Magazine di informazione economica di Brescia e Provincia

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Aprile 2019 - page 2

Pagamenti alle imprese, Brescia è la più puntuale d’Italia

in Economia/Tendenze by
Pagamenti

Tre province lombarde in vetta e tre siciliane in coda nella graduatoria* nazionale per la puntualità nei pagamenti delle imprese stilata da Cribis, società del gruppo CRIF specializzata nella business information. Lo studio sui pagamenti aggiornato al primo trimestre di quest’anno colloca Brescia in testa, seguita da Bergamo e Sondrio mentre nelle ultime tre posizioni mette Caltanissetta, Enna e Palermo.

Sette delle 12 province lombarde, sono nella top ten della puntualità dei pagamenti realizzata da Cribis: Lecco è quarta, Mantova è sesta, Como settima e Cremona al nono posto. Al quinto posto si inserisce la provincia di Trento, all’ottavo Biella e al decimo Treviso.

Tra le 10 province dove le imprese non riescono a rispettare i tempi di pagamento, le ultime sei posizioni sono occupate da realtà siciliane: dopo Caltanissetta, Enna e Palermo troviamo nell’ordine Trapani, Messina e Siracusa. Tra le meno virtuose al settimo posto c’è anche Caserta, all’ottavo Reggio Calabria e al decimo Ogliastra.

Lo studio sui pagamenti di Cribis conferma come la Lombardia sia la regione con la percentuale* più alta di aziende che effettuano i pagamenti nei tempi previsti (45,6%). Appena alla spalle si posiziona l’Emilia-Romagna, dove il 44,9% delle imprese presenti sul territorio adempie ai propri obblighi economici entro la data di scadenza.

Terza e quarta posizione per Veneto (43,6%) e Trentino-Alto Adige (43,1%), seguite dal Friuli-Venezia Giulia (41,7%). Vicine alle percentuali delle regioni del nord le Marche, che guadagnano la sesta posizione della graduatoria, con il 41,2% di aziende puntuali.

Più bassa la percentuale al sud, con la Sicilia che occupa l’ultima posizione del ranking regionale, con una quota pari al 17,1%, preceduta da Sardegna (20,3%) e Puglia (24,1%).

L’analisi di CRIBIS, società del gruppo CRIF che offre alle aziende servizi per le decisioni di business in Italia e all’estero, evidenzia che oltre un terzo (35,3%) delle imprese del nostro Paese effettua i suoi pagamenti nei termini previsti, una percentuale in diminuzione rispetto a quella registrata nello stesso periodo del 2018 (37,2%). Oltre la metà delle aziende (53,4%) adempie i propri obblighi di pagamento con un ritardo massimo di 30 giorni, mentre l’11,3% supera il mese di ritardo.

*La graduatoria viene realizzata sulla base del patrimonio informativo CRIBIS sui ritardi di pagamento delle aziende italiane nelle transizioni commerciali B2B

Economia, ecco i settori in cui la crisi non esiste

in Economia/Tendenze by

Sebbene la crisi economica generi timori e preoccupazioni in molti italiani, esistono settori lavorativi in cui tutto continua a procedere a gonfie vele, senza paura per il futuro. Secondo i dati del database di Servizio Contabile Italiano[1], molte di queste professioni vengono inoltre svolte sempre di più da possessori di partita iva.

Stiamo parlando di attività che continuano a mostrare segnali di crescita e che sono legate all’informatica e all’industria 4.0, oltre a quelle relative alle consulenze di alto livello e al marketing digitale. In questi ambiti, è la formazione professionale e tecnica molto specifica a rappresentare un plus. Esaminiamo insieme questi settori in crescita.

Informatica

Ormai tutto passa dal web e dai computer: ecco perché le professioni legate al mondo dell’informatica sono molto richieste. Innanzitutto, va specificato che sono diverse le competenze richieste. Ovviamente, più competenze si posseggono, meglio è.

  • l’analista programmatore racchiude in sé due competenze diverse: l’analista si occupa dell’analisi delle esigenze del cliente, mentre il programmatore si occupa dello sviluppo del software.
  • Il web developer si occupa della gestione tecnica di un sito, della creazione e dell’aggiornamento delle pagine web.
  • Il system manager si occupa della gestione delle infrastrutture informatiche e di comunicazione e assicura che il servizio informatico sia sempre disponibile.
  • Il security manager è uno specialista che ha il compito di individuare eventuali intrusioni o tentativi di spionaggio elettronico.
  • Il web designer è il responsabile degli aspetti grafici di un sito internet.
  • Il webmaster ha il compito di ideare, progettare e curare la realizzazione di un sito, tenendo presente esigenze tecniche e obiettivi di vendita.

Automazione industriale

Secondo uno studio diffuso da Assolombarda[2], l’automazione delle attività industriali può aumentare il tasso di crescita annuo mondiale tra lo 0,8% e l’1,4%. Ne consegue quindi che le professioni legate a questo settori siano fortemente in crescita. Il tasso di robotizzazione in Italia è alto, ma punta ad aumentare sempre di più e per questo servono esperti nel settore che abbiano studiato ingegneria e si siano formati anche all’estero, in istituti di ricerca.

Un esempio è quello delle soluzioni di assemblaggio integrate, che avranno un ruolo fondamentale nell’industria 4.0. Diversamente da quanto si possa pensare, la quarta rivoluzione industriale non porterà a una riduzione dell’occupazione, ma bensì alla valorizzazione delle competenze degli esseri umani. Si lavora, quindi, per potenziare e valorizzare le capacità dei lavoratori.

Consulenze di alto livello

Un altro settore che volerà alto nei prossimi anni è quello delle consulenze di alto livello. Stiamo parlando di professionisti, come ad esempio avvocati specializzati in aree ben precise. I settori che necessitano di consulenti legali sono moltissimi, a partire da quello della moda, in cui la globalizzazione e la delocalizzazione delle industrie rischia di vanificare i benefici del Made in Italy. Altrettanto importanti sono le consulenze in area web, come quelle su programmi gestionali e formazione del personale.

Marketing digitale

Il futuro del commercio è sul web, ma non può esistere senza un buon marketing digitale. Nello specifico, il content marketing è diventato uno strumento essenziale per ogni strategia di digital marketing. Non si tratta solo di creare contenuti editoriali per favorire le vendite, ma di valutare interamente il processo strategico.

Bisogna capire come attrarre i visitatori, identificarli, conquistarli e rafforzare la loro fedeltà. Per arrivare a ciò, servono professionisti dotati di competenze tecniche e umanistiche, che sappiano interpretare i dati e creare le campagne. Solitamente il content marketing si sviluppa attraverso:

  • Ricerca e pianificazione dei contenuti e degli obiettivi
  • Creazione dei contenuti (scrittura, fotografia, video)
  • Distribuzione dei contenuti sui canali di riferimento
  • Gestione delle campagne pubblicitarie
  • Verifica dei dati di vendita.

Le aziende hanno già da qualche tempo compreso l’importanza vitale di questo processo e come sia essenziale avere figure competenti e non personale interno non specializzato. Un marketing digitale di successo non consiste nel diffondere solo messaggi pubblicitari, ma nell’offrire al pubblico e ai potenziali clienti un’esperienza su misura, che poi vorranno condividere con amici e familiari.

E qui entrano in gioco le professioni della scrittura, come quelle del ghostwriter, del copywriter e dello storyteller. Non vanno sottovalutati nemmeno gli specialisti SEO, che sanno ottimizzare i siti e le pagine web per fare in modo che vengano trovate dai potenziali clienti. Per concludere, in tutte queste professioni sono necessarie competenze elevate, raggiunte tramite lo studio e l’esperienza.

[1]                https://www.serviziocontabileitaliano.it

[2]                https://www.assolombarda.it/centro-studi/automazione-come-cambia-il-lavoro-quale-impatto-su-crescita-e-produttivita

Professioni del design in Lombardia: 2mila giovani assunti in un anno

in Economia/Tendenze by
Giovane al lavoro, foto da Pixabay

Professioni del design: in Lombardia più di un nuovo assunto su cinque, quasi la metà è giovane. Sono quasi 4 mila all’anno gli assunti in regione su circa 17 mila in Italia. Si tratta soprattutto di disegnatori di prodotti industriali e di beni di consumo, oltre 3 mila in Lombardia su 14 mila nel Paese (24%) e quasi la metà è giovane (47%). Circa uno su due è di difficile reperimento (47%), soprattutto per mancanza di candidati. Ed è una professione più per uomini, preferiti nel 45% dei casi. Ma ci sono anche gli orafi e i disegnatori di gioielli, 180 in regione su 1.540 nazionali e gli artigiani delle lavorazioni artistiche del legno e di materiali assimilati, 170 su 1.140. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio sui dati di Excelsior, realizzato da Unioncamere in collaborazione con ANPAL.

Il design artigiano. Sono oltre 17 mila le imprese lombarde dei settori strettamente legati a mobile e design tra produzione e progettazione, su oltre 87 mila attive in Italia, circa il 20% del totale. Nel 65% dei casi si tratta di imprese artigiane. Danno lavoro a oltre 107 mila addetti su quasi mezzo milione (405 mila) nel Paese, secondo l’elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi su dati registro delle imprese al 2018 e 2017 per quanto riguarda le imprese attive.

Mobili e design, i territori più “artigiani”. Se in media in Italia è artigiano il 65% delle imprese del settore, sono Verbania con il 90%, Oristano e Imperia (87%), Aosta e Sondrio (86%), i territori dove gli artigiani del mobile e design pesano di più. Tra le lombarde, alta la presenza di artigiani anche a Lodi e Pavia ( circa 76%) contro una media lombarda del 60,6%.

Milano è prima in Italia sia per imprese con 4.707 attive, che per addetti, 28 mila. La seguono per numero di imprese Roma (3.354), Torino (3.153), Napoli (2.691) e Treviso (2.430). Per numero di addetti, dopo Milano in testa Treviso (20 mila), Modena (18 mila) e Como (17 mila). Tra i primi venti territori a livello nazionale per imprese ci sono altre cinque lombarde, Monza Brianza al settimo posto con 2.199 imprese, Como nona con 2.035, Bergamo e Brescia, rispettivamente dodicesima e tredicesima con circa 2 mila imprese l’una e Varese sedicesima con circa 1.600 imprese. Milano e Lodi sono le uniche lombarda a crescere tra 2018 e 2017, rispettivamente +1,7% e +0,5% a fronte di un rallentamento registrato a livello regionale e nazionale (circa -1%).

Come la tecnologia digitale può cambiare la politica | INNOVATION CLUB

in Economia/Evidenza/Tendenze by
Gente, foto generica da Pixabay

Greta Thunberg è figlia della cantante d’opera Malena Ernman e dell’attore Svante Thunberg.  Il 20 agosto 2018 Greta Thunberg, che frequentava il nono anno di una scuola di Stoccolma, ha deciso di non andare a scuola fino alle elezioni legislative del 9 settembre 2018. La decisione di questo gesto è nata a fronte delle eccezionali ondate di calore e degli incendi boschivi senza precedenti che hanno colpito il suo paese durante l’estate. Voleva che il governo svedese riducesse le emissioni di anidride carbonica come previsto dall’accordo di Parigi sul cambiamento climatico ed è rimasta seduta davanti al parlamento del suo Paese ogni giorno durante l’orario scolastico. Il suo slogan scritto su cartello era “Skolstrejk för klimatet” (Sciopero della scuola per il clima).

La bicicletta di Greta fotografata l’11 settembre 2018. La scritta dice La crisi del clima ha bisogno di essere gestita come una crisi! Il clima è la questione di scelta più importante ! A seguito delle elezioni, ha continuato a manifestare ogni venerdì, lanciando così il movimento studentesco internazionale Fridays for Future. Ha partecipato alla manifestazione Rise for Climate davanti al Parlamento Europeo a Bruxelles e ha parlato alla manifestazione organizzata da Rebellion Extinction a Londra (31 ottobre 2018)[5]. Il suo sciopero del venerdì ha attirato l’attenzione dei media in diverse nazioni e manifestazioni simili sono state organizzate in altri paesi, tra cui i Paesi Bassi, l’Italia, la Germania, la Finlandia, la Danimarca e l’Australia. In Australia migliaia di studenti sono stati ispirati da Thunberg ad intraprendere lo sciopero del venerdì, ignorando l’appello del loro Primo ministro Scott Morrison, che ha dichiarato al parlamento «ciò che vogliamo è l’apprendimento nelle scuole e meno attivismo».

Il 4 dicembre 2018 Greta ha parlato alla COP24, vertice delle Nazioni Unite  sui cambiamenti climatici tenutosi a Katowice in Polonia Katowice, in Polonia. Greta ha spiegato così la gravità del problema: «Ciò che speriamo di ottenere da questa conferenza è di comprendere che siamo di fronte a una minaccia esistenziale. Questa è la crisi più grave che l’umanità abbia mai subito. Noi dobbiamo anzitutto prenderne coscienza e fare qualcosa il più in fretta possibile per fermare le emissioni e cercare di salvare quello che possiamo.»

L’ambiente è un tema che oggi è caro a tutti e chiaramente possiamo avere sensibilità differenti rispetto al modo con cui è stato trattato in questo caso. L’aspetto incredibile di questa vicenda è che l’iniziativa di una “singola giovane con un cartello” si è riverberata nel digitale ed ha velocemente scatenato in modo rapido un movimento strutturato e molto potente in tutto il mondo. Nasce con una rapidità impressionante un movimento sovranazionale imprevedibile e che colpisce nel segno e coinvolge in prima battuta i giovanissimi che dispongono di strumenti per essere da subito parti attive.

La politica sempre più non apparterrà nel futuro solo ai partiti ma sempre più a movimenti che interpreteranno opinioni su un tema specifico o di indirizzo. Le persone potranno organizzarsi con maggiore facilità in un movimento locale o sovranazionale con un manifesto ad esempio sul tema ambientale che potrà essere adottato da un partito politico.

Vediamo alcune tecnologie che potranno aiutare nel strutturare un movimento politico:

SUBSCRIPTION: Una tecnologia che permette di creare una “forma di abbonamento” è fondamentale per qualsiasi movimento in primo luogo per finanziarsi in secondo luogo per strutturare un sistema di servizi di informazione e di utilità. Si tratta del meccanismo di “tesseramento di un partito” traslato nel digitale;

SMALL DATA: Per ampiare un movimento bisogna identificare quegli indicatori che permettono di individuare velocemente persone da coinvolgere che hanno più o meno le stesse opinoni su un tema. Unendo questo dato a quello della georeferenziazione è possibile “coinvolgerli dal vivo” favorendo l’incontro tra persone “simili”;

REALTÀ AUMENTATA: Attraverso sistemi di realtà aumentata è già oggi possibile creare elementi virtuali per evidenziare un messaggio politico che segnala un problema specifico. Immaginate un cartellone virtuale in realtà vitruale proprio sopra il sito di una discarica abusiva o un “gioco didattico” che prevede la cattura di elementi virtuali su un territorio;

INTELLIGENZA ARTIFICIALE: Fondamentale in tantissimi processi da selezionare i migliori contenuti, le migliori immagini per una campagna di coinvolgimento fino a creare un sistema di analisi del sentiment e della reputation molto preciso ottimizzando i big data della rete;

BLOCKCHAIN: La Blockchain permette di creare meccanismi di voto certificato online all’interno dei movimenti in modo da realizzare una forma di partecipazione più precisa e fuori da ogni sospetto. Attraverso questa tecnolgia è possibile implementare un puntuale sistema di coinvolgimento della base elettorale che può esprimere opinioni di indirizzo generale o intervenire su problemi specifici dopo avere approfondito tutti i contenuti di un argomento. La Blockchain realizza velocemente un meccanismo di “voice of people”.

www.innovationclub.it

Fuorisalone, sono 23mila le imprese coinvolte nella sola Milano

in Economia/Eventi/Tendenze by
Fuorisalone di Milano

Fuorisalone, a Milano città coinvolge circa 23 mila imprese, 154 mila addetti, 19 miliardi di fatturato annuale, circa 350 milioni a settimana, secondo i dati della Camera di Commercio di Milano Monza Brianza Lodi tra ristoranti e bar, alberghi, negozi e locali e assistenza turistica e di lavoro. Metà in alloggio e ristorazione, un quarto nello shopping e un quarto nei servizi collegati. Nello shopping l’abbigliamento pesa la metà e gli alimentari il 20%. Nei servizi oltre il 70% sono trasporti. Sono settori che crescono dell’1% in un anno e del 7% in cinque anni a Milano.

I DATI DELL’INDOTTO

Milano pesa il 16% in Italia per business legato ai saloni. Milano città pesa il 6% nazionale per addetti con 154 mila su 2,6 milioni nel Paese ma il 16% per giro d’affari annuale con circa 19 miliardi di euro su oltre cento miliardi.

Boom di sharing mobility, catering, bed & breakfast, booking. A Milano boom di catering (104 imprese, +11% in un anno e + 71% in cinque anni), di bed & breakfast (382 attività, +14% e +93%), di affitto vetture con la nuova mobilità in sharing (163 imprese, +12% e +37%), di servizi di prenotazione (158, +11% e + 61%), di ristoranti (5669, +4% e + 27%).

Alloggio e ristorazione valgono metà delle imprese dell’indotto della città (12 mila). Sono oltre mille gli alberghi e gli alloggi coinvolti in città, quasi 6 mila i ristoranti e 5 mila bar (circa metà ciascuno sul settore ospitalità).

Lo shopping col 24% delle imprese dell’indotto cittadino (circa 5 mila). Primi settori abbigliamento con quasi la metà, tra vestiti e calzature (1850 imprese e 409, rispettivamente il 34% e il 7,5% di tutte le imprese dello shopping). Poi gli alimentari (1.064 imprese, il 20% circa), di cui oltre 300 pasticcerie. Ma anche i tabacchi (622, oltre 10%), le edicole (487, circa 10%), i negozi di articoli farmaceutici e di bellezza e le profumerie (insieme 679 imprese, il 12% dell’indotto commerciale).

I servizi con oltre 5 mila imprese (24% del totale indotto cittadino). I servizi collegati sono 5.340 imprese, 4 mila imprese tra taxi (oltre 2 mila) e trasporto merci (quasi 2 mila), insieme rappresentano oltre il 70% dell’indotto nei servizi. Poi ci sono 695 fotografi (13% dell’indotto nei servizi) e gli interpreti (174, 3%), oltre a 134 servizi di prenotazione, quasi il 3%.

Arredamento senza crisi, per Brescia export a + 6,7 per cento

in Economia/Tendenze by
Arredamento, foto daa Pixabay

Design italiano nel mondo? Arredo domestico ed esterno negli USA (+14,5% e +22,4%), cucine in Corea (+292,6%), sedie in Grecia (+25,5%), mobili per ufficio in Russia (+98,2%), divani in Cina (+18,1%), gioielli in Canada (+70%), apparecchiature per l’illuminazione in Australia (+31%), prodotti in vetro nei Paesi Bassi (+28,4%), porcellane nel Regno Unito (+57,1%) e in India (+25,4%). Per sapere dove va, quali sono i maggiori mercati, quali gli emergenti e quante imprese operano nel settore ecco la mappa: “Il design italiano nel mondo – Italian design in the world”, realizzata dalla Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi e Promos Italia.

“Il design si conferma un settore trainante per il made in Italy nel mondo – commenta Alessandro Gelli, Direttore di Promos Italia – Un comparto che grazie alla sua variegata gamma di prodotti è radicato su tutto il territorio nazionale, significativo il fatto che le prime tre province per volumi di export siano realtà distanti e molto diverse tra loro come Treviso, Alessandria e Arezzo. I mercati di riferimento per l’export del settore restano Francia, Stati Uniti, Svizzera e Germania – prosegue Gelli – ma sono in costante ascesa anche Cina, Canada, Australia e Giappone, mentre si è registrato un rallentamento da parte di Emirati Arabi e Turchia”

Un export da quasi 22 miliardi in un anno. È il valore raggiunto dall’Italia nel 2018 tra arredamento, illuminazione, articoli in porcellana e ceramica, gioielleria, +0,6%. In particolare sono aumentate le esportazioni di prodotti in ceramica (+6,4%), mobili per cucina (+5,9%), arredo esterno (+4,4%), parti e accessori di mobili (+3,7%). I 3 maggiori partner italiani sono: Francia (14% del totale, +0,5% rispetto al 2016), Stati Uniti (10,1%, +6,3%), Svizzera e Germania (9,2%). In ascesa anche: Cina 9° (+4,7%), Canada 14° (+14,4%), Australia 18° (+6,6%) e Giappone 19° (+5,5%). Tra le prime 20 destinazioni compaiono poi: Regno Unito, Emirati Arabi, Hong Kong e Spagna. Emerge da elaborazioni della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi e Promos Italia su dati Istat anni 2018 e 2017. E se la Francia è il principale partner per quasi tutti i prodotti, i mobili per ufficio, per cucina, le sedie e l’arredo domestico vanno anche negli USA, la Germania è prima per apparecchiature per l’illuminazione e per prodotti in porcellana e ceramica, il Regno Unito per parti e accessori di mobili e la Svizzera per gioielleria e pietre preziose.

I maggiori esportatori italiani di design sono Treviso, Alessandria e Arezzo. Monza Brianza seconda per mobili, Milano prima per prodotti per l’illuminazione e in vetro. Le crescite maggiori a Como (+9,3%), Venezia (+8,5%), e Brescia (+6,7%). Nel settore dei mobili prime Treviso (18,1% del totale), Monza Brianza (8,7%), Pordenone (8,1%) e Como (7,3%, +8,5%). Quinta Milano in crescita: +7,3%.

La Lombardia con oltre 5 miliardi rappresenta un quarto del totale nazionale, +3,6%. Milano con 1,8 miliardi (di cui 501 milioni in mobili), Monza Brianza con 1 miliardo (di cui 855 milioni solo di mobili) sono leader del settore regionale. Seguono Como con 775 milioni, Brescia con 471 e Bergamo con 366. A Mantova +26,9%, Lecco +23,8%, Cremona +16,5% e Lodi +15,3% i maggiori aumenti in un anno.

Design, le imprese della Lombardia sono 28mila: 3mila a Brescia

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Design, foto da pixabay

Design, sono 9 mila a Milano su 28 mila lombarde le imprese dei settori interessati tra design, tessile, vetro, luci, legno, tessile, su 164 mila attive in Italia. Danno lavoro a 54 mila addetti su 167 mila lombardi e 797 mila nel Paese, secondo l’elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi su dati registro delle imprese al 2018 per quanto riguarda le imprese attive. Un settore che vale 14 miliardi all’anno a Milano, tocca i 17 miliardi insieme a  Monza e Lodi, su 31 miliardi di business lombardo e 113 miliardi di fatturato nazionali. Il settore è giovane, con l’8% delle imprese giovanili under 35 a Milano, in linea con il dato nazionale.

Sono 2 mila i designer imprenditori milanesi, crescono del 4% in un anno e del 43% in nove anni, su 4 mila in Lombardia e 14 mila in Italia.

“Il settore del design – ha dichiarato Marco Dettori, membro di giunta della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi– vede concentrare tra Milano e il suo hinterland insieme a Monza e alla Brianza e con il contributo di Lodi, in un unico territorio una autentica capitale internazionale. Qui tradizione e innovazione, qualità e produttività si traducono in straordinarie eccellenze dell’arredo. Il Salone del Mobile e il Fuorisalone sono un significativo riconoscimento a imprese, piccole e grandi, sinonimo di un made in Italy stimato in tutto il mondo”.

Milano è prima in Italia sia per imprese con 9 mila attive, che per addetti, 54 mila. La seguono per numero di imprese Firenze (9 mila con 47 mila addetti), Napoli (8 mila imprese e 28 mila addetti), Prato (7 mila imprese con 39 mila addetti), Roma (7 mila imprese con 10 mila addetti), Torino (5 mila imprese con 14 mila addetti), Bari (4 mila imprese e 21 mila addetti).

In Lombardia. Dopo Milano con 9 mila imprese attive e 54 mila addetti, ci sono Brescia e Bergamo con circa 3 mila imprese e quasi 20 mila addetti.

Brexit, tra Lombardia e Regno Unito un business da 9 miliardi di euro

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Brexit

Tra Lombardia e Regno Unito: affari per 9 miliardi nel 2018, il 26% del totale italiano, di cui 5 miliardi di export e 3,8 di import. Milano con 3,4 miliardi di scambi guida la classifica regionale, seguita da Bergamo, Brescia e Varese con oltre 900 milioni. Le crescite più consistenti a Sondrio (+14,4%) e Lodi (+9,4%). Macchinari e mezzi di trasporto i prodotti più esportati, nell’import spiccano invece i prodotti farmaceutici e chimici. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi e di Promos Italia su dati Istat.

L’interscambio italiano con il Regno Unito è di 35 miliardi di euro circa, 23 miliardi di export e 11 di import. Lombardia prima regione con il 26% degli scambi nazionali, seguita da Emilia Romagna e (5,6 miliardi, 16,2%) e Veneto (4,4 miliardi, 12,7%). Tra le province prima Milano con un decimo dell’interscambio italiano, seguita da Roma (1,5 miliardi, 4,3%) e Torino (1,4 miliardi, 4,2%). Superano il miliardo anche Bologna, Vicenza, Modena, Livorno e Treviso. Seguono Bergamo e Brescia. Tra le prime dieci crescono di più Bologna (+18,6%), Modena (+9,4%) e Brescia (+8,4%).

Per le imprese attive all’estero le conseguenze ci saranno per quasi la metà ma saranno ridotte. Le conseguenze, secondo le circa 500 imprese che operano con l’estero sentite da Promos Italia non saranno rilevanti per la maggioranza degli operatori. C’è però il 40% di chi ha risposto al questionario che si aspetta un calo comunque contenuto e in genere inferiore al 10% del proprio business estero, come conseguenza dei diversi rapporti con le imprese britanniche.

“Il Regno Unito è un mercato importante per l’export delle nostre imprese – commenta Giovanni Da Pozzo, Presidente di Promos Italia – Secondo le aziende che hanno risposto al nostro questionario, gli ultimi sviluppi sulla Brexit non impatteranno significativamente sul loro business internazionale, anche se delle conseguenze sono attese. Siamo in una fase di incertezza – prosegue Da Pozzo – e molti degli sviluppi futuri nei rapporti economici con i Paesi europei potranno dipendere dalle scelte del governo britannico”.

Per A2A un utile netto da record: 344 milioni di euro

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I vertici di A2A, foto da ufficio stampa

Si è riunito oggi il Consiglio di Amministrazione di A2A S.p.A. che, sotto la Presidenza del Prof. Giovanni Valotti, ha approvato i progetti del Bilancio separato e della Relazione finanziaria annuale consolidata al 31 dicembre 2018.

Gruppo A2A – Risultati consolidati al 31 Dicembre 2018

Nel corso dell’esercizio 2018 il Gruppo A2A ha portato a termine il processo di aggregazione territoriale delle utilities di Como, Monza, Lecco, Sondrio e Varese, tramite un percorso di partnership societaria e industriale, finalizzato alla nascita della “Multiutility del Nord” e ha consolidato la sua presenza nel settore fotovoltaico grazie all’acquisizione nell’anno di ulteriori impianti fotovoltaici.

Nel 2018, i Ricavi del Gruppo A2A, sono risultati pari a 6.494 milioni di euro, in aumento del 12% rispetto all’anno precedente. L’aumento dei ricavi è prevalentemente riconducibile ai ricavi di vendita di energia elettrica e gas a seguito dei maggiori volumi venduti sui mercati all’ingrosso, all’incremento dei prezzi, alle maggiori vendite su mercato libero, in particolare grandi clienti, nonché ai maggiori ricavi relativi ai certificati verdi. Il consolidamento integrale del nuovo gruppo ACSM-AGAM ha contribuito per 187 milioni di euro ai ricavi del Gruppo del secondo semestre dell’anno.

Il Margine operativo lordo si è attestato a 1.231 milioni di euro, in aumento di 32 milioni di euro rispetto al 2017 (+2,7%). Il contributo derivante dal consolidamento del gruppo ACSM-AGAM, a partire dal primo luglio 2018, è stato pari a 32 milioni di euro.

Al netto delle partite non ricorrenti (64 milioni di euro nel 2017; 39 milioni di euro nel 2018) e delle variazioni di perimetro riferite principalmente all’operazione ACSM-AGAM, il Margine operativo lordo è cresciuto di 33 milioni di euro (+3%).

Il Risultato Operativo Netto risulta pari a 588 milioni di euro, in diminuzione di 122 milioni di euro rispetto al 2017 (710 milioni di euro nel 2017). La diminuzione è riconducibile:

· alle maggiori svalutazioni di asset e avviamenti operate nell’anno in corso (160 milioni di euro nel 2018; 34 milioni di euro nel 2017);
· all’incremento degli ammortamenti derivante dalle variazioni di perimetro intervenute nei due periodi di confronto e dalla realizzazione di nuovi investimenti;

Le svalutazioni del 2018 si riferiscono per 44 milioni di euro all’avviamento allocato sulla CGU Reti Elettriche (34 milioni nel 2017) e per 116 milioni di euro agli asset della centrale di Monfalcone. L’Utile Netto di pertinenza del Gruppo nel 2018 ha raggiunto 344 milioni di euro (293 milioni di euro nel 2017) in incremento di 51 milioni di euro (+17%).

Nel 2017 l’Utile Netto di pertinenza del Gruppo è stato influenzato dagli effetti conseguenti l’esercizio, in data primo luglio 2017, della PUT Option sull’intera quota del capitale sociale detenuta da A2A S.p.A. nella società montenegrina EPCG: l’esercizio di tale PUT Option ha comportato l’iscrizione di 86 milioni di euro di componenti negative di reddito sull’utile netto del 2017.

Nel corso del 2018, invece:

– è stato rinegoziato nel mese di aprile l’accordo per l’esercizio della PUT, riducendo in numero (da 7 a 4) e accelerando le date di pagamento delle rate previste per la cessione delle quote (rate comprese tra il 1° maggio 2018 e il 31 luglio 2019) determinando, a conto economico, un impatto positivo pari a 21 milioni di euro (5 milioni di euro di effetto attuariale relativo all’esercizio delle prime due rate della sopramenzionata PUT scadute nel corso del 2018 e 16 milioni di euro relativi all’incasso di dividendi dalla società partecipata EPCG);
– è stata ceduta la partecipazione nella miniera di carbone Rudnik Uglija ad Pljevjia, generando una plusvalenza pari a 6 milioni di euro;
– è stato iscritto un badwill per circa 8 milioni di euro a fronte dell’ acquisizione degli impianti operanti in Italia nel settore fotovoltaico, di proprietà di Talesun;
– sono state effettuate – come sopra menzionato – svalutazioni da impairment per 160 milioni di euro; 128 milioni di euro al netto degli effetti fiscali relativi (svalutazioni nette del 2017 pari a 34 milioni di euro nel 2017).

Escludendo i sopramenzionati effetti e le svalutazioni effettuate nei due anni di confronto, l’Utile Netto “Ordinario” di pertinenza del Gruppo nel periodo risulta pari a 438 milioni di euro (413 milioni di euro nel 2017).

La Posizione Finanziaria Netta al 31 dicembre 2018 è pari a 3.022 milioni di euro (3.226 milioni di euro al 31 dicembre 2017). Nel corso dell’anno la generazione di cassa, dopo il pagamento di dividendi per 180 milioni di euro ed investimenti di Gruppo per 500 milioni di euro di euro, è stata pari a 235 milioni, riassorbita per 31 milioni di euro dagli effetti netti derivanti dalle variazioni di perimetro.

Brescia, Openjobmetis apre una nuova filiale sull’assistenza familiare

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Badante, foto generica da Pixabay

È stata inaugurata ieri a Brescia (via Creta 74) la nuova filiale di Openjobmetis riservata all’incontro tra domanda e offerta di lavoro nel settore dell’assistenza familiare.

L’agenzia per il lavoro quotata in Borsa a Milano ha inoltre avviato la campagna recruiting per la ricerca e selezione di cento operatori familiari qualificati che verranno assunti con contratto a tempo determinato in somministrazione all’interno di realtà familiari distribuite su tutto il territorio nazionale. Per potersi candidare è necessaria una buona conoscenza della lingua italiana e consigliata un’esperienza precedente nel settore. Per inviare la propria candidatura e avere maggiori informazioni visitare il sito www.familycarebadanti.it.

La divisione Family Care seleziona e assume con regolare contratto di somministrazione operatori familiari qualificati, comunemente chiamati badanti, per l’assistenza familiare e domiciliare, infermieristica e per altri servizi utili alle famiglie. La divisione è nata nel 2014 per offrire, in particolare ad anziani e diversamente abili, un servizio di assistenza personalizzato, sicuro e idoneo alle correnti esigenze.

Il numero complessivo di lavoratori domestici in Italia è di circa 2 milioni, con una percentuale di lavoratori regolari che raggiunge circa il 40%. Nel 2018 infatti sono stati 865 mila i lavoratori domestici regolarmente assunti dalle famiglie italiane.

Danilo Arcaini, responsabile divisione Family Care Openjobmetis: “Vogliamo contribuire a trasformare oltre un milione di contratti di lavoro irregolari in regolari rapporti di lavoro in somministrazione. Nella nostra esperienza, su dieci famiglie che si rivolgono ai nostri professionisti, sono sette quelle che hanno già lavorato con le badanti, ma con rapporti di lavoro irregolari che spesso coincidono con esperienze negative”.

Gli interessati possono rivolgersi a: Family Care di Brescia, via Creta, 74. Telefono: 030-5051696. E-mail: familycare.brescia@openjob.it

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