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Aib - page 22

Aib, per la presidenza è corsa a due tra Pasini e Beretta?

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Pasini o Beretta: potrebbe essere uno dei due il prossimo presidente di Aib. Indiscrezioni pubblicate da Bresciaoggi, che circolano da tempo negli ambienti di Brescia 2 e che trovano una prima conferma ufficiosa nelle dichiarazioni rilasciate al quotidiano dagli interessati.

Il comitato dei saggi si riunirà lunedì per decidere i nomi con il maggiore consenso nella base: indicazioni che verranno poi girate al Consiglio generale e all’assemblea fissata per maggio.

Ma nel frattempo gli interessati non smentiscono. “Considero l’Aib una realtà molto seria, quindi non posso esimermi dal prendere in considerazione ciò che può chiedermi l’Associazione, ma anche la base associativa. Ma deve essere chiaro a tutti che l’organizzazione e il presidente devono essere di tutti”, ha dichiarato sottolinea Franco Gussalli Beretta, leader della storica Fabbrica d’Armi Pietro Beretta di Gardone Valtrompia.

E sulla stessa linea – sempre stando a Bresciaoggi – si è collocato Pasini, leader del gruppo Feralpi di Lonato, attuale vice presidente dell’Aib con delega per Ambiente, Sicurezza e responsabilità sociale. «Alla presidenza dell’Associazione industriale bresciana non ci si candida. Completate le consultazioni, toccherà ai saggi evidenziare quanto emerso dal confronto con la base”, ma “di fronte una chiamata per la presidenza dell’Associazione, proveniente dal mondo imprenditoriale bresciano che si riconosce nell’Aib, mi sento in dovere di doverla prendere in considerazione e di rispondere, per portare a compimento l’importante lavoro avviato dalla presidenza Bonometti. Ma deve essere una chiamata forte”.

Quarto trimestre: lenta ma costante crescita per settore manifatturiero lombardo

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federico ghidini

Il 4° trimestre del 2016 chiude un anno di crescita lenta ma costante per il sistema industriale lombardo. In particolare i dati emersi dall’analisi di Unioncamere e Confindustria Lombardia sull’industria manifatturiera evidenziano un aumento congiunturale dello 0,3% della produzione rispetto al trimestre precedente, la crescita dello 0,6% del fatturato, un improvviso calo degli ordini esteri (-1,1%), ordini interni in crescita (+1,5%) e saldo occupazionale negativo (-0,2%). In generale il 2016 si è chiuso con una crescita media dell’1,3% della produzione rispetto all’anno precedente.

In questo quadro si inserisce un elemento di forte incertezza, rispetto al recente passato, rappresentato dal calo degli ordini esteri. E’ evidente come nel commercio globale vi siano elementi di instabilità che minano la crescita del commercio mondiale, le incognite sulla politica commerciale che sarà adottata da Trump, all’avvio del negoziato per la Brexit, alla diffusione del neo-protezionismo. Fortunatamente per la Lombardia al calo degli ordini esteri corrisponde, nell’ultimo trimestre del 2016, una forte ripresa del mercato interno. A fronte di una fase di incertezza globale è auspicabile che questa ripresa diventi strutturale e costante, al fine di garantire alle imprese quella spinta necessaria per poi affrontare i mercati esteri. Come emerso anche dai dati del IV trimestre 2016 resta infatti determinante la componente estera sul fatturato totale (40,3) delle nostre imprese, percentuale che ha consentito alle imprese di resistere durante i tanti anni di crisi a testimonianza di quanto siano fondamentali tutte le attività legate all’internazionalizzazione delle nostre imprese.

Dai dati relativi all’occupazione nonostante il saldo negativo emerge poi una ritrovata dinamicità del mercato del lavoro regionale. Assistiamo infatti ad un incremento degli ingressi nel mercato del lavoro e parallelamente a maggiori uscite. Per Confindustria Lombardia – si legge in una nota – questo rappresenta un fenomeno interessante in quanto sintomo di un mercato del lavoro che sta cambiando pelle. A questa dinamicità va poi associato l’ulteriore calo del ricorso alla CIG, oggi all’11,1 (nel 2013 era al 28,5). “Come Giovani imprenditori lombardi vogliamo quindi rivolgere lo sguardo al futuro delle nostre imprese: il sistema lombardo infatti ha di fronte a se diverse sfide, sfide che hanno come obiettivo comune lo sviluppo della competitività” commenta il presidente Federico Ghidini. “Per essere competitivo un territorio deve essere attrattivo nei confronti di imprese internazionali e degli investimenti diretti internazionali, oltre ad essere capace di presentarsi come sistema sui mercati esteri per promuovere le proprie eccellenze. Internazionalizzare oggi significa andare oltre la sola attività di export: bisogna attrarre investimenti, sviluppare joint venture, fare sistema pubblico-privato. E la Lombardia ha moltissime carte da giocare in virtù delle sue caratteristiche di hub internazionale naturalmente attrattivo per investimenti, competenze, persone, imprese, startup e agenzie europee”.

“Altro fattore decisivo per il successo delle nostre imprese – prosegue Ghidini – sono le persone e le loro competenze. Un capitale umano d’eccellenza è infatti alla base delle capacità di un territorio di essere competitivo. In quest’ottica, come Confindustria Lombardia siamo impegnati in un progetto in collaborazione con il sistema scolastico regionale per diffondere la conoscenza dei percorsi di istruzione che meglio rispondono alle esigenze del tessuto produttivo lombardo per favorire il raccordo tra sistema formativo e mondo delle imprese. Questo perché le competenze vanno create in prospettiva del mercato del lavoro del futuro”.

Brescia, il 2016 si è chiuso con 730 imprese in meno

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Il bilancio demografico delle imprese della provincia di Brescia si chiude nel 2016 con un risultato sostanzialmente stabile, con un saldo di appena 11 unità tra iscrizioni e cessazioni nell’ultimo trimestre dell’anno. Tale andamento è frutto della prolungata contrazione delle nuove iscrizioni e del sostenuto volume delle cessazioni che si sono confermati anche durante l’anno appena chiuso.

Si tratta, tuttavia, di un immobilismo apparente perché lo stock di imprese registrate a fine 2016 ammonta a 119.242. Sono 730 le unità in meno rispetto al 2015, delle quali  il 77% sono artigiane. A corrodere, dunque, la base imprenditoriale bresciana è la mancata vitalità del comparto artigiano che a fine 2016 chiude con un nuovo calo delle iscrizioni (1.941 il valore più basso dal 2006) associato a sostenuti livelli di cessazione (2.380 unità) che hanno portato lo stock delle imprese artigiane a 34.862 unità, 561 in meno in un anno.

Dal confronto territoriale Brescia risulta al di sotto della media regionale e per il comparto artigiano Brescia si colloca agli ultimi posti della graduatoria regionale.

IL BILANCIO DEI SETTORI

L’analisi dei settori evidenzia che i grandi settori produttivi tradizionali quali costruzioni, manifattura e agricoltura chiudono l’anno con un nuovo segno negativo. I settori che si confermano più dinamici sono quelli che operano nelle attività professionali (+118 imprese), nei servizi alle imprese (+ 106 unità) e nell’alloggio e ristorazione (+88 imprese).

Le dinamiche settoriali confermano il trend di lungo periodo e riflettono la trasformazione del sistema imprenditoriale bresciano che, ormai da anni, al calo costante dell’agricoltura e dell’industria controbilancia con la crescita del terziario. Analizzando con un maggiore grado di dettaglio l’andamento degli ultimi anni dei settori produttivi si nota, infatti, che l’agricoltura ha visto ridursi la propria base imprenditoriale in modo costante e ciò è riconducibile – più che agli effetti della lunga crisi economica – ad un fenomeno storicizzato.

La manifattura a partire dal 2012 ha registrato una brusca discesa innescata dalla recessione che ha investito il settore in particolare quello artigiano. Le imprese della manifattura artigiana oggi contano 9.561 unità, ovvero 999 in meno rispetto al 2012.

Il comparto delle costruzioni è quello che maggiormente ha risentito degli effetti della lunga crisi economica e che vive ancora una difficile situazione da cui stenta a ripartire. Dal 2011 al 2016 hanno cessato l’attività più di 2.000 imprese delle costruzioni, quasi come se negli ultimi sei anni ogni giorno avesse chiuso un’impresa. A pagarne il prezzo in particolare sono stati gli artigiani che rappresentano il 72,3% dell’intero settore.

Anche il commercio, risentendo del calo dei consumi interni, negli ultimi anni ha ridotto la propria base imprenditoriale. In termini assoluti si tratta 707 esercizi in meno rispetto al 2011.

A rinfrancare le dinamiche di natimortalità imprenditoriali degli ultimi anni ha, però, contribuito il settore terziario che ha guadagnato terreno, passando da un’incidenza sul totale delle imprese registrate del 37,7% nel 2011 al 40,2% di fine 2016. Al suo interno presentano una buona performance i servizi di alloggio e ristorazione che dal 2009 hanno seguito un trend crescente.

LE FORME GIURIDICHE

Prosegue il trend positivo avviato negli ultimi anni dalle società di capitali (+2,4%). Nel 2016 sono nate 1.967 società di capitali (pari al 30% del totale delle iscrizioni) contro 1.174 che hanno chiuso i battenti (corrispondenti al 17% di tutte le cessazioni) il risultato è uno stock di 33.356 imprese che hanno un’incidenza sul totale pari al 28% in continuo aumento sugli anni precedenti. E’ evidente il cambiamento delle forme di gestione imprenditoriale che vede il diffondersi di modelli di gestione più strutturati come le società di capitali che sostituiscono progressivamente le forme giuridiche più semplici come le società di persone e le ditte individuali. Le società di persone hanno chiuso il 2016 con un nuovo saldo negativo (-336 società di persone) a conferma del percorso discendente intrapreso già a partite dal 2009.

Anche le ditte individuali fanno segnare un arretramento della propria numerosità chiudendo con un bilancio negativo di 462 imprese Ciò nonostante la metà delle imprese bresciane è costituito da imprese individuali che sono caratterizzate da elevati tassi di ingresso e uscita.

Dinamiche speculari si presentano nel comparto artigiano con un aumento delle società di capitali (+2,6%) ed un continuo arretramento di quelle semplici. Con la differenza che le forme giuridiche più complesse nell’universo artigiano sono meno diffuse (le società di capitali rappresentano il 7,2% sul totale) e per questo motivo non incidono significativamente sulla tendenza generale che è, invece, determinata dalle ditte individuali, che pesano per il 71,8% sul totale.

Dati completi natalità e mortalità delle imprese in provincia di Brescia – fonte Camera di commercio

Il presidente di Aib Bonometti: non scendo in politica

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Marco Bonometti

Non sono interessato a scendere in politca (almeno per ora). E’ questo il senso delle dichiarazioni rilasciate dal presidente di Aib Marco Bonometti al quotidiano on line BsNews.it circa una sua possibile discesa in campo.

“Egregio direttore”, ha scrittto Bonometti, “in relazione al sondaggio promosso da BsNews.it in vista delle prossime elezioni regionali e politiche, le comunico che io non sono in alcun modo interessato in prima persona all’argomento. Desidero, con l’occasione, ringraziarla per la sua attenzione ed esprimerle il mio apprezzamento per la sensibilità che la sua testata riserva ai temi politici e sociali, con il coinvolgimento della pubblica opinione, fattore importante di dibattito e di conoscenza”.

Il “sondaggio” citato è una rilevazione del sentiment dei lettori del sito (senza criteri scientifici, quindi) circa gli esponenti della società civile bresciana che i lettori vedrebbero meglio come rappresentanti delle proprie istanze politiche. Parole che mettono virtualmente fine alle voci circa un impegno politico diretto del patron di Omr: alle Politiche, alle Regionali, ma anche alle elezioni del 2018 in Loggia, che pure non erano argomento del sondaggio.

 

 

Il 27 gennaio a Economia la consegna dei diplomi del Master in Management e innovazione delle imprese

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L’innovazione e la sfida rappresentata dall’analisi dei dati, fattori determinanti per creare valore nell’impresa, sono i temi al centro della lectio in programma venerdì 27 gennaio alle 17.30 nell’aula magna del dipartimento di Economia e Management dell’Università di Brescia (via S. Faustino 74/B – Brescia), in occasione della cerimonia di consegna dei diplomi del Master in Management e innovazione delle imprese, realizzato nell’ambito della convenzione tra Associazione Industriale Bresciana e l’Ateneo.

“Dopo nove anni, con l’edizione 2015-2016 il Master ha allargato il proprio orizzonte formativo, sviluppando un percorso focalizzato non più solo sulla gestione delle pmi, ma anche delle imprese più grandi per offrire a imprenditori e manager un’occasione di crescita professionale, di arricchimento culturale e di confronto, rispondendo con efficacia al crescente bisogno di approfondimento manifestato dalle aziende”, sottolinea Marco Bonometti, presidente di AIB.

“L’edizione 2015-2016 del Master in Management e Innovazione delle Imprese – dichiara il Rettore, prof. Maurizio Tira conferma la volontà dell’Università degli Studi di Brescia di accompagnare la crescita e il perfezionamento professionale di operatori aziendali ad alto potenziale attraverso un percorso formativo di eccellenza imperniato sui fabbisogni di indirizzo strategico, di gestione e di controllo delle imprese”.

La cerimonia si aprirà con i saluti del Rettore dell’Università degli Studi di Brescia, Maurizio Tira, e del presidente di AIB, Marco Bonometti. Seguirà la lectio curata da Giorgio Grasso, direttore della Fondazione CIFE, e da Devis Bianchini, docente presso il dipartimento di Ingegneria dell’informazione dell’Ateneo bresciano.

Il pomeriggio di lavori, coordinato da Mario Mazzoleni (direttore Master e docente di Economia Aziendale) e Daniele Fano (ad Fondazione AIB), terminerà con le conclusioni affidate a Paola Artioli, presidente di Fondazione AIB, e con la consegna dei diplomi.

Aib, sorteggiati i tre saggi della commissione per il dopo Bonometti

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Il Consiglio di Presidenza di Associazione Industriale Bresciana, riunitosi questo pomeriggio, ha provveduto a individuare i tre componenti della Commissione di designazione, che risulta così composta da: Angelo Baronchelli (AB Impianti), Francesco Franceschetti (Francesco Franceschetti Elastomeri), Pier Luigi Streparava (Streparava).

Come previsto dallo Statuto, i tre componenti sono stati sorteggiati dalla rosa di potenziali candidati, invitati a presenziare al momento dell’estrazione, individuati in occasione della riunione dei Probiviri in composizione allargata ai Past President di AIB.

Alla Commissione di designazione spetta ora il compito di effettuare la più ampia consultazione dei soci, per portare all’attenzione del Consiglio Generale una o più candidature. Sarà quindi il voto del Consiglio Generale a sancire la designazione del nuovo Presidente di AIB.

La Provincia incontra Aib: ambiente e lavoro i temi del confronto

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Continuano gli incontri del Presidente Pier Luigi Mottinelli con le principali realtà politiche e socio – economiche del territorio, con l’obiettivo che la Provincia di Brescia sia sempre più aperta all’ascolto ed al confronto. Questa mattina, alla sede di AIB, è stato fatto il punto sulle priorità con il Presidente Marco Bonometti. Diversi i temi affrontati: dalle infrastrutture all’occupazione, con la ferma volontà di essere sempre più aperti al confronto rispetto al delicato tema dell’ambiente.

“La salute ambientale – ha dichiarato il Presidente Mottinelli – è un tema che mi sta particolarmente a cuore e per il quale m’impegnerò in prima persona. Con il Presidente Bonometti abbiamo ipotizzato un tavolo di confronto che coinvolga anche ARPA, ATS e Università per raccogliere dati obiettivi e trasparenti ù, attraverso i quali poter affrontare e risolvere i problemi del territorio”. Il Presidente Bonometti ha poi affrontato il tema dell’occupazione e ricordato che AIB sta costruendo una piattaforma alla quale le aziende possono fare riferimento per avere servizi. Mottinelli ha sottolineato quanto i centri per l’impiego debbano essere valorizzati come strumento utile alle aziende in cerca di professionalità.

“Per rendere ancora più diretto e concreto il Sistema delle Autonomie Locali – hanno concluso Mottinelli e Bonometti – abbiamo pensato di formalizzare un accordo, esteso anche alla Camera di Commercio, per concorrere in progetti utili che offrano servizi alle imprese”.

In questo contesto, la nota dolente, in Lombardia, resta la burocrazia. Il carico delle pratiche e i tempi di attesa vanno ridotti, ha evidenziato Bonometti, chiedendo anche alla Provincia, che si è resa disponibile, di intervenire affinché le procedure per le imprese possano essere semplificate.

Gli studenti bresciani dell’Istituto Natta di Bergamo incontrano le imprese di Aib

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I giovani dalle imprese di Aib (Brescia e Bergamo)

Questo pomeriggio in AIB sei ragazzi bresciani (Alice Campari, Maria Contrini, Mattia Grazioli, Metteo Pedersini, Davide Sabatino, Veronica Vagni), che stanno frequentando i percorsi di alta specializzazione ITS dell’Istituto “Giulio Natta” di Bergamo, hanno incontrato gli imprenditori dei comparti chimico, alimentare, meccanico e siderurgico, che hanno così potuto conoscere i profili di questi studenti e valutare un loro eventuale inserimento in azienda come stagisti.

Durante l’incontro, aperto dai saluti del presidente del Settore Chimico di AIB Giovanni Silvioli, sono intervenuti Giuseppe Nardiello e Ilario Amboni, rispettivamente presidente e direttore della Fondazione Istituto Tecnico Superiore per le Nuove Tecnologie della Vita della scuola bergamasca, i quali hanno illustrato i dettagli dell’attività formativa e le procedure per attivare i tirocini in azienda della durata di 900 ore.

Al termine dei suoi percorsi di specializzazione ITS, post-diploma e indirizzati ai diplomati tecnici, l’Istituto “Giulio Natta” registra sempre ottimi risultati dal punto di vista occupazionale: il giorno stesso degli esami oltre il 70% dei neodiplomati ha già un lavoro e a distanza di pochi mesi si raggiunge la piena occupazione.

 

 

Bcc, Bonometti (Aib) si schiera con Iccrea: è la scelta giusta

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E’ guerra in seno dalla Federazione Lombarda delle Banche di Credito Cooperativo. Da un comunicato ufficiale della federazione, infatti, emerge la mancanza delle condizioni necessarie per intraprendere una strada comune tra le due candidate capogruppo, Iccrea Banca e Cassa Centrale Banca e, pertanto, l’impraticabilità della costruzione di un progetto unitario a livello nazionale. ”Se ne deduce – scrive Aib in una nota – che verranno avviati due progetti distinti e concorrenti, che costringeranno le Bcc ad operare una scelta che, presumibilmente, porterà a spaccature e divisioni”.

E il presidente di Aib Marco Bonometti, come spesso ha fatto, non manca di schierarsi: “Ad oggi, il Consiglio di Amministrazione della Federazione Lombarda delle Banche di Credito Cooperativo ha deciso di porre in essere tutte le attività utili affinché le Bcc lombarde aderiscano alla proposta di Iccrea Banca e l’Associazione Industriale Bresciana non può che sostenere questa scelta, auspicando che anche le altre Bcc comprendano le motivazioni di questa posizione e vi aderiscano, arrivando ad una soluzione unitaria e di sistema. E’ fondamentale che anche in Italia nasca un player forte e rappresentativo, competitivo con le realtà internazionali e aderente alle necessità delle nostre imprese. Con l’adesione ad Iccrea, le Bcc si trovano di fronte ad un’importante opportunità che non possono permettersi di perdere; un’opportunità che – pur consentendo loro di mantenere un saldo legame con il Territorio – le metterà in condizioni di operare in un contesto globale che richiede ingenti investimenti in servizi e strutture per affrontare la concorrenza di Gruppi Internazionali e per adeguarsi alle richieste sempre più stringenti dell’Europa.”

“Nel mondo della finanza e delle banche – prosegue Bonometti – stiamo assistendo ad un cambiamento epocale al quale nessuno può pensare di sottrarsi, il contesto competitivo sta cambiando sotto la spinta di un nuovo modo di fare banca e di una maggiore necessità di regolamentazione. Qualunque scelta diversa non farebbe altro che indebolire il sistema, dissipare risorse, moltiplicare i costi e sperperare quel patrimonio che le Bcc hanno accumulato in tanti anni di interazione con i loro Territori. La mia posizione così netta deriva proprio dalla conoscenza profonda del mio Territorio e dei suoi bisogni, che ritengo siano – con tutte le differenze del caso- trasferibili a livello nazionale e dalla consapevolezza della necessità di adeguare l’offerta del sistema bancario e finanziario ad uno scenario ormai distante anni luce dalla realtà a cui eravamo abituati negli anni pre-crisi. Uno scenario – conclude il presidente uscente degli industriali bresdiani – al quale il sistema bancario italiano è tenuto a dare risposte concrete e in tempi rapidi; uno scenario al quale si può rispondere solo unendosi e creando un polo forte e strutturato, evitando inutili e dannose parcellizzazioni”.

Venerdì in Aib un incontro con i percorsi formativi del Natta di Bergamo

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Associazione Industriale Bresciana organizza per venerdì 13 gennaio alle 16.30 in sede (via Cefalonia, 60 – Brescia) un incontro dedicato alle aziende del settore chimico, alimentare, meccanico e siderurgico, per presentare il progetto di alternanza scuola-lavoro della Fondazione Istituto Tecnico Superiore per le Nuove Tecnologie della Vita, promosso dall’Istituto Tecnico Chimico “Giulio Natta” di Bergamo.
L’Istituto Tecnico Superiore (ITS) nasce dall’esigenza di soddisfare la richiesta di professionalità altamente qualificate da parte delle imprese, ed è un percorso post-diploma parallelo ai corsi universitari indirizzato ai diplomati tecnici, in particolare periti chimici. Tre i percorsi formativi biennali attualmente attivati dall’istituto bergamasco: Tecnico superiore per le produzioni biotecnologiche; Tecnico superiore per le produzioni chimico-industriali; Tecnico superiore per le applicazioni industriali della gomma e del PTFE.

All’incontro – al quale interverranno Paola Artioli, vice presidente di AIB per l’Education, e Giovanni Silvioli, presidente del settore Chimico di AIB –  saranno presenti anche i sei studenti bresciani che stanno frequentando i corsi. Gli imprenditori potranno così conoscere i profili di questi allievi per accoglierli eventualmente in stage in azienda e fornire indicazioni e proposte formative agli insegnanti. Il presidente della Fondazione Giuseppe Nardiello, insieme al direttore Ilario Amboni e al docente Pietro Zappa, saranno infatti a disposizione per ogni dettaglio sull’attività di formazione promossa dall’istituto e sulle procedure per attivare i tirocini in azienda della durata di 900 ore.

Al termine dei suoi percorsi di specializzazione ITS, l’Istituto “Giulio Natta” registra sempre ottimi risultati dal punto di vista occupazionale: il giorno stesso degli esami oltre il 70% dei neodiplomati ha già un lavoro e a distanza di pochi mesi si raggiunge la piena occupazione (conferma partecipazione: education@aib.bs.it).

 

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