Magazine di informazione economica di Brescia e Provincia

Inflazione a Brescia: nel mese di marzo tasso tendenziale nullo

in Economia/Tendenze by

Per il mese di MARZO, l’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività registra un tasso congiunturale lievemente positivo (+0,1%), affiancato da un tasso tendenziale nullo. A livello di divisione, l’incremento maggiore è registrato dalle “Bevande alcoliche e tabacchi” (+1,5%), seguito da “Ricreazione, spettacoli e cultura” (+1,0%) dai “Prodotti alimentari e bevande analcoliche” (+0,6%) “Altri beni e servizi” (+0,4%) e “Abbigliamento e calzature” (+0,2%).

In forte diminuzione, invece, sono le “Comunicazioni” (-1,6%), seguite dai “Trasporti” (-0,6%). Altre diminuzioni, più lievi, sono presentate dalle divisioni “Abitazione, acqua, elettricità e combustibili” (-0,1%) e “Servizi ricettivi e di ristorazione” (-0,1%).
Nulle le variazioni congiunturali delle restanti divisioni: “Mobili, articoli e servizi per la casa”, “Istruzione”, “Servizi sanitari e spese per la salute”.
Analizzando per tipologia di prodotto, rispetto al mese precedente, sia i “Beni”, sia i “Servizi” registrano un lieve aumento congiunturale (rispettivamente +0,1%, +0,3%). Tra i Beni, hanno avuto un aumento considerevole i Tabacchi (+2,3%) e i “Beni alimentari lavorati” (+1,0%), mentre hanno subito una flessione gli “Altri Energetici” (-2,2%) e i “Beni alimentari non lavorati” (i freschi presentano -0,5%). All’interno dei Servizi, invece, lievi variazioni si riscontrano nella voce “Servizi vari” (+0,3%), nei “Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona” e nei “Servizi relativi ai trasporti” (entrambi +0,2%).

Con riferimento alla frequenza di acquisto dei prodotti, questo mese l’alta e media frequenza presentano un lieve aumento congiunturale (rispettivamente +0,1% e 0,3%), mentre i prodotti a bassa frequenza diminuiscono lievemente (-0,1%). Infine, la “Core Inflation”, che indica l’andamento della componente di fondo della dinamica dei prezzi, cioè l’inflazione al netto della componente volatile (beni energetici e alimentari non lavorati), registra una variazione congiunturale positiva (+0,3%), con un tasso tendenziale positivo (+0,4%).

NOTA METODOLOGICA

Gli indici dei prezzi al consumo di marzo 2020 sono stati elaborati nel contesto dell’emergenza sanitaria dovuta al diffondersi del Covid -19 in Italia, con la sospensione di attività di ampi segmenti dell’offerta di beni e servizi di consumo.  L’impianto dell’indagine sui prezzi al consumo, basato sull’utilizzo di una pluralità di canali per l’acquisizione dei dati, ha consentito di ridurre gli effetti negativi dell’elevato numero di mancate rilevazioni sulla qualità delle misurazioni della dinamica dei prezzi al consumo. La situazione che si è venuta determinando e le modalità con le quali è stata affrontata sono illustrate nella Nota metodologica, alle pagine 19 e 20, del Comunicato stampa diffuso oggi dall’Istat.

Come ricordato nella Nota metodologica dell’Istat, gli indici ai diversi livelli di aggregazione che hanno avuto una quota di imputazioni superiore al 50% (in termini di prezzi mancanti e/o di peso) sono segnalati mediante l’utilizzo del flag “i” (dato imputato).
Con il comunicato stampa odierno vengono diffusi gli indici locali dei prezzi al consumo a un livello aggregato (indice generale, divisioni di spesa ECOICOP, tipologie di prodotto) e laddove necessario con il flag “i”. Ciò è coerente con gli indici NIC pubblicati dall’Istat a livello nazionale. Le specifiche realtà locali saranno rappresentate in occasione dell’uscita dei dati di aprile (retrospettivamente anche per marzo) quando saranno resi disponibili anche indici più disaggregati.

Dall’entrata in vigore del DPCM del 9 marzo 2020, la rilevazione delle singole quotazioni relative ai prodotti facenti parte del piano di campionamento del Comune di Brescia, è stata effettuata solo telefonicamente dai rilevatori incaricati, senza che questi si dovessero recare fisicamente presso i punti vendita rimasti aperti, cioè quelli appartenenti all’allegato 1 del citato decreto. Laddove, non è stato possibile rilevare le quotazioni dei punti vendita chiusi dal DPCM citato, l’Istat è intervenuto applicando metodologie di stima condivise in ambito europeo e riportate in modo approfondito nella NOTA ISTAT citata (www.istat.it).

Immatricolazioni: in Lombardia autobus -25,5%, camion -28,9% (prima del Coronavirus)

in Automotive/Economia/Partner/Tendenze by

Nel 2019 in Lombardia le immatricolazioni di autobus sono state 534, con un calo del 25,5% rispetto al 2018. Sempre lo scorso anno le immatricolazioni di veicoli pesanti (e cioè con PTT – peso totale a terra – superiore a 16 tonnellate) per il trasporto merci sono state 3.607, con un calo del 28,9% rispetto al 2018. Questi dati emergono da un’elaborazione del Centro Studi Continental su dati Aci.

Dall’elaborazione è possibile stilare un prospetto dei dati a livello provinciale. Le province della Lombardia in cui le immatricolazioni di autobus sono calate sono Lodi (-61,3%), Varese (-51,8%), Mantova (-44,4%), Cremona (-42,9%), Monza e Brianza (-36,4%), Milano (-36%), Pavia (-31,3%), Lecco (-30%) e Bergamo (-27,4%). Le province in cui è stato registrato invece un aumento sono Brescia (+204,3%), Como (+200%) e Sondrio (+27,3%). Per ciò che riguarda le immatricolazioni di veicoli pesanti per il trasporto merci, tutte le provincie della Lombardia fanno registrare dati in calo, ad eccezione di Monza e Brianza (+4,7%). Si va dal -13,1% di Como al -40,3% di Milano fino ad arrivare al -51,4% di Lodi.

Immatricolazioni camion 2019 in Lombardia

Nel 2019 in Italia le nuove immatricolazioni di autobus sono state 4.321, con una crescita del 31,3% rispetto al 2018. Sempre nel 2019 le immatricolazioni di veicoli pesanti (e cioè con PTT – peso totale a terra – superiore a 16 tonnellate) per il trasporto merci sono state 19.605, con un calo del 30,7% rispetto al 2018.

Coronavirus, Siderweb: il settore dell’acciaio rischia un calo del 20 per cento

in Acciaio/Economia/Tendenze by

Flero (BS) – Doveva essere un anno interlocutorio, con un tasso di crescita del consumo di acciaio positivo, seppur inferiore a quello registrato nel 2019. Invece, il 2020 sarà a suo modo un anno memorabile per il mondo e, quindi, anche per la siderurgia globale. Un anno contraddistinto da quello che sta assumendo i contorni di un vero e proprio terremoto sanitario, sociale ed economico. Il protagonista, l’innesco dell’incendio è stato il virus SARSCoV-2, responsabile della malattia infettiva respiratoria che sta contagiando tutto il mondo.

Quale sarà l’impatto delle misure volte a contenere la diffusione del coronavirus sulla siderurgia? Questo il tema affrontato nel webinar gratuito organizzato martedì scorso, 7 aprile, da siderweb. «Al momento i ragionamenti che si possono fare – ha spiegato Stefano Ferrari, responsabile dell’Ufficio Studi siderweb – sono di natura indiretta, in quanto ad oggi non esistono previsioni aggiornate sui consumi di acciaio. Si può quindi solo stimare quale sarà la domanda dei settori utilizzatori e farsi un’idea delle ripercussioni sul comparto».

Sul versante delle costruzioni «CRESME LAB, il think tank analitico del CRESME il 26 marzo ha previsto per l’edilizia e il genio civile nel nostro Paese, includendo investimenti in nuova costruzione e manutenzione straordinaria, una contrazione (valutata a valori costanti) del -22,6% rispetto al 2019». Ci potrebbe essere, rispetto alle previsioni (che erano positive per il 2020; +2,4%), una perdita potenziale di 34 miliardi di euro di investimenti. Se invece si guarda al dato del 2019, la caduta è quantificabile in 31 miliardi di euro.

Per il settore dell’auto, «marzo ha visto una contrazione delle vendite del 90% sul mercato italiano – ha proseguito Ferrari -. Per l’anno 2020 le attese degli analisti sono per una riduzione a livello globale del 15% circa». In particolare Standard & Poor’s si attende un -15%/-20% in Europa, seguito da un +9%/+11% nel 2021. Se queste previsioni si avverassero, a fine 2019 avremmo vendite in Europa pari a 19 milioni di autoveicoli, contro i 20,7 milioni di autoveicoli del 2019.

Infine per il settore petrolifero il forte calo dei prezzi del greggio dovrebbe portare secondo IEA ad una riduzione del 50%-85% dei profitti delle compagnie petrolifere rispetto al 2019, con un conseguente taglio degli investimenti. La riduzione dovrebbe essere di circa il 15%-20% rispetto alle attese, con un conseguente calo dei consumi di acciaio.

«Tutti i dati a disposizione ci dicono che la contrazione del settore sarà forte – ha concluso Ferrari durante il webinar -, con l’automotive a -15%/20%, il petrolio a -15/20% e le costruzioni a -20/25%. Anche se alcuni comparti faranno meglio della media (per esempio il biomedicale, l’industria alimentare, ecc.), per la siderurgia mi attendo una contrazione dei volumi in linea con quella dei settori utilizzatori».

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Coronavirus, la Provincia sblocca i pagamenti alle aziende edili

in Economia/Edilizia by
Raccogliendo immediatamente la richiesta dell’Associazione Nazionale Costruttori Edili e delle ditte operanti sul territorio bresciano di un’iniezione immediata di liquidità per sostenere le migliaia di imprese che in queste settimane sono state costrette a sospendere i lavori per tutelare la sicurezza dei propri lavoratori, il Presidente della Provincia di Brescia, Samuele Alghisi, ha firmato oggi un decreto attraverso il quale  autorizza i dirigenti al pagamento dei lavori realizzati in esecuzione di contratti d’appalto stipulati dalla Provincia di Brescia, sospesi, a causa delle conseguenze delle disposizioni vigenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19, per gli importi maturati al momento della presentazione della domanda, in deroga alle eventuali previsioni dei limiti di importo previsti dal contratto e/o capitolato di appalto, previa emissione ai sensi dell’art. 113 bis del D.lgs. n. 50/2016, di stati d’avanzamento e dei certificati di pagamento e fatte salve le ulteriori condizioni previste dal contratto e dalle norme per la liquidazione degli acconti.
“Il rallentamento dell’esecuzione dei contratti d’appalto di lavori da realizzare – ha dichiarato Alghisi – a causa  delle limitazioni allo svolgimento delle attività produttive disposte dai provvedimenti normativi assunti dal Governo e dalla Regione ai fini del contenimento dell’emergenza epidemiologica da Covid-19, richiede da parte delle Stazioni Appaltanti una valutazione circa l’opportunità di procedere alla liquidazione dei lavori eseguiti fino alla data di sospensione, anche in deroga ai termini di pagamento previsti dai contratti, per venire incontro alle inevitabili ripercussioni che il presente momento emergenziale comporta in tema di liquidità delle stesse imprese”.
La Provincia si impegna dunque a riconoscere all’appaltatore quanto effettivamente realizzato,  permettendo cosi allo stesso di poter a sua volta liquidare fornitori, subappaltatori e maestranze, in un momento storico in cui l’emergenza ha congelato improvvisamente le filiere produttive e, conseguentemente, i relativi flussi economici.
“Riteniamo essenziale in questa fase –  ha concluso Alghisi – compiere ogni azione che possa supportare il sistema produttivo, al fine di evitare per quanto possibile il fermo dei lavori e in ogni caso creare i presupposti per un rapido ed efficace riavvio degli stessi non appena le condizioni di diffusione della pandemia lo permetteranno”.

 

Confartigianato: consegnati altri due respiratori agli ospedali di Brescia

in Associazioni di categoria/Confartigianato/Economia/Salute by

Continua la distribuzione dei 20 ventilatori polmonari pressometrici che Confartigianato e ANCoS, l’associazione del sistema Confartigianato Imprese che si occupa di progetti solidali e che a Brescia realizza l’evento culturale Librixia Fiera del Libro di Brescia, hanno messo a disposizione delle strutture ospedaliere italiane impegnate in prima linea nell’assistenza ai pazienti colpiti da coronavirus. Oggi ne sono in consegna due agli Spedali Civili di Brescia e due all’Ospedale Maggiore di Cremona. Nelle scorse settimane tre respiratori erano stati donati all’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo e tre all’Ospedale Luigi Sacco di Milano. «In questo drammatico momento abbiamo sentito il dovere di aiutare il personale medico e infermieristico che senza sosta sta lavorando per garantire assistenza ai malati. Mai come ora sentiamo forte il richiamo alla solidarietà, per la quale ci adoperiamo da sempre: ogni gesto che serva a salvare vite umane noi lo faremo, nei limiti delle nostre possibilità. Vogliamo offrire un contributo concreto alla battaglia che tutto il Paese sta combattendo contro il virus, a cominciare dalle strutture sanitarie che sono in prima linea a fronteggiare l’emergenza. Siamo convinti che facendo tutti la nostra parte, uniti, responsabili e solidali al fianco delle persone e degli imprenditori, potremo superare l’emergenza sanitaria e costruire le condizioni della ripresa economica. Nei prossimi giorni altre apparecchiature saranno distribuite agli ospedali maggiormente congestionati e in difficoltà per la carenza della strumentazione indispensabile alla cura dei pazienti. Con questa iniziativa gli artigiani di Confartigianato fanno un gesto concreto di aiuto alle situazioni più drammatiche con la caratteristica che li contraddistingue: fatti e non parole» così Eugenio Massetti, presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia che conclude: «Sono 33mila le imprese artigiane bresciane e rappresentano il motore economico della nostra provincia, oggi in ginocchio ma sempre pronte a rispondere e ad agire, come in questo frangente, con un contributo concreto, come sono concreti gli artigiani che sin dall’inizio hanno sostenuto la raccolta fondi in parte già donati – 10mila euro da parte di Confartigianato Brescia, 8mila da parte del Movimento Giovani di Confartigianato Brescia – e che sta proseguendo in questi giorni e che si unisce alle tante iniziative di solidarietà che i nostri artigiani stanno realizzando singolarmente a fianco delle proprie comunità».

Imprese, ecco le ultime comunicazioni della Camera di commercio di Brescia

in Associazioni di categoria/Camera di commercio/Economia by

MISURE ADOTTATE DALL’ENTE CAMERALE IN RELAZIONE ALL’EMERGENZA SANITARIA

AVVISO AGLI UTENTI: FINO AL 3 APRILE

Con riferimento alle misure di gestione dell’emergenza epidemiologica Coronavirus,  la Camera di Commercio di Brescia comunica che i servizi che comportano contatto con il pubblico, a causa dell’emergenza sanitaria in atto, sono stati riprogrammati con modalità di accesso che variano da servizio a servizio.

Le imprese sono invitate, laddove possibile, a ricorre principalmente alle modalità online.

Sono assicurati i servizi ritenuti indispensabili per l’attività delle imprese che continueranno ad operare.

Si invita pertanto l’utenza a consultare le sezioni interne del sito www.bs.camcom.it per la puntuale verifica delle modalità di accesso alle attività camerali di proprio interesse.

19/20 – MUD 2020: PROROGA DELLA DICHIARAZIONE DEI RIFIUTI AL 30 GIUGNO

Facendo seguito alle disposizioni impartite dal Decreto Legge del 17/03/2020 n.18, per far fronte all’emergenza sanitaria in atto, sono stati rinviati i termini di scadenza della dichiarazione Mud.

Il seminario MUD 2020 previsto per il 15 Aprile p.v. è rimandato a data da destinarsi, che sarà individuata in tempo utile ai fini della dichiarazione e compatibilmente con l’evolversi della situazione sanitaria. Per ogni informazione si invita a contattare l’Ufficio Competitività delle Imprese e mail pni@bs.camcom.it.

20/20 – STRUMENTI DELLA CAMERA DI COMMERCIO PER LA RISOLUZIONE DELLE CONTROVERSIE

La Camera di Commercio offre strumenti stragiudiziali di risoluzione delle controversie rapidi, riservati, con costi contenuti e certi, anche senza l’obbligo di assistenza legale, e beneficiando della competenza di professionisti specificamente formati nella gestione di contenziosi commerciali, fruibili con collegamento a distanza tramite strumenti telematici anche in questo periodo: mediazione civile e commerciale in materia contrattuale, arbitrato nazionale e internazionale in collaborazione con Camera Arbitrale Milano, procedure di conciliazione Italia-Cina attraverso il Centro di Conciliazione Italo-cinese di Milano. Contatti: Ufficio Tutela del Mercato tel 030.3725.374-363 dal lunedì al giovedì: 9.00 – 15.30 Venerdì: 9.00 – 13.00 e-mail: tutela.mercato@bs.camcom.it P.E.C.: tutela.mercato@bs.legalmail.camcom.it

21/20 – BREVETTI E MARCHI – COMUNICAZIONI

La Camera di Commercio di Brescia informa che per il periodo compreso tra il 23 febbraio 2020 e il 15 aprile 2020 sono sospesi tutti i termini, ivi inclusi quelli perentori, relativi ai procedimenti amministrativi per il deposito dei titoli nazionali di proprietà industriale, su istanza di parte o d’ufficio, pendenti alla date del 23 febbraio 2020 o iniziati successivamente a tale data. I titoli di proprietà industriale in scadenza tra il 31 gennaio e il 15 aprile conservano inoltre la loro validità fino al 15 giugno 2020.

Si informa, altresì che domande di marchio internazionale o quelle di rinnovo dello stesso, in alternativa alle procedure vigenti del deposito presso le Camere di commercio o della trasmissione via posta all’UIBM, ora si possono trasmettere all’UIBM anche per posta elettronica certificata.

Per informazioni consultare la pagina brevetti e marchi sul sito www.bs.camcom.it

CORONAVIRUS, Confartigianato: chiusura forzata grave danno per i pasticceri

in Alimentare/Economia by

La chiusura delle pasticcerie durante le feste pasquali determina un pesante danno economico che grava sulla competitività del sistema delle micro e piccole che realizzano un prodotto di pasticceria artigianale di elevata qualità. È colpita dal lockdown la vendita diretta della pasticceria artigianale – a vantaggio dei prodotti venduti attraverso il canale della distribuzione commerciale – coinvolgendo a livello lobardo oltre 3 mila imprese di pasticceria e gelateria nelle quali lavorano 11 mila addetti, un settore caratterizzato da un’elevata vocazione artigianale, con oltre due imprese su tre artigiane (68,1%). Nella sola provincia di Brescia, rileva lo studio realizzato dall’Osservatorio di Confartigianato Lombardia, 470 imprese (il 14,1% del totale regionale), che danno lavoro a 1.679 addetti, con una vocazione artigiana delle stesse che supera la media lombarda attestandosi al 73%. «Lo stop alla produzione e vendita delle pasticcerie rappresenta una discriminazione rispetto ai negozi e alla grande distribuzione ai quali è invece permessa la commercializzazione di prodotti dolciari. Siamo i primi – afferma Eugenio Massetti, presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia – a rispettare le regole per difendere la salute dei cittadini. Ma non accettiamo la penalizzazione delle nostre produzioni a vantaggio di altre tipologie di prodotti di pasticceria. Così si colpiscono le nostre aziende e si nega libertà di scelta ai consumatori. Ci auguriamo che molte attività chiuse al pubblico, ma con laboratori e prodotti già pronti, possano trovare nei canali di vendita on line e nella distribuzione locale, una soluzione per ovviare e reinventarsi in questo momento così negativo».

L’incrocio dei dati strutturali di fatturato per addetto del settore, dell’occupazione del settore e della distribuzione delle vendite mensili rilevata dalle imprese del sistema Confartigianato, consente di stimare in 88 milioni di euro la perdita di fatturato nel mese di aprile, concentrato nelle mancate vendite dei dolci legati alla ricorrenza di Pasqua. Ai mancati ricavi si aggiunge la perdita, valutabile in 18 milioni di euro, determinata dal deperimento di parte delle materie prime acquistate prima del lockdown in previsione della produzione per il periodo pasquale e dal parziale utilizzo legato all’imprevista chiusura resa necessaria per limitare i contagi da Covid-19. Con la somma dei due effetti si scarica sulle 3 mila imprese della pasticceria lombarda un danno economico di 106 milioni di euro. Nella sola provincia di Brescia, considerato il peso delle aziende bresciane, stimabili all’incirca 10 milioni che non andranno in uova e colombe artigianali.

Apindustria distribuisce alle imprese donate dalla Camera di commercio cinese

in Api/Associazioni di categoria/Economia/Salute by

Sono 15mila le mascherine ad uso sanitario che Apindustria Brescia ha deciso di mettere a disposizione delle proprie aziende Associate, dando la precedenza a quelle che sono rimaste aperte in questo periodo.

Da lunedì 5 aprile p.v. saranno consegnate alle aziende che ne hanno fatto richiesta. Le mascherine sono state donate alla nostra Associazione dalla Camera di Commercio del Parco Ecologico Sino-Italia di Ningbo (Cina), grazie al coordinamento del Sig. Huang Yanting. Ciò è frutto della proficua collaborazione nata negli anni scorsi fra Apindustria e Yanting. “Questa generosa donazione – spiega Alessandro Orizio, Vice Presidente Vicario di Apindustria Brescia con delega all’Internazionalizzazione, che due anni fa partecipò insieme al Presidente di Apindustria Brescia, Douglas Sivieri, a un incontro a Ningbo in Cina – ha un grande significato per noi ed è segno dei buoni rapporti che in questi anni abbiamo costruito e mantenuto con i colleghi cinesi. Abbiamo deciso subito di mettere a disposizione questo prezioso materiale alle aziende Associate che ne hanno bisogno all’interno delle proprie aziende per i lavoratori”.

Apindustria Brescia donerà inoltre due ventilatori polmonari agli Spedali Civili di Brescia, uno dei nosocomi della città che si sta prodigando nell’assistenza della popolazione colpita dal Covid-19. La donazione è nata grazie al grande lavoro di squadra tra Confapi, il suo Presidente bresciano Maurizio Casasco e la Giunta di Apindustria Brescia guidata dal Presidente Douglas Sivieri. “Anche noi come Associazione abbiamo voluto fare la nostra parte – ha detto Douglas Sivieri, Presidente di Apindustria Brescia – dando un aiuto concreto in questo momento difficile per tutti: aziende, imprenditori, famiglie, medici, infermieri, tutti nessuno escluso. Per questo abbiamo deciso di acquistare due ventilatori polmonari che doneremo al principale ospedale cittadino, per contribuire a salvare più vite possibili”.

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PMI: Confapi scrive a Conte, sei azioni per ripartire dopo l’emergenza

in Api/Associazioni di categoria/Economia by

“Tutti i dati fondamentali e i principali indicatori economici dimostrano che il sistema Paese non può più reggere in condizioni di fermo produttivo prolungato pressoché totale. Occorre prendere coscienza che la geometria e l’intensità della crisi in atto assumono forma e profondità che possono mettere a rischio la stessa esistenza del sistema economico nazionale e specialmente quello della piccola e media industria privata”. Così, in una lettera, il presidente di Confapi Maurizio Casasco si rivolge al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, indicando i sei nodi cruciali per le Pmi italiane, su cui intervenire una volta terminata l’emergenza sanitaria.

“È chiaro alla nostra categoria di imprese e a noi piccoli e medi industriali che non si potrà che ripartire nelle condizioni di massima sicurezza e incolumità pubblica, solo quando le fabbriche e le sedi delle nostre imprese saranno ‘il posto più sicuro’ dove stare. Occorre quindi mettere in campo test a rapida risposta, il costo dei quali potrebbe essere a carico delle aziende, in modo da richiamare alla vita produttiva coloro che risultano negativi al virus, adottando anche un criterio anagrafico. Ovviamente è fondamentale l’accordo con le Organizzazioni sindacali. Questa attività di progressiva ripresa – aggiunge Casasco – avrà a nostro avviso effetti molto importanti sui temi critici che abbiamo rilevato in queste settimane. Proprio su questi temi avanziamo delle proposte per fronteggiarne gli impatti.”

Per la Confederazione italiana della piccola e media industria privata è innanzitutto opportuno un maggiore coordinamento tra autorità locali e nazionali, per riattivare la curva della fiducia e per restituire speranza, prima ancora che capacità di reddito, al nostro sistema. In secondo luogo Confapi suggerisce l’introduzione di sostegni per la ‘riapertura’ delle attività sospese e il varo di meccanismi di protezione che non falcidino i creditori, ma rendano attuabile una ripresa delle attività, in modo da tamponare l’incidenza dei fallimenti sul sistema economico. La terza indicazione riguarda il tema della cancellazione degli investimenti pianificati, secondo Confapi, bisogna introdurre misure di fiscalità amichevole per chi investe o linee di credito facilitate per il mantenimento degli investimenti già programmati. Il quarto spunto riguarda il credito, per incidere sui flussi di liquidità, gli industriali propongono di sospendere l’applicazione dello IFRS 9 ed eliminare la pretesa del merito creditizio per l’erogazione di finanziamento bancario. La quinta linea di intervento attiene allo stimolo della ripresa occupazionale, Confapi propone infatti di procedere alla de-fiscalizzazione degli oneri sociali nei limiti della capienza del bilancio dello Stato. Infine sulle vendite al dettaglio, è opportuno per la Confederazione delle Pmi private disporre la riapertura intelligente delle attività ora totalmente impedite, con le adeguate misure di sicurezza sociale, anche valutando come in altri Paesi l’attribuzione di codici di priorità e protezione.

 

Coronavirus, Aib sostiene la campagna #iopagoifornitori

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Evidenza/Partner by

Ha preso il via in questi giorni la campagna di comunicazione #iopagoifornitori,  creata da Alfredo Rabaiotti, titolare di Becom S.r.l, a cui Aib ha deciso di aderire.

L’obbiettivo è quello di stimolare le imprese del sistema economico bresciano, che ritengono di aderire volontariamente all’iniziativa, a rispettare i termini di pagamento pattuiti con i fornitori nonostante le difficoltà legate alla situazione del Coronavirus e, più in generale, a diffondere prassi trasparenti ed efficienti.

“Il sistema economico bresciano si sta muovendo in una situazione fortemente influenzata dalla diffusione del Coronavirus e dai conseguenti provvedimenti che hanno determinato il blocco per numerose realtà, ma anche per intere filiere – commenta Giuseppe Pasini, Presidente dell’Associazione Industriale Bresciana –. Nonostante ciò, AIB ha avviato un dialogo costante con il sistema bancario per garantire una serie di strumenti finanziari che possano garantire alle aziende la necessaria liquidità. Si tratta di un tema fondamentale, per le imprese e per le famiglie. È indubbiamente apprezzabile leggere di imprenditori in grado di rispettare le scadenze dei pagamenti, o che addirittura li anticipano. Sono certo che a Brescia chi è nelle condizioni di farlo, senz’altro lo farà, responsabilmente, per contribuire affinché tutta la filiera in cui opera rimanga sana. Con questo manifesto puntiamo a sensibilizzare ulteriormente in tale direzione.”

Il manifesto si ispira al principio della massima snellezza e al principio volontaristico delle imprese e degli imprenditori che riterranno di recepirne le finalità, traducendole concretamente in comportamenti eticamente corretti, ossia pagare i rispettivi fornitori nel rispetto dei termini contrattualmente stabiliti. Il documento – coerentemente anche con la direttiva UE “Late payments” del 2011 e al successivo decreto legislativo italiano 192/2012 – intende inoltre promuovere la creazione di codici di pagamento rapido. Entrambi, seppur pensati principalmente per regolare i termini di pagamento delle transazioni commerciali tra Pubblica Amministrazione e imprese, auspicano che per le transazioni tra imprese venga lasciata autonomia negoziale alle parti comunque con tempi di pagamento non superiori a 60 giorni, pur con un rafforzamento dei presidi a tutela dei creditori.

In particolare, l’iniziativa #iopagoifornitori richiama quindi le imprese, in primis quelle aderenti ad Associazione Industriale Bresciana, affinché si impegnino a effettuare i pagamenti nei termini contrattuali che regolano i rapporti con i propri fornitori, non modificare con effetto retroattivo i termini e le altre condizioni di pagamento, dare ai fornitori indicazioni chiare e facilmente accessibili in merito alle procedure di pagamento, affermare la cultura dei pagamenti rapidi e diffondere attraverso propri comportamenti coerenti all’obiettivo del documento, pratiche di pagamento efficienti, basate sul rispetto dei termini contrattuali pattuiti.

Il Manifesto intende, inoltre, richiamare la Pubblica Amministrazione alle proprie responsabilità, invitandola in questa fase di straordinaria criticità ad onorare i propri pagamenti verso tutti i propri fornitori.

Le aziende che intendono sottoscrivere il manifesto #iopagoifornitori possono farlo con l’invio di una dichiarazione del proprio legale rappresentante all’indirizzo mail iopagoifornitori@aib.bs.it sulla base del modulo pubblicato su www.aib.bs.it, alla pagina dedicata. Nella dichiarazione, le aziende si assumono l’impegno di pagare i propri fornitori nei termini previsti dai contratti commerciali che l’azienda sottoscrittrice ha in essere.

A seguito della sottoscrizione del manifesto, il marchio #iopagoifornitori potrà utilizzato sui documenti e sui siti aziendali. Il marchio segnala al mercato un’impresa che adotta pratiche virtuose e responsabili in materia di pagamenti.

L’elenco delle aziende firmatarie il manifesto sarà pubblicato su tutti i canali social e sul sito web di Associazione Industriale Bresciana; mensilmente l’Associazione aggiornerà l’elenco e ne darà anche puntuale informazione a tutti gli associati.

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