Magazine di informazione economica di Brescia e Provincia

Residenze per universitari e anziani, nel Bresciano sono 62

in Economia/Tendenze by
Residenza, foto generica da Pixabay

Residence per giovani e studenti e pensionati per anziani, sono 502 le imprese in Lombardia, +2,7% in un anno e +30% in cinque anni. Prima per imprese Milano con 122, poi Pavia con 102, Brescia con 62. In Italia ci sono 4.466 imprese, +6% in un anno e +44% in cinque anni. Prima Roma con 416, +44% in cinque anni. Sono 25 mila gli addetti in regione, +33% in cinque anni e nell’ultimo anno +12%. Lombardia prima in Italia, dove le imprese contano 109 mila addetti, +7% in un anno e +75% in cinque anni. Le localizzazioni di queste sedi d’impresa, che spesso sono presenti in più punti sul territorio,  sono 9 mila in Italia, di cui oltre mille in Lombardia e 296 a Milano. Business da 3 miliardi in Italia, di cui 630 milioni in Lombardia. Prima Milano con 340 milioni di affari. Sono questi i dati della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi sui numeri delle imprese di giugno 2019.

In Lombardia. Prima per imprese Milano con 122 e 7 mila addetti, poi Pavia con 102 e 2 mila addetti, Brescia con 62 e quasi 3 mila addetti. Quasi 3 mila addetti anche a Varese. In Lombardia sono  donne il 26%, stranieri il 4%, giovani il 5%. Più alto il peso delle donne a Pavia e a Monza e Mantova. Più stranieri e giovani a Pavia.

In Italia. Prima Roma con 416 imprese (+44% in cinque anni), poi Palermo con 313 (+36%), Catania con 259 (+58%), Torino con 167 (+82%), Napoli con 128 (+38%), Milano con 122 (+44%), Pavia con 102 (+67%). Quasi una impresa su due, il 41%, è femminile, il 6% sono stranieri, il 9% sono giovani.

Cosmetica e bellezza, a Brescia export in crescita a 44 milioni di euro

in Economia/Tendenze by
Cosmetici, foto generica da Pixabay

Cosmetica e bellezza sono tra i settori emergenti del made in Lombardy nel mondo con 2 miliardi circa di export nel 2019 al secondo trimestre (+8,2%) rappresenta il 56,2% del totale italiano che è di 3,4 miliardi (+7,6%). Milano leader con 670 milioni di euro circa (+14,3%), seguita da Roma, Bergamo, Monza Brianza e Lodi. Francia, Germania e Stati Uniti le principali destinazioni. In forte crescita Arabia Saudita e Hong Kong. La mappa delle destinazioni in italiano e inglese, realizzata dalla Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi e da Promos Italia, la struttura del sistema camerale a supporto dell’internazionalizzazione, è scaricabile dal link: https://www.promos-milano.it/informazione/note-settoriali/prodotti-per-la-pulizia-profumi-e-cosmetici-italiani-nel-mondo.kl

Cosmetica e bellezza: arriva la “maratona del business”. Giovedì 24 ottobre a Milano in Camera di commercio, a Palazzo Giureconsulti, in piazza Mercanti 2 angolo piazza Duomo, a partire dalle ore 9.30 e per tutta la giornata, ci saranno 80 incontri di business tra imprese italiane del settore cosmetica e bellezza e buyer esteri, nell’ambito del progetto “InBuyer” realizzato da Promos Italia, l’agenzia per l’internazionalizzazione del sistema camerale italiano, con la Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi. L’iniziativa permette di incontrare partner esteri selezionati in b2b personalizzati.

L’appuntamento di giovedì. Sono 31 le aziende lombarde del settore cosmetica che hanno aderito alla tappa milanese dell’iniziativa InBuyer. Incontreranno a Milano, 8 buyer provenienti da Francia, Germania, Olanda, Indonesia, Danimarca e Russia.

2 miliardi di euro è il valore dell’export lombardo di prodotti per la pulizia, cosmetici, e profumi nel 2019, primi sei mesi, su 3,4 italiani. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi e di Promos Italia, la struttura del sistema camerale a supporto dell’internazionalizzazione delle imprese su dati Istat 2019 al secondo trimestre. Milano è prima con 670 milioni circa di export (+14,3%). La seguono Roma con 423 milioni (+11,9%), Bergamo con 285 milioni (+10,8%) e Monza Brianza con 254 milioni (+9%). Superano i 100 milioni di euro anche Lodi, Cremona, Torino e Parma. Tra le prime 20 anche le lombarde Como, Pavia, Varese, Mantova e Brescia, passata da 39,4 aa 44,5 milioni di euro di export.

Le maggiori destinazioni dell’export. I cosmetici italiani arrivano soprattutto in Francia (471 milioni, +7,3%), Germania (368 milioni, +6,8%) e Stati Uniti (283 milioni, +11,1%). In forte crescita Arabia Saudita (+52,5%), Corea del Sud (+41,8%) e Cina (+37,2%). I maggiori mercati per la Lombardia sono sempre Francia (+9,1%), Germania (+4,9%) e Stati Uniti (+8,9%) con aumenti consistenti per Corea del Sud (+88%), Cina (+42,7%) e Hong Kong (+37,9%). Per Milano prevalgono Francia (+19,6%), Stati Uniti (+11,4%) e Germania (+10,4%). La Corea del Sud segna un +143,6%, l’Arabia Saudita e la Romania +78%. Si registra una crescita di oltre il 60% anche per Grecia, Polonia ed Emirati Arabi Uniti.

Imprese agroalimentari: a Brescia l’autunno dà lavoro a 4mila persone

in Agricoltura e allevamento/Alimentare/Economia by

Crescono i settori dell’agroalimentare legati all’autunno, sia in Lombardia che in Italia. In cinque anni si registra + 18% a  Milano, dove si contano oltre mille imprese, +14% in Lombardia con diecimila attività e +13% in Italia con 180 mila attività. In un anno, invece, la crescita è del +3% a  Milano, +2% in regione e a livello nazionale. In regione ci sono 22 mila addetti su 225 mila in Italia. Emerge dai dati della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi a giugno 2019.

Sono legate all’autunno attività quali la coltivazione di uva, mele, castagne, bacche, mirtilli, ribes, kiwi, cachi, melograno, nocciole, olive, produzione di olio e di vino (4 mila imprese in regione su 150 mila in Italia). Ci sono poi oltre 2 mila imprese nel vino e 23 mila imprese nel Paese per la cura di piante e giardini, di cui 5 mila in Lombardia.

Business da 2 miliardi all’anno in regione su 17 miliardi in Italia, con 807 milioni a Milano, circa 300 a Brescia e a Bergamo, 100 miliardi circa a Pavia e Lecco. Prime in Italia con 1,6 miliardi Treviso, con 1,3 miliardi Verona, con 807 milioni Milano, con 700 milioni Vicenza, Reggio Emilia, Modena.

Maggiore concentrazione in Lombardia a Pavia, Brescia, Sondrio, Bergamo. Prime Pavia e Brescia con quasi 2 mila imprese e rispettivamente 3 mila e 4 mila addetti, seguite da Milano con oltre mille imprese e 4 mila addetti, Bergamo con quasi mille e 3 mila addetti. A Monza e Brianza ci sono 518 imprese, + 27% in cinque anni, con oltre mille addetti, a Lodi 122 imprese con 193 addetti. Forte la crescita a Como con oltre 700 imprese, + 42% in cinque anni e a Lecco con 387 imprese, +42%.

Maggiore concentrazione in Italia a Bari, Trapani, Treviso, Foggia, Trento, Verona e Cuneo. Prima Bari con circa 10 mila imprese, +28% in cinque anni, seguita da Trapani con oltre 8 mila, Treviso con 7 mila, + 17%, Foggia con 6 mila, +7%, Trento, Verona e Cuneo con 5 mila.

Crescono di più in Italia in cinque anni Bolzano, Avellino, Belluno, Caserta, Ferrara, Lecco, Como, Napoli. Crescono di più in Italia in cinque anni Bolzano, Avellino, Belluno, Caserta, tutti circa del 50%, Ferrara, Lecco, Como, Napoli del 40% circa in cinque anni. Tra chi cresce di più, i maggiori centri sono Bolzano con oltre 3 mila imprese e Napoli, Caserta e Avellino con circa 2 mila imprese.

Take away, nel Bresciano sono un business per oltre 800 imprese

in Agricoltura e allevamento/Alimentare/Economia/Tendenze by

Cibo d’asporto e pasti pronti, nel 2019 sono 5.852 le imprese attive in regione nel settore su 37.966 nel Paese e crescono in un anno di circa + 1% secondo i dati elaborati dalla Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi su fonte registro imprese al 2019 e 2018. Un settore che in Lombardia impiega 19 mila addetti su 112 mila in Italia, con una crescita rispettivamente del 7% e del 3%.

Take away e cibi pronti in Lombardia. Si tratta soprattutto di imprese specializzate nella somministrazione con asporto, 5.622 attività, ma ci sono anche oltre duecento imprese tra produzione di pasti, sughi e estratti pronti. Milano è prima con 1.922 imprese attive, +2%, di cui 916 in città con 5 mila addetti, +3% in un anno, di cui 3 mila in città, +4%. Seguono Brescia (804), Bergamo (687), Monza Brianza (502) e Varese (465). In un anno sono Lodi con 116 imprese, +8% e Cremona con 219, +5%, a crescere di più.

Take away e cibi pronti in Italia. 37.966 imprese, +1% in un anno, circa 112 mila addetti rispetto ai 109 mila dello scorso anno, +3%, sono i numeri del settore in Italia. Roma (3 mila imprese, +1%), Napoli (1.977, +0,4%) e Milano (1.922, +2%) sono i territori che concentrano il maggior numero di attività seguite da Torino (1.534), Bologna (839), Catania (836), Bari (809), Brescia (804). Lodi (116 imprese, +8%), L’Aquila (169 imprese, +7%), Genova (768, +7%), Prato (134, +6%) i territori che crescono di più.

Business da 1,3 miliardi in Lombardia su 5,5 miliardi in Italia per piatti pronti e take away. Tra le regioni prima l’Emilia Romagna con 1,5 miliardi, seconda la Lombardia e terzo il Lazio con 840 milioni. Tra i territori, prima in Italia è Roma con 784 milioni, seguita da Ravenna con 578 milioni, Milano con 332 milioni, Monza con 300 milioni, Parma con 291 milioni, Modena con 239 milioni, Napoli con 195 milioni, Brescia con 182 milioni, Rimini con 147 milioni, Bergamo con 134 milioni, Mantova con 125 milioni, Pavia con 118 milioni.

Bandi, piano cave e non solo: ecco di cosa hanno parlato costruttori e Provincia

in Economia/Edilizia/Istituzioni/Provincia di Brescia by

Si è svolto lunedì un incontro tra la struttura dirigenziale della Provincia di Brescia e il Collegio Costruttori. Per la Provincia erano presenti anche il Vice Presidente, Guido Galperti, e il Consigliere delegato ai Lavori Pubblici, Antonio Bazzani. Per il Collegio Costruttori il Presidente Massimo Deldossi.

L’incontro si è svolto all’insegna della collaborazione, di un proficuo scambio di opinioni e di una riflessione su quanto può essere fatto per favorire il lavoro, l’impresa e lo sviluppo.

In particolare i temi trattati riguardano:

  • La costruzione dei bandi di gara, con particolare riferimento alle questioni relative all’Accordo quadro – manutenzioni strade, per un importo di 45milioni di euro su 4 anni, e all’Accordo quadro – manutenzioni immobili, per un importo di 18miloni di euro, sempre spalmati nell’arco di 4 anni.
  • L’approvazione da parte del Consiglio provinciale del Piano Cave della Provincia di Brescia, che avverrà entro il 31 dicembre 2020.
  • L’eventuale ingresso della Provincia nell’Associazione di Studio e Ricerca Campus, dove già si confrontano ANCE Brescia, Comune di Brescia, Camera di Commercio, Università e AIB.
  • Lo stato dell’arte, con la presumibile approvazione entro il 31 dicembre 2019, del Protocollo d’Intesa tra l’Amministrazione Provinciale e il Collegio Costruttori in ordine al rafforzamento della Legalità in edilizia e al Patto, sempre tra i due enti, d’Integrità.
  • L’ipotesi di costituzione di un Comitato tecnico tra i due soggetti per il monitoraggio dei problemi giuridici inerenti lo sviluppo dell’attività edile della nostra provincia.

Programmi gestionali: l’evoluzione degli strumenti aziendali degli anni 2000

in Economia/Innovazione by

I programmi gestionali sono indispensabili quando si avvia una nuova attività commerciale, ma anche per tutte le attività già avviate, che non sono ancora state ottimizzate con l’utilizzo dei software gestionali. Nell’ambito di un’azienda le formalità e i documenti da tenere sono sempre tanti oltre alla contabilità, ai dati dei clienti e dei fornitori, indispensabili per redarre le fatture, per tutte queste operazioni ricorrere ai software gestionali è un modo efficace di semplificare e automatizzare tutti i processi legati all’attività dell’azienda stessa .

Lo scambio automatizzato nei rapporti commerciali

In tutto il mondo le aziende e le realtà commerciali si sono via via adeguate al processo di digitalizzazione che negli ultimi decenni non solo si è velocizzato ma è diventato sempre più sofisticato; facendo conoscere all’uomo i grandi vantaggi dell’automazione aziendale. Oggi nessuna azienda affida la sua gestione al semplice lavoro manuale di archiviazione e gestione dell’attività globale di tutto il complesso amministrativo e del rapporto con la clientela.

Fatturazione elettronica e altre necessità gestionali

I più utilizzati sono i programmi gestionali per la fatturazione elettronica, in questo modo il personale addetto alle operazioni di controllo può tenere sempre aggiornati tutti i movimenti sia in entrata che in uscita di merci, prodotti, o denaro; oltre alla registrazione delle vendite, il salvataggio e l’archiviazione di tutti i dati anagrafici dei clienti, la veloce registrazione dei carichi; i programmi gestionali per la fatturazione elettronica sono assolutamente indispensabili per gestire la contabilità sia di piccole imprese, liberi professionisti, e piccole ditte. con un minimo organico lavorativo che va dalle 10 alle 30 persone. In questi casi sono sufficienti anche i programmi gestionali gratuiti e open source.

Software gestionali professionali

Mentre per aziende che hanno un volume di vendita più ampio e un organico maggiore e un più grande cassetto clienti è consigliabile affidare tutte le operazioni aziendali a software gestionali più professionali, in grado di controllare i flussi di lavoro più complicati. Ma quali sono le caratteristiche dei programmi gestionali per essere la scelta perfetta ? Innanzitutto la facilità d’uso, la divisione del Lavoro in moduli, la possibilità di disattivare le funzioni non utili, la personalizzazione e il rapporto qualità prezzo.

Programmi di vario tipo e per ogni tipologia di azienda

Oggi sono a disposizione sul mercato vari software per la fatturazione elettronica, e i programmi gestionali per altre necessità aziendali. La scelta è abbastanza vasta e articolata; la cosa importante è informarsi in maniera approfondita sulle differenze dei vari programmi in commercio.

Brescia-Qatar: intescambi cresciuti del 126 per cento nel 2018

in Economia/Tendenze by
Qatar, foto da Pixabay

Col Qatar  scambi da 1,4 miliardi per l’Italia nei primi sei mesi del 2019, +23% in un anno, secondo i dati della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi e di Promos Italia, l’agenzia per l’internazionalizzazione del sistema camerale italiano. Di questi, 666 milioni per il Veneto (+5% in un anno), 279 milioni per l’Emilia Romagna (+303%), 230 milioni per la Lombardia (+14%). Si tratta di 698 milioni di export e 696 milioni di import a livello nazionale, di cui 194 milioni di export lombardi. Ieri incontro di Alessandro Gelli, direttore di Promos Italia col Ministro del commercio e dell’industria del Qatar Ali Bin Ahmed Al Kuwari  in occasione dell’l’Italian Arab Business Forum di ieri in Assolombarda organizzato da JIACC e Promos Italia.

“Nei primi 6 mesi del 2019 l’export italiano verso il Qatar ha raggiunto i 698 milioni di euro, facendo registrare una crescita del 38,1% rispetto al primo semestre 2018 – ha dichiarato Giovanni Da Pozzo, Presidente di Promos Italia, l’agenzia per l’internazionalizzazione del sistema camerale italiano -. Un dato estremamente significativo che riteniamo continuerà a crescere nei prossimi anni, grazie anche alla World Cup del 2022, un’ulteriore opportunità di crescita per il Paese e per le relazioni economiche e imprenditoriali con l’Italia”.

Milano ha un business col Qatar di 107 milioni, in crescita del 30% in un anno, importa per 11 milioni (+8%) ed esporta per 96 milioni (+33%). Maè Brescia uno dei territori in cui si è registrata la crescita maggiore: gli interscambi, infatti, ammontano a 29,9 milioni, contro i 13,2 dell’anno precedente, con una crescita del 126% sul 2018.

Nei settori prevale il manifatturiero con 693 milioni per l’ export in sei mesi (+39% in un anno), e per l’import il settore petrolifero con 617 milioni di import in sei mesi (+7% in un anno).

Si esportano metalli con 256 milioni in sei mesi, + 431% in un anno, macchinari per 117 milioni (+28%), moda e abbigliamento con 62 milioni (+9%). Nel manifatturiero si importano chimica per 50 milioni in sei mesi, + 8% in un anno, prodotti petroliferi raffinati per 18 milioni.

Conversazioni strategiche di vendita per migliorare i tuoi affari

in Commercio/Economia/Innovazione by

Sei alla ricerca di un metodo per ottimizzare al meglio le tue vendite e riuscire a chiuderne di più? Allora sei nel posto giusto, perché in questo articolo vedremo come vendere in modo più efficace, applicando le giuste strategie.

A tal proposito, l’esperienza sulle strategie di vendita dell’esperto Mirko Cuneo, ti sarà sicuramente di aiuto. Una vendita è molto più di un insieme di tecniche, questo il “cuore” del suo messaggio. Mirko ha un’azienda a Milano e aiuta le micro, piccole e medie imprese in Lombardia, e non solo, ad affinare le proprie tecniche di vendita.

Qual è il segreto del successo di una buona strategia?

La capacità di immedesimarsi nel cliente, focalizzando la conversazione sulle sue esigenze lasciando da parte un po’ del proprio bisogno spasmodico di vendere.

La difficile arte dell’ascolto attivo

Mirko Cuneo suggerisce che il cuore pulsante di una transazione d’affari non è il prodotto che si vende, ma la relazione stessa con il cliente, la capacità del venditore di immedesimarsi con il suo interlocutore.

Un approccio comune è quello del venditore che passa buona parte della transazione a decantare qualità è virtù del prodotto/servizio o della propria azienda.

Risultato?

Il cliente, nel migliore dei casi, attenderà pazientemente la fine del monologo auto-celebrativo solitamente ridondante e stucchevole. Inutile aggiungere che al termine dello show del venditore, molto difficilmente il cliente sarà propenso all’acquisto.

Spesso, l’approccio che vi ho appena descritto, è la prassi dei venditori ancora inesperti, che, condizionati dall’ansia della performance, sono totalmente concentrati su sé stessi o sulle “dieci regolette” imparate durante la formazione, senza alcuna forma di originalità.

Sia chiaro, qui non si vuole sostenere minimamente un approccio che si basa sull’improvvisazione. Il vero punto cruciale è che, per quanto siano importanti le regole base della vendita, occorre sempre calarle nel contesto, che inevitabilmente, cambia di volta in volta.

Ogni persona ha caratteristiche, esigenze, gusti, bisogni differenti che il bravo venditore deve prima imparare a conoscere, se vuole davvero essere efficace nella sua transazione.

Ogni strategia di vendita deve essere supportata dal cosiddetto “ascolto attivo” – ovvero un ascolto interessato durante cui il venditore prova a capire davvero quali siano le esigenze del suo interlocutore. Come suggerisce Mirko, la conoscenza del cliente è utile che sia approfondita facendo domande mirate a comprendere al meglio il suo pensiero. Solo essendo a conoscenza di ciò di cui ha bisogno il consumatore sarà possibile offrirgli proprio la soluzione che fa al caso suo.

Vediamo di seguito un esempio.

“Vendimi questa penna”: l’arte di comprendere i bisogni per trovare soluzioni su misura

Chi ama il buon cinema probabilmente avrà visto “The Wolf of Wall Street”, con Leonardo DiCaprio.

Il film narra la storia vera del broker miliardario Jordan Belfort e della sua parabola nel mondo della finanza rampante di Wall Street negli anni ‘80.

In una delle scene del film, un giovane ma già sicuro di sé Belfort prova ad “addestrare” il suo primo team di aspiranti broker. Per mettere alla prova le loro doti, chiede loro di cercare di vendergli una penna.

Il più sveglio della truppa si limita a chiedere a Belfort / DiCaprio di scrivergli il proprio nome, Belfort risponde ammiccando che non ha la penna, et voilà e l’altro prontamente gliela porgo. Dopo che un bisogno è stato creato, la vendita si è chiusa con successo.

La morale della scena è: saper vendere vuol dire analizzare la situazione e comprendere le necessità o i desideri di chi si ha di fronte per poterli esaudire con il nostro prodotto o servizio.

L’ascolto attivo è fondamentale per avere accesso all’altro, per comprendere il suo mondo e le sue esigenze, per potersi relazionare con il cliente occupandosi veramente di quello che vuole.

Sarà l’esperienza della conversazione, l’esperienza della relazione umana che convincerà più di ogni altra cosa il cliente ad accettare la proposta. Le caratteristiche del prodotto o del servizio saranno un valido supporto e serviranno per fornire utili informazioni aggiuntive.

Non ti rimane che provare per credere: sei davvero capace di vendere quella penna?

Libri, il settore a Brescia dà lavoro a 908 imprese e 3mila persone

in Cultura/Economia/Tendenze by

Libri e editoria, dalla stampa alle librerie un business per 61 mila imprese in Italia e 194 mila addetti, con 27 miliardi di fatturato annuale, secondo i dati della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi al secondo trimestre 2019. Da produzione e commercio di libri alle agenzie di stampa fino a programmazione e trasmissione televisiva. In Lombardia coinvolte 11 mila imprese, con 50 mila addetti e 12 miliardi di fatturato. Un settore femminile, in cui le donne pesano il 31% tra le imprese in Italia, il 27% in Lombardia. I giovani sono il 7% nel Paese e il 5% in regione. Gli stranieri sono il 3%.

Più forniti tra i territori italiani, Roma e Milano. Prima Roma con 6 mila imprese circa. Ha 37 mila addetti, che crescono del +2,3% in cinque anni. Segue  Milano con oltre 5 mila imprese e 32 mila addetti, questi ultimi restano stabili. Poi c’è Napoli con 3 mila imprese e quasi 5 mila addetti, Torino con 2 mila imprese e 7 mila addetti, Bari, Firenze, Salerno, Bologna, con 5 mila addetti, Catania, Palermo, Genova con oltre mille imprese.  Tra le prime per addetti anche Bergamo, Padova e Verona con circa 5 mila. Nel settore crescono le librerie, +2% in Italia e +9% a  Milano. Emerge da una elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi sui dati del registro imprese al secondo trimestre 2019 e 2018. Per business, dopo la Lombardia con 12 miliardi, c’è il Lazio con 7 miliardi, Emilia Romagna, Veneto con circa due miliardi. Per territorio, affari più consistenti per Milano, con 11 miliardi, Roma con 7 miliardi, Torino con oltre 700 milioni, Bologna, Verona e Bergamo con oltre 500 milioni.

I settori legati all’editoria in Lombardia. Un business da 12 miliardi in Lombardia dove sono attive 11 mila imprese con 50 mila addetti secondo i dati della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi su fonte Registro Imprese al secondo trimestre 2019. I settori più coinvolti sono le librerie, (circa 5 mila imprese su 32 mila nel Paese), stampa (3 mila imprese su 17 mila), editoria (oltre 2 mila su 10 mila).

Quasi la metà delle imprese lombarde è concentrata nell’area di Milano, Monza Brianza e Lodi. Prima è Milano con circa 5 mila imprese e 32 mila addetti, stabili in cinque anni. Poi c’è Brescia con 908 imprese e 3 mila addetti, Bergamo con 839 imprese e 5 mila addetti, Varese e Monza con oltre 700 imprese e 2 mila addetti ciascuna, Como e Pavia con circa 500 imprese l’una, a Como con circa 1.600 addetti. A Lodi sono 169 le imprese con quasi 500 addetti.

Credito e finanza: in provincia Brescia 5mila assunzioni nel 2018

in Economia/Finanza/Lavoro/Tendenze by
Manager, foto generica

Imprese del credito e della finanza: se consideriamo il settore amministrativo allargato all’area legale e al controllo di gestione, le entrate lavorative annuali a Milano sono state di quasi 30 mila nell’anno 2018, il 7% di tutte le entrate milanesi, 394 mila,:_quasi una su dieci. Lo stesso dato in Lombardia è stato del 5,5%, con 50 mila entrate su 918 mila e in Italia del 4,5%, con 207 mila entrate su 4,6 milioni, circa una su venti.

A Milano i dirigenti entrati nel 2018 nell’area amministrativa sono stati il 53% rispetto alla prevalenza di impiegati in Italia col 58% e in Lombardia con 54%. Seconda per entrate nella finanza Brescia con 5 mila, terza Bergamo con quasi 4 mila. Seguono con 3 mila Varese e Monza Brianza, con 2 mila Como. Alto a Lecco il peso su tutte le entrate, 1.470 su 26 mila, il 6% circa, poco meno di Milano, quasi una su dieci.

Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi su dati 2018 del Sistema Informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere in collaborazione con ANPAL.

All’interno del comparto finanziario e gestionale, se si guarda al settore della finanza, credito e assicurazioni, con circa 10 mila entrate previste in un anno, Milano rappresenta il 77% del totale lombardo che è di oltre 13 mila, un quarto circa di quello italiano che raggiunge quota 43 mila. Più alta a Milano anche la percentuale di giovani fino a 29 anni, il 38,3% delle entrate previste rispetto a una media italiana del 34%.

Tra le regioni con maggiori entrate nel settore, oltre alla Lombardia prima con il 31,2% del totale nazionale, ci sono il Lazio (15,4%) e l’Emilia-Romagna (10,3%). Il 24% dei nuovi posti di lavoro è in preferenza dedicato a figure femminili. Le competenze maggiormente richieste per i nuovi assunti? Un’alta capacità di risoluzione dei problemi nel 72% dei casi e molta flessibilità e adattamento (85%). Richieste anche buone competenze digitali (84%) e capacità di applicare tecnologie 4.0 (46%).

Go to Top
Vai alla barra degli strumenti