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Aib - page 16

Aib, sono 91 le aziende in campo per il prossimo Pmi Day Industriamoci

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È stato presentato questa mattina, nella sede dell’Associazione Industriale Bresciana, il PMI Day “Industriamoci” 2019, promosso dalla Piccola Industria di AIB in collaborazione con Confagricoltura Brescia. Alla conferenza sono intervenuti Elisa Torchiani (Presidente Piccola Industria AIB), Cristina Volpi (Vice presidente Piccola Industria AIB) e Giovanni Garbelli (Presidente Confagricoltura Brescia).

L’iniziativa, lanciata nel 2010, taglia quest’anno il traguardo della decima edizione: nelle giornate di giovedì 14, venerdì 15 e sabato 16 novembre saranno 91 le aziende che apriranno le loro porte alle 40 scuole partecipanti, per un totale di 120 visite prenotate e oltre 3.500 studenti.

“Grazie all’impegno e all’ospitalità delle nostre Aziende, il PMIDAY è diventato un appuntamento annuale di grande valore con un numero di partecipanti in continuo aumento – spiega Elisa Torchiani, Presidente Piccola Industria AIB –. Quest’anno non possiamo essere da meno: i nostri giovani studenti hanno bisogno di noi per conoscere il mondo delle imprese, integrando il loro studio teorico con la nostra concretezza del fare.”

Nel corso delle tre giornate, le imprese aderenti mostreranno a docenti e studenti i reparti e le attività, illustrando il lavoro che viene svolto quotidianamente all’interno delle aziende, raccontandone la storia, i progetti e i risultati raggiunti grazie al talento e all’impegno di tutti i collaboratori. Anche per questa edizione, per consentire visite più mirate, è stata elaborata una lista preventiva di tutte le aziende disponibili, che consente alle Scuole di scegliere quelle di proprio interesse, sia per prossimità geografica sia per settore di appartenenza.

“Un’importante novità, rispetto al passato, sarà quella di dedicare un percorso preferenziale riservato alle classi IV e V delle scuole superiori – aggiunge Cristina Volpi, Vicepresidente della Piccola Industria AIB –, utilizzando lo slogan: “Leonardo siamo noi”, per le aziende che intendono organizzare visite ad alto contenuto tecnologico.  Il 2019 è l’anno del cinquecentenario della morte di Leonardo da Vinci e non poteva mancare un tributo al nostro grande “genio tecnologico.”

“È un’occasione importante – chiude Giovanni Garbelli, Presidente di Confagricoltura Brescia – per far conoscere agli studenti le imprese agricole più dinamiche ed innovative. Il nostro settore è chiamato a sfide appassionanti sul fronte della sostenibilità e dell’innovazione tecnologica: l’agricoltura avrà quindi sempre più necessità di giovani entusiasti, capaci e competenti. Questa iniziativa, a cui Confagricoltura partecipa ormai da anni, rappresenta perciò un appuntamento di straordinario interesse per la crescita umana e professionale degli studenti”.

Aib chiede a Pasini di candidarsi alla presidenza di Confindustria

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Consiglio Generale dell’Associazione Industriale Bresciana riunitosi in data odierna ha votato all’unanimità una mozione nella quale chiede al Presidente Giuseppe Pasini di verificare le condizioni per una possibile candidatura alla prossima Presidenza di Confindustria.

Pasini ha ringraziato il Consiglio Generale e si è detto orgoglioso di poter rappresentare il sistema imprenditoriale bresciano in questo importante processo. Il Presidente ha assicurato che lavorerà nei prossimi mesi per valutare l’esistenza di un consenso stabile e diffuso necessario per una designazione di tale rilevanza.

Qualunque sarà l’esito di questo riscontro, ci sarà sempre da parte di Pasini il supporto incondizionato nei confronti della figura della o del nuovo Presidente, consapevole del ruolo chiave che Confindustria ha e continuerà ad avere nelle decisioni di politica economica e sociale del nostro Paese.

Il Consiglio Generale dell’Associazione Industriale Bresciana è l’organo deliberativo dell’Associazione. È composto da 63 membri in rappresentanza dei precedenti Presidenti, degli organi decisionali dell’Associazione, della piccola industria, dei giovani imprenditori, dei settori merceologici e delle zone industriali.

L’Associazione Industriale Bresciana rappresenta un territorio tra i più industrializzati d’Europa, leader tecnologico e di prodotto a livello internazionale in settori quali: la metallurgia, la meccanica e l’automotive.

L’Associazione conta oltre 1.300 associate che impiegano più di 62.000 addetti. Caratteristica di queste aziende è la forte propensione all’export, per oltre il 70% rivolto in Europa. Nel 2018 la Provincia di Brescia ha realizzato esportazioni per 16,9 miliardi di euro, registrando un saldo commerciale positivo per il nostro Paese di oltre 7 miliardi di euro.

Burocrazia, alle piccole imprese bresciane costa 550 ore di lavoro all’anno

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Burocrazia

La sinergia tra l’Associazione Industriale Bresciana e l’OpTer (Osservatorio per il territorio: impresa, formazione, internazionalizzazione) dell’Università Cattolica del Sacro Cuore ha dato alla luce il primo “Osservatorio sui costi della PA” per le imprese industriali bresciane, report che ha mappato le procedure burocratiche di maggiore impatto per le imprese, analizzandone i costi e monitorandone i tempi.

Per raccogliere i dati necessari sono stati sottoposti appositi questionari alle aziende associate ad AIB che hanno aderito all’iniziativa e, una volta elaborate le informazioni, è stato predisposto un documento illustrativo, con l’obiettivo di verificare lo stato dell’incidenza della burocrazia sull’attività delle imprese. Ciò ha consentito di ottenere un’istantanea rappresentativa degli adempimenti più impattanti.

Tra i dati di maggiore importanza spiccano le ore medie annue impiegate dal personale delle aziende per portare avanti gli iter amministrativi: 550 ore per le piccole imprese e oltre 1.200 per le medie imprese.

Per quanto riguarda i tempi di attesa per ottenere i provvedimenti necessari all’esercizio dell’attività d’impresa, il dato più rilevante si è registrato in ambito edilizio-urbanistico e ambientale: fino a 18 mesi per il rilascio o rinnovo delle autorizzazioni ambientali; fino a 24 mesi per l’approvazione dei piani urbanistici attuativi.

Quanto all’incidenza della burocrazia sulla vita delle aziende, per le piccole imprese la quota dei costi che le stesse devono sostenere è stata stimata pari ad un valore medio del 2,7% del fatturato: ogni 100 euro di ricavi, circa 3 euro sono assorbiti dalle procedure burocratiche. Per le medie imprese, invece, gli oneri burocratici si attestano in media all’1,2% del fatturato.

Gli obiettivi dell’iniziativa promossa da AIB e OpTer sono anche quelli di far emergere le semplificazioni normative che ancora faticano a essere realizzate e di evidenziare eventuali aggravi derivanti da novità normative e/o procedimentali.

“Con questo osservatorio, che sottolineo è alla sua prima edizione, intendiamo dare voce al territorio, all’impresa e all’esperienza degli imprenditori che vivono tutti i giorni l’impresa, i suoi successi, ma anche le fatiche quotidiane – commenta Filippo Schittone, Direttore di AIB –. Dal lavoro svolto insieme all’Università Cattolica emerge inequivocabilmente come la burocrazia resti un macigno nella vita di tutte le imprese, macigno che deve essere rimosso per poter liberare energie preziose alla competitività delle aziende. Apprezziamo certamente la presenza di un Ministero per la Pubblica Amministrazione nella compagine governativa ma vorremmo che potesse essere il primo motore di semplificazione e di modernità burocratica nel Paese. Apprezziamo anche che Regione Lombardia abbia da anni avviato, in coordinamento con il sistema camerale, un percorso di semplificazione e digitalizzazione dei procedimenti amministrativi. Ma occorre fare di più, molto di più, a tutti i livelli. Non c’è un’unica via per traguardare alla “sburocratizzazione”; occorre scaricare a terra più azioni concorrenti, che tuttavia difficilmente coglieranno il successo se la “cifra” centrale dell’operazione non sarà costituita da una reale semplificazione normativa a livello legislativo, con una riscrittura in chiave moderna e liberale dei procedimenti, che comporti un forte ridimensionamento del potere della macchina burocratica, ai vari livelli di governo pubblico. In altri termini, meno stato e maggiore responsabilizzazione dei privati”.

“Le cause all’origine del sistematico gap dell’Italia, a livello di crescita economica, verso i Paesi competitor sono molteplici. Una di queste è certamente rappresentata dalla pesante macchina burocratica italiana, che risulta particolarmente penalizzante per le imprese e per i cittadini – spiega Giovanni Marseguerra, Ordinario di Economia Politica presso l’Università Cattolica e Direttore di OpTer – Una burocrazia non adeguata alla seconda economia manifatturiera a livello europeo e alla settima a livello globale. In un contesto internazionale caratterizzato ancora da grande incertezza e in cui il sostegno garantito fin qui alla nostra economia dalla domanda internazionale rischia di ridimensionarsi, è cruciale che la burocrazia non sia un peso ma un elemento di accresciuta competitività per le nostre imprese. In tal senso è oggi necessario e urgente procedere con decisione nel processo di semplificazione amministrativa al fine di rendere più chiaro, facile, comprensibile e snello il funzionamento dell’Amministrazione. In questo molto può aiutare un rinnovato slancio al processo di digitalizzazione della PA”.

Aib, bilancio a 10 milioni di euro e patrimonio a 34

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È stato approvato all’unanimità durante l’Assemblea Generale 2019 – tenuta venerdì 28 giugno al Brixia Forum di Brescia – il bilancio 2018 dell’Associazione Industriale Bresciana.

L’esercizio chiuso al 31 dicembre scorso evidenzia ricavi pari a 10,01 milioni di euro, in rialzo del 5,3% rispetto all’anno precedente (9,5 mln) e un avanzo di gestione di 484mila euro (572mila euro nel 2017).

Il valore dei contributi associativi ha segnato un aumento pari a quasi 209mila euro, mentre sono state 70 le aziende neoassociate nel corso dell’anno. Complessivamente il numero degli addetti impiegati nelle imprese associate ad AIB è pari a 62.282 unità, in aumento del 2,7% sull’esercizio precedente (60.648).

Il patrimonio netto dell’associazione, dato dalla somma tra riserva attività istituzionali e riserva di valutazione, si attesta a 34,0 milioni di euro, in leggero aumento rispetto allo scorso anno (33,5 mln).

Olimpiadi a Milano-Cortina, Bonometti: merito del gioco di squadra lombardo

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“L’assegnazione delle Olimpiadi invernali 2026 a Milano-Cortina dimostra che quando l’Italia fa sistema è in grado di battere qualsiasi tipo di concorrenza. Questa vittoria é merito, oltre che del peso della proposta messa in campo, anche e soprattutto del gioco di squadra, e la Lombardia ha giocato un ruolo da protagonista grazie alle rodate sinergie tra pubblico e privato.

La Lombardia adesso è protagonista non solo nell’industria ma anche nello sport: ora bisogna però continuare a lavorare tutti insieme per organizzare le più belle ed efficienti Olimpiadi invernali della storia” ha dichiarato Marco Bonometti, Presidente di Confindustria Lombardia.

India, le imprese della leonessa alla ricerca di nuove partnership

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Seminario in Aib sui rapporti Brescia-India

Si è tenuto giovedì pomeriggio, nella Sala Beretta dell’Associazione Industriale Bresciana, il seminario “India Industriale, Culturale, Strategica”, ultimo appuntamento delle due intense giornate che hanno portato a Brescia il Console Generale dell’India a Milano, Binoy George, e il Console Generale d’Italia a Calcutta, Damiano Francovigh – accompagnati da alcune importanti imprese indiane, tra cui Mecon, Nalco, JSW- Jindal, Tata Steel  –, impegnati in una serie di visite istituzionali e nelle aziende promosse da Indo-Italian MilanHUB con il patrocinio del Consolato Generale dell’India a Milano e dell’Associazione Industriale Bresciana, insieme a BTL – Banca del Territorio Lombardo.

Ai lavori hanno preso parte, tra gli altri, Giuseppe Pasini (Presidente AIB), Michela Tiboni (Assessore all’Urbanistica del Comune di Brescia), Eugenio Bodini (Past President AIB e Presidente Sideridraulic), Mohan Babu (Direttore JSW Steel Italy), Simone Vercesi (Direttore Enel Green Power India pvt ltd), Sanjeev Kumar (alla guida di Mecon, leader nella progettazione metallurgica in India), Pratapaditya Mishra (Direttore Generale Aluminium Association of India) e Alberto Cavicchiolo (Presidente Indo-Italian MilanHUB), oltre a una lunga lista di importanti imprenditori bresciani.

Dalla Lombardia proviene oggi il 40% dell’export italiano verso il Paese asiatico; nel 2018 Brescia è tra le prime province italiane per export industriale in India con 138 milioni di euro, al sesto posto nazionale in un quadro complessivo da oltre 4 miliardi di euro.

L’India è il secondo Paese più popoloso al mondo, con 1,3 miliardi di abitanti (fonte: Country Report India – ICE) e l’età media del Paese è al di sotto dei 30 anni. La popolazione indiana continua a crescere dal punto di vista demografico; e nei prossimi 20/30 anni è previsto un consistente aumento dei consumi, espressione di un indicatore di mercato quale l’aumento della classe media dal 19% di oggi al 70% della popolazione. Il PIL ha registrato dal 2015 al 2018 un tasso di crescita costante che si attesta circa al 7%, e le stime della Banca Centrale (Rbi) per l’anno prossimo si confermano intorno al 7%; anche secondo il rapporto Rapporto Export 2019 di SACE SIMEST l’India è uno dei Paesi che trainerà nei prossimi anni l’export italiano.

Il Console Generale dell’India a Milano, SE Binoy George, ha dichiarato che “l’industria bresciana costituisce il più grande hub produttivo della Lombardia e un riferimento per l’Italia. Per Brescia l’India può diventare uno dei grandi mercati della produzione moderna e anche una destinazione di investimenti ad elevata redditività. Le storie di successo delle sedi indiane di aziende bresciane dimostrano l’efficacia di questo impegno, in particolare nel contesto della piattaforma Make in India”

“I numeri dell’interscambio tra India e Brescia, e tra l’India e l’Italia, non rendono ancora appieno lo straordinario potenziale di crescita che questa nazione possiede – commenta Giuseppe Pasini, Presidente di AIB –. Il nostro territorio, tuttavia, ha già recepito queste opportunità, investendo in India con filiali commerciali e produttive. Il numero di aziende bresciane presenti nel Paese è elevato, e destinato a crescere, grazie anche a importanti appuntamenti come quello promosso dall’Indo-Italian MilanHUB”.

Tra le aziende associate ad AIB presenti in India si segnalano: Automazioni Industriali Capitanio, Ave, Bialetti Industrie, Bicelli, Camozzi Automation, Cavagna Group, Condor Trade, Emer, Foma, Gefran, Gnutti Carlo, Ivars, Marzoli Machine Textile (Gruppo Camozzi), Mesdan, Metal Work, O.M.F.B., Officine Meccaniche Rezzatesi, OMB Saleri, Sideridraulic System, Streparava, Valsir (Silmar Group).

Export bresciano, nel 2019 la crescita continua

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Tendenze by

Nel I Trimestre 2019 prosegue, pur con un rallentamento, la crescita delle esportazioni bresciane, che ammontano a 4.154 milioni di euro tra gennaio e marzo 2019, in rialzo dello 0,6% su base tendenziale (rispetto allo stesso periodo del 2018), rilevamento superiore a quello della Lombardia (-1,6%), ma inferiore a quello dell’Italia (+2,0%). Risulta in calo del 3,3%, invece, il dato congiunturale (rispetto al trimestre precedente).

Le importazioni, pari a 2.432 milioni di euro, diminuiscono del 3,6% su base tendenziale e del 2,0% su base congiunturale: il saldo commerciale si mantiene quindi ampiamente positivo: 1.722 milioni di euro, in aumento del 7,3% rispetto a quello del primo trimestre 2018 (1.605 milioni di euro).

A rilevarlo sono i dati ISTAT elaborati dall’Ufficio Studi e Ricerche di AIB e dal Servizio Studi della Camera di Commercio di Brescia.

“Dopo un 2018 da record, la crescita nelle esportazioni segnata da Brescia prosegue anche nel I Trimestre 2019: il dato è in rallentamento, ma si mantiene comunque positivo in un contesto particolarmente complesso, e segnato dal calo dei prezzi delle materie prime – commenta Giuseppe Pasini, presidente di AIB –. Questa situazione testimonia il ruolo di locomotiva per l’export italiano giocato da Brescia”.

Tra i settori, su base annua, i più dinamici sono: prodotti alimentari, bevande e tabacco (+9,3%), articoli in gomma e materie plastiche (+7,5%), computer, apparecchi elettronici e ottici (+3,9%), macchinari (+2,9%), sostanze e prodotti chimici (+0,3%). Tra i mercati di sbocco, crescono le esportazioni verso Regno Unito (+8,6%), Stati Uniti (+5,1%), Cina (+5,3%), India (+16,9%) e Algeria (+20,8%).  Diminuiscono le vendite verso Francia (-4,9%), Spagna (-3,4%), Turchia (-33,9%), Russia (-13,3%) e Brasile (-5,7%). In termini di aree geografiche spiccano le dinamiche positive dell’Africa (+11,5%), dell’America centro meridionale (+11,1%) e dell’America settentrionale (+9,3%). Negativa la dinamica dell’Unione europea a 28 (-0,9%) e dei Paesi europei non UE (-9,8%).

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▪ Nel primo trimestre 2019, rispetto ai tre mesi precedenti, le vendite bresciane di beni sui mercati esteri (4.154 milioni di euro) risultano in diminuzione del 3,3%; gli acquisti dall’estero (2.432 milioni di euro) sono in calo del 2,0%.

  • Su base tendenziale (rispetto al primo trimestre 2018), le esportazioni aumentano dello 0,6% e le importazioni diminuiscono del 3,6%. Il valore delle merci vendute all’estero nel primo trimestre di quest’anno è il più elevato tra tutti i primi trimestri della serie storica dal 1991. La dinamica risente del rallentamento del commercio mondiale (+0,4% tendenziale nel primo trimestre 2019, contro il +1,6% del quarto trimestre 2018), in uno scenario in cui pesano l’escalation della guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, con effetti a cascata su altre economie emergenti, l’eventualità di una Brexit “disordinata” e il rallentamento della crescita in Germania (principale mercato di sbocco dei prodotti bresciani). Su un altro versante, la moneta unica ha evidenziato segnali di indebolimento, mentre è proseguita la caduta tendenziale dei prezzi delle principali materie prime industriali, che ha influenzato lo sgonfiamento dei valori monetari.
  • Questi i risultati più significativi che emergono dalle elaborazioni effettuate dall’Ufficio Studi e Ricerche AIB e dal Servizio Studi della Camera di Commercio sui dati ISTAT del commercio internazionale, diffusi a livello provinciale.

▪ Tra i settori, su base annua, l’aumento delle vendite all’estero di prodotti alimentari, bevande e tabacco (+9,3%), articoli in gomma e materie plastiche (+7,5%), computer, apparecchi elettronici e ottici (+3,9%), macchinari (+2,9%), sostanze e prodotti chimici (+0,3%) contribuisce alla crescita dell’export bresciano.

▪ Una diminuzione delle esportazioni riguarda i comparti degli apparecchi elettrici (-6,7%), dei mezzi di trasporto (-6,5%) e dei prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-3,8%).

▪ Tra i mercati di sbocco, crescono le esportazioni verso Regno Unito (+8,6%), Stati Uniti (+5,1%), Cina (+5,3%), India (+16,9%) e Algeria (+20,8%). Diminuiscono le vendite verso Francia (-4,9%), Spagna (-3,4%), Turchia (-33,9%), Russia (-13,3%) e Brasile (-5,7%). In termini di aree geografiche spiccano le dinamiche positive dell’Africa (+11,5%), dell’America centro meridionale (+11,1%) e dell’America settentrionale (+9,3%). Negativa la dinamica dell’Unione europea a 28 (-0,9%) e dei Paesi europei non UE (-9,8%).

▪ Per quanto riguarda le importazioni, sono in aumento quelle di computer, apparecchi elettronici e ottici (+12,9%), mezzi di trasporto (+7,9%), articoli in gomma e materie plastiche (+3,6%), sostanze e prodotti chimici (+2,9%), apparecchi elettrici (+0,4%).

▪ Risultano, invece, in calo gli acquisti in vari comparti, tra cui metalli di base e prodotti in metallo (-8,4%), prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-6,7%), macchinari ed apparecchi (-3,6%).

▪ Aumentano le importazioni da: Russia (+59,8%), Stati Uniti (+10,9%) e Cina (+9,8%).

Brescia, per il settore terziario fiducia al minimo nel primo trimestre 2019

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Tendenze/Terziario by
Fiducia al minimo

Nel primo trimestre 2019, complice anche la preoccupazione relativa alla possibile evoluzione a breve dell’economia italiana, l’indice sul clima di fiducia nelle imprese bresciane operanti nel settore dei servizi è sceso a 102,3, aggiornando il nuovo minimo da quando è stata istituita la rilevazione (secondo trimestre 2016). Il suddetto indice mostra così una flessione sia nei confronti del periodo immediatamente precedente (105,0), sia su quanto sperimentato nell’analogo trimestre del 2018, quando il clima di fiducia si attestò a 143,3 (poco al di sotto del picco rilevato nel quarto trimestre 2017).

A evidenziarlo sono i risultati dell’indagine congiunturale condotta dall’Ufficio Studi e Ricerche dell’Associazione Industriale Bresciana che – nonostante la fase positiva vissuta a Brescia dal Terziario – conferma le perduranti difficoltà nel replicare le dinamiche registrate nel recente passato, in uno scenario tuttora caratterizzato da una diffusa prudenza fra gli operatori intervistati.

“I dati statistici rilevati esprimono, a mio parere, la difficoltà da parte delle imprese del Terziario a interpretare le prospettive del mercato – commenta Paolo Chiari, Presidente del Settore Terziario di AIB –. Certamente a questo hanno contribuito alcuni fattori tra i quali la poca chiarezza normativa in materia di incentivi fiscali e il rallentamento generale degli investimenti”.

L’evoluzione del comparto dei servizi riscontrata in ambito provinciale appare complessivamente coerente col quadro nazionale, dove l’Indice PMI riferito al settore si è mantenuto, nel periodo gennaio-marzo, intorno alla soglia che delimita l’espansione dalla contrazione, non lontano dai valori registrati nell’ultima parte del 2018, ma su livelli sistematicamente più bassi di quanto evidenziato per tutto il 2017 e nei primi nove mesi del 2018.

Nel dettaglio, per quanto riguarda i giudizi espressi dalle imprese sui tre mesi precedenti:

  • il fatturato è cresciuto per il 44% delle imprese, con un saldo positivo del 25% fra coloro che hanno dichiarato variazioni in aumento e in diminuzione;
  • gli ordini e l’occupazione evidenziano anch’essi incrementi (saldi netti pari rispettivamente a +23% e a +5%);
  • i prezzi dei servizi offerti continuano a caratterizzarsi per un’evoluzione tutto sommato piatta (saldo netto +4%), giustificata dalla persistente difficoltà di scaricare nelle tariffe applicate la salita dei costi operativi.

Le aspettative per i prossimi mesi risultano nel complesso piuttosto ottimistiche. Per il fatturato, il saldo fra risposte in aumento e in diminuzione è positivo (+33%); anche i saldi riferiti al portafoglio ordini (+20%) e all’occupazione (+16%) evidenziano risultati positivi. Le previsioni relative ai prezzi dei servizi offerti (-5%) certificherebbero la limitata possibilità da parte degli operatori contattati di incrementare le tariffe proposte alla clientela.

Le opinioni delle imprese intervistate in merito alle prospettive sulla tendenza generale dell’economia italiana rimangono fortemente negative e contribuiscono quindi a deprimere l’indice di fiducia complessivo: nessuno degli intervistati si è espresso infatti in modo favorevole, il 36% ha una visione pessimistica, mentre il rimanente 64% ha indicato stazionarietà.

 

“Economia, le scelte del governo non vanno nella giusta direzione”

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di Marco Bonometti* – Ritengo che presentando i dati circa l’andamento economico, sia necessario essere assolutamente chiari e ritengo sia altrettanto necessario interpretare i numeri nel loro significato, in particolare quello politico. Le scelte del governo non vanno nella giusta direzione. L’abbiamo detto più volte, in Confindustria Lombardia così come a Roma. Nei principali territori a maggiore densità industriale le manifestazioni di dissenso, o di preoccupazione, si sono susseguite. L’indagine disaggregata dei singoli trimestri infatti mostra come, a partire dal terzo trimestre sia mutato il quadro politico, e si tratta di un mutamento epocale. Tutti gli indicatori infatti si sono dimezzati. Il dato tendenziale sulla produzione industriale lombarda nel quarto trimestre 2018 conferma il processo di rallentamento in atto, con una riduzione dei tassi di crescita rispetto ai trimestri precedenti. La crescita media annua è inferiore rispetto alla crescita dell’anno precedente (+3,0% contro il +3,7% del 2017). A preoccupare, per il 2019, è un fattore determinante per chi fa impresa, la fiducia, che si ripercuote nell’immediato su due aspetti: occupazione e investimenti. Si ferma l’occupazione che come abbiamo visto ha fatto registrare un -0,3% nel IV trimestre. Nonostante in Lombardia abbiamo un tasso di disoccupazione a livelli europei (6,5% nel IV trimestre 2018) la cassa integrazione sta ricominciando a crescere ed ha avuto una forte accelerazione nel mese di gennaio.

Sul fronte investimenti, nel 2018 abbiamo avuto un forte calo passando dal 13,7% del 2017 al 4,3% del 2018. Per il 2019 le previsioni non sono così rosee.

Urge una decisa inversione di tendenza nell’azione della politica. Quanto più tarderà, tanto più pesanti dovranno essere gli sforzi per tentare il recupero.

A nome degli industriali della Lombardia, invoco un pronto recupero del senso della realtà. Ci sono ancora le condizioni e c’è ancora una concreta possibilità di operare in questa direzione, ma bisogna fare presto partendo da azioni come l’eliminazione dell’ecotassa, che va cancellata da subito e rilanciando gli investimenti.

Per Confindustria Lombardia occorre al più presto sbloccare le 400 opere pubbliche già finanziate per circa 26 miliardi di euro: con la loro realizzazione si avrebbe un aumento del PIL di circa un punto percentuale rispetto a uno scenario base in tre anni; questo contribuirebbe a creare lavoro e rimettere in carreggiata l’Italia a livello infrastrutturale.

Interventi assistenziali come il reddito di cittadinanza non sono la soluzione. Se da un lato è condivisibile la volontà del governo di voler combattere la povertà (secondo il Rapporto Lombardia 2018 oltre 180 mila famiglie lombarde in condizione di povertà assoluta), il livello del beneficio economico è un disincentivo a cercare un impiego, considerando che in Italia lo stipendio medio dei giovani è di 830 euro (910 al Nord). Va tenuto presente che le imprese, per dare uno stipendio di 800 euro, ne pagano 1500. Per questo motivo è diventata improrogabile un’azione sul cuneo fiscale che consentirebbe di mettere più soldi in busta paga ai lavoratori, in modo da determinare l’aumento del potere d’acquisto della retribuzione e far ripartire la domanda interna, il nostro vero tallone d’Achille che, come vediamo anche dai dati altalenanti della congiunturale, lascia le imprese e il Paese in balia delle incertezze globali.

Inoltre l’autonomia può essere una risposta immediata per difendere la competitività dei territori. Auspichiamo un’azione di governo e amministrativa sempre più efficace a beneficio della crescita con interventi in ottica di semplificazione e di efficienza, oltre al riconoscimento di fabbisogni e costi standard, senza alcuna contrapposizione Nord-Sud. Il Paese intero deve rinnovarsi e non frenare con burocrazia e livelli di tassazione non competitivi chi, come la Lombardia e altre regioni, traina il Paese.

* Presidente Confindustria Lombardia

Manifatturiero, il 2018 bresciano si chiude in crescita… lenta

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Il 2018 delle imprese manifatturiere bresciane si chiude con un incremento medio della produzione del 2,9% sull’anno precedente, in decelerazione sia rispetto al dato del 2017 (+3,3%) che a quello del 2016 (+3,2%). La rilevazione denota il progressivo rallentamento che ha caratterizzato l’industria bresciana nel corso dell’anno che si è appena concluso.

Nel quarto trimestre del 2018 – spiega inoltre una nota dell’Ufficio Studi e Ricerche AIB – la crescita tendenziale (rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente) della produzione nelle imprese manifatturiere bresciane si è fermata al +2,3%, inferiore a quella dei trimestri precedenti.

Nel dettaglio, la produzione industriale evidenzia una crescita congiunturale grezza (rispetto al trimestre precedente) dell’1,8%; la variazione tendenziale, pari al +2,3%, è positiva per la ventunesima rilevazione consecutiva, ma in discesa rispetto ai trimestri precedenti.

Il risultato del 2018 è il frutto di quanto ereditato dal 2017 (+0,8%) e di una componente propria pari al +2,1%. La variazione trasmessa al 2019 è +0,2%: ciò sta a indicare che la crescita nell’anno in corso beneficerà, dal punto di vista algebrico, di una spinta nel complesso limitata, conseguenza del progressivo raffreddamento del quadro ciclico del made in Brescia nei passati trimestri. Il cosiddetto “trascinamento” è pertanto il più basso degli ultimi anni: tale aspetto getta delle incognite sulla capacità della crescita di replicare, nell’anno in corso, le performance positive realizzate negli ultimi anni.

Il recupero dai minimi registrati nel terzo trimestre 2013 si attesta quasi al 16%, mentre la distanza dal picco di attività pre-crisi (primo trimestre 2008) rimane intorno al 20%.

L’artigianato manifatturiero bresciano – secondo il Servizio Studi della Camera di Commercio di Brescia – chiude l’ultimo trimestre dell’anno con una dinamica congiunturale leggermente positiva per quanto riguarda la produzione (+0,4%) e il fatturato (0,2%). Decrescono, invece, rispetto al terzo trimestre del 2018, gli ordinativi (-0,5%) e l’occupazione ( -0,3%). Anche da un punto di vista tendenziale la produzione e il fatturato confermano un tasso di crescita positivo, sebbene contenuto, pari allo 0,6% per entrambi gli indicatori. Permane il segno negativo in relazione agli ordinativi totali.

Estendendo l’arco temporale a tutto il 2018 emerge un aspetto saliente: il processo di decelerazione che ha interessato tutte le variabili a partire dal secondo trimestre dell’anno. Complessivamente la produzione è cresciuta, in media 2018, del 2,0%, in sensibile decelerazione rispetto alla media del 2017 (3,8%). Il fatturato è aumentato del 3,4% (contro una media annua 2017 del 4,4%) e gli ordini hanno segnato un incremento medio annuo dell’1,6% (contro il 3,3% del 2017). Il confronto territoriale evidenzia che l’artigianato bresciano ha conseguito risultati nel complesso meno dinamici rispetto alla media lombarda.

I principali indicatori dell’industria:

§  Con riferimento ai settori, nel quarto trimestre del 2018 (rispetto al precedente), l’attività produttiva è aumentata significativamente nei comparti: metallurgico e siderurgico (+2,5%), meccanica tradizionale e mezzi di trasporto (2,4%), meccanica di precisione e costruzione di apparecchiature elettriche (+2,1%), carta e stampa (+2,0%), maglie e calze (+2,0%), tessile (+2,0%). Hanno invece evidenziato un’evoluzione relativamente meno intensa i settori: chimico, gomma e plastica (+1,7%), materiali da costruzione ed estrattive (+1,1%), legno e mobili in legno (+1,1%), calzaturiero (+0,5%). L’attività è diminuita nel settore abbigliamento (-1,3%) e nell’agroalimentare e caseario (-0,3%).

§  Le vendite sul mercato italiano sono aumentate per il 39% delle imprese, diminuite per il 14% e rimaste invariate per il 47%. Le vendite verso i Paesi comunitari sono salite per il 22% degli operatori, scese per il 16% e rimaste stabili per il 62%; quelle verso i Paesi extra UE sono cresciute per il 23%, calate per il 16% e rimaste invariate per il 61% del campione.

§  I costi di acquisto delle materie prime sono rimasti invariati per il 78% delle imprese, con una variazione percentuale media nulla. I prezzi di vendita dei prodotti finiti sono stati mantenuti invariati dall’89% degli operatori, con una leggera diminuzione media (-0,1%).

§  Le previsioni per i prossimi mesi sono nel complesso stazionarie: la produzione è attesa stabile da 75 imprese su 100, in aumento dal 12% e in flessione dal rimanente 13%.

§  Gli ordini provenienti dal mercato interno sono in aumento per il 23% delle imprese, stabili per il 70% e in contrazione per il 7%; quelli dai Paesi UE sono in crescita per il 12% del campione, invariati per l’81% e in flessione per il 7%; quelli provenienti dai mercati extracomunitari sono in rialzo per il 19% delle aziende, stabili per il 73% e in diminuzione per l’8%.

I principali indicatori dell’artigianato:

▪ Nel lungo periodo l’andamento del fatturato totale è evidente dall’indice destagionalizzato, che alla fine dell’anno segna un rallentamento del processo di recupero iniziato nel 2012.

▪ Gli ordini totali nella media annua del 2018 hanno segnato una crescita positiva (1,6%) rispetto al 2017, ancora una volta però in sensibile decelerazione rispetto all’anno precedente. Gli ordinativi nel terzo e quarto trimestre del 2018 hanno registrato valori tendenziali negativi legati al calo della componente interna e parzialmente attenuati dalla crescita degli ordini esteri nell’ultimo trimestre dell’anno.

▪ Dopo tre trimestri di valori positivi, nell’ultimo trimestre del 2018 il saldo occupazionale è tornato negativo e pari a -0,3%. Il risultato è stato determinato dal più alto tasso di uscita rispetto a quello di entrata.

▪ Contrariamente ai dati nel complesso positivi di fine anno, le aspettative degli imprenditori artigiani per il primo trimestre del 2019 non sono ottimistiche. Per produzione, fatturato e domanda interna le attese sono pessimistiche. Per occupazione e domanda estera circa otto imprenditori su dieci propendono per la stabilità.

L’Indagine AIB viene effettuata trimestralmente su un panel di 250 imprese associate appartenenti al settore manifatturiero. L’indagine sull’artigianato della Camera di Commercio, la cui fonte è l’indagine congiunturale Unioncamere Lombardia, ha coinvolto 192 imprese della provincia, pari a una copertura campionaria del 100%.

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