Magazine di informazione economica di Brescia e Provincia

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Turismo, a Brescia le imprese sono 794

in Economia/Evidenza/Partner/Tendenze/Turismo by

L’anno 2017 a Milano può contare su 1.259 strutture ricettive attive sul territorio, circa una su tre in Lombardia, in crescita del 4,7% dal 2015 al 2016. La ricettività milanese offre 801 alberghi (+1,6%), 372 tra bed & breakfast e residence (+12,4%) e 25 imprese che si occupano di gestione di villaggi turistici e ostelli (+19%). Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati del registro imprese relativi al settore turistico alberghiero anni 2016 e 2015.

Settore turismo in Lombardia. Sono 4.065 le strutture ricettive attive in regione, una su dodici in Italia, in crescita del 6% in un anno. Crescono del +20,7% i bed & breakfast e residence. Il maggior numero di strutture alberghiere e turistiche è a Milano (1.259). Seguono Brescia con 794 imprese e Sondrio con 626. In un anno la crescita maggiore va a Sondrio (+15,3%), seguita da Varese, +9,3%. Lodi e Lecco crescono del +8%, Cremona e Monza del +6%.

PER I DATI COMPLETI SULLE IMPRESE SUL TURISMO A BRESCIA E IN ITALIA SI RIMANDA A BSNEWS.IT

Articoli sportivi, business in crescita anche nel Bresciano

in Economia/Partner/Tendenze by

Articoli sportivi: lombarda un’impresa italiana su cinque nella produzione e oltre 216 milioni di commercio estero, questi i numeri della Lombardia che ama lo sport. L’interscambio con il mondo è in crescita, +3,4% in un anno e vede un aumento dell’export del 6,9%. Milano eccelle nell’export con 42 milioni circa di euro, con 41,6% sul totale e in forte crescita del 43,3%, seguita da Mantova (24,6 milioni, il 24,6% del totale lombardo) e da Bergamo (6,7 milioni, 6,7%). Nell’import prima Milano (78,7 milioni di euro, +0,3%). Vengono poi Monza e Brianza (con 11 milioni) e Bergamo (7,7 milioni). Mentre Brescia in un anno è passata da 3,1 milioni a 3,6 di export, con l’import stabile attorno a quota 4. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati registro imprese 2017 e Istat  2016 e 2015.

I Paesi partner degli scambi lombardi. Gli articoli sportivi lombardi sono particolarmente apprezzati in Francia (32,7% del totale, +23% in un anno), Stati Uniti (14% e +45% in un anno) e Svizzera (5,3%) mentre il 29,3% dell’import viene dalla Cina (+7,7%), il 19,5% dalla Francia e il 12% dai Paesi Bassi.

Imprese lombarde dello sport. Sono 146 le imprese attive in Lombardia nella produzione di articoli sportivi, il 19,2% del totale italiano di settore che è di 761. Milano con 39 attività, Bergamo e Brescia con 18, Varese con 16 e Monza e Brianza con 11 si piazzano tutte tra le prime 20 province italiane in una classifica che vede prima Treviso, seguita da Milano, Torino e Genova.

Dati export articoli sportivi in Lombardia
Dati export articoli sportivi in Lombardia

Aib, Pasini assegna la delega allo Sviluppo

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Evidenza/Giuseppe Pasini/Partner/Personaggi by

Il Presidente di Associazione Industriale Bresciana Giuseppe Pasini ha assegnato la delega allo Sviluppo Mercati e Internazionalizzazione a Germana Bergomi, componente del Consiglio Direttivo dei Giovani Imprenditori di AIB, completando così la squadra che lo accompagnerà nel suo mandato presidenziale fino al 2021.
Il Presidente ha inoltre formalizzato i nominativi degli otto invitati in Consiglio Generale: Germana Bergomi (Italian Gasket), Sandro Bonomi (Enolgas Bonomi), Mario Gnutti (Gnutti Carlo), Renato Gnutti (Gnutti Transfer), Riccardo Lonato (Dinema), Giovanni Rosani (Cembre), Roberto Saccone (Olimpia Splendid) e Giovanni Valotti (A2A).

“Ci aspettano quattro anni di duro lavoro, ma sono sicuro che riusciremo a raggiungere i traguardi che ci siamo prefissati proprio perché sono certo di avere scelto le donne e gli uomini giusti al posto giusto. Lavoreremo con realismo, passione e ottimismo, al servizio delle nostre Aziende”, ha dichiarato Giuseppe Pasini.

Imprese e digitale, Innexhub unisce Brescia, Cremona e Mantova

in Aib/Associazioni di categoria/Confartigianato/Economia/Partner by
Da sinistra: Umberto Cabini (Presidente Associazione industriali Cremona), Eugenio Massetti (Presidente Confartigianato Imprese Brescia e Lombardia Orientale), Giuseppe Pasini (Presidente Associazione Industriale Bresciana), Bortolo Agliardi (Presidente Associazione Artigiani Brescia), Alberto Marenghi (Presidente Confindustria Mantova).

Grazie allo sforzo congiunto di Associazione Industriale Bresciana, Associazione Industriali della Provincia di Cremona, Confindustria Mantova, Associazione Artigiani di Brescia e Provincia, Confartigianato Imprese Brescia e Lombardia Orientale e in coordinamento con il Digital Innovation Hub lombardo, nasce InnexHub, prima realtà italiana a rispondere come sistema alle linee guida del governo. Secondo il Protocollo di Intesa MISE-MIUR del 25 luglio 2016, sono proprio Confindustria e R.ETE. Imprese Italia le realtà chiamate a coordinare sul territorio i Digital Innovation Hub. I soci fondatori hanno deciso quindi di fare sinergia e muoversi come un’unica realtà con l’obiettivo di diventare il punto di riferimento sul territorio della Lombardia Orientale per tutti i temi afferenti l’industria 4.0.

L’atto costitutivo di InnexHub è stato siglato questo pomeriggio dal Presidente di AIB, Giuseppe Pasini, dal Presidente di Associazione Industriali della Provincia di Cremona, Umberto Cabini, dal Presidente di Confindustria Mantova, Alberto Marenghi, dal Presidente di Associazione Artigiani di Brescia e Provincia, Bortolo Agliardi, e dal Presidente di Confartigianato Imprese Brescia e Lombardia Orientale, Eugenio Massetti.

Il primo Consiglio Direttivo è composto come segue: Angelo Baronchelli, Presidente; membri: Umberto Cabini, Alberto Marenghi, Bortolo Agliardi, ed Eugenio Massetti.

Obiettivo principale di InnexHub sarà far conoscere alle imprese le opportunità della trasformazione digitale, accompagnandole nel percorso che dovranno affrontare per ridisegnare le proprie catene del valore

Concretamente, gli obiettivi verteranno su quattro pilastri: informare per creare consapevolezza; fornire consulenza strategico-organizzativa e tecnologica; agevolare l’accesso al credito e agli incentivi fiscali e finanziari e infine, ma non per questo meno importante, seguire le imprese nel percorso di formazione continua delle proprie risorse umane.

Il punto di partenza è la creazione di un “ecosistema dell’innovazione” info-formativo di accompagnamento verso nuove frontiere innovative, che sappia mettere a fattor comune le reciproche best practice, eccellenze ed esperienze in modo da accelerare concretamente la capacità delle nostre imprese di affrontare questa sfida improrogabile per vincerla insieme.

Parte essenziale di questo ecosistema dell’innovazione saranno i Competence Center, l’hardware tecnologico alla base del sistema: Università degli Studi di Brescia, Università Cattolica di Piacenza (distaccamento di Cremona), Politecnico di Milano e distaccamenti di Cremona e polo territoriale di Mantova che affiancheranno le imprese supportandole nella simulazione, sperimentazione e collaudo delle tecnologie digitali all’interno di progetti di ricerca applicata.

Altri poli tecnologici di eccellenza verranno coinvolti nel progetto, per aumentarne il valore aggiunto per le imprese, quali ad esempio ISFOR e CSMT.

Un progetto inclusivo in grado di fare network anche con i principali attori istituzionali oltre che con i soggetti dell’ecosistema dell’innovazione. Una bussola in grado di orientare le imprese in un mare magnum di informazioni non sempre adeguate o realmente utili.

InnexHub nasce come una realtà inclusiva, di rappresentanza territoriale, partecipata da diversi attori delle rappresentanze di impresa.

E’ il primo esempio di unione dei due soggetti deputati dal Governo (Confindustria e R.ete Imprese Italia) per implementare le linee guida del decreto Calenda.

Dopo il primo convegno dello scorso 20 febbraio, dove abbiamo annunciato la nascita del primo DIH in rete tra tre territori lombardi, abbiamo lavorato per la sua costituzione formale, ma soprattutto mettendo a terra i primi servizi per le imprese: corsi di perfezionamento (sviluppati insieme a ISFOR e all’Università degli Studi di Brescia: “Verso la manifattura 4.0”), una serie di percorsi di alfabetizzazione e infine strutturato il nuovo master in management per le imprese innovative che prenderà avvio alla fine di ottobre e che tratterà molti temi legati al 4.0.

Attraverso la collaborazione con ANIMA/UCIMU/ICIM, abbiamo supportato le aziende in tutti quegli aspetti tecnico-tecnologici abbinati alla consulenza fiscale da noi direttamente erogata.

Fare chiarezza su una tematica molto complessa e per alcuni versi nebulosa, e mettere a terra rapidamente servizi per le imprese: questi gli obiettivi di InnexHub.

 

Convenzione “Industria 4.0 e iperammortamento”

 

E’ stata siglata in data odierna una convenzione di collaborazione operativa tra Associazione Industriale Bresciana, Associazione Industriali della Provincia di Cremona, Confindustria Mantova, ANIMA (Federazione delle Associazioni Nazionali dell’Industria Meccanica Varia e Affine), UCIMU (Associazione dei Costruttori Italiani di Macchine Utensili, Robot, Automazione e Prodotti a questi Ausiliari) e l’ente di certificazione ICIM S.p.A. per fornire alle imprese una concreta azione a supporto del pilastro degli incentivi fiscali, un efficace servizio informativo e di supporto sulla corretta applicazione dell’iperammortamento e un supporto tecnico di pianificazione investimenti e rilascio di attestati di conformità per i beni acquistati.

 

La convenzione “Industria 4.0 e iperammortamento” è stata siglata questo pomeriggio dal Presidente di Associazione Industriali della Provincia di Cremona, Umberto Cabini, dal Presidente di Confindustria Mantova, Alberto Marenghi, dal Vice Presidente di Associazione Industriale Bresciana, Angelo Baronchelli, dal Vice Presidente di Anima, Pietro Almici, dal Direttore Generale di Ucimu, Alfredo Mariotti, e dall’Amministratore Delegato di ICIM S.p.A., Gaetano Trizio.

 

Apindustria, l’export bresciano si conferma in crescita

in Api/Associazioni di categoria/Economia/Export/Partner by

Prosegue la dinamica positiva dell’export bresciano: a sottolinearlo è l’ultimo report «Relazioni con l’estero» realizzato dal Centro studi Apindustria Brescia interrogando un campione di 100 imprese associate sui risultati del primo semestre 2017 e le attese per i prossimi sei mesi.

In linea con gli ultimi dati territoriali a disposizione (+8,7% le esportazioni bresciane nel primo trimestre 2017 rispetto al primo trimestre 2016) e con quelli nazionali congiunturali di maggio (+1,2%), la metà del campione considerato dal Centro Studi segnala esportazioni di beni e servizi in aumento (il 4% in modo significativo). «Lo sviluppo dei rapporti commerciali del primo semestre rispetto al 2016 – si legge nel rapporto – è caratterizzato da moderato ottimismo, che si concentra soprattutto sull’Europa», in particolare nell’area dell’Unione europea, mentre la Russia sembra destinazione in fase calante (in controtendenza rispetto al dato nazionale). Per le PMI bresciane la formula principalmente utilizzata rimane l’esportazione diretta o con uffici di rappresentanza, condivisa dal 74% dei rispondenti. Seguono i distributori locali (13%).

Le previsioni sul secondo semestre si caratterizzano per un generale ottimismo sui mercati dell’Europa (Comunitaria e non), dove si prevedono anche sensibili miglioramenti dei rapporti commerciali. Sostanziale stabilità nelle altre macro aree. Se l’export segna bel tempo, sia nei primi sei mesi dell’anno che per il prossimo futuro, il 68% del campione ha inoltre espresso la volontà di «espandere la dimensione estera dei propri commerci», o rafforzando i legami già esistenti (spesso in Europa) o avviandone di nuovi. Di particolare interesse la correlazione tra lo sviluppo estero e la dimensione aziendale. «Emerge – si legge nel rapporto – come l’Europa unita rappresenti il mercato prioritario per tutte le imprese rispondenti, ma a seconda della dimensione aziendale ne facciano il mercato unico/principale o affianchino altre destinazioni di rilievo. Al crescere della dimensione aziendale, cresce la dipendenza dai mercati non domestici. Tale dipendenza si intensifica e al contempo si differenzia su più mercati».
Questo aspetto si collega alle difficoltà riscontrate dalle PMI nello sviluppo internazionale.

Le imprese lamentano infatti tra le difficoltà principali la carenza di personale dedicato (38%) e la dimensione aziendale (31%). Questioni linguistiche, culturali, di diffidenza, di timori su crisi dell’euro o di carattere geopolitico giocano invece un ruolo marginale. «La creazione dell’Ufficio Estero, con personale dedicato operativo da un paio d’anni – spiega il vicepresidente di Apindustria con delega all’internazionalizzazione Alessandro Orizio – vuole essere uno strumento di aiuto alle imprese per superare questi ostacoli. Nel rapporto del Centro Studi non per caso emerge che proprio la carenza di personale dedicato rappresenta, per le imprese che iniziano nel 2017 ad affrontare mercati esteri, il primo problema da risolvere. Il supporto dell’Associazione può essere utile anche ad approcciare un mercato importante per il territorio come quello russo, visto il dato locale in controtendenza rispetto al nazionale».

INNOVATION CLUB – Vacanze a 5 stelle: ora è possibile con Fattore Lusso

in Economia/Innovation club/Partner/Rubriche/Startup/Turismo by
La 36 enne bresciana, Mariasole Scalvini, promotrice del progetto Fattore Lusso

Il lusso è il mercato mondiale in maggiore crescita e da una locale ricerca, risulta che in termini numerici, i 380 milioni di consumatori che oggi acquistano per un totale di 730 miliardi in beni di lusso, arriveranno ad essere 440 milioni nel 2020. Una crescita guidata prevalentemente dai consumatori core (che spendono in media 10.000 € annui in lusso personale ed esperienziale, auto escluse), oggi 32 milioni, con una crescita di 10 milioni di nuovi consumatori prevista entro il 2020. Nei prossimi dieci anni il tasso di crescita dei viaggi di lusso si prospetta al 6,2%, quasi un terzo superiore al resto del comparto (4,8%), sintomo della progressiva polarizzazione del turismo, che è di lusso o low cost, stima l’Oxford Economics Group nel 2016.

La 36 enne bresciana, Mariasole Scalvini, con il suo nuovo progetto Fattore Lusso vuole proporre ville con piscine, jet privati, personal concierge, chef personale, e molto di più, nel territorio della Lombardia, che sta divenendo sempre di più una meta per un turismo di élite.

Quale è l’obiettivo di Mariasole?

Offrire un servizio a 5 stelle e tutti i confort possibili ed inimmaginabili, anche a coloro che scelgono di alloggiare in una casa o un appartamento di lusso, e che non vogliono rinunciare ad i confort tipici di una struttura alberghiera a 5 stelle.  Sono sempre di più, infatti, i turisti stranieri che scelgono l’Italia per acquistare la seconda casa o come meta per le loro vacanze. Ed accresce in modo esponenziale il numero dei viaggiatori che optano per una vacanza in casa invece che in Hotel. E proprio nell’ambito della fornitura di alloggi per affitti brevi, l’Italia primeggia. Si attesta infatti al 3° posto della classifica per numero di case affittate attraverso il portale Airbnb. Non solo Lago di Garda, ma sempre di più anche il Lago di Iseo, la Franciacorta, le valli e le città lombarde, sono le mete preferite dagli stranieri che desiderano andare alla scoperta del nostro territorio, ma anche da italiani che vogliono vivere esperienze esclusive di lusso e che non temono di pagare per la qualità. Fattore Lusso desidera coinvolgere tutti gli operatori lombardi di qualità per offrire pacchetti esclusivi a chi se lo può permettere. E non sono pochi, nonostante la forte crisi degli ultimi anni.  Fattore Lusso farà in modo che i vostri sogni diventino realtà!

E oggi, che cos’è il lusso?

Emozione. È una sensazione che si può provare dopo aver vissuto un’esperienza unica. Quando il cliente indossa un vestito di un brand prestigioso, per esempio, sa che qualcuno ha pensato a quel vestito, con il materiale perfetto e la migliore manodopera. E quando lo indossa si senta felice.

Il Lusso è un’esperienza indimenticabile, una storia che ci rende speciali. Significa poter essere se stessi, scegliendo i dettagli, sulla base della propria esperienza.

Ma quali sono i partner che verranno coinvolti nel progetto di Mariasole?

Affittuari di ville e appartamenti luxury, yacht e jet privati, ma anche chef e pasticceri stellati, cantine di prestigio, personal trainer e insegnanti di yoga, massaggiatori, parrucchieri, estetisti, personal shopper e maggiordomi.

Come il canale digitale impatta sul settore del lusso?

In questo particolare contesto, l’evoluzione digitale sta cambiando le regole, andando ad impattare sul paradigma dello Status. Sempre più lo status sarà svincolato dal possesso di un prodotto, ma sarà sempre più rivolto all’accesso a community e a servizi esclusivi, ad elevato valore aggiunto. Più di un orologio, un gioiello o un’autovettura, conterà poter accedere ad un servizio esclusivo e raro. Questo trend incrementerà, certamente, molte opportunità per la creatività degli startupper da tutto il mondo, che potranno immaginare nuove forme di accesso a servizi per clienti “luxury”. Fondamentale meccanismo è la gestione della community con strumenti digitali, che permette agli utenti di conoscersi e fare network tra di loro, soprattutto se accomunati da una passione comune. La community abilita il passaparola (advocacy), permettendo una rapida diffusione del servizio.

Il portale fattorelusso.com è ora attivo in italiano, tedesco, inglese, arabo e cinese. Per qualsiasi richiesta di informazioni è possibile contattare l’email info@fattorelusso.com.

 

 

Fonderia 4.0, 12 fonderie scelgono Metal One, la soluzione che integra Ar e Iot

in Acciaio/Economia/Innovation club/Partner/Rubriche by
Metal One, fonderia

METAL One é la soluzione per Fonderie di metalli ferrosi e non, con tecnologia a gravità, bassa pressione e pressofusione. Basata su SAP Business One, è una soluzione aziendale pienamente integrata, caratterizzata da un ottimo rapporto costo-prestazioni, e concepita appositamente per le piccole e medie imprese.

Efficienza, Controllo e Profittabilità

Le Fonderie sono in un processo evolutivo che le vede trasformarsi da produttori di fusioni grezze a partner tecnologici di prodotti finiti; sono parte attiva nella progettazione e prototipazione, la filiera di produzione si è allungata inglobando sempre più lavorazioni. Nel costante miglioramento qualitativo il ruolo di capo commessa della Fonderia impone un controllo ed una tracciabilità in tutto il processo produttivo. METAL One permette di gestire l’intero flusso di processo delle Fonderie dalla prototipazione e preventivazione, ai dati tecnici qualitativi e di processo delle Fusioni, al ciclo attivo e passivo, alla pianificazione della produzione, al conto lavoro, alla logistica, al controllo qualità, all’amministrazione e controllo di gestione.

L’ ERP per le PMI

Per affermarsi, le piccole e medie imprese devono disporre di una soluzione aziendale caratterizzata da piena integrazione e costi contenuti. Un unico sistema che automatizzi i processi di business e fornisca un accesso semplice e immediato a informazioni costantemente aggiornate. I sistemi “tradizionali” di gestione aziendale, che frequentemente sono solo una serie di programmi applicativi obsoleti e scarsamente integrati, non sono in grado di soddisfare le esigenze attuali. Informazioni insufficienti, interruzioni nel flusso che collega i processi di business nonché dati obsoleti e non aggiornati costituiscono gli ostacoli principali che impediscono un controllo efficace ed efficiente delle operazioni aziendali. Grazie a METAL One e SAP Business One l’impresa può essere gestita con un netto incremento di profittabilità e un controllo rigoroso di ogni singolo processo.

Realtà aumentata (AR) in fonderia

Un’applicazione per Smart Glasses permette agli operatori di essere formati nei processi produttivi e logistici.

Internet of Things (IoT) per i processi fusori

Metal One si integra con i sensori di prossimità ce monitorano i processi fusori. La gestione delle tecnologia IoT nel processo di fusione sono articolate. Gran parte delle conoscenze ingegneristiche vengono richiamate: fluidodinamica (riempimento), trasferimento di calore e cambi di fase (solidificazione), metallurgia (microstruttura e difettologie) e molto altro si potrebbe menzionare. I parametri da gestire ed analizzare sono numerosi e le interazioni fra di essi estremamente complesse. L’acquisizione di questi dati è ad oggi possibile, ma raramente è possibile realizzare analisi incrociate in modo veramente semplice ed intuitivo per identificare, ad esempio, le cause di scarto più comuni di un determinato lotto di produzione. Ancor più difficile, se non impossibile, è il confronto fra dati di processo e conseguenze, in termini di efficienza di produzione, resi, extracosti. Ciò che manca è un’infrastruttura che permetta la rilevazione automatica dei dati di processi, la loro elaborazione ed una consultazione chiara e veloce, in modo da permettere una integrazione fattuale fra uomini, macchine e strumenti, ma anche fra operatori, controllori e manager. Questa infrastruttura è finalmente realizzabile, estendendo le capacità degli attuali ERP che ad oggi costituiscono la spina dorsale aziendale. Occorre dotare questi strumenti di occhi, orecchie, mani e memoria per completare il sistema nervoso aziendale. L’ambizione è ottenere un “corpo” armonico, efficiente e reattivo.

Innovation Club è la fabbrica delle idee | INNOVATION CLUB

in Economia/Innovation club/Partner/Rubriche/Servizi/Startup by

Sei una startup che vuole lanciare un nuovo business ? Sei un’azienda che vuole innovare il proprio posizionamento sul mercato costruendo una nuova iniziativa business gestita da uno spin-off ?

Condividi la tua idea con Innovation Club (info@innovationclub.it). I membri del club sono in grado di condividere un percorso per l’implementazione della vostra idea. 

Ecco alcuni servizi che possiamo mettere a disposizione:

BUSINESS MODELLING

Progettazione dei sistemi di business innovativi. Individuazione delle metriche e degli strumenti di monitoraggio per favorire l’evoluzione della tua azienda verso uno sviluppo esponenziale. Il Business Model Canvas è uno strumento che può essere utilizzato utile a sviluppare nuovi modelli di business o formalizzare quelli esistenti. Si tratta di uno schema grafico dove sintetizzare visivamente come un’impresa crea valore, le risorse ed attività necessarie, i segmenti di clienti, e gli aspetti economico-finanziari.

RICERCHE DI MERCATO E STRATEGIE DI VENDITA

La ricerca di mercato è la sistematica raccolta, conservazione ed analisi dei dati relativi a problemi connessi al marketing dei beni e/o dei servizi. Le ricerche di mercato si occupano principalmente dello studio e dell’analisi dei comportamenti espressi e dei processi decisionali (motivazioni) dei consumatori in un’economia di mercato, o della definizione della struttura di un mercato. Sono una fonte di informazione per chi, all’interno di un’azienda che produce beni o servizi, deve prendere decisioni di marketing. La strategia di vendita si compone di numerose attività: Analisi delle buyer persona; mappatura del customer journey; strategie di outbound e inbound marketing; sistemi evoluti per la gestione della relazione con i clienti, integrati con le piattaforme media, di social networking e social commerce.

PRODUCT DESIGN & INNOVATION

Apprendimento e applicazione di processi e metodi di Design Thinking: ideazione, progettazione, sviluppo con approccio “lean” incrementale e iterativo, prototipazione e ingegnerizzazione, validazione sul mercato con metodi di ricerca quali-quantitativi. Sono due i concetti centrali:

> Il “Minimum viable product” (MVP) è la “versione di un nuovo prodotto che consente ad un team di raccogliere la massima quantità di conoscenza validata sui clienti con il minimo sforzo.”

> Il “Pivot” rappresenta una “correzione strutturata della rotta progettata per verificare una nuova ipotesi fondamentale relativa ad un prodotto, una strategia”

TECHNOLOGY STRATEGY

Proponiamo come  sulle nuove tecnologie e gli ambiti di applicazione, con focus sui tre pilastri dell’innovazione. Convenzioni in Italia e all’estero con università, istituti di ricerca ed enti equiparati ci permettono di conoscere anche quelle tecnologie che possono avere delle ricadute industriali.

BUSINESS PLAN

La nascita di una nuova attività imprenditoriale (e di qualsiasi progetto aziendale) deve essere sostenuta da uno studio o un’analisi di fattibilità in grado di fornire una serie di dati di natura economico-aziendale, sui quali tracciare linee guida per la costituzione dell’attività. Lo studio di fattibilità si concretizza nella redazione di un documento: il business plan. Il business plan è un documento che sintetizza i contenuti e le caratteristiche di un progetto imprenditoriale (business idea). Viene utilizzato sia per la pianificazione e gestione aziendale che per la comunicazione esterna, in particolare verso potenziali finanziatori o investitori. Il Business Plan è un documento necessario per ogni progetto innovativo ma da solo è un esercizio matematico: importante affiancare ad esso studi, analisi e esperienze che possano convalidarlo.

BREVETTO O INNOVAZIONE “OPEN”

Un brevetto tutela e valorizza un’innovazione tecnica, ovvero un prodotto o un processo che fornisce una nuova soluzione a un determinato problema tecnico. È un titolo in forza del quale viene conferito un monopolio temporaneo di sfruttamento sull’oggetto del brevetto stesso, consistente nel diritto esclusivo di realizzarlo, di disporne e di farne un uso commerciale, vietando tali attività ad altri soggetti non autorizzati. In particolare, il brevetto conferisce al titolare:

> nel caso in cui l’oggetto del brevetto sia un prodotto, il diritto di vietare ai terzi, salvo consenso del titolare, di produrre, usare, mettere in commercio, vendere o importare a tali fini il prodotto in questione

> nel caso in cui l’oggetto del brevetto sia un procedimento, il diritto di vietare ai terzi, salvo consenso del titolare, di applicare il procedimento, nonché di usare, mettere in commercio, vendere o importare a tali fini il prodotto direttamente ottenuto con il procedimento in questione.

Il brevetto può essere un elemento che da un valore oggettivo ad un’idea anche se in certi casi non è sempre la soluzione ideale. Spesso i costi legali di una causa nazionale o internazionale per fare valere un brevetto sono proibitivi: per questo si tende oggi a ragionare con una prospettiva di innovazione “open” individuando altri elementi di protezione del proprio know-how.

FUNDRAISING & FINANZA AGEVOLATA

Il processo di fundraising è solo in apparenza molto semplice ma nasconde tante attività. innanzitutto bisogna trovare il modo di ottenere un incontro con i potenziali investitori. Dopodichè, occore spiegare loro in che modo l’iniziativa può riuscire a fargli ottenere guadagni elevati. Ciò significa dovere illustrare molteplici aspetti: la mission aziendale, il prodotto,  la visione futura, il mercato, la concorrenza, quale sarà il vantaggio competitivo nel medio-lungo periodo. Per finanza agevolata si deve intendere il complesso di investimenti che favoriscono lo sviluppo di progetti aziendali, coprendo, per quanto possibile, il fabbisogno finanziario mediante l’ottenimento di agevolazioni comunitarie, nazionali o regionali. Rientra nella finanza agevolata pertanto qualsiasi strumento il legislatore metta a disposizione delle imprese al fine di fornire loro un vantaggio competitivo che incida positivamente sullo sviluppo aziendale e sul rilancio dell’impresa.

INTERNAZIONALIZZAZIONE

Grazie ad una rete di relazioni vasta in molti paesi in grado di identificare il più adatto contesto di applicazione di un’idea.

> Abbiamo relazioni imprenditoriali consolidate in molti paesi europei come Francia, UK, Spagna anche grazie all’esperienza di lavoro di alcuni membri del nei programmi quadro della Commissione Europea;

> Diamo  particolare attenzione a contesti extra-europei come gli Stati Uniti (Silicon Valley, West Coast, East Coast), il Sudamerica, i paesi arabi (EAU, Dubai), L’India, Il Sud-est asiatico;

> Molto importante anche considerare il contesto dei paesi emergenti come molti stati africani che spesso nascondo grandi opportunità o il particolare contesto dei “micro-stati” come le isole, il cui sistema economico ha caratteristiche molto peculiari. 

L’internazionalizzazione di un’idea non è solo relazione ma anche il processo di adattamento di una impresa, un prodotto, un marchio, pensato e progettato per un mercato o un ambiente definito, ad altri mercati o ambienti internazionali, in modo particolare altre nazioni e culture. Nell’estate del 2017 il club ha organizzato un innovation tour che toccherà gli hotspot dell’innovazione europea quali il distretto di Sophia Antipolis nel Sud della Francia ovvero il principale polo tecnologico europeo, Barcellona che è la prima Smart City in Europa, Lisbona contesto emergente che ospita il Web Summit e Monaco di Baviera dove si trova il più strutturato “sistema startup” della Germania.

Segui le iniziative di Innovation Club: www.innovationclub.it

I chatbot e l’evoluzione dei servizi al cliente | INNOVATION CLUB

in Economia/Innovation club/Partner/Rubriche/Startup/Web e digitale by

(a cura di Innovation Club) Discutono con noi; rispondono alle nostre domande; sono sempre pronti ad aiutarci e, spesso, riescono anche ad anticipare le nostre esigenze. Vivono in mezzo a noi ma non sono esseri umani. Sono i chatbot – noti anche come bot o chatterbot – e, secondo gli analisti, sono pronti a diventare i migliori amici delle persone e dei brand.

Non è un caso se chatbot e customer experience sono argomenti che viaggiano insieme, perché questa nuova (ma non tanto) tecnologia potrebbe rivoluzionare per sempre il rapporto tra aziende e clienti. Nel nome dell’intelligenza artificiale.

Qualche tempo fa Satya Nadella, CEO di Microsoft, durante un’intervista ha dichiarato che quella dei bot è una “tecnologia inevitabile”. Basta un giro veloce tra le news online per comprendere la portata di questa ossessione, a partire proprio da Microsoft che, secondo alcuni, starebbe già testando i bot come strumento di supporto di primo livello.

I margini di azione delle reti neurali e del machine learning sono molto sfumati, e i bot ne sono la dimostrazione più evidente:

Si integrano con i siti web, come primo elemento di contatto e customer service (ad esempio sui siti di comparazione prezzi) o come assistente (Siri in versione Mac o Cortana);

Comunicano con le app mobile, imparano dall’utilizzo e forniscono informazioni (i due ‘contenitori di bot più importanti al momento sono Facebook Messenger e Telegram);

Agiscono come centro nevralgico del dispositivo mobile, rendendo possibile accedere ai servizi senza digitare e senza dover passare da una app all’altra (Siri ma anche Google Instant Apps).

Questa loro natura fluida rappresenta il motivo principale per cui i chatbot stanno conquistando velocemente i settori più disparati. Scorrendo le ultime notizie troviamo:

American Express che lavora a un bot per fornire servizi finanziari agli utenti;

Shine che vuole aiutare gli adolescenti in difficoltà con un supporto morale via Facebook Messenger;

Kayak che punta a un ambizioso progetto di agenzia di viaggi intelligente;

Kip che utilizza gli emoji per aiutare gli utenti a trovare e acquistare prodotti;  

DoNotPay che, come un bot ‘avvocato’, contesta le multe per parcheggio non pagato a Londra e New York.

Secondo le ultime stime, solo su Facebook sono già stati diffusi 11mila bot, che stanno evolvendo verso una maggiore interattività e capacità di imparare dal contesto. I tempi in cui uomini e macchine potranno comunicare in una modalità ‘seamless’ sono lontani, ma forse non così tanto come pensano gli apocalittici della tecnologia.

Per guardare al futuro, però, dobbiamo tornare al passato. Cercando di capire, innanzitutto, cosa sono i chatbot e da dove arrivano. Detto in poche parole, i bot sono entità artificiali progettate per automatizzare i compiti che di solito facciamo noi (una prenotazione per la cena, la pianificazione di un appuntamento).

Oggi, sono utilizzati principalmente per mantenere una conversazione intelligente con gli utenti umani, imparando costantemente dal contesto. Negli anni li abbiamo già visti sotto forma di software (SmarterChild) e assistenti integrati (Cortana, Siri). Come detto, però, sono destinati a diventare qualcosa di più complesso.

Non vi è dubbio che l’artificial intelligence contribuirà a ridefinire i confini del business negli anni a venire. Per citare il discorso di Pedro Domingos, l’autore di The Master Algorithm, al SXSW 2016: “La artificial intelligence non è poi così spaventosa come sembra quando si traduce in artificial smartness.” Un gioco di parole che nasconde una evoluzione decisiva.

È la natura delle cose: Proprio come gli esseri umani evolvono, a seguito delle variazioni nell’ambiente sociale e tecnologico, lo stesso fanno i bot. Diventano più raffinati e proattivi davanti ai nostri occhi, tanto che alcuni futuristi hanno già annunciato che stiamo muovendo verso un incubo distopico in cui non si potrà più distinguere ciò che è umano da ciò che non lo è.

Certo, il fallimento dell’esperimento Tay, condotto da Microsoft, dimostra che il percorso verso una macchina davvero ‘smart’ è ancora lungo, ma questo non autorizza a paventare scenari alla Philip K. Dick. Piuttosto, evidenzia come anche la più intelligente delle tecnologie debba imparare a fare i conti con i comportamenti imprevedibili degli esseri umani.

“In sé la tecnologia non è né buona né cattiva, ma gli ingegneri hanno la responsabilità di assicurarsi che non sia progettata in modo da riflettere gli aspetti peggiori dell’umanità.” (TechCrunch)

Arrivati a questo punto, è necessario chiarire un punto importante: non tutti i chatbot sono uguali, così come non sono una invenzione degli ultimi anni. Esistono da decenni, fin da quando Alan Turing definì i confini del celeberrimo Test per riconoscere un uomo da una macchina.

Ancora oggi alcuni bot sono intelligenti, altri non tanto. Alcuni sono utili, altri sono solo ludici. Alcuni lavorano in completa autonomia, altri necessitano di intervento umano. La strada, però, è segnata: l’evoluzione dei bot li porterà a essere indipendenti, intuitivi e capaci di adattarsi al cambiamento.

Ed eccoci alla domanda centrale di questo articolo: I bot rappresentano davvero il futuro della digital customer experience? Oppure si tratta di un trend ancora non ben definito e destinato a svanire? L’idea è quella di creare un bot in grado di fornire assistenza, trovare sempre la risposta giusta e aiutare i clienti senza alcun intervento esterno. Come? Utilizzando le app per andare oltre le app come le conosciamo.

L’obiettivo finale è quello di realizzare qualcosa che – finalmente – renda la vita dei clienti più facile. Invece di perdere tempo a passare manualmente da un servizio all’altro, l’utente dovrà solo esporre vocalmente la sua domanda, e il suo assistente personale full-time farà tutto il lavoro.

Vuoi sapere quale sarà la temperatura nel prossimo fine settimana? Chiedi a un bot. Vuoi prenotare un pacchetto completo per la prossima vacanza? Lasciati guidare da un bot. Hai bisogno di restituire un paio di scarpe che non sono della misura giusta? Fatti aiutare da un bot.    

In questi termini, i chatbots sono l’ultimo, il più grande tentativo di migliorare la user experience, senza dover assumere legioni di operatori di customer service che prendano per mano i clienti.

La lista di modalità con cui le aziende tentano di connettersi con i clienti è già molto lunga. La differenza essenziale è che i chatbots “danno agli esseri umani l’illusione che stanno comunicando con un’entità che capisce e può rispondere con frasi che abbiano un senso.” (Marketplace)

Visti da questa prospettiva, i chatbot sembrano impostare una situazione win-win per gli sviluppatori e clienti:

Da un lato ci sono gli sviluppatori, che hanno scommesso sul successo dei mercati conversazionali e che creano nuovi bot intelligenti e piattaforme per venderli (come fanno già Telegram e Kik).

Dall’altro lato abbiamo le organizzazioni, ormai consapevoli che le persone vivono al tempo stesso online e offline. Le aziende hanno nuovi strumenti ma lo stesso problema di sempre: imparare a coinvolgere e monetizzare i propri clienti, offrendo esperienze significative in tutti i canali e touch point.

Ecco perché pensiamo che i bot potrebbero rappresentare un’opportunità preziosa per i brand (soprattutto i brand retail) per allineare l’esperienza offline del negozio con la costante presenza online dei loro clienti.

La vera sfida sarà nella capacità di realizzare strumenti in grado di uscire dalla dimensione ludica, per apportare un effettivo miglioramento della customer experience. La differenza si vedrà quando i bot riusciranno ad apparire e agire in modo del tutto naturale.

METAL 4.0 – Soluzioni ERP per il settore Metal – SAP S/4 HANA & SAP Business One

in Acciaio/Economia/Partner by

Le aziende del settore Metal hanno la necessità di monitorare costantemente i processi attraverso l’utilizzo di strumenti di controllo adatti sia alla gestione di una produzione su ordine cliente, sia alla pianificazione e produzione su previsione. Le aziende del settore pongono rilevante attenzione alla necessità di gestire le specifiche di prodotto associandogli un numero elevato di attributi che ne descrivano puntualmente dimensioni, profili, caratteristiche chimico-fisiche, garantendo allo stesso tempo una rintracciabilità totale dei manufatti all’interno del flusso logistico e produttivo. 

Il processo di conto trasformazione attiva e passiva, spesso presente nella produzione e lavorazione dei metalli non ferrosi, deve essere integralmente inserito nelle procedure aziendali sia in ambito logistico che di controllo di gestione. Le aziende del settore metal hanno la necessità di integrare i processi logistici primari con le funzioni di supporto quali il controllo qualità del prodotto, la manutenzione e gestione delle attrezzature e degli impianti.

Queste soluzioni sono state sviluppate per soddisfare le necessità operative e organizzative peculiari per il settore della siderurgia e metallurgia.  Possono rappresentare la linea guida per favorire uno sviluppo organizzativo consapevole, essendo già oggi aperte a contesti multi-societari e pronte a espandersi verso scenari di e-business. Le soluzioni SAP coniugano l’esigenza di poter descrivere compiutamente, utilizzando un numero di attributi esteso a piacere, anche interconnessi tra loro, un nastro d’acciaio, un tubo o un profilato speciale. Sfruttano la configurazione di prodotto nel flusso dall’ordine all’identificazione dei semilavorati e delle materie prime da utilizzare in produzione. Memorizzano le specifiche rilevate al termine di una lavorazione utilizzando la gestione delle partite a livello di fascio, lotto, o singolo articolo.

Già dalla fase di inserimento ordine, la definizione delle specifiche di prodotto attiva strutture di pricing e di determinazione dei costi che permettono un immediato riscontro della marginalità. Le stesse specifiche di prodotto, trasferite in tutte le fasi produttive, rendono agevole massimizzare l’efficienza di materiali e manodopera grazie a funzioni di accorpamento, ad esempio per attività di taglio o di trattamento termico.

Le soluzioni SAP non si limitano a gestire i processi fondamentali ma ne stimolano l’evoluzione verso modelli organizzativi più snelli e razionali. In un contesto sempre più internazionale e competitivo, la necessità di contare su strumenti informativi precisi e tempestivi è diventato un “must” irrinunciabile per supportare le scelte aziendali più convenienti. 

Forniscono istantaneamente al management le informazioni necessarie al processo decisionale attraverso il controllo completo degli scenari logistici, valutando preventivamente le conseguenze di ogni decisione attraverso una precisa analisi della profittabilità. Lo sviluppo del business in questo modo si appoggia alla forza dei dati che costituiscono la base per garantire un governo efficace dell’azienda.

Le soluzioni includono la gestione dei processi caratteristici delle aziende che operano ai diversi livelli della filiera:

> Trafilatura ;

> Laminatoi ;

> Estrusioni ;

> Centri Servizi Acciai ;

> Fonderie ;

> Pressofusioni ;

> Lavorazioni meccaniche e di precisione.

Le soluzioni SAP sono basate sulla tecnologia HANA, il motore per l’impresa in tempo reale. Fornisce una base su cui costruire una nuova generazione di applicazioni, consentendo ai clienti di analizzare in tempo reale grandi quantità di dati virtualmente provenienti da qualsiasi fonte.
Neosperience è un partner capace di intervenire realizzando progetti completi di cambiamento anche di tipo organizzativo capitalizzando una grande e lunga esperienza nella gestione dei sistemi d’impresa e contestualizzando questa esperienza in un’efficace modalità di utilizzo delle piattaforme SAP.
Per maggiori informazioni: www.neosgroup.it
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