Magazine di informazione economica di Brescia e Provincia

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Economia - page 107

Notizie economico-finanziarie di Brescia e Provincia

Maltempo di agosto, da Roma arrivano gli indennizzi per gli agricoltori

in Agricoltura e allevamento/Economia by

Il ministero delle Politiche agricole, grazie alla ripetuta richiesta della Regione Lombardia, ha emanato il decreto che riconosce il carattere di “eccezionalità” alle avversità atmosferiche che hanno colpito il territorio bresciano all’inizio dello scorso agosto, in particolar modo con venti forti ed allagamenti.

Saranno così messe a disposizione delle aziende che hanno subito danni le risorse del Fondo di solidarietà nazionale.

“Confagricoltura Brescia – afferma il presidente Giovanni Garbelli – esprime grande soddisfazione per l’emanazione del decreto e desidera per questo ringraziare il ministro delle Politiche agricole, Teresa Bellanova. La nostra organizzazione – prosegue Garbelli – si è spesa fin dall’inizio per aiutare le imprese agricole nella fase di superamento dell’emergenza e di stima dei danni subiti. Un particolare plauso – dice ancora il presidente di Confagricoltura Brescia – deve essere rivolto alla Regione Lombardia e all’assessore all’Agricoltura Fabio Rolfi, sia per la tenacia con cui è stata portata avanti la richiesta di riconoscimento dell’eccezionale ondata di maltempo, sia per aver messo a disposizione delle imprese che hanno subito danni anche il bando per il credito agevolato, con il relativo abbattimento degli interessi”.

Gli uffici di Confagricoltura Brescia sono a disposizione delle aziende per istituire la pratica relativa alla domanda di indennizzo dei danni subiti, che sarà possibile presentare una volta che il decreto ministeriale sarà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale.

Brescia, le Acli verso il congresso: appuntamento il 14-15 marzo

in Economia/Sindacati by

Le Acli si apprestano a vivere un’intensa stagione congressuale, che vede tutti i livelli associativi, dai circoli al nazionale, rinnovare le rispettive rappresentanze. Il Consiglio provinciale del 9 dicembre ha dato avvio al percorso congressuale che in questi primi mesi del 2020 sta vedendo il rinnovo di numerosi Consigli di presidenza e tutti i 73 circoli della nostra Provincia eleggere i delegati che parteciperanno al Congresso provinciale del prossimo 14-15 marzo, per il rinnovo del Consiglio e la conseguente elezione del nostro Presidente provinciale. È questo un tempo importante di democrazia associativa che ogni quattro anni ci invita ad un “nuovo inizio”, attraverso la capacità di rinnovarsi continuamente, individuando anche nuovi strumenti per continuare a essere quel movimento educativo e sociale che le Acli sono sempre state.

“Il Congresso – si legge in una nota – è un tempo prezioso perché ci impegna a ritornare alle origini della nostra identità. Lavoro. Democrazia. Chiesa. La sfida è ancora rideclinare i nostri valori originari nella realtà del tempo presente, per decifrarne la complessità e tentare di immaginare alcune proposte politico-sociali di cambiamento. Per continuare a stare dentro la realtà. Per riaffermare concretamente la nostra vocazione e volontà di stare vicino alle persone bisognose. Per essere generatori di prossimità e di legami buoni. Per essere fedeli ai poveri, come ci ha detto Papa Francesco. Per questo, dentro la linea politica associativa espressa negli Orientamenti delle Acli nazionali, che individuano nel tema dell’eguaglianza il focus della nostra attenzione, il Consiglio provinciale delle Acli bresciane ha predisposto un documento aperto alla discussione e al confronto, che verte su quattro fratture (lavoro e sapere, periferie e comunità, politica e democrazia, economia e ambiente), oggetto anche del percorso formativo proposto per pensare il futuro delle Acli e delle nostre comunità. Senza la pretesa di essere esaustivo di tutti i temi che certamente esigerebbero di essere affrontati, il documento ha lo scopo concreto di stimolare il confronto e le proposte durante il percorso democratico in vista del congresso provinciale”.

La stagione congressuale proseguirà nel mese di aprile con l’appuntamento regionale, per il rinnovo degli Organi regionali, per concludersi nel mese di maggio con il Congresso nazionale e l’elezione del suo Consiglio, oltre che del Presidente nazionale.

Brevetti, a Milano una domanda su quattro di quelle italiane

in Economia/Tendenze by

Le imprese che richiedono brevetti, marchi o disegni hanno il 21% di possibilità in più, rispetto alle altre, di aumentare il proprio fatturato. A dimostrarlo è un recente studio dell’Ufficio europeo dei brevetti (EPO) e dell’Ufficio Europeo per la Proprietà Intellettuale (EUIPO). L’Italia fa molto bene nella tutela dei marchi e dei disegni europei, aggiudicandosi la medaglia d’argento tra i Paesi Ue alle spalle della Germania e la quarta posizione tra i 25 big mondiali. Sul fronte dei brevetti, il nostro Paese si posiziona al decimo posto della classifica internazionale delle invenzioni depositate all’Epo.

L’Italia è decima per numero di brevetti depositati nel 2018 all’Epo (Ufficio europeo brevetti). Malgrado un buon recupero rispetto al 2016 (+5,4%), i 4.400 brevetti depositati da imprese, fondazioni, enti pubblici e inventori italiani rappresentano il 2,5% delle 174mila domande pervenute. A trainare saldamente la classifica sono gli Stati Uniti che, nel 2018, hanno depositato oltre 43mila domande (un quarto di tutte quelle pervenute). Alle spalle degli Usa, la Germania, con quasi 27mila domande (il 15,3% del totale), quindi il Giappone (oltre 22mila domande, pari al 13% del totale).

A livello nazionale Milano si afferma come prima provincia per il deposito di brevetti (seguita da Torino e Roma), marchi (seguita da Roma e Torino) e disegni (seguita da Roma e Firenze). Milano rappresenta da sola il 25% dei depositi nazionali e l’81% dei depositi regionali di brevetto.

Coronavirus, sei aziende su dieci preoccupate per le conseguenze

in Economia/Export/Salute/Tendenze by
Brescia - Cina

Scambi con la Cina: Lombardia maggiore partner italiano con il 38,7% del totale, 13 miliardi su 34. Milano la più attiva (+3,6%) seguita da Torino, Lodi, Bologna, Bergamo, Napoli e Treviso. Si esportano macchinari e si importano elettronica e tessili. In crescita l’export di prodotti farmaceutici.

Sei su dieci si aspettano  conseguenze, resta un terzo di ottimisti sul timore che l’emergenza Coronavirus possa incidere sul business dell’impresa in Cina.  Fino ad ora non ci sono avvisaglie o contraccolpi negli affari per quasi la metà, ma circa la metà ha già avuto alcune conseguenze limitate.

Le informazioni sul virus sono chiare e spesso dirette per uno su tre ma per sei su dieci è ancora presto e bisogna aspettare per capire meglio le conseguenze.  Uno su sei ha fonti dirette dalla Cina con cui segue questi aggiornamenti.

Circa la metà, se la situazione fosse prolungata, potrebbe avere una riduzione del suo business estero. Lo rileva un’indagine di Promos Italia, l’agenzia nazionale delle Camere di commercio per l’internazionalizzazione, insieme ai numeri della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi su oltre 200  imprese già attive sui mercati esteri sentite a gennaio 2020.

“Dalla nostra indagine emerge che alcune conseguenze per il business delle nostre imprese in Cina sono già tangibili – spiega Alessandro Gelli, direttore di Promos Italia, l’agenzia nazionale delle Camere di commercio per l’internazionalizzazione – e che la preoccupazione per l’evoluzione degli affari nei prossimi mesi è alta. La maggioranza delle imprese intervistate, infatti, ritiene che, se la situazione non migliorerà, i rapporti economici con la Cina potranno ridursi. Detto ciò – prosegue Gelli – la maggior parte delle imprese ritiene che le informazioni ad oggi disponibili siano ancora troppo frammentarie e confuse per poter calcolare con chiarezza le ricadute che questa emergenza avrà sui loro affari nel breve-medio periodo, ma al contempo questa incertezza genera inevitabile preoccupazione”.

È di oltre 13 miliardi in nove mesi l’interscambio lombardo con la Cina sui 34 miliardi italiani. La Lombardia rappresenta infatti più di un terzo del totale nazionale (38,7%). L’import da solo vale circa 10 miliardi sui 24 nazionali (41%) e l’export 3 miliardi su 9 (33%). Le importazioni sono in crescita sia in Lombardia (+2,2%) che in Italia (+5,4%). In flessione l’export che consiste soprattutto in macchinari ma aumenta a livello regionale quello di prodotti alimentari (+8,6%), articoli farmaceutici (+5,5%) e abbigliamento (+4,2%) mentre a livello nazionale bene i prodotti farmaceutici (+11,8%) e i tessili (+5,2%). L’import lombardo privilegia l’elettronica (27,3% del totale), l’abbigliamento (12,6%) e gli apparecchi elettrici (11,2%), quello italiano il tessile (20%). Dopo la Lombardia le regioni più attive nell’interscambio sono Veneto ed Emilia Romagna (13% circa del totale) mentre Milano spicca tra le province con 6,4 miliardi di scambi (+3,6%, 4,7 di import e 1,7 di export). È seguita da Torino con 1,6 miliardi e da Lodi con 1,4 miliardi. Superano il miliardo anche Bologna, Bergamo, Napoli e Treviso. Tra le prime 20 anche le lombarde Monza Brianza, Brescia, Varese, Como e Mantova. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi e di Promos Italia, la struttura del sistema camerale a supporto dell’internazionalizzazione su dati Istat a settembre 2019 e 2018.

 

Brescia, nel 2019 ben 118.469 imprese: 322 in più dell’anno precedente

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Tendenze by

Le imprese nate in provincia di Brescia nel 2019 sono 6.980, ovvero 443 in più rispetto allo scorso anno. Le cessazioni nello stesso periodo sono 6.658, in aumento sullo scorso anno di 189 unità. Il risultato di queste dinamiche ha portato a un saldo demografico positivo di 322 unità, un bilancio migliore rispetto al 2018. Alla fine del 2019, quindi, lo stock delle imprese esistenti ammonta a 118.469 unità.

E’ questa la dinamica che emerge dall’analisi sulla natalità e mortalità delle imprese bresciane realizzata dal Servizio Studi della Camera di Commercio di Brescia e dell’Ufficio Studi e ricerche di AIB su dati Movimprese.

Segnali di miglioramento si intravedono nel comparto artigiano che chiude con un bilancio negativo di appena 45 unità, il più contenuto degli ultimi dieci anni. Determinato da una ripresa delle nuove iscrizioni (2.226 unità, valore più alto degli ultimi sette anni) e dal contestuale calo delle cessazioni (2.271 imprese contro 2.368 di fine 2018).

Dal confronto territoriale è evidente che il risultato bresciano (-0,8%) è in linea con quello regionale (-0,7%). Il comparto artigiano è in calo su tutti i livelli territoriali, quello bresciano, tuttavia, segna cali meno consistenti (-0,9% rispetto al 2018)

Tab. 1 – Serie storica delle iscrizioni, delle cessazioni e dei relativi tassi nel IV trimestre di ogni anno

Totale imprese e imprese artigiane – Valori assoluti e percentuali

ANNO REGISTRATE ISCRIZIONI CESSAZIONI SALDO TASSO ISCRIZIONE TASSO CESSAZIONE TASSO DI SVILUPPO TASSO DI CRESCITA ANNUO
2009 120.458 8.104 7.239 865 6,7% 6,0% 0,7% 0,3%
2010 121.465 8.394 7.120 1.274 7,0% 5,9% 1,1% 0,8%
2011 122.191 7.765 6.874 891 6,4% 5,7% 0,7% 0,6%
2012 122.095 7.598 7.497 101 6,2% 6,1% 0,1% -0,1%
2013 121.364 7.374 7.299 75 6,0% 6,0% 0,1% -0,6%
2014 120.735 7.122 6.791 331 5,9% 5,6% 0,3% -0,5%
2015 119.972 7.049 6.675 374 5,8% 5,5% 0,3% -0,6%
2016 119.242 6.664 6.653 11 5,6% 5,5% 0,0% -0,6%
2017 119.143 6.757 6.331 426 5,7% 5,3% 0,4% -0,1%
2018 118.469 6.537 6.469 68 5,5% 5,4% 0,1% -0,6%
2019 117.576 6.980 6.658 322 5,9% 5,6% 0,3% -0,8%
di cui imprese artigiane

 

ANNO REGISTRATE ISCRIZIONI CESSAZIONI SALDO TASSO ISCRIZIONE TASSO CESSAZIONE TASSO DI SVILUPPO TASSO DI CRESCITA ANNUO
2009 38.557 2.861 3.049 -188 7,4% 7,9% -0,5% -0,6%
2010 38.465 2.797 2.867 -70 7,3% 7,4% -0,2% -0,2%
2011 38.260 2.653 2.820 -167 6,9% 7,3% -0,4% -0,5%
2012 37.598 2.415 3.067 -652 6,3% 8,0% -1,7% -1,7%
2013 36.602 2.066 2.948 -882 5,5% 7,8% -2,3% -2,6%
2014 36.048 2.177 2.668 -491 5,9% 7,3% -1,3% -1,5%
2015 35.435 2.173 2.657 -484 6,0% 7,4% -1,3% -1,7%
2016 34.862 1.941 2.380 -439 5,5% 6,7% -1,2% -1,6%
2017 34.541 2.027 2.257 -230 5,8% 6,5% -0,7% -0,9%
2018 33.912 1.977 2.368 -391 5,7% 6,9% -1,1% -1,8%
2019 33.617 2.226 2.271 -45 6,6% 6,7% -0,1% -0,9%

 

 

 

IL BILANCIO DEI SETTORI

La consueta analisi di dettaglio mette in evidenza le dinamiche dei settori negli ultimi anni.

Per l’agricoltura il nuovo calo conferma il trend di costante decrescita che ha caratterizzato il settore negli ultimi dieci anni.

L’industria manifattura chiude il 2019 con un nuovo calo che consolida il trend decrescente in atto dal 2012, su cui ha pesato il costante calo delle imprese della manifattura artigiana che hanno perso rispetto dal 2012 ben 1.621 unità portando lo stock di fine anno a 8.939 imprese.

Il settore delle costruzioni segna un risultato che rallenta il ritmo di decrescita che ha contrassegnato il settore dal 2012. Lo stock a fine anno ammonta a 17.919, in calo sul 2018 dello 0,5%, riduzione quest’ultima inferiore rispetto alla media dell’intero sistema imprenditoriale (-0,8%).

Il commercio chiude l’anno con una nuova flessione che non arresta il processo di decrescita iniziato nel 2014. All’interno i comparti che hanno segnato i cali maggiori sono stati: il commercio al dettaglio che ha perso rispetto al 2014 circa 1.250 esercizi e il commercio all’ingrosso con una riduzione di 760 imprese. All’opposto il commercio al dettaglio e all’ingrosso e riparazione di autoveicoli si conferma in crescita con un  aumento, in cinque anni, di 265 unità.

Il comparto dell’alloggio e della ristorazione chiude il 2019 con un bilancio in leggero calo (-29), risultato questo che conferma il processo di stabilità che ha iniziato a rallentare la crescita costante che ha interessato il settore dal 2009.

A guadagnare terreno sono nuovamente i servizi in particolare le attività professionali (+4,0% sul 2018), di informazione e comunicazione (+3,1%) e gli altri servizi (+1,8%).

Le dinamiche settoriali del 2019 confermano il processo di terziarizzazione in atto da alcuni anni che vede aumentare il peso dei servizi e diminuire l’incidenza dei settori tradizionali.

Agroalimentare: Confapi e Ice accolgono i compratori stranieri

in Alimentare/Api/Associazioni di categoria/Economia/Export by

La tradizione alimentare italiana al centro dell’evento organizzato da Confapi e Ice nella sede di Apindustria Brescia. Dai campioni della nostra tavola, come olio, vino, formaggi, ai prodotti di nicchia, passando per l’agricoltura biologica. La giornata di Brescia è la prima di un programma di tre incontri B2B settoriali, che Confapi sta organizzando con Ice per promuovere gli scambi di affari delle imprese associate.

Soddisfatti i rappresentanti delle 35 aziende che hanno partecipato al focus agroalimentare nella città lombarda. Nel corso dei lavori si sono confrontati con 22 buyers stranieri provenienti da Regno Unito, Austria, Svezia, Polonia, Germania, Francia, Svizzera, Bosnia Erzegovina, Croazia e Federazione Russa. Grazie a oltre 260 meeting commerciali i compratori hanno potuto conoscere le caratteristiche dei prodotti proposti dalle imprese supportate da Confapi.

“Il settore agroalimentare riveste un ruolo sempre più strategico. Iniziative come quella di oggi forniscono un importante sostegno a chi vuole affacciarsi sul mercato internazionale, con percorsi di Incoming mirati. È fondamentale confrontarsi con gli operatori commerciali stranieri per tenere alto il Made in Italy nel mondo e competere all’estero. E oggi Apindustria Brescia ha dato agli imprenditori una preziosa occasione”, ha detto Paolo Uberti, Presidente di UnionAlimentari Brescia, nel suo intervento.

Nell’evento particolare rilievo ha avuto la presentazione del mercato polacco – oggi in forte espansione – con l’intervento di Antonino Maffoda, responsabile della sede Ice di Varsavia. Secondo i dati forniti dall’Ufficio centrale di statistica polacco, elaborati da Ice Varsavia, nel 2019 in Polonia i consumi individuali sono cresciuti del 4% e il Pil ha registrato un incremento del 4,1%. Il mercato agroalimentare è dominato dalla grande distribuzione, che costituisce oltre il 70% delle vendite. I prodotti italiani sono spesso trattati da soggetti che utilizzano il canale distributivo di Ho.re.ca. Nelle principali città la cucina italiana è sempre più apprezzata, tuttavia c’è ancora molto da lavorare per aumentare la conoscenza dell’enorme qualità che differenzia prodotti italiani e che li rende unici nel mondo.

Autostrada Valtrompia, Borghesi: dissequestro positivo, avanti con cantiere

in Economia/Infrastrutture/Istituzioni/Parlamento e governo/Valtrompia e Lumezzane/Zone by
Il parlamentare leghista Stefano Borghesi

“Il dissequestro del cantiere della bretella autostradale della Valtrompia a Codolazza, tra Concesio e Villa Carcina, è certamente un segnale positivo. L’impresa ora è libera di predisporre il cantiere e la ripresa dei lavori non può che essere un bene, il nostro territorio aspetta quest’opera da troppo tempo ed è auspicabile in ottica futura che tutto possa procedere senza ulteriori intoppi.”

Lo dichiara in una nota Stefano Borghesi, senatore della Lega e cittadino di Sarezzo.

Cinesi, 10 mila ditte in Lombardia su 51 mila in Italia

in Alimentare/Economia/Tendenze by

Cinesi, sono 10 mila le ditte con titolare dalla Cina in Lombardia, + 18% in cinque anni su 51 mila ditte in Italia, + 13%, secondo i dati della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi al terzo trimestre 2019. Prime per peso dei cinesi sul totale delle ditte individuali del territorio Prato (5mila su 16mila, 33%, +11% in cinque anni), Firenze (quasi 4mila su 51mila, 7,6%, +7% in cinque anni), Fermo (521 su 11 mila, 5%, +4% in cinque anni), Milano (5.662 su 124.142, 4,6%, stabili in un anno e + 21% in cinque anni), Rovigo (599 su 15.787, 3,8%, – 8,7% in cinque anni), Reggio Emilia (1013 su 27.629, 3,7%, +3,2% in cinque anni).

Per Marco Accornero, membro di giunta della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi: “Le attività di imprenditori cinesi, per la maggior parte sono ditte individuali, sono in crescita in cinque anni, in molti casi si tratta di imprese specializzate in alcuni settori, tra cui i servizi alla persona. I prodotti e servizi spesso sono dedicati alla comunità di appartenenza e contribuiscono a creare proposte nuove di mercato per gli stessi italiani. Anche attraverso queste imprese, a Milano si creano rapporti con i paesi d’origine e nuove occasioni di business e culturali, in un trend europeo e internazionale. Purtroppo in questi giorni cresce l’allarme per l’emergenza del virus che si sta propagando dalla Cina. C’è un’elevata allerta, che però sta avendo un effetto non sempre giustificato sui comportamenti quotidiani. Si rischia infatti di vedere un impatto negativo sul business della componente cinese della nostra economia”.

Principali settori di specializzazione sono il manifatturiero con l’8% delle ditte individuali italiane gestite da cinesi, con un picco per Prato (78%) e a Milano un dato del 12%. Al secondo posto alloggio e ristorazione col 3,8% seguito dai cinesi e il picco di Prato col 35% e di Milano col 17%. Poi ci sono i servizi alla persona, come il parrucchiere col 3% sul totale italiano, col picco di Prato e di Milano col 12%. Nel commercio all’ingrosso pesano il 2% in Italia, il 17% a Prato, il 4% a Milano e Firenze.

In Lombardia le imprese cinesi sono 10.316, + 18% in cinque anni e pesano il 2,6% sulle ditte individuali in regione, col dato di Milano a 4,6% (5.662 su 124.142, +21% in cinque anni). Per numero di impresa segue Brescia con 970, 1,7%, -3,5% in cinque anni, Mantova con 717, 3,3%, -5,9% in cinque anni, Bergamo con 714, 1,6%, +21,8%, Varese con 574, 1,9%, +22%, Monza con 557, 1,7%, +51%. Stabili in regione in un anno, crescono del 17,8% in cinque anni.

Confartigianato, rinnovo della Consulta di Chiari: Ermanno Pederzoli presidente

in Associazioni di categoria/Confartigianato/Economia/Nomine by

A seguito della riunione degli artigiani associati di Chiari è stata rinnovata nei giorni scorsi la locale Consulta di Confartigianato. Con voto unanime e per acclamazione la nuova consulta è formata dai componenti effettivi: Ermanno Pederzoli, Felice Manzoni, Cristiano Ramera, Ettore Lorini e Claudio Festa. Sempre all’unanimità i presenti hanno accolto la proposta di nominare Ermanno Pederzoli presidente. Pederzoli, già imprenditore nel campo della lavorazione del ferro è anche docente del Cfp Zanardelli di Chiari e ha ringraziato per la fiducia e spronato l’organo a rinnovato impegno. In particolare, il locale mandamento di Confartigianato sarà proprio impegnato nella realizzazione dell’evento ufficiale per i 70 dell’organizzazione il prossimo 22 febbraio a Chiari durante il quale verranno presentati i dati relativi allo stato dell’economia locale e premiati artigiani e imprese.

Bollo auto, si paga anche negli uffici postali bresciani

in Automotive/Banche/Economia/Servizi by

I cittadini della provincia di Brescia possono pagare il bollo auto in qualsiasi Ufficio Postale del territorio. Tutti gli sportelli sono collegati con l’archivio delle tasse automobilistiche ed è possibile conoscere in tempo reale l’importo del bollo auto comprensivo di eventuali more ed interessi.

E’ sufficiente comunicare all’operatore di sportello i dati relativi al pagamento (Regione/Provincia di residenza, Targa/Telaio, Tipo di veicolo ed eventuale riduzione) senza preoccuparsi di calcolare l’importo dovuto e senza compilare alcun modulo.

Sarà inoltre possibile regolarizzare le posizioni riferite alle annualità precedenti che non risultano saldate specificando la data di scadenza e i mesi di validità del pagamento.

Il versamento della tassa automobilistica in scadenza il prossimo 31 gennaio può essere effettuato in contanti, con la carta Postamat o Postepay, con Carte di Credito del circuito Vpay e Maestro e con Carte di Credito Visa, Mastercard e American Express.

Il servizio è disponibile anche online sul sito www.poste.it per gli utenti registrati al sito e per i correntisti BancoPosta e i titolari di carte PostePay.

 

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