L’Internet delle cose rappresenta l’evoluzione dell’uso della rete: gli oggetti (le “cose”) si rendono riconoscibili e acquisiscono intelligenza grazie al fatto di poter comunicare dati su se stessi e accedere ad informazioni aggregate da parte di altri. Le sveglie suonano prima in caso di traffico, le scarpe da ginnastica trasmettono tempi, velocità e distanza per gareggiare in tempo reale con persone dall’altra parte del globo, i vasetti delle medicine avvisano i familiari se si dimentica di prendere il farmaco. Tutti gli oggetti possono acquisire un ruolo attivo grazie al collegamento alla Rete. Per “cosa” o “oggetto” si può intendere più precisamente categorie quali: dispositivi, apparecchiature, impianti e sistemi, materiali e prodotti tangibili, opere e beni, macchine e attrezzature. Questi oggetti connessi che sono alla base dell’Internet delle cose si definiscono più propriamente smart objects (oggetti intelligenti) e si contraddistinguono per alcune proprietà o funzionalità. Le più importanti sono identificazione, connessione, localizzazione, capacità di elaborare dati e capacità di interagire con l’ambiente esterno.
Il modello dell’ubiquitous computing
Fu Mark Weiser a coniare il termine “ubiquitous computing”, attorno al 1988, durante la docenza come Chief Technologist (Ingegnere capo), presso il Palo Alto Research Center (PARC, Centro di Ricerca di Palo Alto) della Xerox. Opposto al paradigma del desktop (letteralmente: «scrivania»), in cui un utente individuale aziona consciamente una singola apparecchiatura per uno scopo specifico, chi “utilizza” lo ubiquitous computing aziona diversi sistemi e apparecchiature di calcolo simultaneamente, nel corso di normali attività, e può anche non essere cosciente del fatto che questi macchinari stiano compiendo le proprie azioni e operazioni. Questo paradigma viene descritto anche come calcolo pervasivo, intelligenza ambientale.
Le proiezioni
Secondo stime di Gartner, nel 2020 ci saranno 26 miliardi di oggetti connessi a livello globale. ABI Research stima che saranno più di 30 miliardi. Altri istituti parlano di 100 miliardi. Il valore del mercato è stimato in 80 miliardi di dollari. Il mercato degli “Smart Objects” in Italia è arrivato a toccare nel 2018 i 3,7 miliardi di euro, con una crescita del 36% rispetto all’anno precedente. La principale fetta di questo mercato è rappresentata dalle applicazioni di Smart Metering (i contatori gas intelligenti installati presso le utenze domestiche). Nel prossimo futuro si prevede un’ulteriore accelerazione del mercato, soprattutto per quanto riguardo gli ambiti smart metering, smart car, domotica e smart home e industrial IoT. Le aspettative degli esperti sono che l’Internet delle cose cambierà il nostro modo di vivere in modo radicale. Gli oggetti intelligenti, con capacità decisionale, permetteranno risparmio energetico sia a livello personale sia a livello industriale.
Esempi applicativi
Alcuni tra i principali ambiti operativi interessati dallo sviluppo della IoT sono riportati in questo elenco:
Domotica – Lo sviluppo di sistemi automatici nelle nostre case ci permetterà di regolare le luci, usare gli elettrodomestici, aprire cancelli e garage con il nostro smartphone;
Robotica – Sviluppare macchine che “si parlano tra di loro” e che possono interagire per realizzare un processo complesso è il futuro dei sistemi manifatturieri;
Qualità – Creare dei sistemi di monitoraggio evoluti è una delle principali applicazioni di questa tecnologia. Ad esempio in un sistema di ricircolo dell’aria può essere messa in evidenza con l’Internet of things rapidamente la presenza di batteri dannosi per la salute;
Energia – Un impianto produttivo può controllare con una rete di sensori il suo dispendio energetico in modo da poter intervenire e migliorare le proprie prestazioni sul tema della sostenibilità;
Fabbrica – Gli impianti produttivi del futuro saranno sempre più dotate di sensori in modo da prevenire infortuni sul lavoro, indicare all’operatore le attività da fare e supportarlo in compiti ripetitivi come riconoscere un prodotto difettoso;
Avionica – Lo sviluppo di sistemi di alerting collegati a sensori permetterà di evitare guasti ed incidenti aerei;
Industria automobilistica – L’auto sempre più connessa realizzerà numerosi servizi per il guidatori e per il passeggero;
Biomedicale – Sensori all’interno del corpo umano potranno permette di gestire meglio protesi e dispositivi medicali;
Monitoraggio in ambito industriale – Lo sviluppo di sistemi di manutenzione produttiva è la fondamentale leva di differenziazione nell’ambito macchinari ed impianti ed è premessa per lo sviluppo di fornitura attraverso logiche di servizio;
Telemetria – L’Internet delle cose diventa fondamentale per ogni tipo di misurazione ad esempio di un componente meccanico sottoposto a stress. Un applicazione telemetria alimenta una carta di controllo statistico che individua criteri di allarme ed intervento;
Sorveglianza – Sistemi di alerting permetteranno di comprendere attraverso il rumore o un’immagine quando accade qualcosa di potenzialmente insolito;
Rilevazione eventi avversi – Un sistema di intelligenza distribuita può segnalare in tempo reale l’accumulo di neve su un versante montuoso catalizzando un intervento preventivo;
Smart City – Creare una città intelligente è il futuro dell’internet delle cose come ad esempio la realizzazione di una rete semaforica che si autoregola in base al numero dei veicoli presenti sulla strada;
Agricoltura – Poter analizzare le esigenze in tempo reale di un terreno è la premessa per poter effettuare il migliore e minor invasivo intervento chimico per prevenire malattie e migliorarne la produttività;
Zootecnia – Tracciare la qualità e la salute degli allevamenti attraverso un sistema intelligente che analizza i mangimi e osserva il comportamento degli animali.
I partner di Innovation Club hanno sviluppato delle esperienze in tutti questi e anche in altri contesti: scrivici per avere più informazioni: info@innovationclub.it