 sa Milano, 90 a Roma, 56 a Napoli, 32 a Torino, 28 a Brescia. Tra i principali settori le certificazioni, i collaudi e controlli, con 162  startup innovative in Italia di cui 18 a Milano, la consulenza agraria con 145, la fabbricazione di pile e elettrodomestici con 104 di cui 11 a Milano, la fornitura di energia, gas e acqua con 93.

 

 

Brescia, il mercato del pesce esporta 12 milioni di euro all’anno

in Alimentare/Economia/Tendenze by
Pesci, foto generica da Pixabay

Il commercio estero di pesce conservato e lavorato vale per la Lombardia 1,3 miliardi in un anno, +6% nel 2018. Emerge da un’elaborazione Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi su dati Istat.
La Lombardia è leader in Italia con un quarto dell’interscambio totale che è di 5 miliardi, +3%. In particolare, l’export lombardo nel 2018 ha raggiunto i 188 milioni di euro, +8%. Il pesce lavorato e conservato parte soprattutto da Como prima in Italia con 155 milioni (+9%): concentra infatti l’80% dell’export regionale, un terzo circa di quello nazionale e precede Venezia, Rimini e Rovigo. In Lombardia bene anche Brescia (12 milioni +10%), Milano (6 milioni +33%). I principali Paesi di destinazione del pesce lombardo sono Germania (13% del totale), Grecia (9%) e Svizzera (7%). Nell’import invece è Milano a primeggiare con 694 milioni (+15%), seguita da Venezia, Roma e Napoli a livello nazionale e da Como (135 milioni, +16%), Lodi e Varese in regione. Ma da dove arriva il pesce lavorato in Lombardia? Soprattutto da Spagna (30% del totale, +12%). Seguono l’Ecuador (8%, +8%), Paesi Bassi e Francia (5%). In crescita Sri Lanka (+82%), Indonesia e Argentina, +60% circa.

Le imprese del settore ittico sono 31 mila in Italia (+0,3%) e 1.683 in Lombardia (+2%). Prima a livello nazionale è Napoli con 2.350 attività, seguita da Rovigo con 2.085, Ferrara con 1.780 e Roma con 1.806. Il settore prevalente in Italia è quello della pesca con circa 12 mila imprese, seguito dal commercio all’ingrosso, con 8 mila. In Lombardia invece si tratta soprattutto di commercianti all’ingrosso, oltre mille, seguono la vendita al dettaglio ambulante (250), i negozi al dettaglio di pesce e le attività di pesca e acquacultura (circa 200). Il maggior numero di imprese a Milano (778, +3%), Brescia (230), Varese e Bergamo (oltre 100). Emerge da un’elaborazione Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi su dati registro imprese 2018 e 2019.

Fitness e benessere: nel Bresciano 2mila imprese e 4mila addetti

in Economia/Salute/Tendenze by
Sport, foto generica da Pixabay

Non solo per i milanesi ma anche per i turisti. Sono oltre 15 mila le attività, tra sedi di impresa, sedi secondarie e unità locali, attive nel settore del benessere e fitness in Lombardia nel 2019 secondo l’elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi su dati registro imprese. Si tratta di palestre e centri legati le terme, manicure, erboristerie, istituti di bellezza, profumerie. Crescono del 2,5% in un anno e del 28% in dieci anni e pesano circa un quinto di tutte le attività presenti in Italia nel comparto (circa 90 mila, +1,4% in un anno e +19,7% in dieci) dando lavoro a circa 48 mila addetti su 168 mila in Italia (quasi 4 mila in più in un anno, +8% mentre in dieci anni crescono del 30% in regione e del 15% in Italia).

La rilevanza della Lombardia nel settore si deve soprattutto a Milano, che è seconda in Italia dopo Roma per numero di imprese (5 mila a Milano, +37% in dieci anni e 7 mila a Roma, +38%) ma prima per addetti (20 mila, +40% e 13 mila, +26%), Brescia (2 mila imprese, +19% in dieci anni e 4 mila addetti), Bergamo (2 mila imprese, +23% e 7 mila addetti), Varese (oltre mille imprese, +15% e 2 mila addetti) e Monza Brianza (mille imprese, +44% e 10 mila addetti). La Lombardia pesa soprattutto nel settore dei centri benessere concentrando un terzo delle attività italiane, nei servizi di manicure e pedicure e nelle palestre (oltre il 20% in entrambi i settori). Forte anche la presenza di imprese lombarde negli istituti di bellezza (quasi un quinto). Per quanto riguarda le palestre, la Lombardia concentra 1.280 unità locali su 5.769 in Italia, di cui 495 a Milano, +85% in dieci anni.

Il fitness e il benessere fanno impresa in tutta Italia. Sono 90 mila le attività specializzate nel settore occupando 168 mila addetti. Si tratta soprattutto di  istituti di bellezza (circa 40 mila attività), profumerie (circa 20 mila attività) e commercio al dettaglio di articoli sportivi e per il tempo libero (oltre 10 mila). Ci sono poi circa 5 mila erboristerie e palestre. Prima per numero di attività è Roma dove si concentra quasi un decimo delle attività italiane legate al fitness e benessere (7.155) seguita da Milano (seconda con 5.357 attività ma prima in Italia per addetti), Napoli (3.881 attività), Torino (3.389) e Bari (2.275). Tra le prime dieci in Italia anche Brescia, Bergamo, Salerno, Firenze, Bologna e Verona, tutte con quasi 2 mila imprese e unità locali.

Settore al femminile e giovanile, record di imprese straniere a Milano. Quasi due imprese su tre nel settore sono femminili (69% in Lombardia e in Italia) e una su sei è in mano a giovani (17%). Più alta in Lombardia la presenza di imprese con titolari nati all’estero, 13% contro una media nazionale di 8,8%, grazie al dato di Milano dove le imprese “straniere” pesano il 19,6%, il valore più alto d’Italia. Dopo Milano, per peso delle imprese di titolari nati all’estero vengono Trieste (19%) e Prato (19,3%), per peso di imprese femminili prime in Italia sono invece Nuoro, Pordenone e Ascoli Piceno (80% circa l’una) e per presenza di under 35 Catanzaro, Isernia e Crotone (oltre 30% ciascuna).

L’internet of Things – visione ed esempi applicativi di Innovation Club

in Economia/Evidenza/Innovation club/Innovazione/Rubriche by

L’Internet delle cose rappresenta l’evoluzione dell’uso della rete: gli oggetti (le “cose”) si rendono riconoscibili e acquisiscono intelligenza grazie al fatto di poter comunicare dati su se stessi e accedere ad informazioni aggregate da parte di altri. Le sveglie suonano prima in caso di traffico, le scarpe da ginnastica trasmettono tempi, velocità e distanza per gareggiare in tempo reale con persone dall’altra parte del globo, i vasetti delle medicine avvisano i familiari se si dimentica di prendere il farmaco. Tutti gli oggetti possono acquisire un ruolo attivo grazie al collegamento alla Rete. Per “cosa” o “oggetto” si può intendere più precisamente categorie quali: dispositivi, apparecchiature, impianti e sistemi, materiali e prodotti tangibili, opere e beni, macchine e attrezzature. Questi oggetti connessi che sono alla base dell’Internet delle cose si definiscono più propriamente smart objects (oggetti intelligenti) e si contraddistinguono per alcune proprietà o funzionalità. Le più importanti sono identificazione, connessione, localizzazione, capacità di elaborare dati e capacità di interagire con l’ambiente esterno.

Il modello dell’ubiquitous computing

Fu Mark Weiser a coniare il termine “ubiquitous computing”, attorno al 1988, durante la docenza come Chief Technologist (Ingegnere capo), presso il Palo Alto Research Center (PARC, Centro di Ricerca di Palo Alto) della Xerox. Opposto al paradigma del desktop (letteralmente: «scrivania»), in cui un utente individuale aziona consciamente una singola apparecchiatura per uno scopo specifico, chi “utilizza” lo ubiquitous computing aziona diversi sistemi e apparecchiature di calcolo simultaneamente, nel corso di normali attività, e può anche non essere cosciente del fatto che questi macchinari stiano compiendo le proprie azioni e operazioni. Questo paradigma viene descritto anche come calcolo pervasivo, intelligenza ambientale.

Le proiezioni

Secondo stime di Gartner, nel 2020 ci saranno 26 miliardi di oggetti connessi a livello globale. ABI Research stima che saranno più di 30 miliardi. Altri istituti parlano di 100 miliardi. Il valore del mercato è stimato in 80 miliardi di dollari. Il mercato degli “Smart Objects” in Italia è arrivato a toccare nel 2018 i 3,7 miliardi di euro, con una crescita del 36% rispetto all’anno precedente. La principale fetta di questo mercato è rappresentata dalle applicazioni di Smart Metering (i contatori gas intelligenti installati presso le utenze domestiche). Nel prossimo futuro si prevede un’ulteriore accelerazione del mercato, soprattutto per quanto riguardo gli ambiti smart metering, smart car, domotica e smart home e industrial IoT. Le aspettative degli esperti sono che l’Internet delle cose cambierà il nostro modo di vivere in modo radicale. Gli oggetti intelligenti, con capacità decisionale, permetteranno risparmio energetico sia a livello personale sia a livello industriale.

Esempi applicativi

Alcuni tra i principali ambiti operativi interessati dallo sviluppo della IoT sono riportati in questo elenco:

Domotica – Lo sviluppo di sistemi automatici nelle nostre case ci permetterà di regolare le luci, usare gli elettrodomestici, aprire cancelli e garage con il nostro smartphone;

Robotica –  Sviluppare macchine che “si parlano tra di loro” e che possono interagire per realizzare un processo complesso è il futuro dei sistemi manifatturieri;

Qualità – Creare dei sistemi di monitoraggio evoluti è una delle principali applicazioni di questa tecnologia. Ad esempio in un sistema di ricircolo dell’aria può essere messa in evidenza con l’Internet of things rapidamente la presenza di batteri dannosi per la salute;

Energia – Un impianto produttivo può controllare con una rete di sensori il suo dispendio energetico in modo da poter intervenire e migliorare le proprie prestazioni sul tema della sostenibilità;

Fabbrica – Gli impianti produttivi del futuro saranno sempre più dotate di sensori in modo da prevenire infortuni sul lavoro, indicare all’operatore le attività da fare e supportarlo in compiti ripetitivi come riconoscere un prodotto difettoso;

Avionica – Lo sviluppo di sistemi di alerting collegati a sensori permetterà di evitare guasti ed incidenti aerei;

Industria automobilistica – L’auto sempre più connessa realizzerà numerosi servizi per il guidatori e per il passeggero;

Biomedicale – Sensori all’interno del corpo umano potranno permette di gestire meglio protesi e dispositivi medicali;

Monitoraggio in ambito industriale – Lo sviluppo di sistemi di manutenzione produttiva è la fondamentale leva di differenziazione nell’ambito macchinari ed impianti ed è premessa per lo sviluppo di fornitura attraverso logiche di servizio;

Telemetria – L’Internet delle cose diventa fondamentale per ogni tipo di misurazione ad esempio di un componente meccanico sottoposto a stress. Un applicazione telemetria alimenta una carta di controllo statistico che individua criteri di allarme ed intervento;

Sorveglianza – Sistemi di alerting permetteranno di comprendere attraverso il rumore o un’immagine quando accade qualcosa di potenzialmente insolito;

Rilevazione eventi avversi – Un sistema di intelligenza distribuita può segnalare in tempo reale l’accumulo di neve su un versante montuoso catalizzando un intervento preventivo;

Smart City – Creare una città intelligente è il futuro dell’internet delle cose come ad esempio la realizzazione di una rete semaforica che si autoregola in base al numero dei veicoli presenti sulla strada;

Agricoltura – Poter analizzare le esigenze in tempo reale di un terreno è la premessa per poter effettuare il migliore e minor invasivo intervento chimico per prevenire malattie e migliorarne la produttività;

Zootecnia – Tracciare la qualità e la salute degli allevamenti attraverso un sistema intelligente che analizza i mangimi e osserva il comportamento degli animali.

I partner di Innovation Club hanno sviluppato delle esperienze in tutti questi e anche in altri contesti: scrivici per avere più informazioni: info@innovationclub.it

Occhiali da sole, l’export vale 3,7 miliardi di euro all’anno

in Economia/Export/Tendenze by
Occhiali da sole, foto generica da Pixabay

Sono 920 le imprese italiane nella fabbricazione di lenti ed occhiali al primo trimestre 2018, +2,1% rispetto all’anno precedente, secondo un’elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza e Lodi sui dati Registro Imprese. Il Made in Italy ha esportato occhiali da sole per 3,7 miliardi di euro nel 2018 (dato ancora provvisorio), in crescita dello 0,8% rispetto al 2017, contro un import di 1,5 miliardi. Le esportazioni crescono in America (+2%) e in Europa (+1,4%). Gli occhiali italiani piacciono soprattutto negli Stati Uniti, mercato che assorbe il 26% dell’export (+2,1% in un anno) per quasi 1 miliardo di euro. La Francia è stabile e si conferma il secondo Paese, con 456 milioni di euro di export (12,3% dell’export), terzo il Regno Unito a quota 251 milioni di euro (+5,1% in un anno), quarta la Germania con 233 milioni (in calo del 3,2%). Tra i principali Paesi, cresce l’export verso Hong Kong (+25%), Svizzera e Svezia (+24%), India (+21%) e Messico (+15%). I principali mercati di importazione sono nell’area dell’Asia per 880 milioni di euro (59% dell’import complessivo). Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi su dati Istat 2018 e 2017.

Fabbricazione, Veneto primo, in Lombardia un’impresa su nove. Nel 2019 spetta ancora al Veneto il primato dell’occhialeria nazionale (422 attività), con le prime due province italiane per numero di imprese, Belluno (208) e Treviso (156). La fabbricazione di occhiali in territorio lombardo conta 95 imprese, il 10,3% del totale italiano, e cresce dell’1% in un anno. Varese e Milano, con 28 e 27 imprese sono l’area fulcro della produzione lombarda e si collocano al terzo e quarto posto tra le province italiane, Torino è quinta. A seguire Udine e Vicenza. In Lombardia, dopo Varese e Milano, si trovano Bergamo, Brescia e Mantova.

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