Magazine di informazione economica di Brescia e Provincia

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Solidarietà, ecco il nuovo vertice dellla Congrega della carità apostolica

in Economia/Partner 2/Solidarietà by
Il notaio Alberto Broli

Nella serata di lunedì 14 gennaio 2019, il Collegio degli Amministratori della Congrega della Carità Apostolica ha eletto il nuovo Comitato di Presidenza per il triennio 2019-2021.

Per i prossimi tre anni, a presiedere il più antico sodalizio caritativo bresciano i Confratelli della Congrega hanno confermato il notaio Alberto Broli, come vice Presidenti sono stati invece designati il prof. Antonio Porteri e il dr. Pietro Ghetti, che subentrano al dr. Agostino Mantovani e al dr. Giovanni Falsina. A comporre la squadra come consiglieri ci sono l’avv. Stefano Bontempi, il notaio Franco Bossoni, il dr. Franco Gheza, l’arch. Giuseppe Milanesi, don Armando Nolli, l’avv. Francesco Onofri, il dr. Franco Polotti e il dr. Marcellino Valerio.

Come revisori dei conti sono stati indicati il dr. Flavio Gnecchi, il dr. Giovanni Nulli e il dr. Guido Piccinelli.

Con il rinnovo delle cariche statutarie – servizio assolto gratuitamente dai Confratelli del Sodalizio – la Congrega della Carità Apostolica si prepara ad affrontare le attività per il 2019. I budget confermano investimenti in beneficenza e progetti di solidarietà in favore di famiglie, minori, enti ed associazioni non profit nelle province di Brescia e di Mantova; a ciò si aggiungono i tradizionali impegni sui fronti dell’housing sociale, più di 400 abitazioni in città (il 71% del patrimonio immobiliare totale), e dei servizi alla persona, soprattutto anziani e minori.

Alla Congrega della Carità Apostolica, le cui origini sono attestate all’inizio del Cinquecento, fanno riferimento la Fondazione conte Gaetano Bonoris, la Fondazione Luigi Bernardi, la Fondazione Guido e Angela Folonari, la Fondazione Pasotti Cottinelli Onlus, la Fondazione Alessandro Cottinelli, la Fondazione Dominique Franchi Onlus, la Fondazione Liliana Giordano e Giuseppe Scalvi, l’Istituto Vittoria Razzetti Onlus e, dal 2018, la Fondazione Coniugi Daniele Bonicelli Reggio e Eva Pederzani.

Fattura elettronica: lo Stato ci guadagna, ma i contribuenti? | di Bortolo Agliardi

in Associazione Artigiani/Associazioni di categoria/Economia/Partner 2 by
Bortolo Agliardi, associazione artigiani

di Bortolo Agliardi – Ed allora è ufficiale, si parte. Da gennaio scatta l’obbligo di fattura elettronica per la gran parte delle aziende e società con qualche limitata eccezione (esonerati nel 2019 medici e farmacisti, ad esempio) e con l’esclusione delle partite Iva in regime forfettario. Come avevo già avuto modo di scrivere nei mesi scorsi, come Associazione non stiamo a discutere se la novità della fattura elettronica sia una nuova sciagura che arriva sulle teste degli artigiani e delle imprese in generale, oppure se sia una opportunità in qualche modo inevitabile. Così come a primavera si era detto che un rinvio al 2019 fosse auspicabile, adesso confermiamo che gli artigiani inevitabilmente si adegueranno.

Va detto che manteniamo alcune riserve non tanto sul provvedimento in sé quanto, semmai, su alcuni possibili rischi cui potranno incorrere gli artigiani e i professionisti alle prese con quella che si annuncia essere una sorta di rivoluzione nel rapporto aziende-Agenzia delle Entrate. Ma va altresì detto che una nostra richiesta è stata parzialmente accolta. Ed è quella relativa alla necessità di una moratoria nelle sanzioni che, inizialmente era prevista in sei mesi (e quindi fino al 30 giugno 2019) e che invece verrà allungata di altri tre mesi. Meglio qualcosa che niente anche se, a nostro giudizio, un periodo più congruo avrebbe consentito a tutti di affrontare con maggior serenità la novità. Va però anche detto che, ad ora, non abbiamo trovato alcun riscontro ad un’altra nostra richiesta. Ovvero alla possibilità di riconoscere alle aziende un credito d’imposta per le spese sostenute direttamente o indirettamente. E una considerazione che credo sia immediatamente comprensibile da tutti. Non vogliamo apparire come quelli che stan sempre a chiedere… ma, se lo Stato vara una nuova legge; e questa legge obbliga di fatto le aziende a sostenere spese per fare quello che lo Stato impone; e sempre lo Stato, con questa nuova legge, avrà una serie di risparmi e potrà dislocare risorse umane a fare altre cose (come potenziare gli accertamenti, ad esempio) recuperando gettito, perché mai lo Stato non ci dovrebbe riconoscere quanto abbiamo speso per fare quello che ci è stato imposto?

In altre parole: con l’e-fattura il Fisco ci guadagna e credo sia quindi legittima la richiesta di artigiani e aziende ad avere il diritto a recuperare le spese sostenute per rendere più efficiente ed efficace la macchina del Fisco. Non mi pare una richiesta assurda. E infine manifesto un dubbio ed un timore allo stesso tempo. Ovvero: che tipo di utilizzo avranno i dati che l’Agenzia delle Entrate raccoglierà con i quasi 2 miliardi di fatture l’anno che andrà a raccogliere? Con la fattura elettronica, infatti, il Fisco viene in possesso di dati che sinora non ha mai avuto.

Che fine faranno, per l’appunto, questi dati che staranno negli archivi dell’Agenzia delle Entrate per 10 anni? Ogni fattura dovrà indicare la natura, la qualità e la quantità dei servizi fatti o dei beni ceduti. Per il Fisco è manna, al punto che si pensa di recuperare fra Iva ed Irpef quasi 2 miliardi. Non sto naturalmente difendendo chi fa il furbo, ma credo anche che all’esordio di uno strumento nuovo per tutti (anche per lo Stato) avere una serie di indicazioni, garanzie e rassicurazioni non sia chiedere null’altro che quanto dovuto a dei cittadini.

Presidente Associazione Artigiani

Fallito per colpa dello Stato: Bramini spera di ricomprarsi casa con un libro

in Cultura/Economia/Finanza/Partner 2 by
L'avvocato Monica Pagano, Sergio Bramini e Biagio Riccio

Il caso di Sergio Bramini (l’imprenditore monzese dichiarato fallito nonostante un credito di 4 milioni di euro verso lo Stato) continua a far discutere. E, in attesa di svolte legislative, è diventato un libro – di cui è coautrice l’avvocato bresciano Monica Pagano dello Studio Pagano & Partners –  i cui proventi potrebbero sanare parzialmente una grande ingiustizia italiana.

Lunedì 10 dicembre alle 15, infatti, all’Hotel Nazionale di Roma (piazza Montecitorio 131) verrà presentato il volume “Il caso Bramini: un’ingiustizia di Stato” (Rubettino Editore).

Con Bramini, nell’occasione, saranno presenti i quattro autori: gli avvocati Monica Pagano e Biagio Riccio, l’imprenditore Giovanni Pastore e Giacomo Di Gennaro (Docente di Sociologia). Ma anche Alessandro De Giuseppe, inviato della popolare trasmissione televisiva Le Iene, che si è occupato della prefazione. E’ attesa, inoltre, la presenza del ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio, che ha scelto Bramini tra i suoi consulenti.

Il ricavato del libro – che da lunedì sarà disponibile on line e nelle librerie al prezzo di 12 euro – verrà interamente devoluto a Sergio Bramini per consentirgli di ricomprarsi casa. “Ma la speranza – sottolinea Monica Pagano – è che serva anche a sensibilizzare ulteriormente l’opinione pubblica e la politica, affinché non si ripeta più un dramma che ogni anno, nel silenzio generale, miete centinaia di vittime”.

Quello dell’imprenditore monzese, infatti, è un caso emblematico, di cui hanno già parlato a più riprese tutti i media nazionali. Per far fronte ai mancati pagamenti delle pubbliche amministrazioni (4 milioni di euro) e non dover licenziare i suoi 32 dipendenti, Bramini – titolare di un’azienda attiva nella gestione rifiuti – aveva deciso di ipotecarsi la casa. Ma nel 2011 è stato dichiarato fallito. Il 18 maggio di quest’anno, quindi, è stato sfrattato con la forza e il 22 novembre la sua villa è stata battuta all’asta. Ad aggiudicarsela un imprenditore cinese che, una volta appresa la storia di Sergio, si è detto disponibile a ritirare l’offerta a patto di non dover pagare di tasca sua la penale da 50mila euro. Proprio a questo sono destinati i proventi del libro. In attesa di sapere come andrà a finire, Bramini continua a lavorare con l’obiettivo di far entrare in vigore la cosiddetta Legge Bramini per impedire il fallimento di aziende con crediti significativi verso lo Stato.

fonte: Brescia news

Gestire l’impresa mantenendo l’armonia: lo studio fa luce sulle aziende-famiglia

in Aziende/Economia/Partner 2/Sei consulting/Tendenze by
La tavola rotonda, da sinistra Losio, Pasini, Sella, Pellenghi e Dell’Acqua

Riuscire a governare l’impresa conservando l’armonia familiare: questo il desiderio e questa la sfida per le imprese industriali bresciane che emerge dal libro Convivenze tra generazioni e passaggi di responsabilità nelle imprese industriali, edito da Franco Angeli e scritto da Achille Fornasini e Alberto Mazzoleni (rispettivamente docente di Analisi Tecnica dei Mercati Finanziari e ricercatore di Economia Aziendale), con introduzione di Claudio Teodori (professore ordinario di Economia Aziendale). Il libro è stato presentato nel pomeriggio di martedì 4 dicembre 2018 in una gremita Aula Magna del Dipartimento di Economia e Management dell’Università degli Studi di Brescia, in via San Faustino 74/b.

Il volume è il frutto di un lungo lavoro svolto dall’Osservatorio per lo sviluppo e la gestione delle imprese del DEM, coordinato dal prof. Claudio Teodori, che ha condotto negli ultimi anni una ricerca sul campo sulla continuità delle imprese familiari. Tale ricerca si è basata su un campione di 100 imprese della provincia di Brescia intervistate direttamente, e su di un campione di imprese lombarde raggiunte in parte con intervista diretta e in parte con un questionario online.

La pubblicazione del volume è stata preceduta da un convegno svoltosi nel febbraio 2017 sempre al Dipartimento di Economia e Management, e dalla costituzione, presso l’Osservatorio, di un Laboratorio permanente sul tema del passaggio generazionale, diretto dal prof. Alberto Mazzoleni. Inoltre, l’ambito territoriale della ricerca si è gradualmente esteso al di fuori del territorio bresciano.

Tra gli aspetti della ricerca, Fornasini si è concentrato sulle sfide per il futuro attese dagli imprenditori. Le principali sfide: per il 73% sviluppare nuovi prodotti e servizi, per il 58% entrare in nuovi mercati, per il 40% ricercare sinergie industriali/aprire il capitale. Ma anche attrarre risorse umane qualificate, gestire le nuove tecnologie e, in generale, recuperare competitività.

Dall’analisi del prof. Mazzoleni è emerso con chiarezza che le aziende familiari «evolute» (con presenza di manager esterni nei Consigli, utilizzo di strumenti manageriali tra cui il controllo di gestione, apertura al capitale per lo sviluppo) hanno performances economico-finanziarie migliori rispetto al campione.

Ha ribadito il concetto anche Roberto Del Giudice, Partner del Fondo Italiano D’investimento Sgr Spa, la società   partecipata per il 43% da Cassa Depositi e Prestiti che ha come obiettivo il supporto allo sviluppo e ai percorsi di crescita alle PMI italiane.

Oltre alla presentazione del libro, punto di forza del convegno del 4 dicembre una tavola tra imprenditori bresciani e non coordinata da Ivan Losio (partner di EY Sei Consulting, sponsor tecnico della ricerca, che ha condotto un rilevante numero di interviste), con punti di vista differenti sul tema in funzione della specifica esperienza aziendale: “Con questa tavola rotonda volevamo capire se la continuità si può programmare per tempo e come aiutare le imprese in questo difficile passo” ha spiegato Losio.

La tavola rotonda è dunque stimolata dalla esperienza di Metal Work, eccellenza bresciana nella produzione di valvole raccontata dal consigliere delegato Valentino Pellenghi: “Erminio Bonatti, il fondatore e titolare, era convinto, profondamente, che si può ereditare la proprietà di un’impresa ma non si può ereditare la capacità di gestirla. Per questo motivo, ha definito il suo passaggio generazionale il progetto più difficile della sua vita: dopo essere partito nel 1967 con un solo operaio e aver lasciato la guida del Gruppo a 180 M€ di ricavi e quasi 50 società, delle quali 25 presenti nel mondo, con oltre 1.100 collaboratori. Bonatti muore il 10 novembre 2017 e il 26 ottobre dello stesso sanno si spossessa di tutto quello che gli appartiene: case, attività finanziarie e la sua amata e adorata società. Lascia il mondo senza possedere più nulla affidando la gestione del suo patrimonio ad un insieme di persone e regole, ricorrendo allo strumento del Trust, nella consapevolezza e nella speranza che questo schema duri nel tempo, mantenga viva e competitiva l’azienda e dia ai suoi eredi gli stessi privilegi che Lui ha saputo garantire nel tempo”.

A seguire gli interventi di Giuseppe Pasini, Presidente AIB e Presidente Feralpi Holding, nonché prefatore del volume, che ha sottolineato la necessità di gestire in modo anticipatorio i passaggi, anche avvalendosi delle competenze trasversali dei giovani di oggi, e ha aggiunto: “l’associazione può e deve aiutare gli imprenditori stimolando il dibattito e lo scambio di esperienze, organizzando momenti di confronto come quello di oggi” .

Poi Federico Sella a.d. di Banca Patrimoni Sella (famiglia di imprenditori e banchieri dal 1700, già sponsor della ricerca) che ha raccontato come nella esperienza di famiglia sia fondamentale il coraggio di innovare da una generazione all’altra per garantire cambiamento e crescita.

Infine l’intervento di Matteo Dell’Acqua, neo presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Lombardia che ha evidenziato il ruolo dei giovani e dell’Associazione nel supportare le nuove generazioni di imprenditori ad inserirsi in azienda in maniera proficua.

Autobus low cost, boom di passeggeri a Brescia per FlixBus

in Economia/Partner 2/Trasporti by

FlixBus festeggia tre anni di presenza a Brescia con un bilancio positivo: le prenotazioni per la città sono infatti raddoppiate solo nell’ultimo anno, grazie alla progressiva istituzione di collegamenti verso un numero crescente di destinazioni in Italia e all’estero, che ha contribuito a rendere l’autobus una forma di trasporto sempre più radicata tra i viaggiatori bresciani.

Sono oltre 90 le destinazioni attualmente raggiungibili da Brescia con FlixBus: in particolare, l’operatore degli autobus verdi ha incrementato nel tempo le connessioni internazionali con la città integrandola sempre più nella propria rete internazionale di autobus intercity, che con le sue circa 2.000 città in 27 Paesi dal Portogallo all’Ucraina rappresenta, ad oggi, la più estesa del continente.

Italia: Torino rimane la meta preferita dei Bresciani. E dal 4 settembre si arriverà in Calabria

Sale, innanzitutto, il numero delle città italiane collegate con Brescia: ai grandi centri come Torino, che si mantiene prima in classifica fra le mete più gettonate dai Bresciani, Roma (al 2° posto), Napoli, Genova e Bologna, e alle città d’arte come Venezia, Verona, Padova, Firenze e Caserta, si aggiungeranno a partire da martedì 4 settembre anche le prime destinazioni in Calabria. Senza cambi, si potranno infatti raggiungere in notturna diverse località della costa ionica, quali Corigliano, Rossano, Sibari e Cariati. E per chi vuole godersi gli ultimi barlumi di estate con una breve vacanza, restano attive le cose verso la Riviera Romagnola, dirette a Rimini e Riccione, o verso le montagne del Trentino-Alto Adige, con arrivo a Trento, Bolzano e Bressanone.

Europa: più collegamenti in Francia e Catalogna

Si ampliano allo stesso tempo anche i collegamenti internazionali con Brescia, da cui è ora possibile raggiungere con un solo biglietto nuove località in Francia e Catalogna: in Francia sono nove le località a portata di autobus dalla città lombarda, tra cui Marsiglia, Montpellier e Tolone, mentre Girona si è recentemente affiancata a Barcellona tra le destinazioni raggiungibili in Catalogna. Restano attivi i collegamenti internazionali preesistenti, tra cui quelli con Lubiana, Zagabria, Innsbruck e Budapest.

Tutti i collegamenti sono prenotabili online, via app e in agenzia, e sono operati in collaborazione con una rete di aziende partner dall’esperienza pluriennale che mettono a disposizione mezzi e autisti, mentre FlixBus si occupa della pianificazione di rete e cura il marketing, la comunicazione e il pricing. A bordo, Wi-Fi, prese elettriche, sedili reclinabili e toilette.

Gelaterie artigianali: nel Bresciano sono un business per Under 35

in Alimentare/Commercio/Economia/Partner 2 by
Gelaterie

Non manca la scelta per degustare un buon gelato. Un business da 179 milioni su 1,5 miliardi in Italia (il 12% nazionale). Sono oltre 2.600 le aziende del “gelato” in Lombardia, tra pasticcerie, gelaterie (compresi gli ambulanti) e aziende manifatturiere che si occupano della produzione, e registrano rispetto allo scorso anno una crescita del +0,6% . A crescere di più rispetto allo scorso anno sono Monza e Brianza, dove si contano in tutto 201 imprese del settore gelati (+5,8%) e Lodi (+7,5%). Prime, per offerta di gelati, in Lombardia sono Milano con 794 gelaterie, Brescia con 380 imprese, Bergamo con 278, Varese con 261. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi su dati Registro Imprese.

Milano, business estivo in crescita del 30% rispetto al resto dell’anno. Per le pasticcerie e gelaterie milanesi, sentite dalla Camera di commercio le creme classiche fanno la parte del leone, seguite dai gusti innovativi. Business estivo in crescita rispetto agli altri periodi dell’anno, con un 30% in più. In aumento la domanda dei turisti. Vanno coni e coppette richieste da persone di tutte le età, bambini, ragazzi e adulti. Crescono i dolci per allergici e intolleranti. Sono 794 le gelaterie milanesi, +1%, circa, un imprenditore su dieci è straniero (8,8%). Circa 3 mila gli addetti. Il business del gelato a Milano vale  83 milioni all’anno.

Gli addetti al lavoro nei settori della produzione e commercio di gelato in Lombardia sono quasi 10mila. Buona la presenza di donne gelataie in regione, che rappresentano il 31,2% del totale, con picchi a Lodi e Pavia, dove la quota raggiunge il 37,2%. Forte anche la presenza di giovani, sono il 10,8% in regione, è Brescia in Lombardia che detiene il primato degli imprenditori under35 attivi nel settore (13,9%). Non mancano gli stranieri a cimentarsi con uno dei simboli del gusto italiano nel mondo (5,6% del totale regionale), in particolare a Milano dove è straniero circa un gelataio su 10 (8,8%). E in regione il gelato è di qualità: gli artigiani che lo producono in proprio sono il 75,9% del totale.

Le gelaterie in Italia. Sono oltre 19 mila tra produzione e vendita e danno lavoro a quasi 73 mila addetti. Regina del gelato è Roma con 1.423 attività e 4.336 addetti. Seguono Napoli per imprese (901) e Milano per addetti (2.918). Tra le prime 10 per imprese anche Torino, Salerno, Bari, Brescia, Palermo, Venezia, Messina e Catania, a crescere di più sono Nuoro e Lodi (+7,5%) e Teramo (+6,5%).

 

Il CRM e i nuovi strumenti del marketing digitale | INNOVATION CLUB

in Economia/Evidenza/Innovation club/Partner 2/Rubriche/Web e digitale by

La conversazione attraverso i media digitali è oramai oggi un modello consolidato nella vita quotidiana di ognuno di noi, che porta nuovi stimoli, amplia gli orizzonti e favorisce l’evoluzione del consumatore e la sua relazione con le aziende. Il social marketing, il mobile e, da un punto di vista infrastrutturale, il Cloud sono stati gli elementi che hanno generato e contribuiscono oggi a dare linfa a questo nuovo scenario. Uno scenario in cui è il cliente a dettare nuove regole di business: le proprie. In questo contesto le aziende sono portate a ripensare l’approccio al CRM, intraprendendo una strategia basata su cross-medialità, attenzione alla condivisione delle esperienze di acquisto del singolo consumatore e programmi di Loyalty ed Engagement.

Oggi è necessario comprendere che è sempre più un approccio personale al consumatore, alla luce delle continue evoluzioni generate dal Web. I dati raccolti attraverso il Web e relativi ai clienti o prospect sono così tanti rispetto a quelli che si potevano raccogliere in precedenza, che adesso è necessario disporre di applicazioni gestionali e soluzioni dedicate all’analisi dei dati (Business Intelligence).
Dati che, se gestiti correttamente, attraverso campagne marketing e programmi di engagement e loyalty, possono portare a una conoscenza approfondita del cliente.
Le tecnologie cloud , infatti,  permettono ora di anticipare la tradizionale visione dell’esperienza del cliente – suddivisa nelle tre classiche fasi di stimolo, acquisto ed esperienza di prodotto – identificando il nuovo elemento dello Zero Moment Of Truth (ZMOT, momento zero della verità): il momento in cui il potenziale cliente costruisce le sue convinzioni e da cui il processo d’acquisto ha inizio. Tutto questo avviene on-line e secondo i dati pubblicati in una ricerca Audiweb, sono oltre 45 milioni gli utenti collegati mediamente in italia ogni giorno.

L’innovazione tecnologica permette di rendere immediati e virali processi di vendita e acquisto; con l’e-Commerce non solo si possono monitorare gli acquisti effettuati, ma grazie ai feedback lasciati, si possono analizzare e valutare le preferenze, i bisogni e conoscere approfonditamente la propria clientela (eCRM).I contatti con i clienti avvengono costantemente sui social media, sui blog e sulle community aziendali e personali. Il confronto diretto e immediato è inevitabile per l’azienda ed è proprio per questo che si ha la necessità di ripensare alla relazione con il cliente e cliente potenziale: il Social CRM deve diventare una realtà fattuale per qualsiasi business, anche perché questo può portare enormi vantaggi se gestito “intelligentemente”.

In particolar modo evidenziamo questi 10 processi dove si realizza un’integrazione tra un CRM e strumenti di Digital Marketing: 

1. Integrare il CRM con il catalogo digitale (web, mobile) sia come interfaccia per la forza vendita e gli agenti esterni sia nei confronti del consumatore finale;

2. Fornire sul CRM le informazioni nate dall’interazione tra il cliente ed un assistente virtuale che parla ai clienti con il linguaggio naturale;

3. Gestire un processo di store experience e di conversazione con lo store manager. Registrare sul CRM le interazioni del consumatore nel negozio attraverso sistemi Bluetooth Low Energy;

4. Integrare il CRM con ambienti virtuali 3D, realizzando uno showroom tridimensionale o il museo aziendale sia con la realtà aumentata (AR). I prossimi sistemi operativi smartphone potranno visualizzare ambienti 3D e AR direttamente nel browser web;

5. Realizzare un processo di offerte mirate e profilate su cluster di clienti considerando sia i dati aziendali ma anche quelli come dati anagrafici e preferenze, condivisi dagli utenti sui Social Network;

6. Implementare una strategia di Loyalty tipica del settore Retail ma oggi applicabile in molti altri contesti“Business to Consumer”. Il modello Loyalty (punti premi missioni) può evolversi in una conversazione ludica (Gamification) creando più esperienze di interazione con il consumatore monitorate dal sistema CRM;

7. Integrare il CRM con sistemi evoluti di Blog che ottimizzino il posizionamento di ogni articolo sui motori di ricerca e che permettano di tracciare anche gli utenti non iscritti in modo da creare le premesse per un ingaggio. Questo molto utile anche nei processi “Business to Business”;

8. Fornire un servizio di anti-contraffazione attraverso varie tecnologie (come ad esempio l’RFID) creando una relazione diretta con il consumatore.

Questi processi non sono “idee sulla carta” ma il frutto delle nostre esperienze concrete con importanti realtà in Italia ed all’Estero.

www.innovationclub.it

Castel Mella, nuova sede all’insegna della sostenibilità per il Gruppo Masserdotti

in Aziende/Aziende/Economia/Energia/Partner 2 by
Nuova sede Gruppo Masserdotti

“Questa fabbrica viene interamente dedicata al fondatore del Gruppo Masserdotti S.p.A., Cav. Andrea Masserdotti (1948-2014)”: così recita la targa affissa nell’impattante reception della nuova sede del Gruppo Masserdotti S.p.A., inaugurata ufficialmente lo scorso 12 aprile a Castel Mella (Brescia). Ancora prima di entrare lo stabile manifesta tutta la sua imponenza, parlando di innovazione: un monolite di 10.000 mq che si distingue dallo scenario circostante per la tinteggiatura grigio scuro accostata al bianco della facciata decorata sulla quale sembrano scorrere piccoli quadratini neri. Una scelta che richiama da un punto di vista storico e filosofico la nascita della grafica, dal puntinismo di fine ‘800 fino ad arrivare al pixel e che metaforicamente ripercorre la storia aziendale inziata a fine anni ’60 con la realizzazione manuale delle prime insegne fino all’attuale produzione di soluzioni di comunicazione all’avanguardia.

“Una grande sfida, – commenta Alberto Masserdotti, CEO del Gruppo – che abbiamo vinto”. Lo stabile dinamico e contemporaneo porta in seno il concetto di Industry 4.0, che si traduce in sostenibilità ed efficienza a tutti i livelli, da quella energetica a quella produttiva. Il tutto realizzato in tempi record: inizio lavori a luglio 2017 e trasloco in una settimana a febbraio 2018, con un fermo delle attività di sole 6 ore per il riavvio dei server. “La progettazione del fabbricato è partita da un’attenta analisi dei flussi di lavoro e di produzione per poter ottenere una maggiore efficienza nella distribuzione interna degli uffici e per creare un’area produttiva all’insegna della fluidità logica e funzionale” aggiunge Masserdotti. “Il complesso, che sorge in un polo artigianale, è stato realizzato completamente ex novo e si sviluppa su due piani votandosi alla forte innovazione tecnologica che permea l’azienda”, spiega l’architetto Giovanni Paneroni che firma il progetto. “Gli interni sono stati ideati puntando su un mood industriale con l’utilizzo di materiali di forte impatto estetico come cemento e ferro. Lo spazio dedicato alla produzione, che può ospitare il doppio delle attrezzature implementate nella sede precedente, nasce dalle cinque navate originarie che collegate tra loro danno vita ad un unico grande ambiente all’insegna della massima praticità operativa”. Un posto d’onore è riservato allo showroom che, tra giochi di luce e chiaro-scuro, accoglie i visitatori nell’espressione massima della comunicazione multimediale: una gamma unica ed esclusiva di soluzioni tecnologiche per la visual communication firmate da Domino Sistemi srl, società del Gruppo specializzata nel Digital Signage.

Durante l’evento inaugurale un empatico Alberto Masserdotti ha sottolineato le ragioni che stanno alla base di questo importante investimento. “Abbiamo chiuso l’anno fiscale con un fatturato di 9 M di euro, registrando una crescita del 25% sul 2016, che sale al 67% se si considerano gli ultimi 36 mesi. Ciò ha determinato la necessità di rafforzare il reparto produttivo con nuovi sistemi industriali di ultimissima generazione, che sono stati implementati direttamente nella nuova fabbrica. L’area che abbiamo destinato alla produzione è stata progettata per accogliere un ulteriore potenziamento che è già prevedibile sulla base dei trend di crescita (+10% nel primo trimestre 2018) e dei nostri obiettivi aziendali volti all’apertura di nuovi mercati”. È di poche settimana fa, infatti, l’annuncio delle nuove proposte Mobility che vanno ad arricchire il ventaglio di soluzioni multimediali offerte online attraverso l’e-shop DominoDisplay.com. Un’ulteriore risposta del Gruppo Masserdotti alla Digital Transformation che sta interessando tutti i comparti industriali e non solo. Un’offerta che amplia ulteriormente il panel di riferimento del Gruppo già molto variegato: dai grandi clienti corporate come brand internazionali del calibro di Metro, Coin, Prada al network di rivenditori di sistemi multimediali (tra cui elettricisti, system integrator, impiantisti) fino all’utenza finale raggiunta dall’e-shop DominoDisplay.com come i piccoli esercenti.

Le soluzioni Mobility in bundle sono solo la più recente proposta pionieristica del Gruppo, che nei 50 anni di attività è stato protagonista di tappe fondamentali nella storia della comunicazione visiva. Dall’introduzione della stampa digitale nel ’92, all’interior decoration nel 2006, dai sistemi multimediali per la comunicazione 2.0 nel 2011 all’apertura nel 2014 dell’unico e-shop attualmente esistente dedicato alle soluzioni tecnologiche per la comunicazione. “La nuova sede per noi rappresenta un ulteriore asset che ci permetterà di affrontare con più competitività le prossime sfide”, aggiunge Masserdotti. “Ormai non parliamo più di futuro della stampa, ma di futuro della comunicazione in tutte le sue espressioni. Pensare che la tecnologia sia appannaggio esclusivo dei grandi brand è un retaggio del passato. Tutti viviamo aggiornati al secondo e chi comunica si deve conformare a questi ritmi per garantire una shopping experience attuale e coinvolgente”. Non solo teoria ma fatti, che si traducono in commesse realizzate in tempi record e che dimostrano la capacità del Gruppo Masserdotti di rispondere con efficienza alle richieste più sfidanti. “La nostra consolidata expertise e la nostra struttura organizzativa oggi più che mai ci permettono di soddisfare esigenze come quella di Sky, che per i propri punti vendita chiede cambi immagine da effettuarsi in una notte”, racconta Alberto. Il portfolio Masserdotti, infatti, è ricco di case history prestigiose e qualificanti, come la gestione delle vetrine OVS, che vengono aggiornate ogni 20 gg su tutti i 550 punti vendita presenti in Italia e in Europa. E ancora, le circa 400 installazioni per Ikea sparse in tutta la penisola, dove i sistemi multimediali vengono motorizzati direttamente dalla control-room di Domino Sistemi che, attraverso l’esclusivo software proprietario Palinsesto, modifica i messaggi da remoto in base al sentiment commerciale.

Partita da Brescia, la realtà Masserdotti ha portato la qualità dell’imprenditoria Made in Italy nel mondo, decorando le vetrine di Miu Miu a Hong Kong e gestendo contenuti multimediali trasmessi in tutti i Continenti. “La sfida per il prossimo futuro? Confermarci realtà dinamica, pionieristica, capace di anticipare le esigenze. Un approccio premiante che continueremo ad alimentare anche grazie a nuove linee di prodotto che presto presenteremo al mercato”.

 

Profilo Gruppo Masserdotti Spa

La storia di Gruppo Masserdotti S.p.a., pioniere nel mondo della visual communication, prende vita nel 1967. Ma è nel 1992, grazie allo straordinario intuito imprenditoriale del fondatore, il carismatico Presidente Andrea Masserdotti, che l’azienda fa il vero salto. In quell’anno infatti prende corpo l’investimento in un settore all’epoca sconosciuto ai più: la stampa digitale. L’azienda, prima in Italia, installa il sistema di stampa elettrostatico 3M Scotchprint; da qui si sviluppa un’evoluzione costante in termini tecnologici, di fatturato, know how, competenza, qualità e riconoscibilità.

Nel biennio 2006-2007 avviene un secondo importante cambiamento: il Gruppo inizia a orientare i propri sforzi di ricerca e sviluppo verso il mondo dell’interior decoration. Pochi anni dopo, nel 2011, nasce la divisione Digital Signage che guarda al tema della comunicazione con un focus specifico sulle tecnologie digitali, quali totem, monitor, videowall e software proprietari come Palinsesto per la gestione dei contenuti da remoto. Oggi le due anime del Gruppo – Digital Decoration e Digital Signage – convivono sinergicamente in un ambiente dinamico.

Profilo DominoDisplay.com

Nato dalla collaborazione tra Domino Sistemi srl, società del Gruppo Masserdotti S.p.a e Samsung Electronics, leader globale nel mercato delle tecnologie, DominoDisplay.com è il primo e unico shop on line italiano di soluzioni tecnologiche per la comunicazione visiva. Un nuovo canale di vendita per sistemi Smart Signage chiavi in mano. La qualità dell’hardware è garantita dal marchio Samsung, di cui il Gruppo è Platinum Partner; la qualità delle strutture e l’unicità del software proprietario Digital Signage Palinsesto sono frutto dell’esperienza consolidata di Masserdotti. Professionale e affidabile, veloce e trasparente, DominoDisplay.com è un e-commerce puro: un format di vendita

Alberto Masserdotti
Alberto Masserdotti

Intelligenza artificiale, il colosso saudita chiama Brescia…

in Economia/Innovazione/Partner 2 by

Divisible Global, società fondata da Michele Grazioli e che si occupa di intelligenza artificiale, spiega sempre di più le ali e questa settimana si inoltrerà alla volta dell’Arabia Saudita. Il gruppo è stato invitato a presentare le proprie innovazioni nel campo dell’intelligenza artificiale applicata all’automazione industriale al KFUPM/ISA SAS Symposium on Industrial Systems & Control (https://isa-saudi.org) del 27 e 28 marzo, una delle conferenze più importanti al mondo per il settore. «Siamo orgogliosi di questo riconoscimento internazionale – spiega l’amministratore Michele Grazioli, ventiduenne di Soncino (CR) – perché sancisce un deciso passo avanti verso l’affermazione della nostra tecnologia tra gli standard di mercato. Il relatore della conferenza sarà il mio collega Dott.Gustavo Christian Klaebisch, project manager nel campo dell’ integrazione di soluzioni di intelligenza artificiale nei processi aziendali».

Ma in cosa consiste questa trasferta in Arabia? «In questi tempi – precisa Klaebisch – Di intelligenza artificiale si parla molto ma in pochi sanno realmente come applicarla. In Arabia mostreremo come la nostra tecnologia, basata su un algoritmo proprietario di correlazione causale, permetta di fare manutenzione predittiva, ossia di capire con sufficiente anticipo quando un macchinario andrà in fermo, cosi da risolvere il problema prima che porti ad un guasto serio».
Saudi Aramco è il padrone di casa. La compagnia nazionale saudita di idrocarburi, con un fatturato di oltre 300 miliardi, possiede la quasi totalità delle risorse di idrocarburi del regno. Dal punto di vista delle riserve e della produzione, l’azienda è di gran lunga la prima compagnia petrolifera mondiale. Tra gli invitati spiccano Siemens, General Electrics, Schneider Electric e Kaspersky che si confronteranno su diversi temi industriali. Divisible Global siederà al fianco di questi nomi altisonanti e spiegherà come l’intelligenza artificiale sviluppata dal gruppo possa migliorare il controllo sui loro sistemi, con l’obbiettivo di far risparmiare tempo e risorse. La presenza di Divisible Global in questo salotto di nomi altisonanti conferma la capacità tutta italiana di creare prodotti della qualità più raffinata al cospetto del mondo. E, con questo invito, anche stavolta all’Italia viene consegnato questo riconoscimento.

Qualche novità per le nostre latitudini? «La partnership con l’azienda bresciana ISINNOVA, laboratorio specializzato nello sviluppare idee, continua a gonfie vele – racconta Grazioli – e presto lanceremo con loro parecchie novità interessanti nell’ambito dell’Intelligenza Artificiale applicata all’industria, tra cui un sistema di valutazione autonoma del grado di innovazione di un’azienda rapportato al settore di riferimento».

Biotech e farmaceutico, a Brescia le imprese sono 400

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Ricerca biotech, farmaceutico e biomedicale: sono i settori di punta delle biotecnologie e della bioeconomia, che guardano al futuro dell’uso delle risorse e al miglioramento della vivibilità. Sono 4 mila le imprese lombarde attive nei settori, con 40 mila addetti. Pesa la Lombardia sulle 20 mila imprese in Italia con 128 mila addetti. In particolare, più di 3 mila imprese sono specializzate nel biomedicale su quasi 20 mila in Italia. Forte la concentrazione nella ricerca di biotecnologia con 122 imprese su 616 nel Paese) e nella bioeconomia legata ai farmaceutici (256 imprese su 626). Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano, Monza Brianza e Lodi su dati registro imprese 2017, 2016 e 2012.

Lombardia. 1.500 imprese circa si concentrano a Milano con 25 mila addetti, tra le lombarde Bergamo e Brescia con circa 400 imprese e 2 mila addetti, Varese e Monza con oltre 300 e circa 3 mila addetti, Como e Pavia con oltre 200 e quasi mille addetti. Crescono di più in cinque anni Sondrio (+15%), Bergamo (+4%).

Italia. Quasi 2 mila imprese si concentrano a Milano, prima in Italia insieme a Roma. Seguono Torino con circa mille e Napoli con circa 700. Firenze terza con 6 mila addetti dopo Milano con 25 mila e Roma con 9 mila.

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