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Incubatoio ittico di Clusane, si apre il 15 luglio

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“Un investimento sul futuro del lago, sulla professione di pescatore e la distintivita’ di un territorio la cui tipicita’ poggia anche sul valore aggiunto di una grande tradizione gastronomica”. Ha definito cosi’ l’incubatoio ittico l’assessore all’Agricoltura di Regione Lombardia Gianni Fava, visitando questa mattina il cantiere, ormai completato, della struttura per la riproduzione dei pesci di Clusane d’Iseo (Brescia). Al sopralluogo erano presenti i consiglieri regionali Alberto Cavalli, Alessandro Sala e Fabio Rolfi, e il sindaco di Iseo, Riccardo Venchiarutti.

GARANTIRE IL LAVORO DEI PESCATORI – “Un’opera gestita dalla provincia di Brescia, – ha ricordato Fava – per la quale Regione Lombardia ha dato un importante contributo mettendo a disposizione le risorse necessarie. Un progetto la cui realizzazione e’ stata fortemente sollecitata dai consiglieri regionali bresciani, e voluta dall’amministrazione comunale locale”. L’opera nasce dall’esigenza di continuare a garantire lavoro ai pescatori professionali che vivono di prelievo sostenibile del pesce. Il 15 luglio prossimo la data di fine lavori e la consegna del cantiere; a dicembre i pesci saranno nell’incubatoio.

ISTITUZIONI UNITE, LE COSE SI POSSONO FARE – “Oggi diciamo a quelle migliaia di persone che visitano Montisola – ha proseguito Fava – che senza questo progetto, senza i pescatori, tutta quella tipicita’ e distintivita’ che trovano dopo la visita a Floating Piers non esisterebbero. Se con l’opera di Christo abbiamo dato lustro al territorio facendo conoscere al mondo un pezzo di Lombardia, se non avessimo deciso di investire qui, la stessa attivita’ ittica sarebbe stata messa a rischio e non potremmo continuare a sfoggiare quel gran biglietto da visita della nostra tradizione gastronomica, che qui poggia sul pesce di lago. Quando Comune, provincia e Regione e gli organi istituzionali sul territorio si mettono insieme, le cose si possono fare”.

A DISPOSIZIONE DI TUTTA LA COMUNITA’ – Nonostante le difficolta’ progettuali e gli ostacoli trovati. “Questo territorio si vende perche’ e’ bello, perche’ ha una sua vocazione, la pesca di acqua dolce e’ attivita’ tradizionale – ha sottolineato Fava – con il suo indotto, a partire dalla ristorazione, che e’ straordinaria e ci permette sempre di fare bella figura”. “D’ora in poi i pescatori del lago possono contare su una struttura, a disposizione di tutta la comunita’ e di tutto il territorio – ha continuato l’assessore regionale -. Una volta che e’ entrata nel pieno dell’attivita’, anche quelli che all’inizio hanno storto il naso si accorgeranno del valore di opere come questa”.

COSA DICE LA LEGGE – La normativa comunitaria prevede un incubatoio a ciclo chiuso per l’attivita’ ittiogenica: il pesce riprodotto non puo’ essere trasferito da un bacino all’altro, ogni lago deve avere la riproduzione nel proprio ambito. In particolare in quelli dove c’e’ forte prelievo di acqua per produzione di corrente elettrica, come l’Iseo: l’abbassamento del livello causa lo scoprimento delle ghiaie dove alcune specie, come il lavarello (il 50% del reddito dei pescatori

professionali), depositano le uova. Senza incubatoio popolazioni ittiche simili avrebbero seri problemi di riproduzione. Nel grande laboratorio con le vasche per l’incubazione troveranno posto, dunque, le uova per il ripopolamento di coregone nella specie lavarello, persico, tinche, cavedani, lucci e trote lacustri; alcune di queste specie sono utili anche per la pesca sportiva. (Lnews)

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