Tre milioni e 845mila euro sequestrati e 51 funzionari indagati. Sono state gli istituti di credito, stavolta, l’oggetto dell’interesse della Guardia di Finanza di Brescia, nell’ambito delle indagini sul crac del gruppo caseario Medeghini: un migliaio di dipendenti e 450 milioni di fatturato prima del clamoroso fallimento, che ha portato alla luce un giro di presunte fatture false per circa 600 milioni di euro. Per tale ragione sono a processo Arturo e Severino Medeghini oltre ad alcuni professionisti bresciani (due erano stati completamente scagionati). Per le tre banche coinvolte l’accusa è di aver trasformato illecitamente in finanziamenti garantiti le linee di credito aperte verso il gruppo, in modo da finire tra i creditori privilegiati in vista del fallimento.
Bilanci, Cameo chiude il 2023 con ricavi in crescita del 4,7%
Il Gruppo cameo (composto dalla capogruppo cameo s.p.a. e dalla Rebecchi Food