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Luglio 2017

L’artigianato cresce a piccoli passi: bene anche il secondo trimestre

in Artigianato/Associazioni di categoria/Confartigianato/Economia by
Eugenio Massetti, Confartigianato Brescia

L’artigianato lombardo continua il suo percorso a passi piccoli e regolari, confermandosi nel suo ruolo di “stabilizzatore” nell’economia regionale: ormai da qualche tempo quando cresce e quando cala, lo fa sempre senza scossoni. Un elemento sotto certi aspetti positivo, perché si lega ad aziende solidamente ancorate a un lavoro che procede mattone dopo mattone, con dedizione e senza colpi di testa”, commenta così – secondo quanto riportato dal quotidiano di Brescia e provincia BsNews.it – Eugenio Massetti, presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia, di fronte ai risultati della congiuntura lombarda relativa al secondo trimestre 2017. Peraltro qualche segnale emergente c’è anche in questo trimestre in cui la crescita, pur proseguendo, rallenta in velocità. Si tratta, in particolare, di una ripresa negli investimenti, confermata peraltro anche dai dati del nostro Confidi, Confidi Systema!, che ha registrato a giugno 2017 un incremento superiore al 17% nel volume di prestiti per investimenti erogati rispetto a giugno 2016”, prosegue Massetti.

Nel secondo trimestre 2017 si registra per le imprese artigiane manifatturiere una decelerazione tendenziale (+2,0%) associata ad un incremento congiunturale minimo (+0,2%). L’indice della produzione è a quota 95,6 (dato destagionalizzato, base anno 2010=100), rimanendo ancora sotto quota 100. Da un punto di vista settoriale, il primo trimestre è globalmente positivo, ma quattro settori della manifattura artigiana evidenziano un calo produttivo su base annua: carta-stampa -2,2%, pelli-calzature -1,8%, abbigliamento -1,3% e legno-mobilio -1,1%. Registrano gli incrementi maggiori i settori della meccanica e della siderurgia (+4,4%), seguiti da gomma-plastica (+2,2%), manifatturiere varie (+1,4%), alimentari e minerali non metalliferi (+1,1% entrambi). Il settore tessile registra una variazione quasi nulla (+0,1%).

Lo spaccato dimensionale presenta un quadro tendenziale positivo per tutte e tre le classi considerate rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno e con intensità crescente all’aumentare del numero di addetti: se per le imprese manifatturiere artigiane con un numero di addetti compreso tra 3 e 5 la variazione è solo leggermente positiva (+0,5%), per le imprese con 6-9 addetti (+1,9%) e con 10 addetti e oltre (+3,4%) la crescita su base annua è più marcata.

Diminuisce la quota di aziende in crescita (45%), rispetto a quelle in contrazione (29%), che resta stabile rispetto al trimestre precedente. Cresce ed ha un valore più significativo la quota di imprese artigiane che non registrano variazioni (26%).
Il fatturato a prezzi correnti cresce ancora su base annua, ma è in decelerazione (+1,6%). Dal punto di vista congiunturale il risultato è peggiore con una piccola contrazione (-0,3%).

Le imprese artigiane avvertono la decelerazione congiunturale della domanda interna registrando un +0,5% rispetto al trimestre precedente, risultato sufficiente a mantenere la crescita tendenziale all’1,7%. La domanda estera mostra una maggiore tenuta, associando alla crescita tendenziale dell’1,7% un incremento dello 0,9% rispetto al trimestre precedente. Il canale estero per le imprese artigiane svolge comunque ancora un ruolo marginale, con la quota del fatturato estero sul totale pressoché stabile al 6,6%. L’occupazione presenta un saldo positivo (+0,7%), con il tasso d’ingresso che torna ai livelli massimi del 2015 (2,5%), mentre le uscite si fermano all’1,8%. Si riduce il ricorso alla CIG con una quota di aziende che scende al 2,5% una quota sul monte ore dello 0,3%. In questo momento, che potremmo definire di cauta ripresa – conclude Massetti – siamo convinti che uno dei temi chiave sia la capacità di far entrare la digitalizzazione, in tutte le sue forme, all’interno della propria impresa. Per questo siamo impegnati, anche a livello associativo, a fornire ai nostri imprenditori tutti gli strumenti per avviare o rafforzare questo strumento, anche cogliendo la preziosa opportunità degli incentivi messi a disposizione da Industria 4.0”

Confartiginato tra le imprese del territorio. Via da Lumezzane

in Artigianato/Economia/Evidenza/Uncategorized/Valtrompia e Lumezzane by
Confartigianato

“Diamo valore all’impegno artigiano ascoltando le esigenze dei nostri associati partendo dal territorio. Anche per questo Confartigianato è da sempre vicina alle imprese” così il presidente Eugenio Massetti – secondo quanto riportato da BsNews.itda Lumezzane dove è partito il tour sul territorio con le prime due imprese incontrate, la MFB Bonomi e laIngotools. Un’idea che vedrà impegnato il presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia Eugenio Massetti e i funzionari di Confartigianato nel visitare ogni mese le aziende associate, come segno di vicinanza e occasione di dialogo diretto e personale con gli imprenditori delle diverse categorie. Coinvolte, in particolare, quelle dalla lunga esperienza, passando per le attività più innovative e improntate all’internazionalizzazione, caratterizzate dalla giovane età dei titolare o dalla prevalente componente femminile. I primi appuntamenti sono stati accolti con entusiasmo dagli imprenditori coinvolti: per loro occasione di confronto e dialogo diretto su opportunità e criticità che riguardano il fare impresa oggi. Nelle prime due visite, guidate dal presidente Massetti insieme ad una delegazione del mandamento di Confartigianato Lumezzane presieduto da Ivano Salvatti, l’incontro con la MFB Bonomi, fondata nel 1972 da Eliseo Bonomi, oggi con i figli Massimo e Marco, dopo un inizio nella produzione di componenti per vari settori tra cui il ferroviario e l’elettrico, la svolta intorno al 2000 con l’inserimento di nuove macchine speciali e di una particolare procedura di certificazione che gli ha permesso di diventare azienda leader mondiale di corpi in ottone per contatori d’acqua, così come di raccordi per il collegamento di contatori d’acqua alla rete idrica forniti negli anni a oltre 26 paesi nel mondo.

Nella stessa giornata la visita a Ingotools, azienda nata nel 1945 a conduzione familiare con il nome di “Officina meccanica Bossini” e che nel 1960 inizia la graduale trasformazione che la porterà ad occuparsi esclusivamente della produzione di utensileria meccanica, calibratori su misura e punte elicoidali e che dal 2005 è sita nella nuova sede di via Brescia 71 dove, insieme a papà Martino, sono subentrati i figli Piercarlo e Alessandro. Nelle prossime settimane proseguiranno gli incontri sul territorio bresciano con altre imprese, sempre nell’intento di valorizzare l’impegno artigiano, ma sopratutto ascoltare le esigenze delle imprese.

Articoli sportivi, business in crescita anche nel Bresciano

in Economia/Partner/Tendenze by

Articoli sportivi: lombarda un’impresa italiana su cinque nella produzione e oltre 216 milioni di commercio estero, questi i numeri della Lombardia che ama lo sport. L’interscambio con il mondo è in crescita, +3,4% in un anno e vede un aumento dell’export del 6,9%. Milano eccelle nell’export con 42 milioni circa di euro, con 41,6% sul totale e in forte crescita del 43,3%, seguita da Mantova (24,6 milioni, il 24,6% del totale lombardo) e da Bergamo (6,7 milioni, 6,7%). Nell’import prima Milano (78,7 milioni di euro, +0,3%). Vengono poi Monza e Brianza (con 11 milioni) e Bergamo (7,7 milioni). Mentre Brescia in un anno è passata da 3,1 milioni a 3,6 di export, con l’import stabile attorno a quota 4. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati registro imprese 2017 e Istat  2016 e 2015.

I Paesi partner degli scambi lombardi. Gli articoli sportivi lombardi sono particolarmente apprezzati in Francia (32,7% del totale, +23% in un anno), Stati Uniti (14% e +45% in un anno) e Svizzera (5,3%) mentre il 29,3% dell’import viene dalla Cina (+7,7%), il 19,5% dalla Francia e il 12% dai Paesi Bassi.

Imprese lombarde dello sport. Sono 146 le imprese attive in Lombardia nella produzione di articoli sportivi, il 19,2% del totale italiano di settore che è di 761. Milano con 39 attività, Bergamo e Brescia con 18, Varese con 16 e Monza e Brianza con 11 si piazzano tutte tra le prime 20 province italiane in una classifica che vede prima Treviso, seguita da Milano, Torino e Genova.

Dati export articoli sportivi in Lombardia
Dati export articoli sportivi in Lombardia

Artigianato, in Lombardia crescita più timida che a Brescia

in Artigianato/Associazioni di categoria/Economia/Evidenza/Tendenze/Uncategorized by

Presentati stamane in Unioncamere a Milano i dati relativi all’andamento dell’artigianato nel secondo trimestre di quest’anno dati ben diversi da quelli bresciani diffusi ieri da Aib, che davano conto di una vistosa crescita a fronte di una decelerazione della produzione regionale rispetto alle analisi di fine 2016 e inizio 2017.

La produzione artigiana lombarda consegue un risultato in linea con l’ipotesi di stazionarietà dei livelli produttivi, registrando una variazione congiunturale della produzione del +0,2%.  In questo contesto l’occupazione, che reagisce in ritardo rispetto alle dinamiche produttive, presenta un saldo positivo per l’artigianato , con il +0,7%.

Le aspettative per il prossimo trimestre per la domanda sia interna che estera sono in flessione, pur rimanendo in area positiva, come anche le aspettative per l’occupazione. Migliorano invece le aspettative sulla produzione, segno che gli imprenditori lombardi interpretano lo stop produttivo del secondo trimestre più come fenomeno episodico che come possibile punto di svolta.

I dati presentati stamane presso Unioncamere Lombardia a Milano derivano dall’indagine relativa al secondo trimestre 2017 che ha riguardato un campione di più di 2.800 aziende manifatturiere, suddivise in imprese industriali (oltre 1.600 imprese) e artigiane (quasi 1.200 imprese).

Nel secondo trimestre 2017 si registra una decelerazione tendenziale della crescita della produzione delle aziende artigiane manifatturiere.  Per le aziende artigiane l’indice della produzione è a quota 95,6 (dato destagionalizzato, base anno 2010=100), rimanendo ancora sotto quota 100.

Per l’artigianato il secondo trimestre è globalmente positivo, ma quattro settori della manifattura artigiana evidenziano un calo produttivo su base annua: carta-stampa -2,2%, pelli-calzature -1,8%, abbigliamento -1,3% e legno-mobilio -1,1%.

Registrano gli incrementi maggiori i settori della meccanica e della siderurgia (+4,4%), seguiti da gomma-plastica (+2,2%), manifatturiere varie (+1,4%), alimentari e minerali non metalliferi (+1,1% entrambi). Il settore tessile registra una variazione quasi nulla (+0,1%).

Tutte le dimensioni di impresa artigiana evidenziano una crescita della produzione rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno e con intensità crescente all’aumentare del numero di addetti: se per le imprese manifatturiere artigiane con un numero di addetti compreso tra 3 e 5 la variazione è solo leggermente positiva (+0,5%), per le imprese con 6-9 addetti (+1,9%) e con 10 addetti e oltre (+3,4%) la crescita su base annua è più marcata.

Nell’artigianato è del 45% la quota di aziende in crescita e stabile, al 29% quella delle aziende in contrazione. In questo caso cresce ed ha un valore più significativo la quota di imprese artigiane che non registrano variazioni (26%). Il fatturato a prezzi correnti cresce ancora su base annua, ma la decelerazione è più evidente su base annua (+1,6%). Dal punto di vista congiunturale il risultato è peggiore con una piccola contrazione (-0,3%).

Le imprese artigiane avvertono la decelerazione congiunturale della domanda interna registrando un +0,5% rispetto al trimestre precedente, risultato sufficiente a mantenere la crescita tendenziale all’1,7%. La domanda estera delle imprese artigiane mostra una maggiore tenuta, associando alla crescita tendenziale dell’1,7% un incremento dello 0,9% rispetto al trimestre precedente. Il canale estero per le imprese artigiane svolge sempre un ruolo marginale, con la quota del fatturato estero sul totale pressoché stabile al 6,6%.

Bene l’occupazione: il tasso d’ingresso torna ai livelli massimi del 2015 (2,5%), mentre le uscite si fermano all’1,8%, portando a un incremento del saldo positivo (+0,7%). Per gli artigiani si riduce il ricorso alla Cassa Integrazione con una quota di aziende che scende al 2,5% una quota sul monte ore dello 0,3%. Per le aziende artigiane l’utilizzo degli impianti conferma la tenuta dei livelli produttivi sfiorando il 70% e crescendo rispetto al trimestre precedente.

 

Le aziende artigiane manifestano segnali di scarsità riguardo il livello delle scorte dei prodotti finiti (-6,7% il saldo), con la percentuale di imprese che giudica le scorte adeguate stabile intorno al 36%. La quota di aziende artigiane che dichiara di non tenere scorte è molto più elevata rispetto all’industria (51%). Per quanto attiene alle materie prime, gli artigiani segnalano scorte adeguate nel 59% dei casi, con una prevalenza più marcata dei giudizi di scarsità (-9% il saldo). La quota di artigiani che dichiara di non tenere scorte è stabile e più elevata rispetto all’industria, raggiungendo il 23%.

Secondo le imprese artigiane siamo in presenza di una decelerazione dei prezzi dei materiali per la produzione, che crescono del 2% in questo trimestre. Allo stesso modo i prezzi dei prodotti finiti aumentano dello 0,9%, in rallentamento rispetto al +1,1% dello scorso trimestre.

Le aspettative di produzione e occupazione flettono leggermente con una stabilizzazione dei saldi in area negativa, mentre sul versante della domanda anche le aspettative degli artigiani sono in peggioramento, con una svolta negativa per la domanda interna e un contrazione del saldo ancora positivo per la domanda estera.

Secondo trimestre, crescono ancora manifatturiero e artigianato

in Aib/Artigianato/Associazione Artigiani/Associazioni di categoria/Confartigianato/Economia/Manifatturiero/Tendenze by

Nel secondo trimestre del 2017 – rileva una nota del Centro Studi AIB – l’attività produttiva delle imprese manifatturiere bresciane mette a segno un nuovo incremento, a conferma della fase di consolidamento della ripresa dell’industria locale. La tendenza positiva, in atto dal primo trimestre del 2015, si inquadra in un clima di rafforzamento dell’economia nazionale: l’Italia ha agganciato, sebbene da inseguitrice, la ripresa mondiale in atto, i cui ritmi, grazie al contributo congiunto di economie avanzate ed emergenti, risultano i più alti dall’inizio della crisi.

Nel dettaglio, la produzione industriale registra un incremento congiunturale dell’1,8%; il tasso tendenziale (ossia la variazione dell’indice nei confronti dello stesso periodo dell’anno scorso) risulta non negativo per la quindicesima rilevazione consecutiva (+3,6%) ed è il più alto dal primo trimestre 2016. Il tasso acquisito, ovvero la variazione media annua che si avrebbe se l’indice della produzione non subisse variazioni fino alla fine del 2017, è pari a +3,2%. Il recupero dai minimi registrati nel 3° trimestre 2013 è pari a oltre il 13%, mentre la distanza dal picco di attività pre-crisi (primo trimestre 2008) si attesta intorno al 22%.

L’artigianato manifatturiero bresciano – secondo l’Ufficio Studi e Statistica della Camera di Commercio di Brescia – chiude il secondo trimestre dell’anno con nuovi risultati positivi che consolidano la buona performance già evidenziata dalla seconda metà del 2016. Da aprile a giugno la produzione artigiana ha segnato una variazione positiva, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, pari a 4,0%, il fatturato realizza un incremento ancora più significativo (+4,8%), il tasso di utilizzo degli impianti sale al 68,9% e gli ordini sono aumentati del 3,5%. Dal confronto territoriale, inoltre, emerge che l’artigianato bresciano ha conseguito risultati migliori della media lombarda.

Il quadro si conferma positivo anche da un punto di vista congiunturale. Al netto degli effetti stagionali, la produzione è aumentata, infatti, rispetto al trimestre precedente dell’1,1%, gli ordini dell’1,9%. Si conferma, anche, l’accelerazione del fatturato che cresce dell’1,4%.

I principali indicatori dell’industria:

§  Con riferimento ai settori, l’attività produttiva è aumentata significativamente nei comparti: metallurgico e siderurgico (+3,3%), meccanica tradizionale e costruzione di mezzi di trasporto (+2,5%), agroalimentare e caseario (+2,1%); è cresciuta con minore intensità nel tessile (+1,2%), nella meccanica di precisione e costruzione di apparecchiature elettriche (+1,0%), nell’abbigliamento (+0,9%), nei materiali da costruzione ed estrattive (+0,9%), nel chimico, gomma, plastica (+0,5%), nel legno e mobili in legno (+0,5%). E’ rimasta sostanzialmente invariata nel carta e stampa e nel maglie e calze, mentre è diminuita nel calzaturiero (-1,2%).

§  Le vendite sul mercato italiano sono aumentate per il 41% delle imprese, diminuite per il 42% e rimaste invariate per il 17%. Le vendite verso i Paesi comunitari sono incrementate per il 25% degli operatori, scese per il 18% e rimaste stabili per il 57%; quelle verso i Paesi extra UE sono cresciute per il 26%, calate per il 19% e rimaste invariate per il 55% del campione.

§  I costi di acquisto delle materie prime sono diminuiti per il 29% delle imprese, con un incremento medio dello 0,7%. I prezzi di vendita dei prodotti finiti sono stati rivisti al rialzo dal 18% degli operatori, per una variazione media dello 0,1%.

§  Le aspettative a breve termine appaiono coerenti con la prosecuzione della fase di espansione del manifatturiero provinciale. La produzione è prevista in aumento da 38 imprese su 100, stabile dal 49% e in flessione dal rimanente 13%.

§  Gli ordini provenienti dal mercato interno sono in aumento dal 20% degli operatori, stabili dal 55% e in calo dal 15%; quelli dai Paesi UE sono in crescita per il 23% degli operatori del campione, invariati per il 70% e in flessione per il 7%; quelli provenienti dai mercati extracomunitari sono in incremento per il 23% delle imprese, stabili per il 68% e in diminuzione per il 9%.

I principali indicatori dell’artigianato:

§  Il fatturato del comparto artigiano segna una dinamica congiunturale positiva e in accelerazione (pari all’1,4% contro lo 0,8% del trimestre scorso). Ancora più intensa la variazione rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (+4,8%), sostenuta dal fatturato interno (+3,5%). La dinamica del fatturato segue da vicino quella della produzione, seppur con maggiore intensità. Dal 2° trimestre del 2016 il fatturato ha seguito un trend ininterrottamente positivo, forse anche per effetto della ripartenza dei prezzi, che ha consentito di recuperare i livelli persi negli anni della crisi e di accorciare, pertanto, la distanza dai livelli pre-crisi.

§  Gli ordini sono cresciuti del 3,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, trainati da entrambe le componenti interna ed estera. Gli ordini provenienti dal mercato interno, rispetto al primo trimestre dello scorso anno, hanno conseguito un buon risultato pari al 3,1%. Buona la dinamica degli ordini esteri (+8,0%) anche se nell’artigianato, rappresentano una quota assai ridotta.

§  Al netto degli effetti stagionali, l’occupazione chiude il secondo trimestre con una nuova variazione positiva (+1,0%) che conferma il trend di leggera crescita in corso da fine 2015. Diminuisce anche il ricorso alla Cassa Integrazione: la quota di imprese che ne ha fatto ricorso si colloca all’1,5 % contro il 5,9% del trimestre scorso.

§  Le attese degli imprenditori per il terzo trimestre dell’anno sono moderatamente negative con riferimento alla produzione, alla domanda interna ed al fatturato. Stabili, invece, le attese sull’occupazione. Le uniche prospettive ottimistiche riguardano la domanda estera.

L’indagine

L’Indagine AIB viene effettuata trimestralmente su un panel di 250 imprese associate appartenenti al settore manifatturiero. L’indagine sull’artigianato della Camera di Commercio, la cui fonte è l’indagine congiunturale Unioncamere Lombardia, ha coinvolto 197 imprese della provincia, pari a una copertura campionaria del 100%.

Aib, Pasini assegna la delega allo Sviluppo

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Evidenza/Giuseppe Pasini/Partner/Personaggi by

Il Presidente di Associazione Industriale Bresciana Giuseppe Pasini ha assegnato la delega allo Sviluppo Mercati e Internazionalizzazione a Germana Bergomi, componente del Consiglio Direttivo dei Giovani Imprenditori di AIB, completando così la squadra che lo accompagnerà nel suo mandato presidenziale fino al 2021.
Il Presidente ha inoltre formalizzato i nominativi degli otto invitati in Consiglio Generale: Germana Bergomi (Italian Gasket), Sandro Bonomi (Enolgas Bonomi), Mario Gnutti (Gnutti Carlo), Renato Gnutti (Gnutti Transfer), Riccardo Lonato (Dinema), Giovanni Rosani (Cembre), Roberto Saccone (Olimpia Splendid) e Giovanni Valotti (A2A).

“Ci aspettano quattro anni di duro lavoro, ma sono sicuro che riusciremo a raggiungere i traguardi che ci siamo prefissati proprio perché sono certo di avere scelto le donne e gli uomini giusti al posto giusto. Lavoreremo con realismo, passione e ottimismo, al servizio delle nostre Aziende”, ha dichiarato Giuseppe Pasini.

Stipendi top manager pubblici, Bettoni perde il primato

in Economia/Partecipate e controllate/Personaggi by

Ricchi, ma non ricchissimi. Si tratta dei top manager bresciani in ambito pubblico che, secondo il decreto legislativo 33/2012, sono tenuti a presentare le rispettive dichiarazioni dei redditi come riporta il Corriere di Brescia. Non tutti lo fanno, ma sempre di più si stanno adeguando alla normativa.

Al vertice dei paperoni bresciani non c’è più Francesco Bettoni, che invece era rimasto saldamente in testa per anni. Quando era presidente di Camera di Commercio, Borsa Merci Telematica Italiana, Confagricoltura Lombarda e consigliere delegato dell’Immobiliare Fiera di Brescia, Bettoni percepiva un reddito lordo di 468mila euro, oggi che è “solo” presidente di Brebemi, Autostrade Lombarde e Argentea Gestioni e consigliere di Tangenziali Esterne di Milano spa il suo reddito lordo è di 302.509 euro lordi (dichiarazioni dei redditi 2016 con anno di imposta 2015). Il sorpasso lo ha vinto Renato Mazzoncini, amministratore delegato di Ferrovie dello Stato da dicembre 2015, dichiarando nel 2015 385.320 euro lordi.

In terza posizione nella classifica – consultabile sul sito della Prefettura nell’area Documenti – c’è Alessandro Triboldi con 247.836 euro lordi dichiarati nel 2015. Ex manager di Ubi e ex direttore generale del Comune di Brescia, Triboldi è oggi direttore generale di Autostrade Centro Padane e Stradivaria (società controllata da Centro Padane per la realizzazione dell’autostrada Cremona-Mantova), presidente del Brescia Calcio e consigliere generale di Brevivet. A seguire c’è Carlo Scarpa, ex professore all’Università e presidente di Brescia Mobilità da maggio 2015, con 233.796 euro lordi dichiarati e cinque fabbricati di proprietà.

Dall’altra parte della classifica si trovano Massimo Ghidelli, direttore di Brescia Tourism, con 110.578 euro e Ennio Giacomo Donati, amministratore delegato di Società Infrastrutture Alta Valcamonica, con 21.505 euro.

Crescono le imprese nel settore sicurezza

in Economia/Servizi/Tendenze by

Quando si parte per le vacanze estive si pensa anche alla sicurezza della casa. Porte blindate, sistemi di allarme e vigilanza: sono 1.761 le imprese nel settore della sicurezza in Lombardia al 2016 (circa un quinto del totale italiano), +2% rispetto all’anno precedente. Crescono in particolare le attività di installazione e manutenzione di impianti elettronici (+21 imprese) e i servizi di vigilanza e investigazione (+16). Calano invece quelle specializzate nella fabbricazione di casseforti, forzieri, porte metalliche blindate (-2). La maggior concentrazione di “imprese della sicurezza” si registra a Milano con 705 (+2,8%), seguono Brescia con 193 (+1,6%) e Monza e Brianza con 181 (+3,4%). In un anno il settore sicurezza cresce soprattutto a Lodi, +12,1%, Sondrio, +10% e Como, +5,8%. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati registro delle imprese negli anni 2016 e 2015 relativi alle sedi di impresa attive.

Ma chi sono i bodyguard e i detective lombardi? I titolari di servizi di vigilanza ed investigazione in Lombardia sono in prevalenza uomini (sono femminili il 5,6% delle imprese), giovani in oltre un caso su venti (6,4% sono imprese con titolari con meno di 35 anni) e il 3,8% è nato all’estero. In Italia 8.987 imprese. In un anno le imprese crescono del 1,6%. Prime tra le province: Roma con l’8,2% nazionale, specializzata soprattutto in fabbricazione di casseforti e porte blindate (37 attività) e servizi di vigilanza (326), poi Milano con il 7,8% nazionale, che si distingue per installazione e manutenzione di impianti elettronici (444), Napoli con il 4,8% nazionale, che conta 235 servizi di vigilanza e investigazione, e Torino con il 4,1% nazionale. Tra le prime 20 cresce di più Treviso (+9,3%).

E le casseforti italiane si esportano anche all’estero: oltre 42 milioni di euro nel 2016. Tra i principali clienti Francia, Regno Unito e Svizzera. Da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati Istat 2016 e 2015.

Fratelli Berlucchi, fatturato in crescita a 2,5 milioni di euro

in Agricoltura e allevamento/Alimentare/Economia/Franciacorta/Fratelli Berlucchi/Zone by
Pia Donata Berlucchi, presidente dell'azienda Fratelli Berlucchi

Fratelli Berlucchi compie 40 anni. E lo fa con un bilancio ancora in crescita, con un fatturato che sale a 2,5 milioni di euro (più 12 per cento rispetto all’anno precedente). L’azienda di Corte Franca – secondo quanto riportato da Bresciaoggi – è cresciuta soprattutto grazie agli ordini dall’estero: oggi l’export rappresenta circa il 10 per cento del fatturato. In testa, come mercato partner, gli Stati Uniti, seguiti da Inghilterra, Norvegia, Giappone, Svizzera, Cina e Messico.

La produzione della tenuta composta da una settantina di ettari (compresi quattro boschi) è di circa 400mila bottiglie all’anno: 60mila sono i fermi (Curtefranca Bianco e Rosso), in calo rispetto a una decina di anni fa a vantaggio – ovviamente – dei Franciacorta. Qui l’azienda ha deciso di puntare tutto su vini millesimati – Brut, Satèn, Rosè e Pas Dosè – raggruppati sotto il brand Freccianera cui si aggiungono le due riserve Casa delle Colonne.

L’azienda è controllata dalla famiglia Berlucchi, in particolare – come dice il nome – dai fratelli dello scomparso Francesco (Gabriella, Marcello, Roberto e Pia Donata) e dai tre figli (Antonio, Ignazio e Alessandro).

Feralpi torna all’utile ed è sempre più vicina al miliardo di euro di fatturato

in Acciaio/Aziende/Bilanci/Economia/Evidenza/Feralpi/Giuseppe Pasini/Personaggi by

Si dimostra premiante la strategia del Gruppo Feralpi che, tra diversificazione, verticalizzazione e internazionalizzazione – dopo un bilancio 2015 in leggera perdita – archivia un 2016 positivo. Gli investimenti e le sinergie intragruppo continuano a sostenere la crescita anche sul fronte produttivo.

In salita i volumi (+7,5% di acciaio in billette con 2,4 milioni di tonnellate) per un fatturato che, nel 2016, ha raggiunto i 932 milioni di euro (consolidato Feralpi Holding SpA), in leggero aumento rispetto ai 922,9 milioni del 2015.

Si conferma la forte propensione internazionale con una quota di fatturato generato all’estero del 68%, in linea con l’esercizio precedente. In Italia, il settore dell’edilizia ha mostrato leggeri segnali di ripresa, innescati tuttavia più dalla crescita di compravendite, spinte dal deprezzamento degli immobili e un maggior credito alle famiglie, che da un incremento reale di nuovi edifici. Situazione ben diversa in Germania dove nel 2016 la crescita del prodotto interno lordo ha segnato un +1,9% rispetto al 2015 anche grazie all’impulso del settore delle costruzioni che è cresciuto del 3,1% (fonte Istituto Federale di Statistica). Se in Italia la produzione del settore edile è scesa del 32,2% in sei anni, dal 2010 al 2016, in Germania è cresciuta del +7,6% (fonte Centro studi ImpresaLavoro).
La crescita del mercato tedesco, ed europeo in generale, è stata intercettata da Feralpi Stahl che si è confermata una colonna portante a sostegno dell’internazionalizzazione commerciale e produttiva del Gruppo.

Il primo semestre 2017: produzioni in salita

Per il Gruppo Feralpi i primi sei mesi del 2017 sono stati caratterizzati da un’accelerazione della produzione sostenuta da un deciso incremento dei prodotti a freddo e derivati. Più nello specifico, la produzione di acciaio è stata di 1,24 milioni di tonnellate con una crescita del 4,25% rispetto al primo semestre 2016. I prodotti derivati hanno confermato l’ascesa con 488mila tonnellate ovvero il 13,56% in più del corrispondente periodo dello scorso anno. In leggero calo la produzione di laminati a caldo con 1,01 milioni di tonnellate (-2,4%).
«Il 2016 – ha commentato Giuseppe Pasini, Presidente del Gruppo Feralpi – è stato un anno che non ha visto, in Italia, sostanziali miglioramenti sul versante della domanda. Tuttavia, siamo entrati in nuovi mercati, come quelli ad alto valore aggiunto con acciai di alta qualità (grazie a Caleotto), e abbiamo rafforzato la presenza in business differenti, come quello dei profilati mercantili con Feralpi Profilati Nave (che nei primi sei mesi del 2017 ha prodotto oltre 26 mila tonnellate di acciaio), quello dei presagomati con Presider e quello della lavorazione delle travi con Metallurgica Piemontese Lavorazioni. Con Alpifer, la holding che incorpora le partecipazioni in Steelfer e Unifer, ci siamo verticalizzati nella logica di filiera integrata. Abbiamo inoltre preservato la nostra matrice internazionale con Feralpi Stahl, il punto di riferimento per il Gruppo, che ci ha permesso di cogliere le opportunità offerte nei mercati europei. Questa strategia ci ha portato verso risultati positivi non solo in termini produttivi, ma soprattutto sotto il profilo della marginalità».
«Abbiamo investito costantemente – continua Pasini – per avere una struttura impiantistica ed organizzativa efficiente con le tecnologie ed i sistemi gestionali proprie di un’industria 4.0. Al tempo stesso, ci siamo impegnati perché i nostri lavoratori siano sempre formati e aggiornati. L’unione tra queste due componenti ci sta dando la forza per continuare ad essere competitivi».

Il bilancio (fonte: Feralpi Holding)

Il consolidato 2016 di Feralpi Holding vede iscritto in bilancio un fatturato di 932 mln euro contro i 922,9 mln del 2015. La componente estera ha comunque rappresentato il 68% del totale, come l’anno precedente.
Il Consolidato 2016 evidenzia un incremento del fatturato (+1,0%) e del valore della produzione (+1,2%) rispetto all’anno precedente. L’EBIT passa da +12,8 a +59,8 mln euro. A questo si accompagna una riduzione, in valore assoluto, degli oneri finanziari netti che passano da -4,7 a -4,4 mln euro, ovvero lo 0,5% sul valore della produzione. Il risultato prima delle imposte, positivo per 6,9 mln euro nel 2015, evidenzia nel 2016 un saldo attivo, pari a 53,2 mln euro. Al netto dell’effetto imposte, il risultato si presenta positivo (+37,5 mln euro) dopo aver spesato ammortamenti e svalutazioni per 40 mln euro. L’EBITDA è passato dai 53,8 mln del 2015 ai 99,9 mln del 2016 (alcune poste del bilancio 2015 sono stati riclassificati secondo i nuovi principi contabili).
Il bilancio (fonte: Feralpi Siderurgica)
Il consolidato 2016 di Feralpi Siderurgica vede iscritto in bilancio un fatturato di 925 mln euro, circa l’1% rispetto dell’esercizio precedente, mentre il valore della produzione pari 937,8 mln euro vede un incremento rispetto all’esercizio precedente dell’1,9%. Il risultato d’esercizio è positivo per 38,6 mln euro dopo aver accantonato ammortamenti e svalutazioni per 38 mln euro, generando un cash flow pari a 76,5 mln euro, contro i 33,2 dello scorso esercizio.
Nel complesso, la differenza tra valore e costi della produzione, positiva nel 2015 per 6,5 mln euro, incrementa nel 2016 con un +60,3 mln euro. Gli oneri finanziari registrano una contrazione in valore assoluto: da 4,7 a 4,4 mln euro, ovvero lo 0,5% sul valore della produzione. L’EBITDA passa da 46 mln
euro del 2015 a 98 mln del 2016, mentre l’EBIT si conferma positivo con 60,3 mln euro contro i 6,5 mln dell’esercizio precedente.

Le diversificazioni

Nel nuovo assetto del Gruppo, Acciaierie di Calvisano ha rafforzato la propria funzione di hub produttivo di acciai di qualità, supportando la diversificazione del Gruppo Feralpi nei mercati a più alto valore, alimentando ad esempio l’attività di Caleotto a Lecco (al 50%), specializzata nelle vergelle in acciaio di qualità per i settori meccanico e automobilistico, e di Feralpi Profilati Nave che, rilevata nel giugno 2016 dall’acquisizione dell’ex stabilimento Stefana di via Brescia, ha diversificato il business nel mercato dei laminati mercantili in Italia e all’estero.

Gli investimenti

Il 2016 è stato un anno in cui il Gruppo è stato impegnato a profondere nuovi investimenti, tanto sul fronte tecnico quanto gestionale, per mantenere un alto livello competitivo. Nel complesso, lo scorso anno il Gruppo Feralpi ha investito complessivamente 40,4 milioni di euro (erano 42,7 milioni nei dodici mesi del 2015) per un totale di 180 milioni negli ultimi quattro anni.
Il personale
A fianco degli investimenti tecnici, la valorizzazione della professionalità e la crescita delle capacità dei collaboratori si è confermata un altro fattore centrale delle strategie di sviluppo. Si è infatti data continuità ad iniziative dedicate ai dipendenti del Gruppo sia sotto il profilo della formazione sia sotto la realizzazione di progetti e attività finalizzate alla creazione di benessere.
Sotto questa doppia direttrice, durante il 2016 Feralpi ha erogato 15,8 ore di formazione pro-capite di Gruppo. Hanno trovato continuità anche diverse attività rivolte alle nuove generazioni che sono idealmente raccolte nel Progetto denominato Feralpi Bootcamp. L’adesione alla rete WHP (Workplace Health Promotion, promozione della salute nei luoghi di lavoro), ha rafforzando l’attenzione e l’impegno verso la tutela della salute dei propri collaboratori.

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