AIB, insieme a Federacciai e Anima, rilancia il proprio grido d’allarme sul tema dei Trasporti Eccezionali (TE): alla crescita delle richieste di TE si accompagna una generale ed esponenziale criticità nelle procedure del rilascio delle stesse per le aziende, oltre che nella regolamentazione normativa del settore. La principale conseguenza è che le merci rischiano di uscire dalle fabbriche con sempre maggiore lentezza, a discapito della competitività delle imprese.
Secondo le elaborazioni di Confindustria su dati della Provincia di Brescia, nel 2018 sono state complessivamente rilasciate 5.445 autorizzazioni TE, divise tra “Singole e Multiple” (1.378, 25,3%), “Periodiche” (2.926, 53,7%) e di altro genere (1.141, 21,0%).
Una recente indagine condotta da Federacciai ha inoltre stimato in 515.235 le tonnellate movimentate con Trasporto Eccezionale nello scorso anno, cifra che si riferisce ai soli spostamenti con origine e destinazione all’interno della provincia.
A questi numeri si accompagnano però una serie di criticità presenti sulle infrastrutture della provincia di Brescia, individuate da Federacciai nelle seguenti:
-Tangenziale Sud di Brescia, Località San Zeno – Cavalcavia n.220 scavalco Autostrada A21;
-Via A. Volta di Brescia – Cavalcavia n.221;
-SS 45Bis – Cavalcavia n.214 Scavalco Autostrada A4;
-Via Serenissima di Brescia, Località Buffalora – Cavalcavia n.220 Scavalco Autostrada A4;
-SP510 Marone-Iseo limitato alle 30 ton al passaggio;
-SS42 – Diversi tra la provincia di Bergamo e la provincia di Brescia;
-SP112 – Località Piamborno Ponte Trobiolo;
-SP EX SS1 – Ponte Fiume Oglio;
-SS 668 – Ponte in località Manerbio;
-SP BS IX – Capriano/Azzano Mella.
Questi assi viari rappresentano solo una piccola parte di tutte le infrastrutture che, in Italia, necessitano di manutenzione per circa 3 miliardi di euro complessivi, a fronte di un calo degli investimenti delle province (strade e scuole): dagli 1,9 miliardi del 2009 agli 0,7 miliardi del 2018 (fonte: Unione Province Italiane)
Il problema non si esaurisce solo con la manutenzione delle opere viarie. Ad essa si aggiungono: la restrizione generalizzata al rilascio delle autorizzazioni a seguito del cedimento del ponte di Annone-Brianza (a tutt’oggi l’unico incidente riguardante un TE su un’infrastruttura già ampiamente oggetto di rilievi critici); nuovi oneri autorizzativi, con spese direttamente a carico del richiedente; la progressiva riduzione dei limiti di carico su un numero sempre crescente di tratti, l’aumento dei costi di trasporto per frazionamento del carico (quando possibile); il ricorso ad altre modalità oppure l’impossibilità di svolgere il trasporto stesso; l’aumento del traffico stradale e relativa congestione.
“Il rischio è più che concreto: la merce spesso non riesce a partire e arrivare a destinazione – commenta Filippo Schittone, Direttore di AIB –. Diviene fondamentale, a questo punto, trovare in tempi estremamente rapidi soluzioni efficaci al problema. Non possiamo permetterci di aspettare ulteriormente: ogni giorno che passa aumenta il rischio che le merci restino bloccate e le aziende non siano in grado di rispettare i tempi di consegna, con il pericolo di perdere mercato e competitività rispetto ai concorrenti internazionali. Ne abbiamo discusso approfonditamente durante il workshop del 25 gennaio scorso proprio in AIB con tutte le altre componenti del Sistema Confindustria interessate: dalle Territoriali Lombarde a Federacciai, ANIE, ANIMA, AITE, ANCE, Confetra Nord-Est e ASSOANNA.”
ISTANZE DEL MONDO INDUSTRIALE
Tra le istanze avanzate dal mondo industriale, spiccano la necessità di un intervento immediato e risolutivo per una situazione che si sta dilungando, in particolare nel rilascio delle autorizzazioni, che dovranno essere più flessibili in funzione delle diverse esigenze.
Inoltre le parti interessate del Sistema Confindustria chiedono lo studio, insieme a Regione Lombardia e agli Enti gestori, delle reti di soluzioni emergenziali, con percorsi alternativi che nell’immediato diano le possibilità a tali veicoli di circolare in totale sicurezza, maggiore celerità e condivisione nella definizione della normativa dedicata al settore, una manutenzione costante delle infrastrutture, più incentivi alle Province e un coordinamento attivo tra Regioni, Province ed Enti gestori delle strade.
“La sinergia all’interno del sistema confindustriale, come sta avvenendo sul tema dei Trasporti eccezionali, è oggi quanto mai necessaria – chiude Andrea Orlando, Direttore Generale ANIMA Confindustria Meccanica Varia –. Le imprese in questi mesi sono state messe a dura prova a causa di divieti e ritardi autorizzativi su importanti direttrici della rete stradale italiana. La fragilità attuale delle infrastrutture stradali è un ostacolo per alcuni dei nostri comparti associati: in primis la caldareria, rappresentata da Ucc, il sollevamento, rappresentato da Aisem, la cogenerazione, rappresentata da Italcogen, e le turbine, rappresentate da Uct. Il sistema associativo può portare a fattor comune richieste e proposte che siano di supporto all’economia reale del nostro Paese”.