Magazine di informazione economica di Brescia e Provincia

Frigorifero, forno o lavatrice rotti? Da oggi la soluzione arriva da te in massimo 24 ore

in Economia/Servizi by

Gli imprevisti aiutano a crescere, ma alcuni sono più fastidiosi di altri, diciamolo. Avere un elettrodomestico fuori uso è un problema particolarmente stressante nella nostra vita frenetiche e attive.

Un forno rotto vuol dire non avere un modo veloce per preparare il pranzo.

Un frigorifero fuori uso vuol dire avere un bel problema di conservazione dei cibi.

Una lavatrice non funzionante vuol dire avere i vestiti contati.

Intoppi da non sottovalutare, soprattutto quando in gioco ci sono la nostra comodità e il nostro benessere quotidiano.

In genere, gli Italiani affrontano queste situazioni in due modi distinti:

  • Scelgono di risolvere il problema affidandosi alle proprie competenze
  • Scelgono di delegare a esperti del settore

Il fai da te in questi casi conviene?

Riparare un elettrodomestico di piccole o grandi dimensioni, come tutto, è una questione di conoscenze e competenze. Bisogna sapere quali strumenti usare e come adoperarli e, soprattutto, bisogna avere una competenza analitica che ci faccia capire qual è il problema.

Spesso, data la situazione emergenziale e il costo di determinati servizi, alcuni decidono di provare ad aggiustare il proprio device da soli, magari facendo affidamento a qualche video trovato su Internet o un tutorial su YouTube.

Ecco, il più delle volte questo approccio si rivela fallimentare: non solo non si riesce a risolvere il problema, ma si rischia di andare a toccare qualche componente che, in realtà, funzionava.

Ha senso dunque provare e improvvisare? Pare proprio di no.

Come trovare l’esperto giusto e onesto?

La seconda soluzione è, appunto, affidarsi a un esperto che sappia esattamente come risolvere il problema. La domanda, però, sorge spontanea: come fare a trovare quello l’esperto onesto e che non abbia una lista d’attesa infinita?

Ecco, Centro Assistenza Elettrodomestici è il pronto intervento assistenza elettrodomestici piccoli e grandi che opera su tutta la zona di Milano, Monza, Varese, Brianza, Como e Lecco.

Si tratta di un servizio molto facile da usare che, grazie al suo rapidissimo tempo d’azione, riuscirà a risolvere il problema in massimo 24 ore, non importa il tipo o il brand dell’elettrodomestico in questione.

Contattare il servizio è semplicissimo:

  • Basta chiamare il call center, aperto anche la domenica
  • Una volta specificato il problema, la squadra di tecnici verrà inviata sul luogo
  • Una volta stimato il danno, verrà compilato un preventivo gratuito

Il costo della chiamata, in genere, è di 30€, ma se viene accettato il preventivo, questa non viene conteggiata.

Sono più di 10.000 i clienti serviti su tutta la Lombardia e sono più di 14.000 gli elettrodomestici aggiustati dal team di Centro Assistenza Elettrodomestici: facile, rapido, risolutivo.

Cembre, nel 2021 ricavi a 123 milioni (+26%)

in Aziende/Bilanci/Cembre/Economia by
Cembre

Il Consiglio di Amministrazione di Cembre S.p.A., società quotata al segmento Star di Borsa Italiana, tra i principali produttori europei di connettori elettrici e utensili per la loro installazione, riunitosi oggi a Brescia sotto la guida del Presidente e Amministratore Delegato Ing. Giovanni Rosani, ha approvato il resoconto intermedio di gestione relativo al 30 settembre 2021.

Nei primi nove mesi del 2021 il Gruppo ha evidenziato ricavi delle vendite consolidati pari a 124,3 milioni di euro, in crescita del 26,0% rispetto ai 98,7 milioni di euro dei primi nove mesi del 2020; i ricavi sono cresciuti del 12,7% anche rispetto a quelli registrati nei primi nove mesi del 2019.

Le vendite del Gruppo in Italia, pari a 53,1 milioni di euro, sono aumentate del 36,2%, mentre quelle estere, pari a 71,2 milioni di euro, sono salite del 19,3%. Nei primi nove mesi dell’anno i ricavi delle vendite sono stati realizzati per il 42,7% in Italia (39,5% nei primi nove mesi del 2020), per il 47,2% nella restante parte dell’Europa (47,5% nei primi nove mesi del 2020) e per il 10,1% fuori dal continente europeo (13,0% nei primi nove mesi del 2020).

Il risultato operativo lordo consolidato (EBITDA) dei primi nove mesi del 2021, pari a 35,6 milioni di euro, corrispondenti al 28,6% dei ricavi delle vendite, è aumentato del 47,5% rispetto a quello dei primi nove mesi del 2020, pari a 24,1 milioni di euro, corrispondenti al 24,4% dei ricavi delle vendite. Tale risultato fa segnare un incremento del 24,1% anche rispetto ai primi nove mesi del 2019.

In crescita, nel periodo, l’incidenza del costo del venduto mentre sono in diminuzione sia l’incidenza del costo per servizi, sia l’incidenza del costo del personale, quest’ultimo cresciuto in termini assoluti ma in proporzione inferiore all’aumento del fatturato. Il numero medio dei dipendenti del Gruppo nel periodo è passato da 754 a 780 unità.

Il risultato operativo consolidato (EBIT) dei primi nove mesi del 2021, pari a 27,1 milioni di euro, corrispondenti ad un margine del 21,8% sui ricavi delle vendite, è cresciuto del 69,7%, rispetto ai 16,0 milioni di euro dei primi nove mesi dello scorso esercizio, pari al 16,2% dei ricavi. Tale risultato è in aumento del 26,7% anche rispetto ai primi nove mesi del 2019.

L’utile consolidato ante imposte, pari a 27,3 milioni di euro, corrispondente al 21,9% delle vendite, è in crescita del 71,5% rispetto a quello dei primi nove mesi del 2020, pari a 15,9 milioni di euro e corrispondente al 16,1% delle vendite. Tale risultato appare in crescita del 28,4% anche rispetto ai primi nove mesi del 2019.

L’utile netto di periodo ha raggiunto i 20,2 milioni di euro, in aumento del 69,9%, rispetto agli 11,9 milioni di euro dello stesso periodo dello scorso anno. L’incidenza percentuale dell’utile netto sul fatturato rappresenta quindi il 16,3% delle vendite, contro il 12,1% dello stesso periodo del 2020. L’utile netto risulta in crescita del 21,5% anche rispetto a quello dei primi nove mesi del 2019.

La posizione finanziaria netta consolidata, passata da un saldo positivo di 8,4 milioni di euro al 31 dicembre 2020 ad un valore positivo di 15,3 milioni di euro al 30 settembre 2021, sconta gli effetti del pagamento di dividendi per 15 milioni di euro da parte della Capogruppo e investimenti in immobilizzazioni per 7,0 milioni di euro. Al 30 settembre 2020, la posizione finanziaria netta era positiva per 3,7 milioni di euro.

Gli investimenti effettuati nel periodo ammontano a 7,0 milioni di euro, principalmente in impianti e macchinari, a fronte di investimenti nello stesso periodo del 2020 pari a 5,3 milioni di euro.

Per una migliore comprensione dell’andamento del Gruppo nei primi nove mesi del 2021, si espone di seguito il confronto con i risultati dei primi nove mesi del 2019.

L’allarme di Confartigianato: bolletta elettrica per le imprese aumentata fino al 275%

in Associazioni di categoria/Confartigianato/Economia/Energia by
Eugenio Massetti, Confartigianato Brescia

C’è preoccupazione tra le imprese bresciane per l’impennata dei costi dell’energia. Secondo un’elaborazione dell’Ufficio Studi di Confartigianato su dati Eurostat e Arera, fra gennaio e ottobre 2021 il prezzo medio (non compensato con l’incidenza degli oneri) dell’energia elettrica è aumentato del 275%, quello del metano del 381,6%, in pratica 4,8 volte la media di gennaio. Un’impennata dei costi di acquisto dell’energia sta mettendo sotto pressione in particolare 4.754 micro e piccole imprese lombarde, 556 delle quali in provincia di Brescia. In rapporto agli altri Paesi dell’Unione europea, in Italia si paga il prezzo più alto in assoluto per l’energia elettrica. Nel primo semestre 2021 un kilowattora costava 27,7 centesimi di euro (Iva esclusa) contro i 24 della Germania, i 23,22 della Spagna, i 17,5 della Francia e i 9,47 della Finlandia. Sono avvantaggiati i Paesi dove esistono centrali nucleari, mentre noi paghiamo lo scotto di una tassazione alta e squilibrata. Senza contare l’aggravante della dipendenza energetica dell’Italia: importiamo il 77,5% dell’energia disponibile lorda, contro una media Ue del 60,7%. A supporto e tutela delle aziende, spesso vittime delle trappole di un mercato insidioso, mette a disposizione un servizio di esperti per la consulenza e fornitura – che, grazie al proprio gruppo d’acquisto dell’energia, il CEnPi, a Brescia comprende circa seimila utenze, tra imprese e famiglie, alle quali il servizio è offerto a titolo gratuito.

«Questi forti rincari rischiano seriamente di mortificare la fase di ripresa in atto, in particolare per le piccole e micro imprese per le quali è difficile muoversi nel mercato libero tra tariffe variabili e fisse. Di certo, chi a inizio anno ha fatto contratti a prezzo fisso oggi risparmia – continua Massetti – mentre chi si era fatto attrarre da contratti indicizzati oggi ne paga le conseguenze con rincari spropositati. È, in genere, il problema di chi si fa abbagliare in corso d’anno da offerte variabili e alla fine si ritrova con bollette sul mercato libero che tendono sempre più a essere oscure agli occhi dell’utente meno esperto, perché ricche di clausole nascoste: ecco l’importanza e il valore del nostro servizio a tutela delle micro, piccole e medie imprese, che va ben al di là della semplice contrattazione massiva del costo della materia prima energia e gas, ma è fatto di ascolto e consulenza personalizzata» così Eugenio Massetti, presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia.

Indagine Aib: il sistema Brescia ha retto l’urto del Covid

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Salute/Tendenze by

Il “Sistema Brescia” ha retto l’impatto della crisi da Covid-19. A evidenziarlo è l’indagine condotta da Confindustria Brescia e Deloitte, presentata oggi nell’evento “GRUPPI INDUSTRIALI – Le risposte del “Sistema Brescia” alla crisi. Analisi sui bilanci 2020 e strategie post-Covid-19”, organizzato nella Sala Beretta di Confindustria Brescia in collaborazione con l’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Brescia.

Dopo i saluti di apertura di Patrizia Apostoli (Ordine Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Brescia) e i contributi tecnici di Davide Fedreghini (Centro Studi Confindustria Brescia) e Riccardo Pastore (Partner, Financial Advisory Deloitte), sono intervenuti, moderati da Massimiliano Del Barba (Corriere della Sera), Franco Gussalli Beretta (Presidente Confindustria Brescia) e Antonio Solinas (AD, Financial Advisory Deloitte).

Durante l’incontro sono state analizzate le dinamiche economico-finanziarie sperimentate nel 2020 dai 90 principali gruppi industriali bresciani a vocazione manifatturiera – che contano ricavi complessivi pari a 14,2 miliardi di euro e oltre 47mila addetti – e sono state discusse le strategie post-Covid messe in campo dagli stessi, così come emergono da un’indagine realizzata dal Centro Studi di Confindustria Brescia con il Financial Advisory di Deloitte.

Tra i principali risultati di bilancio nel 2020, dall’analisi condotta dal Centro Studi di Confindustria Brescia emergono i seguenti:

  • Tutti i principali indicatori reddituali e di sviluppo dei gruppi industriali bresciani hanno evidenziato un ridimensionamento, giustificato dalla recessione globale a seguito della pandemia da Covid-19. Tuttavia, i risultati appaiono nel complesso confortanti, se analizzati alla luce della più grande recessione mondiale dal Secondo Dopoguerra. In particolare, i ricavi sono calati mediamente in doppia cifra (-10,4%), con limitate differenze tra Italia (-11,9%) ed estero (-10,0%). Il calo totale del MOL (Margine Operativo Lordo) è pari al -17,2%, mentre il rapporto MOL/Ricavi mostra segnali di tenuta e si attesta al 10,6% (-0,8% sul 2019).
  • Il ricorso all’indebitamento bancario è notevolmente cresciuto. Tale movimento è stato tuttavia accompagnato da una ricomposizione delle scadenze, ora maggiormente orientate sul medio-lungo termine, che rappresentano il 56,0% del totale (erano il 47,7% nel 2019). Il dato certifica il minor rischio collegato al rinnovo dei prestiti in scadenza.
  • La liquidità a disposizione dei gruppi ha subito un’impennata (+43,5% rispetto a fine 2019), giustificata dai minori investimenti, in coerenza con il clima di incertezza vissuto nel corso dell’anno, e dalle maggiori risorse ottenute dall’attività di finanziamento.
  • La crisi del 2020 si caratterizza per una minore sofferenza dei principali aggregati di Conto Economico rispetto alla «Grande recessione» del 2008/09, quando i ricavi fecero segnare flessioni superiori al 30% e il MOL del 45,7%. Ciò è stato possibile anche grazie al generalizzato rafforzamento del made in BS nel corso di questi anni.
  • Le prospettive per l’anno in corso sono orientate a un importante recupero delle vendite (+23% sul 2020), tali da superare abbondantemente i livelli del 2019 (+11%); una dinamica in cui i forti rialzi dei prezzi delle materie prime industriali giocano un ruolo non marginale.

Per quanto riguarda invece la survey condotta da Deloitte, sono due le principali evidenze emerse:

  • I gruppi industriali del territorio bresciano hanno risposto alla crisi focalizzandosi sul miglioramento dei livelli di liquidità (quasi la metà delle aziende ha differito i piani di investimento e agito sul circolante) e sulla ridefinizione della struttura di indebitamento in ottica di sostenibilità di medio-lungo termine (2 aziende su 3 ha fatto ricorso alla finanza garantita); l’iniziale approccio reattivo alla pandemia si è rapidamente trasformato in un’occasione, per la maggior parte delle aziende, per ripensare ai propri modelli operativi per migliorare la competitività di lungo periodo (oltre il 60% ha lanciato negli ultimi 12 mesi iniziative di digitalizzazione, RPA e innovazione di prodotto).
  • L’M&A ha continuato a rappresentare un importante strumento di creazione di valore per i Gruppi bresciani; se nei primi mesi della pandemia il razionale delle operazioni è stato principalmente la messa in sicurezza della supply chain (1 azienda su 10 ha concluso acquisizioni negli ultimi 12 mesi), per il prossimo futuro la natura delle operazioni sarà invece maggiormente indirizzata all’internazionalizzazione ed al consolidamento (1 azienda su 3 dichiara di volere fare acquisizioni nei prossimi 12 mesi).

“Nonostante le inevitabili ricadute della pandemia da Covid-19, il sistema imprenditoriale bresciano si è mostrato capace di reggere la crisi, grazie anche alla sua capacità di rafforzare, nell’ultimo decennio, la dotazione patrimoniale e di continuare a crescere in termini di export – commenta Franco Gussalli Beretta, Presidente di Confindustria Brescia –. Da questo punto di vista, è interessante sottolineare le differenze con la Grande Recessione del 2008/09, che aveva segnato flessioni dei ricavi superiori addirittura al 30%. Oggi ci troviamo di fronte a un contesto rinnovato e a una nuova, grande opportunità, dettata dall’aumento della liquidità a disposizione: serve investire nel modo giusto questi fondi, su temi centrali quali l’innovazione digitale, il capitale umano e la sostenibilità. Tre cardini che rappresentano anche il cuore del nostro programma di presidenza per il quadriennio sino al 2025, e che dovranno affiancarsi, necessariamente, alla capacità di intercettare ulteriori fondi grazie al PNRR.”

“Quello che tutti abbiamo capito da questi mesi di pandemia è che i consumi e i mercati di sbocco possono cambiare in maniera molto repentina – aggiunge Antonio Solinas, Amministratore Delegato di Deloitte Financial Advisory –. Il Sistema Brescia, forte di un altissimo merito creditizio e di una significativa liquidità accumulata in questo difficile periodo, può sicuramente essere protagonista nel cambio di passo necessario ad affrontare le sfide post-pandemia. Occorre quindi sforzarsi per guardare al lungo termine con piani ambiziosi e, perché no, con un ripensamento del business-model che in alcuni ambiti sembra già in corso, anche con l’obiettivo di sfruttare al meglio e in maniera propositiva le opportunità che arriveranno dal PNRR.”

Omr: 25 milioni per nuovi investimenti

in Aziende/Banche/Economia/Finanza/Omr by

BPER Banca e OMR (Officine Meccaniche Rezzatesi) – produttore leader a livello globale di componenti e soluzioni integrate per l’automotive – hanno sottoscritto nelle scorse settimane un accordo di finanziamento di 25 milioni di euro, che andrà a sostenere gli investimenti del Gruppo nelle nuove tecnologie e nei processi innovativi per la transizione.

Nell’anno 2021 – informa una nota pubblicata su Brescia news – il Gruppo ha infatti stabilito un Piano di investimenti che coinvolgerà gli stabilimenti italiani e quelli esteri (USA, Brasile, Cina), per un ammontare di 60 milioni di euro, e che porteranno alla creazione di nuove linee di produzione, con nuovi prodotti tecnologicamente avanzati.

“Questa operazione – ha dichiarato Maurizio Veggio, Responsabile della Direzione Regionale Brescia di BPER Banca – testimonia la nostra attenzione concreta per un’azienda come OMR, che da un lato è una vera eccellenza mondiale nel proprio settore e dall’altro mantiene solide radici territoriali. La collaborazione e il supporto strategico da parte di BPER sono coerenti con il rilevante ruolo nazionale assunto dalla banca e tanto più importanti in questa fase di ripresa, in cui le scelte di investimento sull’innovazione di processo e di prodotto sono fondamentali per impostare una crescita sostenibile e di lungo periodo”.

“Il Gruppo OMR – ha commentato il Presidente Marco Bonometti – è lieto di confermare la collaborazione con BPER Banca, con un intervento a sostegno della crescita e della competitività. Questi investimenti consentiranno al nostro Gruppo di mantenere la posizione di leadership nella componentistica dell’auto, sostenendo la rivoluzione industriale che sta attraversando questo settore. Le trasformazioni globali che interessano il mondo dell’industria vanno affrontate con regole chiare, ma con massicci investimenti in macchinari e competenze, per saper cogliere le opportunità del cambiamento. OMR vuole essere pronta per le sfide del futuro.”.

L’intesa siglata consolida e rinnova la collaborazione già esistente tra OMR e BPER Banca che, grazie a un’interpretazione strategica e operativa del rapporto tra banca e impresa, si è rafforzata nel corso degli ultimi anni.

Confindustria Brescia, Massimiliano Pasini è il nuovo coordinatore di zona

in Aib/Associazioni di categoria/Economia by

Massimiliano Pasini (Fleming Tecna Srl) è il nuovo coordinatore della zona Brescia di Confindustria Brescia per il quadriennio 2021-2025: l’elezione è avvenuta durante l’assemblea tenuta lo scorso giovedì.

Insieme a Pasini, sono stati eletti anche i due vice coordinatori di zona – si tratta di Marco Baresi (Turboden Spa) e Giovanni Cherubini (Colorificio Bresciano 1909 Srl) – e i delegati: Mauro Barensfeld (Barnem Tecnologie Plastiche Srl), Roberto    De Miranda (O.R.I. Martin Acciaieria e Ferriera di Brescia Spa), Luigi Grazioli (Fab Spa), Paolo La Torre (Financial Consulting Lab Srl), Matteo Linotto (Neosperience Lab Srl), Alberto Lorandi (Lorandi Silos Srl), Carlo Mangiarini (Air Sea Service Srl), Marcello Marcolini (AON Spa Insurance & Reinsurance Brokers), Giovanni Renzi Brivio (Project Group Srl), Marta Rossini (Malu Srl), Luca Schiavone (Schiavone Srl) e Alessandro Vistali (Regesta Srl).

Ad essi si aggiunge, in qualità di invitato permanente, Stefano Capoferri (Gulliver Srl).

Camera di Commercio di Brescia, ecco gli eventi settimanali

in Associazioni di categoria/Camera di commercio/Economia by

Pubblichiamo di seguito, come di consueto, gli eventi settimanali promossi dalla Camera di Commercio di Brescia e provincia.

161/21 – FUTURA OPEN TALKS – 4, 5, 6 NOVEMBRE

“Futura Open Talks” 4, 5, 6 novembre 2021: tre giornate di incontri per confrontarsi sui temi strategici che possono determinare il cambiamento: mobilità, rigenerazione urbana, industria, edilizia, formazione e finanzia, tecnologia,

territorio, turismo.

Il progetto vedrà la partecipazione di oltre 100 relatori fra Ministri, Imprenditori, Rappresentanti europei, Tecnici ed Esponenti delle Istituzioni, che si confronteranno all’insegna dello sviluppo sostenibile.

Per iscrizioni è possibile visitare il sito www.futura-brescia.it/

162/21 – RASSEGNA WEBINAR PENSARE IL FUTURO – A.S. 2021/2022

Gli incontri della rassegna webinar “Pensare il futuro” di quest’anno si inseriscono nel contesto del progetto a valere sul FdP “Giovani e Lavoro” e si focalizzano sulla valorizzazione delle competenze digitali e umanistiche, sulla ricerca del lavoro nell’era digitale, ma propongono anche spunti su pensiero critico, valori generazionali e una riflessione sul lato oscuro del digitale.

Il primo appuntamento del ciclo è in programma martedì 9 novembre 2021 e sarà focalizzato su “Strumenti digitali e colloquio di lavoro”.

Il programma e le modalità di iscrizione sono disponibili sul sito camerale www.bs.camcom.it

163/21 – IMPRESE DIGITALI – CICLO DI WEBINAR FORMATIVI – PORTALE VIVI-FIR – VENERDI’ 12 NOVEMBRE

Venerdì 12 novembre 2021, dalle ore 10:15 alle ore 11:15, con il webinar dedicato al “PORTALE VIVI-FIR” si conclude il ciclo di incontri formativi dedicati alla digitalizzazione delle imprese organizzati dalla Camera di Commercio di Brescia. L’iniziativa intende fornire la possibilità di conoscere e approfondire la modalità di vidimazione virtuale dei formulari rifiuti in sostituzione alla classica vidimazione effettuata agli sportelli.

La partecipazione è gratuita, previa iscrizione. Per il programma e le modalità di iscrizione consultare il sito camerale www.bs.camcom.it

164/21 – WEBINAR GRATUITI – PROGETTO A.G.I.RE

Sono aperte le iscrizioni ai seminari della rassegna A.G.I.Re :

– 11 novembre 2021 durata: 8 ore – 9.00/13.00 – 14.00/18.00 Laboratorio Business Model Canva, modello strategico usato per la creazione e lo sviluppo di modelli di impresa, utile a definire il progetto, comprendere il mercato e i competitor e definire la proposta di valore del proprio modello di business.

– 19 novembre 2021 ore 09.30-12.30 Marketing e strategie di gestione del cliente | Il cliente come valore principale dell’azienda – il CRM (customer relationship management) – come creare un rapporto di fidelizzazione – la personalizzazione del servizio/prodotto.

Informazioni e iscrizioni sul sito www.bs.camcom.it

165/21 – WEBINAR DEDICATO A PROFESSIONISTI E ASSOCIAZIONI: ISCRIZIONE DI ATTI O FATTI NEL REGISTRO DELLE IMPRESE – VENERDI’ 19 NOVEMBRE

La Camera di Commercio di Brescia propone il corso formativo “Iscrizione di atti o fatti nel registro delle imprese e adempimenti collegati da annotare nel repertorio delle notizie economico amministrative (REA)”.

L’incontro, rivolto ai professionisti e alle associazioni di categoria, si terrà in modalità da remoto venerdì 19 novembre 2021, dalle ore 14:00 alle 17:00, e offre la possibilità di conoscere e approfondire i nuovi strumenti/software a disposizione degli utenti relativamente alle denunce da iscrivere nel repertorio delle notizie economico amministrative (REA) – Linee guida per istruttoria del “Procedimento Unico REA/SUAP”.

Le informazioni sul programma, le modalità di iscrizione e di partecipazione sono disponibili sul sito camerale www.bs.camcom.it

166/21 – WEBINAR DEDICATO A PROFESSIONISTI E ASSOCIAZIONI: PIATTAFORMA DIRE E NUOVI MODELLI E ADEMPIMENTIANNO 2021 – VENERDI’ 26 NOVEMBRE 2021

La Camera di Commercio di Brescia propone il corso formativo “Piattaforma DIRE – Nuovi modelli e adempimenti anno 2021”. L’incontro, rivolto ai professionisti e alle associazioni di categoria, che si terrà in modalità da remoto venerdì 26 novembre 2021 dalle ore 14:00 alle 17:00, offre la possibilità di conoscere e approfondire i nuovi strumenti/software a disposizione degli utenti relativamente alla compilazione dei modelli base e degli adempimenti della piattaforma DIRE.

Per informazioni sul programma, modalità di adesione consultare il sito www.bs.camcom.it

Brescia, studio di Confindustria: “Nel Terziario il clima di fiducia si mantiene elevato”

in Economia/Servizi/Tendenze by

Nel 3° trimestre del 2021, il clima di fiducia delle imprese bresciane attive nel settore dei servizi si è attestato a 146, evidenziando così una modesta riduzione rispetto a quanto rilevato nel periodo precedente (149), quando, di fatto, si era posizionato sui massimi storici dal momento in cui la rilevazione è stata avviata (anno 2016).

L’assestamento che caratterizza il Terziario bresciano appare coerente con quanto sperimentato nell’industria manifatturiera, ambito in cui il periodo estivo ha visto un cambio di velocità nella crescita rispetto alla prima parte dell’anno.

A evidenziarlo sono risultati dell’Indagine congiunturale del Centro Studi di Confindustria Brescia al 3° trimestre 2021.

“L’indagine fotografa il buono stato di salute in generale del nostro settore, in cui si evidenzia come le nostre aziende siano strategiche nella crescita economica di tutti i comparti macroeconomici – commenta Fabrizio Senici, Presidente del Settore Terziario di Confindustria Brescia –. Le realtà del Terziario stanno dimostrando di poter ricoprire un ruolo sempre più centrale anche all’interno di Confindustria, contribuendo grazie alle numerose attività proposte a stimolare un dialogo sui principali temi dell’imprenditoria; sotto questo punto di vista, ricordo l’appuntamento per l’undicesima edizione di Summit, dal titolo “Processo alla sostenibilità”, in programma giovedì 11 novembre e moderata dal giornalista Sebastiano Barisoni.”

Nel dettaglio, per quanto riguarda i giudizi espressi dalle aziende sui tre mesi precedenti:

  • il fatturato è aumentato per il 55% delle imprese intervistate, con un saldo positivo del 37% tra coloro che hanno dichiarato variazioni in aumento e in diminuzione;
  • gli ordini e l’occupazione evidenziano incrementi (saldi netti pari rispettivamente a +38% e a +34%);
  • i prezzi dei servizi offerti si caratterizzano per un’evoluzione positiva (saldo netto pari a +16%), a conferma della presenza di pressioni inflattive, in coerenza con gli ingenti rincari riscontrati dagli input nell’ultimo periodo.

Per quanto riguarda le prospettive per i mesi a venire:

  • il fatturato è atteso in crescita dal 50% degli intervistati, con un saldo positivo del 45% a favore degli ottimisti rispetto ai pessimisti;
  • i saldi riferiti al portafoglio ordini (+41%) e all’occupazione (+38%) descrivono uno scenario di possibile ulteriore rafforzamento dell’attività;
  • i prezzi dei servizi offerti manifestano un saldo positivo del 18%.

Le opinioni delle imprese in merito alle prospettive sulla tendenza generale dell’economia italiana si confermano molto positive, sostenute dai benefici indotti dall’entrata a pieno regime della campagna vaccinale di massa e dal prossimo avvio del piano NG-EU: il 66% degli imprenditori ha un orientamento ottimistico, a fronte del 27% che prevede stazionarietà e del 7% che ha una visione sfavorevole. In tale contesto, le principali preoccupazioni giungono da un’eventuale nuova accelerazione dei contagi e dalle conseguenti misure restrittive che potrebbero essere varate con l’obiettivo di mitigarne la diffusione.

L’andamento per comparto

Consulenza alle imprese

Il clima di fiducia delle imprese attive nel comparto della consulenza alle imprese, nel 3° trimestre 2021, si attesta a 151, contro il 147 del periodo precedente. I giudizi espressi sui tre mesi precedenti segnalano che: il fatturato è aumentato per il 67% delle imprese, con un saldo positivo del 54% tra risposte in crescita e in diminuzione; gli ordini e l’occupazione evidenziano incrementi (saldi netti pari rispettivamente a +40% e a +3%); i prezzi dei servizi offerti si caratterizzano per un’evoluzione in rafforzamento (saldo netto pari a +27%). Con riferimento alle prospettive a breve termine: il fatturato è atteso in crescita dal 53% degli intervistati, con un saldo positivo del 53%; i saldi riferiti al portafoglio ordini (+53%) e all’occupazione (+40%) descrivono uno scenario di possibile rafforzamento dell’attività; i prezzi dei servizi offerti manifestano un saldo positivo (+27%). Le opinioni delle imprese in merito alla tendenza generale dell’economia italiana risultano positive: il 67% degli imprenditori ha un orientamento ottimistico, il 27% prevede stazionarietà e solamente il 7% ha una visione sfavorevole.

ICT & digitale

Il clima di fiducia delle imprese attive nel comparto ICT & digitale, nel 3° trimestre 2021, si attesta a 150, in linea con quanto rilevato tra aprile e giugno. In merito ai giudizi espressi sui tre mesi precedenti: il fatturato è aumentato per il 44% delle imprese, con un saldo negativo del 13% tra variazioni in aumento e in diminuzione; gli ordini e l’occupazione evidenziano incrementi (saldi netti pari rispettivamente a +37% e a +25%); i prezzi dei servizi offerti si caratterizzano per un’evoluzione piatta (saldo netto pari a 0%). Riguardo alle prospettive a breve termine: il fatturato è atteso in crescita dal 63% degli intervistati, con un saldo positivo del 6%; i saldi riferiti al portafoglio ordini e all’occupazione risultano positivi (rispettivamente pari a +38% e a +31%); i prezzi dei servizi offerti registrano un saldo positivo del 6%. Le opinioni delle imprese in merito alle prospettive sulla tendenza generale dell’economia italiana risultano molto favorevoli: l’81% degli imprenditori ha un orientamento positivo, il 13% prevede stazionarietà e il rimanente 6% prospetta una contrazione.

Servizi alle imprese

Il clima di fiducia delle imprese attive nel comparto servizi alle imprese, nel 3° trimestre 2021, si attesta a 133, in significativo indebolimento rispetto al periodo precedente (160). Riguardo ai giudizi espressi a consuntivo: il fatturato è aumentato per il 60% delle imprese, con un saldo positivo del 50%; gli ordini e l’occupazione evidenziano incrementi (saldi netti pari rispettivamente a +40% e a +50%); i prezzi dei servizi offerti si caratterizzano per un’evoluzione positiva (saldo netto pari a +30%). In merito alle prospettive a breve termine: il fatturato è atteso in crescita dal 30% degli intervistati, con un saldo positivo del 20%; i saldi riferiti al portafoglio ordini (+30%) e all’occupazione (+40%) descrivono uno scenario di possibile rafforzamento dell’attività; i prezzi dei servizi offerti si contraddistinguono per un saldo positivo del 30%. Le opinioni delle imprese in merito alle prospettive sulla tendenza generale dell’economia italiana risultano positive: il 40% degli imprenditori ha un orientamento ottimistico, il 50% prevede stazionarietà e il rimanente 10% è orientato verso una contrazione.

L’Indagine viene effettuata trimestralmente su un panel di imprese associate appartenenti al settore terziario.

L’intelligenza artificiale applicata alla ricerca sui “capelli”

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Negli ultimi anni gli sviluppi tecnologici in ambito Intelligenza Artificiale (AI) e Machine Learning (ML) hanno preso piede nell’industria cosmetica. Nel settore dell’hair care, tra i sotto-settori più complessi del beauty, la ricerca di nuovi prodotti sulla cura dei capelli presenta sfide complesse. Uno degli step fondamentali, ma oggi ancora molto costosi, è l’esecuzione di panel per la valutazione degli effetti di un prodotto sul capello: sebbene si tratti di uno degli elementi più importanti e utile per la ricerca e sviluppo di nuovi prodotti, comporta investimenti che solo i grandi brand della cosmesi possono permettersi.

Recentemente, diverse applicazioni dell’intelligenza artificiale, che sfruttano metodi propri della computer vision e algoritmi di machine learning, sono state utilizzate nell’industria cosmetica per il rilevamento e l’analisi automatica di immagini che ritraggono soggetti ed i loro capelli.

Finora, tutta la ricerca pubblicata sul rilevamento e la classificazione dei capelli si è concentrata sulla segmentazione e classificazione automatica dei capelli in acconciature (ad es. capelli lunghi, corti, lisci/ricci, ecc.) e sulla ricostruzione della struttura 3D di una chioma basata a partire da una sola immagine, principalmente per applicazioni nell’ambito della computer graphics. Pertanto, mancano studi sui metodi di intelligenza artificiale applicati alla valutazione di piccole alterazioni dell’allineamento dei capelli, derivanti dall’uso di shampoo e conditioner. Inoltre, tutta la ricerca sull’apprendimento automatico nel settore dei cosmetici è stata condotta tramite set di dati proprietari, quindi non disponibili al pubblico.


Sulle opportunità che l’AI e il ML possono offrire alla ricerca sui trattamenti per la cura dei capelli ha indagato un gruppo di ricerca composto dal Cosmetic Science Research Group di Londra, dal Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Brescia e dall’azienda britannica Sensory Dimensions, che insieme hanno pubblicato lo studio “Artificial Intelligence in Hair Research: a Proof-of-Concept Study on Evaluating Hair Assembly Features”.*

Lo studio aveva due obiettivi. Il primo obiettivo è stato applicare tecniche di computer vision e machine learning per quantificare gli effetti dei trattamenti per la cura dei capelli sull’allineamento dei capelli e identificare correttamente se le ciocche in esame fossero state trattate o meno con uno shampoo e un conditioner. Il secondo obiettivo era esplorare e confrontare i risultati della valutazione “umana” con quelli ottenuti dagli algoritmi di intelligenza artificiale (AI) di una macchina.

L’apprendimento automatico (machine learning) è stato applicato a un dataset di 1080 immagini di ciocche di capelli (vergini e decolorate), sia non trattate che trattate con lo shampoo e il conditioner in esame: il risultato atteso dall’applicazione dei due prodotti doveva essere un aumento del volume dei capelli, un miglioramento dell’allineamento e una riduzione della carica elettrostatica del capello. Gli effetti avrebbero dovuto essere più netti sulle ciocche decolorate.

Quando si dice “questo shampoo aumenta il volume dei capelli del 30%” oppure “riallinea i capelli in un modo mai visto prima”, le dichiarazioni si basano su valutazioni ottenute da “panel” che costano molto. Riuscire ad avere un tool automatico che riesca a valutare dei cambiamenti di volume e di allineamento di capelli a valle dell’utilizzo di uno shampoo e di un conditioner, permette di misurare in modo oggettivo delle proprietà strutturali del capello prima e dopo l’uso del prodotto, e di risparmiare molti soldi.

Lo studio in oggetto ha applicato tecniche di computer vision e machine learning per quantificare l’effetto di trattamento sulle ciocche e confrontare ciò che dice l’algoritmo e ciò che dicono le persone. La percezione delle persone potrebbe essere erronea, mentre quello che dice la macchina rappresenta la verità assoluta con la quale confrontarsi in futuro.

La collaborazione con Yonder, spin-off del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Brescia, partner di Myti  

“Siamo stati contattati dal Cosmetic Science Research Group per collaborare allo studio che due ricercatrici stavano conducendo sui capelli. Avevano letto un nostro studio in cui ci eravamo occupati in passato di un metodo per riconoscere in modo automatico la presenza di capelli in un’immagine” spiega Sergio Benini, Professore Associato nel settore scientifico-disciplinare di Telecomunicazioni del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università degli Studi di Brescia e socio titolare di Yonder. “L’intelligenza artificiale, però, non era mai stata utilizzata in precedenza per studiare le proprietà strutturali del capello. Nel dominio pubblico inoltre mancavano dataset che non fossero proprietari dei grandi brand della cosmesi e cura dei capelli.”

Il progetto si è evoluto attraverso diversi stadi. Nel primo stadio è stato prodotto il dataset di immagini (1080), che è stato anche pubblicato e ora è di dominio pubblico, ed è stato definito quello che doveva essere il comportamento atteso dei capelli a fronte di un trattamento. Sono state eseguite analisi automatiche mediante algoritmi di computer vision e machine learning. Poi c’è stata la fase che ha coinvolto l’essere umano e si è proceduto in due direzioni: è stato eseguito un assessment sensoriale davanti alle ciocche di capelli (la persona poteva girare intorno alle ciocche); un altro panel, diverso e più numeroso, è stato posto di fronte a immagini che la macchina ha processato esclusivamente in vista frontale per capire se per l’umano il cambiamento di volume e allineamento fosse percettibile oppure no.

Per la realizzazione dell’algoritmo prodotto dal Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Brescia sono servite alcune settimane di lavoro. Il processo di training della macchina ha richiesto qualche ora. Una volta pronta, la macchina è stata in grado di eseguire il test e l’assessment in pochi millesecondi. L’algoritmo è stato in grado di percepire in modo oggettivo le variazioni, mentre la valutazione umana ha solo parzialmente confermato l’analisi dell’immagine e ha evidenziato, inoltre, le sfide imposte dalle modalità di presentazione degli elementi da valutare. La valutazione umana delle immagini in due dimensioni è risultata più difficile rispetto a quando le ciocche vengono visualizzate in 3D. Nel complesso, i capelli decolorati hanno evidenziato effetti di maggiore entità rispetto ai capelli vergini.

Le conclusioni sono state le seguenti:

l’algoritmo di intelligenza artificiale è utile per fare la valutazione di capelli trattati e non. Agendo in modo oggettivo, e misurando dei volumi oggettivi e degli allineamenti oggettivi, l’algoritmo riesce a percepire dei dettagli difficilmente percepibili dagli umani. Dimostra quindi che possono essere applicati metodi per misurare in modo oggettivo delle caratteristiche che altrimenti sarebbero difficili da misurare o che gli umani potrebbero misurare ma i cui riscontri risulterebbero difficilmente affidabili e attendibili.
I costosi panel “umani” possono essere sostituiti con l’applicazione di algoritmi di intelligenza artificiale.

“Tutte le aziende che devono condurre dei panel per misurare alcune caratteristiche dei loro prodotti dovrebbero considerare l’AI come una via per ridurre i costi degli assessment e avere una misurazione delle caratteristiche quanto più oggettiva possibile, senza l’interferenza delle percezioni umane soggette a influenze o inquinamenti” conclude Benini.

Per consentire la replicabilità e incoraggiare ulteriori ricerche in questo campo, il codice e altri materiali pertinenti utilizzati per questo studio sono stati rilasciati e sono a disposizione nella pubblicazione.

“Artificial Intelligence in Hair Research: a Proof-of-Concept Study on Evaluating Hair Assembly Features”, di Gabriela Daniels e Slobodanka Tamburic del Cosmetic Science Research Group, London College of Fashion; Sergio Benini e Mattia Savardi del Dipartimento di Ingegneria Informatica dell’Università di Brescia; Jane Randall e Tracey Sanderson di Sensory Dimensions Ltd, pubblicato in International Journal of Cosmetic Science, Volume 43, Issue 4, pp. 405–418, August 2021.

Come un’impresa può portare sul digitale il proprio business – 5 punti identificati da Matteo Linotto

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Le imprese italiane si trovano sempre più spesso a gestire risorse scarse in termini di tempo e di budget: questo è il principale vincolo ad attivare i processi di vendita digitale. 

La vendita digitale è la capacità di realizzare business utilizzando canali web e social. Il digitale non va mai a sostituire quello che normalmente si fa nell’ambito delle vendite ma integra questi processi attraverso l’uso evoluto della tecnologia. Individuare il giusto percorso è il modo migliore per presidiare al meglio il proprio posizionamento sul mercato. Vediamo insieme a Matteo Linotto socio di Neosperience, quali aspetti possono essere alla base di una strategia di successo.

Il modello della subscriptions

Ormai da diversi anni le strategie di marketing non sono più orientate esclusivamente alla conquista di nuovi clienti e mercati, quanto piuttosto alla fidelizzazione dei clienti nel tempo. Cosa sempre più difficile, considerando la pluralità di soggetti che oggi continuano ad entrare nei più diversi settori commerciali.

Proprio per questo uno dei modelli di business sempre più utilizzati è quello della sottoscrizione che si realizza attraverso un abbonamento temporale. Oggi le persone desiderano poter fruire servizi e prodotti in un determinato arco temporale senza necessariamente possederli. I modelli di business basati sulla sottoscrizione in realtà sono un segno molto ben evidente del cambiamento delle abitudini di acquisto da parte dell’intera società.

Lo sviluppo di prodotti digitali

Un prodotto digitale è un bene totalmente immateriale che può essere venduto e distribuito più volte senza costi. Sviluppare un prodotto digitale ha molti vantaggi che li rendono particolarmente interessanti per la vendita:

> Bassi costi di spedizione;

> Elevati margini di profitto;

> Elevata flessibilità visto che è addirittura possibile fornire prodotti gratuiti per attivare una community.

Una tecnologia determinante nell’evoluzione dei sistemi di digital commerce è il NFT (Non-Fungible Token)..

Attraverso la tecnologia NFT, combinata con i servizi di piattaforme di digital commerce, è possibile certificare l’unicità di un contenuto digitale e quindi venderlo più facilmente.

La realizzazione di un sistema di offerta differenziale

Il modo in cui vengono offerti i prodotti e servizi non è altro che un sistema d’offerta. Creare un sistema di offerta evoluto significa realizzare delle logiche per mantenere i clienti nel tempo e per incrementare le vendite rispetto ad ogni singolo cliente. Realizzare il sistema d’offerta significa spesso non limitarsi ai prodotti e servizi della propria realtà ma anche identificare e vendere prodotti da parti terze complementari ai propri, coerenti con i trend di mercato e funzionali ai desiderata dei clienti.

Single Customer View

Una personalizzazione spinta può sfruttare oggi l’intelligenza artificiale e i dati in tempo reale per offrire i contenuti più adatti per ogni interlocutore. Questo approccio è un ulteriore passo avanti verso il più potente modello di conversazione che il marketing abbia mai definito: la Single Customer View. I clienti oggi utilizzano almeno due o addirittura tre dispositivi digitali e sono abituati ad avere informazioni contestuali ed a elevato valore. Avere una Customer Data Platform (CDP) sta diventando un asset fondamentale: tutte le migliori aziende vorranno disporre di questa tecnologia per poter realizzare il loro massimo potenziale.

La ricerca di mercato attraverso il canale digitale

Come prendere la migliore decisione per il business, in grado magari di ribaltare il posizionamento sul mercato ? 

Bisogna conoscere al meglio cosa sta accadendo nel proprio contesto di riferimento: una ricerca di mercato deve diventare la rampa di lancio per qualsiasi strategia di crescita. 

Una ricerca di mercato è una vera e propria analisi per meglio comprendere il contesto dove si sta operando e fare una fotografia al soggetti presenti nel proprio mercato includendo anche i concorrenti lo sviluppo del loro settore di riferimento in un dato mercato nonché il comportamento dei consumatori.

Grazie ad un approccio innovativo che usa l’Intelligenza Artificiale è possibile sondare il mercato a scadenze periodiche realizzando un vero e proprio sistema di Co-design della propria offerta per conoscere sempre di più i clienti e personalizzare il loro legame con l’azienda.

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