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Caso Ilva, Massetti (Confartigianato): pesanti ripercussioni anche su Brescia

in Acciaio/Associazioni di categoria/Confartigianato/Economia by
Eugenio Massetti, Confartigianato Brescia

La crisi dell’ex Ilva che non trova fine ha gravi ripercussioni sulle piccole imprese, e su una ampia filiera di piccole imprese acquirenti, anche nostrane. È quanto emerge dall’analisi realizzata dall’Osservatorio di Confartigianato. «La crisi dell’ex Ilva ha gravi ripercussioni sulle piccole imprese che operano non solo nell’indotto dell’acciaieria di Taranto e la prospettiva di una riduzione della produzione che coinvolge, sul lato della domanda, una ampia filiera di piccole imprese acquirenti per quanto concerne un aumento dei prezzi di acquisto delle materie prime che risulterebbe poco sostenibile dalle imprese nel settore dei macchinari. Incremento dei costi che aggraverebbe le condizioni del ciclo negativo in cui stanno operando le imprese dei prodotti in metallo e dei macchinari: è qui che si registra un ristagno della domanda estera (-0,1% nei primi otto mese del 2019) e un forte calo della produzione (nei primi nove mesi del 2019, -3,7% nei prodotti in metallo e -2,3% nei macchinari, cali più accentuati del -1,4% della media del manifatturiero» così il presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia Eugenio Massetti che prosegue «l’intervento pubblico non è mai stato una soluzione, né come imprenditoria di Stato, né per la crescita dell’economia. Servono idee e strategie nuove, ma soprattutto una risposta celere da parte della politica. Non possiamo permetterci un salto nel buio».

Il valore dell’export. A settembre 2019, l’export annualizzato della siderurgia primaria, che utilizza minerali di ferro come materia prima ottenendo prodotti della siderurgia, tubi, condotti, profilati cavi e relativi accessori in acciaio non colato e prodotti della prima trasformazione dell’acciaio, vale 18.777 milioni di euro, di cui solo l’1,9% dalla provincia di Taranto: la domanda dei prodotti dell’ex Ilva è prevalentemente nazionale. L’analisi delle matrici input-output fornite dall’Istat consente di esaminare l’utilizzo dei prodotti della metallurgia vengono, per il 33%, utilizzati nello stesso settore, il 19,5% viene utilizzato dalle imprese dei Prodotti in metallo e il 10,8% da quelle dei Macchinari ed apparecchiature. In questi tre settori, – prosegue l’analisi di Confartigianato – operano complessivamente 96.335 unità locali con meno di 50 addetti, che contano 615.991 addetti, pari ad oltre la metà (56,1%) degli addetti delle unità locali dei tre settori. Nelle 52 mila imprese artigiane operano 239 mila addetti. Il peso delle micro e piccole imprese (Mpi) della filiera dei metalli è pari al 3,6% del totale degli addetti dell’economia non agricola. In chiave territoriale si osservano i valori più alti in Emilia-Romagna (5,7%), Veneto (5,3%), Lombardia (5,2%), Piemonte (4,7%), Friuli-Venezia Giulia (4,3%) e Marche (4,2%). Tra le province più esposte, che mostrano una quota più che doppia rispetto alla media, dopo Lecco (11,8%), si trova Brescia (9,8%), seguita da Vicenza (8,4%), Novara e Reggio Emilia (entrambe con il 7,9%). Delle oltre 96mila piccole imprese di metallurgia, fabbricazione di prodotti di metallo, macchinari ed apparecchiature, sono 5.462 quelle a Brescia, con meno di 50 addetti, con 43.326 addetti. Una riduzione dell’offerta – si legge ancora – si scaricherebbe su un maggiore domanda di importazioni che porterebbe in negativo il saldo commerciale: a settembre 2019 l’import degli ultimi dodici mesi ammonta a 18.819 milioni di euro, con un saldo export-import in sostanziale equilibrio (-41 milioni). In presenza di una riduzione di offerta i prezzi di acquisto potrebbero subire tensioni, a fronte dell’attuale stazionarietà: nei primi nove mesi del 2019 i prezzi all’importazione per Metallurgia e Metalli ristagnano (-0,7%), dopo un aumento dell’1,2% nel 2018 e del 7,4% nel 2017.

Le ultime previsioni di ottobre del Fondo Monetario Internazionale indicano per il 2019 un aumento del 33,9% delle quotazioni internazionali dei minerali di ferro importati dalla Cina, seguito con un ritracciamento nel 2020 (-18,6%) conseguente al rallentamento della domanda globale. Un aumento dei prezzi di acquisto delle materie prime risulterebbe poco sostenibile dalle imprese nel settore dei macchinari, nel quale i prezzi alla produzione sono in salita dell’1,3%, a fronte della deflazione (-0,1%) nel manifatturiero. «L’ex Ilva non risparmia nulla e nessuno: dall’approvigionamento della materia prima, aumento dei tempi di consegna, difficoltà logistiche e, in sostanza, maggiori costi che manderebbero in crisi l’equilibrio economico di settori determinanti. Se l’acciaio non si acquista in Italia si compra all’estero e in un momento di stagnazione economica, questo dato è assai preoccupante. L’incapacità della politica e l’inadeguatezza delle Istituzioni di fronte alla complessità degli eventi che stanno travolgendo la nostra fragile economia è evidente ma va risolta: la fabbrica di Taranto e l’acciaio italiano per la nostra economia è troppo importante» conclude il presidente Massetti.

Massetti (Confartigianato) critica la legge di bilancio: timida e poco espansiva

in Artigianato/Associazioni di categoria/Confartigianato/Economia by
Eugenio Massetti, Confartigianato Brescia

«Timida contro la grande evasione, ‘svuotata’ di 3,5 miliardi in tre anni destinati a ridurre la pressione fiscale sulle piccole imprese: la manovra economica del Governo, condizionata dalla sterilizzazione delle clausole di salvaguardia, è poco espansiva e necessita di essere corretta». Questo il giudizio espresso dal presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia Eugenio Massetti sul disegno di legge di Bilancio per il 2020 ora in Commissione e che si appresta ad approdare in Parlamento per vagliare i numerosi emendamenti di modifica proposti. Sul fronte fiscale, Confartigianato boccia l’abrogazione delle disposizioni che prevedono la tassazione ad imposta sostitutiva del 20% per soggetti con ricavi o compensi compresi tra 65.000 e 100.000 euro che avrebbe dovuto entrare in vigore dal 1° gennaio 2020. «La stretta fiscale su auto aziendali, plastic tax e sugar tax sono purtroppo la conferma di negativa di un mancato confronto e di una mancata valutazione d’impatto. Sono dunque scelte che ci auguriamo vengano riconsiderate. Sempre in materia fiscale, manca una necessaria semplificazione degli adempimenti, tanto più necessaria in considerazione degli obblighi di fatturazione elettronica e della trasmissione telematica dei corrispettivi e, più in generale, del crescente utilizzo delle tecnologie digitali e del processo di comunicazione telematica dei dati nei confronti del fisco che complicano ulteriormente la vita delle imprese» continua Massetti, più positivo in tema di incentivi «apprezziamo la proroga per il 2020 delle agevolazioni fiscali per il ‘sistema casa’. Ma riteniamo indispensabile renderli strutturali e stabili almeno per tre anni, per consentire a imprese e cittadini la corretta pianificazione degli investimenti. Riteniamo necessario prevedere un sostegno dedicato alla formazione nel settore delle tecnologie abilitanti del Piano Nazionale Impresa 4.0 per gli imprenditori secondo il modello della deducibilità delle spese di formazione e formazione permanente. Positivo anche la proroga dell’iper ammortamento per i beni materiali tecnologici e del super ammortamento. Ma anche a questo proposito, c’è la necessità di garantire un respiro pluriennale alle disposizioni, funzionale ad una consapevole programmazione degli investimenti da parte di micro e piccole imprese. Sarà difficile allontanarsi dalla crescita ‘zerovirgola’ puntando soltanto sulla lotta all’evasione, grande e condivisibile battaglia che appare però molto circoscritta e mirata a senso unico nei confronti, ancora una volta, delle piccole imprese» conclude Massetti.

 

Editoria, nel Bresciano sono 227 le aziende attive

in Associazioni di categoria/Confartigianato/Economia/Tendenze by
Libri, foto da Piaxabay

Artigianato e piccole imprese attive nell’editoria e nella stampa a Brescia. Numeri chiave che forniscono un’immagine di provincia vivace, legata a un mondo fatto di piccole imprese di qualità, dove il 98.3% dei 791 addetti sono occupati in PMI sotto i 50 addetti e dove marcato è il peso rappresentato proprio dalle imprese artigiane: se nella media lombarda rappresentano il 26,2% del totale delle imprese del comparto, a Brescia questa percentuale sale sino al 51,7%. A livello lombardo sono 1.974 le imprese artigiane legate alle attività editoriali e di stampa e riproduzione di supporti registrati (il 17,3% del totale Italia) e di queste, dopo Milano con 697 imprese artigiane, c’è Brescia, con 227 e al terzo posto Bergamo con 190. Brescia che segnala in questa particolare classifica, una dinamica positiva di due imprese secondo gli ultimi dati disponibili all’anno 2017. Dati che emergono dal recente studio realizzato dall’Osservatorio di Confartigianato Lombardia, in occasione dell’edizione 2018 di Librixia – la fiera del libro di Brescia, al via da sabato in piazza Vittoria e che sino al 7 ottobre animerà le giornate con incontri e presentazioni con al centro il libro. Uno studio che analizzando i più recenti dati disponibili, si addentra nel mondo delle attività editoriali e di stampa, dei piccoli editori, del processo di digitalizzazione del settore, canali di vendita e tempo dedicato ai libri.

«Un mestiere di qualità, che regge la concorrenza della stampa on line, sia per la tempestività, ma soprattutto per la versatilità e la qualità del servizio e del prodotto offerto. Grazie a qualità e artigianalità la carta stampata non morirà mai» commenta il presidente di Confartigianato Imprese Brescia e Lombardia Orientale Eugenio Massetti:

Un mestiere vario, rappresentato da molteplici attività quelle delle 227 imprese artigiane attive (a tutto il 2017) nel mondo editoriale e della stampa a Brescia (9 sono piccoli editori, il 37,5% dei 24 editori totali) somma delle imprese che sottendono la stampa e le attività editoriali e che si occupano principalmente di: stampa di riviste ed altri periodici, pubblicati meno di quattro volte alla settimana, stampa di libri e opuscoli, spartiti e manoscritti di musica, mapp, album, agende, calendari ed altri stampati commerciali; materiale stampato tramite stampa tipografica, offset, rotocalcografia, flessografia, serigrafia ed altre macchine da stampa; stampa diretta su tessuti, plastica, vetro, metallo, legno e ceramica; stampa su etichette e cartellini; stampa su articoli pubblicitari e stampa di pubblicità su automezzi.

Processo di digitalizzazione che ha spinto negli ultimi anni la diffusione di supporti elettronici, ma che non sfonda sul mercato degli e-book e che ha favorito invece l’acquisto on line dei libri con il 24,6% di persone dai 14 anni in su hanno acquistato e ordinato libri on line. Sempre da ultimi dati nazionali disponibili: gli editori che oltre ai libri a stampa hanno pubblicato anche opere esclusivamente in formato e-book sono il 6,4%, mentre la quota di opere in formato e-book sul totale delle opere pubblicate a stampa è del 35,8%. in crescita di 20,6 punti tra il 2011 e il 2016.

Un mestiere specifico dunque, come quello dell’editore e di produzione libraria, che si occupa di tutti i processi ideativi, grafici e offset, sino alle strategie editoriali, oltre alla confezione fisica del libro e alla sua distribuzione. «Essere un libraio oggi significa essere artigiani del libro e della cultura. Se da una parte l’editoria elettronica e il diffondersi dei devices favoriranno una crescita degli e-book, dall’altro aumenterà la domanda di una editoria di qualità, selezionata, alta, confezionata a regola d’arte, che dovrà offrire quello che un libro elettronico non ha, carta e rilegatura di qualità, ottima stampa, grafica accurata e tattile, un crescente ritorno all’artigianalità delle origini» conclude il presidente Eugenio Massetti.

Lo studio si dedica inoltre al tempo dedicato dai lombardi ai libri: il 48,9% delle persone hanno letto libri negli ultimi dodici mesi (anno ultimo di rif. dati Istat 2016) superiore alla media italiana del 40,5%. Lombardia al 4° posto nel rank nazionale dopo Friuli V.G., Trentino A.A. e Valle d’Aosta. Ultimo dato interessante: la quantità dei libri presenti nelle librerie degli italiani e dei lombardi: se il 63,2% delle famiglie italiane ha una libreria con al massimo 100 titoli, tra i lombardi quasi il 10% (9,9%) ne possiede più di 400.

Artigianato e piccole imprese attive nell’editoria e nella stampa a Brescia. Numeri chiave che forniscono un’immagine di provincia vivace, legata a un mondo fatto di piccole imprese di qualità, dove il 98.3% dei 791 addetti sono occupati in PMI sotto i 50 addetti e dove marcato è il peso rappresentato proprio dalle imprese artigiane: se nella media lombarda rappresentano il 26,2% del totale delle imprese del comparto, a Brescia questa percentuale sale sino al 51,7%. A livello lombardo sono 1.974 le imprese artigiane legate alle attività editoriali e di stampa e riproduzione di supporti registrati (il 17,3% del totale Italia) e di queste, dopo Milano con 697 imprese artigiane, c’è Brescia, con 227 e al terzo posto Bergamo con 190. Brescia che segnala in questa particolare classifica, una dinamica positiva di due imprese secondo gli ultimi dati disponibili all’anno 2017. Dati che emergono dal recente studio realizzato dall’Osservatorio di Confartigianato Lombardia, in occasione dell’edizione 2018 di Librixia – la fiera del libro di Brescia, al via da sabato in piazza Vittoria e che sino al 7 ottobre animerà le giornate con incontri e presentazioni con al centro il libro. Uno studio che analizzando i più recenti dati disponibili, si addentra nel mondo delle attività editoriali e di stampa, dei piccoli editori, del processo di digitalizzazione del settore, canali di vendita e tempo dedicato ai libri.

«Un mestiere di qualità, che regge la concorrenza della stampa on line, sia per la tempestività, ma soprattutto per la versatilità e la qualità del servizio e del prodotto offerto. Grazie a qualità e artigianalità la carta stampata non morirà mai» commenta il presidente di Confartigianato Imprese Brescia e Lombardia Orientale Eugenio Massetti:

Un mestiere vario, rappresentato da molteplici attività quelle delle 227 imprese artigiane attive (a tutto il 2017) nel mondo editoriale e della stampa a Brescia (9 sono piccoli editori, il 37,5% dei 24 editori totali) somma delle imprese che sottendono la stampa e le attività editoriali e che si occupano principalmente di: stampa di riviste ed altri periodici, pubblicati meno di quattro volte alla settimana, stampa di libri e opuscoli, spartiti e manoscritti di musica, mapp, album, agende, calendari ed altri stampati commerciali; materiale stampato tramite stampa tipografica, offset, rotocalcografia, flessografia, serigrafia ed altre macchine da stampa; stampa diretta su tessuti, plastica, vetro, metallo, legno e ceramica; stampa su etichette e cartellini; stampa su articoli pubblicitari e stampa di pubblicità su automezzi.

Processo di digitalizzazione che ha spinto negli ultimi anni la diffusione di supporti elettronici, ma che non sfonda sul mercato degli e-book e che ha favorito invece l’acquisto on line dei libri con il 24,6% di persone dai 14 anni in su hanno acquistato e ordinato libri on line. Sempre da ultimi dati nazionali disponibili: gli editori che oltre ai libri a stampa hanno pubblicato anche opere esclusivamente in formato e-book sono il 6,4%, mentre la quota di opere in formato e-book sul totale delle opere pubblicate a stampa è del 35,8%. in crescita di 20,6 punti tra il 2011 e il 2016.

Un mestiere specifico dunque, come quello dell’editore e di produzione libraria, che si occupa di tutti i processi ideativi, grafici e offset, sino alle strategie editoriali, oltre alla confezione fisica del libro e alla sua distribuzione. «Essere un libraio oggi significa essere artigiani del libro e della cultura. Se da una parte l’editoria elettronica e il diffondersi dei devices favoriranno una crescita degli e-book, dall’altro aumenterà la domanda di una editoria di qualità, selezionata, alta, confezionata a regola d’arte, che dovrà offrire quello che un libro elettronico non ha, carta e rilegatura di qualità, ottima stampa, grafica accurata e tattile, un crescente ritorno all’artigianalità delle origini» conclude il presidente Eugenio Massetti.

Lo studio si dedica inoltre al tempo dedicato dai lombardi ai libri: il 48,9% delle persone hanno letto libri negli ultimi dodici mesi (anno ultimo di rif. dati Istat 2016) superiore alla media italiana del 40,5%. Lombardia al 4° posto nel rank nazionale dopo Friuli V.G., Trentino A.A. e Valle d’Aosta. Ultimo dato interessante: la quantità dei libri presenti nelle librerie degli italiani e dei lombardi: se il 63,2% delle famiglie italiane ha una libreria con al massimo 100 titoli, tra i lombardi quasi il 10% (9,9%) ne possiede più di 400.

Massetti (Confartigianato): voucher digitalizzazione, opportunità per le Pmi

in Associazioni di categoria/Confartigianato/Economia/Web e digitale by

Gli investimenti digitali sono una tendenza ormai consolidata nelle scelte degli imprenditori. Secondo le ultime rilevazioni dell’Osservatorio di Confartigianato Lombardia tra il 2014 e il 2016, il 45% delle imprese con almeno 10 addetti ha investito in tecnologie per la sicurezza informatica, il 28% ha puntato su beni e servizi legati a applicazioni web e app. Il 18,4% hanno riguardato investimenti in social media, il 16,1% per il cloud computing, l’11,4% per le vendite online e il 10% nell’area internet delle cose. Più selettivi gli investimenti in tecnologie relative ai big data (4,9%), robotica (3,5%), stampa 3D (2,7%) e realtà aumentata e realtà virtuale (1,3%). Ma, soprattutto, dallo studio condotto da Confartigianato emerge in maniera netta che per il 46% dei piccoli imprenditori la molla per investire nella digitalizzazione è rappresentata dagli incentivi e dalle agevolazioni fiscali. «Il Governo ha recepito le sollecitazioni di Confartigianato su questo fronte, confermando misure particolarmente gradite ai piccoli imprenditori. Iper ammortamento, super ammortamento, “Nuova Sabatini” sono strumenti utili per rilanciare gli investimenti e innovare la produzione delle piccole imprese. In particolare, proprio la “Nuova Sabatini”, che finanzia a tassi agevolati gli acquisti delle piccole imprese in macchinari, impianti e attrezzature, dedica un particolare capitolo per le spese in tecnologie digitali» spiega il presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia Eugenio Massetti.

Un invito, quello di Confartigianato alle imprese bresciane, ad utilizzare proprio l’opportunità dei voucher digitalizzazione delle Pmi: contributi a fondo perduto, erogati sotto forma di voucher alle imprese messi a disposizione dal Ministero dello Sviluppo economico. Una misura di sostegno e incentivo che prevede una dotazione di 100 milioni di euro per coprire fino al 50% degli inveestimenti fatti in azienda. Il termine della presentazione delle domande, che devono essere presentate direttamente sul sito del MiSe è il 9 febbraio prossimo. Ogni imprese potrà presentare una sola domanda e dovrà indicare il luogo dove verrà implementato il progetto di digitalizzazione e ammodernamento tecnologico dell’azienda che comprende l’acquisto di software, hardware e servizi per lo sviluppo tecnologico e la trasformazione digitale dei processi produttivi e degli strumenti dell’azienda. «L’invito è di sfruttare l’opportunità offerta dai voucher digitalizzazione per investire nello sviluppo digitale dell’imprese, nella dotazione tecnologica, efficienza e organizzazione del lavoro, oltre che per lo sviluppo delle attività web, compreso l’e-commerce. Possiamo facilmente riconoscere in questi tutti gli elementi chiave su cui si discute in questi tempi. Il valore artigiano è una combinazione tra saper fare, funzionalità, personalizzazione e bellezza che distingue e premia la nostra produzione nel mondo. Grazie alle tecnologie digitali, le straordinarie competenze, la flessibilità e la creatività degli imprenditori si possono creare nuovi prodotti, conquistare nuovi mercati prima preclusi se accompagnati proprio dagli investimenti tecnologici» conclude il presidente Massetti.

Confartigianato, sempre più donne alla guida delle imprese bresciane

in Artigianato/Associazioni di categoria/Confartigianato/Economia/Eugenio Massetti/Personaggi by
Eugenio Massetti, Confartigianato Brescia

Sempre più donne alla guida delle imprese bresciane. In grado di affrontare meglio il cambiamento dei tempi. Persino la dinamica in Lombardia dell’occupazione femminile (+1,7%) – secondo lo studio recente di Confartigianato Lombardia divulgato oggi – cresce nell’ultimo anno di più di quella maschile (+1,5%). Con una dinamica occupazionale in Lombardia sul ungo periodo (2009-2016) ancora più marcata se considerato il terzo settore, quello dei servizi: +8,8% per le donne, +5,6% per i maschi.

A Brescia si contano 5.257 imprese artigiane guidate da donne, il 13,9% delle 37.907 presenti in Lombardia. Brescia è al secondo posto, dietro solo a Milano con le sue 10.794 imprese gestite da donne. E a Brescia, di queste 5.257, 794 sono gestite da donne under 35 e 583 da donne straniere. Un’incidenza sul totale delle imprese artigiane bresciane del 15,1%, esattamente in linea con il dato lombardo dove Brescia fa meglio persino nella percentuale di imprese artigiane gestite da donne under 35 sul totale delle imprese gestite da donna: sono oggi il 17,8%.
Per il presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia Eugenio Massetti: «I nuovi dati confermano l’intraprendenza delle donne nell’impresa, sempre più votate alla guida di imprese artigiane e a fronte di una persistente difficoltà che riguarda a quasi totalità delle imprese, le imprese artigiane guidate da donne sembrano reggere meglio. Nel 2016 è aumentato il tasso di incidenza sul totale delle imprese e cosa ancora più positiva la loro occupazione. Spesso non trovando lavoro ci si crea un’attività. Uomo o donna non fa certo differenza, l’importante è la professionalità e le donne possono fare di tutto e fare la differenza».

Maggiore incidenza per le imprese guidate da donne è nei servizi alla persona: è il 40,2% delle imprese totale lombarde rosa, identico dato di Brescia, con la confezione di articoli di abbigliamento e servizi d’informazione e informatici a cui segue il manifatturiero (14,7%) e i servizi alle imprese (13,9%) con attività di supporto per le funzioni d’ufficio e altri servizi. Chiude la percentuale di imprese rosa a Brescia dedite alle costruzioni: l’1,9% del settore.
Per la presidente del Gruppo Donne Impresa Confartigianato Brescia Cristina Erbifogli: «Le imprenditrici rappresentano un patrimonio fondamentale per il nostro tessuto produttivo e devono essere incoraggiate e sostenute. Perché quella al femminile è una vitalità imprenditoriale che porta ricchezza, posti di lavoro e stabilità sociale. Per tutte loro Confartigianato Donne Impresa si è impegnata a tutti i livelli per far sì che anche le lavoratrici autonome potessero accedere ai benefici dello Stato previsti nell’ultima finanziaria: bonus baby sitter, contributo asili nido, bonus bebè e Confartigianato è in grado di aiutare le donne imprenditrici ad accedere a queste agevolazioni».

Confartigianato: sostenere l’apprendistato per l’occupazione giovanile

in Artigianato/Associazione Artigiani/Associazioni di categoria/Economia/Lavoro by

«Lavoro e formazione? Insieme. E più posti sostenendo l’apprendistato». Questa la formula di Confartigianato per combattere la disoccupazione, inn particolare quella dei neodiplomati, secondo il  presidentebresciano Eugenio Massetti, che spiega: «È la formula vincente delle piccole imprese. Per combattere la disoccupazione giovanile bisogna cambiare la convinzione diffusa secondo la quale prima si studia e poi si lavora. Nell’immediato dobbiamo rispondere alle esigenze degli imprenditori attuando politiche che portino a risultati concreti come il recupero dell’occupazione».

Tra le preoccupazioni di Confartigianato, oltre allo stato delle imprese c’è anche infatti la disoccupazione giovanile, nell’ultimo trimestre, tra i 15 e i 24 anni risalita al 39,4%. «Bisogna dire basta una volta per tutte con il culturalmente corretto che fissa l’ingresso nel mondo del lavoro dei giovani dopo l’istruzione e la formazione – commenta il presidente Massetti che continua – dobbiamo farci carico di una piaga antica come la disoccupazione giovanile. Le cifre evidenziano che nell’ultimo trimestre nella fascia compresa tra i 15 e i 34 anni in Italia sono andati perduti 55 mila posti di lavoro». Eppure il dato non sembra più di tanto allarmare. «Siamo sinceri, il dato non scuote le singole coscienze abituate al pensiero culturalmente corretto che l’ingresso nel mondo del lavoro deve avvenire dopo l’istruzione e dopo la formazione dei giovani. E qui il corto circuito. Non facciamo finta: siamo in pochi a ritenere che il tempo della formazione e il tempo del lavoro debbano essere in parallelo e non in serie. Affrontare il problema significa rimuovere una convinzione profonda e diffusa: che lo studio è superiore al lavoro, che il sapere è superiore al saper fare, che chi studia non lavora ancora e chi lavora non studia più. La politica abbia il coraggio di indicare alle famiglie che quella non è la strada giusta per il futuro dei figli. La scuola italiana deve tornare a valorizzare anche la formazione tecnica, anzi politecnica, comprendendo, e non escludendo, le competenze della tradizione manifatturiera italiana – prosegue Massetti. Scelta che deve tenere insieme la straordinaria formazione umanistica di cui il sistema di istruzione italiano è campione».

E per far sì che non se ne approfitti dei tirocini dei giovani per comprimere il costo del lavoro: «I tirocini devono essere tirocini, punto. La formula dell’apprendistato con tanta formazione in azienda, con il tutoraggio continuo, con rapporti di lavoro dove i diritti non superino i doveri, rappresenta la formula migliore di ingresso nel mondo del lavoro da incentivare. Visto che è la formula che si realizza proprio nelle micro e piccole imprese, dove si concentra più di due terzi dell’occupazione privata italiana. Dobbiamo ritrovare il coraggio di essere l’Italia, di lasciar fare alle imprese il proprio lavoro sostenendo e valorizzando la nostra straordinaria capacità manifatturiera integrata con le nuove tecnologie 4.0, puntando sulla cultura e sul turismo. Settori nei quali i giovani possono applicare le loro capacità, senza creare artificiose e caduche economie delle app e delle start up» conclude Massetti.

Il bilancio di Massetti: imprese unite e Confartigianato più forte

in Associazioni di categoria/Confartigianato/Economia by
Eugenio Massetti, Confartigianato Brescia

“L’associazione è più forte di prima, lo dicono i numeri degli iscritti. Per il 2017 mi auguro di continuare su questa strada, coinvolgendo quella metà di imprese bresciane che oggi non hanno alcuna rappresentanza. Ma l’auspicio è anche che il sistema Brescia riesca ad anteporre l’interesse delle aziende alle presidenze delle società controllate. Le associazioni imprenditoriali – non senza difficoltà – stanno facendo la loro parte, la politica dovrebbe imparare a fare meno campagna elettorale ed essere più concreta su alcuni temi”.

A dirlo è stato questa mattina il presidente di Confartigianato Brescia Eugenio Massetti, che in una conferenza – convocata il giorno dopo Apindustria e due giorni dopo Aib – ha fatto il punto sull’anno che si appresta a chiudersi.

Massetti ha ricordato innanzitutto i numeri. “Questa associazione è la più grande della Provincia di Brescia come iscritti”, ha detto, “a fine novembre eravamo 14.820, 120 in più dell’anno precedente. Inoltre abbiamo assunto altre 12 persone, arrivando a quota 160 dipendenti”. In crescita, del resto, è anche l’occupazione dell’intero settore (+1,1 per cento sul 2015, più 8,8 sul 2014), così come l’export bresciano, di cui gli artigiani muovono circa un quarto dei fatturati (2,6 miliardi). Ma “rimane la nota negativa del credito, con concessioni e richieste in calo rispetto al passato”.

In questo quadro, tornando al mondo di Confartigianato Brescia, le imprese guidate da donne rappresentano il 15 per cento del totale (con una prevalenza nei servizi alla persona e nell’abbigliamento), quelle guidate da giovani il 12 (soprattutto nella ristorazione), mentre le imprese artigiane straniere sono il 14 per cento. Ma a spiccare, ha sottolineato Massetti, sono soprattutto le 2.400 imprese che guardano concretamente alla green economy (il 27 per cento del totale) e le oltre 7.000 che si occupano di sharing economy ed economia circolare.

Di più. Come evidenziato dal segretario Carlo Piccinato “sono 22mila le imprese artigiane impegnate in prodotti collegati alla cosiddetta internet of things”. Un numero che testimonia come “sia in atto una trasformazione potente, con una montagna di piccole e piccolissime imprese che si stanno indirizzando su nuovi settori: più della metà degli imprenditori bresciani sta entrando concretamente nella new economy”.

Quindi, Massetti ha criticato quelle realtà on line che propongono di disintermediare piccole prestazioni quotidiane (come i lavoretti domestici) e di fatto “rappresentano spesso una spinta al lavoro nero, mentre i nostri artigiani devono pagare le tasse, pagare per formarsi e sottostare a mille vincoli”.

Mentre, sul fronte delle infrastrutture, ha elogiato il “lavoro di squadra della giunta e del consiglio camerale”, in particolare su fiera e aeroporto. Il presidente di Confartigianato ha quindi ribadito il sostegno al progetto dell’autostrada della Valtrompia, sottolineando però che sono necessarie anche altre opere di viabilità come “la strada di collegamento tra Orzinuovi e Chiari e quella fra Brescia e Gavardo”.

Infine il capitolo “industria 4.0” con la “positiva legge regionale dedicata alla manifattura 4.0”. Rispondendo alle sollecitazioni dei giornalisti, Massetti non ha confermato la presenza all’iniziativa promossa da Apindustria per lunedì in Camera di commercio. Ma ha cercato comunque di stemperare i toni. “Non è un’occasione in cui si prendono decisioni”, ha commentato, “si tratta semplicemente di una riunione informativa promossa da un’associazione. E’ legittimo che si faccia: la questione delle presenze o delle assenze è secondaria”. I rapporti con Api? “Ottimi, come lo sono con Aib: con tutte le difficoltà del caso i rapporti tra presidenti sono migliorati molto rispetto al passato”.

Massetti, Confartigianato: è allarme sui costi dell’energia per le Pmi

in Associazioni di categoria/Confartigianato/Economia by
Nei giorni scorsi il Ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda ha annunciato quali saranno gli obiettivi della riforma degli oneri generali del sistema elettrico, finalizzata “al riequilibrio del peso degli oneri tra settore industriale ed altri settori e alla riduzione del gap di prezzo per gli energivori”. “Per noi si tratta di un passo indietro rispetto alle ultime positive azioni del Governo, che aveva finalmente riconosciuto lo squilibrio degli oneri a carico delle piccole imprese, mettendo in campo una serie di misure che, sebbene non ancora risolutive, rappresentavano un importante segnale di attenzione su questo problema”, afferma il Presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia Eugenio Massetti.
“Attualmente le piccole imprese contribuiscono ancora per il 45% al gettito complessivo degli oneri, mentre le alte e altissime tensioni partecipano solo per il 9%. È questo lo squilibrio a cui sarebbe opportuno guardare, non a quello del peso degli oneri per le rinnovabili tra settore industriale e altri settori. Il rischio è quello di creare una sorta di tela di Penelope – prosegue Massetti – da un lato il Governo crea le condizioni per ridurre le bollette delle piccole imprese di 620 milioni all’anno, con il Decreto Legge 91/2014 taglia bollette; dall’altro raddoppia le agevolazioni agli energivori a 1 miliardo e mezzo l’anno, gravando nuovamente sulle piccole imprese”. La cifra destinata dal 2017 alle agevolazioni per gli energivori raddoppia infatti il gettito raccolto sulle bollette per tale agevolazione.
Infine, si profila l’ulteriore rischio di minare la fiducia nei confronti del mercato libero, in un momento in cui piccole imprese e famiglie stanno per intraprendere un percorso di accompagnamento verso questo mercato: “Dal 1 gennaio prossimo verrà avviata la Tutela Simile, per cui le piccole imprese dovrebbero essere invogliate ad andate sul mercato libero da uno sconto degli operatori. Ma se gli oneri, che già oggi pesano per il 40% sulla bolletta di una piccola impresa, a fronte del 20% circa del costo dell’energia, verranno ulteriormente aggravati, il risultato sarebbe un beneficio economico nullo nel passare al mercato libero”, sottolinea Massetti.
Ieri Confartigianato ha indirizzato una lettera al Ministro Calenda facendo presente la propria posizione e auspicando “che non si voglia invertire la direzione intrapresa con una riforma che guardi ai settori produttivi e agli sgravi per gli energivori e non al riequilibrio della forte sperequazione tra categorie di partecipanti al gettito”. “Restiamo in attesa di una risposta, fiduciosi che il Ministro possa riconsiderare quanto annunciato nel rispetto delle piccole imprese”, conclude Massetti.

Rapporto Confartigianato, un’impresa su quattro è digitale

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È un artigianato in movimento quello fotografato dal 6° Rapporto dell’Osservatorio Artigianato e MPI di Confartigianato Imprese Lombardia presentato questa mattina a Palazzo Pirelli. Un artigianato che, pur ridimensionato dalla crisi (20mila le imprese perse tra il 2008 e il 2016), sta reagendo aprendosi al nuovo. In Lombardia un’impresa artigiana su quattro produce impiegando almeno una delle tecnologie digitali della quarta rivoluzione industriale, dalla manifattura 3D al social manufacturing, “a dimostrazione del fatto che l’Industria 4.0 non è affare solo delle grandi aziende, e che le nuove tecnologie digitali si prestano benissimo ad essere integrate in realtà flessibili e dinamiche come sono molte delle nostre aziende” – sottolinea Eugenio Massetti, presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia.

Non solo: “Le imprese artigiane hanno nelle loro corde anche molti fattori che le rendono protagoniste ideali delle nuove opportunità legate all’economia circolare – continua Massetti – basti pensare che il 40,8% delle imprese artigiane lombarde si occupa di riparare e il 13,8% di rigenerare prodotti. E che, secondo la perimetrazione fatta dal nostro Osservatorio, sono quasi 14mila le imprese artigiane lombarde a vocazione green”. Ancora, sono artigiane la gran parte – il 77,9% – delle imprese che operano nell’ambito della riparazione, della manutenzione, del riciclo e del recupero, attività economiche indispensabili in una prospettiva di economia concretamente sostenibile.

Utilizzo delle nuove tecnologie 4.0 e una naturale vocazione all’economia ibrida emergono quindi come vie possibili “Per vincere domani” (così si intitola il Rapporto presentato), in un contesto che rappresenta una sfida non solo per le imprese, ma anche per Associazioni e Istituzioni, chiamate a supportare le imprese che cambiano con strumenti adeguati: “Sono nati in questo spirito la Legge regionale “Manifattura 4.0”, e il progetto di Legge “Lombardia è ricerca” – conclude Massetti – che hanno visto un forte coinvolgimento di Confartigianato nel portare il punto di vista delle imprese. Crediamo che il risultato dimostri, ancora una volta, che lavorare bene insieme si può, a tutto vantaggio delle imprese a cui questi provvedimenti si rivolgono”.


Aree vaste, Massetti: servono efficienza, efficacia e identità

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“Come associazione di rappresentanza imprenditoriale, ci sentiamo coinvolti in prima linea e con responsabilità nel dibattito sulla riforma delle autonomie locali. L’efficienza e l’efficacia di un assetto istituzionale sono un elemento di competitività fondamentale per l’intero sistema socio-economico-territoriale, oltre che una delle principali espressioni dell’identità di un territorio. Proprio intorno a questi tre concetti, efficienza, efficacia e identità, crediamo dovranno essere costruite le nuove Aree vaste in Lombardia, con l’obiettivo di creare un sistema che funzioni, al servizio di imprese e cittadini”. Lo ha affermato Eugenio Massetti, presidente di Confartigianato Lombardia, intervenuto al convegno “Aree vaste in Lombardia. Una riforma per la competitività delle imprese e dei territori”, che si tenuto a Como, presso Villa Olmo.

“Con questo incontro abbiamo voluto portare anche il punto di vista delle imprese nel dibattito sulle autonomie locali, mettendolo a confronto con quello degli esperti e dei rappresentanti istituzionali intervenuti, con il comune obiettivo di individuare la struttura organizzativa più efficiente e funzionale per mantenere e supportare la competitività della nostra Regione”.

Dopo l’apertura dei lavori da parte del presidente di Confartigianato Imprese Como, Marco Galimberti, e il contributo del presidente di Confartigianato Lombardia Eugenio Massetti, sono intervenuti il Prof. Roberto Zucchetti del Gruppo Clas, che ha descritto alcuni criteri guida proposti per la riforma delle autonomie locali, e il Prof. Giovanni Valotti, Ordinario di Economia delle aziende e delle P.A. all’Università Bocconi, che ha approfondito i cambiamenti organizzativi delle amministrazioni locali nel nuovo assetto istituzionale.

Ferruccio de Bortoli ha introdotto il confronto tra alcuni rappresentanti istituzionali: il presidente della Provincia di Como Rita Livio, il presidente di ANCI Lombardia Roberto Scanagatti e il Sottosegretario alle riforme istituzionali, enti locali Lombardia Daniele Nava.

“La Lombardia ha lavorato concretamente sulla proposta di una nuova configurazione dell’assetto delle Autonomie locali e a breve saremo in grado di proporre al Governo un Testo di riforma che nasce proprio dal confronto e dal dibattito sul e con il territorio, per gestire e non subire il processo di “cancellazione” delle Province cominciato con la Legge Delrio. Abbiamo voluto anticipare i tempi perché crediamo che il nostro Sistema Lombardia possa essere un vero modello. – ha sottolineato Daniele Nava – Mi preme congratularvi con Confartigianato Lombardia per lo sforzo fatto e per l’impegno che la categoria che rappresenta ha riversato nel contributo presentato oggi, ricco di spunti di riflessione, di valutazione e di elementi comuni”, ha concluso.

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