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Finanza e terzo settore, ecco il sesto rapporto di Ubi Banca

in Banche/Economia/Evidenza/Tendenze/UBi by

E’ stato diffuso il sesto rapporto di Ubi Banca sul rapporto tra banca e terzo settore. Il rapporto 2016 si concentra sui fabbisogni finanziari e le prospettive evolutive di due gruppi che compongono il Terzo settore italiano: da un lato, infatti, l’indagine è volta ad esplorare le previsioni di entrate per il 2017, i rapporti con le banche e le prospettive future in termini di fabbisogni finanziari delle cooperative sociali; dall’altro, la stessa analisi è stata condotta sulle associazioni di maggiori dimensioni (entrate superiori a 50 mila euro).

Principali evidenze relative alle cooperative sociali:

  1. Peggioramento della stabilità dei rapporti con la Pubblica Amministrazione (-2,4%) e migliora-mento delle previsioni di crescita delle entrate da vendita di beni e servizi sul mercato (+1,6%)
  2. Si consolida l’utilizzo di servizi digitali (91,6%), così come pure la richiesta di sviluppare servizi a supporto della raccolta fondi (+2,8%)
  3. Aumentano le richieste di finanziamento (+3,6%), in particolare quelle per investimenti (+2,4%)
  4. L’autofinanziamento si conferma la principale fonte di copertura (40,9%) degli investimenti previ-sti, le cui previsioni sono in aumento (+11,2%)
  5. La conoscenza da parte delle cooperative sociali rispetto agli strumenti di finanza ad impatto socia-le riguarda 1 realtà su 4, di queste, il bacino potenziale di utilizzatori è pari a 7 cooperative sociali su 10

Principali evidenze relative alle associazioni:

  1. Le associazioni, ed in modo particolare le organizzazioni di volontariato (73,3%), sono caratterizza-te soprattutto da previsioni (per il 2017) di stabilità dei rapporti con la Pubblica Amministrazione e relative entrate (63,0%, + 11,4% rispetto alle cooperative sociali)
  2. Alta percentuale di utilizzo di servizi digitali (92,0%) e di interesse allo sviluppo di servizi di sup-porto alla raccolta fondi (84,0%); bassa percentuale di richiesta di finanziamenti (18,0%)
  3. La principale fonte di copertura dei fabbisogni finanziari futuri è l’autofinanziamento (35,9%), se-guita dalle entrate da soggetti privati (34,0%)
  4. Bassa sia la conoscenza (34,0%) che l’interesse all’utilizzo (19,0%) degli strumenti innovativi di fi-nanza ad impatto sociale

 

Milano, 25 Maggio 2017 – UBI Banca, con il supporto scientifico di AICCON (Associazione Italiana per la promozione della Cultura della Cooperazione e del Non Profit), presenta la sesta edizione dell’Osservatorio UBI BANCA su “Finanza e Terzo Settore” nato con l’obiettivo di monitorare in maniera continuativa lo stato e l’evoluzione del fabbisogno finanziario dei diversi soggetti che compongono il Terzo Settore.

Per il sesto anno consecutivo prosegue l’osservazione delle principali tipologie giuridiche di organizzazioni non profit, intrapresa nel 2011 con l’analisi annuale sulla cooperazione sociale, cui si è aggiunto nel corso degli anni il focus sull’associazionismo (2012), sulle fondazioni (2013), sulle imprese sociali aventi forma giuridica di Srl (2014) e sugli ibridi organizzativi a matrice cooperativa (2015).

La VI edizione dell’indagine, riferita all’anno 2016, è stata realizzata attraverso un’analisi campionaria svolta tramite la somministrazione di un questionario di indagine rivolto rispettivamente ai responsabili di 250 cooperative sociali e consorzi di cooperative sociali e di 100 associazioni di grandi dimensioni in termini di entrate (superiori a 50 mila euro).

Secondo i dati più recenti (ottobre 2016, fonte: Unioncamere), le cooperative sociali iscritte nel Registro delle Imprese risultano 22.744 unità. L’Albo delle Cooperative Sociali del Ministero dello Sviluppo Economico ne conta, invece, 23.110 (febbraio 2017).

Le associazioni italiane, invece, sono complessivamente 269.353 (Istat, IX Censimento Istituzioni Non Profit, dati relativi al 2011) e hanno un volume di entrate superiore a 31,6 miliardi di euro. Le associazioni con entrate superiori a 50 mila euro, tra cui sono state selezionate i 100 soggetti che costituiscono il campione dell’Osservatorio, sono 46.128, ovvero il 17,1% del totale delle associazioni, che in termini di entrate rappresentano il 91,0% del totale delle entrate complessive delle associazioni.

 

 

Il focus sulle cooperative sociali

 

La VI edizione dell’Osservatorio UBI Banca su “Finanza e Terzo settore” restituisce una fotografia della cooperazione sociale italiana che evidenza, da un lato, una riduzione, rispetto alla precedente edizione dell’Osservatorio, delle previsioni di stabilità per il 2017 nei rapporti con il pubblico (-2,4%) e, in generale, un peggioramento delle previsioni di entrate da contributi, convenzioni, donazioni e rapporti con la Pubblica Amministrazione (una diminuzione del -3,6% delle previsioni di crescita e un aumento del 6,8% delle previsioni di diminuzione); dall’altro, un miglioramento delle previsioni di crescita (+1,6% rispetto all’anno precedente) e di stabilità (+2,0% rispetto al 2015) delle entrate market, a conferma di un crescente orientamento da parte della cooperazione sociale italiana verso il mercato a domanda pagante composto da privati cittadini al fine di raggiungere la propria sostenibilità economica.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dal lato della domanda (cooperative sociali), emerge soprattutto una richiesta al sistema bancario di servizi basati sulle tecnologie digitali ICT e di supporto in termini di strumenti di raccolta fondi. Rispetto all’utilizzo di servizi/strumenti  messi a disposizione dagli istituti di credito con cui si hanno rapporti, oltre 9 cooperative sociali su 10 indicano infatti di aver fruito di servizi digitali, mentre relativamente alla richie-sta di sviluppo di nuovi strumenti/servizi in capo alle banche, l’istanza principale (oltre 7 cooperative su 10) riguarda il supporto alla raccolta fondi (+2,8% sull’anno precedente) che, più in generale, può essere letto come una richiesta di supporto in termini di competenze finanziarie di cui talvolta le organizzazioni del Ter-zo settore non sono totalmente padrone. Aumentano complessivamente le richieste di finanziamento (3,6% sul 2015, anno in cui avevano fatto registrare un andamento negativo sia le richieste di finanziamento a supporto delle attività che per investimenti). In particolare, il 23,6% (+2,4% rispetto al 2015) delle coope-rative sociali dichiara di aver utilizzato finanziamenti per investimenti negli ultimi 12 mesi.

 

 

 

 

Interessante il punto di vista della cooperazione sociale osservata rispetto al tema della finanza ad impatto sociale: poco meno di 1 cooperativa su 4 dichiara di conoscere tali strumenti, anche se tale conoscenza ri-sulta essere maggiormente legata ad una consapevolezza della loro esistenza, piuttosto che ad un reale ap-profondimento del meccanismo di funzionamento di questi strumenti. Tra coloro i quali dichiarano di co-noscere gli strumenti di finanza ad impatto sociale, 7 su 10 dichiarano di essere interessati all’utilizzo di tali strumenti. Al fine di implementare l’utilizzo di strumenti di finanza ad impatto sociale, le cooperative inte-ressate dichiarano che sia necessario approfondire, oltre alla conoscenza in sé dello strumento, anche i cri-teri utilizzati per l’individuazione degli obiettivi di impatto sociale, tema quest’ultimo che oggi, con la ri-forma del Terzo settore (l. n. 106/2016), è oggetto di discussione sia a livello ministeriale (con il relativo de-creto attuativo che dovrà concretizzare quanto previsto nel testo della riforma) che all’interno del mondo della cooperazione sociale, sempre più orientata a comprendere gli strumenti e i processi volti alla valuta-zione dell’impatto sociale da loro generato.

Per l’anno in corso le cooperative sociali prevedono altresì un aumento rispetto al proprio fabbisogno finanziario per investimenti (+11,2% rispetto alla precedente edizione). Tra chi prevede investimenti (il 60,4% del campione) l’autofinanziamento si conferma la principale fonte di copertura (40,9%, -6,4% sull’anno precedente) a fronte di esigenze di sviluppo e di investimento.

Il 40,4%, infine, ritiene che per sostenere e incrementare la domanda di investimenti e quindi delle richieste di finanziamento sia necessaria l’istituzione di un fondo di garanzia dedicato; in crescita la percentuale di coloro i quali, invece, ritengono che per lo stesso fine sia necessario ampliare l’offerta di finanza specializzata (21,2%, +8,4% sul 2015).

 

 

Il focus sulle associazioni

La seconda parte della VI ed. dell’Osservatorio riporta le evidenze relative all’associazionismo italiano, esaminando le diversità e le analogie esistenti tra associazioni di promozione sociale (APS), organizzazioni di volontariato (ODV) ed altre forme di associazioni non normate da leggi speciali (quali ad esempio le associazioni culturali e ricreative), nonché rispetto al mondo della cooperazione sociale.

Le associazioni, ed in particolar modo le organizzazioni di volontariato, sono caratterizzate soprattutto da previsioni per il 2017 di stabilità dei rapporti con la Pubblica Amministrazione e relative entrate. Le associazioni di promozione sociale, invece, sono i soggetti che presentano la percentuale più alta (23,5%) relativamente alla diminuzione di questa tipologia di entrate. D’altro canto, la maggior parte delle associazioni interpellate prevede di non avere rapporti con il mercato e di conseguenza entrate, confermando la natura generalmente non commerciale dell’associazionismo italiano. Tra coloro i quali prevedono entrate market, tuttavia, si registra una previsione di sostanziale stabilità rispetto all’anno precedente. Dall’incrocio delle previsioni di entrate con gli ambiti di attività emerge come il settore “Attività sportive” sia quello con le migliori previsioni di crescita in entrambi i casi (25,0%), a conferma della dinamicità e della crescita già in atto delle associazioni operanti in tale contesto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il grado di utilizzo dei servizi offerti dalle banche e l’interesse in termini di sviluppo di nuovi strumenti da parte dell’associazionismo corrisponde a quanto rilevato per il mondo della cooperazione sociale, seppur ovviamente con percentuali differenti tra le due forme giuridiche. Anche in questo caso, infatti, i servizi maggiormente utilizzati sono quelli digitali (92,0%; +0,4% rispetto al campione di cooperative sociali), mentre l’orientamento principale in termini di innovazione nell’offerta bancaria va nella direzione dello svi-luppo di strumenti di supporto alla raccolta fondi (84,0% contro il 74,6% delle cooperative sociali). Solo il 18,0% delle associazioni ha avanzato richieste di finanziamento (-33,6% rispetto alle cooperative sociali), di cui l’8,0% per investimenti.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nel caso dell’associazionismo, risulta basso sia il livello di conoscenza (3 su 10 associazioni) che l’interesse all’implementazione di strumenti di finanza ad impatto sociale espresso dalle associazioni del campione (19,0% delle associazioni), soprattutto per quel che riguarda le associazioni di promozione sociale (rispetti-vamente 29,4% e 11,8%).

Per l’anno in corso oltre la metà delle associazioni interpellate prevedono un aumento rispetto al proprio fabbisogno finanziario per investimenti (57,0%). Tra chi prevede investimenti, l’autofinanziamento è la principale fonte di copertura (35,9%, -5 punti percentuali rispetto alle cooperative sociali) del fabbisogno finanziario previsto dall’associazionismo, seguita dalle entrate da soggetti privati (34,0%).

 

L’impegno di UBI Banca per il Terzo Settore

L’appuntamento annuale con la presentazione dell’indagine dell’“Osservatorio UBI Banca su Finanza e Terzo Settore” si inserisce in un percorso strategico di comprensione e di un più efficace supporto al mondo del non profit avviato da UBI Banca fin dal 2011 con l’introduzione di una struttura organizzativa specificatamente dedicata alla gestione dei rapporti con la clientela appartenente al settore non profit laico e religioso. A fine 2016, nell’ambito del Progetto Banca Unica e del Piano Industriale 2019/2020, è stato definito un nuovo assetto e collocamento organizzativo riferito al mondo Enti, con la costituzione di una nuova Area strategica denominata UBI Comunità con lo scopo di presidiare e sviluppare gli ambiti di business e le relazioni commerciali collegate sia al mondo del terzo settore e dell’economia civile sia agli enti pubblici ed ai sistemi associativi. Attraverso questa evoluzione UBI Banca si pone l’obiettivo di consolidare e rafforzare ulteriormente il rapporto con i territori di inserimento, con i diversi attori e con le realtà economiche e sociali di cui sono espressione, creando al contempo valore condiviso per le comunità di riferimento. Ciò grazie alla promozione ed al sostegno di iniziative tra il pubblico, il privato ed il privato sociale, ad una sempre maggiore inclusione e coinvolgimento delle comunità locali, nonché alla condivisione delle abilità e competenze del Gruppo UBI Banca.

In tale contesto, l’Area UBI Comunità, attraverso il Servizio Terzo Settore ed Economia Civile, si pone l’obiettivo di supportare investimenti orientati all’impatto sociale e di sostenere percorsi di imprenditoria sociale legati allo sviluppo locale, di comunità e nuove filiere nonché di consolidare e sviluppare il ruolo di partner strategico delle organizzazioni del Terzo Settore, laiche e religiose, in grado di sostenerle nel perseguimento delle finalità sociali e/o pastorali e nei processi di crescita sostenibile.

 

Secondo Vincenzo Algeri, Responsabile Area UBI Comunità di UBI Banca “L’Osservatorio conferma come la qualità e la diversificazione specialistica dell’offerta bancaria sia indispensabile per costruire un rapporto di lungo periodo con il mondo dell’impresa sociale e del non profit in generale. Un settore che conferma la sua resilienza e che continua a crescere in particolare nei mercati in cui si assiste all’arretramento della Pubblica Amministrazione. Con la nuova area strategica UBI Comunità, UBI Banca si pone appunto l’obiettivo di essere il partner di riferimento dei diversi soggetti dell’economia sociale e civile in grado di sostenere e promuovere sinergie e forme di convergenza tra il pubblico, il privato ed il privato sociale”.

“La VI edizione evidenzia come il mondo della cooperazione sociale, nonostante un livello ancora basso di conoscenza, sia molto interessato ad approfondire strumenti orientati all’impatto sociale.” – spiega Guido Cisternino, Responsabile Terzo Settore ed Economia Civile di UBI Banca – “Ovviamente molto dipenderà dai risultati della Riforma del Terzo settore che ci attendiamo possano sbloccare il potenziale di tutto il non profit e promuovere la diffusione di un ecosistema composto da modelli ibridi di interventi di finanza sociale  volti a sostenere gli investimenti orientati all’impatto e soluzioni innovative in grado di rispondere alle nuove sfide sociali che abbiamo di fronte”.

“La banca per le imprese sociali non è percepita solo come intermediario, ma come un soggetto che abilita connessioni e che supporta processi di gestione e di investimento.” – aggiunge Paolo Venturi, Direttore AICCON – “Per questo motivo la sfida in futuro sarà, anche per il sistema bancario, costruire piattaforme ed ecosistemi di servizi per sostenere l’innovazione e lo sviluppo di un settore in profondamente trasformato”.

 

Centropadane, il nuovo presidente è Scuri: pronto a incontrare tutti i soci

in Economia/Gabeca/Istituzioni/Personaggi/Zone by

In seguito all’indicazione alla guida della società Centropadane Spa, avvenuta ieri, il neopresidente Fabrizio Scuri ha tenuto a ringraziare tutti gli azionisti, annunciando l’avvio di un’azione di ascolto delle istanze dei territori e delle realtà coinvolte.

Ringrazio per la mia nomina”, ha detto, “sono consapevole di avere una responsabilità importante, e cercherò di onorarla nel migliore dei modi. Convocherò al più presto il Consiglio di amministrazione per iniziare ad inquadrare la situazione, quindi fisserò incontri con tutti i soci – a partire da Cremona – per conoscerli e ascoltare, con la massima apertura, le loro aspettative. Il mio impegno”, ha concluso Scuri, “sarà quello di condividere le scelte future di Centropadane, nell’interesse della società, dei soci azionisti e dell’intera collettività”.

Scalo, Lonati ci mette altri 10 milioni

in Commercio/Economia/Evidenza by
Lonati e Maffioli, foto www.bsnews.it

Tempo di bilanci per Scalo Milano, lo spazio commerciale dedicato a food, fashion e forniture che – a sei mesi dell’apertura (l’inaugurazione è avvenuta lo scorso 27 ottobre) – ha voluto fare il punto con una conferenza stampa a cui erano presenti i vertici di Promos (Carlo e Filippo Maffioli), responsabile del progetto, e Ettore Lonati, patron dell’omonimo gruppo e principale finanziatore dell’inizativa.

“Fino a oggi abbiamo investito in Scalo circa 200 milioni, di cui 25 in opere infrastrutturali”, ha spiegato Ettore Lonati, “l’obiettivo era creare l’unico e il più grande design district d’Europa. Stiamo già facendo progetti per l’ampliamento della struttura, con altri 4mila metri quadri di superficie portando il totale dei negozi a 150 entro giugno del prossimo anno. Un ulteriore investimento da 10 milioni, ma crediamo in questa iniziativa e i numeri dei primi sei mesi ci confortano”.

Lonati, quindi, ha sottolineato i tre premi ricevuti dal centro nei primi mesi di vita. Mentre Carlo Maffioli ha ricordato i circa mille posti di lavoro creati. “Oggi siamo contenti”, ha aggiunto, “ma la nostra scommessa non è facile. La dimensione nel contesto milanese non è un fattore secondario, e trovo lodevole l’annuncio di Lonati di investire ancora.

SCALO MILANO, I NUMERI

L’obiettivo dichiarato è quello di “raccogliere circa 3 milioni di passaggi” e nei primi cinque mesi si sarebbe già superata quota 1 milione e 200mila. Un valore che – come dichiarato da Riccardo Maffioli – è rinvigorito da “benchmark a oggi ci danno ragione sia come spesa media sia come conversione rispetto alla media dei nostri concorrenti”.

IL TURISMO COMMERCIALE

Nell’occasione, Lonati e i Maffioli hanno sottolineato di voler puntare molto sull’arrivo di potenziali clienti dall’estero. “Stiamo già facendo accordi con alcuni hotel”, hanno detto, “e l’intento è fare in modo che gli stranieri rappresentino circa il 30 per cento dei passaggi:  abbiamo anche preso un manager da una importante catena alberghiera per occuparsi di questa cosa. Oggi”, ha continuato Riccardo Maffioli, “i paesi più rappresentati sono Stati uniti, Cina e Corea del Sud, con un picco di arrivi dall’estero in occasione del Salone del mobile”. Ma per favorire l’afflusso di pubblico (anche dall’Italia) Promos ha programmato un primo calendario di eventi musiciali nel centro: si partirà sabato con i nomi più noti di Radio Deejay, per proseguire il 28 giugno con i Lost frequencies e chiudere il 21 luglio con un’esibizione gratuita del “dj più importante del mondo”.

Apindustria Brescia, eletto il nuovo Consiglio direttivo

in Api/Associazioni di categoria/Economia/Evidenza/Nomine by
Douglas Sivieri

Si è svolta questo pomeriggio l’assemblea ordinaria di Apindustria nella sede di via Lippi, in occasione della quale sono stati eletti all’unanimità, in modo palese per alzata di mano, i membri del nuovo Consiglio Direttivo. Solo 5 i membri rinnovati, a riprova della comune visione da parte degli imprenditori che fanno parte del sistema.

«In questo triennio l’Associazione ha cambiato pelle – ha affermato Sivieri ricordando le principali azioni portate a termine, ringraziando i colleghi del Consiglio per il forte impegno, a partire dal Gruppo Donne Imprenditrici, così come il personale della struttura -. Apindustria è oggi particolarmente rappresentativa nelle istituzioni bresciane e ai tavoli di lavoro. I nuovi associati sono 114, a dimostrazione di quanto l’Associazione sia rappresentativa per tutte le imprese». «Ciò che portano gli associati all’interno di questa realtà è un valore, lo sono il confronto, lo scambio di idee – ha sottolineato Marco Bernardelli, past president scelto per presiedere l’assemblea -. Il senso di appartenenza è l’aspetto fondamentale, con la convinzione di avere un ruolo importante per tutti coloro che aderiscono al sistema».

Approvata all’unanimità la proposta del presidente Sivieri di scelta per voto palese, possibilità espressa nello statuto, è stato approvato ugualmente all’unanimità il bilancio 2016, con risultato d’esercizio positivo.

I 15 membri del Consiglio Direttivo sono:

CORDUA PIERLUIGI I.S.V.E. Srl
DALOLA DELIO DISPARI Soc. Coop. Soc. Onlus
GUERINI DAVIDE C.D.S. Diagnostica Strumentale Srl
LUNINI MONIA ELEONORA ERRECOM Srl
MAGAZZA MARIO OXYTURBO Spa
MARIOTTI MARCO SIDERMARIOTTI Srl
MEZZINI GIUSEPPE DOBLONE Srl
ORIZIO ALESSANDRO O.M.M. Srl
PASTORE CHIARA VETRODOMUS Spa
PEA FRANCESCO ALPHA PAC Srl
RAINERI GIUSEPPE A.F.G.P. Ass. Form. G. Piamarta
SCOTTI ROBERTO O.P.S. Officina Press. Scotti Srl
SIVIERI DOUGLAS IT CORE Spa
SONCINA MARIELLA O.M.S.I. Trasmissioni Spa
UBERTI PAOLO TRISMOKA Srl

Confartigianato e Mapei promuovono un incontro sul recupero edilizio

in Associazioni di categoria/Confartigianato/Economia/Edilizia/Evidenza by

Numerosi studi hanno evidenziato che molte abitazioni, edifici pubblici luoghi di lavoro della nostra provincia sono stati costruiti prima degli anni ‘70 e sono ubicati in zone sismiche. Anche per questo è necessario che venga effettuata in primo luogo un’analisi di vulnerabilità, seguita dalla messa in sicurezza attraverso interventi di riqualificazione. In particolare con tecniche innovative che recuperino il patrimonio edilizio esistente ridando ossigeno al variegato mondo delle imprese che ruotano intorno al settore edile. Con queste motivazioni è stato ideato il seminario formativo gratuito, realizzato in collaborazione con il mandamento della Valle Camonica di Confartigianato e offerto a tutti gli operatori del settore con la collaborazione di Mapei, il maggior produttore mondiale di adesivi e prodotti chimici per l’edilizia, dal titolo: “Intervento di ripristino e mitigazione della vulnerabilità sismica del patrimonio edilizio esistente: impiego di tecniche innovative durevoli certificate”. Si terrà il prossimo 30 maggio, a partire dalle ore 13.30 con conclusione alle 19.00 circa, presso la sede centrale di Confartigianato Brescia di via Orzinuovi 28 a Brescia e dopo i saluti istituzionali del presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia Eugenio Massetti e del presidente del mandamento di Confartigianato Valle Camonica Fabio Peloso, la presentazione del corso da parte di Stefano Barachetti, ingegnere responsabile della divisione Grandi Progetti di Mapei SpA. Seguirà un primo focus dal titolo: “La realizzazione di un intervento di ripristino durevole e sostenibile”, a cura di Pasquale Zaffaroni, product manager Linea Edilizia Mapei SpA e “Le soluzioni Mapei per la mitigazione sismica degli edifici esistenti con materiali compositi di nuova generazione Intervento su elementi strutturali e non strutturali” con l’Ing. Giulio Morandini e l’Ing. Rossella Comensoli. La parte conclusiva del seminario della giornata verrà dedicata a vere e proprie dimostrazioni applicative. Con iscrizione obbligatoria, da effettuarsi almeno due giorni prima dell’evento direttamente sul portale di Mapei oppure rivolgendosi direttamente l’Ufficio Categorie di Confartigianato Imprese Brescia e Lombardia Orientale al numero 030/3745283, email area.categorie@ confartigianato.bs.it

Startup, a Brescia il 12 per cento delle nuove imprese lombarde

in Economia/Startup/Tendenze by

Voglia d’impresa: ogni giorno nascono a Milano 79 imprese, 200 al giorno in Lombardia. Secondo i dati della Camera di commercio di Milano, in circa un caso su quattro (23,9% a Milano e 27,1% in regione) si tratta di imprese giovani. E per gli aspiranti imprenditori, soprattutto giovani, che desiderano avere informazioni sul mettersi in proprio sono disponibili in Lombardia i servizi della rete dei Punti Nuova Impresa delle Camere di commercio. La Camera di commercio di Milano, attraverso il suo Punto Nuova Impresa, servizio di assistenza specialistico dell’Azienda speciale Formaper, organizza incontri di  gruppo rivolti agli aspiranti imprenditori, due ore di incontri con esperti per parlare degli aspetti burocratici e amministrativi, scelta della forma giuridica, finanziamenti disponibili, accenni al business plan connessi all’apertura di un’attività imprenditoriale. Il prossimo incontro è fissato per giovedì 1 giugno dalle ore 9.30 alle ore 11.30. La partecipazione è gratuita previa iscrizione online obbligatoria. Per informazioni, formaper.pni@mi.camcom.it.

Le start up 2017 in Lombardia. Sono oltre 18 mila le imprese nate in Lombardia nei primi tre mesi dell’anno. Il 27,1% è costituito da imprese giovanili, il 24,3% da imprese femminili e il 19,2% da imprese straniere. Milano concentra il 39,2% delle nuove imprese lombarde seguita da Brescia con il 12,6% e Bergamo con il 10,3%. Il record per le nuove imprese giovani va a Sondrio e Lecco (il 36,7% delle nuove iscrizioni), per le neo-imprese straniere a Mantova (22,8% delle nuove nate). Sondrio è prima anche per peso delle imprese femminili sulle nuove iscritte (31,3%). Emerge da un’elaborazione Camera di commercio di Milano su dati registro imprese al primo trimestre 2017.

Punto Nuova Impresa della Camera di commercio di Milano: per chi vuole mettersi in proprio è possibile partecipare ad un incontro con un esperto del Punto Nuova Impresa di Formaper, azienda speciale della Camera di commercio di Milano. Gli incontri, della durata di due ore, sono riservati a persone residenti/domiciliate a Milano o provincia o a persone intenzionate ad avviare nuove attività imprenditoriali nella medesima provincia per informarle ed orientarle sulla scelta imprenditoriale.

Eleonora Rigotti confermata alla guida di Cna

in Associazioni di categoria/Cna/Economia/Evidenza by
L'assemblea di Cna

Tutto secondo attese. Eleonora Rigotti, nel corso dell’assemblea elettiva che si è  chiusa pochi minuti fa, è stata confermata alla guida di CNA Brescia. La presidente uscite, al vertice dell’associazione da due anni e mezzo (incarico assunto in itinere dopo le dimissioni del predecessore), a seguito di questa elezione rimarrà dunque in carica per i prossimi 4 anni.

Quello bresciano è un contesto nel quale il tasso di crescita delle imprese artigiane è negativo (34.862 unità nel 2016, in calo dell’1,61% rispetto all’anno precedente; un trend confermato nel primo trimestre 2017 – fonte Movimprese). A livello locale e nazionale, ha ricordato il presidente Rigotti, da alcuni anni i corpi intermedi stanno attraversando una fase di tendenziale marginalizzazione e di perdita di associati.

«La sfida, per un’associazione come la nostra, – ha affermato nella propria relazione il neoconfermato presidente – è una nuova idea di sviluppo. Dobbiamo realizzare una forte discontinuità rispetto a quello che siamo stati fino ad oggi. Non bastano più i lenti cambiamenti incrementali. Ci vuole una vera e propria mutazione culturale».

«L’impegno di CNA a tutti i livelli, a partire da quello territoriale, è e sarà proprio quello di farsi portavoce dei disagi delle imprese per poi elaborare e proporre soluzioni che nascono dalla conoscenza e dall’ascolto. Vogliamo far sì che gli imprenditori – ha continuato il presidente Rigotti – possano fare gli imprenditori, non trasfomarsi all’occorrenza in burocrati, negoziatori o esperti di finanza».

«Ancora non vediamo quella burocrazia semplice, efficiente e relazionale che servirebbe alle nostre imprese. Ancora non vediamo un taglio degli sprechi della pubblica amministrazione, a partire dallo sfoltimento delle migliaia di società partecipate. Ancora non vediamo una giustizia civile che abbia tempi “ragionevoli” e certi». Per centrare questi obiettivi, CNA Brescia continuerà a collaborare con le articolazioni regionali e nazionali dell’associazione. Riprova ne sia la presenza all’assemblea elettiva di Daniele Vaccarino, presidente di CNA Nazionale, e Daniele Parolo, presidente CNA Lombardia. «CNA – ha rimarcato Rigotti – è un sistema sempre più compatto e coeso, che vede e riconosce nel territorio il vero contatto e rapporto quotidiano con le imprese, con la base associativa, con ogni singola persona che nell’associazione possa trovare il proprio punto di riferimento, serio ed affidabile».

A rinnovare la fiducia di CNA al presidente Rigotti è stato il neonato Consiglio territoriale, che ha sostituito assemblea e direzione, come da Statuto apprivato a fine 2016. Massimo organo deliberativo di CNA Brescia, è composto da 36 membri (Presidenza; Portavoce di mestiere; Presidenti CNA Impresa Donna e Pensionati; Past President; imprenditrici e imprenditori rappresentativi delle diverse aree territoriali).

Camera di commercio, nuovo bando per le startup

in Associazioni di categoria/Camera di commercio/Economia/Evidenza/Startup by

La Camera di Commercio comunica che è stato  approvato, per l’anno 2017, un nuovo bando di concorso a favore delle PMI bresciane del settore commercio, turismo e servizi, pubblici esercizi ed artigianato per incentivare e promuovere la riqualificazione territoriale all’interno del DUC di Brescia, con riferimento ai seguenti ambiti: C.so Garibaldi e C.so Mameli.

Regolamento e riferimenti ufficio sono disponibili sul sito camerale: www.bs.camcom.it, alla pagina Contributi alle imprese/Bandi di contributo camerali/avviso.

Sabato, in via Vantini, la festa della storia industriale di Brescia

in Economia/Eventi by

Il quartiere di via Milano torna ai fasti dei decenni a cavallo della Grande Guerra con una grande festa dedicata alla storia industriale di Brescia. L’appuntamento, gratuito, è fissato per sabato 27 maggio in via Vantini e nelle strade limitrofe.

La prima edizione di Campo Fiera Retrò – promossa da 39Vantini in collaborazione con diverse attività del quartiere e patrocinata da Comune e Fondazione Micheletti – trasformerà la zona in una grande e gioiosa celebrazione della storia della cittadella industriale della Leonessa attraverso mostre fotografiche, esposizioni di auto e moto d’epoca all’aperto, narrazioni teatrali della storia industriale bresciana, abbigliamento e accessori vintage, artisti di strada, animazioni per bambini e stand enogastronomici dal sapore antico.

La presentazione ufficiale dell’iniziativa si è tenuta questa mattina nella sede della Fondazione Luigi Micheletti (via Cairoli 9 Brescia) alla presenza di Aldo Rebecchi (presidente Micheletti), Marcello Zane (storico), Maurizio Argetta (Viaggiare nel tempo, organizzazione tecnica), Mario Gaburri e Alberto Cella (entrambi per 39Vantini).

Campo Fiera Retrò si aprirà alle 17, con un prologo culturale che servirà a spiegare meglio lo spirito dell’iniziativa. Alle 18, infatti, lo showroom 39Vantini Oldstyle (via Vantini 39) ospiterà una conferenza sul tema “Campo fiera ieri oggi domani”. Nell’occasione interverranno Rebecchi, Zane (che presenterà il libro ‘Campo Fiera e la sua gente”) e il professor Massimo Negri consulente museologico allo sviluppo del progetto sede centrale del Musil (Museo dell’Industria e del Lavoro).

Quindi, dopo il buffet, si aprirà la parte ludica della kermesse con lo spettacolo di varietà – a ingresso gratuito – “Il Novecento va in scena” (ore 21, nel parcheggio adiacente allo showroom 39Vantini). Mentre le strade e i giardini sul retro di via Vantini diventeranno il teatro della festa vera e propria.

“L’evento – spiega Alberto Cella, promotore di Campo Fiera Retrò – è concepito per ridare luce alla storia di un quartiere nato all’ombra dello sviluppo industriale della città, agli inizi del Novecento, fuori dalle mura cittadine: un quartiere creato per ospitare gli operai delle nascenti industrie. Qui affondano le radici della città. Da qui – continua – Brescia si proietta nel secolo nascente come importante realtà produttiva riconosciuta e apprezzata in Europa e nel mondo”.

“Con entusiasmo”, ha aggiunto Rebecchi, “abbiamo deciso di sostenere questa iniziativa che si inserisce nel quartiere in cui sorgerà – a pochi passi dall’evento – la nuova sede del Musil, ma soprattutto nel filone delle attività della Fondazione, il cui compito principale è quello di valorizzare l’importante patrimonio industriale bresciano e attualizzarlo. Ben vengano dunque”, ha concluso il presidente della Micheletti, “iniziative a carattere popolare, ma serie e ragionate come questa”.

L’evento è promosso in collaborazione con Viemme61, Old4You, Educare Futuro, Sei Consulting, 21 Grammi, Musil, Fondazione Luigi Micheletti, Fondazione Negri, Buffoli Transfer, Ave, Timiopolis, Bandera abiti e costumi, Studio Associato Gaburri e Contessa. L’organizzazione tecnica è affidata all’associazione Viaggiare nel tempo.

Odontotecnici: alla Cna di Brescia si parla di zirconia

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È utilizzata nella produzione di ceramiche, in ortopedia, anche nella costruzione della cassa dell’Apple Watch. Materiale estremamente resistente ed esteticamente piacevole, la zirconia è molto utilizzata anche in odontoiatria per la realizzazione di protesi proprio per queste sue caratteristiche.

Dal 2001 ad oggi, i materiali realizzati con la zirconia si sono evoluti, sono sempre più performanti e le aziende hanno approfondito il proprio know-how. Se ne parlerà nell’incontro “Evoluzione estetica della zirconia attraverso 16 anni di esperienze sul campo”, organizzato da CNA SNO di Brescia (Sindacato Nazionale Odontotecnici). La serata si inserisce nel ciclo di incontri incentrati sulle innovazioni tecnologiche e normative che investono quotidianamente la professione di odontotecnico, organizzato dall’associazione riscuotendo ogni anno grande partecipazione.

L’appuntamento è giovedì 25 maggio alle 20.30 nella sala riunioni di via Orzinuovi 3, Brescia. Interverrà Maurizio Ceccarelli, tra i primi, nel 2008, a cominciare a lavorare con la zirconia.

L’incontro è gratuito. Per iscrizioni ed informazioni è possibile contattare CNA SNO chiamando lo 030 351 9511 oppure scrivendo alla mail formazione@cnabrescia.it.

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