Magazine di informazione economica di Brescia e Provincia

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Luglio 2023 - page 2

Sostituzione impianti termici, nel Bresciano 1.124 richieste di contributo

in Economia/Energia by

“La Regione Lombardia ha iniziato a liquidare i primi pagamenti per la sostituzione degli impianti termici civili più inquinanti con impianti a biomassa a basse emissioni. Una misura da 12 milioni di euro che ha avuto uno straordinario successo. Il termine era previsto per settembre, ma le risorse sono andate in esaurimento già ad aprile. Lavoreremo in fase di bilancio per trovare nuovi fondi e nei prossimi anni per rendere sistematica la misura”. Lo ha annunciato l’assessore regionale lombardo all’Ambiente e Clima Giorgio Maione presentando i dati relativi al bando.

“Avere migliaia di impianti di riscaldamento moderni, efficienti e all’avanguardia significa contribuire in modo massiccio al miglioramento della qualità dell’aria. L’azione regionale verso la transizione ecologica tocca tutti i settori, investendo in innovazione e accompagnando famiglie e imprese al cambiamento” ha aggiunto Maione.

“Il contributo medio a famiglia è di 3.700 euro. Un aiuto concreto. Siamo per l’incentivo, non per le imposizioni ideologiche e il successo di questo bando testimonia come sia la strada giusta da intraprendere” conclude l’assessore.

Per la linea di investimento dedicata ai privati cittadini sono giunte 3170 domande per un totale di 12 milioni di euro prenotati. Il decreto riguarda 1033 beneficiari. Le altre domande sono in corso di lavorazione e verranno liquidate nei prossimi mesi.

Numero di domande pervenute per singola provincia:

Bergamo 598

Brescia 1.124

Como 297

Cremona 121

Lecco 183

Lodi 24

Mantova 170

Milano 97

Monza Brianza 78

Pavia 115

Sondrio 191
Varese 338

Autostrada della Valtrompia, Brescia compatta scrive a Salvini

in Economia/Infrastrutture by

Il cronoprogramma, che avrebbe dovuto essere pronto a febbraio non c’è: bisogna accelerare sulla realizzazione dell’Autostrada della Valtrompia. A dirlo, secondo quanto riporta Brescia news, sono 14 Associazioni di categoria bresciane, che hanno deciso di scrivere una lettera al Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini per chiedere un cambio di passo nella realizzazione dell’opera.

LA LETTERA A MATTEO SALVINI

Egregio Signor Ministro,

per il territorio bresciano il raccordo autostradale della Valtrompia rappresenta un’opera essenziale per la mobilità di persone e di merci all’interno della provincia, consentendo di fluidificare i flussi di traffico da e verso le principali direttrici già esistenti e migliorando indiscutibilmente l’impatto ambientale che gli attuali spostamenti su gomma determinano nell’intera Valle a discapito dell’intera comunità locale. Questo è lo spirito con il quale, ormai da troppi anni, le nostre 14 Associazioni di Categoria bresciane, che hanno l’onore di rappresentare circa 40.500 imprese, tutte insieme hanno chiesto con forza la realizzazione dell’opera.

Dopo il Suo diretto e apprezzato intervento per riattivare un percorso virtuoso che conducesse all’effettiva realizzazione dell’opera, dopo l’insediamento del Tavolo tecnico-politico svoltosi a gennaio, nel corso del quale il Commissario Mucilli si era impegnato a redigere entro la metà di febbraio un cronoprogramma aggiornato per superare le criticità relative ai lavori dell’opera, speravamo nel cosiddetto “cambio di passo”. Da allora, però, nulla è cambiato: non abbiamo visibilità del cronoprogramma, la cantierizzazione dell’opera, anziché accelerare, rallenta. Nel frattempo, la comunità assiste a questa inerzia e subisce i danni della mancata realizzazione dell’opera.

Signor Ministro, noi riteniamo che sia ormai tempo di cambiare approccio rispetto alla gestione dell’opera. Serve superare il vicolo cieco evidente che caratterizza il rapporto tra ANAS Lombardia e Salc. Per farlo, probabilmente sarà necessario ripensare l’assetto fin qui assicurato nell’attribuzione del Commissariamento dell’opera; a nostro avviso, non può ricadere su una figura che, seppur indiscutibilmente professionale come quella dell’Ing. Eutimio Mucilli, è nei fatti bloccata dal fatto di essere lui stesso uomo ANAS. Solo così riteniamo si possa definitivamente sbloccare l’opera ed assicurare la definitiva e completa cantierizzazione dell’opera.

Siamo fiduciosi che ascolti il nostro accorato appello e agisca di conseguenza. Signor Ministro, La invitiamo pertanto, insieme al Viceministro Edoardo Rixi, a prendere direttamente visione dello stato dell’arte del cantiere in essere, visitandolo quanto prima. In quell’occasione, inoltre, auspichiamo che vogliate e possiate presentare il succitato cronoprogramma delle attività di cantiere e la relativa calendarizzazione alla Comunità territoriale e a tutte le nostre Categorie economiche. Da parte nostra, stante la responsabilità di rappresentanza delle categorie economiche trainanti lo sviluppo del territorio, Le assicuriamo piena collaborazione.

Certi della Sua attenzione, trasmettiamo i più cordiali saluti

I Presidenti Associazioni provinciali di Agricoltura, Artigianato, Commercio, Cooperazione, Edilizia, Industria, Servizi, Trasporti e logistica, Turismo

Intelligenza artificiale, rischio e opportunità per le imprese bresciane

in Associazioni di categoria/Confartigianato/Economia/Tendenze by

Il lancio a novembre 2022 di ChatGPT, il software di simulazione di una conversazione con un essere umano basato su Intelligenza artificiale (IA) e machine learning (apprendimento automatico) sviluppato da OpenAI, ha intensificato il dibattito mondiale sulle prospettive dei sistemi di IA e l’impatto sul mondo del lavoro.

Come emerge da un recente studio pubblicato dall’Osservatorio MPI di Confartigianato Lombardia la nostra regione è prima per quota di lavoratori in ingresso maggiormente esposti all’impatto dell’intelligenza artificiale. In questo contesto anche l’artigianato bresciano sarà coinvolto in maniera importate e comincia ad interrogarsi – e preoccuparsi – ma potrebbe avere il tempo di metabolizzare le criticità per farsi trovare pronto all’appuntamento.

IMPATTO IA SUL MERCATO DEL LAVORO. Nel dettaglio in Lombardia sono 334.770 le entrate di lavoratori relative alle 173 professioni per cui si rileva una esposizione sopra la media (con livello esposizione alto o medio-alta), pari ad un terzo, precisamente al 32,5% (+7 punti rispetto alla quota nazionale del 25,4%), del totale entrate delle imprese. In particolare, per 242.260 entrate si registra un’alta esposizione all’impatto dell’intelligenza artificiale, pari al 23,5% del totale entrate delle imprese (quota superiore al 17,4% rilevato a livello nazionale). Nel confronto con le altre regioni, dopo la Lombardia c’è il Lazio (32%), Piemonte e Valle d’Aosta (27%).

Tra le province lombarde si osservano quote più elevate di entrate con maggior esposizione all’impatto dell’intelligenza artificiale sull’occupazione per Milano (con il 42,6% di entrate maggiormente esposte all’impatto dell’intelligenza artificiale) a cui segue Monza-Brianza (31,9%), Varese (28,4%) e Lecco (27,3%). Va meglio per la nostra provincia: a Brescia la quota di entrate esposte ad un impatto dell’intelligenza artificiale sull’occupazione è del 21,2% inferiore alla media nazionale del 25,4% e del 32,5% lombardo.

Capitolo trattato dallo studio: la propensione agli investimenti in AI. In Lombardia la quota di imprese con almeno 10 addetti che ha effettuato un investimento in ambito di applicazione dell’intelligenza artificiale si attesta al 9,8% si posiziona 2^ nel ranking nazionale. Mentre a livello provinciale tra le prime 10 su 107 che hanno effettuato almeno un investimento in intelligenza artificiale troviamo Milano (con l’11,8%, che si posiziona 2^ nel ranking nazionale), Bergamo (con il 10,1%, che si posiziona 7^) e Brescia (con il 9,5%, che si posiziona 10^).

«Rischi, ma anche opportunità – spiega Eugenio Massetti, Presidente di Confartigianato Imprese Brescia e Lombardia – Potremo cogliere le potenzialità della diffusione di sistemi di IA e di automazione e integrare, nonché evolvere, i processi per generare benefici all’impresa e alla comunità in cui, in particolar modo quando parliamo di piccole imprese e di artigianato, l’apparato produttivo italiano ha radici ben salde. Sarà più probabile una polarizzazione della qualità del lavoro e l’attivazione di una domanda sempre crescente, e continua, di formazione».

IL RISCHIO AUTOMAZIONE. Qui, il comparto artigiano bresciano è al 5° posto nazionale. L’Osservatorio di Confartigianato ha infatti considerato e parametrato oltre all’impatto dell’intelligenza artificiale, il rischio di automazione e le conseguenze dell’adozione delle tecnologie delle imprese e il suo impatto sul sistema produttivo e occupati e vi emerge in maniera più preoccupante il rischio anche nella nostra provincia. In Lombardia nel 2021 il 23% degli addetti delle imprese opera in settori ad alto rischio automazione, pari a 985 mila addetti. Quota che per l’artigianato sale al 37,5%, pari a 182 mila addetti che operano in settori ad elevato rischio di disoccupazione tecnologica: 14,4 punti percentuali sopra alla media del totale imprese. In particolare, le imprese artigiane si addensano maggiormente in settori manifatturieri e dei servizi relativamente più esposti alla sostituzione del lavoro con macchine. Tra le 116mila imprese lombarde ad alto rischio automazione che impiegano 985mila addetti vi si trovano attività di servizi di ristorazione, fabbricazione di prodotti in metallo, trasporto, attività di servizi per edifici e paesaggio, abbigliamento, tessile, legno, stampa, tra le maggiori ad alto rischio.

In relazione alla composizione settoriale dell’occupazione delle imprese sul territorio si evidenzia per il totale imprese la quota più elevata di occupati in settori ad alto rischio automazione in provincia di Lecco (34,7%), Bergamo (32,9%), Mantova (32,9%) e Brescia (31,1%); rispettivamente al 5°, al 9° e al 17° posto della classifica nazionale su 107 province. Nel comparto artigiano, maggiormente esposto al rischio automazione, il peso degli occupati a maggior rischio robot sul totale lo rileviamo a Lecco (42,6%), Brescia (42,3% sul totale imprese artigianato della nostra provincia e un totale di 34.506 addetti coinvolti) e Mantova (40,2%); rispettivamente al 4°, 5° e 14° posto della classifica nazionale.

«In questo contesto anche l’artigianato sarà coinvolto in maniera importante ed è fondamentale farsi trovare pronti – prosegue Massetti. Nello scenario che ci si prospetta la conoscenza, data dall’istruzione e dalla formazione continua, rappresenta l’anticorpo che permetterà di non essere travolti dai cambiamenti veloci determinati dalla metamorfosi digitale, ma di cogliere benefici e potenzialità derivanti dallo sviluppo dell’automazione. Caratteristiche tipiche delle MPI consentiranno di sfruttare la transizione digitale come una leva di competitività, in particolare: la flessibilità, softskill di rilevante importanza, da cui deriva la capacità di reazione di fronte a situazioni imprevedibili e la creatività, il saper inventare nuove soluzioni per soddisfare specifiche esigenze, entrambe capacità difficili da replicare in una macchina che ‘per natura’ rielabora idee altrui».

Lavoro interinale, a Brescia cresce ancora la domanda (+11%)

in Economia/Tendenze by

Secondo i dati forniti dalle Agenzie per il Lavoro, nel 1° trimestre del 2023 la domanda di lavoratori in somministrazione ha registrato in provincia di Brescia una nuova crescita (+11% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno), in lieve accelerazione rispetto alle due rilevazioni precedenti. L’incremento delle richieste per tale tipologia contrattuale rifletterebbe una serie di fattori, tra cui la dinamica positiva dell’industria bresciana sperimentata nei primi tre mesi del 2023 e la rinnovata vitalità del settore ricettivo locale, favorita, fra l’altro, dall’iniziativa Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023.

A evidenziarlo sono i dati forniti dalle Agenzie per il Lavoro, aderenti all’Osservatorio Confindustria Brescia – Agenzie per il lavoro, curato dal Centro Studi di Confindustria Brescia.

L’aumento rilevato nel 1° trimestre del 2023 interessa la maggior parte delle categorie professionali qui analizzate, ed è trainato, in particolare, dagli addetti al commercio (+52% rispetto all’analogo periodo del 2022), dagli operai specializzati (+42%) e dai tecnici (+35%). Variazioni positive riguardano anche gli impiegati esecutivi (+18%) e il personale non qualificato (+1%). I conduttori d’impianti si caratterizzano invece per un ridimensionamento delle richieste (-9%).

“I dati positivi segnati dal lavoro in somministrazione sono certamente importanti, anche se ad oggi il sistema produttivo sembra aver rallentato, in particolare nelle ultime settimane, con un generalizzato calo della domanda e per le difficoltà di alcune nazioni europee, soprattutto la Germania – commenta Roberto Zini, vice presidente di Confindustria Brescia con delega a Relazioni Industriali e Welfare –. Un motivo in più per tenere alta l’attenzione, anche alla luce delle importanti modifiche che, sempre di più, interesseranno il mondo del lavoro, ma soprattutto delle difficoltà demografiche che caratterizzano il nostro Paese e la provincia di Brescia, tema su cui torneremo con alcuni approfondimenti specifici nei prossimi mesi.”

Le richieste pervenute alle Agenzie per il Lavoro hanno riguardato, in particolare, il gruppo professionale dei conduttori d’impianti (38,1%), seguiti dagli addetti al commercio (16,0%), dagli operai specializzati (15,0%) e dal personale non qualificato (14,3%). Relativamente più contenuta è la domanda di impiegati esecutivi (8,5%) e di tecnici (8,1%).

Nello stesso periodo, le figure più ricercate sono state: operatori robot industriali (16,2% della domanda complessiva), seguiti dagli addetti macchine lavorazioni metalliche (4,9%), dagli addetti consegna merci (4,8%), dai non qualificati nei servizi di pulizia (4,2%) e dai conduttori macchinari lavorazione gomma (3,7%).

Per quanto riguarda i profili caratterizzati dalle maggiori difficoltà nel reperimento, si segnalano, in particolare, alcune figure tecniche (tecnici della distribuzione commerciale, i tecnici informatici e i tecnici di reti idriche ed energetiche, per i quali si evidenziano alcune problematiche nel reperimento) ed altre relative agli operai specializzati (specializzati meccanica di precisione, fonditori, saldatori, montatori, manutentori, installatori attrezzature elettroniche).

Allerta peronospora nei vigneti bresciani: più trattamenti e costi alle stelle

in Agricoltura e allevamento/Economia by

L’anno scorso il caldo eccessivo, quest’anno l’esatto opposto: l’eccessiva pioggia. Le precipitazioni abbondanti dei mesi di maggio e di giugno hanno mandato in crisi una parte dell’agricoltura bresciana, in particolare i vigneti. Dove, in queste ultime settimane, si sta correndo ai ripari con trattamenti aumentati che, giocoforza, hanno fatto schizzare all’insù i costi di produzione. A preoccupare è, in particolare, la peronospora, malattia fungina tra le più aggressive, che si sta propagando anche a causa delle intense precipitazioni. A esserne colpiti sono soprattutto i vigneti dell’areale del lago di Garda, mentre in Franciacorta i danni sembrano più contenuti. Nel frattempo, proseguono i lavori di difesa in tutta la provincia. In particolare, a essere maggiormente interessate sono le aziende a biologico.

“Le criticità maggiori sono sulle sponde del lago di Garda – spiega Marco Penitenti, membro del consiglio di Confagricoltura Brescia e viticoltore gardesano –, con i viticoltori del Valtenesi e del Lugana che stanno combattendo per tenere sotto controllo la diffusione della peronospora. Malattia che ha trovato linfa vitale per le continue e prolungate piogge delle ultime settimane. In particolare le aziende biologiche stanno faticando a contenerla rispetto a quelle convenzionali. I viticoltori devono intervenire con molti trattamenti, quasi il doppio rispetto alla media stagionale per difendere il raccolto, con però un consistente aumento dei costi di produzione, a causa delle elevate risorse che devono allocare per i prodotti e per la manodopera necessaria per effettuare i trattamenti. Ma non solo, questi continui stop e rinvii dovuti alle piogge determinano ritardi e difficoltà nell’effettuare i lavori in campo”.

Criticità anche nei vigneti della Vallecamonica, in particolare nelle aree più a nord, dove la fioritura era maggiormente in ritardo.

Per tutti questi motivi il comparto del vino italiano ha bisogno non solo di interventi immediati, ma soprattutto di tutelare qualità e quantità della produzione nazionale nel futuro. È per questo che il monitoraggio e la prevenzione, con adeguati trattamenti da un lato e le nuove tecniche di evoluzione assistita (Tea) dall’altro, sono gli strumenti che, secondo Confagricoltura, devono essere alla base di strategie di medio-lungo periodo. “La nostra organizzazione – aggiunge Penitenti – sta chiedendo provvedimenti immediati sia a livello nazionale sia europeo per contrastare questa fitopatia. Il primo passo credo sia l’attivazione di un tavolo tecnico: si tratta di un problema che ha colpito un po’ in tutta Italia, con incidenze maggiori al sud e che per ora, nel nostro territorio, viene tenuto a fatica sotto controllo”.

Cameo, ecco il primo rapporto internazionale di sostenibilità

in Alimentare/Ambiente/Economia by

DESENZANO – Cameo, conosciuta nel resto del mondo come Dr. Oetker, annuncia oggi, in oltre 40 paesi, la pubblicazione del primo bilancio internazionale di sostenibilità 2019-2022. Il report, dal titolo “Costruiamo una Casa sostenibile”, raggruppa obiettivi, strategia e azioni che l’azienda porta avanti per supportare le persone ad intraprendere scelte che le facciano star bene con sé stesse e con il mondo che le circonda.

Il documento – redatto in conformità agli standard GRI – mappa i progressi e le sfide che l’azienda sta affrontando per raggiungere gli obiettivi prefissati all’interno della Carta della Sostenibilità.

I risultati chiave

Neutralità climatica di tutte le sedi: raggiunta nel 2022 per scope 1 e scope 2, in Italia già dal 2015. L’obiettivo è quello di raggiungere la completa neutralità climatica in tutti gli ambiti di influenza diretta e indiretta (scope 1, 2 e 3) entro il 2050.
-35% nell’utilizzo di materiali poli-accoppiati: entro il 2025 il 100% dei materiali d’imballaggio sarà completamente riciclabile. La plastica non necessaria sarà eliminata e, laddove non sostituibile, sarà quanto più possibile riciclabile. In Italia, oltre l’80% dei pack è già riciclabile.
Cacao e vaniglia sostenibili: l’obiettivo per il 2025 è acquistare materie prime sostenibili e implementare catene di approvvigionamento a impatto zero sulla deforestazione con particolare attenzione a carta, zucchero e cacao. In Italia, cameo acquista già il 100% di cacao sostenibile certificato Rainforest Alliance e il 13% di vaniglia proveniente da coltivazioni sostenibili con l’obiettivo di arrivare al 20% entro la fine del 2023.
Riduzione di zucchero e sale: nel corso del 2022 il contenuto di sale all’interno delle pizze è stato ridotto a 1,12 g ogni 100 g di prodotto. Entro il 2025 l’intero assortimento avrà un contenuto massimo di sale pari a 1 g ogni 100 g di prodotto. Al contempo, l’azienda sta lavorando in tutti i Paesi per ridurre del 15% il contenuto di zucchero nei dessert e del 10% nelle torte.

Investire nella sostenibilità è l’unica via da seguire per un business sostenibile

“Come possiamo restituire qualcosa al mondo?” è così che Alberto de Stasio, Direttore Generale di cameo, guarda al futuro in occasione della pubblicazione del bilancio. “Con l’adozione della Carta della Sostenibilità, nel 2020, abbiamo deciso di rispondere alle sfide globali e aprire la strada per un futuro più sostenibile. Oggi, dopo tre anni, guardiamo ai risultati già raggiunti: sostenibilità, innovazione e digitalizzazione. Sono queste le aree in cui continueremo a concentrare i nostri investimenti negli anni a venire per garantire il completo raggiungimento di tutti gli obiettivi”.

La sostenibilità quale fulcro del purpose di cameo

“Creiamo il Gusto di Casa” è il purpose di cameo e rappresenta il trait d’union a livello internazionale per consumatori, collaboratori, ambiente e società. Con gli obiettivi di sostenibilità, cameo ha responsabilmente ancorato il purpose nelle tre dimensioni: “Our Food”, “Our World” e “Our Company” e ha sviluppato progetti a livello globale e locale che mirano a migliorare i valori nutrizionali dei prodotti, ridurre l’impatto ambientale e favorire un ambiente lavorativo sano per tutti i collaboratori.

Our Food: decisioni consapevoli per momenti di gusto sostenibili.

Ciò che mangiamo influisce sul futuro del nostro Pianeta, delle nostre vite e della nostra salute. La missione di cameo, a livello globale, è offrire prodotti gustosi che siano allo stesso tempo buoni per le persone ma anche per l’ambiente. In questo senso, i cantieri di lavoro aperti sono relativi a:

Miglioramento delle proprietà nutrizionali: nel corso del 2022 il contenuto di sale all’interno delle pizze è stato ridotto a 1,12 g ogni 100 g di prodotto e l’azienda è vicina al raggiungimento di 1 g di sale ogni 100 g di prodotto. Al contempo, l’azienda sta lavorando in tutti i Paesi per ridurre del 15% il contenuto di zucchero nei dessert e del 10% nelle torte.
Maggiore trasparenza: l’azienda è al lavoro per implementare una serie di icone chiare e standardizzate che forniranno informazioni circa gli ingredienti e i valori nutrizionali di ciascun prodotto. Entro la fine del 2023, inoltre, l’azienda sarà in grado di calcolare e comunicare l’impronta di carbonio per diversi prodotti.
Prodotti innovativi e più sostenibili: per torte, dessert e pizze l’azienda sta portando avanti importanti investimenti per nuove referenze biologiche, vegane o senza glutine, con meno o addirittura senza zucchero o con un contenuto proteico particolarmente elevato.

Our World: per l’ambiente e per le persone

cameo si impegna attivamente a salvaguardare l’ambiente utilizzando le risorse naturali in modo responsabile. Questo impegno si traduce in meno emissioni di CO2 e meno rifiuti, materie prime sostenibili e catene di approvvigionamento a impatto zero sulla deforestazione.

Neutralità climatica: l’azienda ha raggiunto la carbon neutrality in tutte le sedi nel mondo (emissioni Scope 1 e 2) dal 2022. Questo importante risultato è stato possibile tramite l’acquisto del 100% di energia verde e l’investimento in progetti di compensazione, di cui l’azienda auspica di poter fare a meno in futuro. Ma questo è solo l’inizio: entro il 2030, l’impronta di CO₂ sarà ridotta del 35% in tutti gli ambiti di influenza diretta e indiretta (Scope 1, 2 e 3), e del 100% entro il 2050.
Riduzione degli sprechi alimentari: l’azienda mira a ridurre gli sprechi alimentari del 25% all’interno del suo processo produttivo entro il 2025. A causa dell’introduzione di nuovi tipi di impasti più elaborati all’interno degli stabilimenti di produzione della pizza, i successi iniziali hanno visto purtroppo una stabilizzazione e non hanno registrato ulteriori progressi ma, già a partire dal prossimo anno, l’azienda ha in programma azioni per ottenere un ulteriore miglioramento. Nello specifico, relativamente alla produzione dei prodotti che si conservano a temperatura ambiente, lo spreco alimentare è stato ridotto del 5,1% nel primo anno di misurazione per tutti i Paesi.
Packaging più sostenibile: la volontà è quella di utilizzare sempre meno materiale di imballaggio e garantire che questo sia riciclabile e che contenga il minor quantitativo possibile di plastica. Per raggiungere questo importante obiettivo, l’azienda è al lavoro su oltre 350 progetti per lo sviluppo di confezioni più sostenibili in tutto il mondo. In particolare, un primo passo verso una maggiore e più facile riciclabilità delle confezioni è stato già fatto con la riduzione del 35% nell’utilizzo di imballaggi caratterizzati da più strati di diverso materiale.

Our Company: la diversità come opportunità.

All’interno del gruppo una grande attenzione è posta alle persone, circa 15.000 collaboratori in tutto il mondo. Persone che sono alla base del successo dell’azienda e che partecipano attivamente al percorso verso un futuro più sostenibile. Sostenibilità vuol dire infatti anche responsabilità nei confronti dei collaboratori e per questo cameo si impegna per implementare una cultura aziendale basata su un’interazione rispettosa, un ambiente di lavoro sicuro e una forza lavoro diversificata.

Sicurezza sul lavoro: 17 stabilimenti nel mondo in cui lavorano oltre 7.500 collaboratori sono certificati ISO 45001: uno standard riconosciuto a livello internazionale. Entro la fine del 2025, tutti i siti produttivi dell’azienda saranno certificati. In Italia, l’obiettivo è stato raggiunto già nel 2001 (ex OHSAS 18001).
Retribuzione: offrire a tutti i collaboratori una retribuzione equa significa consentire loro un tenore e una qualità della vita adeguati. Per questo motivo ogni due anni i salari di ciascuna azienda del gruppo vengono confrontati con quelli internazionali sulla base dei dati raccolti dalla ONG Fair Wage Network.
Garantire l’uguaglianza e promuovere la diversità: una cultura aziendale diversificata, internazionale e inclusiva rappresenta la chiave per raggiungere un livello più significativo di innovazione e intraprendere azioni più sostenibili. Vogliamo essere diversi tra noi tanto quanto lo sono i nostri consumatori.
Tolleranza zero per qualsiasi tipo di discriminazione e molestia e il diritto alla libertà di associazione e contrattazione collettiva sono per l’azienda fattori ormai consolidati.

Impegno sociale: perché le comunità ci stanno a cuore.

L’intero gruppo crede profondamente nel dare forma al mondo di domani, attraverso azioni concrete da compiere oggi. Ecco perché agire in modo sostenibile rappresenta per l’azienda anche impegnarsi per una società più responsabile. In Italia, oggi, questo impegno è portato avanti attraverso azioni concrete di sostenibilità sociale, tra cui quello a favore di SOS Villaggi dei Bambini. Dal 2012 ad oggi, cameo è stata al fianco della onlus in decine di progetti diversi, ma tutti accomunati da un unico filo conduttore: affiancare l’organizzazione nel delicato e importante compito di dare ai più giovani il calore necessario per sentirsi amati e protetti, oltre che il supporto per potersi costruire un futuro più stabile e sereno possibile.

Cos’è la Flat Tax? Da Metatasse una sintesi per il 2023

in Economia/Finanza by

In questi mesi la Flat tax è stata al centro del dibattito politico. Anzi, questo tema è regolarmente presente nelle prime pagine dei quotidiani nazionali fin dall’ultima campagna elettorale nazionale, suscitando le più diverse reazioni. Non solo è presente sui quotidiani, ma gli stessi clienti Metatasse domandano quotidianamente chi può beneficiare della flat tax, unitamente al dubbio che attanaglia i più: “quanto è verosimile che la flat tax così pensata possa rimanere invariata e non subire alterazioni al susseguirsi delle diverse forze politiche al governo?”

Ma cos’è nel concreto la Flat Tax?

Cos’è la Flat Tax? Il significato

Come spiega il team di Metatasse, con il termine Flat Tax in generale non ci si rivolge a nessuna particolare legge e a nessun regime fiscale in essere. La Flat Tax è semplicemente una tassa piatta, ovvero un sistema fiscale che, anziché basarsi su un’aliquota variabile, si poggia su un’aliquota fissa, al netto di eventuali detrazioni o deduzioni fiscali. Adottare una Flat Tax significa quindi appiattire la tipica progressività dell’imposta, con i contribuenti che di conseguenza versano la medesima percentuale del proprio reddito, a prescindere dal reale guadagno. Non ci sono dubbi: per molti imprenditori la Flat Tax rappresenta un regime fiscale assolutamente vantaggioso. Ma, come sottolineano gli esperti di Metatasse, questa non rappresenta sempre la soluzione migliore. Non solo, a differenza della programmazione fiscale proposta dal Metodo Meta, la flat tax potrebbe subire alterazioni dovute alla successione dei diversi governi.

La Flat Tax in Italia, oggi

Attualmente in Italia la Flat Tax si applica in due casi. Da una parte c’è il regime forfettario, ovvero l’unico regime fiscale agevolato attualmente disponibile nel nostro Paese, che dà la possibilità alle partite Iva di avere un’aliquota fissa – per l’appunto, una soglia piatta – al 15% dell’imponibile, peraltro ridotta al 5% durante i primi 5 anni di avvio dell’attività. Il regime forfettario di fatto è andato a sostituire i diversi regimi agevolati precedentemente presenti in Italia, dagli “ex-minimi” in poi. Va sottolineato che il bacino dei forfettari, proprio per effetto di una modifica del Governo Meloni, in questo 2023 si è allargato: il tetto massimo entro il quale è possibile rientrare in questo regime e quindi approfittare della Flat Tax è infatti stato portato da 65.000 euro di ricavi annui a 85.000 euro.

Chi contatta Metatasse chiede spesso quale sia la strategia migliore se ad esempio l’impresa deve assumere un nuovo dipendente o se vede aumentare il fatturato drasticamente. Tutte situazioni positive, ma che richiedono attenzione dal punto di vista fiscale.

L’unica strada, come spiegano i professionisti Metatasse è la programmazione fiscale che messa in pratica permette di avere una proiezione sul futuro fiscale serena.

Quando conviene il regime forfettario, e quando no

Si capisce quindi che, per ora, quando si parla di Flat Tax in Italia si pensa soprattutto al regime forfettario per le partite IVA con ricavi entro gli 85.000 euro. E di certo sono tanti i professionisti italiani che possono trovare questo regime agevolato estremamente conveniente. Ma è sempre così? Non proprio: come sottolineano gli esperti di Metatasse, nonostante l’aumento della soglia massima del ricavo annuo, il regime agevolato non è automaticamente il migliore per qualsiasi professionista. Come è noto, infatti, aderire alla Flat Tax significa rinunciare alla possibilità di dedurre i costi sostenuti, con il reddito imponibile che risulta sempre e comunque – esclusivamente – dal totale del fatturato in rapporto con il coefficiente di redditività di riferimento. In questo scenario i consulenti di Metatasse evidenziano l’importanza di valutare sia le spese normalmente sostenute per lo svolgimento dell’attività, sia la propria situazione personale e familiare, con le relative detrazioni Irpef disponibili. In certi casi ci si può accorgere di come una Flat Tax al 15%, senza la possibilità di effettuare delle detrazioni, possa essere decisamente svantaggiosa!

Beretta ai parlamentari bresciani: riattivare il credito d’imposta per l’energia

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Energia/Politica by

Il presidente di Confindustria Brescia, Franco Gussalli Beretta, ha inviato ieri una lettera ai parlamentari bresciani sul tema della riattivazione del credito d’imposta per l’energia nel 3° e 4° trimestre 2023.

IL TESTO DELLA LETTERA DI BERETTA

Egregi Signori Parlamentari,

la competitività delle imprese italiane si determina anche grazie ad un quadro di regole e norme di riferimento chiaro, definito e coerente con le problematiche che le stesse si trovano ad affrontare nei mercati internazionali.

Per questo oggi Vi coinvolgo, in qualità di Presidente di Confindustria Brescia, per attenzionarVi su una questione essenziale per molte industrie bresciane, che tra l’altro coinvolge l’intera economia italiana: i costi dell’energia elettrica e del gas.

Oggi meno impattanti di alcuni mesi or sono, le commodities energetiche rappresentano un elemento di indiscutibile criticità, soprattutto per quelle realtà che fanno dell’uso dell’energia elettrica e del gas un fattore vitale per i propri processi produttivi.

Questo è tanto più vero se si pone lo sguardo alla provincia di Brescia, dove un numero rilevante di imprese hanno un elevato consumo energetico (Es.: siderurgia e metallurgia, le cui aziende – per le sole aderenti a Confindustria Brescia – danno occupazione a circa 12.000 dipendenti).

Il tema necessita inoltre di particolare attenzione, dal momento che le proiezioni in nostro possesso sull’andamento tariffario delle fonti energetiche indicano un nuovo rialzo dei prezzi nel terzo e quarto trimestre dell’anno, con conseguente impatto sui bilanci delle aziende.      
Una simile dinamica avrebbe anche ricadute negative sulle filiere che più sono interconnesse con il mondo siderurgico e metallurgico, in generale tutto il mondo della metalmeccanica ed anche quello delle costruzioni, con conseguenti tensioni e rischi occupazionali.

È pertanto fondamentale garantire misure di supporto alle aziende che permettano loro di sostenere i costi energetici e preservare la loro competitività sul mercato nazionale ed internazionale, in affiancamento al necessario processo di transizione che l’intero sistema italiano deve compiere per rendersi sempre più sostenibile.

Sconcerta pertanto che siano rimasti inascoltati gli appelli dell’intero Sistema Confindustria al Governo sulla richiesta di rinnovo dei crediti di imposta per energia elettrica e gas relati al terzo e quarto trimestre 2023, non inserendoli nel DL aiuti del 28 giugno scorso.

Il tax credit, infatti, è stato di fondamentale importanza, sia nell’anno 2022 sia per il primo semestre 2023, avendo consentito di mitigare i maggiori oneri sostenuti dalle imprese e di garantire una parziale compensazione del crescente costo dell’energia e del gas.

Tale misura è ancor oggi essenziale, contando il gap concorrenziale che va aumentando con Paesi come Francia e Germania, Paesi che, in maniera lungimirante, hanno varato politiche energetiche direttamente a supporto e sostegno delle proprie imprese.

Al proposito, ricordo che le industrie francesi possono contare su prezzi dell’energia elettrica di 42,6 €/MWh e quelle tedesche di 60 €/MWh, contro un prezzo che oggi in Italia supera di poco i 100 €/MWh.

In tal senso, è necessario un intervento per consentire di riattivare la misura del credito d’imposta; intervento, peraltro, che in base alle stime di Confindustria è finanziariamente sostenibile, potendo utilizzare risorse accantonate e non spese, stante il calo dei prezzi, del credito di imposta relative al I e II trimestre 2023, che quotano indicativamente 4,9 miliardi di euro.

Risulta inoltre dalla relazione dell’Ufficio parlamentare di bilancio ulteriori avanzi di bilancio sul credito imposta.

L’auspicio, pertanto, è che questa misura sia prevista sia per il terzo trimestre 2023 che per il quarto.

La mancata proroga del bonus, infatti, rappresenterebbe una seria minaccia per la produttività e la competitività delle nostre aziende, mettendo a repentaglio l’intero tessuto industriale del Paese.

Faccio quindi appello alla Vostra sensibilità ed al Vostro impegno, indipendentemente dagli schieramenti partitici di riferimento, per portare tale istanza nelle opportune sedi, al fine di consentire alle imprese bresciane più esposte al rischio delle “fibrillazioni energetiche” di disporre degli strumenti necessari per continuare a contribuire al progresso del nostro Paese.

Con i più cordiali saluti

                                                                              Franco Gussalli Beretta

Camera di Commercio di Brescia, ecco gli eventi settimanali

in Associazioni di categoria/Camera di commercio/Economia/Eventi by

Pubblichiamo di seguito, come di consueto, gli eventi settimanali della Camera di Commercio di Brescia.

73/23 – DIRITTO ANNUALE 2023

Diritto annuale 2023: si ricorda che le imprese già iscritte al Registro delle imprese al 1° gennaio 2023 devono corrispondere il diritto annuale per la sede legale e per le unità locali alla Camera di Commercio competente per territorio, utilizzando il modello F24, entro il termine previsto per il pagamento del primo acconto delle imposte sui redditi. Maggiori informazioni alla pagina Diritto Annuale del sito www.bs.camcom.it

74/23 – SEMPLIFICAZIONE DELLE COMUNICAZIONI DI CESSAZIONE ATTIVITA’ – PROGETTO CERS

Webinar gratuito su piattaforma Zoom il giorno 6 luglio ore 10.30. L’iniziativa intende illustrare le modalità di presentazione e acquisizione delle pratiche di cessazione che partiranno dal 1 agosto 2023. Da quella data le imprese dovranno presentare la comunicazione di cessazione delle attività solamente al Registro delle Imprese. Maggiori informazioni sul sito www.bs.camcom.it

75/23 – METROLOGIA LEGALE: OBBLIGHI DEI TITOLARI DEGLI STRUMENTI DI MISURA – FARMACIE

L’iniziativa intende fornire la possibilità di conoscere le attività di vigilanza svolte dalla Camera di commercio di Brescia e approfondire le tematiche del settore. L’incontro formativo si svolgerà da remoto tramite collegamento Google Meet il giorno 7 luglio alle ore 14.00. Maggiori informazioni sul sito www.bs.camcom.it

Dal 6 luglio il via ai saldi per 9.000 negozi bresciani

in Commercio/Economia/Tendenze by

Inizieranno giovedì 6 luglio i saldi estivi 2023 in Lombardia, che interesseranno oltre 9.000 punti vendita bresciani in tutta la provincia fino al 3 settembre. Un appuntamento importante in particolar modo quest’anno: da una parte gli effetti positivi sul turismo generati da Capitale Italiana della Cultura, dall’altra l’inflazione che pesa sia sulle imprese sia sui consumatori.

“In questa prima metà dell’anno – ha detto il presidente di Confcommercio Brescia, Carlo Massoletti – i risultati per i negozi della moda non sono stati positivi in provincia di Brescia come per le imprese del turismo. I costi di gestione per gli imprenditori sono aumentati, mentre i consumi rimangono un po’ frenati per le preoccupazioni legate soprattutto all’aumento dell’inflazione che pesa sulle famiglie”. “Le previsioni per questi saldi estivi – ha aggiunto il presidente di Confcommercio Brescia – sono positive, anche in relazione al trend di rallentamento del commercio online e del desiderio dei consumatori di farsi suggerire nella scelta di un prodotto ricercato dall’aiuto dei professionisti del settore. Le nostre stime per la provincia di Brescia sono di un aumento di quasi 10 milioni di euro di consumi rispetto al 2022, da 65,9 milioni a 74,8 milioni di euro”.

Saranno anche i primi saldi interessati dalle nuove regole, entrate in vigore dal 1° luglio, con l’aggiornamento del Codice del Consumo a seguito del recepimento della “Direttiva Omnibus” dell’Unione Europea: “Le nuove regole – ha concluso il presidente Massoletti – impattano soprattutto sui periodi di sconti non legati direttamente ai saldi e sulle riduzioni di prezzo effettuate negli store online e garantiscono una maggiore trasparenza ai consumatori. I nostri uffici sono a disposizione e stanno già assistendo gli imprenditori che hanno dubbi sull’applicazione delle nuove norme”.

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