Magazine di informazione economica di Brescia e Provincia

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Lavoro - page 2

Lidl assume 70 persone per i supermercati bresciani

in Commercio/Economia/Lavoro by

Lidl Italia, catena della GDO con oltre 730 punti vendita su tutto il territorio nazionale e una squadra di più di 21.000 collaboratori, ha avviato le selezioni per l’assunzione di circa 70 persone da inserire all’interno dell’organico dei propri punti vendita della città di Brescia e provincia.

Nello specifico, le figure ricercate sono:

  • Assistant Store Manager
  • Addetti Vendite
  • Addetti Vendite part-time domenicali
  • Addetti vendita a chiamata
  • Apprendisti Addetto Vendite
  • Operatori di Filiale

Nel dettaglio, l’Assistant Store Manager ricoprirà un ruolo fondamentale di supporto a tutte le attività manageriali dello Store Manager, come ad esempio la gestione del personale e dell’assortimento. L’Addetto Vendite lavorerà a contatto con la clientela attraverso attività di cassa, rifornimento merce e assistenza clienti. L’Apprendista Addetto Vendite seguirà un corso di formazione, svolgendo differenti attività grazie al sostegno dei colleghi. Infine, l’Operatore di filiale si occuperà delle operazioni di pulizia e rifornimento scaffali garantendo un supporto fondamentale alle attività quotidiane all’interno del punto vendita. L’Azienda, che assicura processi di formazione in ingresso e continua per i propri collaboratori, ha al suo interno una figura, il Training Manager, dedicata e presente sul territorio che si occupa di promuovere lo sviluppo delle nuove risorse e di valorizzarne la crescita professionale.

Sono ben 4 le giornate dedicate ai colloqui di selezione del personale: 12 febbraio, 26 marzo, 16 aprile e 21 maggio dalle 9.30 alle 17.30.

Le candidature dovranno essere inviate 5 giorni prima della data effettiva dell’evento di selezione tramite il sito lavoro.lidl.it Lidl contatterà i profili maggiormente in linea con le posizioni ricercate per illustrare le modalità dei successivi step di selezione e il luogo esatto del Recruiting Day.

Roncadelle Operations pronta a licenziare 39 dipendenti

in Città e Hinterland/Economia/Lavoro/Zone by
Invatec, oltre 300 posti di lavoro a rischio nel Bresciano

Il 5 gennaio 2024 Roncadelle Operations s.r.l, ha aperto la procedura di licenziamento collettivo per 39 dipendenti. 

DI SEGUITO IL COMUNICATO DEI SINDACATI

Ricordiamo brevemente che R.O.P. s.r.l. è la New Co. che si è costituita per la reindustrializzazione di Invatec-Medtronic s.p.a. di Roncadelle e Torbole.

Il progetto di reindustrializzazione era stato individuato dopo che la multinazionale aveva annunciato la chiusura dei siti produttivi di Roncadelle e Torbole (il 7 giugno 2018) a cui ha fatto seguito il tavolo al MiSE che ha portato alla individuazione del soggetto per la reindustrializzazione nell’agosto 2019.

Roncadelle Operation s.r.l a far data da 1 febbraio 2021 ha acquisito per trasferimento del ramo d’azienda tutto il personale (pari a 201 dipendenti) da Invatec s.p.a.: obiettivo dichiarato la reidustrializzazione con azienda per produzione nuovo brevetto di siringhe monouso con ago retrattile e piena occupazione: previsti 60 milioni di investimento.

Il progetto di reindustrializzazione non ha funzionato: ha subito fermi, cambi di programma e di brevetto (da Retrago a Safer), rallentamenti nel periodo Covid, mancanza di materie prime e modifiche del piano industriale. Negli anni abbiamo utilizzato gli ammortizzatori sociali per affrontare questa situazione: prima la Cassa integrazione straordinaria per reindustrializzazione e dal luglio 2022 contratto di solidarietà per 18 mesi (130 gli esuberi dichiarati allora).

18 mesi per gestire l’impatto sociale, con misure a sostegno quali mobilità volontaria incentivata e politiche di outplacemet. Tutte le uscite del personale avvenute fino ad oggi sono state volontarie. L’azienda ha anche attivato politiche attive per il ricollocamento attraverso outplacement: iniziativa che ha prodotto risultati pari a zero!! (se si pensa che tutte le persone che hanno trovato altre occupazioni lo hanno trovato individualmente o con canali diversi).

Da mesi il confronto era aperto: le politiche di incentivo all’esodo hanno accompagnato volontariamente i dipendenti fino al 31/12/2023.

Ora, finita la solidarietà, a fronte del fallimento industriale del progetto, l’assenza o scarsità di ordini e gli alti costi di investimento (capannone, macchinari, brevetti, personale)  l’azienda dichiara la riduzione del personale e del piano industriale, licenziando di fatto la quasi totalità del personale in produzione e scegliendo di indirizzare le risorse alla Ricerca e sviluppo. Il progetto di fatto è stato un fallimento: la siringa non si vende, molti sono i problemi e molti i difetti, molte le rivisitazioni. I 60 milioni di euro di investimento messi da Bci non hanno fruttato. Avevamo sperato in un progetto di reindustrializzazione che trovasse corpo e gambe e che mantenesse occupazione sul territorio. Ma non sono bastate le presentazioni in pompa magna fatte all’epoca perché ciò funzionasse e garantisse stabilità e lavoro.

Sono passati più di 5 anni e mezzo da quando Invatec Medtronic ha annunciato la chiusura e il licenziamento di 330 persone. Si è riusciti ad andare avanti nella speranza di un nuovo progetto industriale e accompagnando le persone con mobilità volontarie (ribadiamo che fino ad oggi nessun licenziamento era stato attivato)

Da allora le lavoratrici hanno attraverso momenti sofferti sia economicamente che moralmente: l’incertezza del futuro, le casse integrazioni.

Oggi sono impiegati nello stabilimento 72 persone: 39 saranno licenziate finito il contratto di solidarietà, resta ricerca e sviluppo e un automazione spinta, ammesso che arrivino gli ordini e la produzione.

Il confronto al tavolo sindacale per la procedura di licenziamento è già stato attivato per definire accordi anche di sostegno economico. Le assemblee in questi giorni denunciano rabbia, sofferenza e preoccupazione.

Ci avevamo sperato. Alla fine a pagare sono sempre le lavoratrici. Resta, oltre al fallimento del progetto, la denuncia per l’assenza di una politica industriale nel territorio e, soprattutto, la difficoltà enorme di ricollocazione della forza lavoro femminile non più giovane.

Filctem Cgil Brescia – Femca Cisl – Uiltec Uil

Lavoro somministrato: a Brescia brusca flessione tra luglio e settembre (-28%)

in Economia/Lavoro by
Professionista al lavoro, foto generica da Pixabay

Nel 3° trimestre del 2023 la domanda di lavoratori in somministrazione ha evidenziato una brusca flessione (-28% rispetto allo stesso periodo del 2022), che segue quella più lieve sperimentata nel periodo precedente (-5%). Il mercato si connota quindi per una caduta di un’entità che non si registrava dal 2020, ovvero dalla fase più acuta della pandemia.

A evidenziarlo sono i dati forniti dalle Agenzie per il Lavoro, aderenti all’Osservatorio Confindustria Brescia – Agenzie per il lavoro, curato dal Centro Studi di Confindustria Brescia e riportato da BsNews.

La discesa riscontrata nel 3° trimestre del 2023 è stata generalizzata tra tutti i macro profili professionali considerati nell’Osservatorio. Le flessioni più intense hanno riguardato gli operai specializzati (-44%), gli addetti al commercio (-35%) e i tecnici (-31%), mentre discese relativamente più modeste hanno riguardato i conduttori d’impianti (-25%), il personale non qualificato (-21%) e gli impiegati esecutivi (-17%).

“La discesa rilevata tra luglio e settembre di quest’anno va interpretata non solo alla luce della frenata dell’industria locale che, in quel periodo, è stata protagonista di una modesta riduzione dei livelli produttivi nei confronti dell’analogo trimestre dell’anno scorso – commenta Roberto Zini, vice presidente di Confindustria Brescia con delega a Relazioni Industriali e Welfare –, ma anche e soprattutto del processo di ricomposizione interno al contratto di somministrazione, che si traduce in una minore incidenza della componente a tempo determinato, a favore invece di quella a tempo indeterminato: il cosiddetto “staff leasing”. Più in generale, è però la conferma di quanto la nostra Associazione sta anticipando da tempo: siamo di fronte a un cambio storico nel paradigma del lavoro. E, in tal senso, le imprese dovranno essere sempre più attrattive per i lavoratori, sia a livello contrattuale che in tutti gli aspetti legati al benessere in azienda, su tutti i livelli.”

Le richieste pervenute alle Agenzie per il Lavoro hanno riguardato, in particolare, il gruppo dei conduttori d’impianti (40,2%), seguiti dal personale non qualificato (23,5%), dagli addetti al commercio (11,2%) e dagli operai specializzati (11,1%). Relativamente più contenuta è la domanda di impiegati esecutivi (8,5%) e di tecnici (5,4%).

Sempre nel periodo luglio-settembre, le figure più ricercate sono state: operatori robot industriali (21,5% della domanda complessiva), seguiti dai non qualificati in imprese industriali (9,0%), dai non qualificati nei servizi di pulizia (7,0%), dagli addetti consegna merci (6,4%) e dagli addetti macchine per lavorazioni metalliche (5,1%).

Per quanto riguarda i profili caratterizzati dalle maggiori difficoltà nel reperimento, si segnalano, in particolare, alcune figure tecniche (tecnici della produzione e tecnici degli acquisti) ed altre relative agli operai specializzati (fonditori, saldatori, montatori, manutentori, installatori attrezzatura elettroniche).

Trenord seleziona nuovi capitreno: ecco come candidarsi

in Economia/Lavoro by

Trenord seleziona nuovi capitreno: dalle ore 10 di ieri (giovedì 16 novembre) è possibile inoltrare la propria candidatura per entrare nel team di personale responsabile del servizio a bordo delle oltre 2200 corse effettuate ogni giorno in Lombardia, in sette province delle regioni vicine e sul collegamento aeroportuale Malpensa Express.

Sarà possibile partecipare alla selezione fino al 15 dicembre 2023, secondo le indicazioni che saranno rese disponibili sulla pagina “Lavora con noi” del sito trenord.it.

La nuova selezione si aggiunge a quelle già attive per la ricerca di Operatore gestione rotabili e Tecnico metrologo. 

La selezione di capitreno

Il capotreno garantisce il rispetto degli standard di sicurezza di ogni corsa; per quella corsa, è il volto che l’azienda mostra ai viaggiatori ed è quindi incaricato di organizzare e gestire la comunicazione e l’assistenza.

I candidati selezionati per questo ruolo parteciperanno al percorso di formazione organizzato dall’azienda, che consentirà loro di acquisire le competenze necessarie.

Al termine del corso, che avrà durata di sei mesi, i professionisti sosterranno gli esami teorici e pratici e svolgeranno un periodo di tirocinio; passaggi necessari per conseguire l’abilitazione a capotreno.

Per partecipare alla selezione è necessario essere in possesso di un diploma di scuola media superiore o di laurea. Si richiede una buona padronanza della lingua inglese e, preferibilmente, di altre lingue straniere.

Ai candidati è richiesta disponibilità a spostarsi in Lombardia e nelle regioni limitrofe; flessibilità oraria; ottime capacità comunicative, attitudine al problem solving, precisione, atteggiamento proattivo. Saranno valutate positivamente esperienze pregresse in ruoli a contatto con il pubblico.

Le altre selezioni aperte

Sul sito trenord.it è possibile candidarsi anche per lavorare come Operatore gestione rotabili e Tecnico metrologo laboratorio di misure.

La figura selezionata come Operatore gestione rotabili sarà inserita nel team che assegna i convogli ai turni programmati, tenendo la regia fra le esigenze di circolazione e di manutenzione, anche in occasione di eventi eccezionali, come scioperi, manifestazioni, irregolarità del servizio. 

Per partecipare alla selezione, si richiede ai candidati di essere in possesso di laurea in Ingegneria dei trasporti o, in caso di precedente esperienza in ambito di pianificazione-gestione trasporti, diploma di scuola superiore. Capacità di lavoro in team, attitudine al problem solving, ottime capacità organizzative e resistenza allo stress completano il profilo richiesto.

Il Tecnico Metrologo Laboratorio di misure, all’interno della funzione Omologazione e Collaudi, avrà l’incarico di supportare il team nella gestione e nella taratura degli strumenti meccanici, elettrici, elettronici utilizzati per la manutenzione dei convogli.

Sono aperte le candidature ai professionisti con profilo di Perito Industriale – se possibile, con formazione metrologica – e a chi è in possesso di diploma ITS di Tecnico superiore. Sono gradite esperienza pregressa in laboratori di metrologia o prova e conoscenze di metrologia, statistica, strumenti di misura, sistemi di qualità ISO 9001.

Manualità, precisione, capacità di lavorare in team, proattività completano il profilo richiesto.

Manerbio, operaio cade da 6 metri: è grave

in Economia/Lavoro by

Grave incidente in un’azienda di Manerbio. Un 27enne, dipendente di una ditta esterna, ha fatto un volo di sei metri mentre era al lavoro sulla copertura dell’impianto.

Sul posto – oltre a forze dell’ordine, Vigili del fuoco e Ats – sono intervenute anche automedica ed eliambulanza. Il 27enne, che nella caduta ha battuto la testa, è stato ricoverato in codice rosso all’ospedale Poliambulanza di Brescia.

Ulteriori informazioni su Brescia news.

Detenuti e lavoro, Confindustria Brescia rinnova l’accordo

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Lavoro by

È stato siglato oggi pomeriggio – nella sede di Confindustria Brescia – il terzo accordo di collaborazione tra l’Associazione di via Cefalonia, gli Istituti di Pena Bresciani, la Garante dei Detenuti e il Tribunale di Sorveglianza di Brescia, volto a potenziare le iniziative di reinserimento sociale dei detenuti.

Alla firma sono intervenuti Franco Gussalli Beretta (presidente Confindustria Brescia), Silvia Mangiavini (vice presidente Confindustria Brescia con delega a Legalità e Bilancio di Sostenibilità), Luisa Ravagnani (Garante dei detenuti), Francesca Paola Lucrezi (direttrice delle carceri di Brescia) e Monica Cali (presidente Tribunale di Sorveglianza).

L’accordo precedentemente sottoscritto nel 2022 ha finalizzato l’abilitazione di 15 detenuti alla conduzione dei carrelli elevatori e l’avvio di un tirocinio di reinserimento sociale, ad oggi in corso. Parallelamente, il Carcere di Canton Mombello ha ospitato una riunione del direttivo dei Giovani Imprenditori di Confindustria Brescia: l’incontro ha rappresentato un importante momento di confronto tra mondo dell’impresa e carcere.

L’accordo odierno – che avrà durata biennale – si basa sui buoni risultati dei precedenti e si concentra su iniziative di formazione lavorativa in carcere, sull’avvio di tirocini di reinserimento sociale e sul rafforzamento del dialogo tra carcere e imprese.

In questa nuova fase spiccano importanti novità in tema di lavoro digitale: per rispondere alle esigenze del mercato, saranno avviati corsi specifici per consentire ai detenuti l’acquisizione di competenze in campo informatico, nell’ottica di approdare all’inserimento lavorativo in tale ambito.

Il nuovo accordo – che si colloca nel solco dell’instaurata collaborazione tra Confindustria Brescia, Istituzioni e Carcere – rappresenta un ulteriore passo avanti significativo nella promozione dell’inclusione sociale e lavorativa dei detenuti, aprendo a nuove e concrete opportunità per il loro reinserimento.

“Lo scopo del progetto è instaurare un canale di dialogo stabile tra mondo del lavoro e mondo carcerario – commenta Silvia Mangiavini, vice presidente Confindustria Brescia con delega a Legalità e Bilancio di Sostenibilità –. In particolare, il nostro obiettivo è fornire ai detenuti strumenti di reinserimento da spendere nel mondo del lavoro, per costruire una loro dignità e trovare realizzazione in un’attività legale. Ci auguriamo che il progetto funzioni e, magari, possa essere replicato anche in altre realtà territoriali”. 

In particolare, Confindustria Brescia si impegna, con la collaborazione e il monitoraggio delle altre parti coinvolte, a:

  1. Realizzare un corso di formazione in carcere avvalendosi delle strutture formative di Fondazione AIB. La formazione sarà progettata d’intesa con l’Ufficio del Garante dei detenuti e con la Direzione degli Istituti di pena bresciani, tenendo conto dei bisogni formativi della popolazione carceraria e della domanda del mercato del lavoro del territorio.
  2. Sensibilizzare i propri iscritti ad ospitare tirocini di orientamento, formazione e inserimento/reinserimento finalizzati all’inclusione sociale e all’autonomia delle persone in esecuzione penale presso la Casa Circondariale Nerio Fischione e la Casa di Reclusione di Verziano, valutate idonee dall’Equipe trattamentale del Carcere e dal Tribunale di Sorveglianza di Brescia. I tirocini si svolgeranno nelle aziende associate che liberamente daranno la propria disponibilità, sotto la diretta responsabilità formativa dei tutor individuati dalle aziende stesse, nel rispetto della L.R. n. 22/2006, della Delibera di Regione Lombardia n. 5451/2016 e successive modifiche, e della Normativa penitenziaria pertinente.
  3. Sviluppare progetti nel campo della formazione e del lavoro digitale con l’implementazione di percorsi sviluppati in collaborazione con esperti del settore.
  4. Con la finalità di sviluppare forme di dialogo tra il carcere e il mondo del lavoro, il gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Brescia porterà all’interno delle carceri di Brescia una riunione del proprio Comitato Direttivo, che verrà aperto alla popolazione carceraria, agli educatori e alle parti sottoscrittrici del presente Accordo. Temi, data e modalità dell’incontro verranno concordati con la Direzione del Carcere e con la Garante dei detenuti.
  5. Sensibilizzare le Aziende associate a donare generi di prima necessità a favore dei detenuti degli Istituti di pena bresciani. A tal fine, aderirà alla richiesta di collaborazione del Garante dei detenuti, divulgando alle proprie imprese l’elenco dei generi più necessari.

Sicurezza sul lavoro a Brescia: un argomento di scottante attualità

in Economia/Lavoro by

A Brescia il tema della salute e della sicurezza del lavoro è un argomento di scottante attualità; infatti, secondo i dati dell’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (INAIL), per quanto riguarda il bresciano, le denunce relative agli infortuni nei primi tre mesi del 2023 (dati definitivi) sono state poco meno che 4.000 (nell’intero anno 2022 erano state 20.244); elevato il numero di decessi 7; a questi purtroppo si devono aggiungerne altri 3 relativi al mese di aprile. Consideriamo poi che a Brescia, nel 2022, le morti per incidenti sul lavoro erano state ben 34 (la seconda provincia lombarda dopo Milano per numero di incidenti mortali).

Per quanto si debba ammettere che negli ultimi anni vi siano stati notevoli miglioramenti per quanto riguarda la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro, le cifre sopra riportate mostrano un quadro molto allarmante che non può essere sottovalutato. “E per questo motivo – dice Z.M, imprenditore del settore edile – che, per far sì che la mia azienda fosse un luogo sicuro per tutti coloro che lavorano al suo interno e anche per tutti quelli che entrano a contatto con la struttura aziendale (agenti, fornitori, autotrasportatori ecc.) mi sono rivolto a SICURZETA per la sicurezza sul lavoro a Brescia, realtà leader nella nostra provincia specializzata nella sicurezza sul lavoro, nell’erogazione di corsi di formazione e sulla consulenza tecnica; SICURZETA è infatti dotata di uno staff interno altamente specializzato e competente e si affida inoltre a una vasta rete di collaboratori di prim’ordine (docenti, esperti in materia di salute e sicurezza, consulenti tecnici). Tutto questo a prezzi decisamente competitivi”.

SICURZETA: i pacchetti all-inclusive sulla sicurezza sul lavoro

La normativa di riferimento in materia di salute e sicurezza sul lavoro è costituita dal D.Lgs. 81/2008, un provvedimento normativo che disciplina i vari aspetti relativi alla salute e alla sicurezza nei luoghi del lavoro come, per esempio, il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza: (“In tutte le aziende, o unità produttive, è eletto o designato il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza – RLS”; vedasi secondo comma dell’art. 47 di tale D. Lgs.). Affianca il D. Lgs. 81/2008 anche il decreto legge 146 del 2021, provvedimento che, tra l’altro, ha esteso i poteri di vigilanza dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro. Insomma, la normativa è particolarmente complessa e solo affidandosi a figure competenti è possibile essere in regola sotto tutti i punti di vista.

Si deve infatti considerare che il mancato rispetto delle normative relative alla sicurezza comporta per le aziende rischi notevoli fra cui sanzioni amministrative e penali (per esempio, la mancata formazione di un lavoratore espone il datore di lavoro a sanzioni penali come per esempio l’arresto), interdizione all’attività, infortuni o malattie professionali, reputazione (un’azienda inadempiente sulla sicurezza dei lavoratori è considerata spesso inaffidabile come partner commerciale).

Per ovviare a queste problematiche SICURZETA propone pacchetti all inclusive altamente personalizzabili (ogni azienda è diversa dell’altra ed è ovvio che l’offerta sia mirata) offrendo tutti quei servizi che sono necessari affinché l’azienda risulti del tutto in regola sotto il punto di vista normativo.

In altri termini, SICURZETA, ascoltando il cliente e analizzando la specifica situazione, può proporre un pacchetto ad hoc relativo alla sicurezza sul lavoro che mette al riparo l’azienda da verifiche e controlli.

Fra i tanti servizi che SICURZETA include nei suoi pacchetti vi sono per esempio quello dell’incarico di Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP), quello di Redazione, aggiornamento e mantenimento della Documentazione necessaria ai fini dell’adeguamento al D.lgs. 81/08 e s.m.i.; quello di visite periodiche per il controllo della documentazione e dei luoghi di lavoro con stesura verbali di sopralluogo, piani di miglioramento, report documentale relativo a eventuali inosservanze riscontrate; quello di organizzazione dell’attività formativa di tutto il personale e tanto altro ancora.

Brescia, gli occupati sono 542mila

in Economia/Evidenza/Lavoro by
Donne e lavoro, foto generica da Pixabay

Nel 2022 il mercato del lavoro bresciano ha mostrato segnali misti, frutto di una stabilizzazione del numero degli occupati (dopo la crescita rilevata nel 2021) e di una contestuale flessione dei disoccupati, il cui numero si attesta su minimi pluriennali.  Nel dettaglio, gli occupati sono pari a 542 mila unità, sostanzialmente invariati rispetto all’anno precedente e ancora inferiori di circa 11 mila unità nei confronti dei livelli pre-Covid (553 mila).

A evidenziarlo sono i dati ISTAT elaborati dal Centro Studi di Confindustria Brescia.

La dinamica rilevata nel 2022 ha visto una crescita degli occupati maschi (passati da 322 mila a 326 mila), a fronte di una leggera contrazione di quella femminile (da 219 mila a 217 mila). Tali variazioni hanno determinato marginali variazioni nel tasso di occupazione (15-64 anni), nel 2022 attestatosi al 65,9%, rispetto al 65,7% del 2021. Il tasso di occupazione rilevato in provincia di Brescia è minore di quello riscontrato in Lombardia (68,2%), ma ampiamente superiore alla media nazionale (60,1%), ambiti territoriali che sperimentano, tra il 2021 e il 2022, un incremento della quota degli occupati sul totale della popolazione.

Come già anticipato, nel 2022 il numero dei disoccupati scende a 23 mila, in calo di cinque mila unità nei confronti dell’anno precedente. La flessione ha riguardato la componente maschile (da 13 mila a 6 mila), mentre il numero delle femmine in cerca di occupazione sarebbe passato da 15 mila a 16 mila.  A seguito di tali dinamiche, il tasso di disoccupazione (15-74 anni) misurato a Brescia e provincia nel 2022 è sceso al 4,1% (dal 4,9% nel 2021), di fatto ai minimi storici e non lontano da livelli definiti “frizionali”, ovvero fisiologici. Il confronto con Lombardia (4,9%) e Italia (8,1%) vede il nostro territorio in posizione privilegiata, confermando una storica tendenza su questo ambito.

Il minor numero di persone in cerca di occupazione si sarebbe tuttavia riversato sulla categoria degli inattivi, passati da 247 mila a 251 mila, un’evoluzione che in parte vanifica i miglioramenti rilevati nel 2021, quando gli inattivi, a seguito della rinnovata vivacità del mercato del lavoro dopo la fase acuta della pandemia, erano considerevolmente diminuiti dai 256 mila rilevati nel 2020. Il tasso di inattività ha così raggiunto il 31,2% (dal 30,8% dell’anno precedente); fra le femmine bresciane tale tasso è pari al 41,7%, purtroppo più vicino al dato nazionale (43,6%), che alla virtuosa media lombarda (35,6%). Tutto ciò indicherebbe una limitata partecipazione delle donne del nostro territorio al mercato del lavoro locale, a espressione di un potenziale, solo in parte sfruttato.

“Chiudiamo un 2022 complessivamente positivo dal punto di vista del lavoro a Brescia, in particolar modo per quanto riguarda il fronte dei disoccupati, ormai scesi a una soglia che abbiamo definito fisiologica, e quindi sostanzialmente compatibile con la piena occupazione – commenta Roberto Zini, vice presidente di Confindustria Brescia con delega a Relazioni Industriali e Welfare –. Allo stesso tempo, tuttavia, avevamo aspettative migliori per quanto riguarda gli occupati, che invece sono rimasti su un livello invariato rispetto al 2021, e ancora distanti dai livelli pre-Covid. Questo aspetto ci deve quindi far riflettere, anche alla luce dell’ormai noto problema di mismatch tra domanda e offerta di lavoro che caratterizza il territorio bresciano, e della crescita degli inattivi. Su quest’ultimo aspetto, in particolare, incidono purtroppo i ritardi della componente femminile, tematica su cui, come Associazione, siamo da sempre attenti. Continueremo perciò a monitorare la situazione e a proporre soluzioni per un mondo del lavoro sempre più inclusivo e orientato alla parità di genere. Non dimentichiamo, in tale contesto, anche le ormai annose problematiche legate alla denatalità, che caratterizzano il nostro Paese, e l’esigenza di un lavoro straniero di qualità, attraverso una politica migratoria gestita e non subita, e rivolta anche a profili medio-alti, soprattutto laureati, che ad oggi non riusciamo ad intercettare. Sui profili più richiesti dalle nostre imprese, infine, voglio sottolineare come la maggior parte di esse sia rivolta su profili di livello medio-alto, a testimonianza di un percorso verso l’eccellenza che continua a caratterizzare il Made in Brescia, con forti investimenti sul capitale umano.”

Con riferimento ai dati di fonte amministrativa (INPS) relativi alle dinamiche registrate nei primi nove mesi dell’anno, tra gennaio e settembre del 2022, la variazione netta dei rapporti di lavoro in essere (Assunzioni +/- Trasformazioni – Cessazioni) mostra un saldo ampiamente positivo (+18.487 unità), sebbene in attenuazione rispetto a quanto sperimentato nello stesso periodo del 2021 (+23.318). Il dato è comunque in linea con la dinamica pre-Covid ed è trascinato dalla significativa performance del tempo indeterminato (+10.133). In tale contesto va tuttavia evidenziato come il saldo assunzioni – cessazioni sia negativo (-8.353), a fronte di un contributo ampiamente positivo da parte delle trasformazioni da forme contrattuali alternative (+18.486). Per quanto riguarda le sole assunzioni, l’evoluzione nei primi nove mesi del 2022 (139.759) risulta in accelerazione rispetto al 2021 (130.197), con una quota del tempo indeterminato che si attesta al 18,3%, valore non dissimile da quanto registrato negli anni precedenti.

Sul versante dei profili maggiormente richiesti nel bresciano, secondo le elaborazioni del Centro Studi di Confindustria Brescia effettuate sulla piattaforma WOLLYBI-Lightcast che monitora gli annunci di lavoro online rilevati nel territorio, nel 2022 le domande di lavoro formulate dalle imprese bresciane hanno riguardato prevalentemente le macro categorie delle professioni non qualificate (20,3% degli oltre 53 mila annunci analizzati), dei tecnici (16,6%), degli artigiani e operai specializzati (13,4%), delle professioni tecniche e scientifiche (12,8%). La segmentazione dei profili per livello di competenza vede primeggiare le figure medium skill (44,2% delle richieste), seguite da quelle high skill (35,5%) e dalle low skill (20,3%). Con riferimento ai profili più ricercati, la top 5 vede al primo posto gli addetti allo spostamento e alla spedizione dei materiali o delle merci (7,0% della domanda complessiva), seguiti dal personale non qualificato delle attività industriali (6,0%), dagli assistenti alle vendite (5,4%), dagli addetti alle pulizie in uffici, esercizi alberghieri ed altri esercizi (4,9%) e dai modellatori e tracciatori meccanici di macchine utensili (3,3%). Ben tre di queste figure appartengono alle professioni non qualificate, una alle professioni nelle attività commerciali e nei servizi e una agli artigiani e operai specializzati.

Va infine segnalato il nuovo sgonfiamento della Cassa Integrazione Guadagni, che però rimane ancora su livelli superiori a quanto riscontrato prima della pandemia. Le ore autorizzate nell’ultimo anno sono diminuite del 66% rispetto al 2021, passando da 40,8 a 13,9 milioni. In particolare, la componente ordinaria è calata del 60% (da 21,1 a 8,5 milioni di ore), mentre quella straordinaria ha subito una flessione del 43% (da 9,4 a 5,3 milioni di ore). Tuttavia, il confronto con il 2019 mostra una crescita del 100% (sintesi di un +149% della CIGO e di un +49% della CIGS). Sulla base delle ore effettivamente utilizzate è possibile stimare che nel 2022 le unità di lavoro annue (ULA) potenzialmente coinvolte dalla CIG siano circa 2.200, contro le oltre 9 mila del 2021, e le 1.500 del 2019.

Operaio forestale morto, i sindacati: tragedie come questa non devono più accadere

in Cgil/Cisl/Economia/Lavoro/Sindacati/Uil by

Pubblichiamo di seguito il comunicato congiunto di Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil sul caso dell’incidente costato al vita a un operaio festale (Martino Andrea Febbrari) schiacciato da alcuni massi mentre era al lavoro nei boschi della Valcamonica.

IL COMUNICATO

Quanto accaduto ci colpisce profondamente, siamo senza parole ed esprimiamo, a nome di tutti i componenti delle Organizzazioni firmatarie di questo comunicato, cordoglio e vicinanza alla famiglia di Martino, stringendoci a loro in questo momento di dolore e sconcerto.
Episodi come questo ci mettono nuovamente di fronte alla consapevolezza del fatto che le lavoratrici e i lavoratori con cui ci relazioniamo quotidianamente non sono numeri, bensì persone con un proprio vissuto e una storia da raccontare; storia che purtroppo, come accaduto per Martino oggi, può trovare una brusca e scioccante interruzione, alla quale non è possibile trovare senso alcuno. Quello che possiamo fare, come sindacati, è non stancarci mai di sensibilizzare e tenere alta la soglia dell’attenzione in merito a una materia così complessa e quantomai urgente come quella della Sicurezza sui luoghi di lavoro.
Perché se da una parte non possiamo purtroppo debellare completamente il fenomeno, è nostra ferma intenzione e preciso dovere morale fare in modo che non si parli mai di “morti bianche”, contrastare con ogni azione di tutela e di  prevenzione possibile il manifestarsi di decessi e di infortuni connessi all’attività lavorativa e far sì che ciascuno di noi assuma una sempre maggiore cognizione e contezza della gravità del problema, affinché episodi simili, al netto della componente sfuggente della fatalità, non abbiano più a verificarsi.

Lavoro in somministrazione: +11% nel Bresciano

in Economia/Lavoro/Partner by
Giovane al lavoro, foto da Pixabay

 Secondo i dati forniti dalle Agenzie per il Lavoro, nel complesso del 2022 le richieste di lavoratori in somministrazione registrano una crescita dell’11% sul 2021, mentre il confronto con l’anno 2019, preso a riferimento come “normalità pre-Covid”, segna un valore negativo (-4%), a certificazione di un processo di recupero non ancora del tutto concluso.

A evidenziarlo (secondo quanto riferisce BsNews.it) sono i dati forniti dalle Agenzie per il Lavoro, aderenti all’Osservatorio Confindustria Brescia – Agenzie per il lavoro, curato dal Centro Studi di Confindustria Brescia.

Per quanto riguarda il solo 4° trimestre 2022, la domanda di lavoratori in somministrazione ha registrato una nuova crescita rispetto allo stesso periodo del 2021 (+8% tendenziale), in lieve accelerazione rispetto alla rilevazione precedente (+4%). La seconda parte dell’anno mostra quindi un’evoluzione positiva, ma relativamente meno pronunciata nei confronti di quanto sperimentato nel primo semestre del 2022.

Tale movimento descriverebbe il processo di assestamento in atto nel settore, dopo i forti incrementi riscontrati nel 2021, in primo luogo imputabili al confronto con il 2020. Allo stesso tempo, la suddetta dinamica rifletterebbe il rallentamento del settore industriale locale rilevato tra luglio e dicembre.

“Il processo di ripresa del lavoro in somministrazione a Brescia è proseguito anche nel 2022, per quanto non possa definirsi ancora concluso – commenta Roberto Zini, vice presidente di Confindustria Brescia con delega a Relazioni Industriali e Welfare –. Se i dati sullo scorso anno sono infatti positivi, il gap con il periodo pre-pandemia non è ancora del tutto colmato. Vorrei però sottolineare che si tratta di dati incoraggianti, a maggior ragione se letti alla luce delle vicissitudini che hanno caratterizzato l’anno da poco concluso, legate in particolare al caro energia e alle conseguenze del conflitto russo-ucraino. Per quanto riguarda le aree professionali maggiormente richieste, la nostra provincia continua a distinguersi per la necessità di trovare conduttori d’impianti e operai specializzati: un altro tema su cui, come Associazione, stiamo lavorando. L’obiettivo resta quello di indirizzare sempre più i nostri giovani verso percorsi professionali in grado di garantirgli un futuro lavorativo solido e riconosciuto”.

Le richieste pervenute alle Agenzie per il Lavoro hanno riguardato, in particolare, il gruppo professionale dei conduttori d’impianti (41,5%), seguiti dal personale non qualificato (16,5%), dagli operai specializzati (13,5%) e dagli addetti al commercio (13,5%).

Nello stesso periodo, le figure più ricercate sono state: operatori robot industriali (20,5% della domanda complessiva), non qualificati in imprese industriali (6,1%), addetti macchine lavorazioni metalliche (5,0%), addetti consegna merci (4,7%) e dai non qualificati nei servizi di pulizia (4,7%).

Con riferimento alle difficoltà di reperimento dei lavoratori in somministrazione, non si segnalano tensioni particolari, a eccezione, in particolare, di alcuni profili appartenenti ai tecnici (tecnici in campo ingegneristico, i tecnici della distribuzione commerciale e i tecnici della produzione), agli addetti al commercio (esercenti di ristoranti, fast food, pizzerie e simili), agli operai specializzati (fonditori, saldatori, specializzati meccanica di precisione, montatori, manutentori) e ai conduttori d’impianti (operatori robot industriali e gli addetti macchine lavorazioni metalliche).

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