Magazine di informazione economica di Brescia e Provincia

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Economia - page 104

Notizie economico-finanziarie di Brescia e Provincia

Francesco Bertoli eletto nuovo segretario generale della Camera del Lavoro di Brescia

in Cgil/Economia/Evidenza/Sindacati by

Al termine della fase di consultazione avviata nelle scorse settimane, oggi Francesco Bertoli è stato eletto nuovo segretario generale della Camera del Lavoro di Brescia (78 voti favorevoli, 20 contrari, 1 astenuto, 1 scheda bianca e 1 nulla). Bertoli succede a Silvia Spera, chiamata recentemente a ricoprire un nuovo incarico alla Cgil nazionale nel settore della contrattazione.

Francesco Bertoli, 56 anni, è stato delegato sindacale alla Iveco di Brescia, in rappresentanza della Fiom, dal 1995. Funzionario sindacale dall’agosto 1996 al dicembre 1999. Nel gennaio 2000 è rientrato alla Iveco. Nel 2006 è stato chiamato a ricoprire un incarico nella segreteria della Fiom – pur continuando a lavorare in fabbrica – fino al 2007, da quando è in aspettativa sindacale per seguire a tempo pieno la categoria dei metalmeccanici. Dal marzo 2012 è segretario generale della Fiom Cgil di Brescia, categoria che ha diretto per due mandati.

Public utility, nel Bresciano 600 imprese e 11mila addetti

in Economia/Tendenze by

Produzione e fornitura di energia elettrica, gas, acqua, costruzioni di strade e autostrade, telecomunicazioni, smaltimento rifiuti: sono quasi 5 mila le imprese lombarde attive nei settori della filiera delle public utilities, su 33 mila italiane, una su sette, con 70 mila addetti circa su 363 mila totali. Lombardia prima in Italia seguita da Campania, Lazio e Sicilia con circa 3 mila attività. Il settore cresce in Italia, +8% in cinque anni, è stabile in regione. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi su dati registro imprese 2019, 2018 e 2014.

Italia. Prime Roma con 2.239 attività e 59 mila addetti (+1% in un anno e +9% in cinque anni) e Milano con 2.050 imprese che danno lavoro a 37 mila addetti (+2,3% in un anno e +7% in cinque anni). Seguono Bolzano con 1.551 imprese 4.984 addetti (+5%; +45%), Napoli con 1.306 e 8.799 addetti (+2%; +14%), Torino con 1.052 e 15 mila addetti (+0,6%; +1,3%) e Bari con 797. Superano le 600 imprese anche Trento, Salerno, Caserta. Tra le prime dieci provincie italiane crescono di più in cinque anni: Bolzano (+45%), Trento (+23%), Salerno (+21%) e Caserta (+19%), Napoli (+14%). Sulle circa 33 mila imprese attive in Italia, 12 mila si occupano di produzione e fornitura di energia e gas, 11 mila di ingegneria civile, 7 mila di rifiuti.

Lombardia. In regione su 4.664 imprese, sono 2 mila le attive nella fornitura di energia elettrica, gas e 1.109 quelle legate ai lavori di ingegneria civile, 1.051 le attività di raccolta dei rifiuti. Oltre a Milano, con 2.050 imprese, tra le lombarde spiccano Brescia e Bergamo ai primi posti in Italia con quasi 600 imprese e rispettivamente 11 mila e 5 mila addetti. Superano le 200 imprese anche Varese, Monza (con 4 mila addetti ciascuna) e sono 194 a Como con oltre mille addetti. Crescono di più in cinque anni Milano (+7%), Mantova (+6%) e Lodi (+4% con 99 imprese e 841 addetti),

Produzione e fornitura di energia elettrica, gas, acqua, costruzioni di strade e autostrade, telecomunicazioni, smaltimento rifiuti: sono quasi 5 mila le imprese lombarde attive nei settori della filiera delle public utilities, su 33 mila italiane, una su sette, con 70 mila addetti circa su 363 mila totali. Lombardia prima in Italia seguita da Campania, Lazio e Sicilia con circa 3 mila attività. Il settore cresce in Italia, +8% in cinque anni, è stabile in regione. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi su dati registro imprese 2019, 2018 e 2014. 

Italia. Prime Roma con 2.239 attività e 59 mila addetti (+1% in un anno e +9% in cinque anni) e Milano con 2.050 imprese che danno lavoro a 37 mila addetti (+2,3% in un anno e +7% in cinque anni). Seguono Bolzano con 1.551 imprese 4.984 addetti (+5%; +45%), Napoli con 1.306 e 8.799 addetti (+2%; +14%), Torino con 1.052 e 15 mila addetti (+0,6%; +1,3%) e Bari con 797. Superano le 600 imprese anche Trento, Salerno, Caserta. Tra le prime dieci provincie italiane crescono di più in cinque anni: Bolzano (+45%), Trento (+23%), Salerno (+21%) e Caserta (+19%), Napoli (+14%). Sulle circa 33 mila imprese attive in Italia, 12 mila si occupano di produzione e fornitura di energia e gas, 11 mila di ingegneria civile, 7 mila di rifiuti.

Lombardia. In regione su 4.664 imprese, sono 2 mila le attive nella fornitura di energia elettrica, gas e 1.109 quelle legate ai lavori di ingegneria civile, 1.051 le attività di raccolta dei rifiuti. Oltre a Milano, con 2.050 imprese, tra le lombarde spiccano Brescia e Bergamo ai primi posti in Italia con quasi 600 imprese e rispettivamente 11 mila e 5 mila addetti. Superano le 200 imprese anche Varese, Monza (con 4 mila addetti ciascuna) e sono 194 a Como con oltre mille addetti. Crescono di più in cinque anni Milano (+7%), Mantova (+6%) e Lodi (+4% con 99 imprese e 841 addetti),

Conad-Auchan, Alberti (M5S): ancora incertezza sul futuro dei lavoratori

in Alimentare/Commercio/Economia/Istituzioni/Regione by

“Se è pur vero che qualche nota positiva è emersa dall’audizione di ieri in Regione Lombardia, è anche vero che per molti dei lavoratori che passeranno dal gruppo Auchan a quello Conad, non c’è ancora nulla di definito”. A dirlo è il consigliere regionale Dino Alberti, presente all’audizione.

“A parlare per conto del gruppo Conad erano presenti i rappresentanti della dirigenza della società Margherita, ramo d’azienda della grande distribuzione della meglio conosciuta Auchan. Ciò che hanno descritto è stato uno scenario fatto di luci e ombre per il futuro occupazionale dei lavoratori. A conferma di ciò, il fatto che molti dei pareri positivi illustrati si siano scontrati con il punto di vista dei sindacati che erano di tutt’altro avviso”.

“La nota sicuramente meno positiva di tutta l’audizione è stato il  dichiarare, da parte dei dirigenti di Margherita, che almeno 3000 lavoratori, ossia metà dei 6000 lavoratori dichiarati in esubero all’inizio del passaggio da una società all’altra, hanno ancora un destino non definito”.

“Ai dirigenti del gruppo Margherita – prosegue il consigliere – ho posto alcuni quesiti, iniziando con il chiedere se l’Antitrust è stata sentita rispetto al piano del passaggio dei punti vendita da Auchan a Conad. Mi è stato risposto che Conad ha avviato le operazioni di acquisizione del 60%  delle attività ex-Auchan mentre il restante 40% verrà ceduto a terzi proprio per soddisfare le eventuali osservazioni dell’autorithy che in ogni caso non sarebbero pronte prima di marzo.

“Ho poi chiesto se Auchan, che ancora è presente nel mercsto italiano sotto altri marchi come Leroy Merlin, è stata coinvolta da Conad e Margherita per proseguire eventuali rapporti di tipo commerciale con il nuovo gruppo subentrante e nel caso di farsi carico di alcuni punti vendita e relativa forza lavoro. La replica è stata che Auchan, da subito, non si è prestata ad alcuna collaborazione di tipo economico ma che nulla è precluso”.

“In ultimo, ho domandato quali saranno le condizioni dei lavoratori che passeranno da Auchan al nuovo gruppo, per capire se queste saranno migliorative o peggiorative. La risposta è stata che Conad ha deciso di applicare ai nuovi arrivati i contratti del loro gruppo, ossia quelli di Confcooperative, che non prevedono la contrattazione integrativa. La considerazione d’obbligo su questa dichiarazione – afferma Alberti – è che, almeno inizialmente, si prospetteranno condizioni peggiorative per i lavoratori che effettueranno il passaggio nella nuova società”.

“Concludendo, le risposte date dal portavoce delle società subentranti, hanno confermato che c’è ancora molto da fare per i livelli occupazionali di molti lavoratori. Il tutto all’interno di un settore, quello della grande distribuzione, in continua crisi per motivi di forte concorrenza. Proprio su questa tematica, ad inizio dicembre dello scorso anno ho depositato una proposta di risoluzione volta a contrastare l’inutile proliferazione delle grandi strutture di vendita e a sostenere il commercio di vicinato. E’ da qui che bisognerebbe ripartire per evitare anche le problematiche occupazionali che si stanno verificando nella vicenda Auchan-Conad. La risoluzione – conclude polemicamente Dino Alberti – è però ancora ferma in Commissione nonostante i miei continui solleciti a discuterla”.

Brescia, inflazione in leggerissimo aumento a gennaio

in Economia/Tendenze by

Per il mese di gennaio, l’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività a Brescia registra una lieve variazione congiunturale positiva (+0,2%) affiancata da un tasso tendenziale positivo (+0,4%).

Analizzando per tipologia di prodotto, si registra una diminuzione dei “Servizi” (-0,2%) dovuto alla flessione dei “Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona” (-0,6%) e dei “Servizi relativi ai trasporti” (-0,3%). I “Beni”, invece, presentano un aumento complessivo pari all’0,5%, causato soprattutto dall’incremento dei “Beni alimentari non lavorati” (+1,4%) e dai beni durevoli (+0,9%).

A livello di divisione, quelle che registrano gli aumenti maggiori in termini congiunturali sono i “Prodotti alimentari e bevande analcoliche” (+0,8%) con aumenti della Frutta, degli Oli e grassi e dei Vegetali, “Bevande alcoliche e tabacchi” (+0,6%), causati dagli aumenti degli alcolici e dei vini, “Altri beni e servizi” (+0,6%) con un aumento dei gioielli e orologi, “Servizi ricettivi e di ristorazione” (+0,5%), con un aumento dei Servizi di alloggio. A seguire, si sono registrati lievi aumenti per “Abitazione, acqua, elettricità e combustibili” (+0,3%), “Comunicazioni” (+0,2%) e dei “Trasporti” (+0,1%).
In forte diminuzione, invece, la divisione “Ricreazione, spettacoli e cultura” (-1,6%), dovuta a fattori puramente stagionali (i pacchetti vacanza diminuiscono del 15,8%), controbilanciati dall’aumento dei supporti di registrazione (+13,7%). Una lieve diminuzione è registrata dall’“Abbigliamento e calzature” (-0,1%). Infine sono presenti variazioni congiunturali nulle per le divisioni “Istruzione”, “Servizi sanitari e spese per la salute” e “Mobili, articoli e servizi per la casa”.

Con riferimento alla frequenza di acquisto dei prodotti, questo mese presentano una flessione solo i prodotti a Media frequenza d’acquisto (-0,3%). Quelli a Bassa e Alta frequenza d’acquisto registrano entrambi un sostenuto aumento (rispettivamente +0,7% e +0,5%).

Infine, la “Core Inflation”, che indica l’andamento della componente di fondo della dinamica dei prezzi, cioè l’inflazione al netto della componente volatile (beni energetici e alimentari non lavorati), registra una variazione congiunturale nulla, a fronte di un tasso tendenziale sostenuto (+0,5%).

Finlombarda: 100 milioni sul piatto per finanziare i grandi investimenti delle imprese

in Economia/Istituzioni/Regione by
Finlombarda Spa, società finanziaria di Regione Lombardia, rende disponibili a partire da oggi i primi 100 milioni di euro per finanziare in ‘pool’ con altri intermediari finanziari i programmi di investimento dall’elevato fabbisogno finanziario delle imprese lombarde. La dotazione iniziale sarà in grado di attivare nuovi investimenti per almeno 500 milioni di euro.
 
Cosa finanzia e a chi si rivolge
L’iniziativa finanzia i costi del piano di investimenti (capex), della gestione operativa (opex) e il rifinanziamento del debito esistente delle imprese lombarde con un organico inferiore ai 3mila dipendenti (Pmi e midcap).
 
La partecipazione di Finlombarda
Finlombarda partecipa con un proprio ‘ticket’ fino a un massimo di 15 milioni di euro per ciascuna operazione con finanziamenti di medio – lungo termine (‘amortizing’, ‘balloon’, ‘bullet’) e ‘revolving’. 
Le imprese interessate potranno richiedere la partecipazione di Finlombarda al pool dei finanziatori tramite l’intermediario finanziario ‘capofila’, che ha ricevuto il mandato di strutturare e organizzare il finanziamento (‘mandated lead arranger’). 
La Regione – ha commentato Attilio Fontana, governatore della Lombardia – è un punto di riferimento fondamentale nel sostegno finanziario alle nostre imprese, soprattutto piccole e medie, nella sfida quotidiana per la competitività. Con questa nuova iniziativa Finlombarda si conferma uno strumento utile nel valorizzare il mix dei fondi regionali, comunitari e propri disponibili e nel favorire l’effetto leva per raggiungere il maggior numero di beneficiari”.
Continuiamo a far meglio per portare la Lombardia ancora più in alto“, ha concluso il presidente. 
Con questo strumento – ha spiegato Michele Vietti, Presidente di Finlombarda Spa – da oggi si amplia l’offerta di Finlombarda per il rilancio degli investimenti delle imprese della Lombardia e si aggiunge un tassello importante alla strategia di consolidamento del nostro ruolo di partner finanziario a 360 gradi del tessuto produttivo locale attraverso il lancio di nuovi prodotti in sinergia con il sistema bancario’.

 

Operaia con 220mila euro di debiti “graziata” dai giudici: ne pagherà un terzo

in Economia/Evidenza/Processi by

Aveva sulle spalle un debito di oltre 220mila euro. Ma i giudici del Tribunale di Brescia hanno deciso di “graziarla” e, se rispetterà le prescrizioni, tra quattro anni sarà completamente libera da ogni pendenza economica, versando ai creditori 64.200 euro: meno di un terzo della cifra dovuta.

Protagonista della vicenda a lieto fine è un’operaia seguita dagli avvocati Monica Pagano e Matteo Marini dello Studio legale bresciano Pagano & Partners. La 53enne – due figli a carico e un ex compagno in forte difficoltà finanziaria – è residente in un medio Comune della Bassa Bresciana e negli ultimi anni ha visto improvvisamente precipitare la propria situazione economica. Con il rischio reale di non farcela.

Dal 1999 – quando la donna ha acquistato casa con l’ex –  è stato infatti un continuo susseguirsi di problemi. Prima il mutuo, estinto e poi riaperto, quindi l’ipoteca sull’immobile e, nel 2006, la separazione. Infine le difficoltà dell’ex marito, che – con un reddito instabile – non riusciva a versare mille euro al mese per il mantenimento, pagare l’affitto del posto in cui vive e saldare le rate del mutuo della vecchia abitazione.

Il risultato è che la Banca ha attivato la procedura esecutiva sull’immobile e a carico della donna sono rimasti 220mila euro di debiti. Una cifra insostenibile con uno stipendio medio di 1.400 euro al mese. Ma i giudici hanno deciso di applicare per lei la legge 3/2012 (la cosiddetta legge sul Sovraindebitamento o Salvasuicidi), il cui principio di fondo è che nessuno può essere condannato a pagare per tutta la vita debiti a cui non riuscirà mai a far fronte.

Lo scorso ottobre la casa è stata venduta all’asta. La donna metterà a disposizione dei creditori, nell’ambito della procedura liquidatoria, il suo 50 per cento (circa 45milaInoltre pagherà 19.200 euro in quattro anni (350 euro al mese i primi due, 450 i secondi). Per un totale di 64.200 euro. Poi, se rispetterà quanto stabilito dalla procedura, i debiti restanti saranno cancellati.

Costo del Notaio per l’acquisto della prima casa

in Economia/Edilizia by

Quando stiamo per comprare un’abitazione – in particolare se è la prima volta che ci interfacciamo con il mercato immobiliare – è normale che le domande che ci girano per la testa e le informazioni da tenere in considerazione siano molte. Quanto potremo contrattare sul prezzo? Otterrò il mutuo e a quali condizioni? Ci sono da fare ristrutturazioni? E per quanto riguarda il trasloco? E così via, potenzialmente all’infinito. Ecco perché una delle voci di cui dovremmo tenere debito conto potrebbe, come si suol dire, finire in soffitta: parliamo del costo del Notaio per l’acquisto della prima casa (che è diverso rispetto alla seconda casa, in quanto sono previste delle agevolazioni).

Innanzitutto chiariamo, seppur in modo sommario, cosa si intende per prima casa: si potrebbe infatti pensare che si tratti della “prima casa che acquisto” in generale, indipendentemente dall’uso che andrò a farne. In realtà è forse più corretto (e porta a minore confusione) chiamarla “abitazione principale”: si tratta infatti della casa di residenza, quella che andrò ad abitare con la famiglia.

In altre parole: se acquisto una casa al mare per le vacanze non potrò né usufruire delle agevolazioni prima casa per l’acquisto né trattarla come tale nella gestione ordinaria per quanto riguarda le tasse comunali, anche se non ho altri immobili di proprietà.

Vi sono poi altri requisiti di cui tenere conto: il prendere residenza entro 18 mesi dall’acquisto in questa abitazione, ad esempio, ma anche non essere proprietari di immobili o parti di essi nello stesso Comune in cui si trova la casa (anche se ad esempio li ho ricevuti in eredità) e non acquistare abitazioni di lusso. Insomma: le regole sono più complesse di quanto può sembrare a una prima analisi e dunque la consulenza di un Notaio può esserci di grande aiuto.

A proposito di Notaio, vediamo comunque qual è il suo costo in caso di acquisto della prima casa.

Costo del Notaio per acquisto prima casa da privato

Bisogna innanzitutto distinguere chi è il venditore della casa: vediamo dunque prima di tutto il costo del Notaio per l’acquisto della prima casa da privato, che ha un costo diverso rispetto a chi compra da impresa costruttrice. In questo caso dovremo infatti pagare, per quanto riguarda tasse e imposte, un’Imposta di Registro del 2% del valore catastale (si trova sulle schede catastali dell’abitazione, che dovremo dunque procurarci dal venditore) e per un minimo di 1000€, oltre a Imposta Catastale e Imposta Ipotecaria nella misura fissa di 50€.

A queste cifre vanno naturalmente aggiunti l’onorario del Notaio e le altre spese ad esso correlate: se però per quanto riguarda tasse e imposte si può fare un calcolo preciso in quanto stabilite dalla legge, così non è per il compenso del Notaio, in quanto non esistono tariffe prestabilite (esistevano, ma sono state abolite ormai da diversi anni).

Costo del Notaio per acquisto prima casa da impresa costruttrice

Diversa la questione relativa all’acquisto della prima casa da impresa costruttrice entro i cinque anni dai lavori di costruzione o ristrutturazione (se sono passati più di cinque anni vale quanto detto sopra per i privati): in questo caso al Notaio dovremo infatti versare Imposta di Registro, Imposta Catastale e Imposta Ipotecaria nella misura fissa di 50€ ciascuna. Vale quanto detto sopra riguardo l’onorario del Notaio.

Attenzione però: i costi sono solo apparentemente minori, in quanto se è vero che non dovremo pagare l’Imposta di Registro in maniera proporzionale al valore catastale (come visto per l’acquisto da privato) è altrettanto vero che dovremo pagare all’impresa l’Iva nella misura del 4% del prezzo di acquisto dell’abitazione, quindi un esborso che può anche essere di entità considerevole (nel caso di acquisto da privato l’Iva non è dovuta).

 

Trasporto pubblico locale, incontro tra enti locali e sindacati in Broletto

in Economia/Sindacati/Trasporti by
Autobus

Si è svolto questa mattina a Palazzo Broletto un incontro sulle problematiche e sulle prospettive del Trasporto Pubblico Locale nel bacino di Brescia, che ha visto la partecipazione dei rappresentanti degli Enti locali (per la Provincia il Presidente Alghisi e il Consigliere Sarnico, per il Comune capoluogo il sindaco Del Bono e l’Assessore Manzoni) e dei rappresentanti sindacali confederali delle segreterie provinciali e di categoria di CGIL, CISL e UIL.

Nell’incontro è stata illustrata la situazione relativa al Trasporto Pubblico Locale, in vista della scadenza (giugno 2020) fissata dalla legge regionale per l’espletamento della gara per il nuovo gestore unico del servizio bus sull’intero territorio provinciale.

Due le principali problematiche oggetto dell’incontro. Da un lato l’insufficiente livello di trasferimenti regionali per il funzionamento del servizio. Servizio che attualmente si regge su una contribuzione, che non ha eguali nel territorio lombardo, da parte della Provincia e del Comune di Brescia per 11 mln € all’anno (vale a dire il 19% dell’offerta complessiva di servizio su gomma nell’intero territorio provinciale). Dall’altro i nuovi fabbisogni di mobilità, stabiliti nel 2017 da regione Lombardia, che, contrariamente alle necessità di un potenziamento dell’offerta di servizio in un territorio che ha avuto un incremento demografico ben maggiore della media regionale, prevedono invece una riduzione di servizio a livello sia urbano sia soprattutto extraurbano.

Per porre rimedio a questa situazione, il Consiglio Regionale nel dicembre 2018 ha approvato all’unanimità un Ordine del Giorno con il quale si “impegna la Giunta regionale a verificare nel corso del 2019, con decorrenza 2020, misure integrative o correttive della d.g.r. n. 7644/2017, volte ad assicurare al bacino di Brescia un livello di risorse regionali che sia corrispondente al grado di servizio”. Tale Ordine del Giorno, tuttavia, ad oggi è rimasto privo di attuazione.

I rappresentanti del Sindacato, nel prendere atto del quadro della situazione e delle criticità espresse, hanno condiviso la necessità di mettere in campo adeguate iniziative per scongiurare il rischio che il territorio bresciano veda significativamente ridursi il proprio livello di servizio di trasporto pubblico, con ricadute negative sul piano sociale, ambientale ed occupazionale.

La preoccupazione emersa dal confronto odierno si è tradotta nell’impegno dei presenti a mantenere attiva una interlocuzione e un confronto sul punto, in vista delle importanti scadenze che attendono il trasporto pubblico bresciano.

Imprese in rete per conquistare il mercato: nel Bresciano sono 527

in Economia/Tendenze by

Dalle imprese di prodotti naturali italiani che intendono condividere la loro attività di commercializzazione di cibi freschi anche all’estero, quelle che si affiancano per creare un prototipo di moduli abitativi prefabbricati in legno a basso costo e di rapida realizzazione, le cooperative che insieme puntano a sostenere il diritto alla salute dei lavoratori attraverso l’erogazione di ticket sanitari, le aziende che si accordano per migliorare gli skills dei rispettivi lavoratori e riqualificarli, le imprese che stanno creando un servizio “chiavi in mano” nell’ambito del restauro e della conservazione dei beni culturali.   Sono alcuni esempi di aziende che hanno scelto di sottoscrivere un contratto per reti d’impresa, la formula – disciplinata da apposite normative – che permette alle imprese di unire le forze per affrontare meglio la competizione globale.

Le imprese che in Italia hanno stipulato un contratto di rete sono 34.880. Di queste imprese, ne sono presenti 3.561 in Lombardia (pari al 10% nazionale); prima regione è il Lazio con 8.909 imprese coinvolte in reti (26%). A seguire Lombardia (10%), Veneto con 2.751 imprese (8%), Campania con 2.634 (7%) e Toscana con 2.381(6%).

Riguardo al tasso di crescita, le imprese coinvolte in contratti di rete sono aumentate in Italia del 49% in 2 anni, passando da 23.369 a 34.880. La crescita maggiore nel Lazio (+121% in due anni), Valle d’Aosta (+115), Molise (91%), Campania (64%). In Lombardia crescita complessiva del 17% in due anni, con in testa Milano (+26%) e Mantova (+25%), seguite da Monza Brianza (+21%) e Bergamo (+17%).

In Lombardia, dopo Milano in testa con 1.311 imprese (pari al 37% del totale regionale), si collocano Brescia con 527 imprese (pari al 15% lombardo), Bergamo con 383 imprese (11%), Lecco con 265 imprese (7%) e Monza Brianza con 191 imprese (5%). Nel complesso le imprese coinvolte in reti sono 1.540 tra Milano, Monza Brianza e Lodi, pari al 43% delle aziende lombarde che hanno unito le forze per dare luogo a reti d’impresa. A livello lombardo, tra i settori privilegiati nei contratti di rete quello dei servizi (44% delle imprese coinvolte in contratti di rete), il comparto industriale e artigiano (23%); seguono le costruzioni e il commercio (21%) e l’agricoltura (9%). Per quanto concerne la forma giuridica, prevalgono ampiamente le imprese di capitali (65% delle imprese coinvolte in contratti di rete), seguite dalle imprese individuali (13%) e dalle società di persone (11%).

La rete rappresenta uno strumento giuridico-economico di cooperazione fra imprese che, attraverso la sottoscrizione di un contratto (detto appunto “contratto di rete”), si impegnano reciprocamente, in attuazione di un programma comune, a collaborare in forme ed ambiti attinenti alle proprie attività, scambiando informazioni e/o prestazioni di natura industriale, commerciale, tecnica o tecnologica e/o realizzando in comune determinate attività relative all’oggetto di ciascuna impresa.

Il contratto di rete è stipulato da più imprenditori con lo scopo di accrescere, individualmente e collettivamente, la propria capacità innovativa e la propria competitività sul mercato. Gli imprenditori si impegnano a collaborare sulla base di un programma comune, scambiandosi informazioni o prestazioni di natura industriale, commerciale, tecnica o tecnologica ed esercitando in comune una o più attività che rientrino nell’oggetto della propria impresa.

Cedral Tassoni: il 2020 riparte con conti in ordine e la nuova linea automatizzata

in Alimentare/Bilanci/Economia/Evidenza by

Cedral Tassoni chiude il 2019 segnando il quinto risultato positivo consecutivo dal 2015, una ulteriore conferma per la storica azienda di Salò nata nel 1793 e ancora di proprietà della stessa famiglia da quattro generazioni. A gennaio 2020, ha visto la luce la nuova linea di produzione automatizzata, che permetterà di far fronte alla crescente richiesta di prodotti da parte dei mercati esteri e di rafforzare l’Italia dell’Horeca, della Gdo e del nuovo canale on board (aerei, treni, navi…), con una particolare sorpresa per la primavera 2020.

Abbiamo infinite potenzialità inespresse specialmente sui mercati esteri – dichiara l’AD Elio Accardo – per questo abbiamo investito 3 milioni di euro negli ultimi 3 anni soprattutto nel comparto produttivo, proprio per essere più attenti alle esigenze del nostro cliente e poter, quindi, rispondere con efficacia ed efficienza alle richieste di disponibilità prodotti. I nostri obiettivi prevedono un raddoppio secco di quote extra Italia. L’export ha bisogno di un diverso approccio rispetto all’Italia – continua Accardo – basti pensare che molti paesi esteri non conoscono, ad esempio, il cedro o la pesca e quindi non è semplice spiegare i nostri prodotti e le loro peculiarità. La parola magica per noi è italianità supportata dai nostri 227 anni di storia, dall’attenzione alla scelta delle materie prime e quindi dalla naturalità che si ritrova nelle nostre bibite e da un brand riconosciuto come brand di qualità. Abbiamo rafforzato la presenza sul canale on board: da Alitalia a Trenitalia a Neos. Questa operazione ci rende più presenti in Italia, ma riusciamo ad arrivare ad un pubblico intergenerazionale e internazionale”.

USA, Emirati, India e Russia sono i Paesi che vedranno nel nuovo anno un allargamento di partnership distributive con progetti dedicati. “L’export non è facile, ma in questo 2020 saremo pronti per poterlo sviluppare al meglio – confida l’AD Elio Accardo – Ogni paese richiede per legge informazioni specifiche nell’etichetta e ovviamente una personalizzazione nella lingua. I nuovi macchinari ci consentono questa flessibilità garantendoci una maggiore efficienza anche nella customizzazione di ogni lotto.”

Per Cedral Tassoni, gdo, horeca, e-commerce sono tutti canali da attenzionare per l’esportazione e con tutte le linee di prodotti: bibite, sciroppi e liquori. La Cedrata, per il suo gusto, il packaging e per il suo colore paglierino è molto amata nei paesi asiatici, mentre in America prediligono la tonica da bere liscia o miscelata come nel classico cocktail gin tonic. “La Tonica Superfine in poco tempo ha ottenuto risultati davvero molto positivi in tutto il mondo ed è così che il nostro centro di Ricerca & Sviluppo ha messo in produzione la nuova Tonica Superfine ai Limoni del Garda, che verrà ufficialmente commercializzata in Italia e all’estero, in tutti i canali, a partire dalla prossima primavera” dichiara l’AD Elio Accardo.

La una nuova Acqua Tonica aromatizzata ai Limoni del Garda, è un esempio straordinario di recupero e valorizzazione del patrimonio agricolo del territorio del Garda dove Tassoni risiede da ben 227 anni. I Limoni del Garda provengono infatti da un’associazione gardesana che incentiva le colture locali tradizionali riattivando le potenzialità Agricole Alto Gardesane.

 

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