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Export, la Lombardia vola e Brescia è seconda solo a Milano

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Dal Brasile all’Iran, dal Sud Africa alla Cina, dalla Russia all’India: imprese lombarde a caccia di business in oltre 50 Paesi di tutto il mondo. Grazie al servizio proposto da Promos, azienda speciale della Camera di commercio di Milano per le Attività Internazionali e che prevede una ricerca di partner commerciali personalizzata con successiva
organizzazione di incontri b2b con controparti selezionate. L’iniziativa rientra nell’ambito del Bando Regionale “Progetti di Promozione dell’Export – Export Business Manager”, con cui Regione Lombardia mette a disposizione 4 milioni di euro in contributi a fondo perduto per sostenere nuovi modelli di business per la promozione dell’export delle micro, piccole e medie imprese lombarde, che si apre oggi, 10 gennaio.

Sono oltre 63 mila gli operatori economici lombardi che nel 2015 hanno esportato le loro merci nel mondo, il 29,4% del totale italiano, almeno 4 mila in più rispetto all’anno 2006 (+7,4%). La crescita in un anno è del +2,5% (1.500 in più circa) e in cinque anni di +8,4% (5 mila in più). Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati Istat, anni 2006-2015 e primi nove mesi del 2016. La Lombardia doppia il Veneto, al secondo posto con 28.834 operatori. Terza la Toscana con 22.847.

L’export complessivo lombardo nel 2015 ha superato i 111 miliardi di euro (era di 93 miliardi nel 2006). Un trend che si conferma anche per il 2016: nei primi nove mesi l’export è di circa 83 miliardi di euro, +0,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Primi esportatori lombardi: Milano con 37 miliardi all’anno ma già 28 totalizzati fino a settembre 2016 (+3,6%), seguita da Brescia (14,7 miliardi all’anno, 10,8 nel 2016) e Bergamo (14 miliardi, 10,7 nel 2016). In crescita, oltre a Milano, Lodi (+10,3%), Mantova (+3,1%), Bergamo (+1,7%) e Lecco (+0,3%).

Da oggi al via i finanziamenti per il servizio di ricerca di partner commerciali con incontri nei loro Paesi. Garantisce alle aziende lombarde la possibilità di identificare distributori, importatori e clienti qualificati sia nei principali Paesi Ue sia nei Paesi extra EU considerati più strategici: Usa, Cile, Perù, Colombia, Ecuador, Costarica, Panama, Brasile, Emirati Arabi, Arabia Saudita, Qatar, Oman, Bahrein, Kuwait, Iran, Marocco, Sud Africa, Nigeria, Angola, Mozambico, Corea del Sud, Cina, Vietnam, Thailandia, Singapore, Malesia, India e Russia. A seguito dell’individuazione dei giusti partner saranno organizzati incontri d’affari mirati in loco con le controparti selezionate con l’obiettivo di finalizzare accordi commerciali. Possono accedere al finanziamento regionale Micro, Piccole e Medie Imprese che alla data di presentazione della domanda siano attive, iscritte al Registro delle Imprese e abbiano un fatturato minimo di Euro 500.000 in almeno uno degli ultimi tre esercizi approvati; questa limitazione non sarà applicata alle start-up innovative.

Le MPMI lombarde devono presentare progetti di internazionalizzazione che verranno sottoposti a una procedura valutativa a sportello da parte di Regione Lombardia. Nella fase di valutazione dei progetti, la priorità sarà data in base all’ordine cronologico di presentazione online della domanda (sino ad esaurimento dei fondi) e verranno considerati idonei al finanziamento i progetti che raggiungeranno un punteggio minimo di 60/100 sulla base dei seguenti criteri: qualità del progetto, caratteristico economico-organizzative, priorità alla “prima esportazione” ed
all’effettivo ingresso in un nuovo mercato. Promos, azienda speciale della Camera di commercio di Milano per le Attività Internazionali, garantisce alla aziende assistenza sia nella preparazione del progetto sia nella presentazione della domanda di finanziamento.

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Convegno Sace, Brescia quarta provincia italiana per valore dell’export

in Economia/Export by

In un mondo che viaggia a ritmi più lenti, in cui i rischi crescono e diventano più diffusi e la competizione globale si fa più agguerrita, quali le prospettive per l’export lombardo e per le imprese di Brescia? Quali i mercati su cui puntare? Quali gli strumenti per affrontarli? È da queste domande che ha preso le mosse ieri a Villa Fenaroli a Rezzato (Brescia), il Convegno “RE-action. Export Calling” organizzato da SACE e SIMEST, le società del Gruppo Cassa depositi e prestiti specializzate nel sostegno all’internazionalizzazione, per presentare alle imprese bresciane i principali risultati dell’ultimo Rapporto sull’export di SACE. Al centro dell’evento, in cui è intervenuto anche Marco Bonometti, Presidente dell’Associazione Industriale Bresciana (AIB), una tavola rotonda con i protagonisti del panorama imprenditoriale locale: Paolo Bertuzzi per Turboden, Antonio Biondo per Beretta, Cristian Locatelli per Marzoli Gruppo Camozzi e Giuseppe Mercurelli per ASO Group.

Quest’anno diverse difficoltà stanno segnando la performance estera di tutto il Paese, con conseguenze che si sono fatte sentire anche in Lombardia e in particolare nel bresciano. Tuttavia, secondo le stime presentate da SACE, l’export italiano ha in sé la capacità di reagire e mettere a segno una crescita del 3,9% nel 2017-2019, a patto di concentrare gli sforzi sulle geografie a maggior potenziale e rafforzare le proprie strategie d’internazionalizzazione.
“Brescia, con 15 miliardi di euro, è la quarta provincia italiana per valore dell’export. Nel 2015, la bilancia commerciale della provincia di Brescia è positiva per 6,6 miliardi; quella manifatturiera per 7,5 – ha dichiarato Marco Bonometti, Presidente di AIB –. Inoltre, tra le principali province esportatrici italiane, Brescia, è quella che dall’introduzione dell’euro ha sperimentato il maggior incremento dell’export, che oggi è oltre due volte superiore rispetto ai valori del 1999. Un risultato che è stato possibile conseguire anche grazie al supporto del comparto assicurativo-finanziario per le aziende che guardano oltre i confini”.
“Crescere attraverso l’internazionalizzazione è oggi una sfida complessa che le imprese bresciane stanno affrontando con successo – ha dichiarato Beniamino Quintieri, Presidente di SACE –. Conosciamo bene le realtà presenti in questo territorio che, grazie alla preziosa collaborazione con AIB, seguiamo attraverso il nostro ufficio di Brescia. E ora siamo pronti, insieme a SIMEST, a rafforzare il nostro supporto assicurativo-finanziario affinché queste imprese possano cogliere il grande potenziale di crescita internazionale che hanno ancora davanti”.
Solo nell’ultimo anno, SACE ha servito circa 6 mila aziende della Lombardia di cui circa un terzo sono bresciane, in prevalenza Pmi, e ha mobilitando oltre 6 miliardi di euro di risorse a sostegno di export e investimenti. Mentre SIMEST ha già investito all’estero con 209 imprese lombarde, 21 delle quali operative nella provincia di Brescia, ed erogato finanziamenti a tasso agevolato per 709,3 milioni di euro, 129,2 dei quali destinati ad imprese della provincia di Brescia.

Dopo il risultato positivo messo a segno nel 2015, con oltre 111 miliardi di euro (il 27% dell’export nazionale), nei primi sei mesi dell’anno l’export lombardo è rimasto sostanzialmente stabile, orientandosi prevalentemente verso i mercati europei. Passando in disamina i settori, la performance delle vendite estere della Lombardia, nonostante i tassi di crescita molto positivi di comparti come la farmaceutica (+7%), gioielli e altra manifattura (+6%), gomma & plastica (+4,5%) e alimentari e bevande (+3,3%), poggia soprattutto sul contributo di 5 settori chiave dell’economia regionale che, pur crescendo a ritmi più contenuti, da soli valgono il 66% dell’export: meccanica strumentale (il primo comparto per valori con un peso sul totale del 21%), chimica (11%), mezzi di trasporto (8%), ma anche tessile e abbigliamento (che pesa per l’11% sul totale export e cresce ad un tasso del 4% nei primi 6 mesi del 2016) e prodotti in metallo (settore che risente della congiuntura sfavorevole ma che da solo vale per il 16% dell’export lombardo).
Questi dati si riflettono, in parte, anche sull’andamento dell’export bresciano che nei primi sei mesi del 2016, pur registrando un calo, ha messo a segno dei buoni tassi di crescita in alcuni dei settori core della regione come la chimica (+11%), la gomma e plastica (+10%), il tessile e abbigliamento (+7%) e i mezzi di trasporto (+3%).
Sotto il profilo dei mercati di destinazione, le previsioni di SACE offrono importanti direttrici di crescita verso un paniere diversificato di mercati sia emergenti sia avanzati, con profili di rischio diversi e in alcuni casi non trascurabili, che possono tuttavia essere affrontati con successo e profitto, puntando su coperture specifiche e un approccio strategico: Emirati Arabi in Medio Oriente, Cina e India in Asia, Stati Uniti nel continente americano, Spagna, Repubblica Ceca, Polonia e Ungheria in Europa. Tra le geografie più rischiose per l’export della regione nel 2016, le previsioni segnalano invece Grecia e Russia.

Per valutare rischi e opportunità connessi all’internazionalizzazione, SACE offre alle imprese la Risk&Export Map, un tool integrato per aiutare le imprese italiane a individuare i Paesi a maggior potenziale non solo per l’export ma anche – novità di quest’anno – per gli investimenti, grazie alle rilevazioni di due indici: l’Export Opportunity Index (EOI) e l’Investment Opportunity Index (IOI).

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