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Manifatturiero - page 4

Metalmeccanica, produzione in rallentamento e aspettative stazionarie a Brescia

in Economia/Manifatturiero/Meccanica/Tendenze by

In provincia di Brescia, nel quarto trimestre 2018, l’attività produttiva dei tre settori metalmeccanici ha segnato variazioni tendenziali (rispetto allo stesso trimestre del 2017) positive, anche se in forte rallentamento rispetto ai periodi precedenti.

In particolare, il comparto metallurgico siderurgico ha registrato una crescita tendenziale dell’attività del 4,9%, la meccanica di precisione e costruzione di apparecchiature elettriche del 5,0%, la meccanica tradizionale e mezzi di trasporto dell’1,1%. Le prospettive a breve termine espresse dagli operatori dei tre comparti sono nel complesso stazionarie. I principali motivi di questo atteggiamento di prudenza sono dovuti all’indebolimento del ciclo economico nazionale e mondiale, alle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina, alla frenata della produzione in Germania – che comporta notevoli ripercussioni per il tessuto produttivo bresciano – e alle incognite sulla conclusione della Brexit.

L’industria bresciana vede con apprensione, in particolare, il rallentamento del mercato tedesco, in cui l’indice PMI del settore manifatturiero (cioè la capacità di acquisizione di beni e servizi da parte delle imprese) ha registrato a febbraio il valore record negativo degli ultimi 74 mesi. La frenata tedesca rischia di compromettere le sorti del settore metalmeccanico bresciano, che nel 2017 ha diretto in Germania oltre un quinto del proprio export complessivo, per un valore di 2,5 miliardi di euro.

“Siamo di fronte a dati che si mantengono positivi per la provincia di Brescia, nonostante il significativo peggioramento nei numeri del settore metalmeccanico a livello nazionale – commenta Gabriella Pasotti, Presidente del Settore Meccanica di AIB –. Per quanto riguarda le prospettive a breve e medio termine continua a pesare il rallentamento segnato dalla Germania e, a livello di comparti, anche quello dell’automotive. Un quadro a cui si aggiungono le tensioni internazionali, in particolare quelle tra Stati Uniti e Cina sui dazi, e le incognite rappresentate dalla Brexit”.

Sul versante del mercato del lavoro, si segnala il forte ridimensionamento della Cassa Integrazione Guadagni nei comparti metalmeccanici. Le ore complessive nel 2018 sono diminuite del 50% rispetto al 2017, passando da 6 a 3 milioni. In particolare, la componente ordinaria è scesa del 46% (da 1.610.312 a 865.650 ore), quella straordinaria del 47% (da 4.086.733 a 2.182.592 ore). La componente in deroga nel 2018 si è completamente azzerata rispetto alle 381.976 ore del 2017. I dati dell’Osservatorio AIB-ApL al quarto trimestre 2018 hanno invece messo in luce alcune tensioni nel reperimento di figure professionali legate alla metalmeccanica, quali operai specializzati (fabbri, fonditori, saldatori, montatori, manutentori, installatori) e conduttori di impianti (operatori impianti trasformazione metalli).

Dal punto di vista della struttura produttiva, Brescia è la terza provincia italiana per rilevanza dell’industria metalmeccanica (dopo Torino e Milano). Con poco meno di 100 mila addetti attivi nell’industria metalmeccanica, è leader nazionale per quanto riguarda la metallurgia (16 mila addetti) e i prodotti in metallo (36 mila), è al terzo posto nei macchinari e apparecchiature (31 mila) e in quinta posizione relativamente ai mezzi di trasporto (poco più di 8 mila addetti).

Dalla Regione 6 milioni per gli investimenti delle micro imprese manifatturiere

in Economia/Istituzioni/Manifatturiero/Regione by
L'assessore regionale Alessandro Mattinzoli

Sei milioni di euro a favore delle micro e piccole imprese artigiane, edili e manifatturiere. È quanto stabilito  con una delibera approvata oggi dalla  Giunta di Regione Lombardia su richiesta dell’assessore allo Sviluppo economico, Alessandro Mattinzoli.

Si tratta di risorse stanziate per realizzare investimenti produttivi come l’acquisto di impianti e macchinari innovativi. Investimenti inseriti in programmi finalizzati a ripristinare le condizioni ottimali di produzione per massimizzarne l’efficienza.

SPESE AMMISSIBILI – Fra le spese ammissibili rientrano impianti, strumenti informatici, macchinari e opere murarie relative alla loro installazione. Ciascuna impresa potrà presentare una sola domanda e gli interventi dovranno essere realizzati e rendicontati entro il 18 dicembre 2019.

TIPOLOGIA DEL CONTRIBUTO – L’agevolazione consiste nella concessione di un contributo a fondo perduto pari al 40 per cento delle sole spese considerate ammissibili, nel limite massimo di 30.000 euro.

MISURA SPERIMENTALE – “Un progetto pilota – commenta Mattinzoli -, che risponde alle esigenze reali del nostro tessuto produttivo fatto soprattutto di micro e piccole imprese. È un primo segnale importante nato dall’ascolto delle categorie e dalla collaborazione proficua. Il metodo di Regione Lombardia con il presidente Attilio Fontana si basa sul dialogo costruttivo che porta efficienza, operatività e informazioni in  tempo reale. Questa la strada giusta per poter modellare i propri progetti in base ai bisogni veri del mondo delle imprese. È nostra intenzione estendere il più possibile questa misura in base alle risorse disponibili in futuro”.

PROSSIMO BANDO – Per l’assegnazione delle risorse si prevede la pubblicazione di un bando attuativo entro le prossime settimane.

Industria e artigianato, si indebolisce la ripresa – ECCO I DATI

in Artigianato/Economia/Manifatturiero/Tendenze by

Nel terzo trimestre del 2018 – rileva una nota dell’Ufficio Studi e Ricerche AIB – l’attività produttiva delle imprese manifatturiere bresciane subisce un arresto, in buona parte dovuto alla tradizionale chiusura delle aziende nel periodo estivo.

La tendenza positiva del made in Brescia, in atto dal primo trimestre del 2015, viene comunque confermata, ma risulta relativamente più debole. Questo, in linea con il contesto nazionale, in cui gli indicatori congiunturali confermano un rallentamento dell’attività, per il minor supporto della domanda interna (consumi e investimenti).

Nel dettaglio, la produzione industriale in provincia di Brescia registra un calo congiunturale del 2,8%: in termini destagionalizzati (al netto degli effetti derivanti dal minor numero di giorni lavorativi nel trimestre estivo rispetto a quello precedente) rileva un aumento dello 0,1%. Il tasso tendenziale (variazione dell’indice nei confronti dello stesso periodo dell’anno scorso) risulta positivo per la ventesima rilevazione consecutiva (+2,7%), ma in frenata rispetto a quanto registrato nei trimestri precedenti. Il tasso acquisito, la variazione media annua che si avrebbe se l’indice della produzione non subisse variazioni fino alla fine del 2018, è pari a +2,5%. Il recupero dai minimi registrati nel terzo trimestre 2013 si attesterebbe così al 14% circa, mentre la distanza dal picco di attività pre-crisi (primo trimestre 2008) sarebbe di poco inferiore al 22%.

L’artigianato manifatturiero bresciano – secondo il Servizio Studi della Camera di Commercio di Brescia –  segna nel terzo trimestre una decelerazione che frena il percorso di crescita lento, ma costante, intrapreso dalla seconda metà del 2016. Tra luglio e settembre la produzione è diminuita sul trimestre precedente dello 0,6%, il fatturato dello 0,3%, gli ordini dello 0,9%. Il tasso di utilizzo degli impianti è calato al 69,8% (contro il 72,5% del 2° trimestre).

Nonostante il rallentamento trimestrale, il quadro complessivo tendenziale rimane parzialmente positivo. La produzione è cresciuta dello 0,5%, il fatturato dell’1,2%, gli ordini, all’opposto sono calati dello 0,4%. I risultati dei primi tre trimestri permettono di tracciare un quadro, seppur parziale, dell’andamento del comparto nel 2018. Nella media dei primi tre trimestri 2018, la produzione è cresciuta, su base annua, del 2,5%, il fatturato del 4,4% e gli ordini del 2,4%.

I principali indicatori dell’industria:

§  Con riferimento ai settori, l’attività produttiva è diminuita significativamente nei comparti: metallurgico e siderurgico (-4,6%) e meccanica tradizionale e costruzione di mezzi di trasporto (-4,4%). E’ diminuita con minore intensità nel maglie e calze (-2,7%), chimico, gomma, plastica (-1,8%), abbigliamento (-1,6%), tessile (-1,5%), calzaturiero (-1,0%), meccanica di precisione e costruzione di apparecchiature elettriche (-0,9%), materiali da costruzione ed estrattive (-0,9%), legno e mobili in legno (-0,5%), agroalimentare e caseario (-0,3%). È invece aumentata nel settore carta e stampa (+0,3%).

§  Le vendite sul mercato italiano sono aumentate per il 10% delle imprese, diminuite per il 52% e rimaste invariate per il 38%. Le vendite verso i Paesi comunitari sono incrementate per il 9% degli operatori, scese per il 32% e rimaste stabili per il 59%; quelle verso i Paesi extra UE sono cresciute per l’8%, calate per il 29% e rimaste invariate per il 63% del campione.

§  I costi di acquisto delle materie prime sono saliti per il 25% delle imprese, con un incremento medio dello 0,6%. I prezzi di vendita dei prodotti finiti sono stati rivisti al rialzo dal 12% degli operatori, per una variazione media dello 0,2%.

§  Le aspettative a breve termine appaiono coerenti con la prosecuzione della fase di moderata espansione del manifatturiero provinciale. La produzione è prevista in aumento da 31 imprese su 100, stabile dal 56% e in flessione dal rimanente 13%.

§  Gli ordini provenienti dal mercato interno sono in aumento per il 29% degli operatori, stabili per il 60% e in calo per l’11%; quelli dai Paesi UE sono in crescita per il 15% degli operatori del campione, invariati per il 70% e in flessione per il 15%; quelli provenienti dai mercati extracomunitari sono in incremento per il 17% delle imprese, stabili per il 70% e in diminuzione per il 13%.

I principali indicatori dell’artigianato:

§  Il fatturato del comparto artigianato chiude il trimestre con risultati tendenziali positivi sebbene in leggera decelerazione rispetto a inizio anno, grazie al sostegno del fatturato interno.

§  Gli ordini nel complesso sono diminuiti dello 0,4%, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, risultato che ha invertito il trend positivo in atto dalla fine del 2016. Entrambe le componenti, estera ed interna, hanno contribuito al calo registrato, anche se determinanti sono stati gli ordini provenienti dal mercato interno (-0,4%) che rappresentano la quota più consistente.

§  L’occupazione, al netto degli effetti stagionali, chiude il terzo trimestre con una leggera variazione positiva (+0,4%) anch’essa in decelerazione rispetto al risultato del trimestre scorso (+1,2%). Il ricorso alla Cassa Integrazione è in aumento rispetto ai livelli dello scorso trimestre, la quota di imprese che ne ha fatto ricorso si colloca al 3,1 % contro l’1,5% del 2° trimestre.

§  Le attese degli imprenditori artigiani per la fine dell’anno sono moderatamente positive con riferimento alla produzione, al fatturato, alla domanda estera ed all’occupazione anche se resta molto alta la quota di imprenditori che prevedono una sostanziale stabilità. Sul fronte della domanda interna il saldo tra le ipotesi di aumento e diminuzione vede prevalere i secondi (-3,9%).

L’Indagine AIB viene effettuata trimestralmente su un panel di 250 imprese associate appartenenti al settore manifatturiero. L’indagine sull’artigianato della Camera di Commercio, la cui fonte è l’indagine congiunturale Unioncamere Lombardia, ha coinvolto 192 imprese della provincia, pari a una copertura campionaria del 100%.

Manifatturiero, Bonometti (Confindustria): pesano gli scenari internazionali

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Manifatturiero/Tendenze by

L’analisi congiunturale sull’industria manifatturiera in Lombardia relativa al secondo trimestre 2018, dopo una serie di trimestri di crescita sostenuta e costante, spinge a moderare i toni”, a dirlo è – con una nota – il leader di Confindustria Lobardia Marco Bonometti. Pur rimanendo in territorio positivo infatti la produzione industriale cresce dello 0,3%. Netto invece il balzo rispetto allo stesso periodo del 2017 con un +3,9%. Nonostante la decelerazione l’industria lombarda prosegue la sua rincorsa europea: si riduce infatti la differenza con l’indice di produzione manifatturiero dell’Eurozona e aumenta la distanza con la media italiana a conferma del fatto che la Lombardia corre come i quattro motori d’Europa e gli Stati Uniti. Questa rincorsa è sostenuta da tutti i settori produttivi, con il traino di meccanica, minerali non metalliferi e gli strumenti biomedicali, e in maniera omogenea da tutti i territori con la sola eccezione di Pavia.

COMMERCIO ESTERO – Discorso a parte meritano gli ordini, interni ed esteri, che hanno registrato variazioni negative. Il -0,1% degli ordini esteri e la riduzione della quota estera sul fatturato totale delle imprese è un primo campanello d’allarme a seguito della minaccia di guerre tariffarie, del cambiamento di paradigma nella politica fiscale americana e dello stallo nelle decisioni nell’Eurozona. “Confindustria Lombardia – afferma Bonometti – è convinta che l’escalation dei dazi sia un pericolo per l’Italia e che in caso di crollo del commercio internazionale la Lombardia (che nel 2017 ha esportato per un valore di 120 miliardi di euro) rischia di subire un pesante shock: uno scenario da evitare con tutte le nostre forze, in questa fase di lieve ripresa. Per questo motivo bisogna rafforzare il mercato interno che, come vediamo dai dati anche del secondo trimestre, continua a essere debole. In questo contesto di incertezza anche le aspettative degli imprenditori si sono adeguate al ribasso, contribuendo a proiettare questa tendenza nel prossimo futuro”.

OCCUPAZIONE – L’occupazione in Lombardia continua la sua corsa: come testimoniano sia il saldo tra entrate e uscite (+0,6) sia l’ulteriore calo della Cassa integrazione, nel secondo trimestre il mercato del lavoro regionale è vivace e in evoluzione. Questo grazie a politiche attive d’avanguardia ma soprattutto grazie alla disponibilità di quegli imprenditori che, nonostante troppo spesso vengano descritti come il nemico, hanno tutto l’interesse ad assumere personale, formarlo, creare un percorso di crescita nell’interesse sia dell’impresa che del lavoratore e quindi del benessere dell’intera società. Per non ingessare questa vitalità come Confindustria chiediamo che i contratti a tempo indeterminato vengano incentivati con sgravi fiscali e che venga ridotto drasticamente il cuneo fiscale: quest’ultima misura, oltretutto, avrebbe il doppio effetto di abbassare il costo del lavoro e far ripartire la domanda interna.

Industria e artigianato manifatturiero, rallenta la crescita della produzione

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Manifatturiero/Meccanica/Tendenze by

Nel secondo trimestre del 2018 – rileva una nota dell’Ufficio Studi e Ricerche AIB – l’attività produttiva delle imprese manifatturiere bresciane si caratterizza per un nuovo incremento, sebbene di entità relativamente meno intensa rispetto a quanto registrato nei periodi immediatamente precedenti. Prosegue, tuttavia, senza soluzione di continuità il movimento di risalita del made in Brescia, in atto dal primo trimestre del 2015; ciò appare tutto sommato coerente con il contesto nazionale, dove gli indicatori congiunturali quantitativi e qualitativi sono tutti concordi nel segnalare un lieve rallentamento della fase espansiva dell’attività.

Nel dettaglio, la produzione industriale in provincia di Brescia registra un incremento congiunturale dell’1,2%; il tasso tendenziale (ossia la variazione dell’indice nei confronti dello stesso periodo dell’anno scorso) risulta non negativo per la diciannovesima rilevazione consecutiva (+3,0%). Il tasso acquisito, ovvero la variazione media annua che si avrebbe se l’indice della produzione non subisse variazioni fino alla fine del 2018, è pari a +3,9%. Il recupero dai minimi registrati nel terzo trimestre 2013 si attesterebbe così al 17% circa, mentre la distanza dal picco di attività pre-crisi (primo trimestre 2008) sarebbe di poco inferiore al 20%.

L’artigianato manifatturiero bresciano – secondo il Servizio Studi della Camera di Commercio di Brescia –  chiude il secondo trimestre dell’anno con risultati nel complesso positivi, anche se meno intensi rispetto a quelli di inizio d’anno, che, comunque, non interrompono il percorso positivo intrapreso dal 2016. Tra aprile e giugno di quest’anno la produzione è cresciuta, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, del 3,3% (è stata il 3,7% nel 1° trimestre), il fatturato è aumentato, su base annua, del 5,2% (contro il 6,7% del 1° trimestre) e gli ordini del 3,4%. Le dinamiche sono confermate anche dal punto di vista congiunturale. Al netto degli effetti stagionali la produzione è aumentata, rispetto al trimestre scorso, dello 0,7%; il fatturato dello 0,9% e gli ordini dell’1,0%. Positivo anche il risultato dell’occupazione con un incremento dell’1,2%.

Il confronto territoriale evidenzia che l’artigianato bresciano ha conseguito risultati nel complesso migliori della media lombarda.

La dinamica produttiva è evidente dall’andamento dell’indice della produzione manifatturiera artigiana che consolida il ciclo positivo avviato dopo avere raggiunto il punto di minimo alla fine del 2012.

I principali indicatori dell’industria:

§  Con riferimento ai settori, l’attività produttiva è aumentata significativamente nei comparti: metallurgico e siderurgico (+2,5%), agroalimentare e caseario (+2,9%), materiali da costruzione ed estrattive (+2,3%), maglie e calze (+2,0%) e tessile (+1,4%); è cresciuta con minore intensità nel calzaturiero (+1,0%), nella meccanica tradizionale e costruzione di mezzi di trasporto (+1,0%), nel legno e mobili in legno (+1,0%), nell’abbigliamento (+1,0%), nella meccanica di precisione e costruzione di apparecchiature elettriche (+0,6%), nel chimico, gomma, plastica (+0,4%). È invece diminuita nel carta e stampa (-1,2%).

§  Le vendite sul mercato italiano sono aumentate per il 23% delle imprese, diminuite per il 25% e rimaste invariate per il 52%. Le vendite verso i Paesi comunitari sono incrementate per il 22% degli operatori, scese per l’11% e rimaste stabili per il 67%; quelle verso i Paesi extra UE sono cresciute per il 26%, calate per il 25% e rimaste invariate per il 49% del campione.

§  I costi di acquisto delle materie prime sono saliti per il 26% delle imprese, con un incremento medio dello 0,8%. I prezzi di vendita dei prodotti finiti sono stati rivisti al rialzo dall’11% degli operatori, per una variazione media dello 0,2%.

§  Le aspettative a breve termine appaiono coerenti con la prosecuzione della fase di moderata espansione del manifatturiero provinciale. La produzione è prevista in aumento da 25 imprese su 100, stabile dal 59% e in flessione dal rimanente 16%.

§  Gli ordini provenienti dal mercato interno sono in aumento per il 23% degli operatori, stabili per il 68% e in calo per il 9%; quelli dai Paesi UE sono in crescita per il 13% degli operatori del campione, invariati per l’80% e in flessione per il 7%; quelli provenienti dai mercati extracomunitari sono in incremento per il 15% delle imprese, stabili per il 79% e in diminuzione per il 6%.

I principali indicatori dell’artigianato:

▪ Il fatturato del comparto artigianato chiude il trimestre con risultati positivi sebbene in leggera decelerazione rispetto a inizio anno. In termini tendenziali il fatturato è aumentato del 5,2%, mentre congiunturalmente è cresciuto dello 0,9%, sostenuto anche dalla dinamica dei prezzi. Le performance dell’indice destagionalizzato del fatturato totale sono simili a quelle viste per la produzione industriale ma con un recupero più robusto. I livelli di fatturato hanno, infatti, superato quelli del 2010, anche i livelli del periodo pre-crisi restano ancora lontani.
▪ La dinamica degli ordini si mantiene positiva nel complesso, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, per effetto sia degli ordini interni, che sono cresciuti del 2,9%, sia di quelli esteri dove si registra una crescita sostenuta (+8,4%). Va sottolineato però che il peso del fatturato riconducibile al mercato estero rappresenta per le imprese artigiane una quota limitata (9,6%).

▪ La crescita occupazionale, nel secondo trimestre, non rallenta: il saldo tra tasso di ingresso e di uscita si è chiuso ancora in positivo (1,2%). La quota di imprese che ha fatto ricorso alla Cassa integrazione guadagni raggiunge un nuovo minimo pari all’1,6%, così come la quota sul monte ore lavorate complessivo pari allo 0,2%.

▪ Le aspettative degli imprenditori evidenziano nel complesso un peggioramento del clima di fiducia che, tuttavia, potrebbe essere spiegato da fattori stagionali (il terzo trimestre, infatti, comprende il periodo delle vacanze estive). Per quanto riguarda la produzione il saldo tra ipotesi di aumento e diminuzione vede prevalere i secondi (-9,2%), così come per il fatturato (-7,7%) e per la domanda interna (-7,1%). Sul fronte della domanda estera e dell’occupazione le attese sono moderatamente ottimistiche anche se resta molto alta la quota di imprenditori che prevedono una sostanziale stabilità.

L’Indagine AIB viene effettuata trimestralmente su un panel di 250 imprese associate appartenenti al settore manifatturiero. L’indagine sull’artigianato della Camera di Commercio, la cui fonte è l’indagine congiunturale Unioncamere Lombardia, ha coinvolto 184 imprese della provincia, pari a una copertura campionaria del 100%.

Imprese in rete, in provincia di Brescia sono 489

in Economia/Manifatturiero/Tendenze by

Sono sempre più numerose le imprese lombarde che decidono di mettersi in rete per affrontare le sfide del mercato. Secondo un’elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi su dati Unioncamere Lombardia e Infocamere, dal 2016 crescono del 25,6% sfiorando quota 3.200 imprese, oltre 600 in più, coinvolte in circa mille contratti di rete (+30,6%, il 21,3% nazionale). Cresce la voglia di rete per le imprese milanesi, che passano da 874 a 1.097 (+25,5%), ma gli aumenti maggiori si registrano a Lecco (da 122 a 250 imprese coinvolte, +104,9%) e Mantova (da 93 a 149, +60,2%). Dopo Milano, che è prima per numero di contratti di rete (561) e imprese coinvolte (1.097) vengono Brescia (201 contratti e 489 imprese), Bergamo (166 contratti e 353 imprese). Quarta per contratti di rete è Monza Brianza (114) mentre per numero di imprese coinvolte è Lecco (250). 31 i contratti di rete che coinvolgono 40 imprese del lodigiano.

I settori di attività. Sono il manifatturiero (24%), le attività professionali, scientifiche e tecniche (13%), le costruzioni e il commercio (oltre 10% ciascuno) i principali settori di attività delle imprese lombarde coinvolte in contratti di rete. Se il manifatturiero prevale a Bergamo (24,6% delle imprese), Brescia (34,6%), Como (35,5%), Cremona (29,4%), Lecco (28,8%), Monza Brianza (24%), Sondrio (29,5%) e Varese (39,6%), si distinguono le imprese del settore agricolo a Lodi (27,5%), Mantova (22,8%) e Pavia (32,5%) mentre a Milano sono soprattutto le imprese che operano nel settore delle attività professionali a costituirsi in rete (18,6%).

Plastica, import su del 28 per cento, ma le esportazioni sono in calo

in Economia/Export/Manifatturiero/Tendenze by
Materie plastiche

Il Centro Studi di Amaplast (l’associazione nazionale di categoria, aderente a CONFINDUSTRIA, che raggruppa oltre 160 costruttori di macchine, attrezzature e stampi per materie plastiche e gomma) ha elaborato i dati di commercio estero – pubblicati da ISTAT – relativi al primo trimestre di quest’anno.

Il confronto con lo stesso periodo del 2017 evidenzia un incremento del 26% all’import e una contrazione di circa un punto delle esportazioni.

Tale risultato sembra confermare due fattori importanti.

Da un lato la costante e consistente crescita degli acquisti dall’estero, segnale verosimile della tenuta della ripresa del mercato interno, già evidenziata dai risultati più che positivi registrati a consuntivo 2017.

Come ha sottolineato il Presidente Alessandro Grassi in occasione dell’Assemblea dei soci Amaplast – svoltasi a Linz, in Austria, il 14 giugno – “è un dato di fatto che la propensione dei trasformatori italiani all’investimento è tornata a crescere e di ciò non possiamo che rallegrarci.”

Dall’altro lato il rallentamento dell’export, che non sorprende più di tanto e può ritenersi fisiologico. Dopo i primi due mesi dell’anno con segno ancora positivo, a marzo l’arretramento, in un certo senso atteso, anche alla luce della flessione degli ordini segnalata nelle ultime settimane dagli associati.

E’ ovviamente prematuro parlare di una fase di declino, fermo restando il fatto, però, che il comparto sta vivendo una fase positiva da almeno 7-8 anni (con l’eccezione del rallentamento verificatosi nel 2013) ed è logico quindi prevedere una congiuntura negativa nel breve o almeno nel medio periodo, in un’ottica di ciclicità dell’economia.

L’indagine congiunturale svolta a metà giugno fra gli associati, relativamente al semestre in corso rispetto al precedente, rivela una previsione di stabilità del fatturato per il 51% del campione e di  miglioramento per il 38%. Quanto al livello degli ordini, il 42% degli intervistati non si aspetta variazioni mentre il 41% ipotizza una crescita.

Dopo un 2017 decisamente brillante per il settore, con una crescita a due cifre per tutti gli indicatori, è comunque lecito attendersi che l’anno in corso si chiuda ancora con segno positivo sia alla produzione sia al commercio estero, anche se con tassi di crescita più contenuti rispetto agli ultimi anni.

L’Assemblea dei soci Amaplast ha rinnovato i 9 Membri elettivi del Consiglio Generale per il biennio 2018-2020.

Sono stati eletti: Mauro Drappo (Amut), Maria Grazia Colombo (BFM), Gianni Luoni (Elba), Alessandro Balzanelli (F.B. Balzanelli Avvolgitori), Anthony Caprioli (Macchi), Tiziano Caprara (Negri Bossi), Gianfranco Cattapan (Plastic Systems), Dario Previero (Previero N.), Barbara Ulcelli (IMG).

Busi Group si espande: nuova sede per Omb a Rezzato e ampliamento BTE a Paitone

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Pama Prefabbricati spa Rezzato_nuova area OMB

Prosegue il trend d’innovazione e investimenti di Busi Group, realtà tra i leader in Italia specializzata nella progettazione, produzione e commercializzazione di prodotti e sistemi innovativi per la raccolta, compattazione e trasporto del rifiuto. Mentre l’azienda si prepara a partire per Monaco di Baviera, dove dal 14 al 18 maggio parteciperà ad IFAT, la  fiera internazionale che presenta le migliori soluzioni ambientali, Busi Group investe nel territorio bresciano con due importanti acquisti orientati alla crescita del gruppo.

Il primo a Rezzato, nella zona industriale, in via Giovanni XXIII, 80mila metri quadrati di cui 30mila coperti che entro la fine del 2019 ospiteranno la nuova sede di OMB Technology. “Sarà il futuro di OMB – commenta Mirko Busi – un sito innovativo che ospiterà la produzione e la ricerca. L’area verrà inoltre utilizzata come supporto logistico di tutto il gruppo poiché è direttamente collegata alla ferrovia con uno scalo merci che potenzierà gli scambi in un’ottica anche di risparmio economico e di sostenibilità”. Con questa nuova area OMB Technology avrà uno spazio tre volte più grande di quello attuale, con l’obiettivo di migliorare gli spazi di lavoro, lo sviluppo e la ricerca, la produzione.

Il secondo investimento di Busi Group riguarda BTE, la sede del gruppo, un ampliamento di 5mila metri quadrati a Paitone, vicino all’azienda madre.

“Con questo ampliamento – commenta Mirko Busi – che porterà BTE a una dimensione di 60mila metri quadrati, intendiamo aumentare lo spazio di produzione”.  L’investimento totale dell’acquisto degli immobili è stato di circa 10 milioni di euro, numeri importanti che confermano la solidità della realtà bresciana e la sua dinamica di espansione nel territorio ma anche come vetrina importante per l’estero. “Nei prossimi giorni saremo a IFAT – commentano i fratelli Busi – una fiera molto rilevante per il nostro comparto”. A Monaco di Baviera Busi Group si presenterà con novità OMB e MEC. In particolare la nuova attrezzatura scarrabile serie SL e SLK di MEC con nuove soluzioni geometriche e un telaio più leggero, una rivisitazione del compattatore a carico laterale CMPL7 ETSA, la nuova linea di cassonetti stazionari +B LID ed EcoSolar-K12 il compattatore scarrabile informatizzato con impianto fotovoltaico realizzato in collaborazione con ID&A Srl, partner bresciano di Busi Group, che progetta e costruisce sistemi integrati per raccolta e gestione rifiuti, e che esporrà in fiera isole ecologiche informatizzate.

La Checklist per realizzare il modello dell’Impresa 4.0 | INNOVATION CLUB

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(rubrica a cura di Innovation Club) L’Impresa 4.0 consiste in un processo di innovazione graduale, da coltivare con costanza passo dopo passo. In questo senso una checklist può essere utile per tenere traccia dei passi già compiuti e di quelli ancora da compiere. Per questo abbiamo sviluppato una Checklist che vuole verificare 7 passi.

INNOVARE IL PROPRIO MODELLO DI BUSINESS

Innovare il proprio modello di business significa comprendere e ripensare l’azienda a livello più alto, come se si potesse salire su una scala e osservare tutti i processi (produttivi, distributivi, commerciali e via dicendo) nel loro complesso e nelle loro sinergie, senza silos o particolarismi. Una visione strutturale, che apre gli occhi sui colli di bottiglia, sulle opportunità non sfruttate e sui rami morti da tagliare. Il subscription model in particolare è un modello di business in cui il cliente paga una sottoscrizione ogni tot tempo (ogni settimana, ogni mese, ogni due mesi, …) per ricevere direttamente a casa una serie di prodotti o servizi. Questo modello è particolarmente adatto per gestire le “relazioni digitali”.

COSTRUIRE UNA CUSTOMER EXPERIENCE PER INGAGGIARE I TUOI CLIENTI

La Customer Experience è la somma di tutte le esperienze che un Cliente vive con un fornitore di beni e servizi, lungo l’intera durata del loro rapporto. Rappresenta, di fatto, la capacità di un’Azienda di leggere e comprendere la componente emozionale dei propri Clienti e porre in atto azioni che possano soddisfarli.

Con la progressiva trasformazione di beni e servizi in commodity, la Customer Experience rappresenta ormai un elemento differenziante di fondamentale importanza per le Aziende. Il passaparola tra i Clienti scaturisce da un’esperienza di contatto positiva con ritorni in termini di aumento dei ricavi. Le Aziende che conseguono risultati migliori sul mercato mostrano valori di Customer Experience elevati, segno evidente dei vantaggi anche economici che questa disciplina porta alle Aziende. Lo strumento principale per studiare e comprendere le interazioni che il Cliente ha con l’Azienda è la mappa della “Customer Journey”, ovvero la rappresentazione visuale e la schematizzazione dei punti di contatto tra Cliente e Azienda lungo tutte le fasi del percorso di interazione tra i due.

RENDERE I TUOI PRODOTTI TECNOLOGICI ED ARRICCHITI DI SERVIZI

Con uno Smart Product che deve essere in grado di condividere informazioni e migliorare la comprensione e la configurazione di processi e servizi. In questo modo si fornisce un valore aggiunto per il cliente o per chi lo utilizza. Uno Smart Product può:

> ridurre la distanza con il cliente;

> capire come il prodotto viene usato dal consumatore e valutare possibili nuovi sviluppi;

> sviluppare nuovi prodotti che soddisfino le esigenze del compratore;

> ristrutturare i servizi post vendita grazie alle nuove tecnologie.

GESTIRE SECONDO IL PARADIGMA SMART ENERGY LA PROPRIA IMPRESA 

Il futuro energetico sarà costruito da impianti da fonti sempre più rinnovabili ed efficienti, integrati con smart grid e sistemi di accumulo in modo da ridurre consumi, emissioni e sprechi, avvicinando la domanda di energia e la sua produzione più efficiente. Oggi questa prospettiva di innovazione è a portata di mano da un punto di vista tecnologico e permette di aprire opportunità inedite di risparmio per le famiglie e le imprese attraverso sistemi innovativi di autoproduzione e gestione energetica. Manca solo il passaggio alla sperimentazione per capire come costruire nei diversi territori questo nuovo modello energetico.

FORMARE IN MODO COSTANTE I COLLABORATORI DELLA TUA AZIENDA

La formazione continua è volta a migliorare il livello di qualificazione e di sviluppo professionale delle persone che lavorano, assicurando alle imprese e agli operatori economici sia pubblici che privati, capacità competitiva e dunque adattabilità ai cambiamenti. Anche la promozione della salute è Il processo che consente alle persone ed alle comunità di esercitare un maggiore controllo sulla propria salute e di migliorarla. Un processo sociale e politico globale, che non comprende solo azioni volte a rafforzare le abilità e le capacità dei singoli individui, ma anche azioni volte a modificare le condizioni sociali, ambientali ed economiche.

AGGIORNARE I PROPRI SISTEMI GESTIONALI PER POTER GESTIRE AL MEGLIO TUTTI NUOVI PROCESSI

Un modo di classificazione del software gestionale riguarda il livello di supporto all’interno di una struttura gerarchica aziendale. Sotto questo punto di vista individuiamo:

Software per il supporto operativo: software dedicato al supporto dei processi operativi ed agli scambi d’informazione orizzontale tra uno o più reparti dei processi produttivi (livello più basso della scala gerarchica aziendale). Ne sono un esempio tutti i software che vengono utilizzati direttamente dagli addetti del processo di produzione: acquisizione materie prime, software per l’avvio della macchina di produzione, gestione dei work in progress.

Software per il supporto direzionale: software dedicato al supporto di tutti i processi direzionali aziendali. Ottimizzazione degli scambi d’informazione dal livello più basso al livello più alto della scala gerarchica e viceversa. Un passaggio delle informazioni di questo tipo è detto verticale e riguarda informazioni di controllo e direzionali su un determinato processo produttivo. Un esempio sono i software che vengono utilizzati dai responsabili di un determinato processo per il controllo del numero dei prodotti venduti o, più in generale, per il controllo delle performance di processo.

Software per il supporto strategico: software dedicato al supporto delle decisioni strategiche. Questi software sono in grado di effettuare previsioni di performance sulla base di dati storici aziendali in modo da permettere una migliore scelta strategica da parte del management.

CONOSCERE E SFRUTTARE TUTTE LE LEVE AGEVOLATIVE

Sono state potenziate e indirizzate in una logica 4.0 tutte le misure che finora si sono rilevate efficaci e, per rispondere pienamente alle esigenze emergenti, ne sono state previste di nuove. Ecco le principali:

1. Iper e Super Ammortamento – L’obiettivo di questo provvedimento è supportare e incentivare le imprese che investono in beni strumentali nuovi, in beni materiali e immateriali (software e sistemi IT) funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale dei processi produttivi. L’iperammortamento consiste nella supervalutazione del 250% degli investimenti in beni materiali nuovi, dispositivi e tecnologie abilitanti la trasformazione in chiave 4.0 acquistati o in leasing. Il superammortamento prevede la supervalutazione del 140% degli investimenti in beni strumentali nuovi acquistati o in leasing. Per chi beneficia dell’iperammortamento c’è la possibilità di usufruire dell’agevolazione anche per gli investimenti in beni strumentali immateriali (software e sistemi IT).

2. Nuova Sabatini – Punta a sostenere le imprese che richiedono finanziamenti bancari per investimenti in nuovi beni strumentali, macchinari, impianti, attrezzature di fabbrica a uso produttivo e tecnologie digitali (hardware e software). Garantisce un contributo a parziale copertura degli interessi pagati dall’impresa su finanziamenti bancari di importo compreso tra 20.000 e 2.000.000 di euro, concessi da istituti bancari convenzionati con il MISE, che attingono sia a un apposito plafond di Cassa Depositi e Prestiti, sia alla provvista ordinaria. Il contributo è calcolato sulla base di un piano di ammortamento convenzionale di 5 anni con un tasso d’interesse del 2,75% annuo ed è maggiorato del 30% per investimenti in tecnologie Industria 4.0. Inoltre la Nuova Sabatini consente l’accesso prioritario al Fondo centrale di Garanzia nella misura massima dell’80%.

3. Credito d’imposta R&S – Lo scopo è stimolare la spesa privata in Ricerca e Sviluppo per innovare processi e prodotti e garantire così la competitività futura delle imprese. Consiste in un credito d’imposta del 50% su spese incrementali in Ricerca e Sviluppo, riconosciuto fino a un massimo annuale di 20 milioni di €/anno per beneficiario e computato su una base fissa data dalla media delle spese in Ricerca e Sviluppo negli anni 2012-2014. La misura è applicabile per le spese in Ricerca e Sviluppo che saranno sostenute nel periodo 2017-2020.

4. Patent Box – È un regime opzionale di tassazione agevolata sui redditi derivanti dall’utilizzo di beni immateriali: brevetti industriali, marchi registrati, disegni e modelli industriali, know how e software protetto da copyright. L’agevolazione consiste nella riduzione delle aliquote IRES e IRAP del 50% dal 2017 in poi sui redditi d’impresa connessi all’uso diretto o indiretto (ovvero in licenza d’uso) di beni immateriali sia nei confronti di controparti terze che di controparti correlate (società infragruppo). Il beneficio è dato a condizione che il contribuente conduca attività di R&S connesse allo sviluppo e al mantenimento dei beni immateriali.

5. Startup e PMI innovative – Le nuove imprese (startup) innovative godono di un quadro di riferimento a loro dedicato in materie come la semplificazione amministrativa, il mercato del lavoro, le agevolazioni fiscali, il diritto fallimentare. Larga parte di queste misure sono estese anche alle PMI innovative, cioè a tutte le piccole e medie imprese che operano nel campo dell’innovazione tecnologica, a prescindere dalla data di costituzione o dall’oggetto sociale.

Flero, via ufficiale alla digital factory di Sfida 4.0

in Aziende/Città e Hinterland/Economia/Formazione/Innovazione/Manifatturiero/Partner 2/Sei consulting/Zone by
Il team di Sfida 4.0

Inaugurazione in pompa magna – questa mattina, a Flero – per il nuovo Sfida 4.0, la Digital Factory promossa da Sei Consulting e dedicata ai programmi di innovazione e di sviluppo delle piccole e medie imprese del territorio Lombardo.

Il complesso tecnologico di Flero (via Quinzano 23/a) sorge su una superficie di circa 1000 mq ricavata in un ex opificio alle porte di Brescia che ospita 3 mini fabbriche con percorso esperienziale, laboratori e aule dove conoscere, capire e sperimentare l’applicazione e le logiche del 4.0.

Sono 24 i partner coinvolti nell’iniziativa che hanno fornito macchinari o tecnologie e 7 gli sponsor (cfr allegato). Unica in Italia nel suo genere, l’iniziativa è stata realizzata in piena sintonia e sinergia, in logica di rete, con le altre iniziative messe a punto dalle istituzioni locali: Università di Brescia e Innexhub, quindi con Aib, Csmt, Camera di Commercio, ecc.

Un progetto ambizioso, di cui Ivan Losio – patron di Sei Consulting e di Sfida 4.0 – ha parlato anche in un intervento pubblicato pochi giorni fa su BsNews sul tema del rapporto tra innovazione e imprese.

Il programma indicativo della giornata prevede:
– 9.30-10, accrediti e welcome coffee;
– 10-11, presentazione del progetto;
– 11- 12, interventi delle istituzioni (Baronchelli di AIB, Sivieri di Api, Ziletti della Camera di Commercio e Faglia dell’Unibs);
– 12-12.20, evoluzione del progetto Sfida;
A seguire lunch e tour della fabbrica.
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