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Douglas Siveri presidente Apindustria

Sivieri (Apindustria): ora serve una politica che prenda decisioni

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Una politica ferma che, ancora una volta, non aiuta gli imprenditori. Il presidente di Apindustria Brescia Douglas Sivieri ribadisce l’importanza di prendere decisioni precise in questo momento storico ed economico. “Gli imprenditori, per natura, sono molto ottimisti – commenta in una nota – : se così non fosse tante imprese non sarebbero nemmeno nate. Ottimisti sì, ma non incoscienti, ed è per questo che da tempo ribadiamo l’importanza di decisioni importanti per il sistema Paese. Che purtroppo non arrivano, né per sostanza né tanto meno per la celerità che invece servirebbe”.

“Oggi è una giornata importante – continua Sivieri -: la Gran Bretagna ha infatti dato formalmente il via al processo di separazione dall’Unione Europea. È la prima volta che accade nella non lunga storia dell’Unione e non sappiamo quali saranno le conseguenze e gli esiti di questa decisione. A oggi possiamo solo dire che in Gran Bretagna il disastro annunciato lo scorso anno sul rischio Brexit non c’è ancora stato. Più facile per loro, certo, che hanno la sterlina e non sono dentro l’euro (che, a scanso di equivoci, non è una porta girevole). Resta che il mondo si muove, dentro e fuori (soprattutto) dall’Europa. Eppure sembriamo non accorgercene. Nei giorni scorsi a Roma si sono tenute le celebrazioni per il sessantesimo dei Trattati di Roma: tanta diplomazia, tanti richiami ai valori dell’Europa, un documento che è stato soprattutto una grande prova di equilibrio o, meglio, di equilibrismo.
I nodi sono ancora tutti lì e qui veniamo all’Italia, che oltre ai nodi europei ne ha anche fin troppi di suoi. Il Paese continua ad andare a bassa velocità, al punto da sembrare immobile. Non mi riferisco tanto alle variazioni congiunturali di fatturato e ordinativi delle imprese (in calo a gennaio, secondo le ultime rilevazioni fatte dall’Istat proprio ieri), quanto piuttosto al senso di immobilismo che si continua a percepire. A distanza di quattro mesi dal referendum costituzionale non c’è ancora uno straccio di legge elettorale che ci possa consentire di andare al voto. E, peggio, la politica è impallata, terrorizzata da 3,4 miliardi di manovra correttiva da fare in un contesto nel quale il debito pubblico è superiore al 130% del Pil, intorno ai 2.200 miliardi di euro. Che accadrà fra pochi mesi, quando le manovre sui conti pubblici dovranno essere di ben altra portata?

Abbiamo bisogno di investimenti – ricorda Sivieri -, abbiamo bisogno di sostegno, abbiamo bisogno di un Governo che decida cosa, quanto e dove tagliare e dove, al contempo, investire. Abbiamo bisogno di una politica fiscale diversa, che sia meno soffocante per imprese e lavoratori. Abbiamo bisogno di una politica industriale, che non può limitarsi (con tutti i se e i ma del caso) agli incentivi per l’industria 4.0. Abbiamo bisogno, in una parola, di una visione di insieme. Sarebbe quella che ci permetterebbe di vivere con minor ansia le piccole variazioni col segno meno e di ascoltare con minor invidia il console onorario canadese quando, la scorsa settimana a palazzo Loggia, ci ha spiegato quanto sia facile fare gli imprenditori da quelle parti, dalla burocrazia (cinque giorni per aprire una società) alle tasse.

Ecco, senza sperare di diventare il Canada – fosse anche solo per ragioni climatiche – vorremmo una politica che prenda delle decisioni. Che si sporchi le mani, che non urli solo al disagio ma lo guardi davvero e proponga e realizzi soluzioni. Lo chiediamo noi imprenditori, quelli che vanno bene e ancor più quelli che hanno i conti traballanti, non pochi purtroppo questi ultimi. E, credo, lo chiedono anche i disoccupati bresciani (l’8,6% dicono le ultime statistiche), soprattutto i giovani. Mai come oggi le sorti di imprese e lavoratori sono comuni. Per questo vorremmo una politica più responsabile, più attenta ai bisogni di imprese e lavoratori, meno concentrata su se stessa. Dobbiamo essere ottimisti, ma non vogliamo essere smentiti”.

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