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Commercialisti, venerdì il viceministro Casero in città

in Associazioni di categoria/Commercialisti/Economia/Eventi/Ordini professionali by
Luigi Casero e Luigi Pagliuca - ph credit ufficio stampa www.bsnews.it

Il viceministro dell’Economia Luigi Casero venerdì sarà a Brescia. “Commercialisti: il punto sulla condizione della professione e aggiornamenti in materia di Revisione contabile” è il tema del forum che si terrà venerdì 12 maggio alle ore 9.30 presso il Villa Fenaroli Palace Hotel, organizzato dall’Associazione Nazionale Commercialisti in collaborazione con l’Associazione Bresciana Commercialisti e l’Odcec di Brescia.

Interverranno all’incontro Luigi Casero, viceministro dell’Economia e delle Finanze; Luigi Pagliuca, presidente della Cassa nazionale di previdenza dei ragionieri; Marco Cuchel, presidente dell’ANC; Davide Di Russo, vicepresidente dei commercialisti italiani; Andrea Mandelli, vicepresidente della Commissione Bilancio del Senato; Gaetano Quagliariello, componente Commissione Affari Costituzionali della Camera; Carla Ruocco, componente Commissione Finanze della Camera; Gaetano Stella, presidente Confprofessioni; Giovanni Battafarano, segretario generale Associazione Lavoro & Welfare; Alberto Oliveti, presidente Adepp; Mauro Scarpellini, docente di finanza previdenziale; Raffaele Marcello, consigliere nazionale dei commercialisti; Stefano De Rosa, dottore commercialista.

I bresciani chiedono prestiti personali più piccoli

in Economia/Evidenza by

In Lombardia cresce il ricorso ai prestiti personali, chiaro sintomo di migliori livelli occupazionali e maggiore fiducia nel futuro. Brescia, tuttavia, è la provincia lombarda in cui, nel primo trimestre 2017, sono stati richiesti i prestiti personali di importo inferiore (10.990 euro in media). I dati arrivano dall’osservatorio condotto da Facile.it e Prestiti.it in relazione alle richieste di credito al consumo presentate in Regione nel primo trimestre 2017. Secondo quanto rilevato dallo studio, il prestito medio chiesto in Lombardia nel primo trimestre 2017 è pari a poco meno di 12.100 euro, vale a dire il 12% in più del valore registrato un anno fa.

Chi chiede un prestito in Lombardia ha, sempre in media, uno stipendio pari a 1.940 euro, un’età di 40 anni all’atto della presentazione della domanda e intende restituire il finanziamento in 67 rate, vale a dire circa 5 anni e mezzo.
Facile.it e Prestiti.it non si sono limitati ad analizzare i numeri a livello regionale, ma hanno approfondito l’indagine anche a livello provinciale; ecco quindi che si scopre che sebbene Milano origini oltre il 42% delle richieste di credito al consumo lombarde e possa contare sugli stipendi più alti di tutta la regione (2.275 euro), non è da qui che arrivano quelle di importo maggiore, che, invece, sono compilate nella Provincia di Sondrio, dove il valore medio del prestito sale a 14.053 euro.
Al secondo posto nella classifica degli importi richiesti alle finanziarie si piazza Como con 13.842 euro che precede di un soffio Bergamo, terza con 13.713 euro. Sono comunque sopra alla media nazionale (12.147 euro) anche Mantova (13.252 euro), Cremona (12.958 euro), Pavia (12.910 euro), Varese (12.458 euro) e Lodi (12.162 euro).
Gli importi più contenuti sono chiesti a Brescia (10.990 euro la media) e, a seguire, nelle province di Monza e Brianza (11.358 euro), Milano (11.523 euro) e Lecco (11.983 euro).

I lombardi che impiegheranno più tempo per restituire il loro prestito sono i bergamaschi e i mantovani che rientreranno del finanziamento dopo 72 mensilità, una in più di quelle necessarie ai comaschi e due in più di quelle che occorreranno a lodigiani e varesini.

Ma quali sono i motivi per i quali in Lombardia si chiede un prestito? Al primo posto, con il 19,4% delle richieste l’ottenimento di liquidità; finalità per la quale l’importo medio richiesto è pari a 13.409 euro, ma che ha quasi dimezzato il suo peso sul totale visto che nel 2016 erano legate a questa finalità il 32% delle richieste, ulteriore indizio della migliorata situazione economica dei lombardi. Al secondo posto la ristrutturazione di immobili che raccoglie il 18,77% delle domande e una richiesta media di 16.441 euro; terzo posto per il consolidamento debiti, ottimo modo per uniformare importi e scadenze dei finanziamenti; in questa categoria rientrano il 18,48% delle domande presentate nel primo trimestre 2017; importo medio richiesto: 16.880 euro.

Apindustria Brescia, a fine maggio il rinnovo delle cariche

in Api/Associazioni di categoria/Douglas Sivieri/Economia/Personaggi by

Bilancio di fine mandato per Douglas Sivieri, 49 anni, titolare dell’azienda IT Core alla guida di Apindustria da tre anni. In un’intervista video realizzata nell’ambito della newsletter istituzionale associativa «Diamo voce all’imprenditoria bresciana», Sivieri non rivela se si ricandiderà per un altro triennio alla presidenza di Apindustria – a fine maggio ci sarà il rinnovo delle cariche – ma ne approfitta per tracciare un bilancio di quanto fatto finora.

«Apindustria è cresciuta e si è ben equilibrata rispetto alle esigenze degli associati – afferma -. Per me è stata un’esperienza straordinaria: l’associazione è un ecosistema complesso che si può conoscere bene solo dall’interno». Corpi intermedi in crisi? «Solo quando sono scollegati dalla realtà e dalla struttura produttiva: se raccolgono e fanno proprie le esigenze degli associati sono ancora fondamentali. Apindustria – spiega Sivieri – questo ha cercato di fare, strutturandosi al proprio interno, dando vita a nuovi servizi, cercando di essere più presente nel dibattito cittadino e nazionale per sostenere e dare voce alle istanze degli associati». Il prossimo futuro di Apindustria Brescia? «Forse un po’ più semplice, soprattutto per quanto riguarda la parte infrastrutturale, ma molto abbiamo ancora da fare». I rapporti con Aib? «Domanda invasiva, non rispondo», glissa il presidente. E quelli con i sindacati? «Buoni, a dispetto delle differenze, anche culturali. Sono state relazioni leali, di confronto vero, senza preconcetti, a volte anche antipatiche ma sempre oneste. Di sicuro non siamo più nell’Ottocento».

Infine un voto all’economia bresciana: «Direi almeno sette e mezzo. L’economia bresciana ha dimostrato di saper volare molto in alto ed è fatta di imprenditori capaci e affezionati all’idea di successo». Si poteva fare di più? «Forse, ma siamo una piccola provincia in mezzo alla globalizzazione». Neanche una nota dolente? «Forse è mancata la velocità di adattamento al mondo digitale, ma questo non è un problema solo bresciano». E comunque, volenti o nolenti, «tutti quanti dovremo affrontare questo nodo insieme nei prossimi anni». A fine maggio il rinnovo delle cariche di Apindustria, associazione che quest’anno compie i 55 anni di attività e fa parte di un sistema nazionale che ha al proprio vertice Confapi, la Confederazione italiana della piccola e media impresa.

Report congiunturale primo trimestre: dati positivi per Apindustria

in Api/Associazioni di categoria/Economia/Tendenze by

I primi tre mesi del 2017 tendono al positivo per le piccole e medie imprese bresciane, sia nel confronto con l’ultimo trimestre 2016 sia soprattutto rispetto al primo trimestre dello scorso anno. È questo quanto viene evidenziato dal report congiunturale sul primo trimestre 2017 realizzato dal Centro Studi di Apindustria.

L’analisi dei dati congiunturali si sviluppa dal confronto dei dati del trimestre in esame rispetto al trimestre precedente. Complessivamente, il fatturato si presenta stabile o positivo per l’81% e, di questi, il 55% segnala un risultato positivo. In crescita anche la produzione per il 52% dei rispondenti, così come i costi della produzione (verso l’alto per il 61% dei rispondenti). In crescita anche gli ordini per oltre la metà dei casi, stabili gli investimenti. Segnali positivi arrivano dall’occupazione: se a fine anno il 70% ha mantenuto inalterato il proprio organico, contro il 25% che aveva ampliato la forza lavoro impiegata in azienda, nel trimestre appena concluso sale a 82% il numero dei rispondenti che ha integrato l’organico, allargandolo. Rimangono situazioni di crisi aziendale, come evidenziato dal grado di utilizzo degli impianti: da segnalare come il 39% dei rispondenti impieghi meno del 70% della propria capacità produttiva (di questi, il 12 ne utilizza meno della metà).

In linea con il campione generale il trend che emerge dalle aziende metalmeccaniche: il fatturato è sostanzialmente in linea (58% ha un fatturato in crescita), leggermente meglio la produzione (in crescita per il 55% dei rispondenti) e gli ordini (in crescita nel 62% dei casi). L’occupazione è in netta crescita per l’86% dei rispondenti, non si segnalano casi di riduzione del personale.

Aib lancia il nuovo servizio alle imprese Welfare con noi

in Aib/Associazioni di categoria/Economia by

Si chiama “Welfare con noi” il nuovo servizio proposto da Associazione Industriale Bresciana alle imprese per supportarle nella progettazione, nella realizzazione e nella gestione amministrativa dei piani di welfare aziendale. Per presentare il servizio, Aib organizza un incontro, in programma venerdì 21 aprile alle 9.00 in sala Beretta (via Cefalonia, 62 – Brescia), che sarà anche un’occasione di approfondimento e confronto insieme a esperti e rappresentanti delle parti sociali sulle opportunità per potenziare e migliorare in azienda l’offerta di servizi formativi, ricreativi, di assistenza sociale e sanitaria a beneficio dei lavoratori.

“Molti contratti di categoria siglati di recente considerano il welfare aziendale un pilastro fondamentale per nuovi modelli di relazioni industriali, fondati sul coinvolgimento e la valorizzazione dei lavoratori. Con “Welfare con noi”, AIB inizia un percorso con l’obiettivo di fornire alle aziende associate un supporto organico e completo, dalla progettazione alla gestione amministrativa di un piano di welfare, anche attraverso una piattaforma informatica dedicata, a supporto delle grandi, ma soprattutto delle piccole imprese. Competenze che solo un’Associazione come la nostra è in grado di offrire”, osserva il presidente di AIB, Marco Bonometti, che aprirà l’incontro del 21 aprile.

La mattinata di lavori proseguirà con la tavola rotonda dal titolo “Welfare: parti sociali motore del cambiamento”. La discussione, animata da Erminio Bissolotti (Giornale di Brescia), vedrà protagonisti Fabio Astori (vice presidente AIB per le Relazioni Industriali e vice presidente di Federmeccanica con delega alla Cultura d’impresa), Serena Bontempelli (Uil Lombardia) e Federico Razetti (Laboratorio di ricerca ”Percorsi di secondo welfare”).
Tullio Fontanella (settore Relazioni Industriali AIB) e Giuseppina Lapenna (area Fiscale AIB) presenteranno quindi il nuovo servizio “Welfare con noi”, focalizzando l’attenzione su come progettare un piano di welfare in azienda e sui vantaggi dei flexible benefit per imprese e lavoratori.
L’incontro si chiuderà con l’intervento di Luca Pesenti (Università Cattolica del Sacro Cuore) e le conclusioni affidate a Giuseppe Pasini (vice presidente AIB per Ambiente, Sicurezza e Responsabilità sociale).

Apindustria plaude al piano Industria 4.0 del Governo

in Api/Associazioni di categoria/Economia by

“Il piano Industria 4.0 del Governo è ricco di opportunità e, per la prima volta dopo tanta inerzia, indica una strada per la politica industriale di questo Paese”. A dirlo è il presidente di Apindustria Brescia Douglas Sivieri. “Cullarsi o pensare solo agli incentivi che ne potrebbero derivare nel breve e nel medio periodo rischierebbe però di dimenticare i numerosi problemi che l’Italia deve affrontare. Tra questi vi è senz’altro quello dell’occupazione, giovanile ma non solo”.

“Giusto per restare a Brescia – continua Sivieri -, l’Istat ci ha recentemente ricordato che il tasso di disoccupazione è all’8,6%, in lieve calo rispetto al 2015 ma comunque quasi tre volte superiore rispetto ai valori pre crisi. Ancora peggio va per i giovani tra i 15 e i 24 anni, fascia di età nella quale un giovane su tre che cerca lavoro non lo trova. L’economia ha movimenti minimi verso l’alto, sappiamo che la domanda interna stenta in modo particolare, ma questo non si traduce automaticamente nel fatto che manchi lavoro per tutti. Da tempo, anche nel nostro piccolo osservatorio, notiamo una crescente distanza tra domanda e offerta di lavoro. Servono tecnici specializzati ma la scuola non ne produce, almeno non a sufficienza.

Servono competenze specifiche, capacità di adattamento, ma sempre meno si trovano ragazzi con tali profili. Una recente indagine realizzata da Astraricerche per conto di Manageritalia ha evidenziato che tanti giovani, ancora oggi, in tale contesto critico e in profonda mutazione, scelgono percorsi di studi più in base alle proprie preferenze e passioni che non valutando i possibili sbocchi professionali. Coltivare le proprie passioni è senz’altro positivo, ma cercare di fare in modo che queste si concilino anche con le esigenze del mercato del lavoro sarebbe saggio – dice ancora il presidente di Apindutria -. Senza peraltro dimenticare il fatto che quella dello statistico e del data scientist è considerata una delle professioni più sexy del XXI secolo (cit. Hal Varian, Chief Economist di Google).

Un recente report diffuso in occasione dell’ultimo World Economic Forum ha destato scalpore: in base a tale studio due bambini su tre che iniziano oggi a studiare da grandi faranno un lavoro che oggi non esiste. Magari non sarà proprio così, ma il report indica una tendenza con la quale tutti, imprenditori e lavoratori (attuali e futuri) dobbiamo fare i conti. Usare lo smartphone o il tablet non è sufficiente per il mondo che verrà. Tutti – imprese, lavoratori, mondo della scuola – dobbiamo rinnovarci rapidamente se vogliamo evitare di declinare in un mondo che corre sempre più rapidamente.

È in tale contesto che il dibattito sui voucher o i mini jobs, e ancor prima quello sul Jobs Act, rischia di continuare a guardare il dito, tralasciando la luna e lo sguardo d’insieme. Non rientro tra i pessimisti, convinti che di lavoro ce n’è sempre meno e altro ne verrà bruciato dalla quarta rivoluzione industriale, ritengo però che per crescere insieme serva una sforzo comune. Questo significa ragionare dei fondamentali investimenti produttivi oggi ancora insufficienti o della sempre più necessaria maggiore capacità di adattamento e di formazione continua per i lavoratori, smettendo di pensare che “una volta è per sempre”.

È in tale contesto di profonda mutazione che servono politiche attive mirate, più attente alla formazione e riqualificazione di chi oggi lavora. Allo stesso modo, per chi è in età di studio, è molto importante saper cogliere il giusto punto di equilibrio tra passioni e sbocchi lavorativi. L’industria 4.0 non è la bacchetta magica che ci farà uscire dalla crisi, è una necessità e un’opportunità che deve essere compresa. Dalle imprese, dai lavoratori e dai sindacati, dalle famiglie e dai figli che oggi devono decidere cosa studiare. Da chi oggi governa e deve introdurre con vigore le necessarie misure di accompagnamento di tale processo”.

Duferco Sviluppo di Antonio Gozzi compra l’ultimo pezzo della Stefana

in Aziende/Crisi/Economia/Fallimenti by
Antonio Gozzi Duferco

Duferco acquista la Stefana. Anche l’ultimo pezzo dell’azienda di via Bologna a Nave è stato aggiudicato: la Duferco Sviluppo – controllata dal Gruppo Duferco di Antonio Gozzi, leader di Federacciai – ha vinto l’asta battendo altre tre concorrenti rialzando il prezzo fino a 11 milioni di euro (dai 5 di partenza).

Con 11 milioni di euro Duferco Sviluppo ha acquisito il laminatoio, gli impianti annessi e tutta l’area circostante, dove sono stoccate anche 26 tonnellate di materiali. Dopo due anni, dunque, e le lettere di licenziamento già partite, anche i 139 dipendenti dell’ultimo ramo di azienda Stefana possono tirare un sospiro di sollievo. Il resto dell’azienda era già stata smembrata e venduta negli ultimi 24 mesi: al Gruppo Esselunga è andato il Ramo di Ospitaletto, al Gruppo Feralpi il sito di via Brescia a Nave, e all’alfa Acciai quello di Montirone.

L’ultimo passo è il raggiungimento di un accordo con i sindacati, ma non dovrebbe essere un ostacolo viste le parole a caldo del leader della Fiom-Cgil Francesco Bertoli riportate dal Giornale di Brescia: “Ora ci si confronterà con una nuova proprietà, però esprimiamo soddisfazione per il risultato raggiunto: tutti i 700 dipendenti del gruppo Stefana, ora hanno una prospettiva di lavoro. Per cui siamo contenti”.

Sivieri (Apindustria): ora serve una politica che prenda decisioni

in Api/Associazioni di categoria/Douglas Sivieri/Economia/Personaggi by
Douglas Siveri presidente Apindustria

Una politica ferma che, ancora una volta, non aiuta gli imprenditori. Il presidente di Apindustria Brescia Douglas Sivieri ribadisce l’importanza di prendere decisioni precise in questo momento storico ed economico. “Gli imprenditori, per natura, sono molto ottimisti – commenta in una nota – : se così non fosse tante imprese non sarebbero nemmeno nate. Ottimisti sì, ma non incoscienti, ed è per questo che da tempo ribadiamo l’importanza di decisioni importanti per il sistema Paese. Che purtroppo non arrivano, né per sostanza né tanto meno per la celerità che invece servirebbe”.

“Oggi è una giornata importante – continua Sivieri -: la Gran Bretagna ha infatti dato formalmente il via al processo di separazione dall’Unione Europea. È la prima volta che accade nella non lunga storia dell’Unione e non sappiamo quali saranno le conseguenze e gli esiti di questa decisione. A oggi possiamo solo dire che in Gran Bretagna il disastro annunciato lo scorso anno sul rischio Brexit non c’è ancora stato. Più facile per loro, certo, che hanno la sterlina e non sono dentro l’euro (che, a scanso di equivoci, non è una porta girevole). Resta che il mondo si muove, dentro e fuori (soprattutto) dall’Europa. Eppure sembriamo non accorgercene. Nei giorni scorsi a Roma si sono tenute le celebrazioni per il sessantesimo dei Trattati di Roma: tanta diplomazia, tanti richiami ai valori dell’Europa, un documento che è stato soprattutto una grande prova di equilibrio o, meglio, di equilibrismo.
I nodi sono ancora tutti lì e qui veniamo all’Italia, che oltre ai nodi europei ne ha anche fin troppi di suoi. Il Paese continua ad andare a bassa velocità, al punto da sembrare immobile. Non mi riferisco tanto alle variazioni congiunturali di fatturato e ordinativi delle imprese (in calo a gennaio, secondo le ultime rilevazioni fatte dall’Istat proprio ieri), quanto piuttosto al senso di immobilismo che si continua a percepire. A distanza di quattro mesi dal referendum costituzionale non c’è ancora uno straccio di legge elettorale che ci possa consentire di andare al voto. E, peggio, la politica è impallata, terrorizzata da 3,4 miliardi di manovra correttiva da fare in un contesto nel quale il debito pubblico è superiore al 130% del Pil, intorno ai 2.200 miliardi di euro. Che accadrà fra pochi mesi, quando le manovre sui conti pubblici dovranno essere di ben altra portata?

Abbiamo bisogno di investimenti – ricorda Sivieri -, abbiamo bisogno di sostegno, abbiamo bisogno di un Governo che decida cosa, quanto e dove tagliare e dove, al contempo, investire. Abbiamo bisogno di una politica fiscale diversa, che sia meno soffocante per imprese e lavoratori. Abbiamo bisogno di una politica industriale, che non può limitarsi (con tutti i se e i ma del caso) agli incentivi per l’industria 4.0. Abbiamo bisogno, in una parola, di una visione di insieme. Sarebbe quella che ci permetterebbe di vivere con minor ansia le piccole variazioni col segno meno e di ascoltare con minor invidia il console onorario canadese quando, la scorsa settimana a palazzo Loggia, ci ha spiegato quanto sia facile fare gli imprenditori da quelle parti, dalla burocrazia (cinque giorni per aprire una società) alle tasse.

Ecco, senza sperare di diventare il Canada – fosse anche solo per ragioni climatiche – vorremmo una politica che prenda delle decisioni. Che si sporchi le mani, che non urli solo al disagio ma lo guardi davvero e proponga e realizzi soluzioni. Lo chiediamo noi imprenditori, quelli che vanno bene e ancor più quelli che hanno i conti traballanti, non pochi purtroppo questi ultimi. E, credo, lo chiedono anche i disoccupati bresciani (l’8,6% dicono le ultime statistiche), soprattutto i giovani. Mai come oggi le sorti di imprese e lavoratori sono comuni. Per questo vorremmo una politica più responsabile, più attenta ai bisogni di imprese e lavoratori, meno concentrata su se stessa. Dobbiamo essere ottimisti, ma non vogliamo essere smentiti”.

Venerdì a Brescia torna il Brixia Business Match di Apindustria

in Api/Associazioni di categoria/Economia by

Nel 2016 era stato un successo, quest’anno si replica: «BBM – Brixia Business Match», l’evento promosso da Apindustria, ritorna nel Salone Vanvitelliano di Palazzo Loggia venerdì 24 marzo dalle 14 alle 17.

In un mercato nel quale conquistare quote di export è sempre più vitale, BBM nasce con l’idea di offrire alle piccole e medie imprese del territorio bresciano l’occasione per conoscere ed approfondire le opportunità di business all’estero. Focus della seconda edizione del BBM il Ceta, l’accordo economico e commerciale globale negoziato di recente tra l’UE e il Canada, lo stato attuale dei rapporti commerciali tra Italia e Russia e le nuove opportunità offerte dal mercato iraniano a un anno dall’accordo di Vienna sul nucleare. Ad approfondire tali tematiche Ezio Simonelli, console onorario del Canada a Milano, il segretario generale della Camera di Commercio e Industria Italo-Iraniana Pier Luigi D’Agata e un rappresentante del consolato russo. A completare la giornata gli interventi dell’assessore regionale allo sviluppo economico Mauro Parolini sulla competitività delle imprese lombarde e di Giovanni Pirovano, del Comitato di presidenza ABI e vice presidente Banca Mediolanum, sul sistema bancario italiano nel contesto internazionale.

«Il mercato interno continua a faticare e c’è bisogno di trovare mercato fuori – sottolinea Douglas Sivieri, presidente di Apindustria -: un evento come il BBM serve a questo e a dire ai nostri imprenditori: noi ci siamo, abbiamo un Ufficio Estero che può sostenervi, così come può essere di aiuto la rete nella quale siamo inseriti».

La partecipazione all’evento è gratuita previa iscrizione (info 030.23076).

Giovedì il ministro Calenda in città per il primo Forum Impresa & Finanza

in Aib/Associazioni di categoria/Economia by
Carlo Calenda

Un momento di confronto sul futuro del rapporto banca-impresa, le agevolazioni a sostegno degli investimenti 4.0, le opportunità per finanziare una start-up, la finanza per l’internazionalizzazione delle imprese nel nuovo scenario mondiale e infine la presentazione del nuovo servizio Bancopass. Tutto questo nel I° Forum Impresa & Finanza, promosso da Associazione Industriale Bresciana, in programma giovedì 16 marzo dalle ore 9.00 in sala Beretta (via Cefalonia, 62 – Brescia).

Una giornata di lavori che vedrà a confronto i top manager delle maggiori banche italiane con imprenditori, professionisti, rappresentanti delle istituzioni e del mondo accademico con l’intento di fornire informazioni precise alle aziende sugli scenari e sui prodotti presenti sul mercato. Un’opportunità resa possibile grazie al continuo confronto che AIB opera con i maggiori player del mondo bancario e finanziario.

“Abbiamo voluto organizzare questa giornata per raccogliere i frutti del lavoro fatto in questi anni nell’ambito del Tavolo del Credito istituito in AIB, attraverso il quale è stato possibile impostare su nuove basi il rapporto tra le nostre imprese associate e il mondo bancario. Una relazione basata sulla trasparenza, sulla credibilità e soprattutto sul dialogo. Le banche hanno riscoperto l’importanza delle imprese e oggi a Brescia il rapporto tra queste realtà è divenuto più costruttivo e più attento allo sviluppo del territorio”, sottolinea il presidente di AIB, Marco Bonometti.

“Negli ultimi anni abbiamo assistito a un’evoluzione del sistema bancario nazionale, sia dal punto di vista normativo, sia sul versante industriale con numerose integrazioni e fusioni. Abbiamo voluto organizzare questa giornata per riflettere e confrontarci sul futuro del rapporto tra imprese e mondo del credito in un contesto decisamente nuovo. L’adesione di diversi top manager delle più grandi banche italiane è per noi un’ottima occasione anche per lanciare nuovi stimoli a questi uomini di banca”, dichiara il consigliere delegato di AIB per il Credito, Giacomo Gnutti.

Durante il Forum verrà poi presentato il nuovo servizio di AIB “Bancopass”, un insieme di strumenti gratuiti che consentirà agli imprenditori di realizzare la “carta di identità” dell’azienda. Un servizio innovativo e agile, che aiuta ad accedere al credito bancario in tempi veloci (30 giorni), consentendo alle imprese di ottenere un check-up periodico per valutare i propri equilibri finanziari. Bancopass si rivolge anche alle startup con una linea di servizi appositamente dedicata alle neo-aziende per supportarle nella costruzione di una presentazione finanziaria a misura di banche e finanziatori, valorizzando le idee innovative del progetto imprenditoriale.
Di seguito il programma dettagliato del Forum:
9.00 REGISTRAZIONE
9.20 Benvenuto e introduzione ai lavori
Marco Bonometti – Presidente AIB
9.40 Intervento
Carlo Calenda – Ministro dello Sviluppo Economico

10.00 PRIMA SESSIONE
Moderatore: Marco Nicolai – Direttore Generale AIB
“Il futuro prossimo delle banche fra concentrazioni e prodotti innovativi. Quali
conseguenze per le imprese?”
Giacomo Gnutti – Delegato al Credito AIB
Alessandro Azzi – Presidente BCC del Garda
Giuseppe Castagna – AD Banco BPM
Tonino Fornari – Direttore Generale Banca La Valsabbina
Victor Massiah – Consigliere Delegato UBI Banca
Gaetano Micciché – Presidente Banca IMI
Andrea Munari – AD e DG BNL Responsabile BNPPARIBAS per l’Italia
Antonio Nucci – Vice Direttore Generale Banca Monte dei Paschi di Siena
Giovanni Ronca – Co-Head UniCredit Commercial Bank Network Italy

12.15 SECONDA SESSIONE
Moderatore: Fabio Gradaschi – Responsabile Area Credito, Finanza e Internazionalizzazione AIB
“La finanza 4.0: strumenti a supporto della manifattura innovativa”
Simonetta Acri – Managing Director Responsabile Rete Domestica SACE SpA
Michele de Tavonatti – Presidente dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Brescia
Anna Maria Fontana – MIUR
Danilo Maiocchi – Direttore Generale DG Sviluppo Economico Regione Lombardia
Andrea Nuzzi – Responsabile Istituzioni Finanziarie CDP
Fabrizio Spada – Direttore della Rappresentanza Regionale della Commissione europea a Milano

13.30 BUSINESS LUNCH

14.15 Premiazione vincitori Business Game – Fondazione Rosselli (prof.ssa Francesca Traclò)

Interventi:
Mauro Parolini – Assessore Sviluppo Economico Regione Lombardia
Maurizio Rocca – Direttore filiale di Brescia Banca d’Italia

15.00 TERZA SESSIONE
Moderatore: Stefania Peveraro – MF Milano Finanza
“Finanziare le Start-up attraverso strumenti alternativi al credito bancario”
Paolo Anselmo – Presidente IBAN
Roberto del Giudice – Partner Fondo Italiano d’Investimento
Giancarlo Giudici – Professore di Finanza Aziendale Politecnico di Milano – Osservatorio Crowdfunding
Alessandro Lerro – Presidente Associazione Italiana Equity Crowdfunding
Francesca Natali – Commissione Venture Capital AIFI

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