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INNOVATION CLUB/4. Startup e PMI innovative, i vantaggi della nuova legge di bilancio

in Economia/Innovation club/Partner/Rubriche by
Marco De Paolis

Per la rubrica di Innovation Club proponiamo un’intervista a Marco de Paolis, avvocato dell’omonimo studio legale ed esperto di diritto societario e d’impresa situato a Brescia 2.

Marco De Paolis
Marco De Paolis

Buongiorno Marco. Di cosa ti occupi?

Sono un avvocato. Opero, principalmente, nel settore del diritto societario, del diritto d’impresa, con specializzazione nell’ambito delle startup e delle PMI innovative, e del diritto commerciale. Mi occupo, altresì, della redazione e negoziazione di contratti d’impresa nonché della compliance aziendale.

L’ultima legge di bilancio sembra puntare ulteriormente sull’imprenditoria innovativa. Come si sta cercando di creare un ambiente sempre più favorevole agli investimenti in queste società?

Con la Legge di Bilancio 2017 alle startup ed alle PMI innovative sono riconosciute nuove agevolazioni finalizzate a favorire l’investimento in queste imprese nonché ad incrementare l’innovazione del sistema produttivo e dei servizi in Italia. Sono state, infatti, aumentate le agevolazioni per chi investe in startup e PMI innovative. Le aliquote sono state uniformate al 30% sia per la detrazione IRPEF a favore delle persone fisiche (prima al 19%) sia per la deduzione IRES destinata a quelle giuridiche (prima al 20%), indipendentemente dalla tipologia di società innovativa beneficiaria.

Quali saranno i presupposti per usufruire di queste agevolazioni da parte degli investitori?

L’aliquota del 30% si applicherà agli investimenti eseguiti nel 2017. Pertanto, nella prossima dichiarazione fiscale, che sarà presentata quest’anno, in cui si indicheranno gli investimenti perfezionati nel 2016, si applicherà ancora l’aliquota del 19% (IRPEF) o del 20% (IRES). La Legge di Bilancio 2017 innalza, poi, il tetto massimo di investimento detraibile per le persone fisiche a 1 milione di euro, lasciandolo inalterato per i soggetti passivi IRES a 1,8 milioni di euro. Infine, per usufruire dell’agevolazione fiscale, secondo la Legge di Bilancio 2017, si dovrà mantenere l’investimento per 3 anni.

Per le imprese attive nello sviluppo e nella produzione di prodotti o servizi ad alto valore tecnologico, e, che, di conseguenza, generano innovazione, si aggiungono altre misure d’incentivazione, come il credito d’imposta, il super e l’iperammortamento. In che termini saranno operative?

All’investimento in attività di ricerca e sviluppo (es. nuovo software, nuovo modello industriale) sarà applicato un credito di imposta del 50%, raddoppiato rispetto al precedente pari al 25%. Questo investimento il primo anno sarà interamente agevolato senza la necessità di calcolare l’eccedenza della media dei precedenti periodi d’imposta. Il credito d’imposta sarà utilizzabile esclusivamente in compensazione a decorrere dal periodo d’imposta successivo a quello in cui i costi per le attività in ricerca e sviluppo saranno sostenuti. Gli investimenti agevolati potranno essere effettuati fino all’esercizio in corso al 31 dicembre 2020. Il superammortamento al 40% riguarderà gli investimenti (in proprietà o tramite leasing) in beni materiali e strumentali nuovi entro il 31 dicembre 2017. L’iperammortamento pari al 150%, invece, sarà applicato al costo di acquisizione di impianti e macchinari ad alto contenuto tecnologico atti a favorire processi di trasformazione tecnologica e digitale (cd. industria 4.0), tra cui i beni strumentali, il cui funzionamento è controllato da sistemi computerizzati, sistemi per l’assicurazione della qualità e dispositivi per l’interazione uomo macchina e per il miglioramento della sicurezza del posto di lavoro in logica 4.0.

Come si potrà accedere alle misure del credito d’imposta, del super e dell’iperammortamento?

Per accedere alle agevolazioni sarà sufficiente un’autocertificazione del legale rappresentante, che attesti la sussistenza nel bene delle caratteristiche tecniche e la sua interconnessione al sistema aziendale di gestione della produzione o alla rete di fornitura. Per gli acquisti di costo unitario superiore a 500.000 euro l’attestazione dovrà essere effettuata mediante una perizia tecnica giurata di un professionista abilitato.

Per favorire la digitalizzazione dell’industria (cd. industria 4.0) sono previsti ulteriori strumenti di incentivazione?

Sì. La LeggeSabatini-ter consentirà di cumulare le misure del superammortamento e dell’iperammortamento ed estende al 31 dicembre 2018 il termine per accedere ai finanziamenti agevolati e ai contributi statali per l’acquisto di macchinari, impianti e attrezzature nuovi da parte delle piccole e medie imprese, con un contributo statale maggiorato per gli investimenti in nuove tecnologie (big data, cloud computing, banda ultralarga, cybersecurity, robotica avanzata e meccatronica, ecc.).

Quale è il tuo contributo in Innovation Club?

Oltre ad essere parte del mio lavoro, l’innovazione mi ha da sempre affascinato. Partecipare ad un gruppo di imprenditori e professionisti, che puntano su produzioni e servizi innovativi e condividono le mie stesse curiosità, è un’occasione interessante per ricavare nuove opportunità professionali.

Avv. Marco De Paolis
STUDIO LEGALE DE PAOLIS
Piazzetta Monsignor Almici, 13
25124 Brescia
T. +39 030 2421245
F. +39 030 2449678
E. marco.depaolis@studiomarcodepaolis.it

Ubi, via al nuovo social bond dedicato all’università di Brescia

in Banche/Economia/Finanza/Formazione/Partner/UBi by

Banca di Valle Camonica e Banco di Brescia annunciano il collocamento di un Social Bond, emesso dalla Capogruppo UBI Banca, per un ammontare complessivo di 5 milioni di Euro di cui lo 0,50% dell’ammontare nominale collocato sarà devoluto a titolo di liberalità all’Università degli Studi di Brescia –Dipartimento di Scienze Cliniche e Sperimentali.

Nello specifico, l’importo devoluto sosterrà la realizzazione di una ricerca sperimentale, attraverso la predisposizione di  una specifica  borsa  di  studio, intitolata “Associating tumor cells with ICG for intraoperative detection of peritoneal occult cancer seeding”, che ha per obiettivo legare cellule di tumori gastrici ad un colorante (verde di indocianina), rilevabile durante l’intervento chirurgico grazie a una telecamera a fluorescenza. Ciò consentirebbe di individuare piccoli gruppi cellulari, in particolare localizzati sul peritoneo, non visibili né in fase preoperatoria con le tecniche di imaging disponibili, né in sede intraoperatoria, al fine di migliorare la stadiazione e personalizzare l’iter terapeutico.

Il tumore allo stomaco è una delle neoplasie solide più frequenti e costituisce nel mondo occidentale la quarta causa di morte per cancro con circa 190.000 nuovi casi all’anno in Europa, la seconda zona maggiormente colpita al mondo dopo Giappone e Cina; l’Italia è la nazione a maggiore incidenza, in particolare la Provincia di Brescia con 53 decessi (31 maschi e 22 femmine) ogni 100.000 abitanti all’anno è la seconda in Italia per incidenza dopo quella di Firenze.

All’interno della Provincia di Brescia, la Valle Camonica è una zona ad incidenza particolarmente elevata, con una prevalenza di circa 250 casi/100.000 abitanti, che porta quello dello stomaco ad essere il secondo tumore in assoluto dopo quello ai polmoni.

“Siamo particolarmente soddisfatti di presentare questo prestito obbligazionario solidale – dichiarano  Stefano Vittorio Kuhn, Direttore Generale del Banco di Brescia e Marco Franco Nava Direttore Generale della Banca di Valle Camonica – a sostegno di una rilevante ricerca dedicata al cancro gastrico, che sarà  condotta dal Dipartimento di Scienze Cliniche e Sperimentali dell’Ateneo cittadino, al fine di esplorare  un’importante possibilità diagnostica e terapeutica su una neoplasia che, purtroppo, attesta un’incidenza particolarmente elevata nella provincia di Brescia”.

Responsabile del progetto di ricerca è il Prof. Gian Luca Baiocchi, Professore Associato presso la Cattedra di Chirurgia Generale dell’Università degli Studi di Brescia e Dirigente Medico presso la U.O. 3za Chirurgia dell’ASST Spedali Civili di Brescia (Direttore Prof. Portolani). “Siamo assai riconoscenti e al tempo stesso orgogliosi di avere al nostro fianco il Gruppo UBI Banca attraverso la Banca di Valle Camonica e il Banco di Brescia in questo rilevante progetto di ricerca sul cancro gastrico. La storica collaborazione tra il nostro Ateneo e le due banche bresciane, la Loro particolare attenzione alla solidarietà ci fa toccare con mano la lodevole missione di banche del territorio”.

Le obbligazioni collocate dalla Banca di Valle Camonica dal Banco di Brescia e da UBI Banca hanno un taglio minimo di sottoscrizione pari a 1.000 euro e potranno essere sottoscritte presso tutte le filiali delle banche collocatrici dal 8 febbraio al 6 marzo 2017, salvo chiusura anticipata. Le obbligazioni a tasso fisso, tipologia Step Up, per un ammontare nominale massimo di euro 5.000.000, hanno durata di 36 mesi e cedola semestrale; il tasso di interesse lordo è fissato allo 0,55% per il primo anno, allo 0,60% per il secondo anno e allo 0,65% per il terzo anno. Le obbligazioni potranno essere sottoscritte esclusivamente da clientela che dal 2 novembre 2016 e sino a tutto il periodo di collocamento apporterà nuova disponibilità presso le tre Banche.

L’introduzione dei Social Bond in Italia rientra nella rinnovata strategia commerciale del Gruppo UBI Banca di accompagnamento del Terzo Settore – non profit lungo un percorso di crescita e di innovazione sociale e di sostegno ai progetti ad alto impatto sociale promossi da soggetti pubblici e privati nei territori di riferimento. Da aprile 2012 ad oggi il Gruppo UBI Banca ha emesso 82 Social Bond UBI Comunità per un totale di emissioni di oltre 878 milioni di euro rendendo possibile la devoluzione di contributi a titolo di liberalità per oltre 4 milioni di euro, volti a sostenere iniziative di interesse sociale e sono stati sottoscritti da circa 31.000 clienti del Gruppo. Inoltre sono stati attivati plafond per finanziamenti per oltre 20 milioni di euro destinati a consorzi, imprese e cooperative sociali.

La gran parte di queste obbligazioni è stata sottoscritta con largo anticipo rispetto al termine di chiusura del collocamento, a testimonianza della comunanza di intenti fra il Gruppo e i suoi territori di riferimento.

Prima dell’adesione, per un’illustrazione esaustiva delle caratteristiche delle Obbligazioni collocate dalla Banca di Valle Camonica e dal Banco di Brescia, si invita a leggere la Scheda Prodotto congiuntamente al Prospetto di Base, depositato in Consob in data 6.2.2017 ed alle Condizioni Definitive disponibili gratuitamente nelle filiali e sui siti web dell’emittente (www.ubibanca.com) da cui sono rilevabili i costi, le condizioni e i rischi tipici dell’investimento in oggetto. Si rinvia, per una più dettagliata informativa circa le condizioni, i costi e i rischi alla nota di sintesi dell’emissione ed in particolare – per quanto riguarda i rischi – alla Sezione D della stessa.

Università degli Studi di Brescia

L’Ateneo bresciano viene istituito con la legge n.590 del 1982, svolge attività di didattica e di internazionalizzazione, formazione intellettuale della ricerca scientifica e tecnologica, provvede a tutti i livelli di formazione universitaria tesi alla preparazione e specializzazione delle diverse figure professionali e scientifiche previste dagli

INNOVATION CLUB/3. Michele Mezza intervista Elserino Piol

in Economia/Innovation club/Partner/Rubriche/Web e digitale by

Michele Mezza è un giornalista, saggista e docente universitario italiano. Laureatosi in Giurisprudenza all’Università Statale di Milano, negli anni 1974-75 segue un corso biennale presso la Scuola Superiore di Economia Politica diretta da Claudio Napoleoni. È giornalista professionista dal 1978.

Michele Mezza è un giornalista, in pensione dalla RAI dal gennaio 2015. È stato inviato del GR in Unione sovietica, attività per la quale ha ricevuto il premio Calabria nel 1993. Sempre per Radio Rai è stato inviato sul teatro delle Guerre jugoslave degli anni novanta, attività per la quale ha ricevuto il Premio Oscar della Radio per il documentario radiofonico nel 1994.  Nel 1997, insieme a Luciano Lanna e Antonio Satta, è stato uno degli autori dello speciale di RaiDue “1977: l’anno che non finì”. Nel 1998, ha curato e realizzato il progetto, da lui ideato, per la creazione di Rainews24, il primo canale televisivo all-news della televisione italiana, del quale è stato vice-direttoreÈ attualmente docente di Sociologia delle culture digitali, presso il dipartimento di Scienze Sociali dell’Università Federico II di Napoli.

Un’interessante prospettiva storica delle politiche sull’innovazione nel nostro paese è fornita dal suo libro “Avevamo la luna. L’Italia del miracolo sfiorato, vista cinquant’anni dopo” pubblicato da Donzelli Editore.

Furono gli anni tra il 1962 e il 1964 la vera stagione in cui le prospettive di un cambiamento di ruolo e di status del paese potevano realmente mutare. Sulla scena internazionale si affacciava Kennedy che spostava il confronto con il mondo comunista. Il sapere cominciava a diventare leva e motore del progresso economico. L’Occidente assisteva al primo sorgere di ceti metropolitani che davano corpo a fenomeni culturali eccentrici. Nel 1962 nascevano i Beatles e i Rolling Stones, destinati a cambiare il mondo della musica e le relazioni fra le generazioni. E in Italia? Mezza individua cinque scenari che videro in quell’anno aprirsi – e subito chiudersi – una prospettiva strategica per il nostro paese e li ricostruisce con una tecnica innovativa basata sull’uso del QR-code, che consente un rinvio immediato, tramite smart-phone o iPad, alle fonti visive e sonore sul Web.

In occasione del lancio del suo libro Michele Mezza ha intervistato Elserino Piol , dirigente storico di Olivetti e testimone della storia italiana e mondiale dell’informatica.

Videoincontro con Elserino Piol – Informatica e individuo

INNOVATION CLUB/2. Neosperience Lab. Quali saranno i trend mobile marketing nel 2017?

in Economia/Partner by

L’azienda bresciana Neosperience Lab si configura come come punto d’incontro tra tecnologie, enti di ricerca, università e imprese, e si concentra sulle attività di ricerca e sviluppo, campo d’azione che comprende tutti quei progetti finalizzati a guidare la trasformazione digitale delle imprese che affrontano la sfida di un mercato sempre più globale e dematerializzato. Negli ultimi dieci anni, diversi trend evolutivi dirompenti hanno contribuito a rivoluzionare i confini dell’esperienza, aprendo opportunità di business importanti e, al tempo stesso, costringendo le aziende a una revisione totale del loro modus operandi. Con una conseguenza diretta, l’assenza di pattern di riferimento validi sempre e comunque.

Per rispondere alle nuove esigenze, una strategia deve tenere conto di fattori in continua mutazione, spesso fuori dal controllo dell’azienda:

> La diffusione dei dispositivi mobile (smartphone, tablet, smartwatch, wearable), primo schermo per l’accesso alle informazioni e lo scambio di opinioni su brand e prodotti. 

> La crescita rapida delle tecnologie connesse e dell’Internet of Things, che apre inediti scenari di business e promette di guidare una nuova rivoluzione industriale (nota come Manufacturing 4.0).

Il mobile è il futuro.” Il nuovo anno è appena iniziato e, guardando alle nostre spalle, ci rendiamo conto di quanto fosse profetica la frase pronunciata nel 2010 da Eric Schmidt, a quel tempo CEO di Google. Lo smartphone e la connettività pervasiva erano agli albori, ma già si vedevano i primi segnali di un cambiamento epocale.

Oggi, i frutti di questa rivoluzione mobile – che, lo ricordiamo, viaggia a un ritmo otto volte superiore a quella di Internet – sono ovunque intorno a noi. Lo smartphone e gli altri dispositivi mobile hanno cambiato per sempre il modo di comunicare, entrare in relazione e acquistare prodotti e servizi.

La nostra vita di cittadini e consumatori è plasmata giorno dopo giorno, e così l’identità delle aziende, che devono fare i conti con un cliente digitale che è sempre più veloce, consapevole ed esigente. Queste sono le premesse di una trasformazione digitale che non è più un’opzione per i brand ma un obbligo, una ‘conditio sine qua non’ per restare sul mercato.

Lo smartphone non è solo un altro canale di comunicazione; è diventato un vero e proprio ‘proxy’ del cliente, una estensione del suo corpo e della sua mente. Uno stile di vita completamente nuovo, che coinvolge soprattutto le generazioni più giovani (i cosiddetti Millennial).

Adottare un approccio che pone al centro il mobile è fondamentale per coinvolgere e monetizzare il digital customer, ma non è più sufficiente per sostenere una strategia di business a medio e lungo termine. Perché la natura stessa della tecnologia è l’evoluzione, e basta un attimo per perdere il passo con clienti e concorrenti.

Vediamo allora quali sono i trend più importanti che coinvolgeranno il mobile marketing nel 2017.

Servizi location-based: Sulla scia di beacon, geofencing e push notification, i dispositivi mobile continueranno a essere gli strumenti più potenti per entrare in contatto con i propri clienti quando e dove conta davvero, e aumentare il traffico nel punto vendita fisico.

Shopping mobile: Prima di Natale, Google ha certificato la nascita del supershopper, una nuova categoria di cliente il cui focus è lo smartphone, guida e assistente per gli acquisti in ogni fase del customer journey. Questa tendenza diventerà ancora più decisa con il varo di ‘result pages’ dedicate alle ricerche da mobile.

Mobile Gamification: il 2016 è stato senza dubbio l’anno di Pokémon Go. Piaccia o meno, ha riportato al centro della scena il gioco come strumento di business. Grazie all’utilizzo della realtà aumentata ha mostrato nuove modalità di coinvolgimento dei clienti e dei dipendenti. La Gamification è diventata finalmente un oggetto di studio serio.

Per approfondire:

http://blog.neosperience.com/5-mobile-technology-trends-for-2017

INNOVATION CLUB/1. I finanziamenti per l’innovazione delle imprese

in Economia/Innovation club/Partner/Rubriche by

Intervista a Paolo La Torre – AD Financial Consulting LAB srl

Nel complesso mondo della finanza agevolata si stanno ritagliando un ruolo di crescente importanza le società di consulenza che aiutano le aziende ad accedere ai fondi pubblici.

Paolo La Torre – Amministratore Delegato di Financial Consulting LAB srl – affianca da anni centinaia di aziende che hanno deciso di avvalersi di un supporto nell’approcciarsi al complesso mondo dei contributi.

Al giorno d’oggi si sente sempre più spesso parlare di Finanza agevolata, ma molto spesso attraverso il confronto con diversi imprenditori capitata  di sentire la frase non ho mai preso un contributo seguita a ruota da mentre tutti i miei concorrenti si, cosa ne pensa di queste affermazioni?

Molto spesso nel corso della mia esperienza lavorativa mi è stata sottolineata questa criticità  e di conseguenza  quando mi è capitato di imbattermi in queste situazioni chiedo da dove abbiano avuto queste informazioni e la risposta è sempre la stessa: al bar.

Scopro così che i bar italiani sono zeppi di imprenditori che si pavoneggiano per il facile ottenimento di finanziamenti pubblici, è facile pensare come questi signori non abbiano la necessità di passare le loro giornate in azienda ma possono permettersi di ubriacarsi di spriz fin dalla mattina perché tanto con la mole di incentivi statali che ottengono il fatturato è l’ultimo dei loro pensieri. Tutto questo mi ha portato ad una riflessione che voglio condividere ossia chi tra gli imprenditori sobri riesce a tutti gli effetti a rapportarsi in modo proficuo con la finanza agevolata?

A mio parere la risposta è in due caratteristiche fondamentali sia per lo sviluppo di un proficuo business in azienda sia per potersi confrontare in modo sano con gli strumenti agevolativi: obiettività e programmazione.

Perché obiettività?

Spesso l’imprenditore ha un approccio parziale nei confronti dei suoi progetti, soprattutto se si parla di progetti innovativi.

Quotidianamente analizziamo idee innovative che in realtà sono già consolidate e progetti di ricerca dove i risultati sono disponibili da anni in internet, la competizione sui bandi regionali e nazionali è altissima e spesso i progetti buoni non vengono finanziati, figuriamoci quelli raffazzonati.

Troppo spesso si crede che sia il valutatore a non capire le piene potenzialità di un progetto, in realtà o queste potenzialità non sono così evidenti o non vengono esplicitate nel modo più corretto nella richiesta di agevolazione e quindi il progetto non viene premiato.

Idee innovative che non vengono giudicate positivamente dalla provincia o dalla regione – dove la competizione è decisamente relativa – hanno l’ambizione di essere proposti  su call europee – dove la competizione è assoluta -. Vengono, quindi, ovviamente bocciate solo dopo che l’azienda ha investito tempo e risorse per presentare la propria domanda su bandi decisamente inadatti.

Vediamo spesso che attività di ricerca giudicate non abbastanza nuove su bandi regionali dove la percentuale di successo è del 40% vengono riproposte sul programma Horizon 2020 dove la percentuale di successo è il 4%. Risulta così facilissimo intuire a priori se la mia idea rientrerà tra le poche finanziate o tra il 96% di quelle che non ottengono alcun contributo.

Tutto ciò è strettamente legato con l’assenza di programmazione nella gestione dell’accesso alle misure agevolative, l’azienda infatti generalmente rincorre il contributo e non lo affronta come un’opportunità di incentivo ad un piano industriale già precedentemente ben definito.

Perché programmazione?

Conoscere quali sono i migliori strumenti possibili ed approcciarsi a loro con la tempistica e la maturità giusta è l’unico modo per ottenere riscontri positivi nell’affrontare il tema dei contributi pubblici.

Un esempio banale è costituito dal rating di legalità, spesso si pensa che le agevolazioni siano destinate sempre alle stesse aziende perché in qualche modo hanno una via preferenziale. La realtà è che spesso sono sempre le stesse imprese che accedono allo strumento agevolativo perché sono le uniche che posseggono questo tipo di attestazione che da sempre un privilegio nell’ottenimento di un finanziamento pubblico.

Quindi, vista la complessità degli strumenti agevolativi, perché un’azienda dovrebbe ricorrere alla finanza agevolata?

Perché oggi lo strumento delle agevolazioni è diventato uno strumento competitivo molto importante di cui le imprese possono e devono servirsi. Se ad esempio un’impresa fa un progetto di ricerca e sviluppo e sostiene un investimento produttivo finanziandolo in parte attraverso un contributo agevolato questa azienda è già in una posizione di vantaggio competitivo  rispetto alle altre imprese concorrenti e quindi il competitor deve chiedersi quanto deve essere più bravo ed efficiente rispetto ad ora, per poter riuscire a colmare il GAP creatosi nei confronti dell’impresa beneficiaria del contributo.

Se l’agevolazione è uno strumento fondamentale ma difficoltoso da gestire, cosa può fare allora l’imprenditore per gestirlo al meglio?

L’imprenditore deve capire il bando, ricevendo adeguate informazioni, in modo tale da poter entrare fino in fondo nello strumento. Un bando è pensato in modo generico ma al suo interno ha tante particolarità che rendono possibile la sua comprensione solo se viene analizzato e approfondito nei minimi dettagli.

Di conseguenza il primo passo è capire il bando?

Certo, perché a titolo tutte le agevolazioni sembrano adatte a qualsiasi tipologia di azienda, ma in realtà non è così, ed è importante capire quali effettivamente sono calzanti nello specifico e quali invece non lo sono. Affrontare una misura agevolata non vuol dire affrontarla in modo asettico, ma è necessario studiarla, capirla e comprenderla fino in fondo per meglio usarla. Io credo che la richiesta e la disponibilità di un contributo non devono essere visti dall’impresa in modo a sé stante ma all’interno del piano strategico aziendale. Perché, se ad esempio un’impresa investe in un macchinario per aumentare la sua capacità produttiva e l’investimento lo fa perché lo stesso è finanziato anche con contributi, nonostante l’acquisto del mezzo non sia necessario perché nella realtà non ha abbastanza ordinativi, essa non potrà sfruttare al massimo ed in modo efficiente la maggiore capacità produttiva. Quindi l’impresa ha si un nuovo impianto su cui ha ottenuto un contributo, ma ha comunque sostenuto un investimento che non ha portato nessun valore aggiunto al piano di sviluppo aziendale.

Il contributo può essere dunque un’opportunità molto pericolosa?

Si, soprattutto particolari tipologie di contributo.

Ad esempio i fondi comunitari che ad oggi sembrano la soluzione a tutti i mali di un’azienda, ma che in realtà presentano dei problemi e delle criticità particolari, come essere molto impegnativi e capaci di portare via molto tempo all’azienda e ai dipendenti. Ma questo non è tutto: se non si ha un profilo aziendale calzante con i rigidi requisiti richiesti dal legislatore comunitario diventa difficile ottenere l’agevolazione e quindi questi fondi presentano tassi di successo bassissimi.

Un secondo aspetto non meno importante è che i fondi comunitari richiedono una gestione molto complessa: l’azienda deve verificare di avere le capacità e le competenze adatte per poter affrontare lo strumento. Se in azienda non si hanno competenze basiche, come può essere la conoscenza della lingua inglese, non si può pensare di instaurare e gestire rapporti con un soggetto terzo inglese.

Quali sono le potenzialità che un’azienda deve cercare di sfruttare?

Potenzialmente tutte. Suggerisco di valutare ogni tipo di strumento non trascurando quelli Provinciali e Regionali che spesso sono più performanti da gestire e rappresentano il miglior modo per approcciarsi alla finanza agevolata.

In conclusione quindi una soluzione alle criticità è rappresentata dall’informazione?

Si, a mio parere un’informazione tecnica ma che sia anche comprensibile, senza alcuna finalità commerciale, consente all’azienda di cogliere tutte le opportunità insieme a tutte le sue criticità. L’informazione è lo strumento per conoscere e comprendere il fenomeno e quindi consente di non investire in modo inconsapevole in agevolazioni suggerite da professionisti con troppa superficialità e che possono portare più male che bene all’azienda.

 

Blitz della Finanza in discoteca: irregolari 74 lavoratori su 75. La difesa: solo un vizio di forma

in Economia/Guardia di Finanza/Partner/Tendenze by

Quaranta lavoratori in nero e 34 irregolari. Sarebbe questo il risultato di un blitz della Guardia di Finanza alla discoteca Sesto Senso di Desenzano avvenuto il sabato sera di apertura della stagione invernale. Secondo le Fiamme Gialle addetti alla sicurezza, al guardaroba e al bar non era in regola e un solo lavoratore – assunto a tempo indeterminato – faceva eccezione. I militari di Desenzano, dunque, hanno erogato multe al titolare per 85mila euro (1.500 per ogni lavoratore in nero, 800 per ogni irregolare).

In serata è arrivata comunque la replica della discoteca, che riportiamo in forma integrale.

“Per quanto sia, a volte, complicato destreggiarsi nel dedalo di norme che governano il mercato del lavoro – si legge – il Sesto Senso ha sempre operato nel pieno rispetto della legalità, retribuendo in maniera regolare tutti i suoi collaboratori. Rispettiamo in maniera incondizionata il lavoro della Guardia di Finanza ma, interpellati i nostri legali, abbiamo fondate ragioni di ritenere che – fornite tutte le spiegazioni del caso – la vicenda risulterà, al termine dei vari procedimenti, fortemente ridimensionata. Tutti i dipendenti del locale erano – e sono a tutt’oggi – regolarmente retribuiti e la cosiddetta “mancanza di attivazione preventiva dei voucher” è soltanto un banale vizio di forma ascrivibile alla natura prettamente notturna della nostra attività che si snoda notoriamente “a cavallo” di due giorni lavorativi. Da qui l’equivoco che non può, in alcun modo, prefigurare i presupposti di un’azione dolosa. E su questo, i nostri uffici legali hanno già provveduto ad inoltrare formale ricorso. Se il nostro modus operandi non è stato del tutto conforme alle norme sul lavoro ce ne assumeremo la responsabilità nelle sedi opportune e pagheremo all’erario ciò che è dovuto, ma respingiamo con forza l’immagine, del tutto fuorviante e inappropriata, di un’attività professionale fondata sul “sommerso”. Il nostro lavoro continua ovviamente in maniera regolare, così come il calendario dei nostri eventi. Il Sesto Senso ha sempre operato in simbiosi con il territorio che ci ospita, contribuendo – crediamo – in maniera importante ad innalzare il livello dell’offerta dell’entertainment. Non sarà questo piccolo “incidente di percorso” a modificare i nostri progetti imprenditoriali che restano, con piena convinzione, incentrati su questa area”.

A2A Energia illumina la sede dell’Associazione Artigiani di Brescia con un messaggio di auguri a led

in A2A/Associazione Artigiani/Associazioni di categoria/Economia/Partecipate e controllate/Partner by

In occasione delle Festività natalizie A2A Energia, società commerciale del Gruppo, illumina la sede dell’Associazione artigiani di Brescia e celebra così la lunga collaborazione con il sistema delle imprese artigiane del territorio spina dorsale dell’economia bresciana.

Da oggi la sede dell’Associazione sarà ben visibile grazie ai led che faranno brillare la facciata con gli auguri di Buone Feste dedicati ai cittadini bresciani: un’esperienza unica a Brescia 2, che ospita il palazzo dell’Associazione.

 

 

Stefana, Girelli (Pd): accordo di cassa in deroga per 145 lavoratori

in Acciaio/Economia/Istituzioni/Lavoro/Partner by

Dopo una vicenda durata mesi che ha tenuto col fiato sospeso decine di lavoratori, si conclude, almeno per il momento, con l’accesso alla cassa in deroga per l’intero organico aziendale, il percorso del Gruppo Stefana, in concordato e appeso all’ipotesi di un acquisto di ramo d’azienda da parte di un partner internazionale, che non è ancora andato a buon fine.

Sconforto e preoccupazione hanno caratterizzato gli ultimi sei mesi per 145 lavoratori, il cui destino era appeso a quello dell’azienda siderurgica.

“Dalla fine di dicembre , grazie anche alla mediazione di ARIFL, non avendo a disposizione altri ammortizzatori sociali, l’azienda potrà accedere alla cassa in deroga prevista in questi casi – dice il consigliere Pd Gianantonio Girelli – Abbiamo ricevuto diverse volte in Commissione Attività produttive i delegati dei lavoratori e abbiamo cercato sempre di impegnare Regione a trovare una soluzione, almeno temporanea, per non lasciare un centinaio di famiglie in mezzo a una strada. Siamo perciò soddisfatti per l’accordo raggiunto, che era una priorità, e ci auguriamo che a breve possa arrivare quel potenziale acquirente tra coloro che durante gli incontri programmati, hanno mostrato interesse non solo verso gli stabilimenti e l’efficacia produttiva che ha caratterizzato Stefana, ma anche verso le sue preziose maestranze”.

Dati Aib: nel terzo trimestre export bresciano in calo dell’1,5 per cento

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Export/Partner/Tendenze by

Nel terzo trimestre del 2016, rispetto ai tre mesi precedenti, le vendite bresciane di beni sui mercati esteri risultano in calo del 9,1%; gli acquisti dall’estero sono in diminuzione del 16,6%. Il calo degli scambi con l’estero ha risentito degli effetti stagionali legati alla chiusura delle aziende nel mese di agosto.

Su base tendenziale, nel terzo trimestre le esportazioni calano dello 0,6% e le importazioni del 6,3%. In valore assoluto, ammontano, rispettivamente, a 3.497 e a 1.794 milioni di euro.

Rispetto ai primi nove mesi del 2015, la tendenza negativa delle esportazioni bresciane (-1,5%) è in contrasto con quelle leggermente positive rilevate in Lombardia (+0,4%) e in Italia (+0,4%); la dinamica negativa delle importazioni (-2,0%) è superiore al dato regionale (-1,9%) e inferiore a quello nazionale (-2,7%). La performance delle esportazioni bresciane nei primi nove mesi dell’anno, pari a 10.825 milioni di euro, è la migliore della serie storica dal 2008 (10.991 milioni), se si esclude il dato record dei primi nove mesi del 2015.

Tra i settori, l’aumento più significativo delle esportazioni nei primi nove mesi, su base tendenziale, riguarda: articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (+19,9%), prodotti dell’agricoltura, della silvicoltura e della pesca (+13,4%), sostanze e prodotti chimici (+11,3%), computer, apparecchi elettronici e ottici (+10,7%), articoli in gomma e materie plastiche (+6,8%).

La contrazione delle vendite all’estero dei prodotti delle attività di trattamento dei rifiuti (-7,2%), dei metalli di base e prodotti in metallo (-6,0%), del legno e prodotti in legno, carta e stampa (-3,4%), di macchinari ed apparecchi (-2,8%) contribuisce al ridimensionamento dell’export bresciano.

Tra i mercati di sbocco, i più dinamici sono: Cina (+9,9%) e Paesi Bassi (+9,3%). In aumento le vendite anche verso: Spagna (+2,2%), Belgio (+1,2%) e Germania (+0,7%). Calano invece sensibilmente le esportazioni verso il Brasile (-50,6%), ancora in recessione, e in maniera più contenuta verso Algeria (-27,3%), India (-23,3%), Turchia (-15,0%), Regno Unito (-9,4%). A livello geografico, in termini di quote, aumenta l’importanza delle aree: UE a 28 (65,3%), Asia (11,1%) e Oceania (0,7%). Risultano, invece, in contrazione le aree: Africa (5,2%) e America centro-meridionale (2,5%).

Per quanto riguarda le importazioni, sono in espansione gli acquisti nei settori: mezzi di trasporto (+21,8%), computer, apparecchi elettronici e ottici (+17,1%), apparecchi elettrici (+7,9%), articoli in gomma e materie plastiche (+6,4%), prodotti dell’agricoltura, della silvicoltura e della pesca (+5,3%).

Le importazioni di prodotti delle attività di trattamento dei rifiuti (-17,8%), coke e prodotti petroliferi raffinati (-12,6%), metalli di base e prodotti in metallo (-9,4%), articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (-2,4%) sono in diminuzione.

Gli acquisti di prodotti hanno coinvolto i mercati di: Regno Unito (+4,4%), Spagna (+3,1%) e Turchia (+1,2%). Sono invece diminuite le importazioni da: Russia (-23,2%), India (-22,1%), Algeria (-16,0%), Belgio (-13,1%) e Stati Uniti (-12,2%). In termini di quote, risultano penalizzate le aree dell’UE a 28 (68,8%), dei Paesi europei non UE (7,8%), dell’America centro-meridionale (2,9%) e dell’America settentrionale (1,4%), a favore dell’Asia (14,8%) e dell’Africa (4,3%).

IIl saldo commerciale è positivo (+4.865 milioni di euro), ma in diminuzione dello 0,8% rispetto a quello dei primi nove mesi del 2015 (+4.903 milioni di euro).

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Aib, Michela Facenti confermata alla presidenza del settore abbigliamento

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Michela Facenti (Facenti) è stata confermata Presidente del Settore  Abbigliamento, Magliecalze, Calzaturiero, Tessile di Associazione Industriale Bresciana per il periodo 2016-2020. Nel corso dell’assemblea per il rinnovo del Consiglio di Settore, Marco Cittadini (Cittadini) è stato inoltre nominato Vice Presidente. Consiglieri sono: Alberto Corti (Monticolor), Alberto Faganelli (Maris), Anna Fidanza (Condor Trade), Luca Fontana (Montecolino), Luigi Franceschetti (Saccheria F.lli Franceschetti), Marco Marzoli (Filmar), Elda Moraschi (Confezioni Elda).

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