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Pmi a lezione sul ritorno degli investimenti grazie all’Università e a Banca Santa Giulia

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“Nuove metodologie per valutare il ritorno degli investimenti / Analisi e strumenti a supporto di scelte strategiche”, di questo si è discusso oggi – dalle 18 – alla facoltà di Economia di via San Faustino. Un appuntamento promosso da Banca Santa Giulia e dall’Università di Brescia (in particolare dall’Osservatorio sulla crisi e sui processi di risanamento delle imprese del Dipartimento Economia e Management) nell’ambito del ciclo di incontri Spazio controller, finalizzati a favorire lo scambio di esperienze tra le Pmi e a diffondere le prassi virtuose.

A introdurre i lavori è stato il professor Alberto Mazzoleni del Dipartimento di Economia e Management dell’Università di Brescia. Quindi ha preso la parola Ivan Losio (advisor di aziende industriali e finanziarie, Sei consulting Srl), a cui è seguito la testimonianza aziendale di Marco Kirchmayr, Cfo della Fabbrica d’ArmiBeretta Spa.

“Il successo dell’azienda non si misura solo dall’utile, ma dalle competenze in grado di assicurare il successo nel lungo periodo”, ha sottolineato Losio, mettendo l’accento sull’importanza di fattori come “orientamento al mercato, orientamento all’innovazione e know-how interno”. “I presidi economici di lungo periodo non esistono più: si è passati da 5-10 anni di tempo a 1-3 anni”, ha aggiunto, “e questo ha dei riflessi diretti anche sulla valutazione del ritorno strategico degli investimenti”. Per cui “bisogna privilegiare gli investimenti che hanno la possibilità di way out”, ma anche sostituire “investimenti consistenti con investimenti piccoli e sensibili, con un controllo molto serrato del tempo di ritorno economico e finanziario”.

Marco Kirchmayr ha quindi portato l’esperienza della Fabbrica d’ArmiBeretta Spa, la cui holding ha presentato nelle scorse ore il bilancio 2015. Un rendiconto chiuso con ricavi in crescita del 6 per cento (il totale è di 660,8 milioni), utili a quota 47,3 milioni, investimenti per oltre 41 milioni e una posizione finanziaria netta positiva di 116 milioni. Ma non sempre tutto è stato così “facile”. Negli ultimi anni, per far fronte ai problemi legati al cambio euro/dollaro (Beretta ha il 58 per cento del fatturato negli Usa), la ricetta – per produrre efficienza mantenendo la produzione a Gardone Valtrompia – è stata l’organizzazione dei reparti produttivi, la revisione dell’inboud e dei rapporti con i fornitori. Ma di fronte alla crisi arrivata nel 2008 Beretta ha dovuto spingersi oltre, efficientando i processi produttivi e i flussi lavorativi in accordo con il sindacato, innovando il prodotto e migliorando i servizi offerti, ma anche puntando di più sul “Beretta Welfare” (che pensa ai dipendenti anche fuori dall’azienda) non per filantropia ma come leva strategica di vantaggio. Tutto – raccontato perfino nei dettagli dei metri risparmiati nel passaggio da un macchinario all’altro – nel nome della formula: “efficienza ed efficacia danno l’eccellenza”.

“Crediamo molto all’importanza di promuovere anche occasioni di informazione corretta e utile alle aziende in campo economico e finanziario”, ha sottolineato a margine dell’incontro la vicepresidente di Banca Santa Giulia Daniela Grandi, “in questo quadro la valutazione del ritorno degli investimenti assume un’importanza cruciale. Con questo seminario abbiamo voluto fornire alle aziende, in particolare alle più Pmi, elementi di riflessione e strumenti utili per migliorare la propria efficienza. Un’impresa”, ha concluso, “oggi deve saper mettere in campo piani ben ponderati, ma anche chiudere il cerchio con un controllo di gestione efficiente e puntuale. E’ finita l’epoca del padrone con le maniche di camicia arrotolate che fa tutto: oggi è determinante affidarsi a manager preparati”.

 

Desenzano, Cameo continua a crescere e investire

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Bilancio ok per la Cameo di Desenzano, che ha chiuso il 2015 con un incremento del valore della produzione (+1,3%) e dei ricavi (+1,1%), oltre 258 milioni di euro contro i 256 del 2014, nonostante le difficoltà del mercato.

Sui conti di Cameo – che oggi dà lavoro a 425 persone – “pesa” però ancora il grande investimento effettuato a fine 2014 con l’acquisto della Rebecchi Fratelli Valtrebbia Spa (proprietaria del marchio Paneangeli), che nel primo anno ha chiuso in perdita. Ma l’azienda desenzanese ha accantonato una cifra importante anche per la realizzazione del nuovo Campus direzionale (1800 metri coperti) che costerà 10 milioni di euro. Il gruppo ha chiuso comunque l’anno con un utile netto vicino ai 17 milioni (era stato di 23 milioni nel 2014).

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