Ammontano già a 280 milioni di euro gli investimenti generati dalla legge regionale “Lombardia è Ricerca e Innovazione”, approvata lo scorso novembre. E’ uno dei dati significativi emersi in occasione del convegno “Open Innovation in Lombardia: la sfida del partnenariato pubblico-privato”. L’evento, ospitato questa mattina nella cornice del Belvedere Jannacci a Palazzo Pirelli, è stato l’occasione per promuovere la legge e confrontarsi con la realtà di importanti imprese, mondo universitario e start up. Come hanno ricordato il Presidente della Commissione Attività Produttive, Pietro Foroni, il relatore della legge, il Consigliere Mauro Piazza, e l’assessore alla Open Innovation, Luca Del Gobbo, la legge finanzia l’acquisto di soluzioni innovative, accordi per la ricerca, l’accesso a open e big data (1 miliardo i dati in possesso di Regione Lombardia), lavori di ricerca, infrastrutture digitali, no tax area.
Coordinati dal giornalista del Sole 24 Ore, Andrea Biondi, si sono confrontati portando esperienze, numeri e aspettative, Alessandro Magnino (Vodafone), Giuseppe Gammariello (Altran Italia), Alessandro Capuzzello (RTI – Mediaset), Flavio Manenti (Politecnico Milano e Technical University di Berlino), Ottavio Crivaro (Moxoff spa e Mathesia rsl).
“La Lombardia raccoglie la sfida dell’innovazione e lo fa in modo originale attraverso la sfida del partenariato – ha dichiarato il Presidente del Consiglio regionale, Raffaele Cattaneo – Il sostegno all’innovazione non può arrivare solo dai contributi dello Stato: dobbiamo mettere in moto una rete che sappia dal basso mioltiplicare l’investimento. In Lombardia spendiamo nella ricerca 450 euro all’anno per cittadino, registrando in alcuni casi un gap anche di 14 miliardi rispetto ad altre regioni europee: per colmare questo divario serve un approccio sussidiario che consenta dal basso, a partire dalla rete promossa dalla Regione, di animare tutte le iniziative messe in campo. La legge va in questa direzione e ha già consentito di attivare investimenti per 280 milioni di euro”.
“Siamo l’unica regione italiana ad avere una legge che supporta l’innovazione e la ricerca, e questo è un segnale di attenzione che diamo alle imprese e al territorio – ha detto Pietro Foroni, Presidente della IV Commissione Attività Produttive e Occupazione del Consiglio regionale della Lombardia – Conosciamo le nostro eccellenze e non vogliamo che progetti ambiziosi e concreti, a partire dalla ricerca in campo sanitario, rimangano nel cassetto. Questa legge serve a fare in modo che il supporto della Regione, sia alle realtà avviate che alle tante start up, sia immediato ed efficiente. E questo convegno è la prova tangibile della volontà di creare una rete con imprese e università per fare ricerca finalizzata al benessere dei cittadini”.
“In Lombardia esiste un vero e proprio ecosistema della ricerca e innovazione, composto da eccellenti università e centri di ricerca, aziende di assoluta qualità che rappresentano il valore aggiunto per il sistema Paese – spiega il Consigliere regionale Mauro Piazza, relatore della legge – Con questa legge andiamo a potenziare l’investimento regionale in questo settore così da favorire la competitività del sistema economico-produttivo, la crescita del capitale umano e il benessere sociale e la qualità dei servizi erogati ai cittadini e alle imprese. Tra gli elementi qualificanti spiccano una dotazione finanziaria di poco meno di 350 milioni di euro in sette anni tra fondi europei e risorse di Regione Lombardia”.
L’assessore Luca Del Gobbo ha ricordato un aspetto della legge: l’introduzione di una “No tax area” per chi investe in ricerca e innovazione per favorire l’insediamento di imprese innovative nell’area Expo attraverso la defiscalizzazione delle imposte regionali, comunali e statali. “Questo – ha spiegato Del Gobbo – è uno degli altri tasselli che stiamo mettendo a punto per far crescere ancora di piu’ le nostre imprese aumentando, allo stesso tempo, il benessere dei nostri cittadini“.
Prima delle conclusioni del Presidente Foroni, Marcel Patrignani, Chairman e Ceo di Altran Italia (società che ha collaborato con la IV Commissione nell’organizzazione dell’evento) ha ricordato la volontà di investire in Lombardia con l’assunzione di 220 nuovi ingegneri in un anno e l’orgoglio del progetto made in Italy che ha portato alla realizzazione di una stampante 3D utilizzabile nello spazio.
Stampare in 3D nello spazio. Il sala era esposta anche “Portable on Board Printer 3D”, la stampante 3D che lo scorso 2 febbraio 2016 è entrata in funzione sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS). Il progetto è stato realizzato da Altran Italia in collaborazione con Thales Alenia Space e Istituto Italiano di tecnologia (IIT) e sotto il coordinamento dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI). Portable on Board Printer 3D è il primo esperimento europeo di additive manufacturing nello spazio.