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Startup

Startup, oltre 2 milioni di finanziamento per Voidless

in Economia/Startup by

La ricezione di pacchi eccessivamente grandi, fenomeno noto come overpackaging, è ormai un’esperienza comune e frustrante per molti consumatori. Voidless, startup deep tech che ha focalizzato la propria attività nella risoluzione di questo problema e che vede tra i quattro fondatori il 26enne bresciano Mattia Bertolani, annuncia oggi la chiusura di un round Seed di 2,2 milioni di euro guidato da CDP Venture Capital – tramite il Fondo Corporate Partners I – comparto Industry Tech – e la società di Venture Capital italo-francese 360 Capital. I due investitori hanno partecipato all’operazione investendo 1,1 milioni ciascuno.  Questo round – che segue il pre-seed di 600.000 euro del luglio 2022 da parte di 360 Capital – rappresenta un passo importante per la crescita di Voidless e consentirà alla startup di crescere sul mercato con i suoi macchinari “box on demand” di nuova generazione, progettati per creare con estrema precisione direttamente nei magazzini scatole e imballaggi su misura per ogni tipo di spedizione, offrendo in maniera efficace e concreta una soluzione al problema dell’overpackaging. Inoltre, l’iniezione di capitali sosterrà anche il consolidamento del team Voidless.

I sistemi Voidless sono facilmente integrabili in ogni tipologia di magazzino, dove consentono a ogni operatore logistico di realizzare in tempo reale la scatola della dimensione adeguata all’oggetto o bene da spedire. L’approccio di Voidless consente un’ottimizzazione significativa dell’intera catena logistica, che si traduce non solo in una marcata riduzione dello spreco di cartone e materiali di riempimento, ma anche in un miglioramento dell’efficienza dei trasporti. Questo si traduce non solo in un vantaggio per gli operatori logistici, che vanno a generare un grande risparmio economico in questa fase, ma anche per il committente della spedizione. 

Considerando la crescente attenzione generale verso la sostenibilità, spedire un pacco fuori misura oggi è infatti un elemento lesivo anche per l’immagine del brand. Con Voidless, i consumatori finali possono invece ricevere il pacchetto su misura, migliorandone l’esperienza di acquisto.

Oltre ai benefici derivanti dalla riduzione dell’overpackaging, i sistemi Voidless permettono un’altra serie di vantaggi operativi per il magazzino stesso, spiega Carlo Villani, CEO di Voidless. Infatti, l’operatore logistico si verticalizza producendo internamente le scatole anziché acquistarle da terze parti e questo si traduce direttamente in un aumento della flessibilità, una semplificazione nel procurement e la possibilità di stampare su ogni singola scatola messaggi personalizzati o loghi, punto chiave per il marketing moderno. Con il crescente volume di oltre 170 miliardi di pacchi spediti nel mondo nel 2023 e una previsione di crescita annuale composta superiore al 10% nel settore dell’e-commerce nei prossimi cinque anni (fonte: Statista), Voidless si posiziona come un player chiave nel settore del packaging e della logistica, che necessitano di una evidente riduzione degli sprechi lungo la filiera”.

La bresciana Bike-Room raccoglie mezzo milione di euro, obiettivo: espandersi all’estero

in Economia/Sport/Startup by

Bike-room.com, la piattaforma online (con sede in via Vittorio Emanuele, a Brescia), che permette di comprare e vendere biciclette di alta gamma, autentice e certificate, in modo facile, innovativo e sicuro, ha concluso un nuovo aumento di capitale pari a 500.000 euro sottoscritto da AZ ELTIF – ALIcrowd, ELTIF di venture capital istituito da Azimut Investments SA e gestito in delega da Azimut Libera Impresa SGR SpA insieme ad alcuni business angels, nonché primo ELTIF di venture capital che utilizza anche il crowdfunding per ricercare le aziende oggetto di investimento.

Fondata nel 2019, e partecipata da Digital Magics SPA, Bike-room ha come mission preservare il forte valore emozionale di ogni bicicletta, sfruttando il principio dell’economia circolare per un pianeta più sostenibile, e soddisfare l’esigenza delle case costruttrici di accogliere nel proprio ecosistema nuovi clienti finora difficilmente raggiungibili attraverso la loro rete distributiva. Inoltre, uno degli obiettivi strategici è di sistematizzare un mercato tradizionale ancora non regolamentato.

Bike-room.com nasce in un periodo di forte crescita della Bike Industry. Nel 2020 il consumo globale di biciclette ha superato 95M €, e il valore del mercato dell’usato globale si stima a 47.5M €. I principali driver del mercato attuale sono rappresentati dall’effetto della pandemia (+10M€ YoY)1, dagli incentivi collegati alla green economy e dalla crescita del movimento ciclistico amatoriale.

Bike-room opera in questo settore differenziandosi da altri noti operatori online generalisti, offrendo alla community un servizio specializzato volto alla valorizzazione delle biciclette di alta gamma di seconda mano, è infatti tra i pochi ad avere adottato un nuovo modello di consumo delle biciclette “second-hand” con focus sul segmento usato delle biciclette dei team professionistici.

“In questi due anni la crescita è stata vertiginosa”, spiega Simone Matrone, COO & co-founder di Bike-room. “Nel corso del 2021 abbiamo più che triplicato il volume delle vendite rispetto all’anno precedente e spedito in oltre 20 paesi, generando circa il 70% del giro d’affari fuori dall’Italia”.

Brescia, nasce il Club delle startup innovative di Confindustria

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Startup by

È nato in Confindustria Brescia il Club delle Start-up innovative, al quale hanno già aderito 35 realtà.

L’obiettivo principale dell’iniziativa è quello di fare sistema tra il mondo industriale e giovani realtà aziendali che presentano un’importante componente innovativa, permettendo a queste ultime di avere un supporto concreto per esprimere al meglio le proprie potenzialità di crescita.

L’adesione al Club è riservata alle start-up cosiddette “innovative”, ossia quelle che per la normativa nazionale sono “imprese giovani, ad alto contenuto tecnologico, con forti potenzialità di crescita” e che rispettano alcuni requisiti:

La decisione di costituire il Club delle Start-up innovative nasce, in particolare, a partire dalla convinzione – da parte di Confindustria Brescia – del valore di un sistema fondato sulla sempre più stretta collaborazione tra università, attori della ricerca, grandi imprese, PMI e Start-up innovative.

Gli obiettivi che Confindustria Brescia si è posta, attraverso il Club, sono quelli di consentire una contaminazione e una più stretta collaborazione e confronto con il mondo industriale, cercando anche di aggregare le istanze e le sfide che ogni giorno le Start-up devono affrontare, rafforzando la capacità di proposizione sui temi della ricerca e dell’innovazione, e provando ad essere supporto nella creazione di valore aziendale.

Il Club, inoltre, mira ad essere un ulteriore elemento di monitoraggio delle tendenze e delle prospettive in ambito Ricerca & Sviluppo in provincia.

“L’innovazione è nel DNA delle imprese bresciane e della nostra provincia, terra ricca di imprenditori di successo. – commenta Giuseppe Pasini, Presidente di Confindustria Brescia –. La nascita del Club in Confindustria Brescia si inserisce proprio in questo solco, nella convinzione che innovazione e digitalizzazione siano fattori di successo del Made in Brescia, pertanto vadano sempre più coniugate con la grande tradizione manifatturiera che caratterizza il nostro territorio.

I promotori del progetto sono i Giovani Imprenditori di Confindustria Brescia, che nelle parole della Presidente Anna Tripoli, dichiarano: “Il nostro territorio ha una forte vocazione all’innovazione: basta pensare che ad oggi, a Brescia e provincia, sono oltre 250 le start-up iscritte nel registro delle Start-up innovative. Come Giovani Imprenditori abbiamo deciso di continuare a sostenere e ad incentivare lo sviluppo di queste realtà, degli startupper, non solo perché testimoniano la presenza di una forte componente di imprenditoria giovanile, ma anche perché possono essere dei facilitatori per le imprese, soprattutto Pmi, nella transizione digitale e nello sviluppo di processi con focus sulla sostenibilità. Lo Start-Up club, che rafforza e completa le nostre iniziative a sostegno delle start-up, rappresenta infatti lo sbocco naturale del nostro master Isup – realizzato con il sostegno di Banca Intesa –, i cui partecipanti sono di diritto invitati allo start-up Club.”

Numerose saranno le iniziative in capo al Club nel corso dell’anno come anticipa Filippo Schittone, Direttore Generale di Confindustria Brescia: “Il Club vuole essere un contesto accogliente ed informale per gli startupper, luogo ideale dove confrontarsi e condividere i problemi quotidiani nello sviluppo e nel consolidamento del progetto aziendale. Faciliterà la loro crescita affinché nel tempo diventino imprenditori a tutto tondo, di valore. Il Club offrirà loro occasioni di incontro con gli associati, momenti di crescita manageriale, oltre alla possibilità di farsi conoscere e promuovere le idee da cui prendono corpo le Start Up. In sostanza, intendiamo fare del Club il posto migliore per promuovere le idee industriali e conoscere imprenditori esperti, capaci di suggerire “trucchi del mestiere” per meglio gestire il business.”

Il prossimo 14 maggio alle ore 18.00 si terrà il primo incontro del Club. Per informazioni, le startup interessate ad aderire al Club possono rivolgersi ai seguenti contatti: telefono 030/2292.279, mail clubstartup@confindustriabrescia.it

E-commerce, dopo il lockdown a Brescia investiti 72,7 milioni nel settore

in Economia/Innovazione/Startup by

È boom per l’e-commerce. La diffusione delle tecnologie digitali, l’incremento delle opportunità di scelta tra beni e servizi per i consumatori, la digitalizzazione dei processi produttivi e degli scambi tra le imprese e, da ultima, la crisi da coronavirus con le conseguenti limitazioni sul lato dell’offerta e della domanda, hanno segnato il costante incremento e un’intensità straordinaria tra lockdown e ripartenza, degli acquisti on line. Incrociando i dati a disposizione l’Osservatorio di Confartigianato Lombardia ha calcolato il flusso delle vendite on line B2C tra il periodo di lockdown e la riapertura a Brescia e Lombardia. Partendo dai dati del 2019, con il 44% degli internauti lombardi che ha ordinato o comprato merci e servizi per uso privato su internet generando una spesa di 8.477 milioni di euro, pari al 25,1% del totale nazionale, la nostra provincia si trova al secondo posto con 933 milioni di euro di valore da e-commerce dietro solo a Milano con 3.871 milioni di euro che detiene il primato nazionale seguita da Roma con 2.872 milioni, Torino con 1.548 e, appunto, Brescia.

Con i dati a disposizione l’Osservatorio di Confartigianato Lombardia ha inoltre stimato le vendite nel trimestre marzo-maggio 2020 salite del 31,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente per un valore assoluto di 1.937 milioni di euro. Sulla base di tali tendenze nei tre mesi in esame, il valore delle vendite attraverso il canale dell’e-commerce generato dagli e-shopper lombardi è incrementato di 485 milioni di euro e per la sola provincia di Brescia di quasi 73 milioni di euro (72,7).

«Tra le conseguenze che la crisi scatenata dall’emergenza da Covid-19 ha portato – commenta il presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia Eugenio Massetti – c’è anche qualche aspetto positivo, e l’incremento nell’utilizzo delle tecnologie digitali è uno di questi. Si è trattato di un’accelerazione di un processo già in parte in corso che siamo convinti innescherà un circolo virtuoso, portando crescita nel business delle aziende e quindi nel sistema economico dei nostri territori. Ci auguriamo che questo processo venga sostenuto nel suo ulteriore sviluppo da incentivi dedicati: il momento economico resta per molte aziende difficile, e speriamo che questa spinta positiva non venga frenata dalla mancanza di risorse».

Significativo è come nel corso dell’emergenza sanitaria le micro e piccole imprese artigiane bresciane abbiamo aumentato l’utilizzo del canale digitale per relazionarsi con clienti e fornitori: il 51,2% delle imprese bresciane intervistate dalla recente survey realizzata da Confartigianato hanno risposto di aver implementato l’utilizzo di una o più tecnologie digitali tra le quali: sito web, social network, piattaforme di videoconferenze, formazione on-line ed e-commerce.

Tornando all’e-commerce, tra i prodotti maggiormente acquistati on line dagli acquirenti bresciani ci sono articoli per la casa, complementi d’arredo, mobili e accessori, che registrano una quota di acquirenti pari al 41,6% del totale degli e-shoppers; seguono abiti, articoli sportivi con il 39,1%, pernottamenti per vacanze con il 32,6%, altre spese di viaggio per vacanze con il 30,6%, libri (inclusi e-book) con il 26,0%, biglietti per spettacoli con il 22,8%, attrezzature elettroniche con il 19,8%, prodotti alimentari con il 17,5%, film e musica con il 12,0% e servizi di telecomunicazione con l’11,5%. Confrontando queste quote con quelle rilevate a livello medio nazionale si osserva una propensione maggiore dei navigatori bresciani ad acquistare sul web prodotti alimentari, articoli per la casa, biglietti per spettacoli, altre spese di viaggio per vacanze e pernottamenti per vacanze. L’Osservatorio di Confartigianato Lombardia avanzata un’altra considerazione in merito ai dati raccolti: nella produzione dei due articoli più venduti sul web (articoli per la casa e abbigliamento e ) sono attive proprio quote significative di MPI e imprese artigiane.

«La situazione resta difficile, con tutti gli indicatori economici in discesa, una diffusa mancanza di liquidità e ancora pochi ordini. Confidiamo però nella resilienza che tante volte le nostre imprese a valore artigiano hanno dimostrato e nella voglia di ripresa. In questa fase sarà fondamentale continuare ad accompagnarle con strumenti a misura delle loro esigenze e Confartigianato sarà al loro fianco per supportarli in questo momento particolarmente sfidante» conclude il presidente Massetti.

Ambiente, nel Bresciano le startup innovative sono 40

in Ambiente/Aziende/Economia/Startup by
Ecologia e ambiente, foto generica da Pixabay

Ambiente, i settori green puntano su tecnologia e innovazione. Sono quasi 2 mila in Italia e 333 in Lombardia le startup innovative nei settori green, una startup innovativa su sei è dedicata a temi ambientali. Emerge da una elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi sui dati del registro delle startup innovative, l’elenco nazionale a questo link http://startup.registroimprese.it/isin/search?2. Su un totale di 10 mila startup innovative in tutti i settori in Italia, +11% in un anno, di cui quasi 3 mila concentrate in Lombardia, +17%. Milano prima con 172 startup innovative nell’ambiente, seguita da Roma con 132, Napoli con 75, Torino, Bologna, Trento, Bergamo tutte con circa 50. Tra le lombarde circa 40 a  Brescia.

Startup. Innovatori nell’ambiente, uno su dieci è giovane sia in Italia che in Lombardia, il 35% in Italia  sono laureati (a Milano il 35%, a Bergamo quasi il 40%), le donne pesano l’11% e il 7,5% in Lombardia per il dato di Milano che si ferma al 6%, la metà ha una forte propensione alla ricerca e il 55% a Milano, il 6% ha un maggiore numero di addetti, diventa il 7% in Lombardia e l’11% a Milano.

Primo settore la ricerca nei settori del green e del risparmio energetico, con 1060 imprese in Italia, di cui 120 sa Milano, 90 a Roma, 56 a Napoli, 32 a Torino, 28 a Brescia. Tra i principali settori le certificazioni, i collaudi e controlli, con 162  startup innovative in Italia di cui 18 a Milano, la consulenza agraria con 145, la fabbricazione di pile e elettrodomestici con 104 di cui 11 a Milano, la fornitura di energia, gas e acqua con 93.

 

 

Start up ma non solo alla quarta edizione di Isup |INNOVATION CLUB

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Evidenza/Innovation club/Rubriche/Startup by

Tutto pronto per la quarta edizione di Isup – Italian Start Up Master – il progetto promosso dal Gruppo Giovani Imprenditori dell’Associazione Industriale Bresciana insieme a Isfor – Formazione e Ricerca e UBI Banca per favorire lo sviluppo di idee imprenditoriali innovative, attraverso un esclusivo e articolato percorso formativo.

“Un’edizione profondamente rinnovata sotto il profilo didattico e organizzativo per accrescere quelle competenze indispensabili al successo imprenditoriale. Come sempre Isup punta sulle start up, cercando di accelerare i progetti d’impresa più interessanti e supportando i futuri imprenditori a costruire quelle competenze cruciali per lo sviluppo di un’azienda, come la capacità di gestione del cambiamento, la comunicazione, il teamwork e il problem solving. Quest’anno abbiamo voluto riservare alcuni posti anche a dipendenti che si occupano di innovazione all’interno di aziende già affermate, per favorire la diffusione di nuove competenze trasversali in contesti strutturati”, hanno spiegato il presidente dei Giovani Aib, Luca Borsoni, e la vice presidente, Francesca Morandi, questo pomeriggio in occasione della presentazione del progetto alla stampa.
“Isup 2018 è un progetto ambizioso. Ci siamo chiesti quali fossero le competenze più importanti per chi vuole fare impresa, per chi è “imprenditivo” in contesti organizzati. Abbiamo deciso di puntare su cinque aree di competenza: il business design, l’autonomia e l’eccellenza personale, la capacità di scegliere e motivare i propri collaboratori, il business pitching e financing. Abbiamo progettato un percorso in cui la formazione frontale è solo una piccola parte e si accompagna all’assessment individuale, all’autoformazione guidata, alla formazione a distanza, al coaching e al mentorship. I partecipanti sono coinvolti in un percorso di crescita personale, professionale e di gruppo e in un percorso di sviluppo, anche competitivo visto che esita in un premio per il progetto migliore, dell’idea di business. Noi non vediamo l’ora di partire!”. Così si esprime Cinzia Pollio, direttore di Isfor – Fondazione Aib.
“Il nostro sostegno ai giovani imprenditori sui temi delle competenze indispensabili all’avvio di un’attività imprenditoriale e del supporto alle start up è perfettamente in linea con il fattivo impegno di UBI Banca a sostegno dello sviluppo delle aziende e del sistema Brescia, che vanta un comparto industriale all’avanguardia e ricco di eccellenze – dichiara Stefano V. Kuhn, Direttore della Macro Area Territoriale Brescia e Nord Est di UBI Banca – . La nostra Banca affianca i Giovani Aib sin dalla prima edizione di questo master, che rappresenta un efficace ed innovativo modello di sviluppo dei giovani talenti”.
“Il nuovo programma Isup fornisce, a chi ha da poco avviato in un’impresa o sta ipotizzando l’avvio di un progetto imprenditoriale, le competenze a supporto di quelle aziendali e gestionali nella consapevolezza di quanto troppo spesso la sola conoscenza degli strumenti di base della vita di un’azienda non siano garanzia di successo. Si tratta di un approccio ambizioso e innovativo nell’attuale panorama formativo”, conclude Mario Mazzoleni, docente di Business Administration and Strategy all’Università di Brescia e direttore del Master in Management e Innovazione d’impresa di Isfor.
Il percorso formativo di Isup si svolgerà nelle aule di Isfor tra ottobre 2018 e marzo 2019, articolato in 3 moduli (business design, individual soft skills e team design, business financing) per 130 ore complessive di insegnamento in aula, cui si aggiungono il confronto guidato via Facebook e l’autoformazione. Sono previste poi tre sessioni di coaching individuale per ogni corsista che si svolgeranno nell’arco dell’intero progetto formativo, oltre a workshop e incontri con imprenditori e manager. Al termine del percorso, una giuria premierà il migliore progetto d’impresa.
I posti disponibili sono 15. La selezione dei candidati sarà a cura dei rappresentanti del Gruppo Giovani Aib e di Isfor. Il termine per le iscrizioni scade il 30 settembre. Tutti i dettagli al sito www.isup-master.it
rubrica a cura di www.innovationclub.it

Somos, una startup per rendere più “smart” la mobilità personale

in Economia/Evidenza/Startup/Tendenze by
Somos

Smart-Oriented MObility Solutions (SOMOS) è uno spin-off dell’Università della Calabria ed è una Startup Innovativa. La società è orientata allo sviluppo, alla produzione e alla commercializzazione di prodotti e servizi innovativi ad alto contenuto tecnologico per l’ingegneria

dei trasporti, con particolare riferimento a rilievi e analisi delle componenti della mobilità sia su mezzi privati, sia su mezzi pubblici, al controllo delle condizioni di circolazione veicolare in ambito urbano ed extraurbano, alle analisi di sicurezza stradale e, più genericamente, ad applicazioni di

smart mobility, nella più ampia accezione del termine.

Recentemente la neo costituita Startup ha partecipato all’Open Innovation Contest 7.0 di NTT Data, entrando tra le 10 startup italiane finaliste. 

Numerose sono le idee in fase di sviluppo collegati ad un’evoluzione intelligente della mobilità che è sempre più un problema aperto in Italia ed in tutto il mondo.

Un’app per fare scattare il semaforo verde

E’ una delle questioni che tocca gli automobilisti di tutto mondo: avere fretta di raggiungere un posto e trovarsi bloccati nel traffico a causa del semaforo rosso. Un problema che SOMOS sta provando a risolvere. 

L’utente che è in possesso dell’app può influenzare il rosso e il verde del semaforo riuscendo a sfruttare meglio l’onda verde e potenzialmente non trovandosi mai bloccato nel traffico. Si tratta di un progetto ambizioso e che, pur essendo ancora in fase di prototipo, ha suscitato l’interesse di grandi società.

Il sistema  non crea disparità tra “chi paga e chi no” ma anzi permette di realizzare una regolazione del traffico naturale di cui beneficiano poi tutti gli utenti. 

Trasformare ogni auto in una “smart car” attraverso lo smartphone

Sempre attraverso un app è fornire a chi è al volante molte informazioni come lo stile di guida, la posizione del mezzo (per ricordarsi dove si è parcheggiato), l’analisi della ecosostenibilità di guida, lo storico dei propri viaggi. Il sistema è in grado di rilevare un’emergenza come una collisione e chiamare in automatico il soccorso.

Chiaramente l’App viene “accesa” prima di mettersi alla guida e spenta a macchina ferma.

Il sistema funziona senza la necessità di dispositivi IoT ma può essere integrato anche questa tecnologia.  Questo strumento viene fornito integrato ad un sistema GIS che permette poi l’analisi di tutti i dati raccolti per fare altre analisi qualitative come la pericolosità dei tratti stradali. Questi dati possono essere analizzati in un cruscotto web mobile o integrati ad un sistema gestionale. Risulta particolarmente utile a specifici contesti come la gestione delle flotte aziendali, dei mezzi pubblici (autobus, nettezza urbana) ma anche al mondo delle gare automobilistiche storiche e moderne.

Creare una competizione tra automobilisti per promuovere sicurezza e sostenibilità

Spesso quando si pensa ad una competizione automobilistica si pensa sempre al concetto di velocità. E’ invece possibile attraverso la misurazione dello stile di guida di creare delle vere e proprie competizioni. Attraverso la gestione della cosiddetta “Gamification” l’utente può accumulare punti o bonus per ogni prestazione di guida su un percorso urbano o extraurbano considerando anche la difficoltà dello stesso.  La promozione di uno stile di guida corretto rientra nel più generale concetto di “Health & Wealth“ e può quindi essere affine a programmi di Welfare aziendale soprattuto per particolari tipologie di lavoratori come quelli legati mondo dei trasporti.

Aiutare il corridore a migliorare le proprie prestazioni

Mobilità non significa solo automobile ma significa anche promuovere un’attività sportiva facilmente accessibile a tutti come la corsa.

Il runner può beneficiare di molteplici servizi attraverso un sistema digitale intelligente messo attraverso un’applicazione Smartphone.

> Dopo avere forma del piede e andatura è possibile fornire ai costruttori di scarpe dati per progettare una scarpa “su misura” fornite tramite un servizio di “abbonamento” in base alla frequenza di utilizzoe quindi all’usura;

> E’ possibile costruire dei programmi di formazione “su misura” che siano mirati a far svolgere 

al corridore neofita, amatoriale o professionista specifici training;

> Infine le prestazioni della corsa possono essere facilmente misurate e quindi creati delle iniziative ludiche dove corridori amatoriali possono gareggiare con i più esperti premiando non solo il tempo assoluto ma anche il miglioramento.

Startup innovative, in provincia di Brescia sono 137

in Economia/Innovazione/Startup/Tendenze by
Startup a Brescia, ecco i dati

C’è l’app che monitora l’utilizzo patologico dei cellulari, il cerotto sviluppato con le nanotecnologie, ma anche un nuovo materiale riciclabile e un biomarcatore capace di individuare nel sangue potenziali cause di infertilità. Sono soltanto alcuni esempi delle invenzioni brevettate in Lombardia che si conferma, nel 2017, regina delle start up innovative: una su quattro ha sede nella regione della rosa camuna.

A dirlo è il quarto rapporto trimestrale sulle start up innovative italiane, realizzato dal Ministero dello Sviluppo economico e di InfoCamere, in collaborazione con UnionCamere e relativo ai dati al 31 dicembre 2017. Secondo i dati su 8.391 startup italiane 1959 sono in Lombardia, pari al 23,35 per cento. Al secondo posto c’è l’Emilia Romagna con 862 attività (10,27% del totale italiano), seguita dal Lazio con 825 (9,83%). Fanalino di coda della classifica la Valle d’Aosta con appena 17 startup innovative. Il 70,9 per cento di queste attività fornisce servizi alle imprese, il 19,2 per cento opera nei settori dell’industria in senso stretto, mentre il 4,2 per cento riguarda nel commercio. Idee, innovazione, ma anche posti di lavoro: 10.847 persone sono gli addetti che lavorano in queste attività, con un incremento di 585 unità rispetto a giugno 2017, pari a una crescita del 5,7 per cento (dati settembre 2017).

LE STARTUP LOMBARDE CRESCONO DEL 9% IN 3 MESI. NEL 2018 SONO 111 IN PIÙ

Rispetto al terzo trimestre 2017 le start up innovative della Lombardia aumentano di oltre il 9 per cento, passando da 1793 a 1959 attività. Una percentuale superiore di circa 3 punti percentuale rispetto alla crescita media nazionale che si ferma al 6,8 per cento, con la provincia di Milano che registra un incremento delle registrazioni di oltre il 10 per cento. E il trend positivo per la Lombardia continua anche nel 2018, secondo i dati del Registro Imprese al 26 febbraio ci sono 111 nuove startup, arrivando quindi a quota 2070.

MILANO PRIMA PROVINCIA D’ITALIA. BENE ANCHE BERGAMO E BRESCIA

Tra le province italiane è Milano a guidare la classifica con 1370, pari a oltre il 16 per cento del totale nazionale, seguita da Roma con 716 (8,53%) e Torino 318 (3,79%). A livello regionale, dopo Milano, la provincia lombarda più attiva è Bergamo con 137 startup innovative, seguita da Brescia con 122, Monza e Brianza con 64 attività, Pavia con 49, Varese con 47 e Como con 44 start up innovative.

IL 29 PER CENTO DELLE STARTUP STRANIERE HA SEDE IN LOMBARDIA

Anche le start up innovative straniere scelgono la Lombardia: sono 64 su 224 registrate in Italia a fine 2017, e corrispondono al 29 per cento del totale. La provincia di Milano, con 52 imprese pari al 23,2 per cento del dato nazionale, è quella che guida la classifica. In particolare, l’86 per cento, pari a 46 imprese (corrispondente al ventuno per cento italiano), sono “residenti” proprio nella città meneghina.  Per quanto riguarda i settori di attività, i principali sono quello della produzione di software e consulenza informatica, in cui lavora quasi il 35 per cento delle start up, i servizi di informazione, in cui si concentra poco più del 23 per cento, e la ricerca scientifica e il suo sviluppo, in cui sono attive circa il 6 per cento delle nuove imprese.

Ma l’ecosistema delle start up innovative straniere non si limita alla sola Milano. I dati della Camera di commercio di Milano, Monza Brianza e Lodi su dati del registro imprese a fine dicembre 2017 mostrano che altre province lombarde sono state in grado di attirare l’attenzione dell’imprenditoria straniera. In particolare, sono Como e Varese a emergere, figurando tra le prime venti a livello nazionale e vantando rispettivamente quattro start up innovative straniere (al 13° posto in Italia) e tre start up innovative straniere (al 20° posto della classifica nazionale).

A livello nazionale dopo Milano viene Roma con 22 start up, seguono Bologna con 9 imprese, e poi Modena con 8 imprese, infine Torino e Vicenza entrambe con 7 imprese.

Imprese e trasformazione, seminario mercoledì 21 in Aib

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Innovazione/Startup by

Come affrontare la trasformazione con competenze nuove. Di questo si parlerà mercoledì 21 febbraio alle 9.00 all’auditorium Beretta (via Cefalonia, 62 – Brescia) durante un convegno promosso da Isfor e Aib.

La seconda tranche del piano italiano per Industria 4.0 punta sulla formazione. Lo scorso anno, grazie anche alla spinta di iper e super ammortamento, le imprese hanno investito su macchinari e tecnologia. Adesso, obiettivo principale diventano le persone per le cui competenze sono previsti importanti investimenti pubblici e per le quali le istituzioni del territorio stanno lavorando in sinergia. In Italia, così come nella nostra provincia, si riscontra un rilevante skill gap: le imprese faticano infatti a trovare sul mercato le persone giuste e hanno bisogno di riqualificare i loro addetti. Proprio su queste problematiche si focalizzerà l’incontro, ponendo l’accento in particolare sulle opportunità formative che Isfor mette in campo per rispondere con efficacia a questi bisogni.

Aprirà i lavori Paola Artioli, vice presidente settore Education Aib e presidente Fondazione Aib. A seguire, Cinzia Pollio (direttore Isfor) e Stefano Ottolini (direttore InnexHub) interverranno sul tema “La trasformazione digitale: l’importanza delle competenze e il ruolo della formazione”, mentre di “Rinnovamento della cultura strategica e l’impatto sistemico della trasformazione digitale” parleranno Mario Mazzoleni (Università di Brescia) e Fulvio Primatesta (Superpartes Innovation Campus).

Emilio Sardini (Università di Brescia) e Giovanni Renzi Brivio (Project Group) si soffermeranno su “Fabbrica intelligente e impatti strategici e organizzativi dell’IoT”.

“Big Data e cyber security” saranno infine al centro degli interventi di Valeria De Antonellis (Università di Brescia) e Cesara Pasini (consulente di direzione e presidente APCO). La partecipazione al seminario è libera e gratuita.

 

Startup innovative, Milano è la capitale d’Italia

in Economia/Innovazione/Startup by

La società specializzata in sistemi di trattamento delle acque basati sulle nanotecnologie e quella che sviluppa servizi informatici rivolti agli avvocati, la start-up che aiuta altre start-up a recuperare finanziamenti per lo sviluppo e quella che ha sviluppato un robot che analizza dati finanziari ed invia in tempo reale ai clienti suggerimenti di investimenti, il social network per gli amanti del cibo per condividere ricette, lezioni di cucina e biglietti per eventi, la società di creativi specializzati in design di moda maschili e beni di lusso e quella con sede in Italia e in California specializzata in materiali innovativi per occhiali: sono alcune delle 52 start-up innovative straniere presenti a Milano nel 2017 secondo l’elaborazione della Camera di commercio di Milano, Monza Brianza e Lodi su dati del registro imprese relativi alle sedi di impresa iscritte come start up innovative a fine dicembre 2017.

Milano è prima in Italia non solo per numero totale di start-up innovative con circa 1.400 su 8.300 (il 16% nazionale) ma il suo primato è ancora più saldo considerando le start-up innovative in cui sono presenti stranieri. Tra presenza forte, maggioritaria ed esclusiva, sono 52 su 224, il 23% italiano.

Le start up innovative straniere in Lombardia: sono 64 su 224 registrate in Italia a fine 2017, il 29% del totale. Milano è prima con 52 imprese, di cui 46 (21% italiano) con sede a Milano città. Seconda è Como con 4 start up innovative straniere (al 13° posto in Italia) seguita da Varese con 3 (al 20° posto). Mentre Brescia non rientra tra le 15 realtà territoriali italiane a maggiore concentrazione.

In Italia dopo Milano vengono Roma e Bologna, per start-up innovative a presenza straniera seguite da Modena, Torino e Vicenza. Le start-up innovative straniere milanesi operano soprattutto nei settori della produzione software (35%), dei servizi di informazione (23%) e della ricerca scientifica e sviluppo (6%) e per l’86% hanno sede a Milano città.  In quasi un caso su tre (29%) appartengono a giovani, più della media del 19% per tutte le start-up innovative presenti sul territorio.

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